Fra i mille rivoli del Processo Acampa, ce n'è uno che va sviscerato in modo particolare: quello concernente il tecnico informatico della Curia Gianpaolo Gallù.
Di lui, l'eretico ha scritto più volte (a partire da Le mani sulla città, libro nel quale lo presentai al grande pubblico). Come spesso accade all'eretico, con doti di antiveggenza: se lo sentiva, l'eretico, che lui sarebbe diventato un protagonista della scena. Quanto a quello che ho già scritto nel mio libro, giova solo ricordare a chi non lo sapesse una elementare verità, che un pochino dovrebbe fare riflettere: il giovane e sempre elegante pugliese, infatti, subito dopo l'incendio del 2 aprile 2006, salpò per una ottima carriera all'interno della Curia stessa. L'incendio, per lui, si rivelò un trampolino lavorativo e sociale non da poco...
La novità - proclamata in aula ieri - è che il Pm Nicola Marini lo ha incriminato per falsa testimonianza, ed il Gip Bagnai gli ha dato ragione: quindi il Processo Acampa si arricchisce - comunque vada a finire a giugno - di una seconda puntata, quella concernente appunto Gallù. Il quale sostiene di avere fatto una cosa nel dopo incendio (riattivazione di un contatore della luce), perchè gli sarebbe stata suggerita da due poliziotti: i quali però negano recisamente la circostanza. Di qui l'incriminazione, su cui si è già espresso il Gip Bagnai.
La cosa non pare di poco conto: qui abbiamo un Processo nel quale la difesa cambia del tutto versione sull'orario dell'incendio (il cui autore rimane anonimo e sconosciuto); in cui periti vari sostengono cose che - a noi esperti solo di bracieri da orge proteiche - sembrano inverosimili (leggasi il post di ieri, ma non solo quello); in cui, fra i testi della difesa, uno è già sotto processo per falsa testimonianza (ce ne saranno altri?).
Aggiungete le intercettazioni - sul cui valore non si batterà mai abbastanza -, in cui Acampa si auspicava che il fascicolo venisse tolto al Pm Marini (sin troppo facile capire il perchè), con la famosa "trasmigrazione del fascicolo", e mischiate bene il tutto: l'assoluzione, sembra davvero matura.
Il clan acampiano, al termine dell'udienza di ieri, appariva visibilmente soddisfatto: abbracci, baci, carezze da parte dell'allegra brigata, presente in aula, al martire della Giustizia, per l'occasione trendissimo, tutto vestito da prete. Sembrava ci fosse la voglia di tirare in alto l'avvocato Mussari Giuseppe: poi - forse a causa del tutore al braccio sinistro - si è preferito prudenzialmente soprassedere.
Questa è la Siena vincente: bisogna che anche la Giustizia si adegui...
Ps Dopo questo articolo (pregno di ottimismo al pari di un Canto leopardiano), l'eretico augura buone feste, e dà l'appuntamento a mercoledì prossimo.
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