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lunedì 14 marzo 2011

Il Risorgimento tradito...

  Siamo entrati nella "settimana santa" dedicata al Risorgimento ed all'Unità d'Italia. Inutile dire quanto l'eretico sia contento e gratificato di ciò: perfino in televisione, perfino in orari accessibili, compaiono programmi di buona divulgazione storica, incredibile dictu. Di cui in Italia c'è un bisogno drammatico: per i giovani, ma - tristemente - forse ancora di più per gli adulti. L'ho già scritto: l'adulto medio sotto i 50 anni, è quasi del tutto ignorante, a proposito del Risorgimento. In larga parte, purtroppo, lo rimarrà anche passata l'euforia dei 150 anni.
Quello che più indigna - e che è possibile proprio grazie all'ignoranza di cui sopra - è che a festeggiare, ed in prima fila, ci sia la Chiesa cattolica: Mazzini, Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele II (meglio specificare l'ordinale...), si staranno rivoltando nella tomba, nel guardare siffatto spettacolo. Se non ci fosse l'ignoranza che c'è, tutto ciò davvero non sarebbe possibile. Da questo punto di vista, queste celebrazioni (inaugurate con l'offensiva presenza del Segretario di Stato vaticano Bertone alla celebrazione di Porta Pia, lo scorso XX settembre) realmente offendono lo spirito di chi ha combattuto per la Patria, e che aveva - fra i più acerrimi nemici, e spesso armi in mano - proprio il temporalismo papale. Sempre ben presente, carsicamente, in molti settori della Chiesa (Sergio Romano dixit).
Non ha più l'esercito, il Papa, certo; non ha più le "divisioni" di staliniana memoria, senza dubbio. Ma il potere temporalistico è anche quello economico-finanziario (vedasi lo Ior, ma non solo), quello mediatico (televisivo in modo particolare: chi parla più, in Italia, dello scandalo pedofilia?), quello dei privilegi vari che - in certi campi - sono simillimi a quelli che i Savoia abolirono con la Legge Siccardi, prima ancora che si facesse l'Italia.
Giustamente, lo storico Sergio Luzzatto ricordava lunedì scorso nella trasmissione di Gad Lerner che il cinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia (1911) si celebrò con la Chiesa declinante, a livello di Potere (ed era anche l'anno della campagna di Libia, curiosità della Storia): un sano senso di laicità - ispirato beneficamente dalla Francia - pervadeva l'Italia giolittiana. Tutt'altro che "italietta", come invece sosteneva qualcuno, preparando un'Italia ben diversa.
Il centenario (1961), vide una Chiesa alle prese con la temperie del Concilio Vaticano secondo, guidata dal "Papa buono" (i precedenti erano "cattivi"?) Giovanni XXIII: una Chiesa che si metteva in discussione, che si apriva, che si offriva alla modernità.
Nel centocinquantesimo, l'Italia del bunga bunga vede un neotemporalismo vaticano più forte ed aggressivo che mai: forse dai tempi di Pio XII (quando almeno aveva un Pci che - in parte - lo contrastava), forse financo dalla Breccia di Porta Pia. Con nessuna forza politica che ne metta in discussione, in alcun modo, i privilegi. Ed il Vaticano - con la sua sagacia plurisecolare - è ben lieto di salire, nonostante la Storia, sul carro dei vincitori... 
Ps Dedico questo articolo al grande Ernesto Rossi. Uno che avrebbe davvero ancora tantissimo, da dire: anche se, forse, quasi nessuno lo ascolterebbe...
Raffaele Ascheri

1 commento:

  1. la cosa piu'ignorata di questa unita' e' la verita',ignorata dai adetti ai lavori nonche' dai nostri politici che come al solito tutt'uno con l'impero vigente (inglesi francesi ecc)ma nessun ricordo per le vittime sterminate dai piemontesi nei 1°lagher di Finestrelle e nei paesi non assoggettati. Sarebbe bastato un cenno tipo (nel bene e nel male si e' fatta L'Italia.

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