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mercoledì 29 febbraio 2012

Sistema Siena: qui urge un attentato!!

 
   Domenica prossima si vota per le presidenziali in Russia: scontata la vittoria al primo turno di Vladimir Putin, nonostante la fiera opposizione della nuova borghesia urbana, colta ed agguerrita. Nella sterminata Santa Madre Russia, sono "democraticamente" le campagne ad essere decisive, per ovvio computo numerico (altra similitudine con il Senese: il Pd un giorno perderà la città, ma realisticamente mai le campagne ed i piccoli centri della Provincia).
Ecco che puntualmente è arrivato il commando di ceceni pronti a farsi esplodere: il tutto per rinsaldare l'astro putiniano, comunque mai così offuscato come in questa torbida (essendo in Russia, è inevitabile) campagna elettorale. Appena arrivato al potere, il futuro zar Vladimir fece ben di peggio: qualcuno ricorda gli attentati del settembre 1999 a Mosca e Volgodonsk? Ci furono quasi trecento vittime, ed il tutto fu prodromico al pugno di ferro ultrabismarckiano in Cecenia. Il sedicente "Fronte di liberazione del Daghestan" fu accusato pubblicamente da Putin, che aveva appena ricevuto lo scettro di leader dall'etilista Eltsin. Peccato che questo "Fronte di liberazione del Daghestan" non abbia più commesso un mezzo attentato, dopo queste bombe del 1999...

 Veniamo a noi. Il malandatissimo Sistema Siena ieri ha perduto un altro pezzo da novanta: Sienabiotech saluta il suo amministratore delegato (tale Giovanni Gaviraghi), ovviamente per "motivi personali" (formula equivalente appunto ai raffreddori di sovietica memoria); questa Sienabiotech è alla frutta: altro, ennesimo sogno di grandeur al picio sgonfiatosi al venire meno dei dindini fondazionisti. Ora chiamano il fidatissimo (per la Casta) Rino Rappuoli a cercare di risollevare il carrozzone. Si vedrà.
Il comunicatino dato in pasto alle Pravde locali è davvero da incorniciare:
 "La Fondazione Mps, pur nell'attuale difficile situazione economico-finanziaria che vede una più limitata disposizione di risorse, STA AVVIANDO UN PROCESSO DI RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE DI SIENABIOTECH".
Complimentoni per la solita, opportuna autocritica. Come ha detto il banchiere etico Mussari Giuseppe, il Duomo non ha mica le ruote, no? Questa Sienabiotech, però, forse sì...

  A questo punto, l'eretico si ricollega a quanto scritto nella prima parte dell'articolo: qui ci vorrebbe un ATTENTATO! Si chiede troppo? Beh, accontentiamoci di un bell'omicidio: almeno questo, per sviare l'attenzione dal crollo, ci vorrebbe.
 Gli amici del Comitato contro l'ampliamento aeroportuale di Ampugnano non si sono mai abbandonati alla violenza, e poi la cosa s'è sgonfiata comunque (leggasi Galaxopoly). Quindi da lì non si raccatta niente. L'Osservatorio sul Monte (a proposito, stasera alle 17,30 c'è l'Assemblea a Palazzo Patrizi: partecipare numerosi!), è composto da gente - per i gusti ereticali - sin troppo pacifica, quindi anche da lì non si raccatta alcunchè. Le Brigate Brambilla, ormai, sono un ricordo pallido come la pelle della Brambillona stessa. Che si fa, che si inventa, allora?
Almeno un marito che ammazza la moglie, però, si potrebbe trovare: un uxoricidio vecchio stampo all'interno magari di una coppia montepaschina, per esempio. Con i contratti di solidarietà, c'è più tempo per stare in casa, le tensioni - si sa - aumentano, vengono fuori gli altarini, le incazzature crescono esponenzialmente (ed il portafoglio meno gonfio non aiuta mai...).
 Vuoi vedere che in città, invece di Report, arriva subito Bruno Vespa, con il plastico del delitto a rimorchio?

Ps Ieri questo blog ha toccato un altro record di contatti: 3.642!! Non ci sono più gli hacker di una volta, evidentemente...

martedì 28 febbraio 2012

"Mussari Giuseppe": una bella serata, con i soliti assenti...

 
   In attesa di tornare a parlare d'altro, l'eretico non può non riferire ai suoi lettori dell'incontro di ieri sera alla sala dei Mutilati: reduci di guerra, non se n'è visto neanche uno, ma gente davvero tanta.
 Vista la colpevole dimenticanza ereticale durante l'incontro di ieri, bisogna doverosamente ringraziare gli amici della Libreria senese (Pippo Bonci in primis), che si sono adoperati per organizzare la serata in oggetto. In effetti, è la prima volta che una Libreria organizza un evento su un libro di denuncia (altro è parlare di un "innocente" romanzo come Gli scheletri nell'armadio).
 Buon segno anche questo, dunque, così come anche il fatto che in sala, oltre ai soliti noti (ma l'esserci sempre è segno di determinazione e incrollabile fiducia nella possibilità di cambiamento, non certo cosa di cui vergognarsi!) si è iniziata a vedere più di qualche figura prima ignota, in incontri di questo genere. Anche questo buonissimo segno.

  Certo che la cosa più positiva e stimolante è l'attenzione (esogena, non certo endogena) della stampa: Sara Frangini a moderare (Il Fatto quotidiano, scuola Travaglio), il giovane Di Turi (un letterato prestato al giornalismo, di cui risentirete parlare), addirittura Paolo Mondani di Report (roba grossa grossa, dunque...), il quale ha ripreso tutto lo svolgimento della serata.
A rappresentare i Montanelli locali, c'era giusto il piccolo grande Augustino Mattioli, arrivato con uno dei suoi caratteristici berretti da Antartide: e al cui ingresso si è scatenato un piccolo ma sentito applauso da parte del pubblico. Un applauso che Augustino merita tutto, ma che - a pensarci un pochino di più e meglio - mette una tristezza immensa. L'eretico sperava nel contraddittorio con qualche mussariano: ancora una volta, le speranze sono andate delusissime...

  Particolarmente ispirato l'avvocato ereticale Luigi De Mossi, che - soprattutto nel suo primo intervento, salutato da un convinto applauso finale - ha parlato della libertà di stampa e del diritto-dovere del cittadino ad una corretta e libera informazione.
Arrivando a scomodare perfino  Beppe Fenoglio (peraltro un autore che gli è caro parecchio), ed il suo partigiano Johnny: in una città in cui - più che partigiani Johnny - ci sono tanti Johnny stecchino...

Ps Ah, l'eretico dimenticava: sì, pare proprio che qualcuno dell'entourage mussariano (indovinate chi) abbia provato, a fare sequestrare il libercolo. Birbone!!

domenica 26 febbraio 2012

"Mussari Giuseppe Una biografia (non autorizzata)"

 
  Da domattina (a metà mattinata) sarà in circolazione la biografia (non autorizzata) concernente Mussari Giuseppe. Come già detto nel pezzo di mercoledì, sono 320 pagine dalle quali viene fuori un ritratto - si spera - il più veritiero possibile sulla personalità mussariana.

  Almeno tre precisazioni preliminari sono d'obbligo, in fase di presentazione dell'opera: la delimitazione temporale, il taglio dato al libro, la scelta del materiale.
La delimitazione temporale, in primo luogo: la narrazione della biografia mussariana si conclude il 20 gennaio 2012 (giorno del compimento dei 49 anni e sei mesi di vita del biografato); puntualizzazione assai importante, giacchè nel libro si trova per esempio un Capitolo - quello dedicato alla figura di Francesco Gaetano Caltagirone -dedicato a colui il quale, proprio in quelle ore, stava uscendo di fatto da Mps, ma in quel momento era ancora sul 4% delle azioni, trovandosi ad essere quindi il principale azionista privato della Banca. Poi è andata come è andata...

  Il taglio dato al libro, poi. Si è cercato di rendere la poliedricità mussariana a 360°: il neofita della finanza, certo, ma anche colui che continua a fare l'avvocato (per difendere Acampa Giuseppe); il Presidente di Banca Mps, ma anche dell'Abi; il tifoso cestistico e la sua presa multiforme sulla città, dal basket al Palio.Tutti tasselli importanti, fondamentali, per farsi un'idea esaustiva del personaggio in questione.

  La scelta del materiale, infine. Anche in questo caso, si è inevitabimente spaziato in lungo ed in largo, utilizzando fonti plurime e di svariata natura.
Senza alcun dubbio, la parte più corposa concerne il materiale dell'inchiesta della Procura di Siena che - in questo blog - è stata in passato ribattezzata Galaxopoly (con corredo di intercettazioni ed altro). Cercando di fare capire che, all'interno dell'attuale management montepaschino, c'è anche (se non soprattutto) una questione morale che sarebbe bene affrontare. E che NON può certo essere affrontata all'insegna della continuità, o della farsesca discontinuità propugnata, fuori tempo massimo, dal Sindaco Ceccuzzi (un Capitolo è dedicato anche al suo rapporto con il biografato).

  Ciò detto, non resta all'eretico che ribadire l'appuntamento di lunedì sera, alle 21, ai Mutilati (presso la Lizza, a 30 metri dall'hotel Jolly, per chi non fosse pratico): in quell'occasione - insieme ai relatori - si cercherà di precisare meglio la complessa trama del libro.
All'eretico, infine, piacerebbe che ci fosse anche qualche mussariano, a difendere il suo "President", domani sera: a differenza di quello che piace a Lui, all'eretico piace il confronto - anche duro - fra parti che la pensano diversamente (purchè sia ancorato ai dati di fatto).
Dal momento che di questo libercolo giocoforza toccherà interessarsi, perchè non venire subito ad ascoltare e, magari, a confrontarsi, a riferire la propria opinione?
Se poi dovesse giungere financo il biografato, un posto in primissima fila nessuno glielo negherebbe...

Ps Una proposta: invece di scatenarsi con cause e querele, perchè Mussari Giuseppe non spinge qualcuno dei suoi "fan" a scrivere una biografia (autorizzata, in questo caso). Non sarebbe un'ottima occasione di confronto e pluralismo?

sabato 25 febbraio 2012

Remigio Rugani, il fascista filantropo

   Ogni tanto, le Contrade sanno trovare il modo di fare onore a se stesse: è il caso della Tartuca, che - in occasione del Giorno della Memoria, lo scorso 27 gennaio - ha organizzato una serata per fare conoscere meglio un suo grande Capitano (vittorioso nell'agosto 1951 e nel luglio 1953), Remigio Rugani. Il quale Rugani (nato nel 1898, morto nel 1968) fu un fascista della primissima ora, di quelli che accettarono loro malgrado l'imbrigliamento degli ideali del fascismo sansepolcrino (delle origini) da parte del Mussolini al potere. Compromessi su compromessi (con la Chiesa, con la Monarchia, con il grande capitale finanziario et alia), che snaturano il fascismo fattosi potere, facendo perdere entusiasmo a gente come appunto il Rugani (o come il grande Mino Maccari, per non andare tanto lontano...).
Remigio Rugani aveva dunque 24 anni, il giorno della Marcia su Roma. E ne aveva quindi 42, allorquando il Duce portò, in modo avventato e sventurato, l'Italia in guerra (quanto sarebbe durato il suo potere senza quel 10 giugno - visto l'esempio salazariano in Portogallo e franchista in Spagna - è un dilemma tanto insolubile, quanto storiograficamente avvincente...).
 Pur già disilluso e da tempo, Rugani partecipò alla insana guerra promossa solo per accodarsi ai successi hitleriani: Capitano medico, si attivò in un convalescenziario ucraino, in una di quelle "Terre di sangue" descritte dal magnifico libro di T. Snyder di cui si parlerà.
 Adesso arriva il bello della storia: in quel luogo, in quel contesto di dramma assoluto e di desertificazione della pietà, colui che era stato, anche, un picchiatore fascista fra i più temuti, si distinse per azioni di pura e semplice filantropia. Più che uno Schindler (non foss'altro che per l'orgogliosa italianità), un Perlasca della situazione.
Un bambino ucraino di 10 anni ed un suo collega medico ebreo polacco furono aiutati - di più, salvati - dal Perlasca senese, tartuchino. C'è un Dvd a cura di Silvia Folchi e Antonio Bartoli ("La responsabilità del bene") che illustra questo esemplare comportamento, che espose ovviamente Rugani a rischi personali di non poco conto.
Così come la scelta ruganiana - ha ricordato Roberto Barzanti sul Corrsiena - di offrire la piena disponibilità a curare anche i partigiani senesi, nel momento del trapasso da un contesto all'altro.

  Bene, benissimo ha dunque fatto la sua Contrada a dedicargli una serata, con interventi di Mauro Barni, del prima ricordato Barzanti e di Giovanni Gigli, che ringrazio per i dati che mi ha prontamente fornito.
A questo punto, non sarebbe il caso di dedicare una via a questa singolare e poliedrica figura di fascista filantropo?
 Credo che i tempi siano maturi: e se non lo fossero, ci sarebbe di che dolersene...

Scoop del Corrsiena: ma la notizia (ereticale) è di una settimana fa...

 
 L'eretico aveva deciso di deporre l'ascia di guerra, su queste questioni. Quando è troppo, però, è troppo, no?
 Arrivato davanti all'edicola, stamattina vedo un titolo del Corriere di Siena a caratteri cubitali, concernente le dimissioni del Direttore sanitario delle Scotte, dottoressa Flori Degrassi. Prendo in manina il giornale, e noto che sulla notizia, sparata in primissima pagina, è scritto financo "ESCLUSIVO".
Peccato che la stessa notizia (con tanto di motivazioni dell'abbandono, tra l'altro) l'avesse data questo blog, tra l'altro esattamente una settimana fa, sabato scorso (controllare per credere, ovviamente). Non solo: nel Post scriptum del pezzo domenicale sulla Sanità, questo blog l'aveva financo ribadita, a fronte delle chiamate ricevute che ne mettevano in dubbio la veridicità. Anche qui, controllare per credere.

 Sono contento per la cronista Gaia Tancredi: avrà altro e di meglio da fare, rispetto alla lettura del blog ereticale; ne siamo lieti per lei, sinceramente. Basterebbe almeno non inserire l'aggettivazione "ESCLUSIVO"; basterebbe, magari, citare chi è arrivato prima, come si fa sempre in questo blog, sia che la primizia sia della carta stampata (anche del Corrsiena, se del caso), che di altri bloggers.
Fra persone corrette, ci si accontenta comunque di una sana rettifica sul Corrsiena di domani. L'eretico resta in attesa...

Ps Pare che Franchino il Ceccuzzi sarà oggi colligiano, per sostenere la Robur alla vigilia della delicatissima partita di domani. Una di quelle partite che possono davvero segnare un campionato, a questo punto.
Bando alla sin troppo facile ironia: ma dove si trova un Sindachino così attaccato alla propria città? Quasi commovente, l'ultra Franchino...

venerdì 24 febbraio 2012

Asl 7: la Corte dei Conti si muove...

  Angelo Canale: l'eretico fa sommessamente presente che questo Procuratore regionale della Corte dei Conti è la persona giusta per alzare finalmente il velo sull'Asl 7 (e non solo, ovviamente...).
All'apertura dell'anno giudiziario, ha pronunciato parole chiare e forti, che sono un balsamo per le orecchie ereticali.
 Un passaggio, fra i tanti (su cui torneremo in futuro):
"I vertici delle amministrazioni NON SEGNALANO I FATTI DANNOSI PER L'ERARIO. Spesso apprendiamo dalla stampa, da cittadini o da associazioni vicende che i vertici amministrativi si sono guardati bene dal denunciare: un comportamento, quest'ultimo, che se non è dolosamente omertoso è QUANTOMENO COLPEVOLMENTE NEGLIGENTE".
Fischiano le orecchie a qualcuno, forse? Dio ce lo conservi, questo dottor Canale...

  A questo proposito, eccoci alla nostra storiella settimanale. Ci occupiamo, a questo giro, del dottor Paolo Biagi, dirigente medico di II livello, Responsabile dell'Unità operativa Medicina di Nottola-Montepulciano fino ad un anno fa.
Il succitato primario evidentemente NON era troppo simpatico alla dottoressa Benedetto in Rossi, allora imperante; giusto un anno fa (febbraio 2011), quindi, nasce l'esigenza di toglierlo da Nottola. Viene "sospeso dalle funzioni" di Direttore dell'U.O., per approdare a Siena in un ufficio del Centro direzionale a predisporre (su proposta formulata "per vie brevi" dal Direttore sanitario, dr. Del Ministro) 2 progetti aziendali di durata, ciascuno, triennale (delibere numero 46 e 48 dell'8 febbraio 2011). In sintesi, progetti di riqualificazione delle Terme di Chianciano (fegato sano, come si sa...).
Per rendere più accettabile il trasferimento Nottola-Siena, il Biagi si è visto indorare la pillola con 12.500 euro annui complessivi (oltre allo stipendio, ovviamente).
A Nottola, che è successo? Dal 1 marzo 2011, in qualità di Responsabile temporaneo, arriva, al posto del Biagi, il dottor Luigi Abate ("su proposta formulata per le vie brevi dal Direttore sanitario", come d'abitudine). Ma l'incarico di supplenza - i lettori più attenti ormai l'hanno imparato - può durare al massimo 12 mesi, comportando il riconoscimento di un'indennità integrativa di 535 euro mensili al supplente. Fra un mese, questo incarico scade: a chi toccherà di subentrare all'Abate?
In ordine alfabetico, dopo di lui c'è il dottor Marino Artusa, ex verde di lunga militanza. Vedremo. Visto però che gli anni di supplenza sono tre, perchè non fare un bel bando di selezione, invece di cambiare anno per anno? A scuola si sarebbe stigmatizzata la mancanza di continuità didattica...

  In definitiva, a Nottola si rischia di avere un supplente all'anno invece che una sola figura per tre anni (quindi si paga l'indennità mensile di supplenza); per l'incarico affidato al dottor Biagi a Siena - oltre allo stipendio - lo Stato versa 12.500 euro annui.

  Il prima osannato dottor Canale ha stigmatizzato il "danno erariale realizzato, attuale e concreto". Ne siamo così lontani, in questo come in altri casi?
Dottor Canale, grazie di esistere: e buon lavoro...

Mps: contratto di solidarietà? Intanto noi si va a Cortina d'Ampezzo...

 
  L'eretico si rende ben conto di gettare ulteriore benzina sul fuoco, ma la colpa è di chi le fa, certe cose, o di chi le scrive?
 Seconda premessa introduttiva: la notizia shock non è uno scoopone ereticale come altri, ma è tratta dalla stampa berlusconiana (quindi filoMps) di stamattina. Quindi che nessuno venga ad eccepire, perchè sarebbe assai fuori luogo...
  Con uno straordinario tempismo rispetto alla pubblicizzazione dei contratti di solidarietà (con il tormentone dei 1500 da mandare a casa), Il Giornale di Paolo Berlusconi di oggi (a pagina 30, articolo di tale Camilla Conti) ci delizia (immagino soprattutto il "montepaschino ignoto") con quanto segue, al termine di un pezzo in cui descrive ciò che sta per accadere ai dipendenti Mps (contratti di solidarietà, sciopero del 16 marzo et alia):
"Un clima di austerity che stona con il comunicato arrivato da Cortina Turismo in cui si annuncia una nuova partnership fra Mps e Cortina d'Ampezzo: i top manager della Banca hanno in cantiere progetti di marketing all'ombra delle Dolomiti, a partire dalla prossima stagione estiva. Quando si dice il tempismo".
Fine dell'articolo. L'eretico lo ripete: il pezzo della Conti è pubblicato sul Giornale, e la stampa più libera scrive da tempo che proprio Mps è il forziere principe del Pdl. Delle due l'una, quindi: o questa giornalista ha scritto qualcosa che è sfuggito alle maglie della censura interna, o qualcosa sta cambiando anche in casa Pdl, nei confronti della Banca mussariana. Difficile dire, ora come ora.

  Mentre i dipendenti lavoreranno in modo solidaristico, dunque, i top manager montepaschini saranno ad ossigenarsi in quota, quest'estate, in mezzo al meraviglioso paesaggio dolomitico. E la Finanza, tanto, è già passata lo scorso 30 dicembre...

giovedì 23 febbraio 2012

Università del Bengodi: le consulenze esterne del 2004

   L'eretico riprende in mano la Verifica amministrativa-contabile concernente l'Università del Bengodi (a firma del dottor Giovanni Diana), di cui ci siamo già occupati la settimana scorsa.
Oggi siamo arrivati al 2004, sempre Tosi regnante (ma lui è un anatomopatologo, quindi è esentato da responsabilità...). Come il dottor Diana ha messo in evidenza, colpisce che i validi professionisti scelti intuitu personae siano, gira e rigira, sempre i soliti: d'altra parte, una volta intuìto, uno è a posto, no?

Anno 2004, dunque:
1) Studio geologi Tamarindi: 489 euro (una new entry, tra l'altro da poco);
2) Ingegner Casini: 13.915, 6.345,6.390, 6.946 (tutte consulenze per il San Niccolò);
3) Ingegner Giampiero Mancini: 8.036, 8.974,7.377,7.135 (sempre per il San Niccolò);
4) Ingegner Poluzzi Raffaele: 2.684, 1.509,1.532 (tutto per il San Niccolò);
5) Ingegner Luca Sani: 17.067,19.853, 16.261, 20.359, 15.705 (tre consulenze erano per il San Niccolò);
6) Zacchiroli (non altrimenti specificato): 13.112, 8.305, 7.972, 5.210 (2 consulenze per il San Niccolò);
7) Architetto Bagnoli: 3.730, 35.844, 21.875;
8) geometra Veroni: 11.123, 1.141, 8.617;
9) Architetto Mauro Putti: 3.347 euro;
10) Ingegnere Piero Locatelli: 3.404 euro;
11) Ingegnere Giorgio Pazzaglia: 2.048 euro;
12) Ingegnere Vincenzo Pagano: 18.315 euro;
13) Ingegnere Giorgio Fanciulli: 7.630 euro;
14) Ingegnere Stefano Fabbri: 8.690 euro;
15) Ingegnere Rocco Corsi: 28.152 euro (Museo dell'Antartide).
Questa, dunque, è la lista degli "intuìti" esterni per l'anno 2004.

Ps Se Dio vuole, però, da oggi l'Università se la passa meglio: ingresso in massa di Facebook, Twitter e you tube per aprire il confronto con le matricole. Wow!!
 Ci pensa il delegato del Rettore Fabio Berti (uno che meriterebbe un approfondimento bloggeristico...).
"Gli studenti che frequentano le facoltà senesi la crisi non la sentono. O per lo meno non sulla loro pelle" (Corrsiena di oggi). Mai abbinare la parola "crisi" con "Siena": mi raccomando!

martedì 21 febbraio 2012

Il Consiglio comunale del martedì grasso

 
  In tutta franchezza, nessuno si aspettava più di tanto, dall'odierno Consiglio comunale: anche le più pessimistiche aspettative, comunque, non sono andate deluse.
Ancora niente si sa della mozione sull'Università all'ordine del giorno (da leggere senza indugio lo scoop di Fratello illuminato di oggi, nel dubbio); si sa invece, purtroppo, della puntigliosa interrogazione sullo stato delle cose in Fondazione Mps.
 L'eretico era presente, e può assicurare i suoi lettori del fatto che Laura Vigni (che ha presentato l'interrogazione insieme ad Enzo De Risi delle Liste civiche) il suo l'ha fatto, esponendo con voce forte e chiara l'interrogazione (mentre Franchino chiacchierava con il vicesindaco Marzucchi o si gratticchiava l'aurea testolina): il problema è stata proprio la risposta del primo cittadino. O - per meglio dire - la NON RISPOSTA. Tra il burocratico ed il generico, richiamandosi per l'ennesima volta alla coesione che ci vorrebbe in un momento come questo, premettendo che gli interroganti non sanno quali poteri abbia effettivamente il Sindaco sulla Fondazione, sembrava che Franchino esponesse il bilancio consuntivo del barrino del Circolo Arci di Sant'Andrea, piuttosto che parlare che di uno snodo chiave della storia della municipalità che inopinatamente presiede.Sconcertante. Almeno quando parla di arbitri ci mette un pochina di passione...
Dopo la non risposta, ecco materializzarsi, senza soluzione di continuità, la farsa: un pacifico signore che l'eretico non conosce (verosimilmente dell'Osservatorio Mps) accenna timidamente un "Buu" da non fare paura ad una mosca, al termine della suddetta non risposta. Ecco che immantinente prende il microfono il Presidente del Consiglio comunale Piccini, e, testuale, con voce perentoria e stentorea, pronuncia quanto segue:
"Al prossimo rumore farò immediatamente sgomberare l'aula, la Legge mi dà questo potere; al prossimo intervento del pubblico, faccio sgombrare tutti!".
I reprobi si guardano, tra il divertito e lo schifato (prevale il secondo): ma l'eventuale responsabilità, non sarebbe solo del singolo? E poi: ma questi, si rendono conto del malessere che c'è, o no? Perchè il Pd locale non organizza un incontro pubblico, in cui parlare di Mps: almeno magari qualcuno può dire la sua, e magari, addirittura, dissentire...

  Era tanto che non entravo nella sala in cui il Consiglio si riunisce: non mi ricordavo, per esempio, della presenza di Vittorio Emanuele III in loco per l'inaugurazione della Mostra d'arte antica, nell'aprile del 1904.
Ma non mi ricordavo soprattutto che vi era affrescata - proprio sopra le teste dei consiglieri di opposizione - la seguente, illuminante frase del mai abbastanza lodato Niccolò Machiavelli, una frase su cui invito alla pubblica riflessione, a partire per esempio dall'esito delle ultime elezioni:
"Il popolo molte volte desidera la rovina sua ingannato da una falsa spezie di bene".
Una frase che è davvero di stridente attualità municipalistica...

lunedì 20 febbraio 2012

Franchino fa l'ultra!

    In attesa del complesso ed ostico Consiglio comunale di domani (in cui si parlerà di Fondazione Mps ed Università, così per stare allegri...), Franchino il Ceccuzzi si è concesso un meritato fine settimana sabaudo. Si vuole sperare pagato tutto di tasca propria, ma in questo caso non è ciò che più interessa. C'è chi ha stigmatizzato che abbia lasciato la Siena in crisi (si può dire?) per approdare a Torino, ma questa critica ci pare ingenerosa: in loco aveva lasciato i suoi scudieri, e poi un po' di svago è benefico per tutti, a maggior ragione nei momenti difficili e stressanti. Da stigmatizzare, semmai, la colpevole assenza, a Torino, di quello della Provincia, forse ancora intento a polemizzare con l'Enel per dimostrare che esiste: Bezzini, la luce è tornata!!!

  Arrivato sabato, Franchino è andato a vedere la Mens sana vincere (con difficoltà) su Milano; poi ieri ha assistito alla ben più netta vittoria senese contro la deludente (certo anche per grande merito della Mens sana!) squadra canturina. In entrambe le occasioni, si è messo la sciarpina, da buon tifoso; si è alzato ad applaudire (quando vedeva che si alzavano gli altri, per non sbagliare), con la faccia un po' spaesata ma comunque attenta e desta. Tutto bene, dunque, tutto a posto: e corroborato dall'ennesimo successo nazionale della straordinaria squadra allenata da Simone Pianigiani.
Dopo il successo, però, il buon Franchino si è un pochino lasciato andare, come se avesse avuto una grande voglia di levarsi qualche sassolino dalle scarpe. Magari non solo per cose attinenti al basket. Comunque sia, è andato fuori dal seminato.
Dal Corrsiena (pagina 15):
"Straordinari Pianigiani, i giocatori, la società sono riusciti a fare qualcosa di meraviglioso (e fin qui, tutto ok, Ndr), soprattutto considerando che come abbiamo visto nei giorni scorsi ABBIAMO TUTTI CONTRO, i giornali, le istituzioni e molti altri".
Da La Nazione (pagina 25), peggio ancora, se possibile:
"Abbiamo vinto ancora una volta CONTRO TUTTI. Tutte le squadre, ma anche gli arbitri. Non hanno tutelato la nostra squadra, soprattutto i nostri lunghi, Lavrinovic ed Andersen. Ne fischiavano solo uno su 4 di falli che venivano commessi contro di loro".
La cosa più stucchevole è il solito - e più volte rimarcato - penoso senso del complotto e dell'assedio contro tutto ciò che rappresenta la città (oggi la Mens sana, ieri altro, domani altro ancora): perfino Robertino Barzanti - pur così "storicista" sul dramma della Fondazione -  gliel'ha detto di farla finita con questo refrain del vittimismo, ma lui continua, continua, continua. Non c'è verso.
Sul piano specifico e quindi sportivo-cestistico, cosa aggiungere? Visto che la partita più difficile è stata con Milano: voi lo immaginate il Sindaco Pisapia che - dopo la sconfitta - si mette a polemizzare con gli arbitri, tanto per fare un esempio?
Vogliamo andare ancora più nel dettaglio? Andiamoci, visto che è lui, è Franchino che l'ha voluto. E circoscriviamo il tutto solo alla Coppa Italia appena conclusa, che è meglio.
Nella partita a rischio effettivo, quella con Milano (vinta con due soli punti di scarto), gli arbitri erano Facchini, Paternicò e Sabetta. Siena ha avuto 15 tiri liberi (quelli da un punto, per chi non è pratico); Milano 5. 15 tiri liberi in una gara non sono tantissimi, ma certo sono più di 5, no? Lavrinovic ed Andersen quindi non tutelati? Mah, tutto è possibile, certo.
Ma un Sindaco che si rifiuta di parlare di società quotate in Borsa con giornalisti nazionali, fa bene ad eccepire sull'arbitraggio della sua squadra del cuore (con una competenza cestistico-arbitrale che si lascia immaginare ai lettori, tra l'altro)? Forse aveva orecchiato questo commento polemico fra i vicini, e l'ha prontamente riportato. Così, tanto per fare vedere che lui qualcosa di basket mastica.
Cose di sinistra, non ne dice; allora si butta sull'arbitraggio, e dice "cose arbitrali"...

 Vediamo se sarà altrettanto loquace domani in Consiglio comunale. Chi arbitra, a questo giro? 

domenica 19 febbraio 2012

Anche i medici, nel loro piccolo, si inkazzano (e c'è il caso Degrassi)...

 
   Nel meraviglioso mondo di Sienalandia, ormai anche l'ospedale è in piena ebollizione: l'eretico non fa in tempo a chiudere il pezzo sul Bilancio dell'Asl 7 (oggi Il Fatto di Travaglio e Padellaro spara in prima pagina il caso dell'Asl massese, giusto richiamato ieri dal blog!), che gli arriva sottomano un documento violentissimo delle sigle sindacali delle Scotte (ANAAO-Assomed, CGIL medici, CIMO, CISL medici e Umsped). Ieri qualcosa era trapelato sulla Nazione, oggi il documento è sul Corrsiena.
Cosa stigmatizzano, in buona sostanza, i sindacati ospedalieri, con toni di inusitata veemenza?
Ciò che l'eretico ha scritto da tempo: le Scotte devono ridimensionarsi (si sono già ridimensionate!), per fare splendere di maggior luce il Polo fiorentino. Rossi dixit.
Un'accusa, in particolare, ci sembra grave assai, da parte dei sindacati: allorquando il documento dice che la Direzione generale avrebbe mentito sulla flessione del numero dei trapianti di midollo eseguiti alle Scotte ( affermazione che sarebbe funzionale all'attivazione del "tutoraggio" di Ematologia, affidato al fiorentino professor Alberto Bosi, contro il quale tutoraggio i sindacati si sono mobilitati con forza). Qui tra la Direzione generale ed i sindacati bisogna che qualcuno dia i numeri certi ed inequivoci, per rispetto dei cittadini-pazienti, no?

  "Quanto bisognerà aspettare affinchè un metodo razionale e trasparente, non inquinato da appartenenze, divenga lo strumento di governo dell'azienda?", si chiedono i sindacalisti.
"Fino a quando quel che resta del Sistema Siena non crollerà definitivamente a terra, implodendo su se stesso", risponde l'eretico, da par sua.


Ps C'è chi ha telefonato all'eretico, dicendogli che la Direttrice sanitaria delle Scotte, dottoressa Degrassi, NON si era dimessa.
 All'eretico, però, continua a risultare che la dottoressa Degrassi venerdì abbia rassegnato le dimissioni dal prestigioso incarico ricoperto; così come risulta anche che Franchino il Ceccuzzi si sia attivato per farla desistere dalla decisione presa, subito dopo. I prossimi giorni faranno chiarezza.

sabato 18 febbraio 2012

Asl 7: i nodi del Bilancio stanno per venire al pettine...

  Grandi giornalate sulla dottoressa formalmente in malattia, in realtà in studio a visitare: benissimo hanno fatto i finanzieri ad intervenire, ma è come un granello di sabbia nel Sahara, date retta all'eretico. Tra l'altro, questa oculista era indifendibile da una parte, ma fatturava - par di capire - le visite effettuate contra legem: virtuosa nell'andare contro la legge? Presa dal virtuosismo fiscale predicato da Monti? Boh...
Dobbiamo poi segnalare che, nei giorni scorsi, si è dimessa da Direttore sanitario delle Scotte la dottoressa Degrassi, pare per frizioni con il dottor Marchese Morello. Chissà. Tensione alta anche al Policlinico, tanto per cambiare.

   Gli scricchiolii ci sono tutti: il prossimo tassello del Sistema Siena a crollare (dopo l'Università, la Fondazione e la credibilità del Sistema in quanto tale) sarà quello sanitario.
 L'eretico si chiede varie cose, e gira le domande al nuovo Direttore Pestelli, cui abbiamo già augurato buon lavoro (ne ha bisogno): chi certificherà il bilancio 2011? La Kpmg dell'ex dipendente Grazioso, la Deloitte da cui proviene lo stesso Pestelli, o altri ancora? Si potrà mai sapere qualcosa del Bilancio preventivo dell'anno in corso? Andando più nel dettaglio: c'è qualcuno che abbia BEN CONTROLLATO, CON LA MASSIMA ATTENZIONE, LE SCRITTURE CONTABILI? Lo dovrebbero fare i revisori dei conti: ci si mette la manina sul fuoco? I costi sostenuti sono stati tutti messi a Bilancio in modo corretto? Quante sopravvenienze passive figurano nel conto economico del 2011? Costi e debiti sono correttamente imputati?
Osiamo chiederlo, perchè qualche igienico dubbio lo nutriamo; e perchè non vorremmo trovarci come all'Asl massese ("L'Asl è piccola, il buco è grande", scrive Pino Di Blasio sulla Nazione di due giorni or sono, pagina 21). Non vorremmo ritrovarci a commentare quello che il rapporto della Commissione parlamentare ha scritto a proposito di Massa. Per esempio che "con l'ausilio di scritture contabili FALSE ED ANOMALE, OLTRE AD ARTIFIZI VARI, HANNO MANIPOLATO SOPRATTUTTO I COSTI DI ESERCIZIO E I DEBITI VERSO I FORNITORI".
A maggior ragione perchè a questa relazione devastante per la credibilità della Sanità toscana (e per fare capire che Massa ben difficilmente è una mela marcia...), si aggiunge la ancora più devastante Relazione della Corte dei Conti nazionale, che boccia la Sanità toscana. Nel capitolo sui "Danni erariali nella sanità", a cura del Vice Procuratore Generale Roberto Benedetti, presentata due giorni or sono, la Toscana sanitaria esce demolita, altro che Buon governo. Si parla delle azione risarcitorie prima del giudizio? Citate Piemonte, Sicilia e Toscana. Poi si parla di "tipologie di danno attinenti all'irregolare acquisizione di beni e servizi in Toscana, all'irregolare espletamento dell'attività libero-professionale intramuraria ed extra ospedaliera nel Lazio ed in Toscana" (se ne parlerà a breve, con esempi calzanti assai).
 Ma è soprattutto un passaggio di pagina 144, a fare riflettere, laddove si parla di "VIOLAZIONE DELLE REGOLE PROCEDIMENTALI CONTRATTUALI IN TOSCANA". Ma non è quello strullino dell'eretico, ad avere coniato l'espressione "carriere al neutrino" per l'Asl 7 (ricordate i casi Ghezzi, Grazioso, Becattini, Cardelli ed altri)? Siamo in due ad essere strullini, si vede...

Ps Il Presidente Enrico Rossi ha sempre avuto un comportamento irreprensibile, nel caso in ispecie da Assessore alla Sanità.  Lo dice lui stesso...

venerdì 17 febbraio 2012

L'Ici, Giordano Bruno e una proposta ereticale...

    Anche se bisogna ammettere che l'eretichino (lo scrivente) ci si arrabbia sempre come una volta, la Chiesa cattolica di oggi fa un pochino tenerezza: va via Silvione, e le tocca iniziare a pagare l'Ici sul serio (ora tutti a dire che lo pagavano da sempre, i bugiardoni...). Se guardiamo al Vaticano, è un covo di vipere che nemmeno all'interno del Pd nazionale sono così: sembra di essere già in Conclave (d'altro canto il tedesco brigava già dai primi tremori parkinsoniani del polacco, per succedergli). Fanno i furboni con lo Ior, e li sgamano dopo venti minuti al massimo (scoop del Fatto quotidiano con Marco Lillo, all'insegna del prendi i soldi e scappa). Lasciamo stare il discorso sessuale, perchè è meglio (anche se mi viene un pruritino...).

  Oggi, 17 febbraio, è però una giornata particolare, per i liberi pensatori: 412 anni or sono, in Campo dei fiori, fu "abbruciato" Giordano Bruno. Personalità sulla quale sono stati spesi fiumi di inchiostro, e che qui ed ora non ha bisogno di approfondimenti. Grazie a lui e ai tanti come lui, grazie a quello che si mise in moto quel 14 luglio 1789, grazie alla secolarizzazione: in fin dei conti, dobbiamo ringraziare queste persone e questi eventi, se possiamo scrivere e leggere questo blog ed altri simili.
 Ma sempre ricordando bene una cosina: non è la Chiesa (a livello apicale) ad essere diventata più aperta e tollerante, sono le condizioni storiche date, che l'hanno portata obtorto collo ad essere così. Ricordiamocelo bene: non dobbiamo ringraziarli proprio per niente, neanche di striscio. Senza il Generale Raffaele Cadorna, senza quel XX settembre, questi sarebbero stati sempre aggrappati al potere temporale (molti ancora devono elaborare il lutto, anche dalle nostre parti)...

  Vista la ricorrenza, quindi, e visto il clima favorevole (grazie, Monti: questa l'hai fatta giustissima!), l'eretichino ritira fuori la proposta secondo lui a questo punto più urgente e dirimente: ELIMINAZIONE DELLO SCANDALO DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE PAGATI DALLO STATO E VIDIMATI DAI VESCOVI.
 Questo deve essere il prossimo tabù da infrangere. Sembra impossibile, ma lo sembrava anche l'Ici, no?
Diamoci sotto, dunque: e con i soldi (tantissimi) risparmiati, fondi per la ricerca giovanile. O per i bambini disabili. La Cei non vuole (no, in effetti non vuole)? Mano al portafoglio, e se li paghino loro, i catechisti della scuola pubblica...

Ps Stamattina - sulla Nazione - bellissima foto di Acampa Giuseppe vestito da prete, con telefonino all'orecchio. Foto emblematica. Quasi quasi la ritaglio e l'attacco (per masochismo) sul frigo, insieme a quella di altri castisti...

giovedì 16 febbraio 2012

Crack Università: una lista significativa...

   L'eretico l'aveva già premesso nell'articolo della scorsa settimana: questa NON è una lista di proscrizione. I professionisti della lista sono tutti stimati, stimabili e degni di ogni lode. Ovviamente niuno di loro è indagato.
 Per capire lo sfascio del Sistema Siena (non solo dell'ateneo del Bengodi), però, anche questa lista è significativa assai, giacchè fa capire moltissimo: l'allergia alle Gare d'appalto ed alla concorrenza in quanto tale (e quando si fanno le gare - vedasi Galaxopoly - sono delle burlette...), per cui ci si ferma quasi sempre sotto la soglia furbesca dei 100mila euro; la scelta intuitu personae, all'insegna della meritocrazia relazionale (che non esclude il merito a priori, ma è cosa opinabile comunque, e non a caso stigmatizzata da chi di dovere, come vedremo); lo scialo in quanto tale (il complesso del San Niccolò è uno dei più supervisionati del mondo: peccato dopo poco si sia dovuto dismetterlo...).

  La fonte è la "Verifica amministrativo-contabile " firmata dal dottor Giovanni Diana, e acquisita agli atti della maxi-inchiesta sul buco dell'Università (Pm Nastasi e Natalini); l'anno di cui ci si occupa a questo giro è il 2003 (Tosi imperante).
In ordine di apparizione sul prima citato documento, appaiono i seguenti nomi e cognomi:
1) Ingegnere Piero Locatelli: 5 consulenze (15.300 euro, 11.628, 9.180, 12.240, 6.120);
2) Ingegnere Renzo Tascini: 1 consulenza (10.264 euro);
3) Zacchiroli (non ulteriormente specificato): 2 consulenze (12.386 euro per il San Niccolò, più 12.540, 23);
4)Ingegnere Luca Sani: 1 consulenza (13.744, 06 euro, sempre per il San Niccolò);
5)Ingegner Raffaele Poluzzi: 4 consulenze (977, 14 euro per il San Niccolò, 1.390, 30, più 1.181, 21, più 1.122, 66 euro);
6) Ingegner Giampiero Mancini: tre consulenze (6.169, 78 euro per il San Niccolò, più 6.205, 30, più 5.897, 72 euro);
7)Ingegner Casini: 4 consulenze (6.809, 69 euro per il San Niccolò, più 5.785, 60, più 5.498, 86, più 7.713 euro);
8)Architetto Bagnoli: 4 consulenze (9.539,69 euro, più 86.921,06 e 11.279, 96 per il complesso di San Francesco, più 5.349, 44 per il palazzetto C.U.S.);
9) Geometra Veroni: 2 consulenze (2.815, 20, più 2.741, 76 euro);
10) Architetto De Carlo: 1 consulenza (la più pagata), per il collaudo del Polo scientifico di San Miniato: 122.400 euro;
11) Architetto Luca Borgogni: 2 consulenze (3.533, 69 per il San Niccolò, più 7.213, 03 euro);
12)Ingegnere Fabbri Stefano: 2 consulenze (3.534, 64 per il San Niccolò, più 7.213, 03 euro);
13) Ingegner Morelli: 2 consulenze (3.534, 65 per il San Niccolò, più 7.213 euro);
14) Perito Ceccotti: 2 consulenze (3.160, 70 più 1.580, 35 euro);
15) Ingegnere Rocco Corsi: 1 consulenza (3.000 euro);
16) Ingegnere Luca Sani: 2 consulenze (13.741, 87 per il San Niccolò, più 13.060, 79 euro);
17) Architetto Mauro Putti: 1 consulenza (3.672 euro).

  Chiosa il dottor Diana, nella sua relazione:
 "In nessun caso (anche per quelli di maggiore rilevanza economica) è risultata svolta una vera e propria procedura concorrenziale e, quindi, una selezione fra più soggetti".
Chiosa l'eretico, al termine del suo articolo: se viene un terremoto in città e siete dalle parti del complesso del San Niccolò, fiondatevi al più presto all'interno degli edifici. Edifici più testati di quelli, sono difficile da trovare...

mercoledì 15 febbraio 2012

Tanti auguri, don Furiesi!!

    In una giornata triste per Siena (leggasi Fondazione Mps), c'è ben poco da festeggiare. A guardare bene bene, però, qualcosa c'è: il compleanno - e che compleanno! - di uno dei pochi preti senesi che ancora si ostinano a fare i sacerdoti e non i manager da strapazzo.
 Oggi infatti è il compleanno di don Enrico Furiesi, arzillo novantenne (nato il 15 febbraio del 1922, prima della Marcia su Roma; ordinato sacerdote il 29 giugno 1947, Pio XII regnante, così per dire...).
 L'eretico - non sembri strano - gli fa i più calorosi e sinceri auguri: risulta che questo pomeriggio verrà festeggiato dai suoi brucaioli in Società alle 19 (è correttore dal 1974!); proprio la Contrada di Via del Comune, nel numero di dicembre del Barbicone, gli ha dedicato un bel servizio di due pagine, corredato da significative foto ("Monsignor Enrico Furiesi  fra virtù e contrada", di Cristina Cinotti e Francesco Tiravelli).
Anche stamattina - come quasi tutte le mattine - è partito dalla sua casa in Pian dei Mantellini (accanto a Santa Lucia), e si è diretto verso la Cattedrale; da uomo d'esperienza e, forse, di sano pessimismo,, aveva l'ombrello ad accompagnarlo...

 Non entriamo - in questa sede - sul discorso processuale concernente Acampa Giuseppe: l'abbiamo fatto tante altre volte, oggi non è il caso.  Don Furiesi è un teste fondamentale, per l'accusa.
Resta però un fatto, indubitabile: don Furiesi oggi viene festeggiato da tanti (brucaioli e non); qualche altro prelato senese, il giorno del suo compleanno, si trova anch'egli in compagnia: ma solo della famiglia e dei suoi salariati...

Tanti auguri, quindi, don Furiesi.
Almeno una cosa - in questa ben triste realtà senese - è rimasta: il popolino - nonostante gli errori e gli sbandamenti, i compromessi e le ipocrisie -  continua a sapere riconoscere le persone per bene...

Fondazione al 33%: però bisogna essere contenti, capito?

 
  A Chicago, il giorno di San Valentino lo ricordano per la nota strage gangsteristica; a Siena, d'ora in avanti, per il comunicatino della Fondazione che, finalmente, si arrende, alza bandiera bianca: si scende al 33,5%. Ma il bello è che bisogna essere financo contenti, secondo i castisti: la nuova soglia psicologica appunto del 33,5% è salva, il diritto di veto c'è comunque, i problemi grossi ce li hanno anche gli altri istituti, la cosa era comunque nell'aria da tempo, bla bla bla.

  Penosa - come d'abitudine - la reazione della classe dirigente senesota: Gabriellone, si deve essere rintanato in sacrestia vestito da chierichetto, con una paura birbona di uscire (ma lo saprà del comunicato della Fondazione?); Franchino, non pervenuto, perchè c'ha da pensare a Siena Capitale della Cultura, che volete che sia la Fondazione (l'eretico c'avrebbe sottomano tutte le sue dichiarazione preelettorali sul 50%, ma non ha neanche più voglia di sputtanarlo...); il meglio pezzo però è il Bezzini, quello della Provincia con la barbetta e gli occhiali spessi: ora ha capito che - grazie all'inefficienza dell'Enel - può fare vedere di esistere, allora ogni giorno si scaglia contro i fornitori di elettricità con veemenza tanto patetica quanto inusitata: vade retro, Enel!! (quell'altro provinciale, il giovin Pinciani, fino alla prossimo nevicata o alluvione si riposa). Si attendono news dal pasticciere Nannini, il cui intervento nell'agone comunale potrebbe essere risolutivo.

  Il prossimo 21 febbraio, martedì, ci sarà un interessante Consiglio comunale. L'eretico anticipa i contenuti di una interrogazione che verrà presentata da Laura Vigni (Sinistra per Siena) e da Enzo De Risi (Per Corradi) sulla questione Fondazione (datata 8 febbraio). Accortisi che Franchino li prendeva per il sederino (si parla di "tecnica dilatoria" del Sindaco), i due stigmatizzano, fra le altre cose, le operazioni di acquisto e rivendita di azioni Intesa e Mediobanca che hanno prodotto enormi minusvalenze; i costi degli organi amministrativi della Fondazione (2 milioni di euro annui, con la Deputazione amministratrice ed il Collegio sindacale che non si sono ridotti un bel niente); i costi esorbitanti di consulenti e collaboratori vari (più di 2 milioni annui); il numero francamente eccessivo di dipendenti (39, per 6 milioni di euro), et alia.
Il passaggio politicamente più succulento, però, è quello in cui De Risi e Vigni chiedono di "valutare l'opportunità di intraprendere un'azione di responsabilità nei confronti del Cda della Fondazione che sembra avere agito in difformità con quanto stabilito dallo Statuto e contrariamente agli indirizzi indicati dal Comune di Siena e agli interessi dell'intera comunità senese".
A Parma, per una cosa molto più grave nell'immediato, ma molto meno devastante in prospettiva futura, i cittadini si presentarono in massa al primo Consiglio comunale con le pentole, per fare baraonda; speriamo che a Siena, almeno, il giorno di San Valentino serve a togliersi la soppressata dagli occhi. Almeno questo... 

martedì 14 febbraio 2012

Asl 7: il dottor Maccari nuovo Direttore sanitario

 Notizia fresca fresca di giornata: il dottor Mauro Maccari è stato nominato nuovo Direttore sanitario dell'Asl 7.
 Il curriculum vitae pare di prim'ordine: Maccari - classe 1959, 12 gennaio per la precisione - viene dalla Usl 5 di Pisa; si è laureato cum laude alla Sapienza nel 1986 (non rientra quindi nella categoria degli "sfigati" di martoniana memoria...), poi dottorato a Losanna, la nomina di professore a contratto all'Università di Pisa, svariate pubblicazioni et alia.

  Ma soprattutto, c'è quello che più l'eretico si attendeva (ovviamente fino a prova del contrario!): quella tanto auspicata discontinuità effettiva rispetto al recente passato, un passato che ha reso opachi tanti "movimenti" dell'Asl 7.
Non a caso - senza tanti giri o giretti di parole - questo importante incarico sembrava destinato all'attuale vicedirettore sanitario, quel dottor Marco Picciolini di cui in questo blog spesse volte (anche di molto recente) ci siamo occupati. Picciolini è un monaciano BENEDETTO dall'attuale moglie del Torquemada della politica piddina, l'Enrico Rossi che si fa intervistare nelle Case del popolo per fare vedere che è uno, appunto, del popolo. E che quando a casa sua si accorgerà delle carriere al neutrino promosse dalla consorte (e documentate implacabilmente dall'eretico), allora sì che saranno guai grossi, per l'ex Direttore generale dell'Asl 7: il marito Torquemada Rossi, lui NON GUARDA IN FACCIA NESSUNO...
Tornando alla odierna nomina del dottor Maccari, se son rose, fioriranno; le spine, comunque, per qualcuno sono già arrivate...

Il Guaspa, un anno dopo...

 
  Oggi l'eretico scrive di un amico che non c'è più, da un anno. Lorenzo Guasparri è morto lo scorso 15 febbraio.
 Una Messa (alle 19) ed una cena nella Contrada della Selva sono previste appunto per domani; ieri, subito prima della vittoriosa partita con la Roma, il Guaspa è stato ricordato allo stadio, in quello stesso luogo in cui aveva estrinsecato la sua passione per il Siena calcio, lui cestista come praticante.

  Un anno è trascorso, dunque. I primi anniversari sono quasi sempre così: la persona scomparsa è ancora vicinissima nei ricordi, e nel contempo il principio di realtà inizia ad insediarsi dentro le persone care.
Sarà la Selva, dunque, a farsi corifea del suo primo anniversario. Giusto, sacrosanto così. Lorenzo aveva una passione infinita, quasi commovente, per la sua Contrada: nel 2008, volle monturarsi nonostante stesse per nascere suo figlio. Tamburino non certo eccelso (detto da un alfiere impresentabile), ma stakanovista della montura come pochi, forse nessuno.  Nella Selva aveva svolto moltissimi ruoli (fuorchè il correttore, per comprensibili motivi...), salvo quelli apicali: significativo, no?
Fu cancelliere (con Andrea Fontana, Daniela Renoldi e chi scrive) nel biennio 1993-1994, e questo ovviamente me lo ricordo meglio degli altri suoi impegni. Un paio di anni dopo, mangino del Capitano Sandro Mori (con Andrea Ferrini): periodo sciagurato - dal punto di vista paliesco - per la Selvina...poi si occupò del territorio, lui che nel cuore del rione aveva preso casa, poi divenuta il suo ufficio di consulenza finanziaria; quando è morto, era vice-archivista: un ruolo del tutto inedito per il Guaspa, ma quando c'era da attivarsi per la Contrada, non era previsto battere ritirata.
 Come tutti, non disdegnava certo la visibilità contradaiola; come pochi, però, se la voleva meritare sul campo della quotidianità rionale.

  Alto, statuario, un cuore matto se l'è portato via troppo presto:
 "Quid est homo? Quolibet quassu vas et quolibet fragile iactatu", scrive Seneca a Marcia, inconsolabile per la perdita del figlio. L'essere umano è un vaso, fragile, che si rompe solo a farlo muovere e vibrare, ci suggerisce il filosofo.  Questo passaggio senechiano può spiegare tante cose, del rapporto con il nostro corpo: ammonendoci, in modo perentorio, che la corazza fisica esteriore, può nascondere fragilità interne.
Il cuore del Guaspa aveva vibrato per tante (condivise) passioni. Non si può dunque fare altro che, in piena coerenza, ricordarlo in modo appassionato: tutto lascia pensare che lui stesso avrebbe voluto così...

Ps Il Gruppo donatori di sangue della Contrada, è dedicato proprio a Lorenzo Guasparri: più degna intitolazione non ci poteva essere. Che serva da concreto monito per le donazioni, dunque.

lunedì 13 febbraio 2012

"Albert Nobbs": un bel film, una grande attrice. E una domanda...

"Albert Nobbs", del regista Rodrigo Garcia (figlio di Gabriel Garcia Marquez!), è il tipico film in cui la bravura degli attori (Glenn Close primissima inter pares) sovrasta tutto il resto, qualità e difetti compresi. Si tratta di un'opera che ha - insieme al difetto di qualche cascame teatraleggiante, forse inevitabile visto che nasce come pièce ed è film di interni - altri pregi (l'ambientazione nella Dublino di un secolo or sono, per esempio). Tutti però tendenzialmente offuscati dallo strapotere della recitazione...

  Glenn Close si sapeva essere un'attrice poliedrica, ma qui offre - a 64 anni - forse la prova della vita (tra l'altro, è coproduttrice e cosceneggiatrice). Presentandosi come una via di mezzo fra Charlie Chaplin e Peter O'Toole, impersona un inappuntabile cameriere di un albergo dublinese; costretta a mostrarsi per ciò che non è dall'assoluto bisogno di lavoro e di soldi.
Film molto british, con porridge e tea trasudanti da ogni poro, mostra la spietatezza di rapporti sociali ed umani condizionati dalla povertà estrema (tripica dell'Irlanda prossima all'indipendenza da Londra), dalla malattia (il tifo, in particolare), dall'alcolismo, dall'ipocrisia (siamo o non siamo nella verdissima e cattolicissima Irlanda?), da gerarchie sociali ancora tipiche dell'antico regime.
Natalia Aspesi (su Repubblica di venerdì scorso, pagina 56), forse facendosi prendere la mano dalla ricorrenza del primo anniversario del movimento Se non ora quando, tende a vedere nella protagonista interpretata dalla Close una sorta di eroina femminile, vittima dei tempi cupi ("Nella storia c'è tutto, la vecchia Irlanda, l'impossibile vita delle donne là e allora, il loro sfruttamento, LA MASCALZONAGGINE MASCHILE..."). Sui primi elementi, niente da eccepire: disamina perfetta; quanto alla mascalzonaggine maschile (riferita evidentemente al furbesco caldaista che mette incinta una collega della Close), mascalzone sarà  appunto per il caldaista, ma quanto al signor Nobbs, è solo vittima, o anche - pur potenziale - carnefice, rispetto alla graziosa cameriera divisa tra lui e appunto il caldaista ( l'attrice Mia Wasikoska)?
A pensarci bene, il signor Nobbs-Close è certo una vittima, per il background che l'accompagna: ci mancherebbe altro (riaffiora anche uno stupro collettivo del passato, ad un certo punto).
Ma nel momento in cui pretenderebbe di sposare la bella camerierina (ovviamente innamorata del più bello e giovane caldaista!) solo in virtù dei soldi che ha messo metodicamente da parte - giorno dopo giorno, per decenni, scellino su scellino -, è sempre e solo vittima? Non diventa sovrapponibile ai plutocrati di ogni latitudine che sono adusi comprarsi mogli giovani e belle, solo partendo dalla forza delle loro tasche e del loro potere contrattuale? E la prima notte di nozze, come ci sarebbe rimasta la camerierina, trovandosi di fronte una donna, invece che un maschietto?
 Albert Nobbs, dunque, è certo una vittima: ma si sa che spesso proprio le vittime di ieri, tendono a diventare i carnefici di domani...

Ps Il film è in programmazione - su Siena - al Nuovo cinema Pendola. 

La lezione di Genova: che non servirà a Franchino...

 
  A dirla proprio tutta tutta, era un po' nell'aria, questa ringollata genovese del Pd: certo, però, non in queste dimensioni catastrofiche! Alle primarie di ieri, il vendoliano (ma indipendente) professor Marco Doria, con il 46% dei suffragi, sconfigge - anzi, umilia - il Sindaco in carica (Marta Vincenzi, ferma al 27%), e surclassa la candidatura più sostenuta dall'apparato piddino-burlandiano, la senatrice Pinotti (terza con il 26%, a suggellare una disfatta che non si vedeva dai tempi vendoliani in Puglia, per la nomenklatura del Partito di D'Alema e di Lusi...).
 A Genova, come a Milano con Pisapia, come a Cagliari con Zedda: il popolo del centrosinistra NON ne può più dell'apparato piddino; il quale invece non ci sta proprio a farsi da parte (come sarebbe salutare per il bene del Partito stesso), e sta lì, abbarbicato ad ogni possibile rendita di posizione.
 Anche perchè - tra una ringollata e l'altra - qualche volta a Bersani-D'Alema-Lusi va ancora bene: vedasi a Siena l'anno scorso...
Come si fa a non tornare sull'argomento, appunto dopo Cagliari, Milano e adesso Genova? L'occasione è troppo ghiotta!
Il professor Doria è sostenuto da un manifesto di intellettuali genovesi (che a Siena avrebbero firmato per Franchino, si immagina: oppure sarebbero stati subito tacciati di fare parte dell'intellighentsia ammuffita) e da un prete sui generis come don Gallo (chi sia il prete favorito di Franchino, lo si ripete solo per i distratti: Acampa Giuseppe); la candidatura del professor Doria esce, vigorosa, dalle primarie, che a Siena NON CI SONO STATE, dopo il bluff (la presa per il culo) di Franchino stesso.
 "E primarie siano - Ceccuzzi sprona il centrosinistra all'appuntamento" (copertina del Gazzettino senese del 7 febbraio 2011, con Franchino che mostra una scheda delle primarie regionali). Sprona sprona, pinta pinta, le suddette primarie non arrivarono: Franchino saprebbe spiegare il perchè? Visto che non risponde alle domande di cronaca giudiziaria che l'eretico gli pone, potrebbe almeno rispondere a quelle prettamente politiche? Per rispetto di chi l'ha votato, eh.
Certo, se poi il candidato di Sel doveva essere uno come il riccioluto Cannamela, in effetti si è fatto bene a risparmiare sulla carta.
Come già più volte detto e scritto, si arriva alle elezioni senesi senza primarie, con un candidato impresentabile da parte dell'opposizione di centrodestra ed uno scelto in colpevole ritardo dalle Liste civiche dilaniate al loro interno.Nonostante questo, Franchino vince, ma NON CONVINCE: 1.116 voti in meno di quelli raccolti dalle coalizioni (eterogenee assai) che lo sostenevano! Caso pressochè unico nella penisola. Si prenda questo dato: mettendo insieme i voti di preferenza raccolti, insieme, dal secondo e dal terzo candidato più votato della lista Pd (Mario Ronchi e David Chiti, 559 voti il primo, 499 il secondo), non si arriva a quel numero di NON VOTANTI PER FRANCO CECCUZZI, fra coloro che, pure, scelsero una delle sue liste. Più chiaro di così...
In ogni caso, nessun problema: non c'è ringollata che tenga, Franchino c'è, e ce lo teniamo.
Chi gode Franchino e ne dice male, dovrebbe fare la fine del maiale...

domenica 12 febbraio 2012

Foibe: il brutto sport del tirare i morti per la giacchetta...

     Il giorno che viene consacrato, ogni anno, alla memorie delle foibe resta motivo di scontro. Per chi non lo sapesse (e sono purtroppo ancora tantissimi), le foibe sono delle cavità carsiche in cui - nel maggio del 1945 - furono, con crudeltà infinita, gettati (infoibati, appunto) italiani che avevano, nella stragrande maggioranza dei casi, come colpa da espiare solo quella della carta d'identità. I macellai furono i partigiani agli ordini di Josip Broz, alias Tito, l'uomo che diventò leader proprio sul campo della Resistenza antinazista (e fascista), divenendo poi l'unico che seppe tenere assieme - per 35 anni - etnie che si odiavano e odiano dal profondo delle viscere (croati, sloveni, serbi, bosniaci). Va anche sottolineato come la Jugoslavia sia stata l'unica nazione a liberarsi DA SOLA dei nazi-fascisti.
Quando nel resto d'Italia si festeggiava la fine della guerra, nel momento in cui si scendeva per le strade ad esultare per la cacciata del nazi-fascismo dopo il 25 aprile, c'era un minuscolo pezzo d'Italia (ancora non formalmente tale, peraltro), in cui si moriva. Per risparmiare preziose munizioni, i macellai titini usavano legare con il fil di ferro le vittime, formando delle catene umane: non di rado, si veniva infoibati da vivi, restando poi, feriti, a morire accanto a cumuli di morti, senza alcuna speranza di salvezza.Molto meglio, ovviamente, morire all'istante.
Quando nel 2006 portai i miei studenti alla foiba di Basovizza, notai una cosa, arrivato in loco. Tempo di scendere dal pullman, mi arrivò un Sms dalla compagnia telefonica slovena: eravamo in Provincia di Trieste, in Italia; ma il campo dei cellulari era quello sloveno. Questo a spiegare la vicinanza fra Basovizza ed il confine sloveno. Con tutto ciò che ne può conseguire.
Dobbiamo riconoscere che i manuali scolastici solo da una dozzina d'anni scrivono delle foibe, e questo va ascritto al merito di chi, da destra, si è battuto (culturalmente) perchè almeno una degna menzione storica venissa data agli infoibati. Onore al merito, dunque.
Come i maggiori esperti dell'argomento hanno dimostrato (Raul Pupo e Gianni Oliva fra tutti), però, non si può e non si deve spiegare un'ecatombe come quella delle foibe, senza al contempo contestualizzarla.
Gli italiani che si battevano agli ordini del Duce, in quelle terre, si erano macchiati di delitti orrendi, dal 1941 in avanti; figure come quella del Generale Roatta (o di Robotti), sono figure sinistre, tali da incutere terrore, nei villaggi croati e sloveni, non a caso - con una determinazione ed una ferocia assimilabile a quella nazista in Europa centroorientale - sovente rasi al suolo.
 E chi, fra i lettori, conosce il campo di concentramento (secondo fonti slave, di annientamento) di Arbe, isoletta dalmata? Lager tutto italiano, autarchico al sommo grado. Secondo il Centro Simon Wiesenthal, vi furono internati circa 15mila fra slavi ed ebrei (meglio tenuti i secondi dei primi), dal luglio del 1942: almeno 4mila non tornarono. Erano tutti civili.
Roatta e Robotti teorizzavano la "terra bruciata", con himmleriana ferocia. Al vecchio detto "occhio per occhio, dente per dente", solevano sostituire il "testa per dente", se riferibile alla reazione dei partigiani slavi contro gli italiani.
Non si può tacere questo, quando si parla di foibe: NON CERTO PER GIUSTIFICARE L'INGIUSTIFICABILE, QUANTO PER CERCARE DI COMPRENDERLO.

  Ancora una volta, dunque, si è in parte sprecata un'occasione: con organizzazioni e movimenti di destra (Casa Pound, per esempio) che non vogliono sforzarsi di contestualizzare l'evento, e con gli Istituti resistenziali, dal canto loro, colpevolmente ingessati ed incapaci di affrontare argomenti ancora fortemente tabù (con qualche lodevole eccezione, ovviamente). In più, con l'amaro corollario di scontri (in Toscana, a Massa e Pistoia).
L'uso strumentale della Storia, ancora una volta, non rende un servigio ai morti...

Ps Nei prossimi giorni, l'eretico si occuperà - per restare in qualche modo in tema - di una recente e stimolante iniziativa della Contrada della Tartuca, inerente la figura di Remigio Rugani. Sarà, ancora, l'occasione per parlare di quegli anni così sconvolgenti.

sabato 11 febbraio 2012

Sanità senese, l'incredibile caso del dottor Francesco Palumbo

   Pur con uno slittamento (visto il tempo...) dal venerdì al sabato, eccoci all'appuntamento con la Sanità senese, e con la specialità delle specialità dell'Asl 7: le carriere al neutrino. Le quali - è bene ribadirlo per l'ennesima volta - riguardano anche professionisti più che meritevoli (in qualche caso): ma ciò non toglie che alcuni passaggi carrieristici siano "opinabili" assai.

   Prendiamo il caso del dottor Francesco Palumbo, nel 2010 dirigente di I livello (una sorta di "aiuto primario", per intenderci) dell'Unità operativa Emergenza Sanitaria territoriale 118. Meno di due anni or sono (delibera numero 305del 27 aprile del 2010), viene nominato supplente del più volte in questo blog citato dottor Marco Picciolini (primario in aspettativa). Perchè il Picciolini era in aspettativa, in quel momento? Elementare, Watson: perchè l'allora Direttore Laura Benedetto gli aveva assegnato un incarico di Responsabile in un Progetto ben retribuito (oltre allo stipendio che non si tocca, un bonus di 23.850 euroni annui). La Benedetto aveva previsto in tre anni (con possibilità di rinnovo fino a 6!) la durata del suddetto Progetto.
Le norme contrattuali - tornando al Palumbo - prevedono che tali supplenze possano durare al massimo 6 mesi, eventualmente poi rinnovabili fino a 12 mesi (e che l'indennità mensile di 535 euro venga corrisposta solo a partire dal terzo mese).
Che succede in seguito, ciò premesso? Ascoltate bene.
Che il Picciolini il suo Progetto lo porta a termine in soli 6 mesi, essendo una sorta di fenomeno della Natura; la Benedetto - per gratificarlo di cotanta abnegazione - lo premia, nominandolo Direttore del Dipartimento di Programmazione aziendale. Il 118 non fa più per lui, dunque.
La supplenza del Palumbo, a questo punto, NON ha più ragione alcuna di essere, visto che il Picciolini ha abbandonato definitivamente il posto, per approdare ad altri lidi. Urgerebbe un concorsino per individuare un primario all'uopo. Urgerebbe: perchè NON viene fatto. Chissà perchè...
Nel frattempo, in modo molto italiota, l'incarico temporaneo al Palumbo viene rinnovato più e più volte (l'ultimo rinnovo - decreto 40 - è del Commissario Morello, datato 16 gennaio scorso: roba fresca). Alla fine, si arriva, per il Palumbo, al 22, inteso come mese di supplenza. La cosa si commenta da sola.
Ma attenzione, non è finita qui. Laura Benedetto regnante, il 31 dicembre 2010 (l'ormai mitologica giornata delle nomine all'insegna del todos caballeros...), il Palumbo viene creato Direttore del Dipartimento di Emergenza, struttura complessa per accedere alla quale bisognerebbe essere primari (cosa che Palumbo, ahinoi, NON è). Pare proprio una nomina CONTRA LEGEM. Questa nomina, per la cronaca, è condita da un contratto triennale, con tanto di indennità aggiuntiva di 16.500 euroni, più contributi, all'anno.

  Gran finale dell'edificante storiella aslina.
 Aspetta aspetta, alla fine arriva il concorso per quel posto che il dottor Picciolini aveva lasciato vacante e di cui aveva preso la supplenza il dottor Palumbo. Era l'ora!
Entro febbraio 2012 scadono i termini per la presentazione delle domande.
L'eretico spera con tutto il cuore che lo vinca il dottor Palumbo, davvero; perchè altrimenti si dovrebbe assistere al clamoroso paradosso di un Palumbo (aiuto primario) sovraordinato, superiore ad un suo superiore (il vincitore - chiunque altro sia - del suddetto concorso).
L'INFERIORE starebbe sopra al SUPERIORE: siamo o non siamo di sinistra, nella terra del Buon governo e del picio?

venerdì 10 febbraio 2012

Congresso Pdl: via Verdini, please!!

   Chi conosce l'eretico, bene sa che ci sarebbe solo un motivo al mondo tale da farlo votare per il Pdl: che ci fosse in lista Anna Maria Bernini (ex Ministro per le Politiche europee, purtroppo solo per pochi mesi), la più affascinante e glamour delle politiche berlusconiane. In quel caso, crocetta assicurata (e scheda forse annullata, per il solco troppo pesante impresso, con la matita, sulla scheda...).

  Ciò detto, veniamo dunque a parlare dell'imminente Congresso provinciale del partito berlusconiano (pare 2300 iscritti nel Senese). Domani a Bettolle (io l'avrei organizzato a Piancastagnaio, al terzo rifugio...), dunque, si confronteranno due blocchi entrambi piuttosto agguerriti, il che preliminarmente è già un bene: comunque vada, non saranno confronti farlocchi e pilotati come quelli organizzati dal Pd locale.
Ciò aggiunto, andiamo al sodo: i due blocchi sono quello della continuità verdiniana (Marignani e giù per li rami) e quello - di provenienza in larga parte aennina - capitanata dal giovane Michelotti, avvocato poggibonsese. I maggiorenti del Pdl sono tutti con Marignani, pare senza eccezione alcuna. Marignani, Manganelli, Staderini: tutte brave persone, secondo l'eretico, ma troppo legate al Richelieu di Fivizzano (leggasi Denis Verdini, coordinatore nazionale Pdl). Colui che ha imposto Nannini a improponibile candidato Sindaco di Siena, per non dare fastidio a Franchino il Ceccuzzi e a Mussari Giuseppe, dal quale era solito andare a battere cassa. Qualche volta con pieno successo (vedasi la Baldassini Tognozzi Pontello dell'amico Riccardo Fusi), altre volte meno.
Quella della candidatura nanniniana del maggio scorso - mi sia consentito - è stata davvero troppo grossa, ed è anche piuttosto ravvicinata. Politicamente imperdonabile. Gran merito nell'avere Franchino al posto di comando oggi - è bene rimarcarlo - dipende da quella scelta. L'eretico non si stancherà mai di ripeterlo. Dopo una cosa così, bisogna lasciare il campo ad altri.

  Una discontinuità sarebbe indubbiamente positiva e salutare (anche per contrastare in modo più incisivo Franchino).
 Il buon Marignani dice di essere l'"usato sicuro", e probabilmente ha ragione. Ma ora è tempo che cambi il guidatore, nella macchina del Pdl senese. Per non ritrovarsi più Nannini candidati a Siena, per esempio...

Ps A proposito del pasticciere prestato alla politica (sic), lui viene dato per equidistante, fra i due contendenti. Che fa, domani, tira a sorte? 

giovedì 9 febbraio 2012

Happy birthday, Mister Major, happy birthday to you...

  La neve ancora imbianca la città (e stasera dovrebbe arrivare un'altra bussata non da poco...), i paesaggi innevati trasudano una bellezza aggiuntiva, supplementare: insomma, è lo scenario giusto per festeggiare degnamente il compleanno di Franchino il Ceccuzzi. Il suo primo da Sindaco, ovviamente (ed il venticinquesimo da uomo d'apparato, o giù di lì...).

  Siccome oggi le campane suonano a festa per lui, l'eretico - nell'augurargli i meno sinceri auguri - vuole essere buono, e regalargli un consiglio, a mo' di personale cadeau di compleanno.
Dal momento che Franchino si trova ad avere almeno due fronti di lotta politica su cui riversare le sue forze (all'interno, lo scontro, tutto endogeno al Pd, con i monaciani, vale a dire con i vecchi margheritini-lusini; all'esterno, contro i cani sciolti che gli fanno opposizione, in Consiglio comunale come altrove), deve dosare al meglio le forze: va bene che - politicamente parlando - è un giovanotto, va bene che da qualche termpo ha scoperto le benefiche virtù del fitness: resta però il fatto che il dosaggio delle forze resta fondamentale, quando i problemi sul tavolo sono molti, e nessuno di facile risoluzione.
Il consiglio, dunque: appoggiandosi all'autorevole magistero barzantiano, l'eretico consiglia a Franchino di lasciare perdere la sindrome da complotto, da assediamento antisenese. La lasci perdere, che è meglio. La lasci agli Alemanno, che tuona contro il complotto della stampa nordista per giustificare l'inefficienza capitolina (sic!).
Se uno è Sindaco di Siena, può - anzi deve! - parlare di società quotate in Borsa (indovinate di quale...). Se uno è Sindaco (non solo di Siena), deve abituarsi a raccattare qualche critica, insieme agli elogi dei laudatores di turno. Fa parte del gioco, del Big game della politica, anche nella Repubblica di Siena.
 Questo è il consiglio, anzi la proposta: aprirsi, aprirsi, aprirsi. Organizzi, Franchino, un incontro pubblico con questi rompicoglioni di bloggers, invece di chiudersi a riccio: ci scapperà qualche domanda birba, certo; ma l'eretico è sicuro che, alla fine, il saldo potrebbe essere positivo, forse anche per Franchino stesso.
 Perfino Putin - constatato il suo innegabile calo di popolarità - ora si fa intervistare da persone che prima si rifiutava di incontrare: tempi bui per tutti, con questo Internèt maledetto. E il Presidente Obama - come già ricordato in passato - ha aperto le porte delle sue conferenze stampa a più di un blogger.
Noi che siamo così culturali ed europei, non si potrebbe fare lo stesso? Si aspettano risposte, dunque.

 Ad ogni buon conto, happy birthday, Mister Major, happy birthday to you: Marilyn lo cantava meglio, l'augurio; ma nella vita - a 45 anni ormai lo si dovrebbe sapere -  bisogna accontentarsi di ciò che passa il convento...

mercoledì 8 febbraio 2012

L'altarino di Rosaria Bindi: scoop della Nazione!

 
  L'eretico - anche se digrignando i denti come un bruxista in fase terminale - deve pur fare i sinceri complimenti al caporedattore de La Nazione Siena Tommaso Strambi per il suo ritratto di oggi (pagina 6) di Rosaria Bindi in Pd (nel senso che lei è sposata con il Partito, come si sa...).
Tutto il pezzo è piuttosto interessante, ma con l'ultima colonna arriva la ciccia, davvero piccante, laddove si scrive del fatto che la pasionaria di Sinalunga sarebbe stata (non sarebbe stata: è stata) in aspettativa all'Università di Siena, come docente di Diritto amministrativo, dal 1987 al 2009 (quando è andata in pensione). Sì, avete capito bene: dal 1987 al 2009. Anche l'eretico è in aspettativa, ma crede che il tutto - al di là delle regole - per decenza possa durare 2, massimo dei massimi 3 anni: oltre, si approda ipso facto all'indecenza. 22 anni (bloccati dalla pensione, non da una scelta volontaria) sono davvero troppi. Tutto sarà (non sarà: è) del tutto regolare dal punto di vista formale, ma il punto è politico, a maggior ragione per una supermoralizzatrice, che quando arriva lei, tutto si ripulisce, basta la sua candida presenza: la Dc marcia del Veneto della seconda metà degli anni Ottanta, il Ministero della Salute ai tempi del Prodi numero 1, il Pd (ricordate la primarie del 2007, con Rosaria a fare quella che teneva il libro La Casta - non quella di Siena - sul tavolo di lavoro, quando si faceva intervistare?), e chi più ne ha, più ne metta.
Dell'ottimo boy scout margheritino Lusi, a dirla tutta, nemmen lei si era accorta,  protesa come era a combattere le schifezze berlusconiane. Ma di certo verrà fuori che l'unica corrente o spiffero della Margherita NON finanziata da Lusi neanche con venti euro, sarà stata la sua: metterei la mano sul fuoco, anzi sul ghiaccio, visto il contesto semisiberiano.

 A proposito, a proposito: l'Italia è semiparalizzata dalla neve, dal ghiaccio e dal sale messo male. Il premier Monti l'avete visto da qualche parte? Non pervenuto. E forse è giusto così: meglio evitare inutili presenzialismi, tanto non si mette mica a spalare...
 Quando nel 2006 a Sinalunga venne una semialluvione, fortunatamente senza vittime e con danni relativamente contenuti (esondò la Foenna, non il Volga...), in Val di Chiana arrivò Romano Prodi! Portato a braccetto da Rosaria, ovviamente. Scommettete che se viene un terremoto devastante vicino a Orgosolo, non ci va nessuno?
Che potenza, la Rosaria nazionale: tra un'alluvione al paesello e la bandiera dell'antiberlusconismo da brandire usque ad mortem, come poteva perdere tempo ad insegnare il Diritto amministrativo?

Fondazione Mps: vai con il Carnevale...

  Mentre la Banca in questo incipit d'anno - a parte la perdita di ieri - tiene e recupera (ma non si può pubblicizzare troppo sui media asserviti, perchè potrebbe dipendere dall'effetto "abbandono-Mussari", quindi basso profilo, niente enfasi...), in Fondazione impera uno animus carnacialesco (che a Siena dura più che in altre città, come si vede da molti altri aspetti...).

 Ieri è arrivata la tanto attesa nomina per il posto vacante in Fondazione: Franchino il Ceccuzzi ha scelto tale dottoressa Alessandra De Marco, classe 1969. Che sarà sicuramente preparatissima in Economia aziendale (anche se nel curriculum si parla di "studi e pubblicazioni", ma non se ne indica mezzo che sia mezzo); che è giovane (per l'incarico), e, foto alla mano, anche carina.
Il problema però è cosa c'azzecchi, lei, con la realtà senese: che vengano esperti valenti da fuori in Banca, forse è un bene (Viola docet, per ora). Ma in Fondazione, che senso recondito può avere? A maggior ragione se la motivazione della scelta del precedente nominato - l'avvocato Duccio Panti, poi dimessosi per i motivi che sappiamo - era stata soprattutto una: il radicamento cittadino, locale, senese. Nello stringato curriculum di questa De Marco, niente - dicasi niente - attiene nello specifico alla città, quindi alla Fondazione. Nè direttamente, nè indirettamente.
Il curriculum si potrebbe prestare anche ad altre considerazioni critiche, ma questa pare all'eretico più che bastevole. I sospetti ce li abbiamo (credo non solo l'eretico), almeno Franchino ce li diradi: chi è che sponsorizza - lecitamente, si intende - la graziosa napoletana?

  Alla nomina formale (incomprensibile), si aggiunge - in Fondazione - la "nomina-ombra": già un paio di articoli nazionali (non però dei nemici di Siena, di quelli buoni) danno un Antonio Vigni operativo ed attivo dalle parti di Gabriellone tutta Fondazione. Giustamente Red, sul Cittadino on line, si domanda a che titolo (lasciamo stare i compensi, tanto ormai...). Anche qui bisognerebbe che qualcuno dicesse la sua: ma non accadrà, tranquilli!

  Quanto a Gabriellone, non doveva dimettersi? Non meraviglia nessuno che lui NON si levi da tre passi (a San Gimignano è stato in Consiglio comunale per 40 anni, alle poltrone importanti lui applica l'attack); meraviglia - si fa per dire - che Franchino non faccia più sentire la sua augusta voce al proposito. Magari adesso, toltosi il dentino della nominina in Fondazione, potrebbe ridarci sotto, no?
In Fondazione, comunque, ogni scherzo vale: non solo a Carnevale...

Ps Da leggere e diffondere assolutamente l'articolo di Franca Selvatici su Repubblica Firenze di oggi.
Quanti nemici è riuscita a farsi questa città. Chissà perchè, poi: probabilmente, la molla è l'invidia. Dove si trovano, in quali altre città esistono cose come quelle narrate dalla Selvatici?

martedì 7 febbraio 2012

Come distruggere un'Università: le consulenze esterne

 
   Nel mare magnum della maxi-inchiesta della Procura di Siena (Pm Nastasi e Natalini) sul clamoroso "buco" dell'Università, a parere ereticale un capitolo stimolante assai è quello delle consulenze esterne (a memoria, poco trattato anche dai blogger più "universitarizzati", come quello di Giovanni Grasso e quello degli illuminati: se mi sono perso qualcosa, chiedo venia!).

  Dalla Relazione sulla verifica amministrativo-contabile dell'Università (effettuata dall'8 marzo 2010 al 21 maggio dello stesso anno, poi pubblicata il 28 luglio), a cura del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato e dalla Guardia di Finanza a cura del dottor Giovanni Diana, infatti, si evincono nel dettaglio un sacco di cosine interessanti. Non nuove, ovviamente: ma documentate al centesimo...
L'estensore sembra stigmatizzare il ricorso sistematico alle CONSULENZE ESTERNE: l'Università di Siena non ha conferito nessun incarico tecnico a suoi dipendenti. In qualche caso - si dirà - era impossibile; in altri, forse cercando meglio qualcosa si poteva trovare, no? Gli architetti, i geologi, gli ingegneri, comunque, li ha chiamati dall'esterno.
 Vediamo con quali costi:
Anno 2003: 632.688 euro;
anno 2004: 349.107;
anno 2005: 578.239 euro;
anno 2006:387.540;
anno 2007: 84.230 euro;
anno 2008:276.499 euro;
anno 2009: 414.826 euro.

  Il tutto, per un totale - spalmato fra il 2003 ed il 2009 - di qualcosa come 2.723.132 euro.
Ma la disamina ci dice anche - e soprattutto - altro, ben altro: che i beneficiati (di cui c'è l'elenco completo, ovviamente, anno per anno), risultano essere in pratica SEMPRE GLI STESSI; peggio ancora (molto peggio...), si aggiunge qualcosa di tagliente assai sul COME venivano scelti i consulenti:
"affidamenti disposti INTUITU PERSONAE, atteso che in nessun caso (anche per quelli di maggiore rilevanza economica) è risultata svolta una vera e propria procedura concorrenziale e, quindi, una selezione fra più soggetti".
E non è tutto, perchè la furbizia è stata la molla dell'implosione del Sistema Siena (non solo all'Università, indubbiamente però paradigmatica): dal momento che la Legge (articolo 17 della legge 109 del 1994, in pieno clima Tangentopoli) obbliga a gare d'appalto o comunque a procedure di seklezione per incarichi di progettazione o revisione SUPERIORI a quota 100mila euro, all'Università del Bengodi che si faceva, siccome s'era tutti più furbi di quegli altri?
La stragrande maggioranza degli incarichi si facevano INFERIORI al prefato limite di 100mila euro, bypassando di fatto la problematica legislativa sopra citata.
Vai con l'affido fiduciario, vai con l'intuitu personae: e s'è visto come è andata a finire...

lunedì 6 febbraio 2012

Barocco e Bisi: che pomeriggio, per la Casta...

 
     Un venerdì pomeriggio epico, quello scorso, per la Casta senese. Alle 17,30, in Palazzo Chigi Saracini (non alla Meridiana a San Miniato...), c'era un appuntamento di concreto, effettivo spessore culturale: la presentazione del monumentale volume "Pittori senesi del Seicento", dello studioso Marco Ciampolini. Il quale ci ha lavorato la bellezza di 12 anni! Posto magnifico, libro di sicuro interesse e destinato a durare, divenendo sin da subito ipso facto autorevole, tanta gente ad ascoltare.
 Peccato per i tre presentatori istituzionali: il Bezzini, Gabriellone tutta Fondazione e il Pinciani (incidentalmente, figlio della moglie di Alberto Monaci, ma ovviamente non è certo diventato vicepresidente della Provincia per questo).
L'eretico doveva smobilitare suo malgrado alle 18, per andare ad ascoltare il Bisi ai Rozzi: posizione inattaccabile, la sua, visto che la stessa, identica cosa l'hanno fatta il Prefetto ed il Questore. Vediamo se qualcuno dice qualcosa...
 C'è stato quindi giusto il tempo di godere per il simpatico duetto preconferenza Buoncristiani-Gabriellone (ormai scontato, nella sua prevedibilità assoluta, visto il risaputo feeling fra i due), con il Vescovo poi rimasto in loco, anteponendo il barocco al Bisi, pur sempre massone; e soprattutto per gustarsi la pantomima del duo provinciale Pinciani-Bezzini, numero due ed uno dell'istituzione provinciale: entrambi ad affannarsi per fare vedere che loro, sì, c'erano alla presentazione, ma avevano lavorato sodo per la collettività fino ad un secondo prima; il giovin Pinciani, addirittura, è arrivato a scusarsi per essere in maglione e non incravattato (modello Marchionne?). Stia tranquillo, giovin Pinciani, stia tranquillo: il disamore del popolino (in maglione o incravattato che sia) verso la Provincia di Siena, non dipende certo da queste formalità, quanto da cose ben più sostanziose (do you remember Cinghialopoli? Anche la Polizia provinciale le braccate non le faceva incravattata...). L'invece incravattato Bezzini, da par suo, aveva il suo bigliettino scritto per l'occasione da qualcuno che non confondesse il barocco con l'arrocco, e sul compitino si è difeso, strappando il seino: il problema sono stati i 2 minuti in cui ha parlato a braccio, prima. 120 agghiaccianti secondi, conditi da 8 "insomma" e da 6 "diciamo". Testimonial perfetto, il Bezzini, per Siena Capitale europea della Cultura...

 Procedamus: dal palazzo del Conte, ai Rozzi; dal barocco al Bisi.
 Tono insolitamente dimesso, nell'altrettanto magnifica Sala degli specchi. Qualche vuoto nelle prime file (non nella primissima: erano già arrivati il Prefetto ed il Questore...). Ultimo cui il conduttore Claudio Giomini ha concesso il microfono, fra i presenti in sala, Roberto Barzanti; il quale - finalmente! - ha fatto un breve, ma secco intervento. Invitando a farla finita con l'autocompiacimento da Siena vincente e, soprattutto, con la sindrome dell'assedio, di continuo richiamata dal Bisi stesso. Uno scatto, un sussulto barzantiano che deve avere sorpreso l'autore del libro "La carica dei 101". Il quale, infatti, presa la parola, ha difeso sì il Sistema Siena, ma con un'enfasi certo differente da quella di altri tempi (nisi fallor, dell'anno scorso). Il paladino del Sistema resta lui, ma in tono appunto dimesso. Almeno venerdì sera.
 Forse perchè eravamo nella Sala degli specchi, e uno - allo specchio - ogni tanto ci si deve guardare?

Ps Mentre gli altri erano affaccendati con la Cultura, Franchino brillava per la sua assenza. Era a spalare il sale? Non saranno mica fondate le voci che lo danno tutto pappa e ciccia con lo Strambi della Nazione?

Apologia di Pegolo, grande portiere alla corte di Sannino

 
   Oggi l'eretico non può esimersi dallo scrivere qualcosa su Gianluca Pegolo, il portiere (di riserva: ancora?) del Siena calcio che sta attraversando uno straordinario momento di forma.
 In questo calcio malato e putrido, ormai resta solo il piacere dei singoli gesti atletico-tecnici: ed il buon Pegolo, tra la partita casalinga con il Napoli e quella sabauda con la Juventus di ieri, ha fatto vedere cose, a parere ereticale, ASSOLUTAMENTE STRAORDINARIE.
Se non sbaglio, a Torino la squadra allenata da Conte aveva sempre segnato almeno una rete, dall'inizio del campionato a ieri (e siamo a febbraio, non ad ottobre...). Ma non aveva mai trovato davanti uno come Pegolo, evidentemente: almeno tre le parate di grande livello (su Lichtsteiner, tutt'altro che facile, ed in ottimo stile; sulla punizione di Pirlo, idem, anche se il tiro era poco potente), con quella sul colpo di testa di Matri degna di un portiere di pura classe: siamo al 17 minuto della ripresa, spiove in area un bel cross e l'attaccante juventino, da distanza piuttosto ravvicinata, colpisce, in modo potente, sulla sinistra del Nostro. Il quale riesce a smanacciare sopra la traversa (non corto, il che avrebbe messo in pericolo l'invulnerabilità della porta), salvando la sua inviolabilità.
 Da portiere che non si rassegna ad appendere i guantoni al chiodo, lo reputo un intervento di levatura assoluta, senz'altro quello con il coefficiente di difficoltà più elevato di tutta la partita. Anche perchè sul cross per la testa di Matri, aveva accennato l'uscita, ma era ritornato, con piena reattività, fra i pali, visto che uscir non si poteva. Riconquistando immediatamente la corretta posizione.
 E riuscire a bloccare, con la sicurezza dimostrata in altri momenti, alcuni palloni non scontati su un campo come quello di ieri, non era certo facile (Buffon docet, tra l'altro).

  Il nostro Pegolo (classe 1981) aveva esordito in serie A a vent'anni precisi, nel 2001, entrando da riserva a circa venti minuti dalla fine, proprio a Torino (ma non nello stesso stadio, per ovvi motivi): in quel breve lasso di tempo (che però può rivelarsi interminabile, per chi lo vive sotto pressione), raccattò la "bellezza" di 5 reti. Forse un record dei record: in negativo, però. Ma la domenica successiva, prendendosi una gran bella soddisfazione, risultò imbattuto, e parò financo un rigore.
Non si fa abbattere dagli insuccessi, Pegolo. Come ogni buon portiere, sa che le partite sciagurate, prima o poi, arrivano, inevitabilmente: e non c'è mai l'allerta meteo, a prevederle...
La sana gavetta, in serie B, l'ha fatta. E anche a questo giro, è partito da secondo, giocando solo a causa dell'infortunio del pur valente Brkic.

  La Juventus ha sbraitato per il rigore non concesso sull'intervento di mani di Capitan Vergassola (indubbiamente, intervento border-line): se l'arbitro gliel'avesse concesso, siamo però sicuri che il Pegolo di ieri l'avrebbe parato. Chissà, magari l'avrebbe perfino bloccato. Così, tanto per non dargli neanche la soddisfazione del corner...

domenica 5 febbraio 2012

Una suora che parla di sesso, ed un arcivescovo che parla troppo...

  
   La scorsa domenica ci eravamo occupati dello scabroso caso della denuncia scritta da parte dell'Arcivescovo Carlo Maria Viganò della CORRUZIONE - ECONOMICA,  E NON SOLO -  presente all'interno del Governatorato vaticano (vedasi Gli intoccabili di Nuzzi su La7). Oggi veniamo a sapere che verosimilmente dopo il promoveatur ut amoveatur in quel di Washington, visto lo sputtanamento mediatico (che magari potrebbe spingere Viganò a parlare con i media americani, che non metterebbero a tacere tutto dopo 24 ore come la maggior parte della stampa italiota...), Viganò deve essere rimosso! Marco Ansaldo - su Repubblica di oggi, pagina 20 - scrive esplicitamente di un summit fra pezzi grossissimi dell'attuale Governatorato, tra cui il futuro cardinale Giuseppe Bertello, uno che ci sono molti indizi che fanno ritenere molto ben informato del caso della Curia senese.
 Il comunicato del Governatorato è da scuola vaticana classica: difesa oltranzistica su tutti i fronti, respingendo al mittente le accuse con un linguaggio che risponde a cifre e dati snocciolati implacabilmente dal Viganò con un linguaggio generico-spiritualistico ("Qui non ci sono forze oscure"). Viganò, a dirla tutta, non aveva certo scritto che il Maligno si era impossessato del Governatorato (la struttura gerarchica che governa la gestione del Vaticano), ma semplicemente aveva fatto capire - in modo documentale - che erano spariti milioni di euro come fossero noccioline...
Per quanto concerne, poi, il caso della carriera al neutrino del giovanissimo Marco Simeon (legato da conoscenza con il Segretario di Stato Tarcisio Bertone sin dai tempi in cui questi era a capo della diocesi genovese), nel documento difensivo pare che non ci sia traccia alcuna...

  Sul Venerdì di Repubblica di questa settimana, c'è invece una storia interessantissima: quella di una suora canadese francofona - tale Marie Paul Ross, 64 anni - la quale ha ottenuto sotto Giovanni Paolo II un incredibile dottorato ad personam, all'Università di Quebec City, in SESSUOLOGIA CLINICA. Dall'interno della Chiesa, e da donna, parla a coppie laiche e a sacerdoti del sesso. Adesso ha scritto financo un libro (volete vedere che in Italia troverà non poche difficoltà ad essere pubblicato?).
Un paio di passaggi, illuminanti e non casuali: "...ho scoperto che i ragazzi che studiavano per diventare sacerdoti NON erano preparati a vivere il celibato e il loro voto di castità (parla di quelli peruviani, ma vale solo in Perù?, Ndr). Alcuni avevano intimità con il loro maestro, altri una vita sessuale attiva...Il messaggio che la Chiesa deve condividere con la sua gente, è di verità, autenticità e di libertà, non bugie ed ipocrisia". Benissimo detto, suor Marie: benissimo detto!
 Gran finale: "Le devianze sono così estreme nel mondo religioso, perchè quando qualcosa è proibito il piacere nel farlo diventa più grande".
Ma come ha fatto questa suora ad ottenere questo dottorato, e a potere parlare e scrivere in modo così aperto e franco? Sia pur vero che il cattolicesimo nordamericano è molto più vicino alla normalità della quotidianità della gente (lì non hanno l'8 per mille garantito e l'esenzione dall'Ici, in più c'è una sanissima concorrenza con la variegatissima famiglia di evangelici et alii), ma una suora italiana queste cose non le potrebbe dire. Punto e basta. Inutile girarci intorno: fino a quando danno da mangiare ai poveri, bene; ma che se ne stiano zitte, specialmente su taluni argomenti.
 Torniamo dunque alla domanda: pur canadese, pur evidentemente dotata di intraprendenza e coraggio fuori dal comune, come ha fatto? Come è potuto accadere?
 A parere ereticale, un passaggio del suo incontro con Giovanni Paolo II ce lo spiega:
 "...sono andata in Vaticano dove ho avuto la fortuna di conoscere Giovanni Paolo II che mi ha permesso di spiegargli il mio lavoro e di parlare dei veri problemio all'interno della chiesa. Ho detto al Papa che avrei potuto anche FARE I NOMI DI SACERDOTI E SUORE CON GRAVI PATOLOGIE SESSUALI; è stato ALLORA che mi è stato chiesto di istituire un dottorato per insegnare come vivere in maniera integrale la propria sessualità".
In quell'ALLORA, in quel rapporto di causa-effetto (conoscenza dei nomi- ottenimento del dottorato), c'è tutta l'ipocrisia vaticana...

sabato 4 febbraio 2012

Teste rotolanti nella Sanità senese

  La lunga serie di denunce portate avanti sulla situazione dell'Asl 7 - in splendida solitudine - dal blog ereticale, qualche risultato lo sta portando.
Il dottor Baldi - Direttore amministrativo ai bei tempi della Benedetto in Rossi -  ha portato il suo grembiulino all'Asl grossetana, a fine gennaio. Roba fresca, dunque. A Siena, come ha recentemente dichiarato Mussari Giuseppe, la massoneria non esiste, quindi è meglio andare dove ci sono più opportunità...
Il Baldi - come già scritto - era la figura di cui più si fidava la Benedetto (ancora non in Rossi): al punto che l'aveva financo nominato suo sostituto sul campo in caso di assenza o impedimento (delibera 270 del 17 maggio 2011). La prassi pre-benedettina prevedeva che questo delicato incarico venisse conferito al Direttore sanitario (in questo caso, il dottor Valerio Del Ministro). Benedetto imperante, però, anche questa tradizione venne bypassata. A scanso di equivoci, anche il dottor Del Ministro - che aveva avallato tutte le carriere al neutrino promosse dalla Benedetto - ha lasciato l'Asl 7, andando verso il lido fiorentino di Careggi. Auguri di buon lavoro: tanto al Baldi, quanto al Del Ministro.

   A chi toccherà, nelle prossime settimane o giorni? Al dottor Ghezzi? All'ex controllore dei conti poi incorporato nell'azienda Grazioso? Al dottor Picciolini (Vicedirettore sanitario, incarico che esiste solamente all'Asl 7, nel panorama regionale)?. Il Picciolini, curiosamente, si firma nelle circolari VDS: "voci di sgombro"?
Per finire sui possibili partenti, anche la poltrona del Marchese Morello non sembra così salda ed inaffondabile come fino a poco tempo or sono. Almeno nella Sanità, forse Franchino il Ceccuzzi - nella dura lotta con Alberto Monaci, di cui pure ha avuto ed ha gran bisogno per reggersi a galla - qualcosa di discontinuo riuscirà a farla...

  Nel frattempo, l'eretico ha letto magno cum gaudio gli articoli che, in settimana, hanno parlato della proposta del Ministro della Funzione pubblica Patroni Griffi. Si parla di premi in danaro (!!) per chi denunci "un reato al suo superiore (se dipendente, ovviamente, Ndr), alla magistratura o alla Corte dei Conti". E il dipendente che denuncia non può subire ritorsioni, per quello che ha fatto (purchè opportunamente documentato). Una norma rivoluzionaria. Addirittura, alla fine dell'iter, si arriverebbe ad un "premio in denaro non inferiore al 15% e non superiore al 30% della somma recuperata dopo la condanna definitiva dei giudici contabili".
 Sperando che la salute mi assista - visti i tempi biblici della Giustizia italiana, anche di quella contabile -, chissà che non ci possa financo raccattare qualcosa...

venerdì 3 febbraio 2012

Chi gode Siena e ne dice male, dovrebbe fare la fine del maiale!

  Nonostante il vigoroso documento del Pd senese di ieri, continuano i barbarici attacchi alla dignità della città del Palio: oggi ci si mette financo L'Espresso, nonostante la captatio benevolentiae esercitata da Mussari nei confronti del Direttore Bruno Manfellotto, ospite mesi fa della città per intervistare proprio Mussari Giuseppe (il tutto condito da paginate di pubblicità sulla prestigiosa testata). Sono proprio saltati gli argini: Il Mondo, il Corrsera con Cazzullo, La Stampa (che quest'estate era data gratis se uno acquistava il Corriere di Siena!), il Financial times che paventa la nazionalizzazione della Banca, l'Espresso...manca Novella Tremila e Cronaca vera (esce sempre?), poi siamo a posto.
Non bastasse, i rompicoglioni intestini: quelli che - secondo il Pd locale - cercano di "ritagliarsi spazi personali lucrando sul difficile momento che la città sta attraversando".

 L'ora di farla finita con questi gufi, è finalmente arrivata! Anche l'eretico vuole partecipare all'unione sacra delle migliori forze del giornalismo senese, e quindi confeziona un editoriale di quelli che nemmeno il più ispirato fra gli apolegeti del Sistema Siena riuscirebbe a scrivere. Sentite un po', e giudicate voi se non sono bravo.

   Chi gode Siena e ne dice male, dovrebbe fare la fine del maiale

   La città viene attaccata da qualche settimana da destra e da manca, anche per questioni che non sono certo ascrivibili alla responsabilità dell'attuale classe dirigente: che - lo ricordiamo ai distratti e a quelli che pensano di sapere sempre tutto - è pro tempore, non per sempre. E che è stata di recente eletta in libere elezioni democratiche, che hanno premiato - senza neanche ricorso al ballottaggio - il Sindaco Franco Ceccuzzi, con il 54% dei suffragi. Uomo che conosce bene, a fondo il territorio, essendone da sempre stato al servizio: a livello provinciale e comunale. I 4 anni di Parlamento, poi, gli sono serviti per affinare le doti di profondo conoscitore della macchina dello Stato, soprattutto a livello finanziario. Ci si lamenta spesso che i Sindaci senesi siano tutti montepaschini: ebbene Ceccuzzi al Monte non ha mai lavorato, neanche un giorno in vita sua. Questo è un primo elemento, forte, di discontinuità rispetto al recente passato.
   Qualche criticità c'è, non vi è dubbio: ma il nome di Siena è tenuto in alto, trionfalmente, dallo sport. Ieri al palasport di Malaga è andata in onda l'ennesima serata di trionfo cestistico, ormai i quarti di finale dell'Eurolega sono ad un passo. Gli scudetti non si contano più. Siena compete e vince con città che sono dieci, venti, trenta volte più grandi di lei. Vorrà dire pur qualcosa, no? Non c'è forse da esserne orgogliosi?
E la Banca, che tanti schizzi di fango sta subendo? Avete visto dal 20 gennaio in poi che balzo in avanti, sbattuto in faccia ai gufi e agli iettatori? Giuseppe Mussari ha proiettato la Banca da una dimensione poco più che regionale, ad essere il terzo polo bancario italiano: questo - al di là delle polemicuzze stantìe sul prezzo pagato per Antonveneta - è ciò che conta, ed è ciò che resterà negli annali della Storia della città e dell'economia italiana. La crisi, poi, è generalizzata, europea e mondiale: non c'è bisogno di essere economisti per saperlo. Intesa ed Unicredit stanno forse facendo faville? Si fa il bene della Banca, gettando continuamente fango sul management? Non sarebbe meglio essere costruttivi, invece che distruttivi?
In definitiva, pur con qualche opacità, a Siena si sta ancora più che benone: le immatricolazioni all'Università sono cresciute, quest'anno; il turismo - di passaggio o meno - continua a prosperare, alla faccia di vignettisti da strapazzo che vorrebbero una Siena che non può più esistere. La città, invece, ha tutte le carte in regola per giocarsi la possibilità di diventare, nel 2019, la Capitale europea della Cultura, alla faccia del "declinismo" imperante in certi settori dell'informazione: vi sembra poco?
Insomma, come scritto altre volte, chi gode Siena e ne dice male, dovrebbe fare la fine del maiale!!

Ps Per gli emolumenti da articolo, il conto ce l'ho alla Cassa di risparmio di Firenze, comunque ci si arrangia, in qualche modo...

giovedì 2 febbraio 2012

Giulino il Carli, Massimo il D'Alema, Franchino il Ceccuzzi...

 
  Mentre la neve torna a fioccare in città, l'eretico si dà al fritto misto in salsa Pd, uno dei piatti che predilige.
 Un Partito, il Pd, nato male (ricordate la fusione a freddo?), oggi alle prese con l'ennesimo problema di ruberie, con contorno di uscita di anime belle - Rosaria Bindi primissima inter pares -  che non si erano mai accorte che il tesoriere della Margherita, mentre la sfogliava, la depredava (dell'affaire Lusi si sentirà parlare per molto, ad occhio e croce).
 Massimo il D'Alema non ha saputo tenere a bada il suo sarcasmo (che però non sopporta quando qualcuno glielo ritorce contro), e - rivolto al tesoriere dei Ds Ugo lo Sposetti - gli ha detto tondo tondo che se quello della Margherita si è fatto la casa in Canada, lui ce la doveva avere in Siberia. Siccome l'ha fatta Massimo il D'Alema, bisogna scrivere che è una battutona...
A proposito del grande statista del Tavoliere, ieri quel birbone di Nuzzi, agli Intoccabili, ha fatto vedere una scena meravigliosa, per l'eretico indimenticabile: l'inaugurazione del sedicente aeroporto di Comiso nel 2007. In cui uno dei pochissimi aerei che siano mai atterrati, è quello di Stato che portava l'allora vicepremier D'Alema (accompagnato dal Ministro dei Trasporti Bianchi, debitamente dietro per non togliere luce al Churchill del tacco) alla cerimonia.
Chissà come si saranno morsi le loro manine di fata, i castisti piddini nostrali: se non ci fossero stati quei rompicoglioni del Comitato, di certo Massimo il D'Alema sarebbe venuto in pompa magna anche ad Ampugnano, e sarebbe stato accolto quasi come Mastella nella ormai leggendaria visita cateriniana dell'aprile del 2007, quella del "Noi ci s'ha Mastella!", per capirsi.
Franchino il Ceccuzzi - che in quel periodo inforcava spesso degli occhiali da sole alla Joe falchetto - sarebbe stato lì, in prima fila; come d'altro canto fece nella scorsa campagna elettorale, quando il lìder massimo fece la sua visita di peso alla Coop di San Miniato, vaticinando - per una volta, con successo - la vittoria di Franchino al primo turno.

  Nel frattempo, piccoli Ceccuzzi crescono, maturano, all'ombra della torre (del Mangia). Fra i più promettenti, il segretario cittadino del Pd, l'ottimo Giulino Carli, di cui già ci siamo occupati, insieme agli illuminati.
 Quest'oggi, l'eretico vorrebbe solamente fare risaltare il suo essere una formica, piuttosto che una cicala. Si parla sempre dei politici che rubano di qua e di là, quando invece c'è un esempio positivo, bisogna pur rimarcarlo.
Nel 2010, per esempio,Giulio il Carli ha raccattato 6.600 euro  in quanto vicepresidente del CO.SVI.G. s.r.l. (Consorzio per lo sviluppo delle aree geotermiche); molto meno del superpresidente Piero Ceccarelli, arrivato a quota 9.600 euro. Il Carli, quindi, si rivela davvero una formichina: con le consulenze che fioccano (più della neve) in Casta land, lui è uno che si accontenta di spiccioli. Che ci si fa, con quella cifra? Poca roba, quasi niente. Forse giusto una crociera nazionalpopolare, Schettino permettendo...

  Con un solo problemino: nel 2010, lui percepiva ANCHE lo stipendio da dipendente della Provincia più efficiente d'Italia, e così duole ritornare, ancora, al punto 4 dell'articolo 3:
 "è ASSOLUTAMENTE INCOMPATIBILE L'ASSUNZIONE DI CARICHE GESTIONALI nelle stesse (società aventi fine di lucro, Ndr), a prescindere da ogni valutazione sull'intensità dell'impegno".
Come la mettiamo, oh Giulio Carli?