L'eretico confessa: sta godendo come pochi, nel corso della lettura di prima mattina dei vari quotidiani (nazionali). L'affaire Penati, in effetti, non può che fare gongolare chi da anni scrive delle zone d'ombra del Pd (troppo facile fare come Rosaria Bindi, per la quale il Pd è pulito, semmai erano sporchi i diesse...). Il "sistema Sesto" è venuto a galla, ed ora c'è il crucifige nei confronti del (ricco, non certo povero) Penati Filippo, fino a ieri osannato per il suo pragmatismo riformatore, alieno dalla facile demagogia dell'antipolitica. Financo il Tribunale interno con i probiviri (primus inter pares il probissimo Luigi Berlinguer, a Siena ben noto) è stato sguinzagliato, per trovare il modo di escogitare la punizione esemplare per il reprobo piddino: ma i Pm di Monza, fortunatamente, sembrano, ad occhio e croce, sulla retta via per fare naufragare il goffo tentativo piddino di circoscrivere a Sesto San Giovanni le magagne del Partito (e Pronzato, e Morichini, dove li mettiamo, per restare solamente a questa estate?). Dagli al Penati Filippo, dunque.
Certo che se iniziasse a parlare lui, sarebbe uno spasso: a parte tutta la questione degli appalti dell'area Falck e delle quote autostradali con il gruppo Gavio (roba decisiva, ma pallosissima da seguire), l'eretico auspicherebbe maggiori chiarimenti su un fronte di irresistibile interesse: quello che l'imprenditore (e pagatore di Penati, per sua stessa ammissione) Piero Di Caterina ha dichiarato a Paolo Berizzi di Repubblica lo scorso 4 agosto ( pagina 11): "Di imprenditori ce n'erano sempre. Quelli erano viaggi per metà di lavoro - diciamo istituzionali o comunque di affari - e per metà di piacere. Brasile, Usa, Repubblica ceca, Slovacchia. Erano gli anni di Penati Sindaco. Solo uomini, niente famiglie". Non risulta che Penati Filippo abbia smentito una virgola di quanto detto da Di Caterina in questa intervista.
Quando queste cose le facevano i craxiani, venivano considerati lo sterco della politica...
A Siena, ovviamente, di viaggi di piacere e non solo pagati con soldi pubblici o della banca, mai neanche l'ombra: solo Penati Filippo, solo lui!
E veniamo alla questione posta dal titolo. Ora Bersani - sbolliti i bollenti spiriti da class action (e da colpo di sole) dei militanti piddini contro i giornali (sic) - si dice incredulo, incapace di capire come sia potuto succedere (inizia a dubitare della propria intelligenza?); in ogni caso, è stato costretto a biascicare qualcosa, dopo reiterate insistenze.
A Siena, visto che c'è un Mussari Giuseppe (main sponsor del Pd locale) sotto inchiesta esattamente come Penati Filippo, Franco Ceccuzzi - che Mussari ben conosce, oltre ad esserne stato testimone di nozze - non dice niente. Aspetta, nicchia, parla di cavalli e trova voce solo per attaccare (giustamente, si capisce) la Brambilla. Se le cose mussariane dovessero mai andare avanti, ci delizierà con una sua esternazione? Semplicemente, ci farà capire come la pensa? Siamo a rischio querela anche solo a chiedere il suo augusto pensiero?
Visto poi che il caso Penati fa riscoprire improvvise verginità a parte del Pd, con continue richieste di "fare piena chiarezza su ogni aspetto della vicenda", e pressanti inviti a rinunciare alla prescrizione, l'eretico si domanda: perchè Ceccuzzi non si unisce al coro dei giustizialisti anti-Penati? Perchè non usa parole nette e perentorie contro di lui come altri piddini di rango (tra cui i suoi amici Rossi e Renzi)? Anche se non se n'è accorto nessuno, è stato per due mandati in Parlamento (a differenza di Rossi e di Renzi): un giudizio di una testa pensante come la sua - in questo momento periglioso per il Pd - potrebbe risollevare il morale della base smarrita.
Dì qualcosa di sinistra, Ceccuzzi; o, almeno, qualcosa di civiltà! Oppure, qualcosa basta sia, purchè non riguardi i cavalli...
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