Tiene sempre banco il caso di Amanda Knox, dopo la clamorosa assoluzione in Appello di ieri l'altro: l'americanina è tornata nella sua Seattle accolta come una star, con modalità simili alquanto a quelle dei marines tornanti da luoghi di guerra, finalmente sani e salvi. Ha scritto con acume la Audisio su Repubblica di ieri: gli americani pensano che il sistema giudiziario italiano sia come quello turco del film Fuga di mezzanotte. Pare che (quasi) nessuno sia in loco sfiorato o lambito dal dubbio che quella possa essere una spietata assassina (oltre che mentitrice acclarata in un'Aula di Giustizia, da cui la condanna a tre anni, che resta tale e quale).
Ci sono tante facce degli States, lo ripeto: quella dell'innocentismo classista alla OJ Simpson, non ci piace proprio. Preferiamo quella faccia che funziona al contrario, ed in cui magari un colored ingiustamente accusato viene liberato senza bisogno di un milione di dollari di avvocati e periti, ma per la forza dei fatti e - perchè no? - perchè un cantante, poeta, attivista dei diritti civili come Bob Dylan si mobilita per lui (do you remember Hurricane?).
Amanda, dunque, se n'è volata via, con scalo tecnico a Londra (Heathrow), nella più Vip delle sale: quella della Queen Elizabeth, per capirsi.
Prima di darsela a gambe dall'Italia, però, non ha potuto non ringraziare la mitica Fondazione Italia-Usa, creata e presieduta dal parlamentare eugubino del Pdl Rocco Girlanda, ospite fisso di Siena al Premio Frajese, in quanto uomo delle Cementerie Barbetti di Gubbio che sono i proprietari (non unici) dell'house organ del Monte dei Paschi, il Corriere di Siena.
Insieme a Denis Verdini, Girlanda è colui che accompagnò Alex Nannini, la scorsa primavera, a Palazzo Grazioli, per presentarne la candidatura a Silvione (perchè non candidare la bella Elisa Toti, che Silvione lo conosceva molto meglio, e da lui andava da sola?).
E proprio Alex Nannini (il più votato dai senesi dopo Franchino il Ceccuzzi, giova ricordarlo) fa attivamente parte della fondamentale Fondazione Italia-Usa: pare come "Consigliere per le relazioni economiche" fra Italia ed Usa. Non c'è multinazionale o corporation che non lo consulti (anche più di una volta), prima di arrischiare un affare al di là dell'Atlantico. Quando Amanda ha scritto per ringraziare la Fondazione, quindi, un pensiero di riconoscenza l'avrà avuto anche per lui: mica tutto per Rocco (che ha anche scritto un libro del tutto innocentista sulla Giovanna d'Arco della West Coast), un po' di spazio anche per Alex, no?
Ecco perchè nessuno si accorgeva della attività politica del pasticcere nella sua Siena. Tutti a pensare male e a dire peggio: Nannini di qua, Nannini di là, "accidenti a quando l'ho votato!", e via dicendo. Come sempre, cattiverie in libertà. Alex era al lavoro: basso profilo (anzi, low profile), attività in prevalenza sottotraccia, sagacia diplomatica, contatti coperti. Non sapeva abbinare Gheddafi alla Libia, a marzo, ma gli Stati Uniti li conosce, eh, perdinci. Fa parte della Fondazione Italia-Usa di Rocchino il Girlanda...
"Solo un senese vero che ama la sua città può riportarla allo splendore che merita", sottotitolava il suo programma elettorale (su cui gioverebbe ritornare).
A Siena, a diventare Sindaco non ce l'ha fatta; lo chiameranno a Seattle?
Ps Dal precedente articolo ereticale su Amanda, si poteva equivocare su chi difendesse Amanda, e chi Sollecito (così rispondo anche ad un attento lettore che mi ha posto la questione, e che ringrazio per questo): la finiana Bongiorno formalmente difendeva solo Raffaele Sollecito (segnalo un'intervista all'avvocato sul Fatto di oggi). Ma è del tutto chiaro ed evidente che, per difendere Sollecito, la Bongiorno doveva difendere anche la Knox. Simul stabunt, simul cadent.
Con un oppositore così, il Ceccuzzi poteva stare tranquillo alle elezioni
RispondiEliminaNel 2006 era successa la stessa cosa. Vedremo nel 2016...
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