In una canicola di sapore sudamericano, al teatro del Costone è appena andato in scena un evento triste e felice insieme: la presentazione di un libro (di più di 500 pagine) sulla storia del ricreatorio più famoso di Siena.
Un evento lieto, lietissimo, perchè quando si fa ricerca sul passato (remoto e prossimo) di un oratorio così inserito nel contesto cittadino, non si fa che cosa buona e giusta: non ho ancora letto il libro, ma di certo è così. A prescindere, verrebbe da dire. Onore quindi a Roberto Rosa che ci ha lavorato per anni (non certo per danaro!) con la dedizione dell'appassionato e, ormai, della memoria storica del Costone, e un ringraziamento - da parte di un eretico di formazione costoniana - a tutti quelli che ci hanno lavorato, nonchè a Luca Betti che ha pubblicato il tutto (tra l'altro, editore del primo libro dell'eretico, ancora non tale...).
Queste, in sintesi, le cose belle, fruttifere, come sempre in un libro di ricordi personali, agganciati al contesto storico che copre l'intero arco del Novecento.
Veniamo alle dolenti note.
Nell'insolito abito pretesco, a presentare il volume c'era don Acampa Giuseppe; a parte il fatto che ormai il suo polo principale d'azione (e che azione!) è Colle, ove da tre anni circa è andato a portare l'Evangelo alla popolazione di Colle alta.
C'è da ricordare - i lettori abituali del blog lo sanno bene - che il don in questione, non solo è sotto processo, ma il Pm ha richiesto per lui una condanna piuttosto dura (2 anni e sei mesi). Come risaputo, la sentenza arriverà fra meno di un mese (il 19 luglio). Motivi di opportunità, avrebbero suggerito altro: ma il don poteva forse rinunciare ad un bagno di folla (e di sudore) come quello di stasera? Davanti a lui, il Sindaco Ceccuzzi, compagno di tante bisbocce insieme; quello di Monteriggioni, più autorità bancarie varie (venute per l'estrema unzione di Banca e Fondazione?).
C'era anche il cittadino Antonio Buoncristiani, che se lo sarà mangiato con gli occhi, l'Acampa Giuseppe, vista la enorme stima e fiducia che ripone in lui: tale da non avergli mai fatto neanche sospettare per un nanosecondo che lui potesse essere colpevole dell'incendio (cosa che solo uno psicolabile come il Pm Nicola Marini e pochi altri, possono pensare).
L'eretico si chiede: se per puro caso a Siena esistesse Giustizia, e Acampa venisse condannato il prossimo 19 luglio, tutte queste autorità che cosa dovrebbero fare? Qualcuno chiederebbe scusa, magari al professore Franco Nardi, da Acampa accusato, illo tempore, di essere l'incendiario? Oppure a don Benedetto Rossi, accusato da Mussari Giuseppe (lo scorso 15 giugno) di essere il suggeritore occulto (ma neanche troppo) dell'accanimento contro Acampa da parte degli inquirenti?
Il Costone è passato da don Nazareno Orlandi, da don Vittorio Bonci, financo dal pacioso don Gaetano Rutilo, a don Acampa Giuseppe: fortunatamente - come mi ha detto un vecchio costoniano, all'uscita dal teatro - "i preti passano, il Costone va avanti".
E ha aggiunto: "Forse c'era andata troppo bene per tanti anni, la Provvidenza doveva rifarsi su di noi!".
L'eretico, ovviamente, alla Provvidenza non crede neanche un pochino: ma su questo giudizio, concorda in toto...
Ps Prima di riprendere le tematiche usuali (nonchè le disavventure di Robertino il montepaschino), l'eretico - su sollecitazione di alcuni amici - si tufferà nella paliata incipiente: non per essere una (nel caso, brutta) copia dell'informatissimo Sunto, quanto per dare un taglio informativo originale. Non ci occuperemo di cavalli, e ben poco di fantini. Di altri, sì.
Lo chiameremo L'occhio sul Palio: e sarà un occhio un pochino irriverente...
Riguardo all'estrema unzione del Monte.
RispondiEliminaDato che FORSE ci sono in questi giorni in cui tutti i senesi sono distratti dal panem et palium, alcuni esperti di software sono a Siena (e lo negheranno per sempre) per verificare i costi di integrazione con Banca XXX (...eh questo non ve lo dico...).
E non è una cosa brutta, perchè vi salvano il conto corrente...altrimenti appena si scopre come è stato fatto u bilanc...