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giovedì 5 aprile 2012
Un funerale che inneggia alla vita: Fabio Rugani
Partiamo dalla fine, dunque. Salendo per il Fosso di Sant'Ansano, si sentivano - ancora chiare e nette - le note della jazz band provenienti dai locali selvaioli. Se uno non avesse saputo alcunchè, avrebbe potuto pensare ad una festa in Contrada, di quelle primaverili. Invece era un funerale. Ma un po' - diciamolo - era appunto anche una festa. Era un po' l'una e un po' l'altra cosa. Così come era giusto che fosse, trattandosi della cerimonia funebre (religiosa, ma anche laica; triste, ma anche felice) di Fabio Rugani. Che è stato - a livello pubblico - almeno quattro cose cose insieme, nella sua vita di ottuagenario: medico, giornalista-politico, goliardo, Capitano della Selva, plurivittorioso.
Un funerale indimenticabile: dopo la cerimonia religiosa (non officiata dal correttore ufficiale della Contrada don Acampa, mi piace pensare non casualmente), la comparsa selvaiola (dopo la sbandierata in Piazzetta della Selva) apriva il lungo serpentone dei presenti; a chiudere - come detto - un'orchestrina jazz, con qualche spruzzata di blues. Evidentemente richiesta da Fabio Rugani. Arrivati alla Costarella, non ci si è limitati all'affaccio: il Capitano è stato portato in fondo alla Costarella stessa, alla mossa. Un primum, a memoria ereticale.
Dei quattro elementi caratterizzanti la vita di Fabio Rugani, l'eretico niente può e deve dire della sua attività di medico, non avendone mai fruito in nessun modo; dell'attività politico-giornalistica, in particolare della famosa pubblicazione delle false liste massoniche del 1993, ci sarebbe tanto da dire (magari ci aggiorniamo al 2013, per il ventennale...). Certo che il collezionare querele mi rendeva la sua figura simpatetica, direi a prescindere. Sottolineo, per chi non lo sapesse, che i querelanti hanno ottenuto ragione, e Rugani è stato soccombente, in questo caso; così come mi piace sottolineare che almeno un paio di notissimi personaggi senesi indicati come appartenenti alle liste massoniche, decisero di non ricorrere a vie legali, dopo la pubblicazione. Magnanimità verso Rugani, o altro ancora? E soprattutto: chi erano i due - grandi amici l'uno dell'altro - che non si avventurarono nelle vie legali?
Torniamo a Fabio, nelle vesti di goliardo. Memorabile la burla del 1956, con la (falsa, ovviamente) delegazione egiziana in visita ufficiale al Comune di Siena. Memoranda ed insuperata, a più di 50 anni di distanza. E della goliardia di quei tempi, Fabio era permeato, talchè si può dire che in ogni estrinsecazione pubblica, la traccia del suo passato di goliardo c'era (a parte, forse, in quella di medico. Ma potrei sbagliarmi...). D'altro campo, se pensiamo che personalità come Marco Pannella ed altri si sono formati alla scuola UGI, la cosa non meraviglia più di tanto...
Last but not least, la Selva. Qui sono in difficoltà, perchè ne avrei davvero tante, da raccontare. In primo luogo, Fabio Rugani è stato uno straordinario narratore di Palio: le sue serate selvaiole a parlare di cavalli e fantini e mosse e strategie, sono un esempio credo insuperabile di affabulazione paliesca. La voce calda, impastata dal tabacco della pipa, forte e suadente ad un tempo; la lucidità della memoria; le pause ben studiate: la capacità, insomma, affabulatoria. Questo era Fabio Rugani orante di Palio. L'eretico non crede di sbagliare, affermando che nessuno poteva competere con lui, sorta di Omero paliesco, esempio mirabile di una Festa ancora ancorata all'oralità.
Con in più il piacere dialettico della vis polemica: una delle ultime volte in cui ci ho parlato (per pochi attimi) mi disse che non sopportava il fatto che fossero state eliminate le trasmissioni paliesche con il contraddittorio, le polemiche, le insinuazioni del giorno dopo. Il sale, il pepe e lo zenzero del Palio. Non gli piaceva la normalizzazione imposta al Palio negli ultimi anni.
Si pensi al famoso Palio vinto nel 1987, lui Capitano: infortunio al cavallo Vipera, cambio di monta dopo la Prova generale, colpi di scena uno dopo l'altro. Il capolavoro paliesco ruganiano, senza dubbio. Impossibile anche solo pensarlo, oggi.
Vipera, non avrebbe potuto correre, quindi la Selva non avrebbe neanche fatto presenza al canape. Il big scaricato, oggi intavolerebbe una conferenza stampa con i "giornalisti" ossequianti il suo Verbo, invece di stare zitto e obbedire. Un Capitano - lo dice l'etimologia - deve comandare: sui fantini, in primis. Non essere comandato, da loro o da uno in particolare. Fabio Rugani questo lo sapeva bene, e soprattutto lo metteva in pratica.
Chi ha l'età ereticale o oltre, si ricorderà di certo quando per la segnatura, in quel 2 luglio 1987, ci presentammo in Piazza come gli Spartani alle Termopili (mi sia concesso l'azzardato paragone...). Alcuni erano pronti al "martirio" paliesco, pur di difendere l'azzardo ruganiano. I contradaioli del Montone - per chi non avesse capito - non erano molto soddisfatti del fatto che il "loro" fantino non avrebbe corso quel Palio, per fare spazio ad un assoluto sconosciuto. Meno male che non ci fu bisogno del martirio, grazie all'abilità diplomatica dei dirigenti selvaioli.
Memento audere semper: al di là delle strumentalizzazioni storiche, questo è un detto che Fabio avrebbe potuto davvero fare suo...
Ps Stamattina ero a salutarlo, prima che venisse chiuso. Vicino alla mano destra, i diciassette barberi (la Selva più in alto di tutti, ovvio).
Ad un certo punto, una maledetta moscaccia, entrata inopportunamente in Chiesa, ha iniziato a giragli intorno. Una anziana donna ha provato a scacciarla, senza alcun successo. Mi sono detto, fra me e me:
"Ora sta a vedere che Fabio si alza, la schiaccia, e torna a riposarsi...".
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Tutto l'articolo è davvero bello ma nel finale c'è proprio tutto Fabio Rugani. STRAORDINARIO!!
RispondiEliminaBravissimo, Raf! E sai bene che a volte ti rimprovero...quando fai lo storico contemporaneo, e non il censore dei modestissimi personaggi che girano per la città (e che meritano calcinculo, e non biografie non pagate!), sei meglio! Continua così, e sei puoi cambia 'oggetto': questo ambiente non lo merita più - salvo casi eccezionali, ovviamente.
RispondiEliminaChi sarò?
Non l'ho conosciuto, ma so che mancherà un personaggio così a Siena! Ah, mi dicono che come medico fosse anche piuttosto bravo, e, soprattutto, umano: una dote non comune nei medici di oggi, specialmente quelli che a Siena ci "lavorano" e basta...
RispondiEliminaUn bell'articolo per una persona davvero grande e straordinaria in tutti i contesti in cui l'hai descritto. Si dice che la morte è un passaggio necessario per poter dare spazio a nuove vite. Ogni vita è importante e degna di esistere, ma non sono molte quelle che lasciano un segno così positivamente profondo. Il mio augurio è che l'immenso vuoto che ha lasciato Fabio possa essere colmato da persone che siano alla sua altezza. Siena ha bisogno e merita tutto questo. Viva Siena, viva la Selva e un abbraccio al grande Fabio!
RispondiEliminaBravo Raf, bellissimo articolo su e per un uomo intelligente e capace, qualche volta scomodo sempre unico
RispondiEliminaUn abbraccio e un bacio di buon viaggio dalla 'tua' Cecilia
Che fosse un personaggio, qualcuno dirà che forse perchè se lo poteva anche permettere coi soldi che aveva, nesun dubbio. che abbia rallegrato tavolate e brigate di amici altrettanto. che abbia onorato ilPalio certamente per la dedizione mostrata (qualcuno però non la pensa così ma è lo stesso). tuttavia mi domando, anche se l'anniversario è tra un anno, perchè il Ruga s'è andato ad infognare, sia pure per interposta persona(finanziando un foglietto sponsor di una precisa parte di una parte politica), in quella scellerata avventura delle liste massoniche..dirai: fu una battaglia tutta interna al pci o come cavolo di chiamava allora , in particolare tra un sindaco ombroso e un rettore . ma Eretico ricordi gli sfacelli che provocò quella pubblicazione in gran parte falsa in parte vera? Ricordi che vi furono persone che persero incarichi e posti di lavoro soltanto per il contesto denigratorio nel quale si sviluppoò quella campagna mediatica. E bada bene: persone che nulla avevano a che vederecon la Massoneria e che se l'avevano nulla di male avevano mai fatto in vita loro. Anche all'epoca un a tessera di partito, quella giusta, contava di più di qualunque appartenenza massonica. Guarda oggi: massoni dichiarati che dirigogno organi d'informazione con plausi da destra e sinistra, presentazione di libri con npartecipazione di autorevoli massoni e platea dwella sinistra ortodossa e così elencando. Un'altra epoca, un altro mondo, ok. Però allora, si parla del 93, un ciclone si abbattè sulla città (qui mani pulite fece solo carezze e poi tante scuse, se avessero indagato...) e di quel ciclone Ruga ne fu uno degli (indiretti) protagonisti. Se si deve scrivere di un uomo sarebbe bene ricordarne i tratti anche meno commendevoli... poi per carita pietà per i morti e musica per i vivi
RispondiEliminail modo in cui ha voluto salutare la sua Siena e le persone che ha lasciato, è di gran lunga il gesto d'animo più nobile e goliardico che abbia mai visto... ha cancellato per un attimo il dolore di chi resta, regalandogli un sorriso e un bicchiere di vino. Hai detto bene, il suo funerale è stato un inno alla vita: sarebbe davvero bello che per una persona che muore, ne nasca un'altra altrettanto livello.. perchè il Rugani era un'altra categoria.
RispondiEliminaCM
Il Dr.Rugani è stato uno straordinario medico che univa qualità professionali inimmaginabili a qualità umane altrettanto grandi che gli permettevano di accostarsi al dolore dei malati con umiltà e coscienza. Spero che in futuro si parli e si scriva, anche con l'ausilio di ciò che ha lasciato scritto, della sua attività di medico, dei suoi studi. Da ignorante posso solo intuire che il suo modo di fare medicina è qualcosa che anticipa tempi nuovi, un livello evolutivo superiore dell' "ars longa". Grazie dottore, di questo e di molto altro.
RispondiEliminabello il tuo articolo, eretico, fino in fondo. vedendomi passare il funerale davanti ho pensato al titolo che avrei messo io: SONO MORTO: VIETATO PIANGERE. non ho conosciuto il dr.rugani ma ne ho tanto sentito parlare e le tue parole, quelle di chi lo conosceva, sono proprio emozionanti.
RispondiEliminaBello l'articolo, però non facciamo di Fabio Rugani un esempio di grande uomo, per piacere. Le zone d'ombra ci sono.
RispondiEliminaCerto che ci sono le zone d'ombra, e mi pare francamente di non avere taciuto della questione delle false liste massoniche del 1993. Ognuno si tenga il giudizio che ritiene più consono: così succede sempre, peraltro.
RispondiEliminaIl funerale, comunque, è stato grandioso.
L'eretico