Tutto avrei pensato, quando ero ragazzo o giù di lì, fuorchè di diventare un mariologo di fama nazionale. Eppure, lo sono diventato: un mese dopo l'apparizione su Raitre del 20 gennaio, e dopo una prolungata intervista con la televisione della Svizzera italiana, mercoledì 8 marzo sarò a Como, a parlare della Madonna di Medjugorje. Mi ha chiamato l'emittente locale, per un programma di approfondimento giornalistico sul tema: "Noi vogliamo sempre un contraddittorio, anche duro", mi ha detto la gentile segretaria. "Si vede che siete a Como, e non a Siena", le avrei voluto dire, senza però farlo: sarebbe stata cosa troppo lunga ed accidentata, da spiegare.
Stamattina, aprendo la stampa locale, leggo con piacere di una presunta lacrimazione di una statuetta della Madonna, proveniente proprio da Medjugorje: che notizia, wow! Invece di parlare del sempre più imminente aumento di capitale della Banca Mps, invece di parlare dello scandalo in Provincia ( a breve un'altra intercettazione sull'incidente coperto da due vigili urbani di Siena), invece di scrivere dei 50 indagati eccellenti - o eccellentissimi - del Sistema Siena, grande enfasi sul caso della Madonnina di San Quirico. Il quale caso - ovviamente una panzana micidiale - tra l'altro si sgonfierà, salvo clamorose novità. E spiego subito il perchè: le apparizioni mariane o le lacrimazioni, hanno possibilità di successo solo laddove ci sia un terreno fertile pronto per essere concimato, un sostrato cultural-religioso adatto. A Medjugorje, per esempio, c'era un impasto di nazionalismo identitario catto-croato da terra di confine (con ortodossi ed islamici, pur non fanatici), miscelato con una atavica povertà, il tutto condito da una fede cattolica ancora non troppo minata dai processi di secolarizzazione: humus ideale, appunto, per apparizioni o lacrimazioni. A San Quirico d'Orcia, invece, non c'è nessuno dei tre ingredienti: nessun identitarismo di sorta, benessere ampiamente diffuso (grazie al buon governo del Partito democratico, si capisce), nonchè una secolarizzazione ormai irresistibile. Per la concomitante presenza dei tre elementi, San Quirico non sarà una nuova Civitavecchia (anche lì, il tutto nacque da una statuetta portata da Medjugorje).
C'è dell'altro, poi. Pare che questa Madonna pianga lacrime rosse (se ho letto bene): ma sarà il Vescovo, a dovere dire la sua. Già questo, fa sorridere. Se invece di lacrime (vere o presunte), dal suo viso sgorgassero monetine, statene certi: il Vescovo darebbe la lacrimazione per buona. E si terrebbe la statuetta nel suo Palazzo.
Quel Palazzo nel quale 5 anni fa divampò un incendio: secondo la difesa dell'imputato monsignor Acampa, l'incendio sarebbe nato nel cuore della notte, per poi essere riattivato alle 11 di mattina da Acampa, con la nuova ossigenazione causata dall'apertura della porta. Il famoso ritorno di fiamma. Il Vescovo Buoncristiani, però, con gli uffici che gli bruciavano sotto il sedere, non si accorse di niente di niente.
Non credo proprio che queste lacrime della Val d'Orcia siano vere; di certo, però, sono alquanto più verosimili di certe ricostruzioni fatte ad arte, in Tribunale, per scagionare l'imputato eccellente.
Difeso dall'avvocato ancora più eccellente, quel Mussari Giuseppe grazie al quale la banca più antica del mondo sta primeggiando, da nord a sud.
Nel senso che è la prima banca d'Italia: nel fare le felpe sportive...
Raffaele Ascheri
Ahahahahahahaha della serie "a volte ritornano". Che noia però, queste madonne che piangono! Eppoi magari si scopre anche che è sangue maschile. A Civitavecchia dissero che questo si spiegava col fatto che il figlio, maschio, solo per partenogenesi avrebbe potuto avere il cromosoma y maschile. Roba da pazzi !!! O la religione in se è roba da pazzi? Boh...mistero della fede..
RispondiEliminaChissa se qualche volta vedremmo piangere Buoncristiani e Don Acampa?
RispondiEliminaSe foste miracolati come lo sono stato io non parlereste cosi cari figlioli........non so se vi rendete conto che vuol dire avere la morte in faccia e vivere ancora.....che Dio vi perdoni.
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