L'eretico è proprio contento dell'esito dell'incontro alla saletta dei mutilati: come è stato rimarcato, molta gente comune, nessun politico. Ha fatto il suo saluto, prima di andare verso Firenze, Loretana Battistini, senza entrare all'interno. Un po' di grillini (i giovani, più l'immarcescibile e travolgente Mauro Aurigi), ed altri cani sciolti dell'informazione e dell'impegno politico senese.
Tra questi, Giovanni Grasso, che ha lanciato, nei giorni scorsi, la stimolante idea di un bel falò di libri davanti al Duomo: i Vigili del fuoco, li chiamiamo dopo una quindicina di minuti...
Quanto ai giornalisti, ce n'era uno di razza, Alberto Statera di Repubblica: penna graffiante e pungente, esperto degli intrecci tra politica ed economia in Italia. Un esterno, che ha ben capito come funzionano le cose nella Siena mussarocratizzata (ed è stato il primo a parlare della classe dirigente senese come "massoni e comunisti", all'indomani della triste vicenda di Antonveneta). I "giornalisti" senesi, invece, erano tutti impegnati in altro: alcuni saranno stati, come segugi, a braccare Ceccuzzi da un aperitivo all'altro, mettendogli microspie nella giacca per carpirne segreti incoffessabili; altri ancora - pare - erano a cercare di scoprire se davvero Già del Menhir abbia tutti questi problemi al tendine, o ci sia anche dell'altro. Che segugi, abbiamo in casa: i cani da guardia dell'informazione. Come facevano a trovare il tempo per un incontro di questo genere? Tanto ai mutilati si sapeva quello che si sarebbe detto, no?
L'avvocato Luigi De Mossi ha sostenuto che questa sentenza è una sentenza che mette in gioco la libertà di espressione di tutti, non solo dell'eretico in quanto tale. Credo, temo abbia ragione.
L'eretico - a chi gli chiede cosa si possa fare - risponde e risponderà sempre così: cercate di fare uscire da Siena questa vicenda, cercate di fare conoscere il caso Siena. Mandate mail ai giornali nazionali (meglio Il Fatto e pochi altri), lettere, telefonate, usate i piccioni viaggiatori o i falconi: qualunque cosa, pur di fare deflagrare lo scandalo senese.
Chi ha rubato, saccheggiato, spoliato sistematicamente l'Università, chi ha fatto crollare la plurisecolare Banca con l'acquisto scellerato di Antonveneta per compiacere chi di dovere, chi - attraverso il Vangelo - si gonfia il portafoglio e si fa regalare le auto di grossa cilindrata, resta al suo posto, senza pagare niente. Bene così, giusto così.
Siena trionfa, immortale...
Ps Verso la fine della settimana, sarà possibile vedere su youtube la registrazione integrale dell'intervento dell'eretico e dell'avvocato De Mossi. L'eretico, a questo punto, se ne va 4 giorni a Torino: a spiegare un pochino di Risorgimento ai futuri cittadini italiani che si ritrova in classe.
Vista l'Italia di oggi, vista la Siena attuale, c'è il rischio che all'eretico - a furia di parlare di Risorgimento - venga voglia di monarchia...
Raffaele Ascheri
DA GIOVEDI' 25 LUGLIO 2013 IL BLOG SI TRASFERISCE AL SEGUENTE INDIRIZZO: WWW.ERETICODISIENA.IT
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lunedì 28 marzo 2011
domenica 27 marzo 2011
Lettura pubblica della sentenza alla saletta dei mutilati!
Allora ci siamo: domani - lunedì 28 marzo alle 17, 30 - alla saletta (neanche tanto "etta") dell'Associazione mutilati ed invalidi di guerra, l'eretico darà pubblica lettura dei passi salienti della clamorosa sentenza del Giudice Cavoto (quella dei 250mila euro di risarcimento, per capirci). Con lui, ovviamente l'avvocato Luigi De Mossi.
Sarà un'occasione - partendo dalla indubbia "originalità" della sentenza - per parlare dell'articolo 21 della Costituzione italiana, della libertà di stampa in questa città, e del valore di questa sentenza: un monito - chiaro, esplicito, minaccioso - alla libertà di informazione a Siena. Fate attenzione a questo, che è molto significativo: la Curia non dice niente, non rilascia comunicati, fa finta di niente; si chiude sempre più nel suo fortino di potere e denaro, di appoggi trasversali e di silenzio - colpevole - della politica. L'eretico, invece, vuole fare conoscere le cose ai cittadini, anzi cerca gli spazi per farlo (e magari li trova sui giornali nazionali): di qui l'appuntamento di domani.
Un problema che dovrebbe riguardare tutti, non solo l'eretico: perchè oggi tocca a lui, ma in futuro potrebbe toccare anche ad altri. In una città in cui il Presidente del Gruppo stampa è contemporaneamente portavoce del Vescovo (conflitto di interessi?), ed in cui il Presidente dell'onnipotente banca è anche avvocato del monsignore sotto processo(conflitto di interessi?). In una città in cui il monsignore sotto processo (ancora in corso, anche se già assolto per il Giudice Cavoto...), andava regolarmente a pranzo e cena con il Procuratore Capo Calabrese, ora in pensione. Roba che neanche nei libri di Sciascia sulla mafia siciliana, si vedeva.
Quanti saremo, domani? C'è chi dice tanti, chi pensa (e soprattutto spera) quattro gatti: vedremo.
Comunque sia, citando Mao Tse Tung: " Basta una scintilla per infiammare la prateria". La scintilla c'è, eccome: vediamo se la prateria si lascia incendiare.
Di certo, la Casta - come dimostra proprio! l'incendio del 2 aprile 2006 - è piuttosto lenta nel chiamare i Vigili del fuoco...
Raffaele Ascheri
Sarà un'occasione - partendo dalla indubbia "originalità" della sentenza - per parlare dell'articolo 21 della Costituzione italiana, della libertà di stampa in questa città, e del valore di questa sentenza: un monito - chiaro, esplicito, minaccioso - alla libertà di informazione a Siena. Fate attenzione a questo, che è molto significativo: la Curia non dice niente, non rilascia comunicati, fa finta di niente; si chiude sempre più nel suo fortino di potere e denaro, di appoggi trasversali e di silenzio - colpevole - della politica. L'eretico, invece, vuole fare conoscere le cose ai cittadini, anzi cerca gli spazi per farlo (e magari li trova sui giornali nazionali): di qui l'appuntamento di domani.
Un problema che dovrebbe riguardare tutti, non solo l'eretico: perchè oggi tocca a lui, ma in futuro potrebbe toccare anche ad altri. In una città in cui il Presidente del Gruppo stampa è contemporaneamente portavoce del Vescovo (conflitto di interessi?), ed in cui il Presidente dell'onnipotente banca è anche avvocato del monsignore sotto processo(conflitto di interessi?). In una città in cui il monsignore sotto processo (ancora in corso, anche se già assolto per il Giudice Cavoto...), andava regolarmente a pranzo e cena con il Procuratore Capo Calabrese, ora in pensione. Roba che neanche nei libri di Sciascia sulla mafia siciliana, si vedeva.
Quanti saremo, domani? C'è chi dice tanti, chi pensa (e soprattutto spera) quattro gatti: vedremo.
Comunque sia, citando Mao Tse Tung: " Basta una scintilla per infiammare la prateria". La scintilla c'è, eccome: vediamo se la prateria si lascia incendiare.
Di certo, la Casta - come dimostra proprio! l'incendio del 2 aprile 2006 - è piuttosto lenta nel chiamare i Vigili del fuoco...
Raffaele Ascheri
giovedì 24 marzo 2011
Il paonazzo del Nicchio saluta, e si leva i sassolini (sic!)
L'era Cenni, adesso, è davvero finita: a questo punto, lo possiamo dire! Lui, da par suo, ha voluto lasciare testimonianza del suo doppio mandato con un intervento fiume davanti al Guidoriccio, in perfetto stile Cenni: autoreferenziale(davanti, i suoi assessori ed i pretoriani: alla faccia della politica tra la gente!), prolisso fino all'estenuazione, incapace di autocritica neanche davanti all'evidenza.
Va da sè che qualcosa di buono - in dieci anni, e con i contributi che nessuna altra città può avere, e che la Siena futura si sognerà - sia stato fatto: anche nella Germania hitleriana, qualcosa di buono veniva fatto (se è per quello, strade parecchio, parecchio migliori di quelle senesi).
Ad un certo punto - con il collo gonfio più che mai, a stento compresso dalla camicia - si è rallegrato per l'imminente varo della risalita della stazione. Che ha - fra i tanti - un neo grosso come uno dei tanti palazzi costruiti in questi dieci anni: è fuori legge, dato che non è fruibile per i portatori di handicap, come ricordato da Laura Vigni alla sua presentazione (e come la risalita del Costone). Ma Siena è la città solidale, no? Sì, come Mps è la banca etica, e come la Curia è evangelica...
Una delle poche cose davvero di sinistra fatte sotto il decennio cenniano, è il rifacimento dei pisciatoi pubblici in centro: discriminatori verso il gentil sesso, comunque pubblici e gratuiti.Il compagno Cenni li ha riportati al pristino splendore (ora in qualcuno bisognerebbe rimettere le mani, ma non sottilizziamo...).
Durante la sua autosbrodolata che fa rimpiangere i comizi fiume di Fidel Castro dei tempi d'oro, però, non ha trovato il tempo ed il modo (a meno che non l'abbia detto quando mi sono addormentato davanti al televisore, ma non credo) di rammentare ai cittadini che siamo ormai a quota 50 circa, per quanto riguarda gli inquisiti eccellenti senesi (da Mussari Giuseppe, in giù): tra tutti i sassolini che si è voluto togliere, questo se l'è lasciato nelle scarpe, il buon paonazzo nicchiaiolo. Senza capire che se lui si toglie - con mal riposto compiacimento - i sassolini, c'è chi gli vorrebbe tirare le pietre...
La Repubblica di oggi ricorda la figura di Angelo Vassallo, Sindaco Pd di Pollica (nel Cilento), ammazzato come un cane il 5 settembre scorso. Pollica era uno che parlava, se vedeva il malaffare intorno a lui. Per una "strada fantasma" costata alla Provincia di Salerno 615mila euro, il Sindaco di Pollica aveva segnalato per ben sette volte l'anomalia dell'appalto. Li combatteva, gli appalti sospetti, e l'illegalità in generale. "Uno che non chiudeva gli occhi di fronte all'illegalità", dice di lui Dario Del Porto (pagina 27).
Io mi inchino, davanti ad una figura come quella di Vassallo; Maurizio Cenni, si potrebbe inchinare?
Va da sè che qualcosa di buono - in dieci anni, e con i contributi che nessuna altra città può avere, e che la Siena futura si sognerà - sia stato fatto: anche nella Germania hitleriana, qualcosa di buono veniva fatto (se è per quello, strade parecchio, parecchio migliori di quelle senesi).
Ad un certo punto - con il collo gonfio più che mai, a stento compresso dalla camicia - si è rallegrato per l'imminente varo della risalita della stazione. Che ha - fra i tanti - un neo grosso come uno dei tanti palazzi costruiti in questi dieci anni: è fuori legge, dato che non è fruibile per i portatori di handicap, come ricordato da Laura Vigni alla sua presentazione (e come la risalita del Costone). Ma Siena è la città solidale, no? Sì, come Mps è la banca etica, e come la Curia è evangelica...
Una delle poche cose davvero di sinistra fatte sotto il decennio cenniano, è il rifacimento dei pisciatoi pubblici in centro: discriminatori verso il gentil sesso, comunque pubblici e gratuiti.Il compagno Cenni li ha riportati al pristino splendore (ora in qualcuno bisognerebbe rimettere le mani, ma non sottilizziamo...).
Durante la sua autosbrodolata che fa rimpiangere i comizi fiume di Fidel Castro dei tempi d'oro, però, non ha trovato il tempo ed il modo (a meno che non l'abbia detto quando mi sono addormentato davanti al televisore, ma non credo) di rammentare ai cittadini che siamo ormai a quota 50 circa, per quanto riguarda gli inquisiti eccellenti senesi (da Mussari Giuseppe, in giù): tra tutti i sassolini che si è voluto togliere, questo se l'è lasciato nelle scarpe, il buon paonazzo nicchiaiolo. Senza capire che se lui si toglie - con mal riposto compiacimento - i sassolini, c'è chi gli vorrebbe tirare le pietre...
La Repubblica di oggi ricorda la figura di Angelo Vassallo, Sindaco Pd di Pollica (nel Cilento), ammazzato come un cane il 5 settembre scorso. Pollica era uno che parlava, se vedeva il malaffare intorno a lui. Per una "strada fantasma" costata alla Provincia di Salerno 615mila euro, il Sindaco di Pollica aveva segnalato per ben sette volte l'anomalia dell'appalto. Li combatteva, gli appalti sospetti, e l'illegalità in generale. "Uno che non chiudeva gli occhi di fronte all'illegalità", dice di lui Dario Del Porto (pagina 27).
Io mi inchino, davanti ad una figura come quella di Vassallo; Maurizio Cenni, si potrebbe inchinare?
mercoledì 23 marzo 2011
A Siena, esiste ancora la sinistra!
C'è qualcosa di nuovo, anzi d'antico, nella politica senese: la Sinistra (ma sì, usiamo la lettera maiuscola!). Sembrava ormai morta, defunta, perfino mal sepolta, persa fra i Ceccuzzi (che sono di sinistra come Acampa è per il Vangelo), ed i giovanotti che pensano di esserlo perchè hanno i capelli al vento e si sono fatti fare una volta una foto con Vendola. A queste macerie, a questo vuoto (culturale, prima ancora che politico), si è finalmente trovato un antidoto: la candidatura di Laura Vigni, infaticabile archivista e storica comunale. Sempre pronta ad aiutare i giovani (e meno giovani) ricercatori che le chiedono una mano, la sua è una candidatura di spessore, che rappresenta davvero un'opportunità - assolutamente l'unica - per chi si dica di sinistra.
Nella sua presentazione all'Enoteca, la Vigni ha parlato dicendo - incredibile dictu - cose di sinistra, di sinistra autentica. In generale (la pubblicizzazione dell'acqua, business del presente e del futuro), e nello specifico senese: cose che Ceccuzzi e ragazzotti di complemento (per non parlare del filiforme Marzucchi), o non possono dire (vedasi lo stop alla cementificazione), o dicono solo perchè hanno la faccia come il...la meritocrazia, per esempio, è un cavallo di battaglia di tutti: ma come e quanto la si è praticata, in questi anni? Risposte chiare sull'Università (a partire dalle responsabilità dei singoli: Ceccuzzi non lo può dire, se non genericamente), chiarissime su Ampugnano (Ceccuzzi come la pensava, fino ad un po' di tempo fa?), addirittura accenni di polemiche antimassoniche, partendo dalla Carta etica (sic) del Pd: troppa grazia, Laura, troppa grazia! Noi sinistrorsi smarriti, non siamo abituati più a questi discorsi, nemmeno in campagna elettorale! Datti una calmatina, perdinci. Facci rifiatare, almeno un pochino. Non ti approfittare di noi e della nostra buona volontà. In più di mezz'ora, neanche una parola sul fatto che a Siena c'è il Buon governo, che siamo avanti nelle classifiche della qualità della vita...
Nel 2006, il Cardinale Dionigi Tettamanzi disse, a Verona, che è preferibile essere cristiani senza dirlo, che dirlo senza esserlo; Laura Vigni ci ha dimostrato che è meglio essere di sinistra senza avere il bisogno di dirlo, che dirlo senza esserlo. Ah, già: quegli altri ora sono diventati riformisti. Laura, spiegaglielo tu, che il socialismo riformista è stato una cosa seria....
Raffaele Ascheri
Nella sua presentazione all'Enoteca, la Vigni ha parlato dicendo - incredibile dictu - cose di sinistra, di sinistra autentica. In generale (la pubblicizzazione dell'acqua, business del presente e del futuro), e nello specifico senese: cose che Ceccuzzi e ragazzotti di complemento (per non parlare del filiforme Marzucchi), o non possono dire (vedasi lo stop alla cementificazione), o dicono solo perchè hanno la faccia come il...la meritocrazia, per esempio, è un cavallo di battaglia di tutti: ma come e quanto la si è praticata, in questi anni? Risposte chiare sull'Università (a partire dalle responsabilità dei singoli: Ceccuzzi non lo può dire, se non genericamente), chiarissime su Ampugnano (Ceccuzzi come la pensava, fino ad un po' di tempo fa?), addirittura accenni di polemiche antimassoniche, partendo dalla Carta etica (sic) del Pd: troppa grazia, Laura, troppa grazia! Noi sinistrorsi smarriti, non siamo abituati più a questi discorsi, nemmeno in campagna elettorale! Datti una calmatina, perdinci. Facci rifiatare, almeno un pochino. Non ti approfittare di noi e della nostra buona volontà. In più di mezz'ora, neanche una parola sul fatto che a Siena c'è il Buon governo, che siamo avanti nelle classifiche della qualità della vita...
Nel 2006, il Cardinale Dionigi Tettamanzi disse, a Verona, che è preferibile essere cristiani senza dirlo, che dirlo senza esserlo; Laura Vigni ci ha dimostrato che è meglio essere di sinistra senza avere il bisogno di dirlo, che dirlo senza esserlo. Ah, già: quegli altri ora sono diventati riformisti. Laura, spiegaglielo tu, che il socialismo riformista è stato una cosa seria....
Raffaele Ascheri
martedì 22 marzo 2011
Un appuntamento di libertà: l'eretico legge la sentenza...
Quest'oggi, sia Il Manifesto che Repubblica hanno scritto della sentenza dell'ottimo giudice Cavoto: qualcuno dei lettori - immagino - avrà letto. Ad ogni buon conto, l'eretico - come promesso - rompe (oltre ad altro) gli indugi, e lunedì prossimo (ore 17, 30, Saletta dei mutilati alla Lizza) presenzierà ad una lettura pubblica della equilibrata sentenza vergata dal dottor Cavoto (quella dei più di 250mila euro di risarcimento al monsignore ed al Vescovo, per capirsi).
Colgo l'occasione per invitare ufficialmente il cittadino Antonio Buoncristiani (che per hobby fa l'Arcivescovo) ed il cittadino (sotto processo penale, rinviato a giudizio per incendio e calunnia: non assolto come erroneamente scritto da Cavoto...) Giuseppe Acampa: dato che molto si parlerà di loro, invece che mandare come d'abitudine servi sciocchi a presenziare per poi riferire, sarebbe bene che venissero loro di persona, per esporre le loro problematiche ed i loro pensieri sulla vicenda. Forse, anche solo per convertire tante pecorelle ormai smarrite...
Con il mio avvocato Luigi De Mossi, si parlerà quindi della sentenza Cavoto, e poi si aprirà un bel dibattito sulla questione: e tutti potranno dire la loro, senza censure e filtri. Cosa ben rara, a Siena. Purchè in linea, rigorosamente, con l'argomento. Si tratta di un'occasione importante, credo, e per vari motivi; l'invito - così come ad Acampa e a Buoncristiani - è apertissimo a tutti, senza preclusioni. A parte per il magistrato Cavoto: lui - si sa - deve essere assolutamente equidistante. Non ci deve essere neanche un vago sospetto, sulla sua autonomia e sul suo equilibrio!
Anche se ritornerò sull'argomento da qui a lunedì, ringrazio fin da ora tutti coloro che vorranno presenziare: so che una Siena onesta ancora esiste e resiste, ed è a quella - presente in tutti gli schieramenti politici - che mi appello. Per un appuntamento all'insegna della libertà, e della libertà di informazione...
Raffaele Ascheri
Colgo l'occasione per invitare ufficialmente il cittadino Antonio Buoncristiani (che per hobby fa l'Arcivescovo) ed il cittadino (sotto processo penale, rinviato a giudizio per incendio e calunnia: non assolto come erroneamente scritto da Cavoto...) Giuseppe Acampa: dato che molto si parlerà di loro, invece che mandare come d'abitudine servi sciocchi a presenziare per poi riferire, sarebbe bene che venissero loro di persona, per esporre le loro problematiche ed i loro pensieri sulla vicenda. Forse, anche solo per convertire tante pecorelle ormai smarrite...
Con il mio avvocato Luigi De Mossi, si parlerà quindi della sentenza Cavoto, e poi si aprirà un bel dibattito sulla questione: e tutti potranno dire la loro, senza censure e filtri. Cosa ben rara, a Siena. Purchè in linea, rigorosamente, con l'argomento. Si tratta di un'occasione importante, credo, e per vari motivi; l'invito - così come ad Acampa e a Buoncristiani - è apertissimo a tutti, senza preclusioni. A parte per il magistrato Cavoto: lui - si sa - deve essere assolutamente equidistante. Non ci deve essere neanche un vago sospetto, sulla sua autonomia e sul suo equilibrio!
Anche se ritornerò sull'argomento da qui a lunedì, ringrazio fin da ora tutti coloro che vorranno presenziare: so che una Siena onesta ancora esiste e resiste, ed è a quella - presente in tutti gli schieramenti politici - che mi appello. Per un appuntamento all'insegna della libertà, e della libertà di informazione...
Raffaele Ascheri
Candidatura Nannini in pole position : e vai con Ceccuzzini...
L'eretico torna - fresco fresco - dalla presentazione a candidato Sindaco di Alex Nannini. Bella giornata, finalmente primaverile, fa sempre piacere andare a casa Mussari (hotel Garden) a frescheggiare, in attesa di ascoltare il candidato.
Francamente, l'eretico non si aspettava granchè, e, quindi, non è rimasto deluso...perfino la scelta del luogo (l'hotel Garden, appunto, di proprietà della signora Mussari) pare perfetto per fare capire - anche ai duri di comprendonio - come a Siena si voterà per l'asse Pd più Pdl, con la versione Ceccuzzini.
I due, in effetti, sono perfettamente complementari (Nannini, almeno, era bravo con le macchine, questo gli va riconosciuto, ed ha un passato di successo che l'altro se lo sogna la notte): Ceccuzzi da una vita scalpita e si prepara per fare il Sindaco, Nannini fino a luglio scorso non ci aveva mai pensato (l'ha detto lui). Mettete insieme i due, viene fuori un perfetto mix, no? E poi: l'uno ha sempre e solo fatto il politico (sul come, lasciamo perdere); l'altro, mai, e lo rivendica con berlusconiano compiacimento: "io sono un pragmatico". E si potrebbe continuare ancora, a parlare della loro complementarità.
Quanto alla cultura, in questo caso più che complementari, sono speculari: Ceccuzzi - pinta pinta - non è riusciuto a laurearsi; quell'altro - proprio alla presentazione - confonde il Libano con la Libia ("quella di Gheddafi, no?", chiede agli astanti); solo una domanda, sommessa alquanto: con questi Sindaci, si vorrebbe candidare Siena a Capitale della Cultura?
Richiesto di un suo parere su Ceccuzzi, il Nannini lo giudica inadatto a governare Siena "non tanto per lui (ci mancherebbe altro criticare le persone, Ndr), quanto per il Sistema che incarna". Ma il Sistema, non lo fanno proprio le persone? E poi, Nannini chi ha votato, nel 2006, se non questo Sistema, in quel caso il paonazzo del Nicchio?
Quella più contenta - tutta defilata e divertita, borsa di pregio sullaspalla sinistra, in fondo alla sala - era Luisa Stasi in Mussari: in famiglia, chiunque vinca fra i Ceccuzzini, si brinda a champagne. Magari, proprio nei saloni dell'hotel Garden...
Raffaele Ascheri
Francamente, l'eretico non si aspettava granchè, e, quindi, non è rimasto deluso...perfino la scelta del luogo (l'hotel Garden, appunto, di proprietà della signora Mussari) pare perfetto per fare capire - anche ai duri di comprendonio - come a Siena si voterà per l'asse Pd più Pdl, con la versione Ceccuzzini.
I due, in effetti, sono perfettamente complementari (Nannini, almeno, era bravo con le macchine, questo gli va riconosciuto, ed ha un passato di successo che l'altro se lo sogna la notte): Ceccuzzi da una vita scalpita e si prepara per fare il Sindaco, Nannini fino a luglio scorso non ci aveva mai pensato (l'ha detto lui). Mettete insieme i due, viene fuori un perfetto mix, no? E poi: l'uno ha sempre e solo fatto il politico (sul come, lasciamo perdere); l'altro, mai, e lo rivendica con berlusconiano compiacimento: "io sono un pragmatico". E si potrebbe continuare ancora, a parlare della loro complementarità.
Quanto alla cultura, in questo caso più che complementari, sono speculari: Ceccuzzi - pinta pinta - non è riusciuto a laurearsi; quell'altro - proprio alla presentazione - confonde il Libano con la Libia ("quella di Gheddafi, no?", chiede agli astanti); solo una domanda, sommessa alquanto: con questi Sindaci, si vorrebbe candidare Siena a Capitale della Cultura?
Richiesto di un suo parere su Ceccuzzi, il Nannini lo giudica inadatto a governare Siena "non tanto per lui (ci mancherebbe altro criticare le persone, Ndr), quanto per il Sistema che incarna". Ma il Sistema, non lo fanno proprio le persone? E poi, Nannini chi ha votato, nel 2006, se non questo Sistema, in quel caso il paonazzo del Nicchio?
Quella più contenta - tutta defilata e divertita, borsa di pregio sullaspalla sinistra, in fondo alla sala - era Luisa Stasi in Mussari: in famiglia, chiunque vinca fra i Ceccuzzini, si brinda a champagne. Magari, proprio nei saloni dell'hotel Garden...
Raffaele Ascheri
lunedì 21 marzo 2011
Per liberarci di Gheddafi, ci buttiamo su Putin?
L'Italia sta brillando soprattutto per la sua indecisione, da quando - lo scorso 19 marzo - è iniziata la guerra contro Gheddafi. L'unica cosa certa, è che l'Italia è incerta...sorvoliamo il cielo di Tripoli con l'aviazione militare, ma non sganciamo bombe: ecco la vera e propria quintessenza dell'ambiguità diplomatica. La Francia - con la sua ritrovata vena di grandeur gollista - sa bene che, con la sua posizione netta e tranciante, magari dividerà i cuori dei libici, ma si farà amare almeno da una cospicua parte di loro: noi, con i nostri interventi balbuzienti, non raccogliamo simpatie da nessuno, nè le raccoglieremo in seguito, sia che Gheddafi mantenga il potere, sia che lo perda. L'imbarazzo è grande, nel governo Berlusconi; e non potrebbe essere altrimenti: il ricordo ancora fresco degli aerei italiani (Frecce tricolori) usati per omaggiare Gheddafi, invece che bombardarlo; le decine di fanciulle, reclutate per scimmiottare improvvise folgorazioni islamiche sulla via di Tripoli (si vede che Al Qaeda non è più quella di una volta: in altri tempi, sarebbe intervenuta, in qualche modo!); il trattato del 2008, voluto dall'asse Berlusconi-Bossi, ma firmato anche dal Pd (eccetto radicali e Furio Colombo), e tanto altro.
L'eretico, a questo punto, vuole fare un passo indietro, al lontano 1928: Mussolini firmò un Patto (di durata ventennale!) con l'Etiopia (o Abissinia, come si preferiva dire allora). Un Patto di amicizia e collaborazione. Dopo 7 anni, l'Italia invase proditoriamente l'Abissinia, per prendersi un altro (dopo la Libia) "posto al sole", ben più misero del precedente, peraltro (come si vede dalle condizioni anche attuali). La Società delle nazioni (antesignano dell'Onu), ci condannò in modo fermo e risoluto, bloccandoci la fornitura di materie prime per noi assolutamente cogenti (il carbone, in primo luogo). Le famose "inique sanzioni", per capirsi. Allora, l'Italia fascista - al culmine del suo consenso (1936) - si dovette giocoforza avvicinare sempre di più alla Germania nazista, che si era prontamente defilata dalla Società delle Nazioni, appena andato al potere Hitler. Da lì, iniziò quell'abbraccio mortale che ci portà all'Asse Roma-Berlino prima, all'adesione al Patto AntiKomintern dopo, infine al Patto d'Acciaio nel 1939: la guerra era ormai alle porte...
C'è solo da sperare che il concreto rischio di perdere il petrolio e, soprattutto, il gas libico, non ci faccia fare lo stesso errore, quello di avvicinarci troppo - per il fabbisogno di materie prime cogenti - ad uno Stato cui siamo già pericolosamente vicini: la Russia di Putin.
Combattere per la democratizzazione libica (se mai ci sarà), per poi diventare ancora più dipendenti dalla democratura di stampo neostaliniana di Putin: questo - a guardare bene - è uno dei rischi maggiori che corriamo con la partecipazione a questa avventura sulla "quarta sponda"...
L'eretico, a questo punto, vuole fare un passo indietro, al lontano 1928: Mussolini firmò un Patto (di durata ventennale!) con l'Etiopia (o Abissinia, come si preferiva dire allora). Un Patto di amicizia e collaborazione. Dopo 7 anni, l'Italia invase proditoriamente l'Abissinia, per prendersi un altro (dopo la Libia) "posto al sole", ben più misero del precedente, peraltro (come si vede dalle condizioni anche attuali). La Società delle nazioni (antesignano dell'Onu), ci condannò in modo fermo e risoluto, bloccandoci la fornitura di materie prime per noi assolutamente cogenti (il carbone, in primo luogo). Le famose "inique sanzioni", per capirsi. Allora, l'Italia fascista - al culmine del suo consenso (1936) - si dovette giocoforza avvicinare sempre di più alla Germania nazista, che si era prontamente defilata dalla Società delle Nazioni, appena andato al potere Hitler. Da lì, iniziò quell'abbraccio mortale che ci portà all'Asse Roma-Berlino prima, all'adesione al Patto AntiKomintern dopo, infine al Patto d'Acciaio nel 1939: la guerra era ormai alle porte...
C'è solo da sperare che il concreto rischio di perdere il petrolio e, soprattutto, il gas libico, non ci faccia fare lo stesso errore, quello di avvicinarci troppo - per il fabbisogno di materie prime cogenti - ad uno Stato cui siamo già pericolosamente vicini: la Russia di Putin.
Combattere per la democratizzazione libica (se mai ci sarà), per poi diventare ancora più dipendenti dalla democratura di stampo neostaliniana di Putin: questo - a guardare bene - è uno dei rischi maggiori che corriamo con la partecipazione a questa avventura sulla "quarta sponda"...
sabato 19 marzo 2011
Complimenti alla Nazione, e lunga vita alla signora Monti Riffeser
Come è curiosa, la stampa senese! Prendiamo La Nazione: filoBerlusconi in generale, a Siena filo Pd (ora appoggerà un pochino Nannini, che vuol dire appoggiare Ceccuzzi: la candidatura Ceccuzzini...), per salvaguardare al meglio gli interessi della proprietaria Monti Riffeser: alias Bagnaia, per capirsi. C'era bisogno di cambiare destinazione d'uso agli immobili della sciura? Revisione del Protocollo d'Intesa con la Provincia ed i 3 Comuni interessati (gennaio 2006), all'istante (Ceccherini Presidente, più i Sindaci di Murlo, Sovicille e Monteroni). I piddini locali, vanno tenuti buoni buoni buoni. Poi c'è anche l'aeroporto di mezzo...
Ma veniamo al libro La Casta di Siena: la storia è nota, ma oggi è il momento di ritirarla fuori. Natale 2007: una cronista "nazionale" chiama una nota libreria senese, per chiedere quale sia il libro più venduto. Che è quello dell'eretico. "Allora mi dica il secondo, perchè quello noi non lo possiamo neanche nominare!". Questa fu la scelta editoriale della Nazione: complimentoni, davvero. Oggi che il Giudice Cavoto condanna l'eretico (con una sentenza che merita solo di essere letta in pubblico), invece, una paginata intera: wow! Che curiosa asimmetria.E con un articolo sdraiato, dall'inizio alla fine, sulla posizione del Giudice. Non pretendevo che Cecilia Marzotti facesse sviolinate all'eretico, no di certo: bastava , per esempio, leggere il blog, e pubblicarne qualche passaggio sulla sentenza cavotiana (come fatto dal Corriere della sera e - devo dire con merito - anche dal Corriere di Siena di oggi). Non c'era neanche da pagare la telefonata. Era uno sforzo che si poteva fare, no?
La Nazione è fatta così; poi, la domenica, c'è quello che fa il caporedattore (non mi ricordo mai come si chiami: cerco di risparmiare i neuroni per persone più meritevoli) che fa il pistolotto festivo all'insegna dell'ovvietà più trita e ritrita (bisogna rinvigorire l'economia, migliorare i trasporti, lavarsi i denti prima di andare a nanna), e poi, immancabile, conclude con un sardonico "Buona domenica!". Era meglio se scriveva: "Ite, Missa est". Il latino, lo saprà?
Ps Tra le punte di diamante della Nazione, poi, c'è l'ottimo Roberto Romaldo: il quale insegna Religione a scuola (perdinci!), poi è anche portavoce del Vescovo (riperdinci!). Le due cose, almeno, sono coerenti: un po' meno coerente è che lui abbia il coraggio di essere in contemporanea il Presidente della Gruppo stampa autonomo di Siena. Ma il senso del ridicolo, questa gente, non ce l'ha?
Ma veniamo al libro La Casta di Siena: la storia è nota, ma oggi è il momento di ritirarla fuori. Natale 2007: una cronista "nazionale" chiama una nota libreria senese, per chiedere quale sia il libro più venduto. Che è quello dell'eretico. "Allora mi dica il secondo, perchè quello noi non lo possiamo neanche nominare!". Questa fu la scelta editoriale della Nazione: complimentoni, davvero. Oggi che il Giudice Cavoto condanna l'eretico (con una sentenza che merita solo di essere letta in pubblico), invece, una paginata intera: wow! Che curiosa asimmetria.E con un articolo sdraiato, dall'inizio alla fine, sulla posizione del Giudice. Non pretendevo che Cecilia Marzotti facesse sviolinate all'eretico, no di certo: bastava , per esempio, leggere il blog, e pubblicarne qualche passaggio sulla sentenza cavotiana (come fatto dal Corriere della sera e - devo dire con merito - anche dal Corriere di Siena di oggi). Non c'era neanche da pagare la telefonata. Era uno sforzo che si poteva fare, no?
La Nazione è fatta così; poi, la domenica, c'è quello che fa il caporedattore (non mi ricordo mai come si chiami: cerco di risparmiare i neuroni per persone più meritevoli) che fa il pistolotto festivo all'insegna dell'ovvietà più trita e ritrita (bisogna rinvigorire l'economia, migliorare i trasporti, lavarsi i denti prima di andare a nanna), e poi, immancabile, conclude con un sardonico "Buona domenica!". Era meglio se scriveva: "Ite, Missa est". Il latino, lo saprà?
Ps Tra le punte di diamante della Nazione, poi, c'è l'ottimo Roberto Romaldo: il quale insegna Religione a scuola (perdinci!), poi è anche portavoce del Vescovo (riperdinci!). Le due cose, almeno, sono coerenti: un po' meno coerente è che lui abbia il coraggio di essere in contemporanea il Presidente della Gruppo stampa autonomo di Siena. Ma il senso del ridicolo, questa gente, non ce l'ha?
venerdì 18 marzo 2011
Un esempio di senso del limite in Provincia: Tommy Stufano
Come promesso, non fossilizziamoci troppo sulla Curia (scaldando i motori per alcune cosine piccanti, peraltro...): ci sono tanti altri esempi di efficienza e di buon governo senese, che meritano di essere citati, e di non cadere nell'ombra.
I lettori si ricorderanno sicuramente dell'incidente in Pian dei Mantellini, occorso il 6 dicembre 2009 al Direttore generale della Provincia Tommaso Stufano (Tommy, per gli amici): tre macchine sfasciate, tragedia evitata per puro caso.
La Procura ha accertato che il suddetto Stufano - massimo dirigente non politico della Provincia, è bene ricordarlo - poco dopo l'incidente ha lodevolmente cambiato abitudini. E noi ci sentiamo in dovere di segnalare anche le cose positive. Probabilmente scosso per l'incidente, ha deciso che era preferibile farsi accompagnare in giro (con auto ed autista della Provincia), piuttosto che guidare: un vero, positivo esempio di senso del limite. E poi si dice che la pubblica amministrazione non funziona, o che - in taluni casi - mostra arroganza...
L'11 dicembre, per esempio, un agente della Polizia provinciale l'ha accompagnato presso la stazione di Chiusi, con la Lybra in uso al Comandante della Polizia provinciale.
In data 17 dicembre, di nuovo a Chiusi, di nuovo alla stazione. Sempre con la stessa macchina.
Il giorno dopo, poi, alla stazione ferroviaria di Firenze, sempre con la Lybra: no meglio, andare con quei pullman, sempre pieni di gente sudaticcia, quello che ti russa accanto...
In data 23 dicembre - per finire il "mese d'oro" messo sotto inchiesta -, davvero il gran finale: un agente lo ha accompagnato all'area di servizio Siena ovest con altra autovettura di servizio "al fine di attendere l'arrivo della moglie dello Stufano che era in ritardo a causa del traffico in autostrada". Che doveva fare, Tommy? Doveva attraversare a piedi il tratto terminale della Siena-Firenze, perdinci?
Questo - lo ripeto - solo per il mese di dicembre 2009.
In seguito, di certo il Presidente Bezzini gli avrà fatto un'intemerata delle sue, e gli avrà intimato di cambiare registro. Sì, deve essere andata proprio così...
I lettori si ricorderanno sicuramente dell'incidente in Pian dei Mantellini, occorso il 6 dicembre 2009 al Direttore generale della Provincia Tommaso Stufano (Tommy, per gli amici): tre macchine sfasciate, tragedia evitata per puro caso.
La Procura ha accertato che il suddetto Stufano - massimo dirigente non politico della Provincia, è bene ricordarlo - poco dopo l'incidente ha lodevolmente cambiato abitudini. E noi ci sentiamo in dovere di segnalare anche le cose positive. Probabilmente scosso per l'incidente, ha deciso che era preferibile farsi accompagnare in giro (con auto ed autista della Provincia), piuttosto che guidare: un vero, positivo esempio di senso del limite. E poi si dice che la pubblica amministrazione non funziona, o che - in taluni casi - mostra arroganza...
L'11 dicembre, per esempio, un agente della Polizia provinciale l'ha accompagnato presso la stazione di Chiusi, con la Lybra in uso al Comandante della Polizia provinciale.
In data 17 dicembre, di nuovo a Chiusi, di nuovo alla stazione. Sempre con la stessa macchina.
Il giorno dopo, poi, alla stazione ferroviaria di Firenze, sempre con la Lybra: no meglio, andare con quei pullman, sempre pieni di gente sudaticcia, quello che ti russa accanto...
In data 23 dicembre - per finire il "mese d'oro" messo sotto inchiesta -, davvero il gran finale: un agente lo ha accompagnato all'area di servizio Siena ovest con altra autovettura di servizio "al fine di attendere l'arrivo della moglie dello Stufano che era in ritardo a causa del traffico in autostrada". Che doveva fare, Tommy? Doveva attraversare a piedi il tratto terminale della Siena-Firenze, perdinci?
Questo - lo ripeto - solo per il mese di dicembre 2009.
In seguito, di certo il Presidente Bezzini gli avrà fatto un'intemerata delle sue, e gli avrà intimato di cambiare registro. Sì, deve essere andata proprio così...
Una segnalazione...
Grazie ancora per la solidarietà dei lettori, ed ancora scuse per coloro i quali ho dovuto censurare (sì, nel mio piccolo, lo faccio anche io...): per piacere, non inviate mail "colorite" su Acampa e Buoncristiani! Non vorrete mica ledere il loro onore...
Quanto alla vicenda, segnalo ai lettori un articolo sul Corriere della sera di oggi (Cronaca Firenze), a firma David Allegranti: pezzo equilibrato, non certo filo-eretico, tanto per capirsi. Utile per avere una minima idea della sentenza.
Ma è la sentenza stessa (con il suo megarisarcimento) ad essere filo-eretico, paradossalmente: basta avere il tempo ed il modo per farla conoscere. Il difficile, sarà il non tediare i lettori: si farà il possibile, come sempre.E senza perdere di vista gli altri fronti (Ampugnano, Provincia, comunali ed altro): ci sarebbe da scrivere una dozzina di pezzi al giorno, ma come si fa?
Altro problema, posto da alcuni solidarizzanti per mail ed a voce: come si fa a fare qualcosa per manifestare il proprio sentimento verso la sentenza? Problema non facile.
Ma qualcosa, in effetti, va fatta: l'eretico ne sta parlando con altre persone che hanno testato sulla propria pelle la filantropia e lo spirito evangelico del Vescovo e del fido Acampa. Nei prossimi giorni, tramite il blog, l'eretico farà sapere. Si tratta solo di aspettare: pur non stimolati dallo Spirito Santo come il Vescovo, le nostre menti qualcosa dovrebbero riuscire a partorire. Se ovviamente qualcuno ha un'idea che reputa praticabile ed opportuna, si faccia avanti, senza problemi.
Il problema - come sempre - saranno gli spazi: per cercare di restare in tema con il contesto della banda della Curiana, si potrebbe cercare una discoteca, una balera o qualcosa del genere.
Parlando di pesci particolari, ci vuole l'acquario consono...
Raffaele Ascheri
Quanto alla vicenda, segnalo ai lettori un articolo sul Corriere della sera di oggi (Cronaca Firenze), a firma David Allegranti: pezzo equilibrato, non certo filo-eretico, tanto per capirsi. Utile per avere una minima idea della sentenza.
Ma è la sentenza stessa (con il suo megarisarcimento) ad essere filo-eretico, paradossalmente: basta avere il tempo ed il modo per farla conoscere. Il difficile, sarà il non tediare i lettori: si farà il possibile, come sempre.E senza perdere di vista gli altri fronti (Ampugnano, Provincia, comunali ed altro): ci sarebbe da scrivere una dozzina di pezzi al giorno, ma come si fa?
Altro problema, posto da alcuni solidarizzanti per mail ed a voce: come si fa a fare qualcosa per manifestare il proprio sentimento verso la sentenza? Problema non facile.
Ma qualcosa, in effetti, va fatta: l'eretico ne sta parlando con altre persone che hanno testato sulla propria pelle la filantropia e lo spirito evangelico del Vescovo e del fido Acampa. Nei prossimi giorni, tramite il blog, l'eretico farà sapere. Si tratta solo di aspettare: pur non stimolati dallo Spirito Santo come il Vescovo, le nostre menti qualcosa dovrebbero riuscire a partorire. Se ovviamente qualcuno ha un'idea che reputa praticabile ed opportuna, si faccia avanti, senza problemi.
Il problema - come sempre - saranno gli spazi: per cercare di restare in tema con il contesto della banda della Curiana, si potrebbe cercare una discoteca, una balera o qualcosa del genere.
Parlando di pesci particolari, ci vuole l'acquario consono...
Raffaele Ascheri
giovedì 17 marzo 2011
La Giustizia dei potenti non vince sempre. Spesso, però, sì....
In primo luogo, ringrazio i lettori del blog per gli attestati di solidarietà, che non possono non fare piacere: mi scuso per quelli non pubblicati, perchè alla solidarietà si accompagnavano insulti inenarrabili ad Acampa e a Buoncristiani (non che non sia d'accordo, peraltro...).
A chi esorta alla pubblicazione della sentenza, raccomando solo pazienza: ampi passi li pubblicherò, perchè è giusto fare vedere che fine si fa, quando si va a toccare il Potere, in questa città. La sentenza doveva avere un valore esemplare, dunque che serva da esempio per tutti, no? Anche per i lettori del blog! Poi, ognuno giudicherà in onestà intellettuale: non mi resta che appellarmi a quella...
"Ma che t'aspettavi, da una città come questa?", mi dice al telefono un amico, solidarizzante. Forse ha ragione. Sto spiegando ai ragazzi "I promessi sposi": non voglio fare il Renzo che cerca ingenuamente di ribellarsi ai soprusi, ma non riesco a dir loro che le cose siano molto cambiate, sul versante della Giustizia. E a Siena, fra Cristoforo o Cardinale Borromeo non ce ne sono proprio: è difficile trovare perfino qualche onesto don Abbondio...
Proviamo, comunque, a mettere insieme qualche elemento fattuale, fra i tanti: poi, vai con l'onestà intellettuale di cui sopra.
Ho scritto La Casta di Siena tra l'estate e l'autunno del 2007: Acampa non era ancora neanche stato rinviato a giudizio (lo sarebbe stato solo nel febbraio 2008); oggi il processo - se Dio vuole - si sta celebrando, e vedremo come andrà a finire. Ma c'è, eccome se c'è: per l'incendio e per la calunnia (su cui torneremo). Non a caso, il prof. Franco Nardi è parte civile. Non è tutto: c'è un teste difensivo chiave (Gianpaolo Gallù, presunto esperto informatico della Curia stessa) sotto indagine per falsa testimonianza. Chiaro? Perchè - secondo il Pm - ha mentito in un'aula di Tribunale. Nessuno si scandalizza? Siamo a Siena. Non è tutto: colui che era Procuratore Capo a Siena ai tempi dell'incendio, il dottor Calabrese, era solito andare a pranzi, cene e caffè con Giuseppe Acampa (cosa risaputissima, ed ulteriormente acclarata dalle intercettazioni). Nessuno si scandalizza? No, siamo a Siena. Non è tutto: Giuseppe Acampa è vigorosamente difeso in Aula da tale Mussari Giuseppe (peraltro indagato per Galaxopoly), che fa l'avvocato solo per il monsignore in questione. Nessuno si scandalizza? No, siamo a Siena. Non è tutto: la difesa di Acampa (De Martino-Mussari) fa cambiare in corsa - come dettagliato in altro post - la perizia tecnica sull'incendio del 2 aprile 2006. Nessuno si scandalizza? No, siamo a Siena.
Dulcis in fundo, un cittadino che - fra le altre cose - fa lo scrittore, viene condannato a circa 250mila euro per avere "diffamato" Acampa ed il Vescovo, ma l'eretico si è basato solo su materiale giudiziario (intercettazioni, interrogatori di polizia giudiziaria et similia), e su testimonianze dirette (non ascoltate dal Giudice Cavoto, guarda caso...). Se l'eretico avesse dato spazio a tutto ciò che pur sapeva e sa, allora sì che sarebbe stato censurabile: ma così non ha fatto. E posso assicurare che selezionare il materiale su Acampa è cosa ardua, tanto ce n'è. Il cittadino-scrittore viene condannato. Qualcuno - meno male - si scandalizza.
Quasi quasi, mi viene voglia di incendiare qualcosa...
Ps Dopo il letargo invernale, a questo punto dovrò trovare il tempo ed il modo di pubblicare sul blog alcune cose su noti esponenti della Curia di Siena: cose, francamente, imbarazzanti e sgradevoli.
Ma talmente documentate, che potrebbero arrivare a convincere perfino il giudice Cavoto...
Raffaele Ascheri
A chi esorta alla pubblicazione della sentenza, raccomando solo pazienza: ampi passi li pubblicherò, perchè è giusto fare vedere che fine si fa, quando si va a toccare il Potere, in questa città. La sentenza doveva avere un valore esemplare, dunque che serva da esempio per tutti, no? Anche per i lettori del blog! Poi, ognuno giudicherà in onestà intellettuale: non mi resta che appellarmi a quella...
"Ma che t'aspettavi, da una città come questa?", mi dice al telefono un amico, solidarizzante. Forse ha ragione. Sto spiegando ai ragazzi "I promessi sposi": non voglio fare il Renzo che cerca ingenuamente di ribellarsi ai soprusi, ma non riesco a dir loro che le cose siano molto cambiate, sul versante della Giustizia. E a Siena, fra Cristoforo o Cardinale Borromeo non ce ne sono proprio: è difficile trovare perfino qualche onesto don Abbondio...
Proviamo, comunque, a mettere insieme qualche elemento fattuale, fra i tanti: poi, vai con l'onestà intellettuale di cui sopra.
Ho scritto La Casta di Siena tra l'estate e l'autunno del 2007: Acampa non era ancora neanche stato rinviato a giudizio (lo sarebbe stato solo nel febbraio 2008); oggi il processo - se Dio vuole - si sta celebrando, e vedremo come andrà a finire. Ma c'è, eccome se c'è: per l'incendio e per la calunnia (su cui torneremo). Non a caso, il prof. Franco Nardi è parte civile. Non è tutto: c'è un teste difensivo chiave (Gianpaolo Gallù, presunto esperto informatico della Curia stessa) sotto indagine per falsa testimonianza. Chiaro? Perchè - secondo il Pm - ha mentito in un'aula di Tribunale. Nessuno si scandalizza? Siamo a Siena. Non è tutto: colui che era Procuratore Capo a Siena ai tempi dell'incendio, il dottor Calabrese, era solito andare a pranzi, cene e caffè con Giuseppe Acampa (cosa risaputissima, ed ulteriormente acclarata dalle intercettazioni). Nessuno si scandalizza? No, siamo a Siena. Non è tutto: Giuseppe Acampa è vigorosamente difeso in Aula da tale Mussari Giuseppe (peraltro indagato per Galaxopoly), che fa l'avvocato solo per il monsignore in questione. Nessuno si scandalizza? No, siamo a Siena. Non è tutto: la difesa di Acampa (De Martino-Mussari) fa cambiare in corsa - come dettagliato in altro post - la perizia tecnica sull'incendio del 2 aprile 2006. Nessuno si scandalizza? No, siamo a Siena.
Dulcis in fundo, un cittadino che - fra le altre cose - fa lo scrittore, viene condannato a circa 250mila euro per avere "diffamato" Acampa ed il Vescovo, ma l'eretico si è basato solo su materiale giudiziario (intercettazioni, interrogatori di polizia giudiziaria et similia), e su testimonianze dirette (non ascoltate dal Giudice Cavoto, guarda caso...). Se l'eretico avesse dato spazio a tutto ciò che pur sapeva e sa, allora sì che sarebbe stato censurabile: ma così non ha fatto. E posso assicurare che selezionare il materiale su Acampa è cosa ardua, tanto ce n'è. Il cittadino-scrittore viene condannato. Qualcuno - meno male - si scandalizza.
Quasi quasi, mi viene voglia di incendiare qualcosa...
Ps Dopo il letargo invernale, a questo punto dovrò trovare il tempo ed il modo di pubblicare sul blog alcune cose su noti esponenti della Curia di Siena: cose, francamente, imbarazzanti e sgradevoli.
Ma talmente documentate, che potrebbero arrivare a convincere perfino il giudice Cavoto...
Raffaele Ascheri
mercoledì 16 marzo 2011
Finalmente un po' di Giustizia: l'eretico condannato!
Anche nella piccola e sonnacchiosa Siena, finalmente, c'è un po' di Giustizia: di quella con la G maiuscola, appunto!
"In nome del popolo italiano", il Giudice Giuseppe Cavoto ha deciso sulla causa intentata contro l'eretico da don Acampa e dal Vescovo Buoncristiani (anche dalla Curia, ad essere precisi: cosa loro in toto, evidentemente...).
L'eretico, dunque, è stato duramente condannato, per diffamazione aggravata, verso i due noti beneffatori del gregge cattolico senese, per quello che aveva scritto nel libro La Casta di Siena.
Una manciata di euro, il risarcimento: 90mila euro per Acampa, 70mila per Buoncristiani, 50mila per la Curia, il tutto condito da più di 30mila euro di spese processuali. Più altre cosette accessorie, che tralascio.
Ci sarà tempo e modo, per entrare nel merito della sentenza emessa dal dottor Cavoto: e, ovviamente, la stessa sarà appellata. Ci mancherebbe altro.
Disponendo di ben pochi beni di proprietà, e guadagnando 1400 euro circa al mese, ringrazio il Giudice che, evidentemente, mi reputa capace di un'attività lavorativa di ancora un'ottantina d'anni: d'altra parte, non arriveremo tutti a 120 anni di vita, come sostiene qualcuno? Grazie, dottor Cavoto, grazie dell'augurio...
Dico solo una cosina ai due "vittoriosi" (Acampa e Buoncristiani), i quali molto evangelicamente ora staranno pregando per l'eretico e per la salvezza della sua peccaminosa anima (ma anche per la salvezza del portafoglio: altrimenti, non gli si può pelare proprio niente...): non pensino che questa sentenza - sulla quale, ripeto, mi piacerà ritornare nel dettaglio - esaurisca il mio impegno nel fare conoscere alla città i loro comportamenti. Da quattro anni - vox clamans in deserto - l'eretico lo fa: e non ha intenzione alcuna di smettere, anzi! Comunque, consoliamoci: a Giordano Bruno e a tantissimi altri, è andata parecchio peggio.
E poi, tempo fa, il nostro pastore, il nostro successore apostolico (sic!), aveva detto che gli eventuali danari, li avrebbe dati tutti in beneficienza. Non avrà mica cambiato idea?
Raffaele Ascheri
"In nome del popolo italiano", il Giudice Giuseppe Cavoto ha deciso sulla causa intentata contro l'eretico da don Acampa e dal Vescovo Buoncristiani (anche dalla Curia, ad essere precisi: cosa loro in toto, evidentemente...).
L'eretico, dunque, è stato duramente condannato, per diffamazione aggravata, verso i due noti beneffatori del gregge cattolico senese, per quello che aveva scritto nel libro La Casta di Siena.
Una manciata di euro, il risarcimento: 90mila euro per Acampa, 70mila per Buoncristiani, 50mila per la Curia, il tutto condito da più di 30mila euro di spese processuali. Più altre cosette accessorie, che tralascio.
Ci sarà tempo e modo, per entrare nel merito della sentenza emessa dal dottor Cavoto: e, ovviamente, la stessa sarà appellata. Ci mancherebbe altro.
Disponendo di ben pochi beni di proprietà, e guadagnando 1400 euro circa al mese, ringrazio il Giudice che, evidentemente, mi reputa capace di un'attività lavorativa di ancora un'ottantina d'anni: d'altra parte, non arriveremo tutti a 120 anni di vita, come sostiene qualcuno? Grazie, dottor Cavoto, grazie dell'augurio...
Dico solo una cosina ai due "vittoriosi" (Acampa e Buoncristiani), i quali molto evangelicamente ora staranno pregando per l'eretico e per la salvezza della sua peccaminosa anima (ma anche per la salvezza del portafoglio: altrimenti, non gli si può pelare proprio niente...): non pensino che questa sentenza - sulla quale, ripeto, mi piacerà ritornare nel dettaglio - esaurisca il mio impegno nel fare conoscere alla città i loro comportamenti. Da quattro anni - vox clamans in deserto - l'eretico lo fa: e non ha intenzione alcuna di smettere, anzi! Comunque, consoliamoci: a Giordano Bruno e a tantissimi altri, è andata parecchio peggio.
E poi, tempo fa, il nostro pastore, il nostro successore apostolico (sic!), aveva detto che gli eventuali danari, li avrebbe dati tutti in beneficienza. Non avrà mica cambiato idea?
Raffaele Ascheri
martedì 15 marzo 2011
Il Risorgimento a Siena: come festeggia la Casta...
Dopo un post serio come quello di ieri, l'eretico si rituffa volentieri nella pirotecnica vita cittadina, ma senza abbandonare il Risorgimento, di cui si celebra la "settimana santa" che avrà il suo acmè giovedì 17.
Cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno, se possibile: mi ripeto che, in fin dei conti, dopo tutto questo parlare di Risorgimento, qualcuno, magari, andrà perfino a studiarlo, o almeno a leggere qualcosa (anche i fumetti, al limite!).
A livello locale, l'ideologo del 17 marzo in salsa panforte è certamente Stefano Bisi: coerente con la sua vicenda personale di massone, e con le prese di posizione del Corriere di Siena (su Via XX settembre mancante a Siena, per esempio, o sul degrado del cimitero dei garibaldini, ed altro ancora): tutte cose buone e giuste. Quello che francamente digerisco meno è la necessità - come d'abitudine - di firmare, in questo caso per ritrovarsi davanti al neopulito Monumento per l'Indipendenza. Sembra la solita chiamata a raccolta bisiana, di cui non si sentiva un gran bisogno.
Come lo festeggeranno, i nostri eroi della Casta, questo evento?
Gabriello Mancini, per esempio, cosa farà mai? Potrebbe indossare una camicia rossa, e mimare mosse garibaldine, per quanto più abituato alla genuflessione clericale: la camicia, tra l'altro, forse non reggerebbe la carica, ma la sua figura Gabriellone la farebbe. Certo, Garibaldi gli direbbe di perdere qualche chilo: con quel fisico, pare più un vescovo, che un rivoluzionario. E i vescovi - 150 anni fa - pintavano tutti contro...
Ed il prode Bezzini, quello che pare sia il Presidente della Provincia (anche se in pochi lo sanno)? Lui è uno che per il Risorgimento ci sente, davvero: non c'è niente da fare. Visti gli ultimi accadimenti ( leggasi i post su cinghialopoli), sembra abbia fondato un corpo d'èlite della Provincia: i "Cinghialai risorgimentali". Zona d'assalto preferita, le campagne del Senese: morte ai cinghiali austriacanti, dunque!
Prima di abbattere ogni capo, però, il Bezzini vuole attendere, cauto e circospetto com'è: pretende il certificato di tracciabilità per ogni bestia, per essere sicuri sicuri.
Ed il futuro Sindaco? Franco, è in difficoltà: già ha dovuto aggiungere alla sciarpa della Mens sana quella della Robur, ora non sa più come mettersi, per festeggiare il Risorgimento. Uno dei suoi cappellini da baseball, con il tricolore d'ordinanza dipinto all'uopo? Occhiali griffati bianco, rosso e verde? Ma soprattutto: che bisogna dire, in questa occasione? "Io quelle solite tre o quattro cosine sulla Resistenza, le avevo imparate, dopo tanti anni di manifestazioni: avevo imparato anche la differenza tra l'8 settembre ed il 25 aprile! Era stata dura, ma ce l'avevo fatta! Ora, però, che ca...dico?", pare si sia lasciato andare con un suo sodale. All'Assessore Flores, poi, si vergogna di chiedere lumi, per paura di fare figuracce; al Sindaco attuale lo stesso, perchè teme che gli suggerisca date sbagliate, a mo' di perfido tranello. A chi chiedere, allora? La solitudine dell'uomo di Potere: non si può fidare di nessuno...
Mussari Giuseppe, invece, essendo di gran lunga il meglio pezzo del bigoncio (nonostante qualche scivolata storica gli appartenga), saprà ottimizzare anche questo evento da par suo: a sorpresa, verrà lanciata una campagna molto trendy, per favorire il brand Mps, sempre più glamour. Sembra che annuncerà una campagna promozionale in grande stile (reclutati mille volenterosi, speranti nel non licenziamento: e Lui fa Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele insieme...). Per proporsi sempre più come banca etica e patriottica allo stesso tempo, ecco il botto mussariano: mille euro di bonus aziendale a tutti i dipendenti partecipanti alla Spedizione dei Mille e ad almeno due guerre d'Indipendenza! Canale Tre ci farà una serata speciale, per la premiazione.
Dite che non c'è più nessun sopravvissuto? Davvero? Beh, noi bella figura s'è fatta uguale, e a costo zero: oltre che etici, siamo anche patriottici. Vuol dire che i soldi risparmiati, si danno ai nostri campioni del basket: altro che l'Italia, quelli. Quelli devono conquistare l'Europa!
E il Risorgimento, è sempre più blu...
Raffaele Ascheri
Cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno, se possibile: mi ripeto che, in fin dei conti, dopo tutto questo parlare di Risorgimento, qualcuno, magari, andrà perfino a studiarlo, o almeno a leggere qualcosa (anche i fumetti, al limite!).
A livello locale, l'ideologo del 17 marzo in salsa panforte è certamente Stefano Bisi: coerente con la sua vicenda personale di massone, e con le prese di posizione del Corriere di Siena (su Via XX settembre mancante a Siena, per esempio, o sul degrado del cimitero dei garibaldini, ed altro ancora): tutte cose buone e giuste. Quello che francamente digerisco meno è la necessità - come d'abitudine - di firmare, in questo caso per ritrovarsi davanti al neopulito Monumento per l'Indipendenza. Sembra la solita chiamata a raccolta bisiana, di cui non si sentiva un gran bisogno.
Come lo festeggeranno, i nostri eroi della Casta, questo evento?
Gabriello Mancini, per esempio, cosa farà mai? Potrebbe indossare una camicia rossa, e mimare mosse garibaldine, per quanto più abituato alla genuflessione clericale: la camicia, tra l'altro, forse non reggerebbe la carica, ma la sua figura Gabriellone la farebbe. Certo, Garibaldi gli direbbe di perdere qualche chilo: con quel fisico, pare più un vescovo, che un rivoluzionario. E i vescovi - 150 anni fa - pintavano tutti contro...
Ed il prode Bezzini, quello che pare sia il Presidente della Provincia (anche se in pochi lo sanno)? Lui è uno che per il Risorgimento ci sente, davvero: non c'è niente da fare. Visti gli ultimi accadimenti ( leggasi i post su cinghialopoli), sembra abbia fondato un corpo d'èlite della Provincia: i "Cinghialai risorgimentali". Zona d'assalto preferita, le campagne del Senese: morte ai cinghiali austriacanti, dunque!
Prima di abbattere ogni capo, però, il Bezzini vuole attendere, cauto e circospetto com'è: pretende il certificato di tracciabilità per ogni bestia, per essere sicuri sicuri.
Ed il futuro Sindaco? Franco, è in difficoltà: già ha dovuto aggiungere alla sciarpa della Mens sana quella della Robur, ora non sa più come mettersi, per festeggiare il Risorgimento. Uno dei suoi cappellini da baseball, con il tricolore d'ordinanza dipinto all'uopo? Occhiali griffati bianco, rosso e verde? Ma soprattutto: che bisogna dire, in questa occasione? "Io quelle solite tre o quattro cosine sulla Resistenza, le avevo imparate, dopo tanti anni di manifestazioni: avevo imparato anche la differenza tra l'8 settembre ed il 25 aprile! Era stata dura, ma ce l'avevo fatta! Ora, però, che ca...dico?", pare si sia lasciato andare con un suo sodale. All'Assessore Flores, poi, si vergogna di chiedere lumi, per paura di fare figuracce; al Sindaco attuale lo stesso, perchè teme che gli suggerisca date sbagliate, a mo' di perfido tranello. A chi chiedere, allora? La solitudine dell'uomo di Potere: non si può fidare di nessuno...
Mussari Giuseppe, invece, essendo di gran lunga il meglio pezzo del bigoncio (nonostante qualche scivolata storica gli appartenga), saprà ottimizzare anche questo evento da par suo: a sorpresa, verrà lanciata una campagna molto trendy, per favorire il brand Mps, sempre più glamour. Sembra che annuncerà una campagna promozionale in grande stile (reclutati mille volenterosi, speranti nel non licenziamento: e Lui fa Garibaldi, Cavour e Vittorio Emanuele insieme...). Per proporsi sempre più come banca etica e patriottica allo stesso tempo, ecco il botto mussariano: mille euro di bonus aziendale a tutti i dipendenti partecipanti alla Spedizione dei Mille e ad almeno due guerre d'Indipendenza! Canale Tre ci farà una serata speciale, per la premiazione.
Dite che non c'è più nessun sopravvissuto? Davvero? Beh, noi bella figura s'è fatta uguale, e a costo zero: oltre che etici, siamo anche patriottici. Vuol dire che i soldi risparmiati, si danno ai nostri campioni del basket: altro che l'Italia, quelli. Quelli devono conquistare l'Europa!
E il Risorgimento, è sempre più blu...
Raffaele Ascheri
lunedì 14 marzo 2011
Il Risorgimento tradito...
Siamo entrati nella "settimana santa" dedicata al Risorgimento ed all'Unità d'Italia. Inutile dire quanto l'eretico sia contento e gratificato di ciò: perfino in televisione, perfino in orari accessibili, compaiono programmi di buona divulgazione storica, incredibile dictu. Di cui in Italia c'è un bisogno drammatico: per i giovani, ma - tristemente - forse ancora di più per gli adulti. L'ho già scritto: l'adulto medio sotto i 50 anni, è quasi del tutto ignorante, a proposito del Risorgimento. In larga parte, purtroppo, lo rimarrà anche passata l'euforia dei 150 anni.
Quello che più indigna - e che è possibile proprio grazie all'ignoranza di cui sopra - è che a festeggiare, ed in prima fila, ci sia la Chiesa cattolica: Mazzini, Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele II (meglio specificare l'ordinale...), si staranno rivoltando nella tomba, nel guardare siffatto spettacolo. Se non ci fosse l'ignoranza che c'è, tutto ciò davvero non sarebbe possibile. Da questo punto di vista, queste celebrazioni (inaugurate con l'offensiva presenza del Segretario di Stato vaticano Bertone alla celebrazione di Porta Pia, lo scorso XX settembre) realmente offendono lo spirito di chi ha combattuto per la Patria, e che aveva - fra i più acerrimi nemici, e spesso armi in mano - proprio il temporalismo papale. Sempre ben presente, carsicamente, in molti settori della Chiesa (Sergio Romano dixit).
Non ha più l'esercito, il Papa, certo; non ha più le "divisioni" di staliniana memoria, senza dubbio. Ma il potere temporalistico è anche quello economico-finanziario (vedasi lo Ior, ma non solo), quello mediatico (televisivo in modo particolare: chi parla più, in Italia, dello scandalo pedofilia?), quello dei privilegi vari che - in certi campi - sono simillimi a quelli che i Savoia abolirono con la Legge Siccardi, prima ancora che si facesse l'Italia.
Giustamente, lo storico Sergio Luzzatto ricordava lunedì scorso nella trasmissione di Gad Lerner che il cinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia (1911) si celebrò con la Chiesa declinante, a livello di Potere (ed era anche l'anno della campagna di Libia, curiosità della Storia): un sano senso di laicità - ispirato beneficamente dalla Francia - pervadeva l'Italia giolittiana. Tutt'altro che "italietta", come invece sosteneva qualcuno, preparando un'Italia ben diversa.
Il centenario (1961), vide una Chiesa alle prese con la temperie del Concilio Vaticano secondo, guidata dal "Papa buono" (i precedenti erano "cattivi"?) Giovanni XXIII: una Chiesa che si metteva in discussione, che si apriva, che si offriva alla modernità.
Nel centocinquantesimo, l'Italia del bunga bunga vede un neotemporalismo vaticano più forte ed aggressivo che mai: forse dai tempi di Pio XII (quando almeno aveva un Pci che - in parte - lo contrastava), forse financo dalla Breccia di Porta Pia. Con nessuna forza politica che ne metta in discussione, in alcun modo, i privilegi. Ed il Vaticano - con la sua sagacia plurisecolare - è ben lieto di salire, nonostante la Storia, sul carro dei vincitori...
Ps Dedico questo articolo al grande Ernesto Rossi. Uno che avrebbe davvero ancora tantissimo, da dire: anche se, forse, quasi nessuno lo ascolterebbe...
Raffaele Ascheri
Quello che più indigna - e che è possibile proprio grazie all'ignoranza di cui sopra - è che a festeggiare, ed in prima fila, ci sia la Chiesa cattolica: Mazzini, Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele II (meglio specificare l'ordinale...), si staranno rivoltando nella tomba, nel guardare siffatto spettacolo. Se non ci fosse l'ignoranza che c'è, tutto ciò davvero non sarebbe possibile. Da questo punto di vista, queste celebrazioni (inaugurate con l'offensiva presenza del Segretario di Stato vaticano Bertone alla celebrazione di Porta Pia, lo scorso XX settembre) realmente offendono lo spirito di chi ha combattuto per la Patria, e che aveva - fra i più acerrimi nemici, e spesso armi in mano - proprio il temporalismo papale. Sempre ben presente, carsicamente, in molti settori della Chiesa (Sergio Romano dixit).
Non ha più l'esercito, il Papa, certo; non ha più le "divisioni" di staliniana memoria, senza dubbio. Ma il potere temporalistico è anche quello economico-finanziario (vedasi lo Ior, ma non solo), quello mediatico (televisivo in modo particolare: chi parla più, in Italia, dello scandalo pedofilia?), quello dei privilegi vari che - in certi campi - sono simillimi a quelli che i Savoia abolirono con la Legge Siccardi, prima ancora che si facesse l'Italia.
Giustamente, lo storico Sergio Luzzatto ricordava lunedì scorso nella trasmissione di Gad Lerner che il cinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia (1911) si celebrò con la Chiesa declinante, a livello di Potere (ed era anche l'anno della campagna di Libia, curiosità della Storia): un sano senso di laicità - ispirato beneficamente dalla Francia - pervadeva l'Italia giolittiana. Tutt'altro che "italietta", come invece sosteneva qualcuno, preparando un'Italia ben diversa.
Il centenario (1961), vide una Chiesa alle prese con la temperie del Concilio Vaticano secondo, guidata dal "Papa buono" (i precedenti erano "cattivi"?) Giovanni XXIII: una Chiesa che si metteva in discussione, che si apriva, che si offriva alla modernità.
Nel centocinquantesimo, l'Italia del bunga bunga vede un neotemporalismo vaticano più forte ed aggressivo che mai: forse dai tempi di Pio XII (quando almeno aveva un Pci che - in parte - lo contrastava), forse financo dalla Breccia di Porta Pia. Con nessuna forza politica che ne metta in discussione, in alcun modo, i privilegi. Ed il Vaticano - con la sua sagacia plurisecolare - è ben lieto di salire, nonostante la Storia, sul carro dei vincitori...
Ps Dedico questo articolo al grande Ernesto Rossi. Uno che avrebbe davvero ancora tantissimo, da dire: anche se, forse, quasi nessuno lo ascolterebbe...
Raffaele Ascheri
sabato 12 marzo 2011
Mussari show (II): la Siena vincente ed i "braccettisti" indisciplinati
Riparlando della kermesse della Siena vincente di ieri sera al Sms con un amico, l'eretico rifletteva sul comportamento del pubblico in piedi: come accennato nel post precedente, tanto numeroso, quanto rumoroso.
Io ero fra loro, all'inizio; l'amico anche. Entrambi quindi testimoni dell'intervento del direttore de L'Espresso, Manfellotto, il quale - appena presa la parola - ha dovuto fare un intervento, fra il garbato e l'autoritario, con il quale esortava al silenzio quelli in fondo, quantomeno per dare la possibilità a quelli davanti (seduti) di ascoltare qualcosa. Mussari pareva imbarazzato, e ne aveva ben donde: non so a quante conferenze, Manfellotto sia dovuto ricorrere ad esortazioni di siffatto tenore.
Esattamente come si fa a scuola, con le classi indisciplinate: gli studiosi davanti, seri e presi dalla lezione; quelli indietro, a fare di tutto. Pari pari al Sms ieri. Mentre Isabelli Becchi introduceva , per l'Associazione Per Siena, il tema (andando un pochino lunga), quelli in fondo si davano alla pazza gioia: abbraccioni, sorrisi pieni di complicità, micro capannelli ("lo vedi quanti siamo? Qualcuno ci sforma di sicuro!", dice uno, tutto insciarpato, ad un altro esponente della Siena vincente). Nelle retrovie, c'è gran movimento: si aggirano personaggi con ampie criniere ed in scarpe da ginnastica, facce che Lombroso classificherebbe in modo ben preciso, belle signore messe in tiro. Della intervista (all'acqua di rose) di Manfellotto a Mussari, del Pil che deflette e del patto fra Capitale e lavoro, questi se ne strafregano.Come gli studenti di certe classi, tanto sanno bene che loro - di riffa o di raffa - la licenza (vedasi la poltrona), la raccattano di sicuro: se non va bene la Maturità, vuol dire andranno al Cepu o al Manzoni (mi dicono esista ancora). L'importante è arrivare alla meta. E che gli sgobboni, sgobbino pure: loro prendono a braccetto un mare di gente, intanto. I "braccettisti" - nell'Italia di oggi, nella Siena di oggi - vanno avanti; gli altri, dipende.
Raffaele Ascheri
Io ero fra loro, all'inizio; l'amico anche. Entrambi quindi testimoni dell'intervento del direttore de L'Espresso, Manfellotto, il quale - appena presa la parola - ha dovuto fare un intervento, fra il garbato e l'autoritario, con il quale esortava al silenzio quelli in fondo, quantomeno per dare la possibilità a quelli davanti (seduti) di ascoltare qualcosa. Mussari pareva imbarazzato, e ne aveva ben donde: non so a quante conferenze, Manfellotto sia dovuto ricorrere ad esortazioni di siffatto tenore.
Esattamente come si fa a scuola, con le classi indisciplinate: gli studiosi davanti, seri e presi dalla lezione; quelli indietro, a fare di tutto. Pari pari al Sms ieri. Mentre Isabelli Becchi introduceva , per l'Associazione Per Siena, il tema (andando un pochino lunga), quelli in fondo si davano alla pazza gioia: abbraccioni, sorrisi pieni di complicità, micro capannelli ("lo vedi quanti siamo? Qualcuno ci sforma di sicuro!", dice uno, tutto insciarpato, ad un altro esponente della Siena vincente). Nelle retrovie, c'è gran movimento: si aggirano personaggi con ampie criniere ed in scarpe da ginnastica, facce che Lombroso classificherebbe in modo ben preciso, belle signore messe in tiro. Della intervista (all'acqua di rose) di Manfellotto a Mussari, del Pil che deflette e del patto fra Capitale e lavoro, questi se ne strafregano.Come gli studenti di certe classi, tanto sanno bene che loro - di riffa o di raffa - la licenza (vedasi la poltrona), la raccattano di sicuro: se non va bene la Maturità, vuol dire andranno al Cepu o al Manzoni (mi dicono esista ancora). L'importante è arrivare alla meta. E che gli sgobboni, sgobbino pure: loro prendono a braccetto un mare di gente, intanto. I "braccettisti" - nell'Italia di oggi, nella Siena di oggi - vanno avanti; gli altri, dipende.
Raffaele Ascheri
venerdì 11 marzo 2011
Mussari show: piena sufficienza, ma con gaffe...
La sala delle balie era strapiena (di un pubblico anche indisciplinato e rumoroso), nel pomeriggio di oggi, per Mussari Giuseppe, l'indagato più applaudito del Senese.
E Lui, tutto sommato, non è andato male, anzi: si vede che il giovane (per i tempi della gerontocrazia italiana) banchiere si sta sempre più appropriando del lessico dell'uomo di finanza, del conoscitore di economia. Persona intelligente, in un decennio ha fatto indubbiamente passi di avanti, niente da dire. Secondo l'eretico, un 6 e mezzo lo merita: non di più (e dirò perchè), ma neanche di meno.
Un pochino troppo filotremontiano (e senza dire l'amaro perchè...), Mussari ormai parla di "dinamica del Pil che flette", di "operazioni di sistema" (che gli darebbero l'orticaria), è in grado di spaziare dalla Germania agli accadimenti nord africani e del Medio Oriente, cita Basilea 3 (il suo incubo notturno!), adotta espressioni bersanian-kennediane ("rimboccarsi le maniche").
Niente di trascendentale, sia chiaro, ma neanche così male. Avrebbe forse preso di più del sei e mezzo, se non si fosse trovato davanti un Bruno Manfellotto - direttore de L'Espresso - davvero troppo accondiscendente e piacione: sarà l'aria senese, a rendere innocui anche i giornalisti che sarebbero abituati ad essere un po' più combattivi...nessuna domanda su Antonveneta, niente sui conti berlusconiani, niente sull'avvisone di garanzia (l'ha dovuto ricordare Mussari stesso, di essere indagato: per qualcuno in sala, forse sarà stata una novità...).
Unica pecca, una vera e propria gaffe: citando di fila due opere letterarie - "Aspettando Godot" e "Il deserto dei tartari" - attribuisce la seconda a Buzzati (giusto), e la prima a Ionesco. Sbagliando completamente attribuzione: "Aspettando Godot", infatti, è opera (1953) di Samuel Beckett, Premio Nobel per la letteratura nel 1969. Mal di poco, si intende: ma perchè - facendo queste citazioni culturali - Mussari si espone sempre a questi rischi, a queste "boccate"? Come quando attribuì la frase "Parigi val bene una messa" a Napoleone Bonaparte (sic!), invece che ad Enrico IV. Non gliel'ha mica detto il dottore, di avventurarsi in questi pelaghi culturali, no? Peccato sciuparsi per così poco: a meno che questa messe di sfondoni non sia un modo per avvicinarsi ulteriormente al suo modello di etica politica: Silvio Berlusconi. Quello - per capirsi - di Romolo e Remolo...
Raffaele Ascheri
E Lui, tutto sommato, non è andato male, anzi: si vede che il giovane (per i tempi della gerontocrazia italiana) banchiere si sta sempre più appropriando del lessico dell'uomo di finanza, del conoscitore di economia. Persona intelligente, in un decennio ha fatto indubbiamente passi di avanti, niente da dire. Secondo l'eretico, un 6 e mezzo lo merita: non di più (e dirò perchè), ma neanche di meno.
Un pochino troppo filotremontiano (e senza dire l'amaro perchè...), Mussari ormai parla di "dinamica del Pil che flette", di "operazioni di sistema" (che gli darebbero l'orticaria), è in grado di spaziare dalla Germania agli accadimenti nord africani e del Medio Oriente, cita Basilea 3 (il suo incubo notturno!), adotta espressioni bersanian-kennediane ("rimboccarsi le maniche").
Niente di trascendentale, sia chiaro, ma neanche così male. Avrebbe forse preso di più del sei e mezzo, se non si fosse trovato davanti un Bruno Manfellotto - direttore de L'Espresso - davvero troppo accondiscendente e piacione: sarà l'aria senese, a rendere innocui anche i giornalisti che sarebbero abituati ad essere un po' più combattivi...nessuna domanda su Antonveneta, niente sui conti berlusconiani, niente sull'avvisone di garanzia (l'ha dovuto ricordare Mussari stesso, di essere indagato: per qualcuno in sala, forse sarà stata una novità...).
Unica pecca, una vera e propria gaffe: citando di fila due opere letterarie - "Aspettando Godot" e "Il deserto dei tartari" - attribuisce la seconda a Buzzati (giusto), e la prima a Ionesco. Sbagliando completamente attribuzione: "Aspettando Godot", infatti, è opera (1953) di Samuel Beckett, Premio Nobel per la letteratura nel 1969. Mal di poco, si intende: ma perchè - facendo queste citazioni culturali - Mussari si espone sempre a questi rischi, a queste "boccate"? Come quando attribuì la frase "Parigi val bene una messa" a Napoleone Bonaparte (sic!), invece che ad Enrico IV. Non gliel'ha mica detto il dottore, di avventurarsi in questi pelaghi culturali, no? Peccato sciuparsi per così poco: a meno che questa messe di sfondoni non sia un modo per avvicinarsi ulteriormente al suo modello di etica politica: Silvio Berlusconi. Quello - per capirsi - di Romolo e Remolo...
Raffaele Ascheri
giovedì 10 marzo 2011
Mussari show al Sms: un appuntamento da non mancare!
Nel "caos calmo" della politica senese (tante schermaglie, ma una campagna elettorale che non decolla, e che probabilmente non decollerà mai), chi comanda davvero è l'unico che affronti un pubblico vasto, almeno per ora: domani 11 marzo, al Sms (è il Santa Maria della Scala: altrimenti Ceccuzzi manda un messaggino...), Mussari Giuseppe ci parlerà - dall'alto delle sue competenze di esperto, forgiate in anni di studio sui sacri testi della disciplina - di Economia, in compagnia di Bruno Manfellotto, fresco direttore de L'Espresso. Ennesimo tentativo di captatio benevolentiae verso i capi della grande stampa italiana: De Bortoli ultimo Premio Frajese, per esempio. Si chiama un direttore, lo si lusinga in tutti i modi possibili, lo si fa stare bene in città, gli si fa vedere quello che non disturba, ed in più gli si fa trovare una sala piena: cosa volete di più dalla vita?
Siccome siamo di fronte al direttore de L'Espresso, Mussari sarà sobriamente (molto sobriamente) antiberlusconiano(anche se l'esserlo gli dispiacerà non poco); di certo, non dirà a Manfellotto che la raccolta di firme contro Berlusconi - discutibile nel resto d'Italia, se vogliamo -, è stata una vera e propria farsa qui a Siena. Non si potevano imbarazzare gli amici come Denis Verdini e Rocco Girlanda. Questo è un argomento di cui non si parlerà.
Come di certo non si parlerà di Finmeccanica, pure di grande attualità, vista la Libia, in cui Gheddafi massacra i suoi giovani con gli elicotteri nostri. Forse si parlerà di Libia, di sicuro Mussari non parlerà di Finmeccanica. Se poi il Borgogni si indispettisce?
Magari si parlerà di etica e finanza, come a Colle Val d'Elsa lo scorso fine gennaio: Mussari, su questo, è preparatissimo. Grazie al suo piano quinquennale (2006-2011), Banca Mps è diventata, ormai, una banca solidale, ad enorme tasso di eticità: Yunus, grazie a Mussari, è roba vecchia.
Di certo, poi, Manfellotto non tirerà fuori quell'antipatico avvisetto di garanzia che al Presidente di Mps è piombato addosso la scorsa estate: sarebbe inopportuno ed inelegante! Come comportarsi, dopo, al rinfresco in suo onore?
L'unica cosa incerta, in definitiva, è questa: Mussari si presenterà al pubblico, in deliquio per la sua presenza, vestito come sempre con inappuntabile eleganza, o arriverà, con il capello sgarrupato, con addosso una felpa Mps 1472? Questo pare essere il più cogente interrogativo della serata: non resta che andare al Santa Maria per esserne spettatori.
"Venghino, signori, venghino: qui c'è il banchiere etico!".
Raffaele Ascheri
Siccome siamo di fronte al direttore de L'Espresso, Mussari sarà sobriamente (molto sobriamente) antiberlusconiano(anche se l'esserlo gli dispiacerà non poco); di certo, non dirà a Manfellotto che la raccolta di firme contro Berlusconi - discutibile nel resto d'Italia, se vogliamo -, è stata una vera e propria farsa qui a Siena. Non si potevano imbarazzare gli amici come Denis Verdini e Rocco Girlanda. Questo è un argomento di cui non si parlerà.
Come di certo non si parlerà di Finmeccanica, pure di grande attualità, vista la Libia, in cui Gheddafi massacra i suoi giovani con gli elicotteri nostri. Forse si parlerà di Libia, di sicuro Mussari non parlerà di Finmeccanica. Se poi il Borgogni si indispettisce?
Magari si parlerà di etica e finanza, come a Colle Val d'Elsa lo scorso fine gennaio: Mussari, su questo, è preparatissimo. Grazie al suo piano quinquennale (2006-2011), Banca Mps è diventata, ormai, una banca solidale, ad enorme tasso di eticità: Yunus, grazie a Mussari, è roba vecchia.
Di certo, poi, Manfellotto non tirerà fuori quell'antipatico avvisetto di garanzia che al Presidente di Mps è piombato addosso la scorsa estate: sarebbe inopportuno ed inelegante! Come comportarsi, dopo, al rinfresco in suo onore?
L'unica cosa incerta, in definitiva, è questa: Mussari si presenterà al pubblico, in deliquio per la sua presenza, vestito come sempre con inappuntabile eleganza, o arriverà, con il capello sgarrupato, con addosso una felpa Mps 1472? Questo pare essere il più cogente interrogativo della serata: non resta che andare al Santa Maria per esserne spettatori.
"Venghino, signori, venghino: qui c'è il banchiere etico!".
Raffaele Ascheri
mercoledì 9 marzo 2011
L'eretico a Como: finalmente un sano giornalismo...
L'eretico ieri sera era a Como. Nella città di Alessandro Volta e dei due Plini (il vecchio ed il giovane), era stato chiamato a sdottorare sulla Madonna di Medjugorje, visto il libro pubblicato, su quelle false apparizioni, ormai quattro anni or sono. Quello su cui vorrei fare riflettere i lettori, però, non è tanto la questione della Madonna balcanica (a proposito: San Quirico si è già sgonfiata, come avevo previsto. Non c'è il sostrato, non c'è il sostrato...), quanto la lezione di giornalismo che una piccola emittente locale (Espansione Tv) ha saputo dare, a tutti.
Studi piccoli, diciamo pure angusti; la sede, quasi nascosta, in un meandro del delizioso centro storico della città sul lago (se capitate, obbligatoria la visita al Duomo: romanico, gotico, rinascimentale e barocco insieme. E con la cupola dello Juvarra!). Soldi a disposizione della televisione, pochi, o pochini. Intermezzi pubblicitari che non durano venti minuti. Eppure, lì hanno saputo organizzare un confronto, un dibattito serio, plurale; due a favore (pur con accenti diversi), due contro (pur con accenti diversi). Verso il finale, telefonate in studio: senza alcun filtro preventivo! E si parlava di un argomento tanto complesso, quanto capace di smuovere passioni (ed interessi milionari): la Fede, il rapporto con il Vaticano, la credibilità dei veggenti, cosa sia - scientificamente parlando - uno stato di estasi (non necessariamente religiosa), e tanto, tanto altro. Ognuno ha avuto tempo e modo di dire la sua, nelle quasi due ore di trasmissione, rigorosamente in diretta.C'è stato anche lo scontro dialettico, ovviamente.
Perchè a Siena questo non si può fare? Perchè Canale tre Toscana non lo può fare, un dibattito vero, nè sulle Madonne, nè sulla politica locale o la banca? Perchè si può dibattere - ma solo con la stessa compagnia di giro - solo di sport e Palio? Lo sappiamo tutti, perchè: non c'è davvero bisogno di ripeterlo.
Ho ricevuto un lungo commento sul mio post su "Ceccuzzini". In esso, l'anonimo scrivente dice che la Casta è la Casta, ma grande colpa è anche dei senesi, che reagiscono tiepidamente agli scandali che si susseguono, e si accontentano del panem et circenses che viene ammansito loro dalla Casta.
In larga parte, l'anonimo ha ragione. Lui se n'è andato, da Siena, 5 anni fa, ci scrive, amaro; noi restiamo, per ora. Ciò non toglie, che di tante cose ci vergogniamo. Già siamo in imbarazzo per alcuni aspetti dell'essere cittadini italiani (hai voglia a dire ad un canadese che non siamo tutti come il Silvio nazionale...); essendo anche cittadini senesi, purtroppo dobbiamo vivacchiare in questa poltiglia di censura, omissioni, servilismo, falsità, ipocrisia. Mala tempora currunt.
Va bene, basta: finalmente, una buona notizia! Si possono comprare le felpe del Monte dei Paschi, quelle con su scritto "1472", il brand vincente.
Quel velo di malinconia e di amarezza che può arrivare pensando alla Siena attuale, passa subito, al cospetto dell'epocale notizia...
Raffaele Ascheri
Studi piccoli, diciamo pure angusti; la sede, quasi nascosta, in un meandro del delizioso centro storico della città sul lago (se capitate, obbligatoria la visita al Duomo: romanico, gotico, rinascimentale e barocco insieme. E con la cupola dello Juvarra!). Soldi a disposizione della televisione, pochi, o pochini. Intermezzi pubblicitari che non durano venti minuti. Eppure, lì hanno saputo organizzare un confronto, un dibattito serio, plurale; due a favore (pur con accenti diversi), due contro (pur con accenti diversi). Verso il finale, telefonate in studio: senza alcun filtro preventivo! E si parlava di un argomento tanto complesso, quanto capace di smuovere passioni (ed interessi milionari): la Fede, il rapporto con il Vaticano, la credibilità dei veggenti, cosa sia - scientificamente parlando - uno stato di estasi (non necessariamente religiosa), e tanto, tanto altro. Ognuno ha avuto tempo e modo di dire la sua, nelle quasi due ore di trasmissione, rigorosamente in diretta.C'è stato anche lo scontro dialettico, ovviamente.
Perchè a Siena questo non si può fare? Perchè Canale tre Toscana non lo può fare, un dibattito vero, nè sulle Madonne, nè sulla politica locale o la banca? Perchè si può dibattere - ma solo con la stessa compagnia di giro - solo di sport e Palio? Lo sappiamo tutti, perchè: non c'è davvero bisogno di ripeterlo.
Ho ricevuto un lungo commento sul mio post su "Ceccuzzini". In esso, l'anonimo scrivente dice che la Casta è la Casta, ma grande colpa è anche dei senesi, che reagiscono tiepidamente agli scandali che si susseguono, e si accontentano del panem et circenses che viene ammansito loro dalla Casta.
In larga parte, l'anonimo ha ragione. Lui se n'è andato, da Siena, 5 anni fa, ci scrive, amaro; noi restiamo, per ora. Ciò non toglie, che di tante cose ci vergogniamo. Già siamo in imbarazzo per alcuni aspetti dell'essere cittadini italiani (hai voglia a dire ad un canadese che non siamo tutti come il Silvio nazionale...); essendo anche cittadini senesi, purtroppo dobbiamo vivacchiare in questa poltiglia di censura, omissioni, servilismo, falsità, ipocrisia. Mala tempora currunt.
Va bene, basta: finalmente, una buona notizia! Si possono comprare le felpe del Monte dei Paschi, quelle con su scritto "1472", il brand vincente.
Quel velo di malinconia e di amarezza che può arrivare pensando alla Siena attuale, passa subito, al cospetto dell'epocale notizia...
Raffaele Ascheri
lunedì 7 marzo 2011
Un film da vedere, per tanti motivi. Sarà piaciuto al Rettore?
Anche a Siena, è arrivato il film "Il gioiellino", del regista Andrea Molaioli (quello dell'intenso "La ragazza sul lago" del 2007): un autore da seguire, un regista che può permettersi il lusso di prendersi il tempo necessario tra un film ed un altro.
Si parla in modo chiaro del crack Parmalat, pur non essendo "Il gioiellino" un film prettamente d'inchiesta; ma la cronologia ed i prodotti stessi della ditta, non lasciano adito a dubbi di sorta.
Ben diretto, con buon ritmo narrativo, l'opera è magistralmente interpretata: per Toni Servillo, ormai basta la presenza, per legittimare il biglietto; ma eccellente è il lavoro di un Remo Girone (Callisto Tanzi), in continuo bilico tra il personaggio da compatire, e da condannare.
Per trovare appigli con le squallide storie senesi, basterebbe l'incipit del film: un Remo Girone radioso, che si rivolge alla platea adorante, parlando della sua azienda come di una azienda che sa creare "valori", che sono più importanti del fatturato. Come fosse un banchiere etico; come fosse un Mussari qualunque.
Poi il discorso finisce. Girone - bicchiere in mano - si mette a parlare con il banchiere; c'è il Cardinale che gira intorno, riverito da tutti, insieme al politico di turno che fa continue citazioni in latino, e che si perde dietro la più bella e scollacciata delle signore presenti: storie di ordinario capitalismo italiota, a Parma come ad altre latitudini. Un capitalismo di relazione: di pacche sulle spalle e di ammiccamenti, che valgono più delle lauree e dei master. Fino a quando, fino a quando - non improvvisa -, arriva la Guardia di Finanza, meglio tardi che mai: la ricreazione è finita, avrebbe detto De Gaulle.
Toni Servillo, in manette, è atteso da una piccola folla di giornalisti: "Auguro a voi ed alle vostre famiglie una morte lenta e dolorosa!", dice con il suo ineffabile sorriso.
Fine del film, titoli di coda, poi luce in sala. La gente sfolla. L'eretico, in uscita, nota il Magnifico Rettore dell'Università di Siena, Angelo Riccaboni, anch'egli in uscita, con amici al seguito.
Cosa avrà pensato, di un film come questo, il numero uno di un ateneo da tempo sull'orlo del collasso, se non già collassato? Si sarà rivisto, in qualche modo, in un finale drammatico come quello dell'opera di Molaioli? Appena arrestati, sulla camionetta della Finanza, con i creditori infuriati che manifestano all'esterno la loro rabbia, troviamo - nell'ultimissima sequenza - uno dei collaboratori di Servillo, che gli dice: "Beh, però in questi anni ci siamo divertiti, eh capo?".
Un finale memorabile.
Al posto loro, ci fossero stati due pezzi grossi del Sistema Siena, quello con più voglia di parlare, magari avrebbe detto, all'altro, cupo ed incapace di inteloquire: "Beh, ma in tutti questi anni, non ci dicevamo in continuazione che stava andando tutto bene?".
Raffaele Ascheri
Si parla in modo chiaro del crack Parmalat, pur non essendo "Il gioiellino" un film prettamente d'inchiesta; ma la cronologia ed i prodotti stessi della ditta, non lasciano adito a dubbi di sorta.
Ben diretto, con buon ritmo narrativo, l'opera è magistralmente interpretata: per Toni Servillo, ormai basta la presenza, per legittimare il biglietto; ma eccellente è il lavoro di un Remo Girone (Callisto Tanzi), in continuo bilico tra il personaggio da compatire, e da condannare.
Per trovare appigli con le squallide storie senesi, basterebbe l'incipit del film: un Remo Girone radioso, che si rivolge alla platea adorante, parlando della sua azienda come di una azienda che sa creare "valori", che sono più importanti del fatturato. Come fosse un banchiere etico; come fosse un Mussari qualunque.
Poi il discorso finisce. Girone - bicchiere in mano - si mette a parlare con il banchiere; c'è il Cardinale che gira intorno, riverito da tutti, insieme al politico di turno che fa continue citazioni in latino, e che si perde dietro la più bella e scollacciata delle signore presenti: storie di ordinario capitalismo italiota, a Parma come ad altre latitudini. Un capitalismo di relazione: di pacche sulle spalle e di ammiccamenti, che valgono più delle lauree e dei master. Fino a quando, fino a quando - non improvvisa -, arriva la Guardia di Finanza, meglio tardi che mai: la ricreazione è finita, avrebbe detto De Gaulle.
Toni Servillo, in manette, è atteso da una piccola folla di giornalisti: "Auguro a voi ed alle vostre famiglie una morte lenta e dolorosa!", dice con il suo ineffabile sorriso.
Fine del film, titoli di coda, poi luce in sala. La gente sfolla. L'eretico, in uscita, nota il Magnifico Rettore dell'Università di Siena, Angelo Riccaboni, anch'egli in uscita, con amici al seguito.
Cosa avrà pensato, di un film come questo, il numero uno di un ateneo da tempo sull'orlo del collasso, se non già collassato? Si sarà rivisto, in qualche modo, in un finale drammatico come quello dell'opera di Molaioli? Appena arrestati, sulla camionetta della Finanza, con i creditori infuriati che manifestano all'esterno la loro rabbia, troviamo - nell'ultimissima sequenza - uno dei collaboratori di Servillo, che gli dice: "Beh, però in questi anni ci siamo divertiti, eh capo?".
Un finale memorabile.
Al posto loro, ci fossero stati due pezzi grossi del Sistema Siena, quello con più voglia di parlare, magari avrebbe detto, all'altro, cupo ed incapace di inteloquire: "Beh, ma in tutti questi anni, non ci dicevamo in continuazione che stava andando tutto bene?".
Raffaele Ascheri
domenica 6 marzo 2011
Arrivano le lacrime, scompaiono gli organi: e i Vescovi tuonano contro le coppie gay...
Vista la giornata di festa, santifichiamo il tutto con alcuni "aggiornamenti" sulla Banda della Curiana, cioè sull'allegra brigata che sta intorno al Vescovo Buoncristiani.
Tanto per iniziare: un mesetto fa, scrissi che, dalla Cattedrale di Colle Val d'Elsa, era letteralmente sparito da un annetto l'organo, di pregevole fattura. Una mia fonte di provata fede è andata a ontrollare oggi stesso (6 marzo). L'organo continua a non esserci: dove è finito? Se davvero è in restauro, è il restauro più lungo della storia degli organi: in ogni caso, basterebbe dirlo. Lo so bene, Acampa non si può rivolgere all'Eretico, dopo avergli fatto (e fatto fare dai sodali) causa e querela: lo dica almeno ai parrocchiani, però. Un pochina di trasparenza, domineddio!
La notizia più ghiotta della settimana appena trascorsa, però, è soprattutto un'altra: non tanto la Madonna di San Quirico in lacrime (penoso, goffo déjà vu medjugorjano), quanto piuttosto l'intervista shock dell'ex Vescovo Gaetano Bonicelli. Il quale ha avuto parole di fuoco (sic!) contro l'omosessualità, e contro le coppie omosex. Bonicelli ormai ha i suoi anni, e il sito che l'ha intervistato è un sito del tradizionalismo cattolico più bieco, quindi è facile che lui si sia fatto prendere la mano: nonostante tutto ciò, le sue parole sono ugualmente di forte impatto. Anche perchè chiunque conosca dall'interno le vicende della Curia senese, sa alcune cose, e da Bonicelli certe parole non se le sarebbe mai aspettate. Chi è addentro alla Curia più trendy d'Europa, per esempio, ben sa che Giuseppe Acampa fu ordinato sacerdote (complimentoni!) quando lui era ancora Vescovo, anche se don Benedetto Rossi era decisamente contrario (come lo stesso Rossi ha confermato in Tribunale, sentito come teste). Perchè Bonicelli - da Vescovo - volle in tutti i modi che il giovane Acampa divenisse prete?
Sentiamo comunque l'intemerata bonicelliana contro i gay: "Da Vescovo e da cattolico non posso che compiacermi (dell'uscita berlusconiana contro le coppie omosessuali ed i loro eventuali diritti, Ndr), e dire che questa volta Berlusoni non ha sbroccato ed anzi ha indicato la via giusta...". E bravo Bonicelli: anche tu - nell'insistere su Acampa sacerdote - hai davvero indicato la via giusta. Di nuovo, di cuore, complimentoni!! La Storia ha dato ragione a Bonicelli: nel senso che di un monsignore come Acampa, ci si ricorderà per un bel pezzo...
Bonicelli parla, e Buoncristiani tace? Sempre il boccone in bocca, cittadino Buoncristiani (magari con l'annesso, immancabile sciacquettio d'ordinanza tra una forchettata e l'altra)? Allora, ce lo dica chiaro e tondo, cittadino Buoncristiani: la Curia di Siena è favorevole o no, alle coppie omosessuali? Comprese quelle con l'abito talare, si capisce...
Raffaele Ascheri
Tanto per iniziare: un mesetto fa, scrissi che, dalla Cattedrale di Colle Val d'Elsa, era letteralmente sparito da un annetto l'organo, di pregevole fattura. Una mia fonte di provata fede è andata a ontrollare oggi stesso (6 marzo). L'organo continua a non esserci: dove è finito? Se davvero è in restauro, è il restauro più lungo della storia degli organi: in ogni caso, basterebbe dirlo. Lo so bene, Acampa non si può rivolgere all'Eretico, dopo avergli fatto (e fatto fare dai sodali) causa e querela: lo dica almeno ai parrocchiani, però. Un pochina di trasparenza, domineddio!
La notizia più ghiotta della settimana appena trascorsa, però, è soprattutto un'altra: non tanto la Madonna di San Quirico in lacrime (penoso, goffo déjà vu medjugorjano), quanto piuttosto l'intervista shock dell'ex Vescovo Gaetano Bonicelli. Il quale ha avuto parole di fuoco (sic!) contro l'omosessualità, e contro le coppie omosex. Bonicelli ormai ha i suoi anni, e il sito che l'ha intervistato è un sito del tradizionalismo cattolico più bieco, quindi è facile che lui si sia fatto prendere la mano: nonostante tutto ciò, le sue parole sono ugualmente di forte impatto. Anche perchè chiunque conosca dall'interno le vicende della Curia senese, sa alcune cose, e da Bonicelli certe parole non se le sarebbe mai aspettate. Chi è addentro alla Curia più trendy d'Europa, per esempio, ben sa che Giuseppe Acampa fu ordinato sacerdote (complimentoni!) quando lui era ancora Vescovo, anche se don Benedetto Rossi era decisamente contrario (come lo stesso Rossi ha confermato in Tribunale, sentito come teste). Perchè Bonicelli - da Vescovo - volle in tutti i modi che il giovane Acampa divenisse prete?
Sentiamo comunque l'intemerata bonicelliana contro i gay: "Da Vescovo e da cattolico non posso che compiacermi (dell'uscita berlusconiana contro le coppie omosessuali ed i loro eventuali diritti, Ndr), e dire che questa volta Berlusoni non ha sbroccato ed anzi ha indicato la via giusta...". E bravo Bonicelli: anche tu - nell'insistere su Acampa sacerdote - hai davvero indicato la via giusta. Di nuovo, di cuore, complimentoni!! La Storia ha dato ragione a Bonicelli: nel senso che di un monsignore come Acampa, ci si ricorderà per un bel pezzo...
Bonicelli parla, e Buoncristiani tace? Sempre il boccone in bocca, cittadino Buoncristiani (magari con l'annesso, immancabile sciacquettio d'ordinanza tra una forchettata e l'altra)? Allora, ce lo dica chiaro e tondo, cittadino Buoncristiani: la Curia di Siena è favorevole o no, alle coppie omosessuali? Comprese quelle con l'abito talare, si capisce...
Raffaele Ascheri
sabato 5 marzo 2011
A Siena, libertà di sfasciare le macchine (altrui)...
Siete un pochino nervosetti? Problemi di lavoro, o in famiglia, o entrambe le cose? Si sa che sfogarsi fa bene: uno si libera, si rilassa, sta meglio con se stesso, fa pace con il mondo.
Sfasciare un paio di macchine o tre - con i mezzi che si preferiscono -, in tutto il resto del mondo è un reato grave: a Siena, no! Con 38 euro di multa, si risolve tutto, come dimostrato in modo netto dalla sanzione applicata al Direttore generale della Provincia Tommaso Stufano, che sfasciò appunto 3 macchine in Pian dei Mantellini il tardo pomeriggio del 6 dicembre 2009.
A sentire chi andò a soccorrerlo - il comandante della Polizia provinciale Marco Ceccanti, ora sospeso dall'incarico, ma per un altro motivo - era ubriaco fradicio: "se gli misurano il fiato, non si perdeva tempo" (nel senso della confisca del mezzo), dice Ceccanti ad una amica, il giorno dopo l'incidente. Ma l'etilometro non serve, se uno è facente parte della Casta di Siena, no? No, in effetti proprio no.
Il Fatto quotidiano di oggi 5 marzo, impietosamente, ci porta ad un raffronto comparativo, che ci fa capire quanto Siena sia una città felice (per quelli giusti e basta, però): "Guidava ubriaco, condannato a spazzare" (pag. 9, Alex Corlazzoli). La vicenda concerne un 36enne di Melzo (Cremona), trovato a guidare in stato d'ebbrezza nel luglio scorso: pagherà con 16 giornate "con cesoia e rastrello a fare il giardiniere per l'amministrazione comunale". Il Comune ha infatti firmato una convenzione con il Tribunale, in questo senso: se pescato ubriaco, ti devi dare ai lavori socialmente utili. Era successo a Naomi Campbell e al cantante Boy George, in altri momenti e ad altre latitudini. Per gli Azzeccagarbugli nostrani, ci si basa sull'articolo 186, VIII comma bis del Codice della strada, scrive il giornalista de Il Fatto.
E pensare che il giovane lombardo non ha avuto neanche il brivido di sfasciare una macchina, da ubriaco: non dico tre, ma nemmeno una!
Sindaco Cenni, un'idea per diversificare l'offerta turistica, e per galvanizzare il grigiore assoluto degli ultimi mesi della sua carica. Una proposta di assoluta originalità: oltre alla bellezza della città, oltre allo splendore del Duomo e della Piazza, il turista che viene a Siena può - se lo vuole - sfasciare un paio di macchine, in pieno centro storico. Per divertirsi, e per scaricare le tensioni negative accumulate a casa. Secondo me, ci sarebbe un'impennata di nuovi arrivi.
Già pronto lo slogan all'uopo: "Chianciano, fegato sano! Siena, crick in mano!".
Raffaele Ascheri
Sfasciare un paio di macchine o tre - con i mezzi che si preferiscono -, in tutto il resto del mondo è un reato grave: a Siena, no! Con 38 euro di multa, si risolve tutto, come dimostrato in modo netto dalla sanzione applicata al Direttore generale della Provincia Tommaso Stufano, che sfasciò appunto 3 macchine in Pian dei Mantellini il tardo pomeriggio del 6 dicembre 2009.
A sentire chi andò a soccorrerlo - il comandante della Polizia provinciale Marco Ceccanti, ora sospeso dall'incarico, ma per un altro motivo - era ubriaco fradicio: "se gli misurano il fiato, non si perdeva tempo" (nel senso della confisca del mezzo), dice Ceccanti ad una amica, il giorno dopo l'incidente. Ma l'etilometro non serve, se uno è facente parte della Casta di Siena, no? No, in effetti proprio no.
Il Fatto quotidiano di oggi 5 marzo, impietosamente, ci porta ad un raffronto comparativo, che ci fa capire quanto Siena sia una città felice (per quelli giusti e basta, però): "Guidava ubriaco, condannato a spazzare" (pag. 9, Alex Corlazzoli). La vicenda concerne un 36enne di Melzo (Cremona), trovato a guidare in stato d'ebbrezza nel luglio scorso: pagherà con 16 giornate "con cesoia e rastrello a fare il giardiniere per l'amministrazione comunale". Il Comune ha infatti firmato una convenzione con il Tribunale, in questo senso: se pescato ubriaco, ti devi dare ai lavori socialmente utili. Era successo a Naomi Campbell e al cantante Boy George, in altri momenti e ad altre latitudini. Per gli Azzeccagarbugli nostrani, ci si basa sull'articolo 186, VIII comma bis del Codice della strada, scrive il giornalista de Il Fatto.
E pensare che il giovane lombardo non ha avuto neanche il brivido di sfasciare una macchina, da ubriaco: non dico tre, ma nemmeno una!
Sindaco Cenni, un'idea per diversificare l'offerta turistica, e per galvanizzare il grigiore assoluto degli ultimi mesi della sua carica. Una proposta di assoluta originalità: oltre alla bellezza della città, oltre allo splendore del Duomo e della Piazza, il turista che viene a Siena può - se lo vuole - sfasciare un paio di macchine, in pieno centro storico. Per divertirsi, e per scaricare le tensioni negative accumulate a casa. Secondo me, ci sarebbe un'impennata di nuovi arrivi.
Già pronto lo slogan all'uopo: "Chianciano, fegato sano! Siena, crick in mano!".
Raffaele Ascheri
venerdì 4 marzo 2011
Processo Acampa rinviato al 22 aprile
L'udienza di stamattina 4 marzo è stata rinviata, su richiesta del Pm Nicola Marini, il quale ha chiesto ed ottenuto più tempo (fino al 22 aprile) per esaminare al meglio il materiale della consulenza tecnica ordinata dal Giudice Gaggelli.
Si va per le lunghe, inutile girarci tanto intorno: il 2 aprile prossimo, saranno 5 anni dal fattaccio dell'incendio in Curia! Ancora non siamo alla sentenza del primo grado (e non è detto che il processo termini entro l'estate 2011).
Visto che ovviamente Acampa è innocente (lo dice l'avvocato Mussari Giuseppe, lo dice il Vescovo, lo dice il suo grande amico don Andrea Bechi, lo sostiene lui stesso, rosario in mano), resta il Mistero, anzi i Misteri: perchè un anziano e stimatissimo prete d'altri tempi (don Enrico Furiesi) dice di averlo visto entrare in Arcivesovado verso le 8 di mattina, Acampa negante? Pare evidente che l'anziano prete - ancora lucissimo -, sia stato posseduto dal Diavolo: urge un esorcista, al più presto!
Perchè mai un cristiano (mai individuato, in 5 anni) sarebbe dovuto entrare nel Palazzo della Curia alle tre o alle quattro di notte, per dare fuoco a materiale d'ufficio, rischiando di essere visto e scoperto (e denunciato)? Con tutti i modi che ci sono per vendicarsi di un personaggio come Acampa, questo pare francamente il più originale, per non dire il più demenziale...
Perchè quel sant'uomo del Vescovo - a letto presto, lui uomo integro dalla testa ai piedi, giusto qualche peccatuccio di gola - non ha sentito niente, nè rumore, nè fumo: niente di niente? Nè lui, nè quella santissima donna della sorella, che l'accudisce piamente? Il fumo - pare all'eretico - tende naturaliter a salire. E lui dorme lì sopra. In quel caso, in quella notte, il fumo se n'è rimasto buono e fermo. Sarà stato tutto sigillato ermeticamente. Soprattutto, il colpevole è stato silente: il piromane, deve essere davvero un professionista di quelli coi fiocchi! E si potrebbe continuare per moltissimo, ahimè...
Il Pm Marini, però, pare abbia individuato una crepa, diciamo pure una falsità, fra le dichiarazioni degli Acampa boys venuti a testimoniare: in particolare, l'ottimo tecnico informatico Giampaolo Gallù - che dopo l'incendio ha fatto una fulminea, inarrestabile carriera in Curia - è indagato per falsa testimonianza, sulla base di una sua dichiarazione legata al server della Curia.
Vedremo: certo è che gli Acampa boys sono sotto la lente di ingrandimento. La seguiremo, la seguiremo la sua (di Gallù) vicenda.
Ne "Le mani sulla città", l'eretico aveva ipotizzato anche altro: cioè che Gallù, quel giorno, non fosse in riva al lago Trasimeno con la fidanzatina (mai escussa, purtroppo), come da lui asserito più volte. Detto fra noi, a distanza di due anni dalla pubblicazione del libro, l'eretico ne è sempre, sempre più convinto...
Raffaele Ascheri
Si va per le lunghe, inutile girarci tanto intorno: il 2 aprile prossimo, saranno 5 anni dal fattaccio dell'incendio in Curia! Ancora non siamo alla sentenza del primo grado (e non è detto che il processo termini entro l'estate 2011).
Visto che ovviamente Acampa è innocente (lo dice l'avvocato Mussari Giuseppe, lo dice il Vescovo, lo dice il suo grande amico don Andrea Bechi, lo sostiene lui stesso, rosario in mano), resta il Mistero, anzi i Misteri: perchè un anziano e stimatissimo prete d'altri tempi (don Enrico Furiesi) dice di averlo visto entrare in Arcivesovado verso le 8 di mattina, Acampa negante? Pare evidente che l'anziano prete - ancora lucissimo -, sia stato posseduto dal Diavolo: urge un esorcista, al più presto!
Perchè mai un cristiano (mai individuato, in 5 anni) sarebbe dovuto entrare nel Palazzo della Curia alle tre o alle quattro di notte, per dare fuoco a materiale d'ufficio, rischiando di essere visto e scoperto (e denunciato)? Con tutti i modi che ci sono per vendicarsi di un personaggio come Acampa, questo pare francamente il più originale, per non dire il più demenziale...
Perchè quel sant'uomo del Vescovo - a letto presto, lui uomo integro dalla testa ai piedi, giusto qualche peccatuccio di gola - non ha sentito niente, nè rumore, nè fumo: niente di niente? Nè lui, nè quella santissima donna della sorella, che l'accudisce piamente? Il fumo - pare all'eretico - tende naturaliter a salire. E lui dorme lì sopra. In quel caso, in quella notte, il fumo se n'è rimasto buono e fermo. Sarà stato tutto sigillato ermeticamente. Soprattutto, il colpevole è stato silente: il piromane, deve essere davvero un professionista di quelli coi fiocchi! E si potrebbe continuare per moltissimo, ahimè...
Il Pm Marini, però, pare abbia individuato una crepa, diciamo pure una falsità, fra le dichiarazioni degli Acampa boys venuti a testimoniare: in particolare, l'ottimo tecnico informatico Giampaolo Gallù - che dopo l'incendio ha fatto una fulminea, inarrestabile carriera in Curia - è indagato per falsa testimonianza, sulla base di una sua dichiarazione legata al server della Curia.
Vedremo: certo è che gli Acampa boys sono sotto la lente di ingrandimento. La seguiremo, la seguiremo la sua (di Gallù) vicenda.
Ne "Le mani sulla città", l'eretico aveva ipotizzato anche altro: cioè che Gallù, quel giorno, non fosse in riva al lago Trasimeno con la fidanzatina (mai escussa, purtroppo), come da lui asserito più volte. Detto fra noi, a distanza di due anni dalla pubblicazione del libro, l'eretico ne è sempre, sempre più convinto...
Raffaele Ascheri
giovedì 3 marzo 2011
Giochi fatti: si vota per "Ceccuzzini"!
Il dado è tratto, ormai! Alea iacta est!
A Franco Ceccuzzi, candidato della Casta, si contrapporrà Alessandro Nannini, candidato della Casta targata Pdl: garante dell'operazione, Denis Verdini, coordinatore nazionale del partito berlusconiano. Colui che - con la sua indubbia abilità personale - è riuscito a fare recedere dai loro propositi non pochi finiani della prima ora, facendoli tornare nell'ovile berlusconiano. Un genio delle relazioni interpersonali. Come farà?
La candidatura di Alessandro Nannini (accompagnato a Palazzo Grazioli dallo stesso superDenis, recitano le cronache), almeno, ha un vantaggio: fa sì che si giochi allo scoperto. Se il candidato Pdl fosse stato un altro, forse a qualcuno sarebbe anche potuta balenare l'idea che Berlusconi volesse provare a vincerle, queste elezioni, in una città declinante sotto ogni aspetto, e con un candidato Pd che definire grigio, sarebbe un'offesa al colore.
Con Nannini, invece, siamo a posto: il gioco è sin troppo manifesto. A lui - statene tranquilli - la Nazione ed il Corriere di Siena le interviste le faranno, e copiose: non ci sarà nessunissima censura, sul suo "pensiero". E lui - statene tranquilli - farà qualche discorsino di prammatica sull'Università e sul Monte in difficoltà, farà un po' il senesone, ma non attaccherà mai il Ceccuzzi. Mai. Il garante Denis Verdini non lo sopporterebbe.
Siena ha quindi quel che si merita: con la suddetta candidatura "Ceccuzzini", infatti, si ha la quadratura del cerchio. "Ceccuzzini" è la versione senese del "Dalemoni" di marca nazionale. Ancora una volta, devo fare i complimenti alla Casta di Siena, da questo punto di vista.
Quanto alla candidatura di Alessandro Nannini, l'eretico non farà mancare le sue critiche, di qui in avanti: in modo che - vedrete - sarà compiutamente argomentato.
Il centrodestra ha tanti seri elettori, tanta gente per bene, fra le sue fila: un popolo che meriterebbe un candidato migliore, per la propria città.
A Franco Ceccuzzi, candidato della Casta, si contrapporrà Alessandro Nannini, candidato della Casta targata Pdl: garante dell'operazione, Denis Verdini, coordinatore nazionale del partito berlusconiano. Colui che - con la sua indubbia abilità personale - è riuscito a fare recedere dai loro propositi non pochi finiani della prima ora, facendoli tornare nell'ovile berlusconiano. Un genio delle relazioni interpersonali. Come farà?
La candidatura di Alessandro Nannini (accompagnato a Palazzo Grazioli dallo stesso superDenis, recitano le cronache), almeno, ha un vantaggio: fa sì che si giochi allo scoperto. Se il candidato Pdl fosse stato un altro, forse a qualcuno sarebbe anche potuta balenare l'idea che Berlusconi volesse provare a vincerle, queste elezioni, in una città declinante sotto ogni aspetto, e con un candidato Pd che definire grigio, sarebbe un'offesa al colore.
Con Nannini, invece, siamo a posto: il gioco è sin troppo manifesto. A lui - statene tranquilli - la Nazione ed il Corriere di Siena le interviste le faranno, e copiose: non ci sarà nessunissima censura, sul suo "pensiero". E lui - statene tranquilli - farà qualche discorsino di prammatica sull'Università e sul Monte in difficoltà, farà un po' il senesone, ma non attaccherà mai il Ceccuzzi. Mai. Il garante Denis Verdini non lo sopporterebbe.
Siena ha quindi quel che si merita: con la suddetta candidatura "Ceccuzzini", infatti, si ha la quadratura del cerchio. "Ceccuzzini" è la versione senese del "Dalemoni" di marca nazionale. Ancora una volta, devo fare i complimenti alla Casta di Siena, da questo punto di vista.
Quanto alla candidatura di Alessandro Nannini, l'eretico non farà mancare le sue critiche, di qui in avanti: in modo che - vedrete - sarà compiutamente argomentato.
Il centrodestra ha tanti seri elettori, tanta gente per bene, fra le sue fila: un popolo che meriterebbe un candidato migliore, per la propria città.
mercoledì 2 marzo 2011
Lo scandalo della Provincia, e quello dei Vigili urbani...
L'eretico ha già scritto a lungo dell'incidente del Direttore generale della Provincia Tommaso Stufano, vergognosamente insabbiato (anche dalla stampa).Come accennato, evidenti appaiono anche le responsabilità di un paio di Vigili urbani di Siena, purtroppo. Premessa d'obbligo: si vuole sperare che il Corpo - nel suo insieme - sia sano, pulito, onesto. Diciamo che questo è stato un incidente di percorso, allora: che qualcuno, però, dovrebbe avere il coraggio di chiarire, anche per rassicurare i cittadini. Il Comandante Bonucci, per esempio; o, magari, financo il Sindaco, che potrebbe avere un sussulto di dignità sul finire della sua attività di primo cittadino (meglio tardissimo, che mai...). Non lo faranno, va bene: se però qualche cittadino, poi, non volesse più continuare a pagare le multe, in qualche caso vessatorie? Visto che c'è chi ha sfasciato tre macchine(rischiando di ammazzare esseri umani), e se l'è cavata con trentotto euro (poco più di 10 a macchina), sgabellandosi anche l'etilometro...
Eccola, l'intercettazione della vergogna.
Il Ceccanti - capo della Polizia provinciale, ora sospeso dal lavoro per la questione della caccia non corretta agli ungulati - riceve la telefonata da tale vigile urbano Becatti. Un'antologia del servilismo verso il potente (in questo caso, il suddetto direttore generale Tommaso Stufano, autore del grave incidente del 6 dicembre 2009).
La telefonata è del 15 dicembre 2009.
Becatti: "Ciao buongiorno, so Becatti dei Vigili".
Ceccanti: "Sì ciao".
Becatti: "Quello che venì (?) lassù l'altra sera, ti ricordi, a Pian dei Mantellini...io l'ho finito quel lavoro, l'ho sistemato tutto e nel senso se glielo vuole anticipare al Direttore, gli si è mandato un 141...perdita del controllo del veicolo, 38 euro..."
Ceccanti: "Ma te sei stato un angelo, guarda...io infatti...spero di poterti offrire un caffè appena ci si incontra..."
Becatti: "Poi io...nel senso...l'importante è che...tu pensi sia il caso di anticiparglielo, senza che gli arrivi a casa tutto il chiocco, insomma...".
Ceccanti: "Quello vedrai era dovuto, per forza, sicchè...voglio dì, quello vedrai era inevitabile, quindi insomma...grazie per tutto il resto".
Becatti: "Per il resto se gli ci vuole qualcosa, la pratica insomma l'ho finita...l'ho messa a posto prima delle feste".
Ceccanti: ""Giovedì mattina vengo lì, c'ho un incontro con il Bonucci (Comandante Vigili urbani, Ndr) e l'assessore Bindi, vengo lì da voi alle 11...sei stato meraviglioso".
Il Comandante della Polizia municipale Bonucci è d'accordo con il Ceccanti? Il Comandante Bonucci ritiene che il comportamento del suo agente Becatti sia stato "meraviglioso, ovvero che Becatti sia stato un "angelo"? Fino a che qualcuno non risponderà a queste domande, palloso come è, l'eretico continuerà a porle...
Raffaele Ascheri
Eccola, l'intercettazione della vergogna.
Il Ceccanti - capo della Polizia provinciale, ora sospeso dal lavoro per la questione della caccia non corretta agli ungulati - riceve la telefonata da tale vigile urbano Becatti. Un'antologia del servilismo verso il potente (in questo caso, il suddetto direttore generale Tommaso Stufano, autore del grave incidente del 6 dicembre 2009).
La telefonata è del 15 dicembre 2009.
Becatti: "Ciao buongiorno, so Becatti dei Vigili".
Ceccanti: "Sì ciao".
Becatti: "Quello che venì (?) lassù l'altra sera, ti ricordi, a Pian dei Mantellini...io l'ho finito quel lavoro, l'ho sistemato tutto e nel senso se glielo vuole anticipare al Direttore, gli si è mandato un 141...perdita del controllo del veicolo, 38 euro..."
Ceccanti: "Ma te sei stato un angelo, guarda...io infatti...spero di poterti offrire un caffè appena ci si incontra..."
Becatti: "Poi io...nel senso...l'importante è che...tu pensi sia il caso di anticiparglielo, senza che gli arrivi a casa tutto il chiocco, insomma...".
Ceccanti: "Quello vedrai era dovuto, per forza, sicchè...voglio dì, quello vedrai era inevitabile, quindi insomma...grazie per tutto il resto".
Becatti: "Per il resto se gli ci vuole qualcosa, la pratica insomma l'ho finita...l'ho messa a posto prima delle feste".
Ceccanti: ""Giovedì mattina vengo lì, c'ho un incontro con il Bonucci (Comandante Vigili urbani, Ndr) e l'assessore Bindi, vengo lì da voi alle 11...sei stato meraviglioso".
Il Comandante della Polizia municipale Bonucci è d'accordo con il Ceccanti? Il Comandante Bonucci ritiene che il comportamento del suo agente Becatti sia stato "meraviglioso, ovvero che Becatti sia stato un "angelo"? Fino a che qualcuno non risponderà a queste domande, palloso come è, l'eretico continuerà a porle...
Raffaele Ascheri
martedì 1 marzo 2011
Non di sole Madonne vive Siena: Elisa Toti for major!
Premessa: lo scrivo, lo scrivo. Trovo gente, per strada, che lo chiede, con ansia: andassero nelle redazioni dei giornali, a chiederlo con questa insistenza, almeno un pochino li farebbero vergognare, i censori della stampa locale. Il post sull'intercettazione scandalo della Polizia municipale, comunque, è solo rimandato: a domani. Tranquilli.
Oggi - dopo avere speso ieri qualche parola sulla buffonata di San Quirico d'Orcia (che - come sempre - dovrebbe essere una buffonata soprattutto per chi ha il dono della fede...), torniamo ad occuparci di un'altra donna senese: vale a dire di Elisa Toti, la torraiola ospite - a spese del Premier, come ha detto lei stessa a Porta a porta - all'Olgettina (il cambio della "l" con una "r" è davvero troppo scontato, per essere ripreso...).
In terra di Siena, abbiamo dunque Madonne che piangono lacrime rosse, e virtuose giovani che vanno nelle ville arcoriane solo per filiale amicizia con Silvio Berlusconi. Questa Elisa Toti non va lodata solo per la sua bellezza, per il suo sapere stare in televisione: va ammirata soprattutto per un'altra cosa. Come ho già scritto, lei è una donna straordinaria: rappresenta l'archetipo della donna incorruttibile, capace di non farsi coinvolgere nelle degenerazioni dell'allegra brigata che l'accompagna nelle cene e nei dopocena arcoriani. Eva - lo sappiamo - è l'emblema della donna tentatrice; Elisa Toti, invece, è il modello antitetico, rispetto alla tentatrice meladotata: c'è un anziano Adamo che, verosimilmente, la tenta in tutti i modi, le gira intorno con l'occhio iniettato di desiderio, le si avvicina, gentile e sfrontato, e lei (a differenza, pare, di altre...), concede giusto un baciamani d'antan, ricambiato con un castissimo bacino in fronte (appena sotto la moquette che ricopre la di lui testa): poi via, all'Olgettina, che l'indomani c'è da lavorare, tanto e tutto il giorno!
"Spero che questa vicenda si concluda presto e nel migliore dei modi. Me lo auguro per Berlusconi cui voglio bene", ebbe a dichiarare il 18 gennaio al Corriere di Siena, suo sponsor mediatico (perchè definirla "l'anti Ruby"? Altro mistero senese...). Beh, le è andata malino, visto l'incipiente processo del 6 aprile. Lei comunque - come detto - ne esce a testa alta. Mentre le altre olgettine hanno problemi i più disparati, tra cui la paura di avere contratto malattie ("A posto, sì. Globuli bianchi a posto, non abbiamo nessun Aids...sai, quando uno va a letto con 80 donne, non si sa mai nella vita", dice, ispirata e sollevata al tempo stesso, una delle olgettine ad una amica), la Toti, dall'alto della sua virtuosità, può stare del tutto tranquilla. E non esiste prezzo, per la tranquillità. Quanto a quella che - in una intercettazione riportata da Il Fatto di domenica scorsa, pagina 3, pezzo di Antonella Mascali - sbraita, a proposito dell'Olgettina: "Ah, che zoccolame questa casa, questo condominio diventa sempre più un puttanaio", forse la Toti sarà rimasta infastidita: è umano.
Ma anche il discorso dell'Olgettina dimostra che ad ogni regola, c'è sempre un'eccezione; e che bisogna imparare a non generalizzare, a non sparare nel mucchio: ci sono le olgettine un pochino "allegre", ma ci sono anche quelle virtuose. Elisa Toti appartiene alle seconde. Silvio la chiama, lei, premurosa, accorre; è filoberlusconiana della prima ora, o quasi (1999, dice lei).
Insomma, caro Marignani coordinatore del Pdl: perchè non candidarla a Sindaco? In terra di Siena, non c'è nessuno che conosca Silvione più da vicino...
Raffaele Ascheri
Raffaele Ascheri
Oggi - dopo avere speso ieri qualche parola sulla buffonata di San Quirico d'Orcia (che - come sempre - dovrebbe essere una buffonata soprattutto per chi ha il dono della fede...), torniamo ad occuparci di un'altra donna senese: vale a dire di Elisa Toti, la torraiola ospite - a spese del Premier, come ha detto lei stessa a Porta a porta - all'Olgettina (il cambio della "l" con una "r" è davvero troppo scontato, per essere ripreso...).
In terra di Siena, abbiamo dunque Madonne che piangono lacrime rosse, e virtuose giovani che vanno nelle ville arcoriane solo per filiale amicizia con Silvio Berlusconi. Questa Elisa Toti non va lodata solo per la sua bellezza, per il suo sapere stare in televisione: va ammirata soprattutto per un'altra cosa. Come ho già scritto, lei è una donna straordinaria: rappresenta l'archetipo della donna incorruttibile, capace di non farsi coinvolgere nelle degenerazioni dell'allegra brigata che l'accompagna nelle cene e nei dopocena arcoriani. Eva - lo sappiamo - è l'emblema della donna tentatrice; Elisa Toti, invece, è il modello antitetico, rispetto alla tentatrice meladotata: c'è un anziano Adamo che, verosimilmente, la tenta in tutti i modi, le gira intorno con l'occhio iniettato di desiderio, le si avvicina, gentile e sfrontato, e lei (a differenza, pare, di altre...), concede giusto un baciamani d'antan, ricambiato con un castissimo bacino in fronte (appena sotto la moquette che ricopre la di lui testa): poi via, all'Olgettina, che l'indomani c'è da lavorare, tanto e tutto il giorno!
"Spero che questa vicenda si concluda presto e nel migliore dei modi. Me lo auguro per Berlusconi cui voglio bene", ebbe a dichiarare il 18 gennaio al Corriere di Siena, suo sponsor mediatico (perchè definirla "l'anti Ruby"? Altro mistero senese...). Beh, le è andata malino, visto l'incipiente processo del 6 aprile. Lei comunque - come detto - ne esce a testa alta. Mentre le altre olgettine hanno problemi i più disparati, tra cui la paura di avere contratto malattie ("A posto, sì. Globuli bianchi a posto, non abbiamo nessun Aids...sai, quando uno va a letto con 80 donne, non si sa mai nella vita", dice, ispirata e sollevata al tempo stesso, una delle olgettine ad una amica), la Toti, dall'alto della sua virtuosità, può stare del tutto tranquilla. E non esiste prezzo, per la tranquillità. Quanto a quella che - in una intercettazione riportata da Il Fatto di domenica scorsa, pagina 3, pezzo di Antonella Mascali - sbraita, a proposito dell'Olgettina: "Ah, che zoccolame questa casa, questo condominio diventa sempre più un puttanaio", forse la Toti sarà rimasta infastidita: è umano.
Ma anche il discorso dell'Olgettina dimostra che ad ogni regola, c'è sempre un'eccezione; e che bisogna imparare a non generalizzare, a non sparare nel mucchio: ci sono le olgettine un pochino "allegre", ma ci sono anche quelle virtuose. Elisa Toti appartiene alle seconde. Silvio la chiama, lei, premurosa, accorre; è filoberlusconiana della prima ora, o quasi (1999, dice lei).
Insomma, caro Marignani coordinatore del Pdl: perchè non candidarla a Sindaco? In terra di Siena, non c'è nessuno che conosca Silvione più da vicino...
Raffaele Ascheri
Raffaele Ascheri
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