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domenica 3 giugno 2012
Cosmopolis: un film per capire la crisi
Il film Cosmopolis (in programmazione da venerdì scorso al cimema Pendola) è un'opera che porta lo spettatore dentro la crisi finanziaria di questi anni. Nel luogo ove essa è nata (Stati Uniti, New York City), ma vista non per gli effetti nefasti che provoca sui cittadini-lavoratori di tutto il mondo, bensì adottando il punto di vista di un golden boy della finanza creativa di questi anni. Tratto dal romanzo di Don DeLillo, il film di David Cronenberg (reduce dallo straordinario A history of violence) è un film a tratti spiazzante, come il protagonista Eric Packer (interpretato da Robert Pattinson, al suo primo ruolo drammatico). Denso, densissimo di spunti per riflettere sull'oggi.
In estrema sintesi, e tenendo ben coperto il finale, la trama (apparentemente dotata di poco senso: apparentemente) è questa: il ricchissimo golden boy della finanza creativa statunitense vuole andare dal suo grattacielo di Manhattan al capo opposto della città (estremità orientale di Brooklyn, pare di capire), per "aggiustarsi il taglio" dei capelli; muovendosi nella sua enorme ed iperaccessoriata limousine, affronta questo viaggio mosso da capricciose finalità tricologiche, nonostante i pericoli che gli vengono suggeriti dalle guardie del corpo e le contestazioni anarcoidi ed anticapitalistiche in cui si imbatte in itinere. Fino al redde rationem finale con l'allucinato e paranoide Paul Giamatti...
Di enorme complessità, questo protagonista impersonato da Patterson: algido eppure debole,fragile; sessualmente adrenalinico ( fra le varie, anche con la sempiterna Juliette Binoche, il tutto consumato all'interno della limousine), ma impossibilitato a fare sesso con l'ancora più algida (rispetto a lui) neomoglie, bionda poetessa; ipocondriaco (si fa fare un check up quotidiano, sempre in limousine!), esente da fumo ed alcol, poi si avvia ad una sorta di autodistruzione sua sponte. E si potrebbe continuare ad elencare le stranezze e le incoerenze del 28enne "newyorchese con le palle", come si autodefinisce (sempre in limousine...).
Ma Cosmopolis - come anticipato - è anche un film sulla crisi: nei 108 minuti della pellicola, non si materializza mai un singolo dollaro. Eppure il denaro è sempre, costantemente, ossessivamente presente: il cedimento psicologico del protagonista ha inizio quando, alla fine della giornata narrata da Cronenberg e DeLillo, lui capisce di avere perduto milioni di dollari in operazioni sbagliate con lo yuan cinese. Tradito dalla moneta cinese, tenuta furbescamente bassa dai cinesi, dunque.
Il protagonista, divenuto troppo presto straricco, non riesce ad accettare l'idea stessa di una sconfitta: da questo fatto (combinato con l'annuncio dell'addio della algida mogliettina), inizia appunto la discesa agli inferi, con tratti che, nel finale, ricordano esplicitamente il De Niro di Taxi driver.
Il protagonista virtuale del film è il cyber-denaro, come viene definito dalla stessa guru di Eric Packer, in uno stimolante colloquio fra i due (ovviamente intra moenia della limousine, tanto per cambiare).
Un film che, se fosse stato girato anche solo dieci anni fa, sarebbe stato cupamente futuribile, oggi è un'opera che non fa altro che descrivere ciò che è accaduto nel 2008, là dove tutto è iniziato, dalla parte del vincente (prima dell'autodistruzione).
A noi che siamo senza limousine, cosa resta da fare? Nel film, abbiamo contestatori che intervengono per le strade, arrivando ad imbrattare la ipermacchina del protagonista (il quale non si scuote neanche un po', continuando a parlare con la sua guru); in un ristorante, entrano dei contestatori con dei ratti in mano, e li lanciano sugli avventori (il protagonista arriva allora ad inarcare le sopracciglia, come unico sussulto).
L'unica volta che qualcuno gli crea davvero problemi (finale a parte), è quando un contestatore di provata esperienza lo aspetta all'uscita della limousine, e gli spiaccica una torta in piena faccia, davanti a svariati fotografi convocati all'uopo.
In quel caso, perfino il sempre controllato golden boy si incazza...
Ps Frase cult del protagonista, più volte reiterata:
"Avere la prostata asimmetrica, è un problema?". Si attendono risposte da urologi di fama...
Scusa il fuori tema.
RispondiEliminaIn risposta ai vari commenti al tuo articolo su ROBURROPOLI ecc. del 31 Maggio,non posso fare a meno di dire la mia opinione,anche se in ritardo : saremo anche un popolo di pecore e di paurosi forse anche per il nostro carattere riservato, ma io credo che la protesta dovrebbe essere organizzata dai partiti di opposizione o liste civiche o movimenti vari formatisi ultimamente a Siena .Come fanno i singoli cittadini a organizzare proteste? Ad esempio chi era presente e magari vicino come la sottoscritta al famoso e caloroso abbraccio al polazzetto dello sport cosa doveva fare per manifestare il suo disgusto ?.. Io immagino striscioni allo stadio,al palaestra e magari anche in Piazza del Campo alla fine dell'estrazione delle contrade ma tutto organizzato da più persone.
Il giorno dopo le dimissioni forzate di Franchino il Ceccuzzi c'erano già per il corso ragazzotti (giovanissimi) che distribuivano volantini colorati del PD con la ridicola scritta IL RINNOVAMENTO NON SI FERMA ..R.F
Caro Eretico, devo fare una premessa, forse un pò prolissa. Apprezzo cordialmente il tuo sforzo di diversificare gli argomenti proposti all'attenzione dei lettori, tali da stimolare valutazioni anche al di là delle note questioni cittadine.
RispondiEliminaNel tuo commento al film, colpisce la freddezza del protagonista di fronte a contestazioni di ogni genere; addirittura rimane imperterrito anche di fronte al lancio di ratti mentre è al ristorante. Ora, per smentire la premessa, ti chiedo: ma siamo certi che nella nostra sbrindellata città non esistano personaggi del genere? Ti rispondo "myself": ma certo che si! Basta scorrere il sito del Dott. Ossequio Bisi che in data 2.6.2012 apre con l'esemplare ed esaustivo titolo (non c'è alcuna necessità di commento)"L'armoniosa litigiosità di Alberto Monaci come soluzione della crisi del Comune?"
Non oso pensare che i tanti senesi normali accettino supinamente che questi degenerati, glaciali ed insensibili tromboni della politica possano ancora infierire sui nobili resti di questo antico popolo. Operiamo, invece, affinchè i loro tremuli posteriori cadano definitivamente dalle loro siamesi ma tarlate poltrone.
Due interventi apprezzabili ed apprezzandi, ma decisamente fuori tema. Meglio restare sul pezzo (cioè sul film), no?
RispondiEliminaPer stare al gioco, comunque: in questa città, limousine megagalattiche nonchè iperaccessoriate NON le ho mai viste (anche perchè certe strade sono un pochino strette, no?); gente che ha sperperato allegramente denaro, direi proprio di sì. Senza ricorrere allo yuan cinese, e, soprattutto, senza mostrare alcun senso di colpa...
L'eretico
Io intendo rimanere in tema. Sono un'appassionata di cinema. E giuro quant'è vero Iddio che non appena la mia otite bilaterale me lo consente (si spera entro il tempo salvifico del prossimo giovedì sera, giacché il venerdì cambiano programmazione)andrò a vedere Cosmopolis. Dovessi andarci con la cornetta del nonno...
EliminaB.K.
e ora dimostrerò di non essere un robot inserendo il codice antispamming
Qui non ci sono limousune, ma fra poco non ci saranno neanche più Pollicini, visto che a metà mese taglieranno un sacco di linee. Tiemme (Toscana Mobilità, ex TRA.I.N.) ha cinque consigli di amministrazione, lo yuan cinese no, ma i consiglieri da mantenere si....
RispondiElimina"La piazza delle cinque lune" attualizzata dal blitz senese.
RispondiEliminaIl possibile “azzeramento di 500 anni di storia” e di patrimonio hanno destato scarsa reazione da parte della comunità senese. Lo “spread” dell’operazione Antonov (10,3 – 2,5=7,8) è stato percepito del tutto congruo. Nessuno si è ravveduto o dichiarato responsabile dell’evidente depauperamento dei beni della comunità.Gran parte dell’opinione pubblica non ha realizzato come possa essere stato facile e deleterio
annullare un” monte” di cospicuo patrimonio, considerato – a ragion veduta – inesauribile .
Il blocco di potere senese definito “groviglio armonioso” è difficile da districare e sarà difficile da realizzare la verità su quanto accaduto al Monte .
Martinelli per giungere alla verità ha usato l’espediente narrativo della scalata della vetta della Torre del Mangia per avere una visione allargata del groviglio sull’affaire Moro.
Potrà essere utile adottare lo stesso approccio agli armoniosi, olezzanti fatti senesi? O bisognerà andare ancora più in alto?
http://cinemacorsaro.blogspot.it/#!/2012/06/un-cinema-cieco-per-un-paese-allo.html
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