Particolarmente arduo scegliere, questa settimana, fra i vari esempi di giornalismo servile che i media senesi ci propinano cotidie: l'enfasi giornalistica per l'incontro pubblico di una neonata associazione filoCeccuzzi sul made in Siena, egemonizzata dal Sandy Marton delle crete, Mauro Rosati (se non c'era il Ceccuzzi di mezzo, neanche se ne sarebbe data notizia), avrebbe meritato il premio "Lecca lecca"; le sbrodolate per il road show del Monte e per la presentazione della strennona natalizia (del Monte) sui "miti di città", anche: prevedibili, scontate, ma pur sempre amare, tristi: il servilismo filomontepaschino c'è sempre stato, però ormai ha raggiunto livelli di puro parossismo, di cui viene il dubbio che neanche i corifei mussariani si rendano bene conto...
Il clou del clou, comunque, è in realtà una non notizia, un non articolo, un non pezzo: quello concernente la posizione di Lorenzo Borgogni da Buonconvento, investito in pienissimo dall'inchiesta della Procura di Roma su Finmeccanica.
In prima o seconda pagina su tutti i quotidiani nazionali (anche in quelli iperriguardosi verso Mps, come il Corrsera), niente è trapelato sul Corriere di Siena o sulla locale foliazione della Nazione. Il locale popolo bue, niente deve sapere.
Spazio, in effetti, non ce ne poteva essere molto, con emergenze del tipo "Talponi davanti all'asilo", o, per la zona del Borgogni, "Piazza del popolo Degustazione di prodotti tipici" (figuratevi se non ci garbano i prodotti tipici di Montalcino, o se non sono un problema i talponi vicino agli asili: è che ci dovrebbe essere spazio anche per i potenti sotto inchiesta, o no?).
L'operazione denominata "Salvate il soldato Borgogni", quindi, si è concretizzata senza particolari effetti speciali: con il vecchio, semplicissimo metodo di censurare la notizia scomoda per il potente di turno. Nessuna alzata d'ingegno.
Sul direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica, per esempio, Fiorenza Sarzanini ha scritto che "secondo i magistrati Borgogni avrebbe ottenuto 300mila euro in contanti ed altre utilità proprio per averle agevolate (società a lui riconducibili, Ndr) nell'aggiudicazione delle commesse" (Corriere della sera, 27 novembre, pag.5); ed ancora la Sarzanini, il giorno dopo, a pagina 2: "Cola (consulente Finmeccanica, Ndr) accusa Borgogni di avere preso "almeno 300mila euro in contanti ed altre utilità". Lui stesso (Borgogni, Ndr) ammette di avere guadagnato svariati milioni per le sue consulenze".
Perfino La Nazione (nazionale, però), scrive che "Cola avrebbe indicato come uomo di collegamento con i politici Lorenzo Borgogni, direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica" (Elena Comelli, pagina 9, 28 novembre).
Eppure a Buonconvento - e nella Siena che conta -, il Borgogni lo conoscono proprio tutti, nessuno escluso. I politici, nel paese della Val d'Arbia, ce li porta lui: D'Alema, Schifani, Matteoli. L'unico che lo denuncia da anni, in paese, è il maestro Fontani, ma lo sanno tutti.
Chi è contro Finmeccanica, è contro l'Italia, sostiene Silvione. E chi è contro il Borgogni, è contro il Sistema Siena.
Per questo, doveva assolutamente partire l'operazione "Salvate il soldato Borgogni". Almeno in Val d'Arbia...
Raffaele Ascheri
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