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mercoledì 18 maggio 2011

Il caso di don Seppia, e quello di don Marco...

  Finalmente - dopo la scontata parentesi delle amministrative, con la vittoria del programmato a vincere Ceccuzzi - si può tornare a parlare delle magagne di Santa Madre Chiesa.
Particolarmente stimolante il caso di questo don Riccardo Seppia, di Sestri Ponente (Genova): quello - per capirsi - che è cocainomane perso (detto da lui), e a cui piacciono i ragazzini (che già a 16 anni sono "vecchi", per lui, ed è meglio se provengono da famiglie disgraziate, chapeau); quello che era chiamato "il prete della notte" o "don Ricchiardo"; quello di cui un sacerdote, ora in pensione, aveva parlato con diffidenza, senza essere ovviamente ascoltato. La Curia genovese, infatti, non si era accorta di alcunchè, salvo poi organizzare, in quattro e quattro otto, una ipocrita Messa riparatrice (vale a dire autoassolutoria...). Sempre, sempre, immancabilmente, implacabilmente dopo, interviene la Chiesa: mai prima, stranamente. Era dal 1994 (dal 1994!) che "il prete della notte" frequentava club per gay di Milano, sniffava a più non posso e si presentava in hiesa solo nel pomeriggio: ora gli hanno sequestrato tre computer, ed è verosimile che, dall'analisi degli stessi, non escano proposte di cambiamento del finale del Pater noster (a proposito, se ne parla da anni: perchè non cambiare il finale "liberaci dal Male - libera nos a Malo -: guardate che è un finale tra i più ambigui, e non lo dice l'eretico, lo sostengono fior di teologi...).
  Quanto alla nostra Siena ed alla sua Curia (ora in festa per l'elezione del suo candidato), l'eretico deve andarci piano: va bene che il giudice Cavoto è in pensione, ma insomma...stupendo i suoi lettori (a proposito, ieri per la prima volta superata quota mille!!), stasera non parlerà del "prete della notte" nostrano, monsignor Acampa.
   Credo sia giusto dare spazio e visibilità anche ad altri preti meritevoli di fama, ma troppo spesso oscurati dalla magnetica ed invadente personalità di Acampa (su cui, comunque, torneremo, tranquilli).
 Merita di essere conosciuta la figura, per esempio, di don Marco Terazzi, fino al 2008 attivissimo nella Curia senese di Antonio Buoncristiani, nonchè grande amico di Acampa: spesso a cena con lui, in grande serenità ed in ristiana letizia.
Nato a Lugano nel 1964, ordinato sacerdote il 3 luglio del 1988, fino a tre anni fa era cappellano al carcere di Santo Spirito ed al Butini Burke (il pensionato per vecchi situato nei Pispini); promotore di giustizia e difensore del vincolo (sic) al Tribunale ecclesistico diocesano, nonchè - udite udite! - giudice regionale del Tribunale ecclesiastico. Un pezzo grosso, dunque.
Con un solo problemino: gli piaceva mostrarsi, come Nostro Signore l'ha fatto, su siti gay, mostrando il suo alto e glabro corpo. In cerca di giovani e piacenti corpi.
L'eretico la foto la portò con sè il 1 luglio 2008, nella conferenza stampa svoltasi nello studio dell'avvocato Luigi De Mossi. Era presente anche l'ottimo portavoce del Vescovo-insegnante di religione-Presidente del Gruppo stampa senese, Roberto Romaldo, tra gli altri.
Guarda caso, dopo pochi giorni don Terazzi abbandonò la sua casa, posta in Piazza (prato) Sant'Agostino, nel cuore del centro storico senese. Dove aveva vissuto per lungo tempo con un amico sardo, che allora studiava da infermiere a Siena (ma che ora vive a Parma). L'Arcivescovo di Siena, ha allontanato Terazzi dalla città, in fretta e furia, in quell'estate del 2008: ma di certo, il legame con quella foto non ha niente a che vedere con l'allontanamento di don Terazzi, vero cittadino Buoncristiani?

Ps L'eretico non pubblica foto, affidandosi solo alla vis della parola: quindi non pubblicherà neanche quella di Terazzi. Ciò non vuol dire che ciò che Terazzi o altri esponenti della Curia senese pubblicano su Internet, non sia pubblicabile, caro cittadino Buoncristiani...

7 commenti:

  1. Ci sono sempre più indizi per pensare che il fil rouge che lega le tre o quattro parti del marcescente "sistema Siena" non sia una massoneria deviata, nè gli intellettuali di sinistra deviati, nè il familismo senese, nè le mafie nelle loro declinazioni regionali, ma semplicemente una cosa bella e sana, che ormai nel 2010 si potrebbe dichiarare alla luce del sole, ma che anche in altri paesi può costituire una lobby e che pure Socrate e Platone ritenevano perfetta.

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  2. Gli argomenti che tratti sono sempre molto interessanti,poco è lo spazio,ti ci vorrebbe un quotidiano a disposizione,ma ritorniamo alla presunta bottiglia stappata da B erlusconi ....Tu saprai che il MPS ha sempre avuto rapporti con la sinistra .coop ec.per non parlare di Fiat Olivettie varie imprese di stato perchè la cultura delle banche è raccogliere denaro e darlo a chiunque purchè sia garantito il rientro nei tempi e al tasso convenuto...che c'è di strano se anche Berlusconi è in affari con la nostra banca? R.F

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  3. Gente come questo qua sopra mi fa davvero paura: cosa c'è di sano e bello nel sistema delle lobby? Cosa di buono in un'ologarchia che gestisce il potere senza avere nessun merito acquisito sul campo se non essere figlio di o ben "oliato"?
    E nutro seri dubbi che Socrate e Platone avrebbero considerato perfetto il sistema Siena.

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  4. L'amico sardo si sa dov'è ma "don" Terazzi che fine ha fatto ? Sarebbe il caso che tu con i tuoi potenti mezzi investigativi lo soprissi.Faresti un servizio utile per scoprire l'ipocrisia di certa gente di chiesa e forse a tante giovan i vittime...R.F

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  5. rispondo a Francesco (commento del 19 maggio) che nutre seri dubbi che Socrate e Platone avrebbero considerato perfetto il sistema Siena.

    Credo anche io, ma altresì i due ritenevano perfetto un certo tipo di amore.
    Un amore che in molti luoghi non si può dichiarare apertamente, essendo peccaminoso. (Mah, peccaminoso...e cosa è il peccato?)

    Però se ci pensi bene c'è un fil rouge che lega l'impossibile (assurdo) asse di potere a Siena, l'unica spiegazione possibile del perchè lui si sia prestato (abbassato) a tanto, a meno che, insomma, si sapessero cose che non si possono dire.
    Insomma i matrimoni vanno consumati, no, mi pare si dicesse così. Non ci si sposa mica per far carriera no.
    E i vizi? Macchè vizi, sentite un po' Socrate e Platone.

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  6. ma da che fogne siamo circondati ?
    Mi viene da sbudellarmi dalle risate quando sento parlare Bagnasco o al solo vederlo in televisione, particolarmente quando vuole fare il moralista ( sarebbe meglio dire l'immoralista - e come lui anche tanti altri vescovi e preti -
    Un consiglio: andate a lavorare posto che ne abbiate voglia, smettete di fare i parassiti !

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