Seduta fiume per l'ultima udienza con valenza probatoria del Processo Acampa: il 15 giugno sarà il momento del gran finale, con difesa ed accusa a sparare i propri colpi. Poi, la parola passerà al Giudice Gaggelli.
Stamattina hanno dato spettacolo i due periti nominati dal Giudice: se uno fosse arrivato in Aula senza sapere chi fossero, avrebbe pensato, di certo, che si trattava dei periti della difesa! Un testimone di sicura fede, mi dice che - all'uscita dall'aula - sono stati platealmente ringraziati da esponenti dell'entourage acampiano(ma fatele di nascosto, queste cose, per Dio!): ringraziamento legittimo e dovuto, giacchè i due periti romani hanno - in buona sostanza - confermato l'assunto secondo cui l'incendio sarebbe stato appiccato verso le 5 di mattina (da un nottambulo invasato, si presume: e mai trovato...); ad una fase caratterizzata da combustione con fiamma (50 minuti massimo), sarebbe seguita quella con combustione covante (fino ad oltre le 11 di mattina). Alle 11 e qualcosa, reduce dalla Messa, Acampa avrebbe fatto riprendere fiamma (il mitico ritorno di fiamma, che fa sperare tanti delusi sentimentali...), entrando in Curia, con tanto di apertura di finestra, con conseguente nuova ossigenazione.
C'è però un problema, superiore agli altri pur presenti: don Furiesi - anziano, ma sempre ben vedente - vide Acampa entrare in Curia intorno alle 8 (circostanza sempre negata dal benefattore sotto processo). Come può Acampa essere entrato alle 8 circa in Curia, e non essersi accorto che c'era un incendio in corso da circa 3 ore, anche ammesso (e non concesso!) che lui dentro gli uffici non sia entrato e che le porte fossero chiuse. Qui si rischia l'inverosimile, anzi pare qualcosa di più...
Eppure, per i periti del Giudice (gli ingegneri Fabio Ponziani e Saverio La Mendola di Roma), può essere! Dopo che le domande del Pm Marini avevano già causato qualche imbarazzo (memorabile l'incipit di ogni singola risposta del La Mendola: "se ho capito bene, se ho capito bene la domanda...": ma non è lui l'esperto?!?), l'inghippo è venuto fuori con le domande dell'avvocato di parte civile (del prof. Franco Nardi, oggi presente) Alfredo Fiorindi. Visto che i periti sull'uscita del fumo dalle porte davano risposte generiche, Fiorindi è passato al "piano B" (Silvione non c'entra). Va bene, del fumo non si può avere certezza. Ma almeno l'odore (il puzzo), essendo bruciata anche la plastica insieme alla carta, si sarà pur dovuto sentire, no? Come ha potuto Acampa entrare alle 8, e non accorgersi di niente (ed il Vescovo al piano superiore, sentito niente, dalle 5 di mattina, aggiunge l'eretico?)? Come ha potuto - come hanno potuto - non odorare niente di niente? Secondo i due periti romani, era possibile odorare, MA ANCHE no: periti veltroniani, forse?
Provate voi, a casa, a fare bruciare una bella risma di carta; dopo un po', passate accanto alla porta della stanza dell'incendino, e ditemi se si odora qualcosa, o meno.
Per chi non l'aveva ancora capito, questo processo, ormai prossimo alla sentenza, non è più solo un processo alla Curia, non è più solo un processo a don Acampa: è in prima istanza un processo al buon senso, all'intelligenza, financo (da stamattina, soprattutto) all'olfatto! Altro, dir non voglio...
Ps Vedendo Mussari Giuseppe battersi come un leone (nonostante un tutore al braccio sinistro: caduta da cavallo?) per difendere Acampa, mi è venuto in mente Galaxopoly, altro pallino dell'eretico. Riverga: Bisi e quell'altro della Nazione, vi rendete conto di coprirvi di ridicolo di fronte a centinaia di persone che leggono, ogni giorno, questo blog? Vi rendete conto che in nessuna città d'Italia, i giornali rifiuterebbero uno scoop così, a costo zero? Nessun amor proprio, dunque? E fatela, questa sorpresa pasquale...
Nessun commento:
Posta un commento