lunedì 23 maggio 2011

Morire a vent'anni, a Siena...

    L'eretico è stato in forte dubbio, a proposito della opportunità di questo post: non conosco la famiglia Ganfini, non conoscevo il povero Giulio, morto una settimana fa, in Esterna Fontebranda. Poteva essere un mio ex studente: ma non lo era. Un incidente l'ha portato via. A vent'anni, con un promettente futuro di medico, legittimato da un radioso presente di studente brillante: ho letto che era arrivato secondo (su 900 candidati!) al concorso per l'ammissione in Medicina, ed aveva superati tutti gli esami del primo anno.

 Parlo di questa tragedia, solo per due motivi: perchè ho una figlia coeva della vittima, e perchè non è stato possibile che non mi tornasse in mente una tragedia (numericamente anche più devastante, purtroppo) che colpì una famiglia a me cara. Sempre di maggio, sempre dell'Oca, sempre fuori Fontebranda (in quel caso, come residenza, non come luogo dell'incidente). Una ventina d'anni fa, ormai.
Francesco era magro come un grissino, i suoi capelli erano sempre riottosi; aveva un neo, grande, sul viso, non riesco a ricordare con esattezza se a destra o a sinistra del naso; aveva presa la patente da poco, forse da troppo poco: il ritorno dall'ormai inesistente discoteca Tendenza, fu una strage, che per un giorno intero rimase senza prove. Strage dei sentimenti, abbinata a quella dei corpi. Caterina e Pino, i genitori, mi abbracciarono, in sacrosante lacrime, sfibrati dal dolore: io, non seppi cosa dire loro.
Allo stesso modo, non saprei proprio cosa dire ai genitori dello sventurato Giulio, se me li trovassi - per avventura - davanti.
Se non una cosa, quella sì: che non si scoraggino, che non si arrendano, che non si sfilaccino.
In ogni sorriso di un coetaneo di Giulio, vedranno, in qualche modo, il sorriso di lui; non potranno trovare nessuno che sorrida proprio come sorrideva lui, è vero, ma questo è il Fato, quando si incarognisce.
Loro, però, come fosse fatto quel sorriso, non se lo dimenticheranno mai, e lo condivideranno, magari, con altri. Della famiglia, della Contrada, degli amici.
Sono certo che lo faranno, anzi sono sicuro che lo stanno già facendo: e la "celeste corrispondenza d'amorosi sensi", fra loro e Giulio, si invererà...

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