giovedì 8 settembre 2011

Piddini contro piddini: in Italia, sì; a Siena, no...

   In attesa di tornare a personaggi ormai ben noti ai frequentatori di questo blog (Ceccuzzi, la Benedetto, ovviamente Mussari visto il ritrovamento pegognaghese et alii), l'eretico oggi vorrebbe svolgere il suo compitino quotidiano scrivendo del Pd (sai che novità...). Sulla questione morale bersaniana, magari: sempre ricordando - mai abbastanza, purtroppo - che nel 2009, tutti i rappresentanti della Casta di Siena erano bersaniani fino al midollo. L'alfiere della pulizia nel Partito (Ignazio Marino), era un candidato - a Siena e non solo - da sfigati, o da società civile, intesa nel senso dalemiano del termine (paragonabile a ciò che pensa Silvione dell'Italia). Oggi Marino è l'unico (con Parisi, e pochissimi altri) a potersi permettere parole chiare, esplicite, forti sulla questione morale del Pd (su quella berlusconiana, è bravo chiunque...).
 Una bella scrematura fra chi non disprezza la commistione fra affari e politica, e chi, invece, la condanna senza se e senza ma, dunque, fu quella delle Primarie del 2009: l'eretico ricorda con nettezza quando, alla Saletta dei mutilati, Marino - intervistato da Concita De Gregorio -  parlava delle tante sezioni del Pd campano, calabrese e pugliese (ma guarda un pochino...), dove lui non aveva ottenuto neanche una firma, neanche per sbaglio!! Lo ricordava senza acredine, ma con determinazione. Qualcuno, oggi, dovrebbe dargli ragione, all'interno del Pd: tranquilli, non ci sarà la fila...

 Penati Filippo - lo ricordava Gad Lerner ieri su Repubblica - non è una mela marcia, tutt'altro: è un ingranaggio di un Sistema, che a Siena (con tutte le peculiarità del caso specifico) ben conosciamo, e che - in parte, ma molto significativa - Galaxopoly ha scoperchiato (di qui l'esigenza della ferrea censura sul fatto), in modo implacabile.
Vorrei che si ragionasse (se è ancora possibile farlo) su questi elementi: il Pm che ha scoperchiato il Sistema Sesto si chiama Walter Mapelli, ed è un magistrato dichiaratamente di sinistra (tessera di Magistratura democratica); la Repubblica appartiene ad un socio fondatore del Pd (l'ingegnere De Benedetti), ed ha pubblicato almeno due interviste esplosive a Di Caterina, grande accusatore di Penati; il prima citato Gad Lerner, è un piddino convinto, eppure attacca frontalmente la gestione bersaniana del Pd (l'aveva già fatto con l'affaire Pronzato, il quale ha ammesso di avere intascato mazzette vecchia maniera per 40mila euro, ed era uno molto vicino a Bersani e a D'Alema). Si potrebbe continuare, per non poco.
Solo nel Pd senese, non esiste uno (politico, amministratore, miracolato, "giornalista") che sia uno, che si ponga il problema, in pubblico. Nessuno che - dall'interno - abbia le palle per dire alcunchè: non di sinistra, di decente.
 Cenni? Come se non fosse mai esistito (magari...); Bezzini? Come se esistesse...la Meloni? Deve badare alla creatura (se non ora, quando?); il Carli? Si dovrebbe fare spiegare tutta la storia del Sistema Sesto, ed è roba complessa; Ceccuzzi (due volte parlamentare di questo Partito, in tempi recenti assai): non pervenuto, in quanto ormai impegnato a rilasciare dichiarazioni solo sul protocollo dei cavalli da Palio e a girare di sagra (contradaiola) in sagra (ieri avvistato nell'Aquila). Siena, in pratica, è sedevacante, per quanto concerne il Sindaco: non di solo Palio e costoleccio (pure entrambi da salvaguardare, ci mancherebbe altro) vive la città!

I nodi, però, stanno venendo al pettine: possibile che non ci sia neanche uno a volersi salvare l'anima, piuttosto che la poltroncina? Farsi confessare in articulo mortis da Acampa, non so se possa salvarla (l'anima)...  

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