mercoledì 12 ottobre 2011

Schiantopoli, l'ennesimo scandalo senese...

    Premessa d'obbligo: la notizia di stasera non è una primizia assoluta, avendola data, stamattina, La Nazione, con Cecilia Marzotti (non con la Valdesi, ovviamente...); l'eretico, da par suo, pensa di potere fornire qualche particolare in più, visto che al solito il giornale di quella di Bagnaia, quando parte, lo fa con il freno a mano tirato...

  Questo ennesimo scandalo di una delle città più corrotte d'Italia, lo chiameremo Schiantopoli: quando in una collettività si specula per anni sui morti, vuol dire che siamo alla frutta (forse anche all'ammazzacaffè...).
Ma quale sarebbe questa ditta che raccattava la stragrande maggioranza dei funerali senesi, grazie alla complicità dei necrofori dell'obitorio?
 La ditta Nannoni Srl, una volta presente in Via del Porrione, da qualche anno in Viale Sardegna. Di fatto, questa ditta aveva monopolizzato il mercato del caro estinto senese: per la Procura (nelle vesti del Pm Natalini, nuovo Chiavegatti senese?), in modo del tutto illecito ed illegale. Tale Marcello Nocchi, l'amministratore della ditta, è ovviamente sotto indagine; ma la cosa forse più scandalosa, è che l'ospedale di Siena ha 4 necrofori (stipendiati dall'Asl, nonchè persone incaricate di pubblico servizio), e non ce n'è uno - secondo la Procura - che non stesse al giochino nannoniano.
Uno dei quattro, per non farsi mancare niente, aveva messo il figlio a lavorare dal Nannonmi stesso: più chiaro di così, il giochino...
Il tutto andava verosimilmente avanti da anni, ma nessuno - prima dell'esposto di una ditta concorrente, giustamente incazzatasi alquanto per l'andazzo - si era accorto di niente. Neanche il cappellano dell'obitorio, che all'eretico risulta amicissimo di monsignor Acampa Giuseppe: fra galantuomini...
Questa è un'inchiesta fatta bene, in cui - più ancora delle intercettazioni, certo utili - sono stati di grande aiuto i tabulati telefonici. Anche un ex dipendente della ditta Nannoni (in qualità di persona informata sui fatti) ha contribuito non poco a fare luce su questo puttanaio.

  La civiltà di una collettività- sin dai tempi degli antichi Greci, agli albori della civiltà occidentale - si commisura con il rispetto che si porta ai morti. Si legga l'Iliade, per esempio.
 Che coraggio ci vuole, a candidare la Siena di oggi a Capitale europea della Cultura per il 2019: accontentiamoci di partecipare ad un Festival del Sannio, che forse è meglio (e non è detto che si vinca...). 

11 commenti:

  1. Per i soldi si passa sopra anche ai morti....


    Paolo

    RispondiElimina
  2. Sotto la crosta che tutti gli anni veniva ridipinta con i soldi del monte è pieno di pus.
    Adesso che i soldi per la mano di bianco non si può più dare verranno fuori le crepe e dalle crepe uscirà l'infezione !!

    RispondiElimina
  3. Visto che l'eretico ama il latino: pecunia non olet

    RispondiElimina
  4. Ma qual è la ditta che ha fatto l'esposto contro la Nannoni?

    RispondiElimina
  5. Ma quale è il reato contestato? Non si capisce niente di quello che hanno fatto, nè da La Nazione nè dall'Eretico. Comunque deve essere un mercato strano quello dei funerali, visto che anche gli Enti morali, a Siena, fanno commercio speculando sui morti e sul volontariato. Forza Eretico, vai fino in fondo.

    RispondiElimina
  6. L'esposto l'ha fatto la ditta Luppoli di Siena; il reato, concerne la rivelazione di segreti d'ufficio, visto che i necrofori sono incaricati di pubblico servizio.

    L'eretico

    RispondiElimina
  7. Sono d'accordo su quasi tutto, caro eretico. Ma se Siena diventa Capitale della cultura è una cosa positiva, no?

    RispondiElimina
  8. Dobbiamo solo vergognarci, proprio come collettività

    RispondiElimina
  9. Caro Raffaele Ascheri, in arte “l’Eretico di Siena”, se arte si può definire questo modo di fare scandalistico, ti scrivo come conseguenza del tuo violento attacco di mercoledì scorso dal titolo “Schiantopoli”.
    Ti ho chiamato per nome perché quando ci si presenta è buona educazione presentarsi con nome e cognome e guardarsi anche negli occhi.
    Noi non ci conosciamo anche se, nei giorni scorsi, Ti è piaciuto entrare a gamba tesa nella mia vita, mettermi alla gogna e portare danno a tutto ciò che mi è più caro, dalla famiglia, al mio lavoro, alle mie amicizie.
    Io mi chiamo Marcello Nocchi, si “quel Marcello Nocchi” Amministratore della Ditta Nannoni Srl nonché quarta generazione di quella famiglia onorata che da quasi un secolo, nei momenti di dolore, serve la cittadinanza senese ricevendo da sempre attestazioni di stima e riconoscenza per la dedizione, la professionalità e l’onestà offerte.
    Per queste caratteristiche l’Azienda che rappresento è a tutt’oggi una delle più antiche Aziende di Siena (e d’Italia) ed è potuta sopravvivere e continuare ad essere la più apprezzata nel suo settore malgrado quel “sistema politico-economico senese” che tu sempre critichi e, come ben sai, non è dei più facili per chi non abbia tessere politiche o non goda di simpatie nelle stanze del potere!
    Non ti scrivo per replicare alle ingiuste accuse che mi hai rivolto, ma solamente per consigliarti di guardarti dentro per scoprire da dove sgorghi l’amarezza che ti avvelena così tanto da caricare a testa bassa ogni cosa ti si pari davanti e ti offra la possibilità di sfogarti.
    E non voglio nemmeno entrare nell’argomento dell’inchiesta che hai citato che, messa in piedi circa 4 anni fa dalla P.M. Firrao, è stata poi dalla stessa abbandonata al suo attuale successore, anche perché ho ricevuto la comunicazione di chiusura delle indagini da parte della Procura soltanto 2 giorni fa e, pertanto , non dispongo nemmeno del materiale per potermi difendere dal fango che da più una settimana mi viene tirato addosso pubblicamente.
    Cosa incredibile invece tutte le informazioni, che appunto mi serviranno per discolparmi da accuse infamanti, sono già in tuo possesso ed anche nelle mani di quelli che tu chiami i “galoppini della Sig.ra di Bagnaia” e, posso solo immaginare, anche da un buon numero di giorni, tanto che avete già concluso un processo ed avete già emesso una sentenza di condanna. (SEGUE NEL MESSAGGIO SUCCESSIVO)

    RispondiElimina
  10. (SEGUITO DEL MESSAGGIO PRECEDENTE)
    E questo vorrei domandarti: non ti sembra una cosa inverosimile essere messo alla berlina per “concorso nel reato di divulgazione di segreto d’ufficio” (come tu riferisci nel tuo blog) e di questo essere accusato pubblicamente proprio da chi, a mia opinione, ha commesso veramente questo stesso reato utilizzando un canale “preferenziale” all’interno della Procura della Repubblica?
    Vedi Raffaele, ma come te una Cecilia o un Tommaso o tutti gli altri scandalisti che in questi giorni si sono avvicendati sulla carta stampata o sulla rete, democrazia non significa che uno può fare o dire quello che gli pare senza curarsi del male che può arrecare agli altri; al contrario democrazia significa riconoscere a ciascun individuo la dignità di persona e, di conseguenza, un certo numero di diritti inviolabili.
    Tra questi anche quello, “nel caso di rinvio a giudizio”, di avere un giusto processo, davanti ad un giusto e terzo “Organo riconosciuto” dalla Costituzione ed una sentenza emessa da “Organo giusto, terzo e competente” senza dover sottostare prima a linciaggi derivanti da pregiudizi o livori personali o politici.
    (In questi casi si dovrebbe invece parlare di persecuzione!)
    Chi, al contrario, non riconosce questi diritti ad ogni individuo, non è migliore di chi, per i propri interessi e talvolta manipolando le menti più deboli, arma le mani di qualche centinaio di ragazzi vestiti di nero e li istiga a bruciare e distruggere alla cieca o di chi fa sequestrare aerei di linea carichi di persone innocenti e li fa schiantare sulle Torri Gemelle per sottolineare il proprio dissenso nei confronti della civiltà.
    Nel ricordarti che un rapporto di parentela o una vera e corretta amicizia, basata sulla stima reciproca e sulla lealtà, costituisce reato solo presso le più bieche dittature, ti auguro un serena riesamina delle tue posizioni e ti saluto senza rancore.
    Marcello Nocchi

    RispondiElimina
  11. vedi,caro, la colpa non è delle varie imprese di becchini più o meno s pregiudicati, ma di un sistema che lascia la possibilità di fare mercimonio anche di tali momenti di dolore delle persone e proprio quando siamo più fragili ed invece dovrebbe essere gestito direttamente dal sistema sanitario con prezzi politici e con la cremazione.

    RispondiElimina