sabato 3 settembre 2011

Giornata ebraica: Franchino in sinagoga...

  Una delle caratteristiche più genuine e schiette degli ebrei - è cosa risaputa - è l'umorismo, più o meno graffiante (e si sa che più si è dotati di ironia, più si dà fastidio al Potere, quale esso sia).
Domani sarà la Giornata della cultura ebraica, con Siena città capofila, in Italia: un importante riconoscimento, indubbiamente, che sarebbe sciocco vedere solo in proiezione dell'appuntamento (molto potenziale) di Siena Capitale europea della cultura. La ormai sparutissima comunità senese deve essere orgogliosa dell'evento, e l'eretico ricorda volentieri l'opera del professor Lattes (scomparso da qualche anno), che tante volte gli ha aperto la sinagoga.
Ma veniamo alla giornata: nel dépliant si legge che in mattinata - alle 11,15 per la precisione - ci saranno i saluti di rito delle autorità; a Renzo Gattegna (Presidente delle comunità ebraiche italiane), si unirà la trojka castista senese, composta da Gabriello Mancini (colui che non riuscì neanche a farsi inquisire per Galaxopoly), Simone Bezzini (l'impalpabile Presidente della Provincia), nonchè il nostro amatissimo Franco Ceccuzzi, il Sindaco dei Sindaci.
Per Franchino, un appuntamento strano: per la prima volta da un mese a questa parte, non ci sarà da parlare di cavalli o di doping (in generale: non riferibile al Palio, si capisce). Meno male che, proprio a fianco della sinagoga, c'è la stalla della sua Torre, in modo tale che il contradaiolo e l'uomo delle istituzioni si potranno fondere mirabilmente, domani mattina.
All'eretico basterebbe che Franchino non facesse gaffes particolari. Basterebbe questo. Mi raccomando: limitarsi a leggere ciò che gli hanno scritto, poi solo annuire e ringraziare; meglio se sorridendo (ma non troppo, per i noti problemi). Non prendere iniziative, contare fino a dieci prima di aprire bocca, non entrare in argomenti che si possono ritorcere contro, diventando gineprai inestricabili. Gli ebrei - in estrema sintesi -  sono quelli che ne hanno buscate sodo da Hitler nella seconda guerra mondiale, ma anche da parecchi altri ben prima del baffino, altri che magari brandivano il crocifisso preparando il rogo agli ebrei (vedasi i moti del Viva Maria). Ecco, magari meglio non pubblicizzare l'amicizia con monsignor Acampa e con il suo amico don Andrea Bechi, che il Viva Maria ha con vigore intellettuale (sic) difeso: basso profilo, fare finta di niente, Gattegna non credo proprio possa sapere.
 Per non rischiare figuracce, ricordarsi che gli ebrei sono quelli che stanno in Israele, ma non solo: non sono quelli della Mecca e di Medina, sono quelli di Gerusalemme (che, però, è città sacra anche per quelli della Mecca, ed anche per il Vescovo Buoncristiani e per don Acampa: che confusione, forse è meglio riparlare di Contrade, ora che si sono imparati i colori di tutte).
Sarebbe infine il caso - proprio in vista della candidatura senese a Capitale europea della Cultura - che si cambiassero gli osceni cartelli che ci fanno ridere dietro da anni (l'eretico francamente non ricorda: venuti fuori sotto Piccini, o sotto il paonazzo del Nicchio?). Quelli, per capirsi, che indicano ai turisti la via per la "Sinagoga ebraica": come se si indicasse una moschea, dicendo "moschea islamica"...

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