Aprendo la posta in cassetta, l'eretico si è trovato di fronte ad una sorpresa: una busta - spedita da Firenze il 23 marzo scorso -con l'indirizzo, il suo, scritto al computer.All'interno, un foglietto con una foto di un qualcosa che sembra una frittata, ma che viene spiegato così: "Lo sformato di carciofi del professorino Raffaele Ascheri".
A fianco della frittata-sformato, un'altra dicitura, che fa capire alla perfezione l'allusione della lettera: "Costo sformato euro 250.000,00". Ancora sotto, in carattere più piccolo, un'ulteriore precisazione: "Il carciofo è proprio una verdura adeguata per il professorino".
A questo punto, sono andato diligentemente - da professorino, appunto - a controllare sul Devoto-Oli, alla voce "carciofo". Penso che l'anonimo si riferisse al significato denigratorio del termine in oggetto, vale a dire "Persona poco intelligente, maldestra o buona a nulla". Mi pare ci siano pochi dubbi al proposito.
In effetti, a volte mi viene da chiedermi: ma se la smettessi? Nessuna più querela, nessuna più causa, nessun problema con nessuno. Magari - da persona invece scaltra, altro che carciofo - andando da qualcuno della Casta, e chiedendogli un bel versamento in banca (Cassa di risparmio di Firenze) in cambio del mio silenzio. Ad occhio e croce, potrei raccattare una bella sommetta.Tale magari da permettermi di smettere anche di fare il professorino, e di permettermi di leggere tutto quello che vorrei e che non ho tempo di leggere, e di scrivere i romanzi che ho in mente, e di terminare i libri di Storia lasciati indietro. Più tante altre belle cose, qui inutili da ricordare.
Sapete qual è l'unico problema, però? Che ci sono facce, visi, espressioni del mio (e non solo) passato, che mi sembrerebbe di tradire: la faccia rotonda e affabile di Giovanni Falcone; i baffi, ingialliti dal fumo, di Paolo Borsellino con i suoi fantastici, penetranti occhi siciliani; Antonino Caponnetto, e la sua, umanissima, disperazione dopo la morte dei due allievi; oppure le rugosità del viso di Renzo Rontini, con la sua ricerca di giustizia per la figlia; ovvero, ancora, Sandro Pertini che - davanti agli operai che non condannano in modo chiaro il terrorismo sanguinario delle Br - dice: "Io i fascisti, li ho visti davvero. Non sono questi che dite!"; il ciuffo maldestro di Walter Tobagi, con la sua pancetta, e tanti, tanti altri ancora, in un caleidoscopio di immagini e ricordi, che sono il mio (e non solo) Pantheon civile di riferimento.
Il carciofo, il professorino, si sentirebbe di tradire la loro memoria, e non lo sopporterebbe.
In una città di gran furboni che sanno sempre - a vento - riconoscere la parte giusta per cui schierarsi, sono contento di essere un carciofo. Molto contento.
Grazie, caro amico/a: la prossima volta - se vuoi - metti pure il nome...
Raffaele Ascheri
Forza Raffaele, sai che ti capisco. Non voglio condizionarti, fa la scelta giusta. Di vigliacchi come questo signore che ti ha scritto Siena e l'Italia è piena....
RispondiEliminaVai avanti Raffaele!
RispondiEliminaM.M.