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giovedì 30 dicembre 2010

La Ceccuzzeide: il signor Franco a New York city...

      Visto che giustamente si sente gia (accento non presente nel computer, mi scuso!!) Sindaco, Franco Ceccuzzi si sta muovendo a grandi passi, proiettato nel futuro: la sua, non e forse la citta 2.0 (ma le donnine della Coop - suo straordinario bacino elettorale -, lo sanno che vuol dire questo 2.0?)?
Ecco quindi spiegato il senso della sua missione speciale in terra di New York City: Belushi era in missione per conto di Dio, lui, piu modestamente, per conto del Pd...Sapendo che anche l'eretico e di stanza a New York City, mi ha voluto recapitare una missiva che, in parte, riprendo e commento, lusingato che il futuro Sindaco di Siena trovi il tempo per scrivermi, pur avendo cosi tante cose da fare (a parte la campagna elettorale, che potra fare in carrozza). La missiva essendo piuttosto lunga, mi limito alla prima parte, in attesa di ritornare sull'argomento in un prossimo futuro.
 L'incipit e un pochino velenoso, ma capisco che si volesse togliere qualche sassolino anche lui, povero Franco: "sempre a dire che sono un sempliciotto di paese, uno che non e riuscito neanche a laurearsi, un uomo d'apparato e niente di piu, invece vi smentisco: sono qui a New York - dopo avere fatto un corso lampo di inglese - per vedere di persona come si amministra una megalopoli di milioni di abitanti. Il mio staff, con la consueta efficienza, ha preso appuntamento con il Sindaco Bloomberg per la mattina di domani (31 dicembre). Fra gli argomenti in agenda, l'idea di un gemellaggio Siena-New York City: quello con Avignone ha fatto ormai il suo tempo (e c'e scappato pure il morto, Ndr), la mia Siena, per diventare Capitale europea della Cultura, deve sapere guardare oltre l'Europa stessa. Poi a New York hanno una grande squadra di basket, proprio come noi, grazie a Ferdinando Minucci e a Giuseppe Mussari. Qui, inoltre, c'e la sede della Borsa, c'e Wall Street: noi abbiamo Piazza Salimbeni e la terza banca d'Italia, ed un banchiere di razza che ci viene invidiato anche oltre Atlantico, a quello che mi risulta".
Il signor Franco, quindi, pare di capire che venga a Manhattan in visita ufficiale, per incontrare il Sindaco Michael Bloomberg: il quale, a dirla proprio tutta, non appartiene ai Democratici, ma ai Repubblicani, pur giocando spesso da battitore libero, dall'alto dei suoi dollari sonanti. Ma questi rapporti con il centrodestra non sono un problema neanche in patria - specie dalle parti di Campi Bisenzio e zone limitrofe -, quindi figuriamoci se il signor Franco si fa problemi ad incontrare Bloomberg...
Ceccuzzi pare irrefrenabile, poi, sulla questione della neve: "Tutti a criticare l'inefficienza dell'amministrazione, per il venerdi 17 dicembre: e qui, invece? Neve alta ai lati e, soprattutto, poltiglia agli angoli, scarpe sempre fradicie dopo 5 minuti di cammino, gente arrabbiata: allora non succede solo da noi, no? E qui ci sono anche piu abituati!".
A parte il fatto che a New York di neve ne e caduta davvero tanta (sesta tempesta dal 1870 ad oggi, un qualcosa di storico), per il resto non si puo fare a meno di dare ragione al futuro Sindaco di Siena: la Grande Mela e piena di una schifosa poltiglia che rende arduo il camminare. Si cammina bene o benone lungo il marciapiede, poi si arriva ad attraversare la strada, e bisogna posare i piedini sulla maledetta poltiglia. Piu che per il melting pot, New York sembra contraddistinguersi per... la melting poltiglia! Grande dimostrazione di efficienza, non l'ha data. Lo stesso Bloomberg - sul New York Times di ieri - lo ammetteva a chiare lettere, facendo una comunque apprezzabile conferenza stampa di autocritica (inesistente da parte della Giunta Cenni, o no?).
Ma il signor Franco non si ferma qui (ve l'avevo detto che l'aria dell'Hudson lo galvanizza!), e va oltre, ben oltre: "Io faro meglio di Cenni (ci vuole ben poco, Ndr), ed anche di Bloomberg, che ha dovuto chiedere scusa ai cittadini. Per la prima emergenza neve del mio mandato di Primo cittadino, infatti, ho gia mobilitato i valorosi trecento che, nei circoli del Pd, mi hanno votato facendomi diventare il Supercandidato del Superpartito: la Coop gli passa il materiale (compreso il giubbetto sponsorizzato dal Monte), e loro sono pronti a spalare la neve dai punti critici, coadiuvando la Protezione civile e gli altri. Ci saranno, inevitabilmente, delle gerarchie di intervento: Piazza Salimbeni e le filiali del Monte, i supermercati Coop, i circoli del Pd, il portone del Corriere di Siena e de La Nazione, la sede di Canale Tre, le terme l'Antica Querciolaia, verranno considerate le zone di primissimo intervento. Dopo, pero, si pensera anche agli altri. Con questa idea, sono pronto ad affrontare anche mezzo metro di neve come qui a New York!"
Tanto di cappello, davanti all'ideona ceccuzziana: in effetti, uno che esce di casa - magari con il freddo e con tutti i problemi che si ritrova -, per entrare in un circolo del Pd e votare Franco Ceccuzzi nel segreto dell'urna, vuol proprio dire che si tratta di uno pronto a tutto.
Sfruttiamola, questa gente, sfruttiamola! E non solo per la neve...


Raffaele Ascheri

mercoledì 29 dicembre 2010

L'eretico americano riprende i post...

 Un caro saluto da New York, come diceva, alzando la manina, Ruggero Orlando, nelle televisioni ancora in bianco e nero.
 In primo luogo, un'avvertenza tecnica: scrivendo da un computer americano, non ho a disposizione gli accenti: quindi voglio sottolineare che non sono improvvisamente diventato disgrafico appena varcato l'Atlantico (a qualcuno magari piacerebbe...).
In secondo luogo, ho smarrito - nel periglioso viaggio tra Roma, Montreal (meno 13 gradi in pieno giorno!) e il JFK di New York - il bagaglio pesante, in cui avevo un pochino di materiale ancora piu (eccoci!!) pesante. Non si freghino le mani, gli interessati: di tutto c'e (ridagli...) triplice copia, e poi spero che la valigia mi venga restituita, almeno al momento del ritorno. Diciamo che il casino nei cieli puo donare loro qualche giornata o settimana di sonno tranquillo in piu, pur loro non meritandolo affatto (se avesse una coscienza almeno decente, qualcuno si sarebbe attaccato una corda al collo da tempo...).  
Scritto questo, dalla sempre ben innevata ed impoltigliata Nuova York e il momento di iniziare a scrivere, per davvero!
Anche perche ho da poco ricevuto una letterina non da un Babbo Natale fuori tempo massimo, ma dal prossimo Sindaco di Siena Franco Ceccuzzi. Secondo me si tratta di uno scherzo, di una burla, di una celia (sono sinonimi, lo dico per lui), pero mi fa l'idea che la pubblichero tra un paio d'ore, perche chiunque l'abbia scritta, quantomeno dimostra di conoscerlo davvero bene...

mercoledì 22 dicembre 2010

Buone feste a (quasi) tutti...

 Nell'augurare buone feste ai tanti lettori del mio blog ad un mese esatto dalla sua nascita (ancora gli hackers della Casta non l'hanno oscurato!), informo che - per quanto nelle mie modeste possibilità - cercherò di rendere meno lieto il santissimo Natale di alcuni dei potenti senesi.
Visto il clima natalizio, non potrò esimermi dal fare venire un pochino di mal di stomaco al cittadino Antonio Buoncristiani, non si sa come (o meglio: lo si sa  sin troppo bene...) divenuto Arcivescovo di Siena. Ormai si sono perse financo le speranze che il Vaticano si degni di rimuoverlo, ma si proverà comunque a delineare un quadro d'insieme della moralità della Curia senese, senza tralasciare ovviamente monsignor Acampa, ma allargando lo sguardo su altri esponenti di grande moralità della Curia attuale (magari arrivati sotto Bonicelli).
 Vista poi la campagna elettorale, non si potrà non scrivere qualcosina sul prossimo Sindaco di Siena, il signor Franco: così impara a non farmi fare l'Assessore...dulcis in fundo, come potere trascurare Galaxopoly: non pare davvero il caso, visto che l'indagine si sta chiudendo di gran carriera, ed i potenti senesi tremano, anche se non lo danno a vedere.
Insomma, la melassa natalizia non ci è mai piaciuta: i programmi televisivi di informazione - con i loro conduttori iperpagati - vanno in ferie; noi - che questo lavoro lo facciamo gratis - invece si lavora anche in vacanza. Tempo di arrivare nella Grande Mela, e si riparte...
Raffaele Ascheri

martedì 21 dicembre 2010

Il Circo Barnum dei ceccuzziani si mostra in tutta la sua geometrica potenza...

 Non se ne poteva più, l'attesa era troppo febbrile: finalmente, dopo la nevicata del venerdì 17, l'incontro di Franco Ceccuzzi con il popolo senese c'è stato, lunedì 20. Franco era sobriamente elegante, bella giacca e bella cravatta. Io ero nelle retrovie, perchè c'era davvero tanta gente: purtroppo, l'ho potuto osservare solo dal maxischermo in fondo alla ampia sala dedicata alla memoria di Italo Calvino, a Palazzo Squarcialupi. Quello di Ceccuzzi è stato un discorso di alto livello, di spessore indiscutibile: voce chiara, decisa, forte. Come forti sono state le idee chiave: Cultura, sostenibilità, un grande passato da coniugare con un ancora più grande futuro. Un discorso trascinante, che non lasciava respiro: tutto cervello e cuore, passione e lucidità, a tratti obamiano............nooo, basta, scendo!!! Non ce la faccio proprio più: mi gioco la potenziale carica di Assessore alla Cultura, ma non ce la faccio, non posso, non mi riesce a magnificare il signor Franco e la sua bolsa autocelebrazione di una Siena, tra il perfetto e perfettibile, che solo lui vede.
Lui e quelli che c'erano, al Palasquarcialupi: il Circo Barnum dei ceccuzziani (in linea di massima, gli stessi che erano per Cenni, per Ceccherini...); in tempo di 15 minuti, mi sono passati accanto: Gabriello Mancini, il ragioniere più omaggiato d'Italia, facentesi largo tra due ali di folla: è un Vescovo mancato, sempre detto; Mauro Rosati, rimasto poi nelle retrovie, chiacchierando e messaggiando (tanto lui nel progetto culturalissimo di Ceccuzzi - e di Mussari GIuseppe - ci rientra di certo, tranquilli); poi davanti a me si è conficcato l'ormai ex Segretario della Cgil senese Claudio Vigni, che, quando va a difendere gli operai (sic), si mette vestito come in un corteo anni settanta con una sorta di eskimo residuale, quando invece va ad omaggiare i potenti - che gli riesce parecchio meglio - si mette il vestito bòno, ma che purtroppo gli evidenzia un collo simil gottoso che poco e male si addice alla giacca ed alla cravatta; alla mia sinistra, ecco Senio Sensi, il paladino della senesità dura e pura: quello che nel 2001 era Candidato per il centrodestra, ma poi è diventato lo Scilipoti di Siena (almeno il siciliano pare sappia fare l'agopuntura, questo che sa fare?), folgorato dal Cenni nel 2006, ed ovviamente dal Ceccuzzi nel 2011; sgattaiola, alla mia destra, Ferdinando Minucci (poteva mancare?), che è in grande, grandissima forma: sembra ringiovanito di vent'anni buoni, si è irrobustito in palestra, si vede che sta attraversando un momento pieno di letizia e di cose nuove; arriva anche il Presidente della Provincia Bezzini: vedendo - per quel che può - tutta quella gente davanti a lui, non se la sente di entrare in mezzo al buglione, e resta fra le retrovie: nessuno se ne accorgerà...non riesco a vedere se ci sia monsignor Acampa, grande sponsor ceccuzziano: o è nelle prime file, o non c'è, chissà: di certo, è presente con il cuore, e pregherà per il signor Franco;  a giro, infine, si vedono Sindaci ed amministratori del contado, venuti per sostenere il futuro Sindaco di Siena: si girano un poco spauriti, come in imbarazzo di fronte a cotanta bellezza di posto, forse incerti su chi fosse Italo Calvino o su che cosa ci possa essere in questo Palazzone così bello: mi verrebbe da rassicurarli, che anche il 90% dei senesoni presenti ne ha solo una vaghissima idea, altro che Siena 2.0! Praticamente, la grande maggioranza dei presenti sono - in senso etimologico - dei clientes del futuro Sindaco, tramite Mps, Fondazione, Provincia, sport et alia. Così è, se vi pare...

Ps Sto per volare - tempo permettendo - verso New York city: anche dalla Grande mela, conto di scrivere su Siena(mi porterò dietro un po' di materialino non natalizio...), ed anche sulla città che non dorme mai, ovviamente. Magari, facendo post misti Siena-New York, perchè no?
Male che vada, di certo non sarà peggio di quello che scrisse Franco Ceccuzzi dagli States un paio di anni fa, quando era andato a seguire la campagna di Obama ( io il viaggio lo pago di tasca, lui?); quel che c'è davvero di bello, è che rispetto a lui, chiunque si può sentire Manzoni...

Raffaele Ascheri

domenica 19 dicembre 2010

Per Siena, per le guide, per l'Arcivescovo e per l'efebo...

    Il 21 dicembre ci sarà una importante assemblea delle guide turistiche di Siena: quelle inefficienti ed inutili creature - anche un pochino ignorantelle, a dirla tutta - che vanno affiancate al più presto da baldi giovanotti formati all'uopo dalla Curia senese. Le guide sono molto...arrabbiate, ma altri dicono che tutto rimarrà come prima. Vedremo.
Frattanto, mi è capitato fra le mani un foglietto della associazione "culturale, apolitica ed apartitica" Per Siena, che invitava le guide a presenziare ad un incontro presso la sede dell'Associazione (Banchi di sopra, numero 72), fissato per il 2 dicembre scorso, alle 17. Nell'incontro, si poteva parlare dei vari problemi delle guide, in primis quello concernente l'abusivismo. Tutti dicono che dietro questa Associazione Per Siena, ci sia un noto banchiere per caso, e che questa Associazione si dichiari "apolitica ed apartitica", ma pinti - e parecchio - per il Candidato del Pd - e futuro Sindaco - Franco Ceccuzzi. Visto che le problematiche delle guida stanno così a cuore a quelli di Per Siena (sic), dopo le ultime vicissitudini, credo che le guide farebbero bene a sollecitare esplicitamente Per Siena a prendere posizione per le guide. O ora, o mai più!!
"Siena oggi è solamente una città di provincia...anche le guide turistiche cosa raccontano quando entrano in Duomo? Dicono: quell'opera è di quell'artista, quell'altra opera è di quell'altro artista, senza però spiegare il significato vero e profondo che c'è dietro al Duomo stesso...io credo ci sia un problema di cultura generale" (Vescovo Antonio Buoncristiani, 25 ottobre 2010: il corso era già partito, ma il Vescovo faceva finta di niente, l'ingenuo...).
  Per risolvere questo problema di ignoranza, di grave deficit culturale delle guide, si affida l'organizzazione di un corso alternativo (lautamente finanziato dalla Fondazione, con soldi della collettività, quindi ad altro sottratti) ad una persona che, di arte, pare sappia ben poco, a meno che non abbia fatto un'ingozzata negli ultimi mesetti: l'efebico don Andrea Bechi, grande amico di monsignor Acampa, fedelissimo del sopracitato Vescovo. Siamo così nella curiosa situazione per cui la Fondazione Mps finanzia la formazione di dieci guide "talebane", che inevitabilmente andranno a sottrarre lavoro a quelle preesistenti: curioso, no? Nel bando, poi, non c'è nessun riferimento concernente la conoscenza di lingue straniere: e se arriva un gruppo di  devotissimi pellegrini portoghesi, la guida talebanizzata che fa, li porta in Duomo e gli mima il senso autenticamente religioso delle opere, come bisognerebbe fare secondo i precetti di Buoncristiani? Come si fa a mimare lo Spirito Santo? Dulcis in fundo: visto che il Vescovo avoca a sè il tutto - tramite l'efebo di cui sopra -, allora devono valere le ferree regole del reclutamento dei docenti di Religione a scuola, assurdamente aventi l'obbligo del beneplacito vescovile, unica Nazione in Europa, per potere insegnare. Se uno è separato o divorziato, convive more uxorio (quello è permesso solo a certi preti della Curia), ha figli fuori dal matrimonio, nisba. Fuori dal corso! Punto e basta: bisogna essere talebani fino in fondo...
  Ps Colgo l'occasione per scusarmi con il cittadino Buoncristiani: nel precedente post, l'ho definito originario di Spello, invece che di Sellano (sempre in Umbria sono, peraltro). Mi sono confuso con il mio ultimo libro, Gli scheletri nell'armadio, in cui c'è un personaggio, laico, che abita proprio a Spello: di lì l'errore. Ma con un titolo così, era chiaro a tutti che il riferimento a Buoncristiani era del tutto fuori luogo, neanche proponibile...
Raffaele Ascheri

sabato 18 dicembre 2010

Piove? Governo ladro!! Nevica?

   La nevicata di ieri venerdì 17 dicembre ha fatto incazzare tutti coloro che non ce l'hanno fatta a rintanarsi in casa prima dell'evento, e a godersi lo spettacolo dei fiocchi cadenti dal calducccio della propria magione. Oggi in città, ovviamente, non si parlava d'altro: commenti inferociti, gente insultante gli amministratori, amenità varie.Tutto prevedibile.
Addirittura uno dei massimi corifei del Sistema Siena - il caporedattore de La Nazione Siena Tommaso Strambi - si è lasciato andare ad un mezzo editoriale velenosetto, inserendo maliziosamente, nel finale, addirittura Franco Ceccuzzi (oooh!): premio "Lecca lecca" della settimana, quindi, allo Strambi. Capace di indignarsi (giustamente) solo in questi casi sacrosanti, ma di solito con il freno a mano ben tirato, quando si parla delle magagne senesi. Attendiamo un editoriale (sic) altrettanto duro sulla questione morale a Siena, in cui si parli, per esempio, dell'avviso di garanzia a Mussari Giuseppe, sempre presente alle serate glamour-istituzionali dell'editrice della Nazione Marisa Monti Riffeser. Specie quando si svolgono nella tenuta di Bagnaia. Troppo facile darci sotto solo quando nevica...
Questa nevicata, in definitiva, è stata la degna conclusione dell'era cenniana: grandi progetti (peraltro falliti, tutti), massima incuria dell'esistente, a partire dalle piccole cose. Una città che progetta in grande, ma non taglia l'erba vicino alle sue Porte, se non quando sembra di essere nella giungla indocinese, per esempio. Con assenza di prevenzione: che si tratti dei cornicioni o dei terrazzi dei palazzi del centro, che si tratti del sale da fare spargere preventivamente, o di molto altro ancora. Tutto era iperannunciato, quindi non ci sono scusanti: così come per tante altre cose, peraltro.
"Peccato sia venuta il 17 dicembre, se veniva dopo, la gente se ne ricordava meglio, in cabina elettorale", mi dice una signora, evidentemente molto critica con la Giunta. Istintivamente, mi viene da darle ragione: poi ci ragiono meglio, e mi convinco che non è detto.
Prendiamo Poggibonsi: franò il tetto della Piscina comunale il 17 marzo (Comune egemonizzata dal Pd, ovviamente), e il Sindaco Lucia Coccheri (Partito democratico) dopo tre mesi circa fu eletta trionfalmente (e senza avere fatto neanche le primarie!). A Poggibonsi, si sfiorò letteralmente la strage, altro che neve: ed il tutto era stato inaugurato in pompa magna pochi mesi prima (il Comune ebbe buon gioco nello scaricare tutta la responsabilità verso la ditta appaltatrice).
Insomma, l'incazzatura del trauma neve, dura poco. Poco più della neve stessa, in terra di Siena...
Raffaele Ascheri

venerdì 17 dicembre 2010

I miei regali di Natale alla Casta di Siena...

   Il clima natalizio è ormai imperante, e la neve di oggi lo aiuta ulteriormente (chi si è trovato in macchina, magari si è lasciato andare meno al candore festivo...).
 Siamo quindi al momento degli auguri e, soprattutto, dei regali ai componenti della Casta di Siena, o almeno ad alcuni di loro (mi dispiace per i non menzionati, davvero).
Mussari Giuseppe: un bel prodottino per sbiancare i capelli (invidiabilissimi quanto a numero, peraltro); visto che pensieri e problemi in questo anno ne ha avuti parecchi - perquisizioni, intercettazioni, sequestro documenti, financo avviso di garanzia -, forse è il caso di intervenire. A meno che non si giochi la carta Richard Gere... 
Franco Ceccuzzi: quale regalo migliore, in vista della defatigante campagna elettorale, di una carta toponomastica di Siena, la città di cui si prepara a diventare Sindaco, a furor di popolo? Dove si trova il Vicolo del Vannello? Via dei Fusari? E Via Don Giovanni Minzoni (ma soprattutto: chi era costui?).
Maurizio Cenni: per l'ultimo Natale da Sindaco, potrebbe darsi alla lettura (almeno, lui è laureato, a differenza del prossimo Sindaco). Consiglierei una interessante monografia (o di Marco Falorni, o quella di Giuliano Catoni) su Fabio Bargagli Petrucci, Podestà di Siena sotto il fascismo. Sarebbe stato meglio se l'avesse letta prima, ma insomma...
Simone Bezzini, Presidente della Provincia (va specificato, perchè altrimenti non lo conosce nessuno): un registratorino, anche di vecchia generazione. Provi ad ascoltarsi per una mezz'oretta, e conti quanti sono gli "insomma" ed i "diciamo" che la sua monocorde parlantina da travet della politica propina agli astanti: non siamo riusciti a tagliare le Province, tagliamo almeno le parole in eccesso dei Presidenti...
Antonio Buoncristiani: visto che polemizza con l'ignoranza delle guide (ci torneremo a breve, Eccellenza), consigliamo l'acquisto di un personal trainer culturale (quello "fisico", avrebbe partita persa in partenza, visti i pranzi, le cene ed i rinfreschi natalizi...) per insegnarLe qualcosa sulla storia di Siena. Almeno sui Santi, almeno su Caterina: dagli sfondoni detti pubblicamente perfino su di lei, pare ce ne sia un grande bisogno...
Gabriello Mancini: a lui, auguriamo - come cadeau natalizio - di incontrare l'anima gemella.Meglio tardi che mai, no?
Giuseppe Acampa: difficile a dirsi, visto che è come quei bambini che hanno già tutto, a cui non manca niente. Al limite al limite, un'agendina (meglio se ignifuga) con tutti i numeri telefonici di pronto intervento: quello dei Vigili del fuoco, scritto a carattere cubitali ed anche in braille, visti i noti precedenti...

mercoledì 15 dicembre 2010

W Franco Ceccuzzi (con un pensierino all'assessorato...)!!

 Grande fermento nel mondo della politica senese. Ieri, la candidatura sparigliatrice di Loretana Battistini per la Lega Nord senese, venerdì, alle 18, la presentazione in pompa magna del prossimo Sindaco di Siena, il signor Franco (Ceccuzzi).
Il Sindaco che la Siena di oggi si merita: sarà il Sindaco di tutti coloro che sperano di mantenere lo status quo raggiunto negli ultimi anni, sarà il Sindaco perfetto per chi non si scandalizza della censura di stampo bielorusso (peggio di quella russa) presente in città, sarà il Sindaco perfetto per chi si riconosce nell'uomo senza qualità che diventa importante (se capita a lui, può accadere a tutti), sarà il Sindaco perfetto per coloro che, di fronte ad una questione morale come non c'è mai stata in città dal dopoguerra, alzano le spalline e minimizzano ("tanto al Mussari non gli fanno niente, Acampa alla fine l'assolvono), sarà il Sindaco perfetto per garantire la continuità dell'arroganza della Curia senese (sotto processo, ma non si dice niente), sarà il Sindaco perfetto per non disturbare il manovratore della Banca Mps che tanto bene ha fatto alla città, sarà il Sindaco perfetto per garantire che la Triade Palio-Siena-Mens sana utilizzata come panem et circenses continui a funzionare da oppio per il popolo senese (altro che quella svergognata della Battistini, amica della Brambilla, che osa essere antiPalio...).
Alla presentazione, ci sarà tutta la Siena vincente, unita si sa perfettamente da cosa: dal senso del bene comune. Miracolati di ogni genere, resuscitati dagli inferi della prima Repubblica, voltagabbana imperituri, clientes di ogni risma, gente che si considera giornalista: venerdì, tutti a Palazzo Squarcialupi, alle 18,00. Dopo, c'è anche l'happy hour (Acampa non può mancare)!
Sapete cosa faccio, quasi quasi: smetto di scrivergli contro, gli chiedo di ritirare la causa che mi ha fatto (insieme a Mussari, per risparmiare l'avvocato), e divento - folgorato sulla via di Damasco - un ceccuzziano di ferro. Se i dipietristi votano pro Berlusconi, posso farlo, no? Poi apro un conticino al Monte, e faccio l'abbonamento alla Mens sana, vicino ai Vip che si sbracciano.Prendo la tessera della Coop, e inizio a frequentare l'antica Querciolaia a Rapolano (c'è andato anche Garibaldi!).
L'Assessore alla Cultura, però, me lo deve far fare in tutti i modi: quella sì che sarebbe una mossa sparigliatrice, altro che Loretana la biondona ...
Raffaele Ascheri

martedì 14 dicembre 2010

Loretana Sindaco? Una candidatura sparigliatrice...

 Questo scorcio prenatalizio ha portato la candidatura a Sindaco di Loretana Battistini per la Lega Nord senese. La candidatura della bionda va seguita con la dovuta attenzione, perchè è una tipica candidatura sparigliatrice: la Battistini viene da Forza Italia, ma è un'anti Verdini, il che non può che esserle ascritto come titolo di grande vanto, in questa città, e non solo (è come essere contro l'Arcivescovo o Acampa: si lavora per la Storia...); è una che potrebbe - voglio usare prudenzialmente il condizionale - parlare finalmente della terrificante questione morale senese, cosa che nè il candidato del centrodestra berlusconiano (forse neanche finiano) potrebbe fare, per non parlare del signor Franco (Ceccuzzi); è una donna, e sarà di certo l'unica presenza muliebre in campo nella sfida di primavera: visto che non c'è mai stata una donna Sindaco, bella sfida, no?
L'aspettiamo, dunque, al varco della lunga campagna elettorale: una campagna che si annuncia frastagliata come non mai...se saprà muoversi bene, se saprà impossessarsi monopolisticamente del tema della questione morale, nessun traguardo le è precluso. E sarebbe un bel test per la città tutta, giacchè l'impressione è che a molti continui a piacere un sacco essere amministrati dai Cenni e, ora, dai Ceccuzzi: la deriva morale, i 50 avvisi di garanzia (da Mussari Giuseppe in giù), non sembrano scalfire l'apparato clientelare, già beneficiato o beneficiando. Alla Battistini diranno che è una transfuga, rinfacceranno l'amicizia con la Brambilla, ed altro ancora.  Al popolo di centrodestra - cui non appartengo di certo - dico una cosa sola: meglio votare una berlusconiana sincera e convinta che si smarca da un centrodestra tragicamente "apparentato" con il Pd, piuttosto che un criptoberlusconiano che fa finta di essere di sinistra come il signor Franco, no?

domenica 12 dicembre 2010

Premio Frajese:Ferruccio De Bortoli attacca la stampa senese (!?)

 Era già scontato, lo ammetto: questa settimana, il Premio Lecca lecca concerne il Premio Frajese, il cadeau che la Casta di Siena perpetua per stringere (o rinsaldare) amicizia con i pezzi grossi dell'informazione nazionale, e, soprattutto, per tenerseli buoni in previsione di prossime tempeste (oltre a quelle che già ci sono, ben presenti...).
In particolare, il Lecca lecca della settimana se lo aggiudica nettamente il giovane Gennaro Groppa, il quale - a pagina 3 del Corriere di Siena di oggi - commenta l'intervento ed intervista Ferruccio De Bortoli, premiato in qualità di Direttore del Corriere della sera nonchè ex del Sole 24 ore (preda ghiottissima, dunque, per i marpioni della Casta, Mussari Giuseppe in primis).
Nel suo intervento - misurato, pacato, ma incisivo, come nel suo stile -, De Bortoli ha parlato di tante cose attinenti al giornalismo; fra le altre, ha salutato con favore il ritorno al giornalismo d'inchiesta; ha rimarcato la necessità di garantire, davvero, nei fatti, la libertà dei giornalisti; ha fatto capire che le notizie bisogna darle, tutte, senza guardare in faccia nessuno (neanche il Monte? Ora, non esageriamo...); ha infine ripreso il famoso aforisma su come non deve essere il giornalista: uno che passa metà del suo tempo a scrivere di cose che non sa, e l'altra metà a non scrivere le cose di cui è a conoscenza.Ovviamente, intendendo che così non va proprio bene, anzi. In pratica, un J'accuse implacabile nei confronti della stampa senese (verosimilmente, senza neanche averne piena consapevolezza, non essendo il Corrsiena la sua lettura preferita, si immagina...).
Di tutte queste considerazioni debortoliane, non c'è traccia alcuna nell'articolo-intervista del giovane Groppa. Facciamo gli ingenui, e domandiamogli: perchè mai? Perchè selezionare così sfacciatamente gli argomenti trattati dal Direttore? Al giovane (ma certo non coraggioso) Groppa, guarda caso, sono sfuggite selettivamente proprio tutte le cosine imbarazzanti per la Casta, quelle che un Mussari non ama sentire dire a casa sua. Quando si dice il Caso, il Destino cinico e baro...

Ps Come d'abitudine, al Premio Frajese ha preso la parola anche l'onorevole del Pdl Rocco Girlanda da Gubbio, in quanto rappresentante della ditta Barbetti, editrice del Corriere di Siena. Nè il povero Groppa, nè altri, hanno ricordato un paio di elementi importanti: la sua appartenenza politica, appunto al fronte berlusconiano (ma non siamo in terra del Pd, ma non si fanno le manifestazioni contro Silvione, tipo ieri a Roma?); tantomeno, le imbarazzantissime intercettazioni - proprio legate alla sua attività in Barbetti, tra l'altro - con il suo grande amico e sodale politico Denis Verdini. Anche in questo caso, quando si dice il Caso...
Raffaele Ascheri

L'Arcivescovo detta legge anche sulle guide: e loro?

 
Parafrasando Cecco, se fossi...una guida, arderei (omissis). Mi risulta che alcune di loro siano decisamente sull'incazzato, ma non credo basti: se non fanno qualcosa adesso, rischiano concretamente di farsi sfilare parte del lavoro di mano. La loro professionalità, l'hanno già vista oltraggiata. E per mano di chi? Ma di Sua Eccellenza l'Arcivescovo (cioè del cittadino Antonio Buoncristiani da Spello, garante della Banda della Curiana).Non contento di avere fatto così tanto Bene alla città che l'ha adottato (ma che non lo sopporta), l'ultima trovata del pastore è stata questa: creare delle neoguide turistico-spirituali per la "valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici". Vale a dire, in soldoni: una truppa di giovani - formati ad hoc - che faranno le "guide cultural-religiose" ai pellegrini in visita a Siena. Una talebanizzazione della professione, ottima e coerente nel wahabismo sunnita dell'Arabia Saudita e nell'integralismo sciita iraniano o della maggioranza irachena (ma il cittadino Buoncristiani, la sa la differenza fra sciiti e sunniti in seno all'Islam? Secondo me, no...). Un'offesa alla professionalità delle guide locali, ritenute evidentemente indegne, non in grado di offrire ai turisti un'informazione completa, tale da tenere ovviamente conto del valore complessivo dell'opera d'arte (senza ovviamente prescindere da quello prettamente religioso, ci mancherebbe altro). Il prossimo passo - mi suggerisce preoccupata una di loro - potrebbe essere di affidare gli ingressi in Duomo (a pagamento da quando è arrivato Buoncristiani a Siena!) alle sole "guide talebane": niente di più facile, quasi scontato, direi. Guardando poi il bando, si capiscono molte cosine: in primo luogo, che l'intemerata del Vescovo di ottobre sull'ignoranza dei senesi e delle guide turistiche, non era frutto del caso, ma rispondeva ad un disegno ben preciso e preordinato, quello cioè di legittimare lo scempio attuale. In modo furbesco, tra l'altro: l'uscita del cittadino Buoncristiani è di ottobre, ma - bando alla mano - il colloquio orientativo per i futuri talebani era fissato per il 13 settembre! Il corso è iniziato, bando alla mano, ad ottobre, guarda caso. Altra cosa: queste "borse di studio per corso di formazione nel settore della valorizzazione dei beni culturali ecclesiastici, per il sostegno al reddito di giovani in cerca di prima occupazione neo-laureati in ambito storico, storico-artistico e in gestione o conservazione dei beni culturali", indovinate da chi sono state finanziate? Ma da Gabriellone Mancini, il ragioniere di San Gimignano che è solito genuflettersi all'alto clero: un vandeano valdelsano divenuto Presidente della Fondazione Mps. Chicchina finale, imperdibile: da bando, si evince che a gestire ed organizzare il tutto, sarà don Andrea Bechi, l'efebico grande amico di monsignor Acampa. Detto questo, ogni commento risulta financo stucchevole...
 Da parte mia, solo un suggerimento conclusivo: alle future guide talebane della Militia Buoncristianensis, vorrei sommessamente suggerire un itinerario, che in effetti le guide ignoranti e blasfeme di Siena non mi risulta valorizzino in pieno. Il tratto è quello dalla Chiesa di Santa Lucia (appuntamento a domani, c'è Acampa che benedice gli occhi!) agli uffici della Curia: quello, cioè, che don Acampa percorse il 2 aprile 2006, la mattinata dell'incendio, dopo avere detto Messa. Stava andando a dare da mangiare ai pesciolini nell'acquario. Entrò, ed un incendino ad una risma di carta, appiccato da ignoti verso le tre di notte, improvvisamente si riaccese. Il ritorno di fiamma, insomma. Dopo un quarto d'ora di totale smemoratezza, Acampa riuscì a ricordarsi il numero dei pompieri, e li chiamò, con la reattività di un bradipo. Sembra una favoletta, ma è la tesi difensiva del trio Acampa (imputato) Mussari-De Martino (avvocatoni di Acampa). A raccontarla ai pellegrini, si farebbe loro un piacere: oltre a vedere posti meravigliosi, a Siena, ed a mangiare e bere da signori, si potrebbero fare anche delle grasse risate. Che tour indimenticabile, con le guide talebane della Militia Buoncristianensis...
Raffaele Ascheri 

sabato 11 dicembre 2010

Galaxopoly: entra in scena Gabriello Mancini...

  Nell'inquietante scenario politico-giudiziario delineatosi con Galaxopoly, nel torbido affaire Galaxy sotto la lente della Procura di Siena, c'è spazio - vivaddio! - anche per qualche curiosa e divertente nota di colore: per esempio, quella concernente il regalone di Natale 2009 che Gabriello Mancini - Presidente della Fondazione Mps - fece avere a Luisa Torchia; avvocato di grido, docente di Diritto amministrativo a Roma Tre, esperta di arbitrati et similia.Soprattutto, grande (ed iperpagata) consulente di Mps (Fondazione e Banca, per non sbagliarsi) sulle questioni più varie (figuriamoci se padellava Ampugnano...), nonchè grande amica della famiglia Mussari (vedasi Le mani sulla città, pagina 128).Proprio per la questione di Galaxy, la Torchia ha ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Siena. Ne riparleremo, ovviamente.
Qui e adesso, però, vogliamo restare al dato di costume, sebbene assolutamente non fine a se stesso, ma funzionale a fare capire il reticolo di relazioni esistente fra i vari personaggi dell'inchiesta. In fin dei conti, non si dice che quello italiano è un tipico esempio di capitalismo di relazione?
Il ragioniere di San Gimignano non è stato neanche avvisato dalla Procura: lui è attaccatissimo alla sua poltrona, ma è una poltrona poco più che onorifica, nella concretezza della quotidianità. La vicenda Galaxy, infatti, l'ha gestita, per la Fondazione Mps, Marco Parlangeli (Provveditore della Fondazione, di stretta osservanza mussariana), non a caso avvisato dalla Procura: Gabriellone, invece, non è stato capace neanche di farsi indagare. Chissà se ne sia contento, o se, in cuor suo, un pochino non gli dispiaccia di essere stato ignorato totalmente dagli inquirenti. Tanto, si mormora da più parti che il suo futuro, non troppo lontano, sia in Senato, quindi un avvisetto di garanzia gli avrebbe fatto quasi comodo, in fin dei conti: sarebbe stato un modo per trovare nuovi amici, per sentirsi prima e meglio a suo agio...
Veniamo al cadeau natalizio della Fondazione all'avvocato Torchia, dunque. Il 16 dicembre 2009, la Torchia riceve un Sms dal marito, che la informa che è arrivato a casa un regalo dalla Fondazione Mps. Lei, allora, lo chiama, intimando al consorte di aprire il pacco: 6 bottiglie di Brunello di Montalcino dell'annata (ottima) 2003; c'è anche un biglietto, firmato da Gabriellone, ma il marito non interpreta la grafia del ragioniere valdelsano (che comunque le elementari le ha fatte di certo: di questo siamo certi). Il giorno dopo, doverosamente la Torchia chiama Gabriellone per ringraziare del Brunello: fa il suo, come si dice.
La cosa un po' imbarazzante, francamente, è come Gabriellone si pone con la luminare del Diritto: va bene essere deferenti con chi ha studiato e chi sa di Legge, ma a tutto c'è un limite. Non è mica un Cardinale, poi...Mancini è passivo, pare non sappia bene cosa dire, sfodera un florilegio di ripetizioni di fronte ai doverosi ringraziamenti torchiani ( lei parla, lui risponde con"bene bene", "prego prego", "senz'altro senz'altro").
Sembra quasi un ragioniere di paese rivestito da Presidente della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Sembra...
Raffaele Ascheri

giovedì 9 dicembre 2010

Il Pd senese? In riga davanti a Silvione...

  Si fa un gran parlare del Renzi che è andato ad Arcore dal Silvione nazionale: giustamente, direi. Il gesto è piuttosto in linea con l'antiberlusconismo moderato e non giustizialista del personaggio, ed ha una (a mio parere parziale) giustificazione nel ruolo istituzionale da lui interpretato. Bersani (e giù per li rami) ha polemizzato, dato che ora è momento di antiberlusconismo di facciata (si veda Wikileaks, per sapere quanta paura abbia Silvione del Mago Galbusera della politica italiana...).
  Siena ed il Pd senese, ancora una volta, sono stati comunque i più servili di tutti, nel lusingare Berlusconi: Renzi può dire di avere fatto una visita istituzionale per sbloccare fondi per la città che amministra, di essere andato da amministratore a parlare al Premier in veste di Capo dell'esecutivo (e per questo ha fatto malissimo ad andare ad Arcore); il Pd senese - nello scorso aprile - ha fatto molto di peggio.

L'8 aprile 2010, si dà il caso che Berlusconi (con la figlia Marina ed il fido avvocato Niccolò Ghedini) sia planato sul territorio senese, per andare a trattare l'acquisto di una tenuta (la Selva, circa 1200 ettari!); era evidente anche ad un cerebroleso che si trattava di una visita del tutto personale e privata, non nei panni del Premier (non a caso, con tanto di figlia al seguito). Ebbene, il Sindaco di Monteroni d'Arbia Armini, quello di Sovicille Masi e, soprattutto, quello della Provincia Simone Bezzini, erano davanti all'elicottero, pronti al reverente e servile omaggio al Berlusca. Con tanto di fascia tricolore!! "Cortesia istituzionale", ebbero la sfacciataggine di dire. I rapporti fra il Pd locale ed il Pdl sono cosa ormai ben consolidata (vedasi il ruolo di Verdini ed il caso Ampugnano); certo che il servilismo fa sempre specie, specie se ci si mette il tricolore. Forse non avevano capito che Silvione era venuto per ragioni del tutto private, e nessuno glielo aveva suggerito (quelli un pochino più svegli - tipo Mussari Giuseppe - gli potevano telefonare, no?).
"Siete del Pd, però siete simpatici...", ebbe a dire Berlusconi ai compagni Armini, Masi e Bezzini. Forse gli facevano sincera tenerezza, per non dire altro. Con un'opposizione così, lui può stare tranquillo.
E se Silvio, invece di portarsi dietro Marina, fosse sceso dall'elicottero con un tris di mignottone, di cui una magari minorenne e nipote di Mubarak? I tre compagni - come si fa a Miss Italia - le fasce tricolori se le sarebbero tolte, e le avrebbero fatte indossare alle signorine?
Raffaele Ascheri

martedì 7 dicembre 2010

Una intercettazione illuminante...

 Come promesso ai lettori del mio blog, per santificare degnamente la Festa dell'Immacolata, ecco un'intercettazione datata, ma assolutamente inedita, ritrovata andando a spulciare fra le carte dell'inchiesta che ha portato sotto inchiesta monsignor Giuseppe Acampa (prossima udienza, il 4 marzo).
Un'intercettazione illuminante sulla Siena di oggi, sulla Curia di oggi, viste dall'interno.Siamo alle 13,23 del 14 ottobre 2006: l'inchiesta sta prendendo la strada che Acampa non si sarebbe mai aspettato. Il prete parla al telefono con Mario Marzucchi, Provveditore della Misericordia, uomo di fiduia del Vescovo, nonchè candidato alle amministrative di pochi mesi prima, a fianco di Maurizio Cenni. Oggi Marzucchi - pensionato Mps - presiede Mps Tenimenti: praticamente i vini montepaschini sono "amministrati" da lui.
La telefonata è interessante soprattutto per un passaggio, quello concernente ciò che il Vescovo ha detto a Marzucchi in un colloquio privato: anche perchè quella sarà la linea che Acampa seguirà pur di additare qualcuno come colpevole, dopo avere tentato, invano, con il professor Franco Nardi.
Marzucchi: "Martedì mattina c'ho da andà dal Marini ( Nicola Marini è il Pm che conduce le indagini, Ndr)".
Acampa: "Ah, ma ancora stanno guardando quella cosa?".  
M.:"Cazzo!...mi è arrivato uno della Polizia... m'ha...m'ha lasciato un foglio...escusso come teste informato sui fatti".
A.:"Ma so..pazzi ma che questo è impazzito".
M."Qui la cosa sta diventando grossa...ma non sarà mica tutta una cordellina di questi tre preti come mi diceva l'Arcivescovo?".
A.:Cosa? Scusa, dimmi dimmi!"
M. "Non sarà mica una cordellina di questi tre preti...politica...io non lo so...".
La conversazione - tra un "cazzo" ed un paio "mi sono rotto i coglioni" del misericordioso Marzucchi - continua, ma senza più toccare le vette appena riportate.
A ben vedere, dunque, è stato proprio il Vescovo, per primo, ad indicare la pista "interna" dei preti felloni, quali autori dell'incendio del 2 aprile 2006. In privato, questo diceva il pastore di anime. In pubblico, invece, ed anche in Tribunale, lui ha sempre detto di non avere alcuna minima idea di chi potesse essere stato. O è bugiardo con i suoi accoliti come il Marzucchi, o è bugiardo in pubblico (ed in Tribunale). Tertium non datur.
Ovviamente, nessun prete è stato mai indagato per l'incendio, a parte Acampa.Solo un cretino avrebbe potuto pensare ad un altro sacerdote appiccante il fuoco, quella domenica mattina. Per il Vescovo, però, la realtà è un'altra, come dimostrato nel più volte citato intervento seguente alla richiesta di rinvio a giudizio del suo pupillo Acampa (La Casta di Siena) : per la raffinata mente complottistica di Buoncristiani, i deficienti sono gli inquirenti, che hanno osato pensare ad un monsignore come Acampa colpevole....

Raffaele Ascheri

domenica 5 dicembre 2010

Lecca lecca della domenica a Canale Tre e Ceccuzzi...

 Dopo l'esordio di domenica scorsa, visto il successo riscontrato dalla rubrica, assegniamo ancora il "Lecca lecca" informativo della settimana. Come anticipato, non ci limiteremo solo alla carta stampata, ma terremo d'occhio anche la Tv (per la radio, sarà più difficile, ma non si sa mai...).
 Il premio, questa settimana, se l'è aggiudicato - con pienissimo merito - Canale Tre Toscana: con l'unica redazione giornalistica che fa rimpiangere pesantemente il Tg1 di Augusto Minzolini, palestra di pluralismo praticato, rispetto a Canale Tre. Storia nota, ormai.
Andiamo al momento di grande giornalismo, articolato in due fasi, come vedremo.
Telegiornale di lunedì 29 novembre 2010, ora di pranzo (inutile dire l'ora precisa, perchè questo spazio informativo è l'unico in Europa che viene replicato in serie da subito, per cui il concetto di diretta si dilata).
La conduttrice Viola Carignani - che saluto in nome della passata condivisione universitaria - lancia un servizio sugli studenti in protesta, ma parte quello sul prossimo Sindaco Franco Ceccuzzi, trionfatore delle primarie del Pd in salsa nordcoreana (su cui si tornerà in altro post ed in altro momento). Inconveniente tecnico, niente di più. Viola non c'entra alcunchè.
L'unico problema, però, è che quando si torna in "diretta", la simpatica Viola commette un lapsus di quelli che fanno capire tanto. Scusandosi, ammette che, invece di quello sugli studenti, "è partito il servizio di Franco Ceccuzzi". Non "su", "relativo a", o quant'altro. No: "di"! Quanto Sistema Siena c'è dietro questo cambio di preposizione in corso d'opera...
 Ma la cosa ben più grave - innocente la conduttrice -, è un'altra. Durante il servizietto adulante Ceccuzzi (il primo di una lunga serie che ci porterà alle elezioni di primavera), accade una vera e propria furbata: si mostrano immagini di vere elezioni, mentre si parla delle Primarie dei circoli del Pd (con Ceccuzzi votato da poco più di 300 persone, pensate un po' la megapartecipazione...); ad un certo punto, appare una scrittina con scritto "Immagini di repertorio", quasi a volersi scusare.
Qui, non si scappa: o Canale Tre non aveva voglia di sguinzagliare uno dei suoi segugi d'inchiesta e di mandarlo in uno dei tanti circoli del Pd, oppure la malizia ha ragione d'essere. Una gran figura, non ce l'ha fatta, il network senese.
Proponiamo dunque una punizione esemplare: 3 giorni senza pubblicità del Monte dei Paschi, della Coop e dell'Antica Querciolaia. Così, si rischia il monocolo...

Raffaele Ascheri

venerdì 3 dicembre 2010

L'Arcivescovo ed i malati: le amnesie di Buoncristiani...

Per Sant'Ansano, il nostro benemerito Arcivescovo ha parlato a lungo - nell'omelia - del Dolore, della Morte, delle spesso precarie condizioni di assistenza dei malati in ospedale, anziani o meno. Parole che non si possono che condividere, ovviamente: come dire che, prima di andare a letto, bisogna lavarsi i denti, magari usare anche il filo interdentale. Se, però, ve lo dicesse un semisdentato, con le gengive purulente e le corone ingiallate come un campo di grano prima della mietitura? Che vi verrebbe da pensare, forse da dire?
Il 1 dicembre, quindi, è andato in scena il Buoncristiani caritatevole: chiunque, però, conosca una parte della sua vita, sa che definire Buoncristiani "caritatevole" è un ossimoro vero e proprio, un accostamento di termini fra loro antitetici. Non è forse lo stesso signore che - come documentai ne Le mani sulla città, pagg.146 e 147, ovviamente mai smentito da alcuno - che non ebbe alcuno scrupolo ad umiliare, davanti ad altri sacerdoti, don Mino Marchetti, il 29 giugno 2007, in occasione dell'inaugurazione di una delle Chiese più brutte della Provincia, quella di Ponte a Bozzone. "A dire alla Polizia ciò che hai detto, hai offeso la Chiesa di Siena, quindi me".  Alla Polizia, l'anziano prelato aveva riferito quello che tutti i sacerdoti senesi (e non solo) sanno, cioè che monsignor Acampa è omosessuale.Gli aveva toccato il pupillo, povero Arcivescovo: don Mino andava umiliato, per questo. Doveva pagare. Nessuna pietà per il vecchio in questione, che un anno dopo morì: tutti coloro che gli hanno vissuto accanto negli ultimi mesi, lo ricordano - e sono pronti a testimoniarlo - come una persona schiantata dal dolore di avvicinarsi alla morte senza il conforto del "suo" Vescovo.
Vogliamo parlare dei vivi? Volentieri. Don Furiesi è un plurinovantenne che non rinuncia a continuare a fare il sacerdote: passeggiate, preghiere, Messe. La persona più mite che uno possa conoscere. Un neo, però, ce l'ha, per il Vescovo e per la Banda della Curiana: ha visto entrare don Acampa la mattina verso le otto in Curia, quel 2 aprile del 2006, giorno dell'incendio famoso. Acampa, mai l'aveva detto ad alcuno (degli inquirenti: agli amichetti, si pensa di sì). Dal momento in cui ha osato dire questo, per l'anziano sacerdote terra bruciata intorno: per il Vescovo e per la Banda della Curiana, don Furiesi è un dead man walking, un morto che cammina. Grande impegno per dimostrare che sarebbe cieco, o gravemente ipovedente; magari, anche direttamente demente, così si fa conto pari... don Andrea Bechi - amico del cuore di Acampa - pare non lo saluti neanche più, pur essendone vicino di casa: bel rispetto, per uno che faceva il prete da quarant'anni, quando l'efebico prete biondo veniva al mondo. Quando don Furiesi morirà, gli faranno un funeralino, il Vescovo biascicherà un paio di preghierine, e poi via, tutti a bisbocciare...
Questo è il concreto rispetto dell'Arcivescovo verso i suoi preti: figuriamoci verso i fedeli. Certo, se poi uno è un pezzo grosso del Monte, una bella visitina gliela si fa di certo. Con tutti i crismi...
 
Ps In settimana prossima, questo blog pubblicherà una intercettazione - inedita - dell'ottobre 2006, in cui si capirà molto, molto bene l'autentico senso solidaristico di Sua Eccellenza Antonio Buoncristiani. In linea con il Vangelo. Quello secondo lui...
Raffaele Ascheri

mercoledì 1 dicembre 2010

Noi credevamo...oggi, neanche sappiamo!

Dopo tanto parlare delle malefatte del Sistema Siena - ed in ansiosa attesa di tornare quanto prima sull'argomento -, questo post è invece imperniato su una riflessione concernente l'ultimo film di Mario Martone, Noi credevamo.Film complessivamente bellissimo, con una ricostruzione storica e scenografica degna del migliore  Luchino Visconti di Senso o del Gattopardo, o, per la prolungata parte carceraria, dei Taviani di San Michele aveva un gallo. Un film lungo 2 ore e 45 minuti (originariamente era di due ore e venti, ci fanno sapere le cronache, poi esigenze di produzione l'hanno "sintetizzato", credo opportunamente); un'opera volutamente antitelevisiva ed antiholywoodiana, con un cinema fatto di attese, di inquadrature spesso prolungate, di primi piani intensi e dilatati: più Ermanno Olmi che De Palma, quindi, pur non mancando a Martone qualche assolo virtuosistico, qua e là.
Ma veniamo al discorso prettamente storico: tratto dall'omonimo romanzo di Anna Banti, il film porta sulla scena episodi poco o punto conosciuti del Risorgimento italiano, in uno "grande affresco antiretorico che gronda sangue, tradimenti ed orrori", come ha efficacemente sottolineato Franco Montini. Uno sguardo di certo antiretorico, come nella scelta dei personaggi maggiori: della sacra quaterna Mazzini-Garibaldi-Cavour-Vittorio Emanuele II, solo il primo è mostrato, e non in una parte principale (magistrale l'interpretazione di Toni Servillo: ma non è una novità...); gli altri tre semplicemente non si vedono, sono solo evocati (soprattutto Garibaldi). Già questa, evidentemente, è una scelta non di poco conto.
Altro merito del film, l'avere riportato al centro dell'attenzione episodi importanti, ma spesso negletti dalla manualistica, anche universitaria: l'attentato di Felice Orsini a Napoleone III, Rattazzi che manda l'esercito sabaudo ad attaccare i garibaldini sull'Aspromonte solo due anni dopo che l'Eroe dei due mondi aveva consegnato l'Italia, prima borbonica, a Vittorio Emanuele II, per non parlare dei moti mazziniani falliti (quelli in Savoia prima, in Cilento con Pisacane dopo).
L'intento del regista non è troppo pedagogico, ma il nostro, inevitabilmente, sì: e qui - come si dice - casca l'asino...un film come questo, in questo 2010, ha l'amaro pregio anche di fare emergere un'altra cosa, su cui sarebbe bene riflettere: quanti sono i ragazzi, oppure i trentenni, per tacere dei quarantenni (!) di oggi, che sappiano parlare in modo vagamente esaustivo degli eventi sopracitati? Quanti sono quelli che ne conoscono la dinamica, o le date? Felice Orsini, chi era costui?
L'approccio iperetorico e scopertamente agiografico che per decenni ha permeato la scuola italiana sul Risorgimento era da rifuggire come la peste, proprio perchè non riusciva a rendere la complessità degli eventi (come fa invece lodevolmente il film); oggi, però, dobbiamo concludere che, nell'Italia di oggi, l'iperretorica è stata sconfitta quasi del tutto: a scapito della conoscenza dei rudimenti dell'argomento, tristemente...
Raffaele Ascheri