domenica 29 maggio 2011

Don Franco alla prova estrazione...

 Oggi, 29 maggio 2011, è una data storica: non tanto perchè si ricordi la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi nel 1453 (fine dell'Impero romano d'Oriente), quanto perchè è effettivamente iniziata l'era di don Franco Ceccuzzi sulla città di Siena. Durata minima, 10 anni (due mandati): poi, si vedrà. I regni, si sa quando iniziano, mai quando si concludono: la data di scadenza, attiene alle democrazia compiuta, quindi...
Nel giorno che sarebbe potuto essere del ballottaggio, ecco invece la sua consacrazione: la Piazza del Campo piena come sempre all'ultima domenica di maggio, i monturati del Drago a terminare il giro annuale, proprio sotto al Palazzo.
Pare che don Franco si sia affacciato per un attimo da una trifora, e - vista la gran folla - abbia esclamato, a voce alta:
"Che bello, finalmente tanta gente, tutta per me! Giusto Benito riusciva a fare meglio, e anche Palmiro, ma solo negli anni d'oro!".
Distogliendolo dal momentaneo delirio d'onnipotenza, sembra sia arrivato un commesso comunale, per fargli presente che doveva iniziare la procedura per l'estrazione delle Contrade. La sera prima - uscito dal bagno di Cultura con Scalfari ed Asor Rosa al Sms - don Franco era andato, con i suoi più stretti collaboratori, a ripassare l'abbinamento bandiera- nome della Contrada. Se l'è cavata davvero benone, don Franco. La notte prima dell'estrazione, l'ha trascorsa in grande letizia: sul letto, chiusi gli occhi, forse avrà ripensato a quando, nella residenza universitaria che divideva con altri due studenti, provava a studiare, ma non ce la faceva, nè con la Giurisprudenza, nè con le Scienze politiche.
Forse già da allora, studiava da Sindaco: invece che stare sui libri, lui andava in giro, stava fra la gente, ascoltava, sondava. E quando - come per miracolo - verso primavera spuntavano quelle 17 bandiere una diversa dall'altra, lui le osservava, e le imparava una ad una, eccome se le imparava. Il problema vero, fu imparare il nome delle Società di Contrada: perchè quella dell'Istrice si chiama Leone, e non l'Aculeo? Ed il Cavallino, non potevano chiamarla Unicorno? E gli toccò pure occuparsi di letteratura, per memorizzare Cecco l'Angiolieri. Superato anche questo scoglio, la prova più ardua: i motti delle Contrade. Optò per il giusto mezzo: ne imparò una decina.
Con tutte queste cose da apprendere (colori, nomi, frasi, financo latine), come si poteva pretendere anche che si laureasse?

Ps Proprio come oggi: con quante cose ha da fare come Sindaco, come si può pretendere che risponda alle domande sull'onorevole Del Mese,  su Galaxopoly, sull'Università o su altro ancora?
Lasciamolo lavorare, don Franco: e baciamo le mani...

1 commento:

  1. Solo per informare alcuni lettori fedelissimi (R.F. e M.P., più un paio di anonimi, per esempio) che non posso, purtroppo, pubblicare i loro commenti: diciamo che sono troppo "salaci", per usare un eufemismo. Per quanto, ahimè, del tutto pertinenti.
    Siccome don Franco è di avvocato facile, meglio soprassedere. Almeno da questo punto di vista...

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