Caterina lo riprende sempre, per quel suo disinteressarsi delle sorti scolastiche del figlio:
"Devi andare a parlare con i professori, capito? Non lo puoi delegare sempre a me, è chiaro? Ora mi sono rotta...". Prima che la sua dolce metà si lasci andare ad improperi volgari (che, peraltro, le si addicono), Robertino si convince: lui di fronte a queste scenate, non esita a piegarsi, ed anche a spezzarsi.
"Va bene, va bene. Vado!". Prendendosi una Moretti ben fredda dal frigo, gli viene in effetti in mente che un suo collega, giorni addietro, gli aveva parlato di una avvenente docente di educazione fisica, che insegnava anche al suo Angiolino.Volendo unire l'utile al dilettevole, la settimana successiva Robertino prende un permessino, e va alla scuola del figlio, per conferire con la suddetta docente. Che gli era stata presentata bene, e gli appare - se possibile - anche meglio: bellezza mediterranea, fisico procace, bocca carnosa. Quando arriva il suo turno, lui dall'emozione non le dice il nome del figlio, e lei lo battezza come genitore di tutt'altro pargolo; dopo 10 minuti di commedia degli equivoci e di commenti - in larga parte positivi -, per Robertino il dramma si invera: la docente passa dal "suo figlio", al nome: Carlo, invece di Angiolino! Imbarazzato e mortificato, Robertino lascia correre: dal cambio di figlio, certamente ha guadagnato; in più, raccatta ancora qualche attimo per avere la procace docente davanti agli occhi.Il massimo, con il minimo sforzo. Al momento del congedo, la mano di lui è piuttosto sudaticcia, e la pressione arteriosa è quasi fuori controllo.
Il peggio, però, stava per accadere: tutto era andato benone, pur con lo scambio di figlio (peraltro a buon pro). Nel momento in cui Robertino sfodera il suo classico sorriso d'ordinanza di quando non sa bene come prolungare la sua permanenza di fronte ad una bella donna, si catapulta, in sala insegnanti, un gruppetto di pargoli, che cercano proprio la professoressa: fra questi, Angiolino. Tutto contento di vedere inaspettatamente il padre, lo va ad abbracciare, con slancio affettuoso.
"Ah, ma allora ci deve essere un errore!", sibila la ricciolona. "Eh, forse sì: ma ora, mi scusi, devo assolutamente ritornare al lavoro, sa...". Come in tutti i momenti difficili, Robertino scappa, se la dà a gambe: e senza sapere dare spiegazioni di sorta. Il povero Angiolino viene lasciato, rigido, sul posto: gli altri genitori, se la ridono di santa ragione, qualcuno financo esplicitamente.
Tornando verso il lavoro, Robertino pensò che, a casa, l'attendevano altri momenti poco edificanti: ma quel colloquio di una decina di minuti, era stato un balsamo.
Una donna così, non se la poteva lasciare scappare...
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