sabato 18 giugno 2011

L'arringa di Mussari (II): tanto fumo, niente arrosto

  Procediamo con l'analisi dell'arringa di Mussari Giuseppe (15 giugno, ore 15 e 50-17, 35) a favore di Giuseppe Acampa.
Con gli occhi iniettati di sangue, battendo il pugno sul banco dell'imputato (alla sua sinistra), Mussari ad un certo punto del suo crescendo ha ricordato - rivolto verso l'avvocato di Parte civile Alfredo Fiorindi - che "Questo difensore non è aduso portare testi falsi davanti ad un giudice!".
Per sua somma sfortuna, però, proprio in questo procedimento, sotto processo è già andato l'importantissimo teste difensivo Giampaolo Gallù, tecnico informatico della Curia: il Gip ha accolto le tesi del Pm in pieno. E l'impressione è che altri testi fossero, per così dire, a rischio. Dunque, non si è trattato di una uscita un pochino incauta, per l'avvocato bispresidente del Monte dei Paschi?

  Uno dei punti più alti è stato sicuramente il tentativo, da parte di Mussari, di difendere il clamoroso ritardo acampiano nel chiamare i Vigili del fuoco (15 minuti, ad incendio in corso: lui telefonava a tutti, ma non a loro!): prova sublime, per un avvocato, difendere l'indifendibile...
La teoria mussariana è la seguente: la pubblica accusa ha creato un canone di (presunta) normalità, e chi se ne discosta, viene ipso facto accusato, magari poi condannato. Per dirla mussarianamente, "si crea un range di normalità, e chi non ci rientra, dovrebbe essere condannato!".
 A parte il fatto che ci sono ben altri indizi a carico di Acampa, resta da chiarire questo discorso sul "range di normalità": se Acampa avesse dato spiegazioni ragionevoli sul suo non ricordarsi il numero (115), si sarebbe anche potuto accettare, ma così - ancora una volta - pare francamente un'aggressione all'intelligenza di noi "normali". Nessuno vuole costringere alcuno all'interno del recinto di un piatto "range di normalità", ci mancherebbe altro: ma se uno se ne discosta così sfacciatamente, dovrebbe almeno spiegare (con 5 anni di tempo) il perchè.
Sia pur vero che noi "normalisti" siamo prevedibili e scontati, ma non era proprio il suo politico di riferimento originario (prima della sbornia per Tremonti) Massimo D'Alema, ad augurarsi di vivere in un "paese normale"?
 Quello, magari, in cui il Presidente di una Banca (in caduta libera, tra l'altro), si occupa solo di quella, invece di impiegare il suo preziosissimo tempo nel difendere un monsignore in carriera...
Raffaele Ascheri

3 commenti:

  1. Beatrice Righi Parenti19 giugno 2011 alle ore 19:58

    Speriamo che sia fatta giustizia!!!!!

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  2. ..difende il monsignore, alla finale di basket abbraccia felice ,direi esultante, come un ragazzino il Ceccuzzi.Stasera al pala estra c'era un bel campionario della "casta" .Nessuno è preoccupato dell'università dei probabili licenziamenti, della banca che sta sfuggendo di mano ai senesi..bene bene avanti così. Sembra che solo l'eretico si preoccupi...R.F

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  3. Sull'aumento di capitale, pesa il macigno della controversia con l'Agenzia delle entrate per oltre un miliardo .

    http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-20/controversia-agenzia-entrate-oltre-093450.shtml?uuid=AaS4sWhD&fromSearch

    Mussari, non si preoccupa, lui i suoi 700.000 ed oltre euro all'anno giá li mette in tasca, poi di secondo lavoro fá "l'azzeccagarbugli" ... che gliene frega .

    Veramente un futuro incerto e cupo, per chi ha a cuore il bene di Siena .

    Marco Fattorini

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