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lunedì 31 ottobre 2011
Clamorosa condanna all'effettivo padrone del Monte: il cielo è sempre più blu...
Ultima giornata di un ottobre che tutti i segreti (di Pulcinella) porta via. Soprattutto in questa seconda parte del mese, molti nodi - che l'eretico ha denunciato da anni, da solo o quasi - sono venuti al pettine: i rapporti ambigui (caviamocela così) fra Mussari e Verdini, i soldi dati inopinatamente al di lui amico Fusi dal Monte (ed il Denis nazionale continuava a battere cassa, come visto).
Oggi, 31 ottobre, arriva la pesantissima condanna per Francesco Gaetano Caltagirone (per la fallita scalata a Bnl): principale azionista privato del Monte, nonchè vicepresidente dello stesso! Per i famosi requisiti di onorabilità, l'ingegnere dovrebbe levarsi da tre passi: ma non cambierà molto, vista la sudditanza mussariana verso quello che molti considerano il Re di Roma, e che è senz'altro uno degli imprenditori più solvibili e quindi più potenti d'Italia.
In tanti, a Siena, dovrebbero vergognarsi del proprio comportamento, del servile ossequio mostrato sistematicamente verso il pregiudicato.
Se Antonveneta è stata comprata - sancendo l'inizio della fine - è perchè il Calta lo voleva: aveva appena acquisito la maggioranza del quotidiano Il Gazzettino, il quotidiano locale più diffuso del Nord Est, ed aveva svariati altri affari in loco. Voleva sbarcare in quella zona così produttiva d'Italia (dopo che era stata povera, per non dire miserabile, fino a pochi decenni or sono): e così, puntualmente, è stato.
Anche la figlia davanti al Buon Governo lorenzettiano, gli hanno fatto sposare. Ne La Casta di Siena mi chiedevo: e se un giorno lo sposo (che ha avuto il merito di portare in Parlamento galantuomini come il carcerato, per mafia, Totò Cuffaro, o il Ministro Romano, che non è in galera perchè salvato dal Parlamento), oppure il suocero dovessero essere mai condannati? Oggi è toccato al suocero, domani chissà...
L'eretico c'era, quel sabato dell'ottobre del 2007, ad una manciata di giorni dall'incredibile acquisto di Antonveneta. Era fuori, ovviamente, non certo fra gli invitati.
Non era dunque presente quando il paonazzo del Nicchio, allora Sindaco, officiò il matrimonio, in un luogo che non era mai stato concesso prima ad alcuno, dal Trecento al 2007. Shame on you, Maurizio Cenni, peggior Sindaco dal dopoguerra: shame on you.
Una pagina nera, nerissima del decennio appena trascorso (simbolicamente, forse la più vergognosa).
Magari, almeno, il servilismo verso il potente romano fosse servito alla collettività senese: io non glielo perdonerei lo stesso, ma almeno ci si potrebbe sorridere su.
La Banca Mps ha un Presidente avvisato di garanzia, ed un vicepresidente condannato a 3 anni e 6 mesi: che dire?
Mai dovessero separarsi Pierferdinando ed Azzurra Caltagirone, potrebbero ricorrere alla Sacra Rota (per lui, sarebbe un bis...): per l'occasione - per dare ancora un tocco di senesità al tutto, visto il precedente - come giudice rotale si potrebbe arruolare monsignor Acampa Giuseppe...
Raffaele Ascheri
Consiglio comunale di Siena? Chiuso per ferie...
Quando si dice che i bloggers alimentano l'antipolitica, bisognerebbe mettersi d'accordo, una volta per tutte: cosa si intende per "buona politica"? Quella della maggioranza senesota, per esempio?
Facciamo dunque un esempio (dopo averne fatti decine di altri in passato...) di "buona politica" senesota.
Martedì 8 novembre 2011 (san Goffredo), ci doveva essere il Consiglio comunale, a Siena; il Sindaco Ceccuzzi, però, ha disposto altrimenti: rinvio al 29 novembre, sempre di martedì (san Saturnino, per la precisione liturgica). La motivazione è che, in pratica, non ci sarebbe stato molto di cui parlare...
Nell'ultimo Consiglio comunale, in effetti, si era parlato di pura fuffa (sulle festività soppresse ma poi riammesse, per esempio, come scritto dall'eretico); in questo caso, si taglia la testa al toro, e si rinvia di 21 giorni. Così si può andare a fare una bella girata d'autunno in qualche beauty farm supertrendy, o cosette simili.
D'altra parte, non si tratta altro che dell'ennesima conferma del fatto che il Consiglio è un organo di fatto largamente svuotato, esautorato di poteri; certo è che però questo atto di arroganza da parte di chi ha deciso il tutto (lo Spirito Santo) è davvero plateale, per la mancanza di rispetto verso i cittadini (paganti). Visto che, forse, qualche problemino questa città ce l'avrebbe, no?
Ad ogni buon conto, il buon Franchino un pochino dovrà pur riposarsi, che diamine: appena consegnato ai media il libro d'oro delle sue realizzazioni di inizio mandato (memorabile la voce sulle ludoteche: "riaprono il 15 settembre"; bisogna applaudire, forse?), il torraiolo prestato alla politica deve ossigenarsi un pochino. Questa storia della tassa di soggiorno sui turisti, poi, con le relative polemiche e gli strascichi incazzosi degli albergatori, lo ha innervosito, e si sa quanto sia permaloso e refrattario alle critiche.
In più, gli è toccato anche, ieri mattina, fare da Sindaco sposante della coppia Enrico Rossi-Laura Benedetto (di cui tanto si è occupato e si occuperà questo blog), per cui il riposo è davvero ipermeritato...
Non lo stanchiamo troppo, questo Sindachino, mi raccomando: e teniamocelo, soprattutto, ben stretto, Franchino...
Facciamo dunque un esempio (dopo averne fatti decine di altri in passato...) di "buona politica" senesota.
Martedì 8 novembre 2011 (san Goffredo), ci doveva essere il Consiglio comunale, a Siena; il Sindaco Ceccuzzi, però, ha disposto altrimenti: rinvio al 29 novembre, sempre di martedì (san Saturnino, per la precisione liturgica). La motivazione è che, in pratica, non ci sarebbe stato molto di cui parlare...
Nell'ultimo Consiglio comunale, in effetti, si era parlato di pura fuffa (sulle festività soppresse ma poi riammesse, per esempio, come scritto dall'eretico); in questo caso, si taglia la testa al toro, e si rinvia di 21 giorni. Così si può andare a fare una bella girata d'autunno in qualche beauty farm supertrendy, o cosette simili.
D'altra parte, non si tratta altro che dell'ennesima conferma del fatto che il Consiglio è un organo di fatto largamente svuotato, esautorato di poteri; certo è che però questo atto di arroganza da parte di chi ha deciso il tutto (lo Spirito Santo) è davvero plateale, per la mancanza di rispetto verso i cittadini (paganti). Visto che, forse, qualche problemino questa città ce l'avrebbe, no?
Ad ogni buon conto, il buon Franchino un pochino dovrà pur riposarsi, che diamine: appena consegnato ai media il libro d'oro delle sue realizzazioni di inizio mandato (memorabile la voce sulle ludoteche: "riaprono il 15 settembre"; bisogna applaudire, forse?), il torraiolo prestato alla politica deve ossigenarsi un pochino. Questa storia della tassa di soggiorno sui turisti, poi, con le relative polemiche e gli strascichi incazzosi degli albergatori, lo ha innervosito, e si sa quanto sia permaloso e refrattario alle critiche.
In più, gli è toccato anche, ieri mattina, fare da Sindaco sposante della coppia Enrico Rossi-Laura Benedetto (di cui tanto si è occupato e si occuperà questo blog), per cui il riposo è davvero ipermeritato...
Non lo stanchiamo troppo, questo Sindachino, mi raccomando: e teniamocelo, soprattutto, ben stretto, Franchino...
domenica 30 ottobre 2011
Viaggio in Italia: Roma (e Ferrara, ma Giuliano...)
Roma Caput mundi, si diceva una volta. Questo ottobre, però, è stato un ottobre nero per la Capitale (la violenza del 15 ottobre, la semialluvione del giovedì successivo, il Sindaco Alemanno nella bufera mediatica, soprattutto con Repubblica...).
L'eretico è stato - per vari motivi - un paio di giorni a Roma, in settimana: nonostante i vari impegni, ce l'ha fatta a farsi le sue belle giratine nel cuore della città. Camminando - perchè a Roma, se si vuole vedere, bisogna camminare, e tanto -, in metropolitana, in pullman (andata e ritorno).
Passano gli anni, si avvicendano Sindaci di una parte e dell'altra, ma la città, ormai, pare essersi congelata, ibernata nei suoi problemi, ormai cronici, forse irredimibili: la manutenzione pietosa delle strade (tombini, ma non solo quelli), traffico da metropoli incarognita ed anarcoide, i gabbiani che volano sinistramente nell'aria (meglio di certi avvoltoi che passano rasoterra, comunque...), quei buffoni vestiti da pseudoromani antichi davanti al Colosseo ed al Pantheon (farli smettere? Qual è il sindacato dei centurioni anacronistici?). Perfino le mignotte sulla Salaria, sono rimaste, forse appena diminuite di numero. Attraversando la Salaria verso le 20 e trenta dello scorso martedì - insieme appunto alla festosa teoria di giovani pronte "per cene eleganti", come bisogna dire adesso - il pullman della Sena ha superato una macchina, in cui il guidatore con la destra teneva il volante, e con la sinistra teneva "fermo" il materasso (!) che aveva sistemato, in qualche modo, sul tetto dell'autovettura. Non oso pensare dove sarà andato a finire quel materasso: speriamo almeno non per strada...
La bellezza immortale della città e dei suoi monumenti, dunque, sopravvive ai suoi stessi abitanti e, soprattutto, ai suoi amministratori: e poi auto blu, lampeggianti a destra e manca, clientes di ogni rango davanti ai tanti palazzi del potere; e preti e pretini, suore e suorine, a farci ricordare le responsabilità storiche del Cupolone nel lassismo italiota, ed in quello romano in particolare. In fin dei conti, fino a 130 anni fa, questi c'avevano ancora il Papa Re, a disporre di loro, per la vita e per la morte. E un Lutero o un Calvino, qui, non hanno potuto lasciare traccia alcuna...
Poi, certo, uno arriva per esempio in Piazza Farnese, con nugoli di rondini che fanno bella mostra di sè in cielo, e tutto si rasserena, come d'improvviso; il tempo di mettersi a bere un tè in un bar, ed ecco che arriva - puntualissimo, alle 17 in punto - Giulianone Ferrara per fare il suo show anti-Sarkozy (immagino la paura, il terrore del neopadre...). Inizia una cosa che - con un inglesismo di certo aborrito dai francesi, tiè! - si chiama "laugh-in": una "divertente" presa di posizione contro il "bullismo" di Sarkozy, dopo la sarcastica risatina del Presidente francese, con la Merkel, di due giorni prima. Di una cosa va dato atto a Giulianone Ferrara: uomo di televisione e di carta stampata, è uno che sa andare in piazza, e reggere la prova della stessa, con non poche trovate azzeccate (irresistibile il ballo con la Santanchè, transitata sui sanpietrini con tacco 12...). Non tutti i politici di oggi lo saprebbero fare...
Di fianco all'ambasciata della Francia (sita nello straordinario Palazzo Farnese, da cui quasi nessuno si affaccia...), inizia dunque lo show: il palco, un camioncino, con 5 bandiere francesi a mo' di captatio benevolentiae; a fare da scenografia, una foto di Sarkozy ed una del grande comico degli anni sessanta e settanta Luis de Fùnes, vestito da gendarme. Quello che ha detto Ferrara, l'avrete sentito o letto in settimana ("avete 200 miliardi di titoli greci in cassaforte e fate ironia su di noi?", uno dei punti qualificanti); ma nessuno può sapere cosa abbia detto - anzi urlato a squarciagola, entrando dritto dentro i miei poveri timpani, all'improvviso - un quarantenne che mi era accanto, in un momento in cui la polemica di Ferrara contro il bullismo del Presidente, era vagamente scivolata sulla contrapposizione italo-francese tout court:
" E ora aridatece la Giocondaaa!!".
L'eretico è stato - per vari motivi - un paio di giorni a Roma, in settimana: nonostante i vari impegni, ce l'ha fatta a farsi le sue belle giratine nel cuore della città. Camminando - perchè a Roma, se si vuole vedere, bisogna camminare, e tanto -, in metropolitana, in pullman (andata e ritorno).
Passano gli anni, si avvicendano Sindaci di una parte e dell'altra, ma la città, ormai, pare essersi congelata, ibernata nei suoi problemi, ormai cronici, forse irredimibili: la manutenzione pietosa delle strade (tombini, ma non solo quelli), traffico da metropoli incarognita ed anarcoide, i gabbiani che volano sinistramente nell'aria (meglio di certi avvoltoi che passano rasoterra, comunque...), quei buffoni vestiti da pseudoromani antichi davanti al Colosseo ed al Pantheon (farli smettere? Qual è il sindacato dei centurioni anacronistici?). Perfino le mignotte sulla Salaria, sono rimaste, forse appena diminuite di numero. Attraversando la Salaria verso le 20 e trenta dello scorso martedì - insieme appunto alla festosa teoria di giovani pronte "per cene eleganti", come bisogna dire adesso - il pullman della Sena ha superato una macchina, in cui il guidatore con la destra teneva il volante, e con la sinistra teneva "fermo" il materasso (!) che aveva sistemato, in qualche modo, sul tetto dell'autovettura. Non oso pensare dove sarà andato a finire quel materasso: speriamo almeno non per strada...
La bellezza immortale della città e dei suoi monumenti, dunque, sopravvive ai suoi stessi abitanti e, soprattutto, ai suoi amministratori: e poi auto blu, lampeggianti a destra e manca, clientes di ogni rango davanti ai tanti palazzi del potere; e preti e pretini, suore e suorine, a farci ricordare le responsabilità storiche del Cupolone nel lassismo italiota, ed in quello romano in particolare. In fin dei conti, fino a 130 anni fa, questi c'avevano ancora il Papa Re, a disporre di loro, per la vita e per la morte. E un Lutero o un Calvino, qui, non hanno potuto lasciare traccia alcuna...
Poi, certo, uno arriva per esempio in Piazza Farnese, con nugoli di rondini che fanno bella mostra di sè in cielo, e tutto si rasserena, come d'improvviso; il tempo di mettersi a bere un tè in un bar, ed ecco che arriva - puntualissimo, alle 17 in punto - Giulianone Ferrara per fare il suo show anti-Sarkozy (immagino la paura, il terrore del neopadre...). Inizia una cosa che - con un inglesismo di certo aborrito dai francesi, tiè! - si chiama "laugh-in": una "divertente" presa di posizione contro il "bullismo" di Sarkozy, dopo la sarcastica risatina del Presidente francese, con la Merkel, di due giorni prima. Di una cosa va dato atto a Giulianone Ferrara: uomo di televisione e di carta stampata, è uno che sa andare in piazza, e reggere la prova della stessa, con non poche trovate azzeccate (irresistibile il ballo con la Santanchè, transitata sui sanpietrini con tacco 12...). Non tutti i politici di oggi lo saprebbero fare...
Di fianco all'ambasciata della Francia (sita nello straordinario Palazzo Farnese, da cui quasi nessuno si affaccia...), inizia dunque lo show: il palco, un camioncino, con 5 bandiere francesi a mo' di captatio benevolentiae; a fare da scenografia, una foto di Sarkozy ed una del grande comico degli anni sessanta e settanta Luis de Fùnes, vestito da gendarme. Quello che ha detto Ferrara, l'avrete sentito o letto in settimana ("avete 200 miliardi di titoli greci in cassaforte e fate ironia su di noi?", uno dei punti qualificanti); ma nessuno può sapere cosa abbia detto - anzi urlato a squarciagola, entrando dritto dentro i miei poveri timpani, all'improvviso - un quarantenne che mi era accanto, in un momento in cui la polemica di Ferrara contro il bullismo del Presidente, era vagamente scivolata sulla contrapposizione italo-francese tout court:
" E ora aridatece la Giocondaaa!!".
sabato 29 ottobre 2011
L'eretico a Città della Pieve a sdottorare di giornalismo...
L'eretico scrive questo pezzo di ritorno da una bella scampagnata a Città della Pieve, dove deve ammettere - con una punta di sana vergogna - di non essere mai stato prima: cittadina deliziosa, ben tenuta, solicino spuntato fuori dalla nebbia presente fino a mattinata inoltrata, dopo la conferenza mangiata di brace offerta dall'organizzatore dell'evento (quando mangio la brace senza pagare, mi sento come un noto Arcivescovo dell'Italia centrale, giustappunto di origine umbra...).
Nella città natale del Perugino, nel Palazzo che fu fatto edificare da Ascanio della Corgna (maestro di campo a Lepanto il 7 ottobre 1571, se vi sembra poco), si è svolto un interessantissimo dibattito su "La politica, gli affari e l'informazione, rapporto difficile, conflitto perenne". Il tutto, organizzato lodevolmente da Marco Lorenzoni che - con il suo quindicinale Primapagina di Chiusi - cerca, spesso con successo, di fare giornalismo di inchiesta e di denuncia in quelle terre toscane per gli umbri, umbre per i toscani.
Dovendo parlare di giornalismo di inchiesta, ovviamente non c'era nessuno nè del Corriere di Siena, nè della Nazione Siena (la Valdesi ci sarebbe stata benone, no?); lodevole presenza, a seguire i lavori, della pattuglia del Cittadino on line, con il grande Augusto Mattioli più spettinato del solito (il che è tutto dire...).
A relazionare - introdotti appunto da Marco Lorenzoni - il Sindaco di Città della Pieve Riccardo Manganello, quello di Chiusi Stefano Scaramelli, il docente universitario e saggista umbro Renato Covino, il giornalista Claudio Lattanzi che ha parlato del suo libro "La mafia in Umbria" (appena letto, ne scriverò), l'eurodeputata Pd Silvia Costa (una evergreen che molti ricorderanno anche per la sua beltade), e l'eretico. Tanto per iniziare, non poteva non stupire questo: tre giornalisti-scrittori-saggisti hanno parlato a fianco di tre politici (due Sindaci ed un eurodeputato). A Siena, dove il Sindaco si chiama Franco Ceccuzzi, questo è sic et simpliciter impossibile. Si dirà: eh, ma tanto loro non erano tirati in ballo, quindi compito facile! Balle spaziali: il chiusino Scaramelli, nella recente campagna elettorale, era stato attaccato con forza dalla redazione di Primapagina. Eppure lui c'era, stamattina, ad interloquire. Che siano un pochino meno permalosi e viziatelli, dalle parti della Toscana che si fa Umbria? E quando il giornalista Lattanzi sciorinava i dati inquietanti della penetrazione della 'ndrangheta e dei casalesi in terra d'Umbria, non era in qualche modo tirato potenzialmente in ballo anche il Sindaco pievese? Il quale non è scappato via come avrebbe fatto qualcun altro, nè si è portato dietro - pur giocando in casa - una pletora di scherani, per farsi forza, poverino. Nè tantomeno ha preteso un giornalista scodinzolante, per farsi intervistare.
Su quello che è stato detto, non mi dilungo: e per mancanza di spazio, e perchè non sono certo cose nuove (almeno quelle su Siena), per i lettori assidui del blog o dei miei libri.
Verso la fine, si è alzata una giovane ragazza dalla faccia acqua e sapone, giornalista free-lance, preoccupata del suo futuro lavorativo: mi ha chiesto come fare a conciliare giornalismo d'inchiesta e reddito. La risposta non poteva che essere questa: cara ragazza desiderosa di un giornalismo migliore, o sei ricca di famiglia, ovvero devi avere un lavoro, una professione altra, non giornalistica, che ti dia reddito. Il giornalismo come secondo lavoro, all'italiana, dunque. Oppure - come avrebbe di certo chiosato Silvione - devi sposare uno ben ricco...
Ps Di ritorno da Città della Pieve, sosta tecnica all'Agip delle Serre di Rapolano, sulla Siena-Bettolle: ove - incredibile dictu - a fare la benzinaia c'è una semisosia di Rosaria Bindi da Sinalunga! Andare per credere...
venerdì 28 ottobre 2011
Il Foloso sanese: classifica (parzialissima) ed istruzioni per l'uso...
L'eretico conosce i suoi polli, e si immaginava un buon successo dell'iniziativa. Non certo così, però! Quio si rischia l'ingolfamento internettiano...
Visto che siamo solo all'inizio (al prencipio, come diciamo noi di campagna), chiariamo un paio di cosette, evidentemente non chiare a tutti, per quanto già scritte ieri: in primis, NON si accetteranno più due nominativi, come accaduto eccezionalmente oggi, nello stesso commento: dalla prossima, il punto lo raccatta il primo nominato, chiunque egli sia; secondo, bisogna MOTIVARE il tutto, in qualche modo: ho accettato un voto al Cannamela (Assessore ad un monte di cose, peraltro quasi tutte inutili), ma mettere che è giraffino (?) e basta, è troppo poco! Urge migliore motivazione...
Detto questo, ribadisco che NON ci devono essere offese o riferimenti ad orientamenti sessuali pro o contro natura (sono dovuto intervenire, censurando, in questi casi, ma è giusto così: non mi fate fare il censore, per favore); mi fa piacere che non ci siano stati commenti particolarmente pesanti: c'è quello iniziale sull'Anselmi che è un pochino border-line, ma tanto l'eretico è già in causa, con lui; vuol dire si metterà tutto nel solito calderone...
Eccoci dunque alla parzialissimissima classifica, dunque, al termine della prima giornata e dei quaranta commenti (la quale classifica verrà aggiornata insindacabilmente quando pare e piace all'eretico: al limite, uno prende il pallottoliere, e si fa i conti da sè): per citare solo i primi, a quota tre (un pochino a sorpresa) l'ex Sindaco Pierluigi Piccini (Ceccuzzi fermo ad uno!), insieme a Beppino Mussari...; secondo posto (a sorpresissima) per Luca Anselmi dell'Eacos, con 4 voti, e - molto meno a sorpresa - per Acetello (Antonio Degortes, che batte di due l'amicone Rosati); palma del primissimo (ma quanto durerà?) per l'esperto di vita senese e Consigliere comunale Pd Luca Guideri, a quota 5.
Cari lettori, si può votare anche a piè di questo articoletto: anzi, forse è meglio. Votate sotto, dunque!
Alla prossima, e buone votazioni. E ricordate: nel segreto dell'urna, Stalin non vi vede, ma la Casta (forse) sì...
Sanità senese: chi firma il Bilancio 2011?
Nonostante impazzi il Foloso sanese, l'eretico non si è certo dimenticato dell'appuntamento del venerdì con la Sanità senesota.
Era già confezionato, fresco fresco, un articolo stimolante su una di quelle carriere al neutrino che andrebbero approfondite da chi di dovere, quando gli è arrivata una interessante sollecitazione a fare presente ai lettori quanto segue, vale a dire la domanda delle cento pistole: chi firmerà il Bilancio di esercizio 2011? Il problema si pone, giacchè fino al 23 settembre scorso, quindi per tre quarti dell'anno, c'è stata la dottoressa Laura Benedetto (fra poco in Rossi, almeno a sentire lei), di cui molto si è scritto; essendo subentrato il dottor Morello (ufficialmente fino a gennaio 2012, poi?), chi lo firmerà, dunque, il suddetto Bilancio di esercizio 2011? La domanda non è peregrina, tantomeno fine a se stessa, ovviamente; anche perchè fosche nubi si addensano - come già detto - su questo Bilancio. E l'eretico, purtroppo, spesso ci dà (ovviamente, augurandosi di padellare, per il tanto invocato Bene comune)...
Pare che il cosiddetto "cerchio magico" (mutuando una terminologia cara alla dinasty bossiana) che si dipana intorno ai fratelli Monaci (più Alberto, che Alfredo, trattandosi di Sanità) si stia muovendo per eliminare - non certo fisicamente, non siamo mica ai livelli della Sanità calabrese o partenopea! - quegli elementi del settore Ragioneria che, grazie alla loro esperienza, potrebbero creare dei problemi, proprio andando a sfruculiare puntigliosamente nei meandri delle voci di Bilancio.
Notizia freschissima di oggi, l'esperto Marcello Toppi - su Decreto del Commissario, dottor Morello - si avvia verso la meritata pensione. Buona pensione, dunque.
E speriamo bene, per questo benedetto Bilancio, siamo positivi. Frase abusata, ma immortale: a pensare male, si fa peccato; ma spesso, ci s'azzecca...
Era già confezionato, fresco fresco, un articolo stimolante su una di quelle carriere al neutrino che andrebbero approfondite da chi di dovere, quando gli è arrivata una interessante sollecitazione a fare presente ai lettori quanto segue, vale a dire la domanda delle cento pistole: chi firmerà il Bilancio di esercizio 2011? Il problema si pone, giacchè fino al 23 settembre scorso, quindi per tre quarti dell'anno, c'è stata la dottoressa Laura Benedetto (fra poco in Rossi, almeno a sentire lei), di cui molto si è scritto; essendo subentrato il dottor Morello (ufficialmente fino a gennaio 2012, poi?), chi lo firmerà, dunque, il suddetto Bilancio di esercizio 2011? La domanda non è peregrina, tantomeno fine a se stessa, ovviamente; anche perchè fosche nubi si addensano - come già detto - su questo Bilancio. E l'eretico, purtroppo, spesso ci dà (ovviamente, augurandosi di padellare, per il tanto invocato Bene comune)...
Pare che il cosiddetto "cerchio magico" (mutuando una terminologia cara alla dinasty bossiana) che si dipana intorno ai fratelli Monaci (più Alberto, che Alfredo, trattandosi di Sanità) si stia muovendo per eliminare - non certo fisicamente, non siamo mica ai livelli della Sanità calabrese o partenopea! - quegli elementi del settore Ragioneria che, grazie alla loro esperienza, potrebbero creare dei problemi, proprio andando a sfruculiare puntigliosamente nei meandri delle voci di Bilancio.
Notizia freschissima di oggi, l'esperto Marcello Toppi - su Decreto del Commissario, dottor Morello - si avvia verso la meritata pensione. Buona pensione, dunque.
E speriamo bene, per questo benedetto Bilancio, siamo positivi. Frase abusata, ma immortale: a pensare male, si fa peccato; ma spesso, ci s'azzecca...
Mussari al telefono con Verdini: Denis "piange" al telefono...
Allorquando i marosi della vita si fanno avanti, bisogna sempre cercare rifugio in un amico vero: questo, in sintesi, avrà pensato Denis Verdini nel gennaio 2010 quando - appunto con i marosi alla gola - non sapendo dove andare a sbattere il cotonato capo da antico regime, vide bene di chiamare l'amico di sempre, Beppino Mussari. Ha fatto proprio bene, l'eretico avrebbe fatto proprio come lui: d'altro canto, chi è che aveva già sganciato 60 milioni di euro, un paio di annetti prima, per la Baldassini Tognozzi Pontello dell'amico verdiniano Fusi, se non il banchiere più fashion d'Europa? In fin dei conti, qui la richiesta era quasi risibile: solo 10 milioncini di euro, per un piccolo mutuo della BTP erogato dalla banca verdiniana...
Tutto ciò lo trovate sul Corrsiena? Nooo; lo trovate sulla Nazione? Noo; lo trovate su Repubblica di oggi, grazie ancora una volta a Franca Selvatici. Una intercettazione illuminante, che vale, da sola, l'acquisto del quotidiano, ove, pure, la ex Banca senese ha i suoi amici: ma fortunatamente qualche voce fuori dal coro esiste ancora."La richiesta non sarà esaudita", conclude la Selvatici. A leggere l'intercettazione, però, il tono fra i due era più che fraterno.
"Carissimo Giuseppe, dammi una mano" (non è Acampa a parlare, è Denis, appunto). e poi: "Ti prego, dammi una mano"; e poi: "Mi devi dare una mano, via, se te la chiedo".
Beppino, con intelligenza, prende tempo, traccheggia, forse per un senso di colpa per ciò che ha già fatto a babbo morto per il Denis nazionale: "Va bene, d'accordo, proviamo" Poi arriva l'inchiesta che travolge Verdini (una delle: quella sulla Scuola carabinieri di Firenze, febbraio 2010), e tutto si abbuia.
Perchè mai non pubblicizzare questa telefonata? Beppino ne esce da signore quale è: cerca di aiutare un amico in grandi ambasce, ma in definitiva fa il bene della Banca (come sempre, d'altra parte) non erogando i danari, in un contesto di grande rischio. Una volta tanto...
Ps L'eretico spera che anche i semiciechi possano alla fine capire come si creano i candidati da opporre al Ceccuzzi della situazione, quando si va a votare: chi sponsorizzò la candidatura Nannini, la scorsa primavera? Denis, il Richelieu di Fivizzano...
Tutto ciò lo trovate sul Corrsiena? Nooo; lo trovate sulla Nazione? Noo; lo trovate su Repubblica di oggi, grazie ancora una volta a Franca Selvatici. Una intercettazione illuminante, che vale, da sola, l'acquisto del quotidiano, ove, pure, la ex Banca senese ha i suoi amici: ma fortunatamente qualche voce fuori dal coro esiste ancora."La richiesta non sarà esaudita", conclude la Selvatici. A leggere l'intercettazione, però, il tono fra i due era più che fraterno.
"Carissimo Giuseppe, dammi una mano" (non è Acampa a parlare, è Denis, appunto). e poi: "Ti prego, dammi una mano"; e poi: "Mi devi dare una mano, via, se te la chiedo".
Beppino, con intelligenza, prende tempo, traccheggia, forse per un senso di colpa per ciò che ha già fatto a babbo morto per il Denis nazionale: "Va bene, d'accordo, proviamo" Poi arriva l'inchiesta che travolge Verdini (una delle: quella sulla Scuola carabinieri di Firenze, febbraio 2010), e tutto si abbuia.
Perchè mai non pubblicizzare questa telefonata? Beppino ne esce da signore quale è: cerca di aiutare un amico in grandi ambasce, ma in definitiva fa il bene della Banca (come sempre, d'altra parte) non erogando i danari, in un contesto di grande rischio. Una volta tanto...
Ps L'eretico spera che anche i semiciechi possano alla fine capire come si creano i candidati da opporre al Ceccuzzi della situazione, quando si va a votare: chi sponsorizzò la candidatura Nannini, la scorsa primavera? Denis, il Richelieu di Fivizzano...
giovedì 27 ottobre 2011
L'eretico assegna l'ambito premio "Foloso sanese": chi vincerà?
Siena, ormai, è terra di premi (tipico delle società decadenti, quello di festeggiare in continuazione): il Frajese (il premio della Casta per antonomasia), il Santa Caterina d'oro (quello ideato da Gilberto Madioni, autoaccreditatosi critico d'arte, in mancanza d'altro), ora il nuovo premio-festival cinematografico del panificatore Sclavi, poi il premio Celli della Corbelli, infine il Mangia (e sicuramente si dimenticherà qualcosa, cosa di cui ci scusiamo...).
Anche l'eretico - per festeggiare il record di lettori raggiunto il 26 ottobre - vuole darsi ai premi. Da subito, inizia la caccia al Foloso sanese (o folosone) 2011: chi è il più foloso dei personaggi senesi, chi è che si è più distinto quanto a folosaggine in questo anno ormai declinante?
L'eretico dice subito che qui non si vince niente, se non la gloria imperitura: volete mettere l'essere esposti al pubblico trionfo, ad perpetuam rei memoriam? Questo vale molto più del quarto d'ora di celebrità cantato da Andy Warhol...
Per chi non lo sapesse, cosa vuol dire foloso? In effetti, il termine non si trova, nel pur monumentale Devoto-Oli, il che è tutto dire; il "foloso", dunque, è una sorta di versione senese del più conosciuto "ganzo", che sul Devoto-Oli in effetti c'è:
"Persona eccezionalmente destra e scaltra".
Ecco, il foloso è sostanzialmente un ganzo, nell'accezione appena riportata (ce ne sono altre due, ma qui non interessano).
Chiunque può partecipare: basta scrivere una indicazione (un nome) all'eretico, anonima o meno; l'unica cosa che si richiede, è di dare (almeno) una motivazione della propria scelta (vagamente plausibile, seppure paradossale). Le offese non verranno pubblicate, come sempre. Chiusura improcrastinabile della raccolta delle preferenze, l'8 dicembre: l'Immacolata, tutte le preferenze porta via!
Buon gioco, allora: e vinca il più foloso...
Ps Per chi voterebbe l'eretico? Beh, non sarebbe certo facile scegliere, in una città piena di folosi e folosoni, però una mezza idea ce l'avrebbe, ma non la comunica, per non influenzare la volontà popolare...
Anche l'eretico - per festeggiare il record di lettori raggiunto il 26 ottobre - vuole darsi ai premi. Da subito, inizia la caccia al Foloso sanese (o folosone) 2011: chi è il più foloso dei personaggi senesi, chi è che si è più distinto quanto a folosaggine in questo anno ormai declinante?
L'eretico dice subito che qui non si vince niente, se non la gloria imperitura: volete mettere l'essere esposti al pubblico trionfo, ad perpetuam rei memoriam? Questo vale molto più del quarto d'ora di celebrità cantato da Andy Warhol...
Per chi non lo sapesse, cosa vuol dire foloso? In effetti, il termine non si trova, nel pur monumentale Devoto-Oli, il che è tutto dire; il "foloso", dunque, è una sorta di versione senese del più conosciuto "ganzo", che sul Devoto-Oli in effetti c'è:
"Persona eccezionalmente destra e scaltra".
Ecco, il foloso è sostanzialmente un ganzo, nell'accezione appena riportata (ce ne sono altre due, ma qui non interessano).
Chiunque può partecipare: basta scrivere una indicazione (un nome) all'eretico, anonima o meno; l'unica cosa che si richiede, è di dare (almeno) una motivazione della propria scelta (vagamente plausibile, seppure paradossale). Le offese non verranno pubblicate, come sempre. Chiusura improcrastinabile della raccolta delle preferenze, l'8 dicembre: l'Immacolata, tutte le preferenze porta via!
Buon gioco, allora: e vinca il più foloso...
Ps Per chi voterebbe l'eretico? Beh, non sarebbe certo facile scegliere, in una città piena di folosi e folosoni, però una mezza idea ce l'avrebbe, ma non la comunica, per non influenzare la volontà popolare...
Messa da requiem per il Monte dei Paschi...
Scrivere sul Monte dei Paschi, in questo periodo, sarebbe come sparare sulla Croce Rossa, ed all'eretico non piace infierire sugli agonizzanti. Rispetto al 17 maggio del 2007 (5 mesi prima del colpo grosso di Antonveneta...), è ormai arrivata la famigerata quota 90: nel senso che la Banca ha perso, da allora, circa il 90% del suo valore (era al suo massimo di 3, 544, si guardi a quanto siamo adesso...).E i famigerati Tremonti bond, quando verranno restituiti? La colpa, ovviamente, è tutta quanta dello scenario internazionale.
Ci sarebbe solo da compatire, senza infierire. Ma siccome la stampa cittadina e - con modalità diverse, e con la sola eccezione de Il Fatto di Travaglio - quella nazionale, foraggiata oltre maniera dalla pubblicità montepaschina, fanno allegramente finta di niente, può forse valere la pena di scrivere qualche righetta aggiuntiva, sul fare della sera (e a borse chiuse)...
Come in guerra (puntualizzo per i castisti ignoranti: la seconda mondiale, non quella punica) gli italiani si tenevano aggiornati seguendo Radio Londra, oggi i senesi che vogliano sapere qualcosa di realmente importante sul Monte, devono leggere la stampa straniera, anglosassone in particolare. In questo caso, il Wall Street Journal: la nuova Radio Londra senese, per capire questo amaro fine di regno mussariano. A questo siamo arrivati. Lo storico che si accingerà, fra qualche anno, a fare la storia di questo periodo mussariano, dovrà eliminare gran parte della stampa nazionale, e la totalità di quella locale, ed imparare bene l'inglese (lingua semignorata - non a caso - dal condottiero della Banca).
Il Wall Street Journal hanno provato a tenerselo buono: più volte il suo direttore è venuto a Bagnaia dalla Monti Riffeser (anche con Mussari presente), ed avrà gustato la beltade della campagna senese. Come abbia potuto comunicare con Beppino, non è dato sapere, ma sono problemi loro. Ieri, però, questo giornaletto ha scritto - fra le altre cose - che la Fondazione ha contattato la Goldman Sachs e la JP Morgan per pietire un prestito, visto l'imminente, nuovo aumento di capitale della Banca, dopo quello del luglio scorso, inopinatamente salutato come definitivo. Urgono 600 milioni di eurini, pare.
Oggi il Fatto - a firma Vittorio Malagutti, pagina 4 - bastona Mussari come Lui non è abituato:
"Bisogna capirlo, Mussari. Dalle sue parti, a Siena, tira una brutta aria.Il Monte trema.Sul mercato è ormai luogo comune che la banca senese, il terzo istituto italiano per dimensioni, sarà presto costretto a battere cassa sul mercato. Servono soldi, spiegano gli analisti, per rafforzare il patrimonio...".
Per intanto, la Banca si è buttata sul mercato, ma quello del basket, assicurando uno dei migliori giocatori europei alla già fortissima e pluriscudettata Mens sana: se cede financo il panem et circenses, viene davvero giù tutto, anche prima del tempo ormai fisiologico...
Per questo cupo momento, dunque, va scelta una musica di sottofondo: l'eretico consiglierebbe una bella Messa da Requiem, così anche l'Arcivescovo sarà contento. Mozart o Salieri? Il risorgimentale Giuseppe Verdi, in onore del Manzoni? Il Pizzetti? Fate voi, a ciascuno la sua scelta...
Ps A New York City, fanno "Occupy Wall Street", e arrivano intellettuali, musicisti, e gente come Paul Krugman (Premio Nobel) si schiera con loro. Qui, non si riesce nemmeno a fare "Occupy Piazza Salimbeni" (o Salimbeni's square): indignados cercansi...
mercoledì 26 ottobre 2011
Finalmente arriva il cinema a Siena! Ci pensa lo Sclavi...
"Una grande città come Siena, culturalmente importante e non a caso candidata al ruolo di Capitale europea della Cultura, non può sottovalutare la centralità del cinema". Così, ieraticamente, parlò Antonio Sclavi ("intervista" del Corriere di Siena del 24 ottobre).
L'eretico era a conoscenza della passione per l'arte cinematografica del panificatore più acculturato dell'Italia centrale, perchè svariate volte l'ha trovato al cinema in compagnia di Anna Carli. La passione, dunque, c'è di sicuro, e non è roba degli ultimissimi tempi. Cinefilo, è cinefilo, l'uomo.
Allo Sclavi, però, la passione evidentemente non bastava più, ed allora si è buttato a capofitto su questo progetto del nuovo evento: ora non c'è guanciale e rosetta che tenga, lui è partito con il cinema! Anche all'Unicef - di cui è stato responsabile nazionale, prima dell'improvviso ridimensionamento provinciale - sono preoccupati: da quando si è buttato sul grande schermo...
"Controcampo Siena film festival", si chiama il tutto; presenta (concludendosi beffardamente stasera) opere già presentate a Venezia, già in circolazione (allora, che festival sarebbe? Boh...). Noi che siamo cinefili come il panificatore, comunque, siamo contenti: più cinema c'è (anche se mancano le sale), meglio è.
Le due cose inquietanti, però, sono le seguenti: anche prima che il panificatore Sclavi portasse il cinema a Siena, una rassegna (dal 1996!), c'era già. Poteva piacere o meno, aveva avuto i suoi alti ed i suoi bassi (il litigio con Carlo Verdone, per esempio): ma per un quindicennio, organizzata dalla pugnace Maria Pia Corbelli, c'è stata, con il suo successo di pubblico ed il suo risalto (e l'eretico si ricorda bene che l'ingresso era gratuito). Perchè questa damnatio memoriae, chiediamo al panificatore Sclavi?
Punto due: più cinema c'è, meglio è. Però bisogna anche vedere chi paga, a maggior ragione in tempi perigliosi. Locandina alla mano, tra i finanziatori c'è il gotha castista al completo: Comune di Siena, Provincia, Monte dei paschi (Banca), Bassilichi e Camera di commercio. Ne riparleremo, ma in Consiglio comunale è venuto fuori un contributo di 10mila euro, che va sommato a quello - senz'altro più robusto - degli altri enti finanziatori. Ne riparleremo, appunto.
Resta il fatto che non si capisce proprio perchè, pur non portando star di prima grandezza (per ora, neanche di seconda o terza), pur facendo vedere film non inediti, e nonostante copiosi finanziamenti castisti, gli spettatori abbiano dovuto pagare il costo (quasi) normale di un biglietto.
"Ingresso 5 euro (ridotto studenti 4 euiro)": la fila, infatti, pare non ci fosse, al botteghino...
L'eretico era a conoscenza della passione per l'arte cinematografica del panificatore più acculturato dell'Italia centrale, perchè svariate volte l'ha trovato al cinema in compagnia di Anna Carli. La passione, dunque, c'è di sicuro, e non è roba degli ultimissimi tempi. Cinefilo, è cinefilo, l'uomo.
Allo Sclavi, però, la passione evidentemente non bastava più, ed allora si è buttato a capofitto su questo progetto del nuovo evento: ora non c'è guanciale e rosetta che tenga, lui è partito con il cinema! Anche all'Unicef - di cui è stato responsabile nazionale, prima dell'improvviso ridimensionamento provinciale - sono preoccupati: da quando si è buttato sul grande schermo...
"Controcampo Siena film festival", si chiama il tutto; presenta (concludendosi beffardamente stasera) opere già presentate a Venezia, già in circolazione (allora, che festival sarebbe? Boh...). Noi che siamo cinefili come il panificatore, comunque, siamo contenti: più cinema c'è (anche se mancano le sale), meglio è.
Le due cose inquietanti, però, sono le seguenti: anche prima che il panificatore Sclavi portasse il cinema a Siena, una rassegna (dal 1996!), c'era già. Poteva piacere o meno, aveva avuto i suoi alti ed i suoi bassi (il litigio con Carlo Verdone, per esempio): ma per un quindicennio, organizzata dalla pugnace Maria Pia Corbelli, c'è stata, con il suo successo di pubblico ed il suo risalto (e l'eretico si ricorda bene che l'ingresso era gratuito). Perchè questa damnatio memoriae, chiediamo al panificatore Sclavi?
Punto due: più cinema c'è, meglio è. Però bisogna anche vedere chi paga, a maggior ragione in tempi perigliosi. Locandina alla mano, tra i finanziatori c'è il gotha castista al completo: Comune di Siena, Provincia, Monte dei paschi (Banca), Bassilichi e Camera di commercio. Ne riparleremo, ma in Consiglio comunale è venuto fuori un contributo di 10mila euro, che va sommato a quello - senz'altro più robusto - degli altri enti finanziatori. Ne riparleremo, appunto.
Resta il fatto che non si capisce proprio perchè, pur non portando star di prima grandezza (per ora, neanche di seconda o terza), pur facendo vedere film non inediti, e nonostante copiosi finanziamenti castisti, gli spettatori abbiano dovuto pagare il costo (quasi) normale di un biglietto.
"Ingresso 5 euro (ridotto studenti 4 euiro)": la fila, infatti, pare non ci fosse, al botteghino...
Altri guai per Verdini: la Casta trattiene il respiro...
Questo mese di ottobre che volge umidamente al termine, è contraddistinto dalle tante notizie giudiziarie concernenti il Denis nazionale, autentico nume tutelare della Casta di Siena. Siamo nel 150esimo dell'Unità? Bene, invece delle arie verdiane, ci godiamo quelle verdiniane...
L'ultima tegola, in ordine di tempo, è quella di ieri: Verdini è accusato (in buona compagnia, peraltro) di truffa aggravata in danno dello Stato dalla Procura di Firenze (Pm Mione e Turco, in particolare). Avrebbe percepito, la sua cooperativa editoriale (la Ste, Società toscana di edizioni, pubblicante da tredici anni il supplemento regionale de Il Giornale) una cifra irrisoria, pari a circa 11 milioni di fondi pubblici, senza averne i requisiti. Per maggiori ragguagli e dettagli, si consiglia Franca Selvatici su Repubblica (pag.V di Repubblica Firenze, pagina 22 del nazionale, con il supporto di Carlo Bonini).
Quanto a noi, la cosa è - come sempre quando riguarda il Richelieu di Fivizzano - ghiotta, anzi ghiottissima.
Mi venga scusata la citazione autoreferenziale, ma "quanno ce vò, ce vò" (vedete a cosa porta la pur breve permanenza romana...): nel mio "Le mani sulla città" (pagine 29 e 30, paragrafo intitolato "Il cittadino di Siena: Denis Verdini, Ceccuzzi e l'opposizione forzaitaliota..."), già agli inizi del 2009 avevo fiutato che c'era del marcio, in quella zona d'ombra tra politica toscana (Pdl e Pd...) e cosiddetta informazione.
Scorrendo proprio Il Giornale della Toscana di oggi (con ampio, comprensibile spazio alla questione che li riguarda), fra le tanti voci offese e sdegnate ("Vogliono farci chiudere"è il titolone d'apertura), le giaculatorie sul rischio concernente la perdita di posti di lavoro (giusto, ma esiste anche, sebbene sempre più in disarmo, la legalità, o il lavoro viene prima di tutto?), spicca un illuminato intervento di un giornalista verdiniano, tale Marco Bastiani, che dà voce alla rabies verdiniana ("La rabbia di Verdini: "Accuse inconsistenti è stalking giudiziario"...Così rischiano di mandare sul lastrico 30 lavoratori e rispettive famiglie per un reato che non esiste"").
Marco Bastiani è proprio colui che il Richelieu di Fivizzano mandò a Siena, nel 2006, a dirigere Il Cittadino, prima di farlo chiudere dopo il Cenni bis appunto del 2006. La storia di quel cambio di Direttore in corsa durante la campagna elettorale del secondo mandato cenniano (Bastiani al posto di Fondelli), nessuno l'ha mai voluta chiarire fino in fondo. Anzi, nemmeno in superficie: perchè via Fondelli (non certo un anti-Sistema Siena all'arma bianca, peraltro), e dentro, in fretta e furia, il verdinianissimo Bastiani, oggi firma proprio de Il Giornale della Toscana?
L'ottimo Denis ora avrà ben altre gatte da pelare, e non lo scomodiamo di certo; Marco Bastiani, però, potrebbe degnarsi di scrivere qualcosa, con la sua alata penna, sull'argomento. Così, tanto per avere un quadro più esatto della situazione del 2006.
Quando sembrò che a Siena la Casta stesse per perdere il Potere, ed il buon Denis intervenne. Sempre per il Bene comune...
L'ultima tegola, in ordine di tempo, è quella di ieri: Verdini è accusato (in buona compagnia, peraltro) di truffa aggravata in danno dello Stato dalla Procura di Firenze (Pm Mione e Turco, in particolare). Avrebbe percepito, la sua cooperativa editoriale (la Ste, Società toscana di edizioni, pubblicante da tredici anni il supplemento regionale de Il Giornale) una cifra irrisoria, pari a circa 11 milioni di fondi pubblici, senza averne i requisiti. Per maggiori ragguagli e dettagli, si consiglia Franca Selvatici su Repubblica (pag.V di Repubblica Firenze, pagina 22 del nazionale, con il supporto di Carlo Bonini).
Quanto a noi, la cosa è - come sempre quando riguarda il Richelieu di Fivizzano - ghiotta, anzi ghiottissima.
Mi venga scusata la citazione autoreferenziale, ma "quanno ce vò, ce vò" (vedete a cosa porta la pur breve permanenza romana...): nel mio "Le mani sulla città" (pagine 29 e 30, paragrafo intitolato "Il cittadino di Siena: Denis Verdini, Ceccuzzi e l'opposizione forzaitaliota..."), già agli inizi del 2009 avevo fiutato che c'era del marcio, in quella zona d'ombra tra politica toscana (Pdl e Pd...) e cosiddetta informazione.
Scorrendo proprio Il Giornale della Toscana di oggi (con ampio, comprensibile spazio alla questione che li riguarda), fra le tanti voci offese e sdegnate ("Vogliono farci chiudere"è il titolone d'apertura), le giaculatorie sul rischio concernente la perdita di posti di lavoro (giusto, ma esiste anche, sebbene sempre più in disarmo, la legalità, o il lavoro viene prima di tutto?), spicca un illuminato intervento di un giornalista verdiniano, tale Marco Bastiani, che dà voce alla rabies verdiniana ("La rabbia di Verdini: "Accuse inconsistenti è stalking giudiziario"...Così rischiano di mandare sul lastrico 30 lavoratori e rispettive famiglie per un reato che non esiste"").
Marco Bastiani è proprio colui che il Richelieu di Fivizzano mandò a Siena, nel 2006, a dirigere Il Cittadino, prima di farlo chiudere dopo il Cenni bis appunto del 2006. La storia di quel cambio di Direttore in corsa durante la campagna elettorale del secondo mandato cenniano (Bastiani al posto di Fondelli), nessuno l'ha mai voluta chiarire fino in fondo. Anzi, nemmeno in superficie: perchè via Fondelli (non certo un anti-Sistema Siena all'arma bianca, peraltro), e dentro, in fretta e furia, il verdinianissimo Bastiani, oggi firma proprio de Il Giornale della Toscana?
L'ottimo Denis ora avrà ben altre gatte da pelare, e non lo scomodiamo di certo; Marco Bastiani, però, potrebbe degnarsi di scrivere qualcosa, con la sua alata penna, sull'argomento. Così, tanto per avere un quadro più esatto della situazione del 2006.
Quando sembrò che a Siena la Casta stesse per perdere il Potere, ed il buon Denis intervenne. Sempre per il Bene comune...
lunedì 24 ottobre 2011
Ceccuzzi, Bezzini e gli altri: i" poverelli e popolarelli" della Casta...
Rimettendo a posto (si fa per dire...) alcune vecchie carte debitamente ingiallite, all'eretico è capitato di imbattersi in un articolo del Corriere della sera fiorentino del 3 luglio 2008, a firma del giovanissimo e brillante David Allegranti. Sono passati quasi tre anni e mezzo, ed è uno spasso rileggerlo.
Si partiva dal successo clamoroso della Casta di Siena, e si continuava con la definizione degli assetti di potere della Siena di allora. Non così diversi da quella di ora, a livello di persone: se si esclude la dipartita (politica) del "compagno carta di credito" Fabio Ceccherini, allora Presidente della Provincia e Assessore regionale in pectore.
Di Franchino il Ceccuzzi ("poliziano dalle mille cariche", per Allegranti) si rammentava il suo essere deputato, consigliere provinciale, responsabile economico del Pd toscano, nonchè fresco segretario del Pd cittadino ("qualcuno ipotizza pure che nel 2011 si candiderà a Sindaco": azzeccato!). La chicca di Allegranti, però, era questa: il giornalista del Corrsera l'aveva incontrato alla cena della Prova generale nella Torre, mentre intonava i cori della sua gioventù torraiola, e gli aveva chiesto un parere sul libro dell'eretico. "Interpellato, l'onorevole nega di avere letto il libro": in effetti, foto ce n'è una sola, quindi la lettura sarebbe stata troppo pesante, si immagina. E la causa contro lo scrivente, lui l'ha fatta per il libro successivo, Le mani sulla città. Tutto regolare, dunque.
Mussari Giuseppe difendeva a spada tratta l'operazione Antonveneta ("operazione essenziale per crescere e competere sul mercato della finanza italiana", si scriveva nel pezzo, con una captatio benevolentiae verso il Monte...); esisteva ancora la Fondazione Mps, ed Allegranti opportunamente sciorinava i dati:
"il 5 maggio è scaduto il bando per il 2008: cifra record di 3.616 domande a disposizione, come dicono i dati del bilancio di esercizio del 2007". Altri tempi, altri tempi.
Allegranti citava poi un notaio anonimo che buttava là una frase mica male:
"Ma è il Monte a essere di Siena o è Siena ad essere del Monte? Qua ci illudiamo ancora che la banca appartenga al territorio, ma non è così". Beh, almeno oggi non ci si può nemmeno più illudere...
Ma il clou del clou, era la veemente presa di posizione antilibro dell'allora segretario provinciale del Pd, quel Simone Bezzini che con tanta maestria sta traghettando la Provincia verso nuovi traguardi di affidabilità e di credibilità:
"Leggendo la Casta di Siena - ha aggiunto Bezzini - mi sono balenate nel cervello (addirittura...Ndr) alcune domande. La prima. Da quali fattori sono accomunate le persone che dovrebbero fare parte della Casta di Siena? é evidente che molte delle figure a cui si fa riferimento hanno una PROVENIENZA SOCIALE POPOLARE, sono state elette democraticamente, e soprattutto devono rispondere del loro operato, giorno dopo giorno, alla comunità".
Divertente, in effetti, il finale, sul "rispondere del loro operato": ma non c'è spazio, e si rimanda.
Vorrei però fare riflettere i lettori sul ragionamento bezziniano: siccome i castisi senesi (non certo tutti) provengono da famiglie umili e "popolari", dovrebbero avere l'onestà, la laboriosità e la giustizia sociale incorporata nel Dna. Quasi a prescindere.
Ora, l'eretico crede che il buon Bezzini abbia letto tanti libri di Storia, quanti ne ha divorati l'eretico sul comportamento delle iguane in calore, quindi in parte va scusato. Allora gli ricordo che tutti i principali dittatori del secolo scorso (Mussolini, Hitler, Stalin, Mao et alii) erano TUTTI di origine umile, TUTTI di origine popolare, probabilmente più della sua e degli altri castisti.
In occasione del lancio di Siena a Capitale europea della Cultura, l'eretico si offre di regalare i suoi vecchi Bignami di storia al Bezzini e agli altri "poverelli e popolarelli" castisti".
I quali, nel frattempo, tanto poverelli non sono più, a quanto risulta: ma questo - detto per inciso - è un altro discorso...
Si partiva dal successo clamoroso della Casta di Siena, e si continuava con la definizione degli assetti di potere della Siena di allora. Non così diversi da quella di ora, a livello di persone: se si esclude la dipartita (politica) del "compagno carta di credito" Fabio Ceccherini, allora Presidente della Provincia e Assessore regionale in pectore.
Di Franchino il Ceccuzzi ("poliziano dalle mille cariche", per Allegranti) si rammentava il suo essere deputato, consigliere provinciale, responsabile economico del Pd toscano, nonchè fresco segretario del Pd cittadino ("qualcuno ipotizza pure che nel 2011 si candiderà a Sindaco": azzeccato!). La chicca di Allegranti, però, era questa: il giornalista del Corrsera l'aveva incontrato alla cena della Prova generale nella Torre, mentre intonava i cori della sua gioventù torraiola, e gli aveva chiesto un parere sul libro dell'eretico. "Interpellato, l'onorevole nega di avere letto il libro": in effetti, foto ce n'è una sola, quindi la lettura sarebbe stata troppo pesante, si immagina. E la causa contro lo scrivente, lui l'ha fatta per il libro successivo, Le mani sulla città. Tutto regolare, dunque.
Mussari Giuseppe difendeva a spada tratta l'operazione Antonveneta ("operazione essenziale per crescere e competere sul mercato della finanza italiana", si scriveva nel pezzo, con una captatio benevolentiae verso il Monte...); esisteva ancora la Fondazione Mps, ed Allegranti opportunamente sciorinava i dati:
"il 5 maggio è scaduto il bando per il 2008: cifra record di 3.616 domande a disposizione, come dicono i dati del bilancio di esercizio del 2007". Altri tempi, altri tempi.
Allegranti citava poi un notaio anonimo che buttava là una frase mica male:
"Ma è il Monte a essere di Siena o è Siena ad essere del Monte? Qua ci illudiamo ancora che la banca appartenga al territorio, ma non è così". Beh, almeno oggi non ci si può nemmeno più illudere...
Ma il clou del clou, era la veemente presa di posizione antilibro dell'allora segretario provinciale del Pd, quel Simone Bezzini che con tanta maestria sta traghettando la Provincia verso nuovi traguardi di affidabilità e di credibilità:
"Leggendo la Casta di Siena - ha aggiunto Bezzini - mi sono balenate nel cervello (addirittura...Ndr) alcune domande. La prima. Da quali fattori sono accomunate le persone che dovrebbero fare parte della Casta di Siena? é evidente che molte delle figure a cui si fa riferimento hanno una PROVENIENZA SOCIALE POPOLARE, sono state elette democraticamente, e soprattutto devono rispondere del loro operato, giorno dopo giorno, alla comunità".
Divertente, in effetti, il finale, sul "rispondere del loro operato": ma non c'è spazio, e si rimanda.
Vorrei però fare riflettere i lettori sul ragionamento bezziniano: siccome i castisi senesi (non certo tutti) provengono da famiglie umili e "popolari", dovrebbero avere l'onestà, la laboriosità e la giustizia sociale incorporata nel Dna. Quasi a prescindere.
Ora, l'eretico crede che il buon Bezzini abbia letto tanti libri di Storia, quanti ne ha divorati l'eretico sul comportamento delle iguane in calore, quindi in parte va scusato. Allora gli ricordo che tutti i principali dittatori del secolo scorso (Mussolini, Hitler, Stalin, Mao et alii) erano TUTTI di origine umile, TUTTI di origine popolare, probabilmente più della sua e degli altri castisti.
In occasione del lancio di Siena a Capitale europea della Cultura, l'eretico si offre di regalare i suoi vecchi Bignami di storia al Bezzini e agli altri "poverelli e popolarelli" castisti".
I quali, nel frattempo, tanto poverelli non sono più, a quanto risulta: ma questo - detto per inciso - è un altro discorso...
domenica 23 ottobre 2011
Scoopissimo dell'eretico: intervista a se stesso sul caso Acampa...
Incontro l'eretico nel suo studio, in mezzo a pile di giornali vecchi, libri (suoi e non solo) e fascicoli su vari personaggi della Casta locale. L'ordine non fa certo bella mostra di sè, ma lui dice di riuscire a trovare (quasi) sempre tutto.
D. In settimana, la Corte d'appello di Firenze si è espressa: sospensione del pagamento dovuto ad Acampa e Buoncristiani. Un suo commento sulla decisione della Magistratura fiorentina?
R. Beh, intanto passerei al tu, anche se non si dovrebbe: in questo caso, però, l'eccezione conferma la regola, no? La decisione della Corte d'Appello è clamorosa. Il 17 gennaio 2012 (quando ci sarà la discussione definitiva) vedremo come andrà a finire, ma da molte fonti ho saputo che tutto ciò accade solo molto raramente, specie a Firenze. Che lì abbiano occhi diversi? E sempre a Firenze si terrà l'appello sulla causa intentatami dai due mistici senesi (contro la sentenza Cavoto, per capirsi).
D. Capisco la soddisfazione, e l'attesa per il 17 gennaio prossimo. Facciamo però un discorso generale. Tutti sanno che, in città, senza l'eretico questo processo sarebbe stato semiclandestino; allo stesso tempo, però, c'è qualcuno che dice che comunque, in fin dei conti, si tratta di un processo per un incendio, non per cose più grosse. Visto i tempi che passiamo...
R. A mio parere, questo è stato il Processo più importante del decennio, per la città. E chi come me l'ha seguito passo passo, si è accorto di una cosa: non si processava solo un incendiario (secondo il Pm Marini), bensì un Sistema, che non a caso ha fatto di tutto per soccorrere l'accusato. Voglio ricordare un episodio che non tiro fuori da anni: l'allora Sindaco Maurizio Cenni - interrogato sulla questione incendio dalla giornalista di Repubblica Franca Selvatici - NON HA MAI VOLUTO RISPONDERE, NON HA MAI RILASCIATO DICHIARAZIONE ALCUNA. La Casta in parte si è chiusa a riccio, in parte si è schierata esplicitamente, come dimostra il caso di Mussari Giuseppe, avvocato di Acampa. Più chiaro di così...
D. Benissimo, però ribadisco che è un Processo per incendio, non per omicidio o cose simili. Vorrei una risposta chiara e netta su questo punto!
R. Nell'incendio, non è morto nessuno. Ma a causa dell'incendio, ci sono persone che hanno trascorso gli ultimi anni della loro vita da infelici, perchè Acampa ed il Vescovo gli hanno fatto terra bruciata intorno. Vogliamo ricordare don Mino Marchetti, stimatissimo parroco di Vagliagli? Per avere fatto mettere a verbale dell'omosessualità di don Acampa, il Vescovo gli ha impedito di pubblicare un lavoro cui aveva lavorato per anni ed anni. Pura cattiveria, da parte di colui che dovrebbe essere come un padre, per i sacerdoti. Vogliamo parlare dei vivi? Don Enrico Furiesi, straordinario parroco di popolo, brucaiolo: da quando ha testimoniato contro Acampa, nessun prete di quella che ho definito la "Banda della Curiana" lo saluta. Sembra essere diventato un intoccabile nel senso dell'India pregandhiana. Lui è anziano, ne soffre terribilmente, sa di avere detto solo ciò che vide, quel 2 aprile 2006: niente da fare, don Furiesi non merita niente...e non diciamo niente del professor Franco Nardi: innocente, secondo l'accusa addirittura calunniato da Acampa. Perchè il Vescovo l'ha "licenziato" dalla carica di archivista della Curia, dopo più di trent'anni di lavoro (gratis), ed una caterva di onorificenze? Per pura cattiveria ed irriconoscenza, non c'è altra spiegazione plausibile. Anche perchè altrimenti bisognerebbe dirla tutta: perchè Franco Nardi ha attaccato il suo (di Buoncristiani) pupillo Acampa Giuseppe.
D. Comunque c'è una sentenza della Magistratura, che va rispettata. Cosa pensa di fare l'eretico, a questo punto?
R. Beh, intanto bisognerebbe che il Giudice Gaggelli rendesse note (i termini sono scaduti lo scorso 19 ottobre) le motivazioni della clamorosa sentenza. Verosimilmente, dopo ci sarà il giudizio di secondo grado (a Firenze!). Per quanto mi riguarda, lo seguirò, udienza dopo udienza.
Quando poi saranno pubbliche le motivazioni, mi piacerebbe farle conoscere al pubblico (non lo faranno di certo i giornali o la televisione locali); sto trattando con giornalisti seri per "nazionalizzare" il tutto: non è facile, e potrete capire il perchè, però ci provo...una cosa cui sto pensando da un po' di tempo, inoltre, è di trovare un luogo pubblico, a Siena o dintorni, per organizzare una lettura commentata degli atti giudiziari acampiani. Questo Processo ha fatto conoscere al mondo (sic) personaggi degni della migliore commedia dell'arte italiana, e non devono andare perduti: meritano di essere pubblicizzati il più possibile. Invito chiunque abbia voglia di aiutarmi in questa impresa (per esempio, per reperire il fondo, per pubblicizzare il tutto) a contattarmi, mandandomi una mail a raffaeleascheri@hotmail.it
D. Nell'immediato, cosa farà l'eretico? Questo eventuale "spettacolo" sul Processo - se mai ci sarà - mi sembra lontano. Chi si è appassionato al caso e sulla stampa non trova niente, cosa deve aspettarsi?
R. Intanto spero che il mio progetto possa andare in porto non troppo in là nel tempo: certo, bisogna che il Giudice Gaggelli depositi queste benedette motivazioni...
Per intanto, non me ne sto certo con le mani in mano. Domani e martedì, per esempio, sarò civis Romanus: a Roma incontrerò un paio di persone che promettono molto, molto bene (ricordiamoci che lo scandalo degli scandali è la permanenza del Vescovo a Siena, nonostante tutto quanto è successo: è il Vaticano, la chiave di volta, ovviamente).
Per quanto concerne il blog (che sta raggiungendo un numero di lettori straordinario), nelle prossime settimane ripercorrerò in modo analitico le testimonianze di alcuni testi difensivi, dopo avere fatto conoscere quella dell'autista vescovile Tortone(secondo me, immortale!). Nelle prossime settimane sarà la volta della dark lady della Curia, la riccioluta Monica Macchi. Insomma, con una Curia così, gli argomenti non mancano.
D. Un'ultima domanda. Ieri è arrivata la notizia della morte di don Enzo Mazzi, il famoso prete ribelle dell'Isolotto. Visto che era considerato un "prete eretico", l'eretico di Siena lo conosceva?
R. Purtroppo no. Ma vorrei fare notare una cosa, senza addentrarci nei meandri della complessa e sfaccettata vita di don Mazzi: lui fu sospeso a divinis, per le sue idee (molto vicine al Vangelo, mi pare di potere dire); don Acampa, appena raggiunto da avviso di garanzia, è stato fatto monsignore e immediatamente riconfermato Economo dei beni curiali (con tanto di clamorosa Procura notarile per la gestione plenipotenziaria degli stessi).
Se don Mazzi avesse ricevuto una macchina da trentamila euro circa di valore da un facoltoso imprenditore con cui era in affari, l'avrebbe venduta, e avrebbe dato i soldi ai bisognosi (all'Isolotto ce n'erano - e forse ce ne sono - tanti); molto probabilmente, l'avrebbe fatto (e lo farebbe) anche don Furiesi, che tante famiglie ha aiutato nei decenni, a Ravacciano e altrove. Acampa, la macchina se l'è tenuta: non solo, sta cercando di farla sequestrare anche all'eretico (forse desisterà dopo averla vista: non gli si addice, è abituato a parecchio meglio). Complimenti, di cuore...
Finalmente un omicidio (forse): Nazione e Corriere esultano...
Atteso come e più della pioggia che tarda ad arrivare copiosa, finalmente è arrivato un morto, nel Senese, sulla cui fine pare ci siano gli estremi del giallo. In realtà, fino a che i medici legali, la settimana prossima, non diranno qualcosa di certo sui denti, (dell'americano David Brian Berry?), non si potrebbe in senso stretto parlare di giallo: dopo il loro pronunciamento, si vedrà. Sembra che il povero statunitense abbia lasciato un biglietto in cui preannunciava la sua (e del suo cane) fine in un fuoco catartico, quindi i sospetti di suicidio ci sono tutti, per ora. Come sempre, vedremo cosa deciderà la Magistratura.
Spinti dal sacro furore giornalistico, entrambi i fogli cittadini si sono buttati a corpo morto (è proprio il caso di dire) sull'evento, chiamando appunto "giallo" una morte che potrebbe benissimo non essere tale, come si è visto.
Il cittadino-lettore pagante magari voleva sapere qualcosa sulla condanna in Appello della Fondazione Mps, di cui il Corriere della sera ha scritto ieri? Cazzi suoi. Il cittadino-lettore vorrebbe sapere qualcosa sulla Giunta di Castelnuovo Berardenga sotto inchiesta (notizia data solo dall'eretico)? Cazzi suoi. Il cittadino-lettore-tifoso voleva saperne di più sull'affaire del mensanino David Moss (tirato fuori dall'eretico)? Cazzi suoi, as usual.
Sonia Maggi sul Corrsiena, almeno, ha fatto un onesto articolo, quantomeno leggibile; il massimo, però, è stato l'editoriale di Tommaso Strambi (dispiace fargli immeritata pubblicità, ricordandone financo il nome), quello che fa il caporedattore de la Nazione Siena.
Poteva forse non dedicare il suo attesissimo editoriale della domenica (quello che si capisce che è un editoriale, perchè si chiude con "buona domenica") alla morte dell'americano di Villa a Sesta? Certo che no: la domenica giornalistica è fatta di due certezze grantiche. L'editoriale dello Strambi, e quello di Eugenio Scalfari su Repubblica.
Ispirato come non mai, lo Strambi, quest'oggi: sin dall'incipit ha scomodato un mostro sacro della cinematografia mondiale: Alfred Hitchcock! E bravo Strambi: l'eretico pensava che si fosse formato cinematograficamente a suon di "Bernardette" (regista Henry King), e di "Marcellino pane e vino", con il commovente Pablito Calvo superstar. Al massimo, gli potevamo concedere il "Fratello sole sorella luna" zeffirelliano, ma era già troppo in odore di 1968 e di Concilio Vaticano II.
Invece no: lo Strambi è un cinefilo con tutti gli attributi.
"Neanche il maestro del brivido sir Alfred Joseph Hitchcock era arrivato a tanto nei suoi film...", è il folgorante incipit domenical-strambiano (il finale - come si sa - è il "buona domenica" d'ordinanza).
"Forse ci vuole davvero un maestro del brivido per risolvere questo giallo autunnale", rinforza il concetto dopo.
Il grande Hitch, in effetti, sapeva spesso fare venire i brividi ai suoi spettatori; anche alcuni giornalisti senesi, però, non scherzano mica...
sabato 22 ottobre 2011
Fondazione Mps (ri)condannata a Milano: alla zitta, però...
Cari lettori, ecco una di quelle notizie che nè l'house organ del Mps (Corriere di Siena), nè il giornaletto di quella di Bagnaia pubblicheranno (felice di essere smentito, ovviamente...), sempre all'insegna della correttezza dell'informazionme (sic!) e del rispetto dei lettori paganti.
A dirla tutta, anche il Corriere della sera l'ha pubblicata in un trafiletto semiclandestino a firma Luigi Ferrarella (pagine economiche, pag.57!), ma comunque almeno c'è (vedete perchè premiano De Bortoli con il Frajese? Se proprio si deve pubblicare - il Corriere della sera è sempre il Corriere -, almeno occultare il più possibile...).
La Fondazione Mps è stata condannata anche in appello (II grado, il primo grado di giudizio era del maggio 2007) a Milano per "aggiottaggio manipolativo": roba complessa già l'aggiottaggio, figuriamoci quello "manipolativo". Per farlo capire anche al segretario provinciale del Pd Elisa Meloni cui spesso sfuggono queste cose, vuole dire che la Fondazione (nel 2003) si è accordata fraudolentemente con Unipol per il prezzo di azioni privilegiate. La magistratura milanese (giudici Calia, Galli e Paparella) ha stabilito che questo acquisto di azioni Unipol effettuato dalla Fondazione fu "frutto di un previo accordo a livello apicale" tra il Presidente Unipol (vecchia conoscenza della finanza etica di area piddina, Giovanni Consorte) e quello della Fondazione Mps di allora (Mussari Giuseppe).
Un accordo "preordinato a determinare un'apparenza di convenienza per la Fondazione Mps che le consentisse l'acquisto", e per la sponda bolognese - siccome Consorte non è uno che fa niente per niente...- potesse "permettere a Finsoe (controllante Unipol, Ndr) di recuperare a breve-medio periodo la liquidità necessaria per l'aumento di capitale di Unipol".
Un giochino da veri furbetti pidiessini, no?
Per la Fondazione Mps, prescritto l'ex Direttore generale Emilio Tonini (condannato ad 8 mesi). In più, una minimulta di 10.300 euro (forse i giudici milanesi hanno avuto umana pietà delle condizioni della attuale Fondazione...).
Che dire? La crisi del Monte - come l'eretico ha detto e scritto fino alla nausea - non è solo patrimoniale...
A dirla tutta, anche il Corriere della sera l'ha pubblicata in un trafiletto semiclandestino a firma Luigi Ferrarella (pagine economiche, pag.57!), ma comunque almeno c'è (vedete perchè premiano De Bortoli con il Frajese? Se proprio si deve pubblicare - il Corriere della sera è sempre il Corriere -, almeno occultare il più possibile...).
La Fondazione Mps è stata condannata anche in appello (II grado, il primo grado di giudizio era del maggio 2007) a Milano per "aggiottaggio manipolativo": roba complessa già l'aggiottaggio, figuriamoci quello "manipolativo". Per farlo capire anche al segretario provinciale del Pd Elisa Meloni cui spesso sfuggono queste cose, vuole dire che la Fondazione (nel 2003) si è accordata fraudolentemente con Unipol per il prezzo di azioni privilegiate. La magistratura milanese (giudici Calia, Galli e Paparella) ha stabilito che questo acquisto di azioni Unipol effettuato dalla Fondazione fu "frutto di un previo accordo a livello apicale" tra il Presidente Unipol (vecchia conoscenza della finanza etica di area piddina, Giovanni Consorte) e quello della Fondazione Mps di allora (Mussari Giuseppe).
Un accordo "preordinato a determinare un'apparenza di convenienza per la Fondazione Mps che le consentisse l'acquisto", e per la sponda bolognese - siccome Consorte non è uno che fa niente per niente...- potesse "permettere a Finsoe (controllante Unipol, Ndr) di recuperare a breve-medio periodo la liquidità necessaria per l'aumento di capitale di Unipol".
Un giochino da veri furbetti pidiessini, no?
Per la Fondazione Mps, prescritto l'ex Direttore generale Emilio Tonini (condannato ad 8 mesi). In più, una minimulta di 10.300 euro (forse i giudici milanesi hanno avuto umana pietà delle condizioni della attuale Fondazione...).
Che dire? La crisi del Monte - come l'eretico ha detto e scritto fino alla nausea - non è solo patrimoniale...
venerdì 21 ottobre 2011
Processo Acampa: uno scoop clamoroso!
In primo luogo, segnalo ai lettori del blog che su Repubblica Firenze on line c'è un ficcante pezzo di Franca Selvatici sulla decisione della Corte di Appello di Firenze di sospendere (almeno fino al 17 gennaio 2012) il pagamento del risarcimento al cittadino Buoncristiani e ad Acampa Giuseppe da parte dello scrivente. Leggere per credere.
Ciò detto a premessa, l'eretico sta preparando uno dei suoi più rutilanti scoop: UN'INTERVISTA A SE STESSO!
Quando monsignor Acampa Giuseppe fu assolto lo scorso 19 luglio, la scodinzolante stampa cittadina si fece in quattro per intervistare l'assolto eccellente (così come dopo la condanna dell'eretico da parte del Giudice Cavoto, paginate intere sulla vicenda, per compiacere la Casta di Siena che si gongolava della sentenza).
Dopo la sospensione dell'esecutività del pagamento fino al 17 gennaio (cosa rarissima, giova ricordarlo) da parte della Corte d'Appello di Firenze, nessun "giornalista" senese ha voluto intervistare lo scrivente. Di qui, l'esigenza dell'autoscoop: una bella, lunga intervista, con la quale cercare di fare ancora meglio luce sull'affaire Acampa. Una vicenda di cui si è parlato e scritto moltissimo (grazie all'eretico e basta, a Siena), ma che appare sempre più ambigua e torbida, in tutte le sue svariate sfaccettature.
L'eretico lo vuole ripetere ancora una volta: quello che è accaduto il 19 luglio scorso, non dovrebbe indignare solo qualche sparuto gruppettino di persone. Dovrebbe indignare una intera collettività, dal primo all'ultimo dei suoi componenti...
Sanità senese: la strana delibera che premia Gianluca Bugnoli...
Eccoci al consueto appuntamento del venerdì con la Sanità senese; se, poi, in settimana ci saranno novità rilevanti sulla questione del Bilancio, l'eretico non mancherà certo di informare i suoi lettori (sempre più numerosi, ma non diciamolo troppo, mi raccomando...).
Oggi ci occupiamo di un caso particolarmente interessante, che mostra (a chi voglia vedere, ovviamente) come l'intreccio politica-sanità non sia certo una prerogativa esclusiva della Lombardia ciellinizzata, o del Meridione mastellizzato.
Gianluca Bugnoli è politicamente vicino all'ex Sindaco Maurizio Cenni (il peggiore primo cittadino dal dopoguerra, ad insindacabile giudizio dello scrivente: Franchino ancora ne deve macinare, di strada...); il Bugnoli è del Nicchio come lui, ma questo lo si scrive per pura curiosità. Inizia l'era Cenni (2001), e il Nostro entra in Consiglio comunale: 279 preferenze, ottimo bottino personale (indovinate il Partito); continua, sciaguratamente, l'era Cenni, e nel 2006 il Bugnoli rientra in Consiglio comunale, pur con una flessione di preferenze (191, comunque sempre un bel bottino).
In contemporanea, porta avanti la sua professione all'Asl.
Ad aprile 2011 (mentre lui sta per perdere lo scranno in Consiglio...), l'Asl 7 decide che "è necessario incrementare l'organico del personale infermieristico dirigenziale": benissimo, fa sempre piacere quando - in piena crisi - si assume gente, no? Magari ci potrebbe essere uno sbilanciamento sul settore amministrativo, ma insomma...
C'è già, bella e pronta, la graduatoria dell'Estav sud-est cui attingere, come l'Asl di solito fa in casi come questi. C'è solo un problema: nella graduatoria "naturale" cui attingere, il buon Bugnoli è settimo, ed è preceduto da tale Paolo Rocconi, sesto.
Ma ecco che - essendo a Siena - esce fuori il coniglio dal cilindro, paf: invece che attingere dalla graduatoria dell'Estav (tra l'altro, più recente, essendo datata gennaio 2010), invece che seguire la prassi consueta, si va a "sollecitare" quella di Lucca (Delibera numero 194 del 13 aprile del 2011), in cui lui è messo meglio. In questo modo, il Consigliere comunale Bugnoli diventa dirigente della Professione infermieristica dell'Asl 7.
Va però riconosciuto al Bugnoli che lui - a differenza di altri - i sei mesi di prova da dirigente se li fa tutti: questo va detto.
Appena fatto un complimento, però, l'eretico deve altresì riferire che - a sentire ben informati rumors aslini - il suddetto Bugnoli avrebbe già in serbo il posto di Direttore dell'Area infermieristico-ospedaliera: se così fosse, il Bugnoli salterebbe tout court i 3 anni di prova previsti dalla Legge.
In una azienda così sensibile all'osservanza delle regole, questa parrebbe davvero pura fantasia: certamente sono rumors inattendibili. Quelli, per capirsi, messi in giro dagli invidiosi...
Oggi ci occupiamo di un caso particolarmente interessante, che mostra (a chi voglia vedere, ovviamente) come l'intreccio politica-sanità non sia certo una prerogativa esclusiva della Lombardia ciellinizzata, o del Meridione mastellizzato.
Gianluca Bugnoli è politicamente vicino all'ex Sindaco Maurizio Cenni (il peggiore primo cittadino dal dopoguerra, ad insindacabile giudizio dello scrivente: Franchino ancora ne deve macinare, di strada...); il Bugnoli è del Nicchio come lui, ma questo lo si scrive per pura curiosità. Inizia l'era Cenni (2001), e il Nostro entra in Consiglio comunale: 279 preferenze, ottimo bottino personale (indovinate il Partito); continua, sciaguratamente, l'era Cenni, e nel 2006 il Bugnoli rientra in Consiglio comunale, pur con una flessione di preferenze (191, comunque sempre un bel bottino).
In contemporanea, porta avanti la sua professione all'Asl.
Ad aprile 2011 (mentre lui sta per perdere lo scranno in Consiglio...), l'Asl 7 decide che "è necessario incrementare l'organico del personale infermieristico dirigenziale": benissimo, fa sempre piacere quando - in piena crisi - si assume gente, no? Magari ci potrebbe essere uno sbilanciamento sul settore amministrativo, ma insomma...
C'è già, bella e pronta, la graduatoria dell'Estav sud-est cui attingere, come l'Asl di solito fa in casi come questi. C'è solo un problema: nella graduatoria "naturale" cui attingere, il buon Bugnoli è settimo, ed è preceduto da tale Paolo Rocconi, sesto.
Ma ecco che - essendo a Siena - esce fuori il coniglio dal cilindro, paf: invece che attingere dalla graduatoria dell'Estav (tra l'altro, più recente, essendo datata gennaio 2010), invece che seguire la prassi consueta, si va a "sollecitare" quella di Lucca (Delibera numero 194 del 13 aprile del 2011), in cui lui è messo meglio. In questo modo, il Consigliere comunale Bugnoli diventa dirigente della Professione infermieristica dell'Asl 7.
Va però riconosciuto al Bugnoli che lui - a differenza di altri - i sei mesi di prova da dirigente se li fa tutti: questo va detto.
Appena fatto un complimento, però, l'eretico deve altresì riferire che - a sentire ben informati rumors aslini - il suddetto Bugnoli avrebbe già in serbo il posto di Direttore dell'Area infermieristico-ospedaliera: se così fosse, il Bugnoli salterebbe tout court i 3 anni di prova previsti dalla Legge.
In una azienda così sensibile all'osservanza delle regole, questa parrebbe davvero pura fantasia: certamente sono rumors inattendibili. Quelli, per capirsi, messi in giro dagli invidiosi...
Ceccuzzi-Mussari contro l'eretico: causa rimandata...
La causa intentata da Mussari Giuseppe e da Franchino il Ceccuzzi contro l'eretico - fissata per oggi - è stata rimandata al prossimo 25 novembre 2011. Ancora un mese abbondante, dunque.
L'eretico ritiene che sia doveroso che la singolarità di questa causa (promossa dal Sindaco e dal Presidente del terzo polo bancario italiano insieme, forse per risparmiare sull'avvocato...) vada conosciuta anche nei dettagli, visto che stranamente la stampa cittadina è restia a parlarne.
Robetta interessante, invece, ce n'è a iosa: parliamo di Mussari Giuseppe, che almeno desta interesse (su quell'altro, come si fa a scrivere più di tanto, tali sono la monotonia e la piattezza della sua vita?); Beppino si è impermalosito - fa sapere l'avvocato Pisillo, suo legale di fiducia - per molte cose.
Per esempio, perchè, nel mio Le mani sulla città uscito nell'aprile del 2009, lo descrivevo come uno che al Palasport mensanino era arrivato non proprio da ragazzino: niente di male, tra l'altro. Che male c'è, se uno inizia a frequentare tardi, non da adolescente un luogo ricreativo-sportivo? Apriti cielo: Beppino si deve essere incazzato di brutto, e ha voluto puntualizzare di essere stato un mensanino di ormai lunghissima data. Addirittura sin dal 1988(!), da quando aveva cioè 26 anni, tondi tondi. Mussari ha fatto quindi la gavetta del tifoso, tifando Mens sana anche negli anni bui della serie B, quando di Eurolega neanche si poteva immaginare di parlare. L'avvocato Pisillo, quindi, blocca al 1988 la mensanità mussariana. Agli ordini di Ezio Cardaioli in quel di Sant'Agata, no: neanche a parere di Pisillo, Beppino c'era, in quei tempi perigliosi e pioneristici...
Da buon avvocato, Mussari sa bene che ci vogliono i testi, le pezze d'appoggio: ecco allora apparire due amici e tifosoni di vecchia data, il commercialista Marco Turillazzi e l'altro grande amicone (nonchè avvocato anch'egli) Paolo Saracini (ma non era tifosone del Siena? Allora è uno che non si fa mancare proprio niente, nella vita...).
L'eretico, allora, si arrende: di fronte a due cotanti testi, cosa potrebbe opporre il povero eretico, con il pur ottimo avvocato De Mossi? Non gli resta che appellarsi alla clemenza della Corte, e sperare nel buon Dio...
Resta però, del tutto inevasa, una domanda: perchè tutta questa impermalosita puntigliosità nel datare a 23 anni or sono la semplice frequentazione di un Palasport?
Ognuno, con la sua testolina, si dia la sua personale risposta...
giovedì 20 ottobre 2011
Castelnuovo Berardenga: Giunta sotto inchiesta, ma nessuno lo scrive...
Chissà come mai, una notizia così grossa e ghiotta è sfuggita ai prestigiosi media senesi...
Il ridente borgo senese ha buona parte della sua Giunta sotto inchiesta, ma i cittadini (o almeno molti fra i cittadini) non lo sanno! In effetti, che gliene deve fregare? Loro sono cittadini quando serve il voto, sudditi nella quotidianità.
La faccenda concerne una serie di spese (di danaro pubblico) che l'attuale Sindaco Roberto Bozzi (tale dal 2004, ed ancora in carica) ha effettuato nel 2009. Anno importantissimo, per Castelnuovo: prima le Primarie per la carica di candidato interno del Pd (quindi del sicuro vincente), in seguito per le elezioni comunali vere e proprie. In vista di queste due scadenze, il Bozzi fece dono ai suoi compaesani-elettori- sudditi di una brochure patinata (molto berlusconiana nella grafica) autocelebrativa rispetto al suo primo mandato di Sindaco, allora in scadenza. Già questo, sarebbe opinabile, perchè fa capire come Silvio abbia vinto culturalmente, oltre che nelle urne; ma quello che pare più avere attirato l'attenzione della Corte dei Conti (e in quel caso qualcosa era trapelato sulla stampa allineata) e della Procura di Siena sono le modalità con cui era stato deciso e deliberato il tutto. Tra l'altro, la brochure berlusconian-bozziana era stata fatta uscire a ridosso delle Primarie del 22 marzo del 2009, piuttosto che a ridosso delle elezioni vere e proprie. Curioso, no?
Due giorni fa, il Bozzi ha detto, al genuflesso intervistatore del Corriere di Siena: "Conoscere è infatti fondamentale per poter partecipare ai dibattiti...". Si predica bene, e si razzola diversamente?
Il Sindaco Roberto Bozzi - costoniano di formazione - è un amico dell'eretico da tempi non sospetti, nonchè molto, molto indietro nel tempo; questo blog - come negli altri casi, ed a maggior ragione cogli amici - sarà quindi lieto di pubblicare una sua puntualizzazione (o più d'una, si capisce) su questa amara vicenda.
Dai, Roberto, non fare come un Bezzini o un Ceccuzzi qualsiasi, che fanno finta di non leggere l'eretico (e poi magari fanno causa: dopo che gli hanno raccontato il contenuto?). Aspetto nuove...
Il ridente borgo senese ha buona parte della sua Giunta sotto inchiesta, ma i cittadini (o almeno molti fra i cittadini) non lo sanno! In effetti, che gliene deve fregare? Loro sono cittadini quando serve il voto, sudditi nella quotidianità.
La faccenda concerne una serie di spese (di danaro pubblico) che l'attuale Sindaco Roberto Bozzi (tale dal 2004, ed ancora in carica) ha effettuato nel 2009. Anno importantissimo, per Castelnuovo: prima le Primarie per la carica di candidato interno del Pd (quindi del sicuro vincente), in seguito per le elezioni comunali vere e proprie. In vista di queste due scadenze, il Bozzi fece dono ai suoi compaesani-elettori- sudditi di una brochure patinata (molto berlusconiana nella grafica) autocelebrativa rispetto al suo primo mandato di Sindaco, allora in scadenza. Già questo, sarebbe opinabile, perchè fa capire come Silvio abbia vinto culturalmente, oltre che nelle urne; ma quello che pare più avere attirato l'attenzione della Corte dei Conti (e in quel caso qualcosa era trapelato sulla stampa allineata) e della Procura di Siena sono le modalità con cui era stato deciso e deliberato il tutto. Tra l'altro, la brochure berlusconian-bozziana era stata fatta uscire a ridosso delle Primarie del 22 marzo del 2009, piuttosto che a ridosso delle elezioni vere e proprie. Curioso, no?
Due giorni fa, il Bozzi ha detto, al genuflesso intervistatore del Corriere di Siena: "Conoscere è infatti fondamentale per poter partecipare ai dibattiti...". Si predica bene, e si razzola diversamente?
Il Sindaco Roberto Bozzi - costoniano di formazione - è un amico dell'eretico da tempi non sospetti, nonchè molto, molto indietro nel tempo; questo blog - come negli altri casi, ed a maggior ragione cogli amici - sarà quindi lieto di pubblicare una sua puntualizzazione (o più d'una, si capisce) su questa amara vicenda.
Dai, Roberto, non fare come un Bezzini o un Ceccuzzi qualsiasi, che fanno finta di non leggere l'eretico (e poi magari fanno causa: dopo che gli hanno raccontato il contenuto?). Aspetto nuove...
mercoledì 19 ottobre 2011
Mens sana Montepaschi: ecco perchè Moss non ha giocato con Venezia...
L'eretico aveva già posto la questione della strana assenza dell'ala piccola David Moss dal parquet mensanino sabato sera, nell'articolo di due giorni or sono.
Se l'eretico l'aveva fatto, un motivo magari c'era; qualche lettore mi ha scritto: problema di numero di stranieri da schierare insieme, per esempio. Sarà.
I fatti, comunque, sono questi: David Moss la notte fra venerdì e sabato, intorno alle 2 e trenta di notte (meglio dire sabato mattina, dunque?), ha iniziato a suonare come un forsennato ad un affittacamere che si trova in Via Roma, a pochi metri dal Ponte di Romana. L'anziana padrona, frastornata vista l'ora, gli ha aperto il portone; lui, a quel punto, voleva entrare in camera di una donna (italiana), che non gli ha aperto. Calci, pugni alle porte, conditi da un colorito linguaggio non proprio da educande (il fuck d'obbligo, più altre amenità: il giocatore è stato decisamente sfortunato, perchè una parente della proprietaria insegna inglese, quindi ha capito piuttosto bene...); l'anziana donna, impaurita e scossa, ha chiamato la Polizia, intervenuta prontamente, dopo alcuni minuti, con una volante.
Moss ha concluso la sua serata-nottata - mattinata così, a molto meno di 24 ore dall'esordio casalingo della Montepaschi con Venezia (poi agevolmente fatto proprio dalla squadra di Pianigiani, che infatti non l'ha schierato).
Ciò che fa David Moss nelle nottate pre-partita, è affar suo e della Società più vincente d'Italia da un lustro a questa parte ( anche se l'inquietante precedente dello scorso ottobre lascia un pochino interdetti...); quello che lascia ancora più interdetti, però, più ancora del comportamento di Moss, è il modus operandi della Società, appunto.
Già l'eretico aveva scritto che c'era qualcosa di strano; perchè il Corrsiena - imbeccato da qualcuno? - ha scritto testualmente, nell'edizione di stamattina, che "il senese Moss NON HA GIOCATO QUESTO FINE SETTIMANA A CAUSA DI UN INFORTUNIO"?
Che tipo di infortunio sarebbe? Si è fatto male alla caviglia scalciando contro la porta? Ovvero battendo con le ampie mani sulla porta stessa? O magari spunterà fuori un referto di uno dei sette-otto medici della Montepaschi?
Ps Se poi - per pura carità di Patria - dobbiamo dire che David Moss non ha giocato sabato sera con Venezia perchè infortunato (e che Silvione è intervenuto con Ruby in quanto nipotina di Mubarak), allora va bene, nessun problema: l'eretico alza bandiera bianca. Anzi, bianco-verde...
Se l'eretico l'aveva fatto, un motivo magari c'era; qualche lettore mi ha scritto: problema di numero di stranieri da schierare insieme, per esempio. Sarà.
I fatti, comunque, sono questi: David Moss la notte fra venerdì e sabato, intorno alle 2 e trenta di notte (meglio dire sabato mattina, dunque?), ha iniziato a suonare come un forsennato ad un affittacamere che si trova in Via Roma, a pochi metri dal Ponte di Romana. L'anziana padrona, frastornata vista l'ora, gli ha aperto il portone; lui, a quel punto, voleva entrare in camera di una donna (italiana), che non gli ha aperto. Calci, pugni alle porte, conditi da un colorito linguaggio non proprio da educande (il fuck d'obbligo, più altre amenità: il giocatore è stato decisamente sfortunato, perchè una parente della proprietaria insegna inglese, quindi ha capito piuttosto bene...); l'anziana donna, impaurita e scossa, ha chiamato la Polizia, intervenuta prontamente, dopo alcuni minuti, con una volante.
Moss ha concluso la sua serata-nottata - mattinata così, a molto meno di 24 ore dall'esordio casalingo della Montepaschi con Venezia (poi agevolmente fatto proprio dalla squadra di Pianigiani, che infatti non l'ha schierato).
Ciò che fa David Moss nelle nottate pre-partita, è affar suo e della Società più vincente d'Italia da un lustro a questa parte ( anche se l'inquietante precedente dello scorso ottobre lascia un pochino interdetti...); quello che lascia ancora più interdetti, però, più ancora del comportamento di Moss, è il modus operandi della Società, appunto.
Già l'eretico aveva scritto che c'era qualcosa di strano; perchè il Corrsiena - imbeccato da qualcuno? - ha scritto testualmente, nell'edizione di stamattina, che "il senese Moss NON HA GIOCATO QUESTO FINE SETTIMANA A CAUSA DI UN INFORTUNIO"?
Che tipo di infortunio sarebbe? Si è fatto male alla caviglia scalciando contro la porta? Ovvero battendo con le ampie mani sulla porta stessa? O magari spunterà fuori un referto di uno dei sette-otto medici della Montepaschi?
Ps Se poi - per pura carità di Patria - dobbiamo dire che David Moss non ha giocato sabato sera con Venezia perchè infortunato (e che Silvione è intervenuto con Ruby in quanto nipotina di Mubarak), allora va bene, nessun problema: l'eretico alza bandiera bianca. Anzi, bianco-verde...
La seratina mondana del Vescovo, e il D-day del Giudice Gaggelli...
Partiamo dal Giudice Monica Gaggelli, per arrivare subito al nocciolo del problema: oggi, 19 ottobre 2011, scadono i termini di legge per il deposito della sentenza con cui lei - lo scorso 19 luglio - ha mandato assoltissimo Acampa Giuseppe dall'accusa di incendio e di calunnia.
La città è in fervida, fervidissima attesa: i tre mesi sono trascorsi, quindi non c'è verso.
"Termine per il deposito delle motivazioni della sentenza penale": 90 giorni 90, senza neanche l'interruzione estiva. Oggi, quindi. Speriamo davvero non ce ne sia bisogno, ma l'eretico ricorderà - sul suo blog - OGNI SINGOLO GIORNO DI RITARDO NEL DEPOSITO DELLA SENTENZA. Non per altro, se non per la mera curiosità, per esempio, di sapere come sia stata bypassata la testimonianza - per l'accusa decisiva - di don Enrico Furiesi, o di come il fumo della Curia fosse inodore ed incapace di filtrare, per ore ed ore, da una porta non ignifuga, e perchè l'Acampa sperasse in tutti i modi che il fascicolo dell'inchiesta venisse sfilato dalle mani del Pm Marini, e tante, tante altre cosine sfiziosissime...
Detto del Giudice Gaggelli, veniamo al continuatore apostolico Antonio Buoncristiani da Sellano. Giornatacce, per lui, queste: ancora non può mettere le mani sul tesoro dell'eretico (almeno un pochina d'attesa, eccellenza!), ed in più quel birbantello del prete di Civitella Marittima che lo attacca duramente sulle colonne del Corrsiena di oggi (lettera rivolta a don Claudio Giuseppone di Santa Petronilla, ma polemica aspra soprattutto con il cittadino Buoncristiani).
Tutte queste preoccupazioni, poi, unite agli impegni mistici e soprattutto filantropici dell'ottobre missionario, gli fanno perdere anche quello sguardo attento su ciò che lo circonda che gli farebbe un gran bene: brutto segno, brutto segno.
Ieri sera, per esempio, l'eretico se ne stava ad osservare la splendida facciata della Cattedrale, come gli capita spesso di fare, cercando di non dare mai per scontata la sovrumana bellezza che uno ha sotto casa; improvvisamente, il cittadino proveniente da Sellano è uscito dal portone della Curia (ore 20, 19), con il fido, biondo segretario don Enrico Grassini, più un alto prelato sulla sessantina abbondante, a sua volta accompagnato da un probabile segretario. Con passo lento e grave, da Piazza del Duomo, si sono diretti verso la pizzeria-ristorante "I due archi"(tutti i salmi finiscono in gloria, come si sa), in Pian dei Mantellini: 14 minuti per percorrere Via del Capitano, Stalloreggi, Pian dei Mantellini, appunto.
L'eretico avrebbe voluto avere le orecchie allungabili, per sentire cosa il cittadino di Sellano diceva al pezzo grosso cui si accompagnava (cingendolo costantemente con la destra, mentre con la sinistra smanettava ariosamente, e, spesso, si grattava con compiacimento la cute, dove i capelli son men folti); arrivati in campo aperto in Pian dei Mantellini, l'eretico ha cercato il colpaccio, avvicinandosi, quatto quatto, al massimo che era consentito, viste le circostanze: le uniche due parole che è riuscito a sentire, sono state "processo" e "Firenze".
Che il sellanese parlasse di quel birbantello di Giudice fiorentino che ha bloccato l'esecutività del pagamento?
Ma il grande, autentico dilemma - venendo alle cose serie - è il seguente: dopo essersi ingozzati, chi dei quattro prelati avrà pagato il conto? A questo giro, stranamente, a qualcuno la mano nel portafoglio sarà toccato metterla...
La città è in fervida, fervidissima attesa: i tre mesi sono trascorsi, quindi non c'è verso.
"Termine per il deposito delle motivazioni della sentenza penale": 90 giorni 90, senza neanche l'interruzione estiva. Oggi, quindi. Speriamo davvero non ce ne sia bisogno, ma l'eretico ricorderà - sul suo blog - OGNI SINGOLO GIORNO DI RITARDO NEL DEPOSITO DELLA SENTENZA. Non per altro, se non per la mera curiosità, per esempio, di sapere come sia stata bypassata la testimonianza - per l'accusa decisiva - di don Enrico Furiesi, o di come il fumo della Curia fosse inodore ed incapace di filtrare, per ore ed ore, da una porta non ignifuga, e perchè l'Acampa sperasse in tutti i modi che il fascicolo dell'inchiesta venisse sfilato dalle mani del Pm Marini, e tante, tante altre cosine sfiziosissime...
Detto del Giudice Gaggelli, veniamo al continuatore apostolico Antonio Buoncristiani da Sellano. Giornatacce, per lui, queste: ancora non può mettere le mani sul tesoro dell'eretico (almeno un pochina d'attesa, eccellenza!), ed in più quel birbantello del prete di Civitella Marittima che lo attacca duramente sulle colonne del Corrsiena di oggi (lettera rivolta a don Claudio Giuseppone di Santa Petronilla, ma polemica aspra soprattutto con il cittadino Buoncristiani).
Tutte queste preoccupazioni, poi, unite agli impegni mistici e soprattutto filantropici dell'ottobre missionario, gli fanno perdere anche quello sguardo attento su ciò che lo circonda che gli farebbe un gran bene: brutto segno, brutto segno.
Ieri sera, per esempio, l'eretico se ne stava ad osservare la splendida facciata della Cattedrale, come gli capita spesso di fare, cercando di non dare mai per scontata la sovrumana bellezza che uno ha sotto casa; improvvisamente, il cittadino proveniente da Sellano è uscito dal portone della Curia (ore 20, 19), con il fido, biondo segretario don Enrico Grassini, più un alto prelato sulla sessantina abbondante, a sua volta accompagnato da un probabile segretario. Con passo lento e grave, da Piazza del Duomo, si sono diretti verso la pizzeria-ristorante "I due archi"(tutti i salmi finiscono in gloria, come si sa), in Pian dei Mantellini: 14 minuti per percorrere Via del Capitano, Stalloreggi, Pian dei Mantellini, appunto.
L'eretico avrebbe voluto avere le orecchie allungabili, per sentire cosa il cittadino di Sellano diceva al pezzo grosso cui si accompagnava (cingendolo costantemente con la destra, mentre con la sinistra smanettava ariosamente, e, spesso, si grattava con compiacimento la cute, dove i capelli son men folti); arrivati in campo aperto in Pian dei Mantellini, l'eretico ha cercato il colpaccio, avvicinandosi, quatto quatto, al massimo che era consentito, viste le circostanze: le uniche due parole che è riuscito a sentire, sono state "processo" e "Firenze".
Che il sellanese parlasse di quel birbantello di Giudice fiorentino che ha bloccato l'esecutività del pagamento?
Ma il grande, autentico dilemma - venendo alle cose serie - è il seguente: dopo essersi ingozzati, chi dei quattro prelati avrà pagato il conto? A questo giro, stranamente, a qualcuno la mano nel portafoglio sarà toccato metterla...
martedì 18 ottobre 2011
Consiglio comunale di Siena: oggi le comiche...
L'eretico non si era mai occupato del Consiglio comunale di Siena, per almeno un paio di buonissimi motivi: in primo luogo perchè - orribile a dirsi - spesso le decisioni davvero importanti vengono in quel luogo solamente ratificate, piuttosto che democraticamente discusse; in secondo luogo, giacchè, oltre a quanto appena detto, a causa della censura mediatica del Sistema Siena, esso non serve neanche come creatore di consenso: valgono più, a Siena, dieci colazioni pagate e tre pranzi offerti, che anni di seria e puntigliosa opposizione. Questo - per dirla tutta - per colpa di chi offre cibo e bevande, ma anche di le riceve, e impoverisce il suo voto ed il suo essere cittadino.
Stamattina, però, si è davvero lambito il ridicolo. Più che lambirlo, forse si potrebbe dire che lo si è raggiunto.
La maggioranza ha infatti presentato una mozione in cui si voleva affrontare la questione delle festività civili che il Governo (in una delle otto redazioni preparatorie della manovra agostana!) aveva minacciato di sopprimere: il XXV aprile, il II giugno, il I maggio (l'eretico aveva proposto l'abolizione dell'8 dicembre, come qualche lettore più attento ricorderà...).
Il problema è che il tutto è stato superato dagli eventi: niente di male, non lo si poteva sapere in anticipo. La mozione, però, andava ritirata immediatamente, stamattina, vista l'insussistenza del tutto.
La maggioranza, invece, NON L'HA RITIRATA AFFATTO!
Per più di un'ora, dunque, si è andati avanti con un teatrino surreale, in cui persone anche valide (come la piddina Rita Petti), unite a quello che faceva la comparsa di 007 in Quantum of solace (il Fedi, sic), si sono succeduti per difendere queste feste: che, però, non corrono più alcun rischio di essere eliminate...i consiglieri delle Liste civiche (in particolare Corradi e De Risi) hanno platealizzato il loro dissenso, e mi pare il minimo che si potesse fare. Alex Nannini non era presente, a questo surreale Consiglio comunale: peccato, sarebbe stato interessante sentire un suo aureo commento sulla questione date (ma forse era troppo in apprensione per le tristi vicende verdiniane).
I più malevoli, poi, hanno sospettato che si volesse tirarla un pochino per le lunghe, in modo da arrivare al pomeriggio, dopo la pausa pranzo: in modo tale da avere il diritto di non ritornare al lavoro. Ma saranno le solite cattiverie.
Franchino il Ceccuzzi - che di lavorare non ha mai avuto problemi, a parte l'alta politica cui è vocato a mo' di missione - non ha battuto ciglio: se si tocca il I maggio, lui perde il lume della ragione...
Stamattina, però, si è davvero lambito il ridicolo. Più che lambirlo, forse si potrebbe dire che lo si è raggiunto.
La maggioranza ha infatti presentato una mozione in cui si voleva affrontare la questione delle festività civili che il Governo (in una delle otto redazioni preparatorie della manovra agostana!) aveva minacciato di sopprimere: il XXV aprile, il II giugno, il I maggio (l'eretico aveva proposto l'abolizione dell'8 dicembre, come qualche lettore più attento ricorderà...).
Il problema è che il tutto è stato superato dagli eventi: niente di male, non lo si poteva sapere in anticipo. La mozione, però, andava ritirata immediatamente, stamattina, vista l'insussistenza del tutto.
La maggioranza, invece, NON L'HA RITIRATA AFFATTO!
Per più di un'ora, dunque, si è andati avanti con un teatrino surreale, in cui persone anche valide (come la piddina Rita Petti), unite a quello che faceva la comparsa di 007 in Quantum of solace (il Fedi, sic), si sono succeduti per difendere queste feste: che, però, non corrono più alcun rischio di essere eliminate...i consiglieri delle Liste civiche (in particolare Corradi e De Risi) hanno platealizzato il loro dissenso, e mi pare il minimo che si potesse fare. Alex Nannini non era presente, a questo surreale Consiglio comunale: peccato, sarebbe stato interessante sentire un suo aureo commento sulla questione date (ma forse era troppo in apprensione per le tristi vicende verdiniane).
I più malevoli, poi, hanno sospettato che si volesse tirarla un pochino per le lunghe, in modo da arrivare al pomeriggio, dopo la pausa pranzo: in modo tale da avere il diritto di non ritornare al lavoro. Ma saranno le solite cattiverie.
Franchino il Ceccuzzi - che di lavorare non ha mai avuto problemi, a parte l'alta politica cui è vocato a mo' di missione - non ha battuto ciglio: se si tocca il I maggio, lui perde il lume della ragione...
Inchiesta Verdini: il silenzio assordante del Monte (e di parecchi altri)...
D'autunno - si sa - cadono le foglie; d'autunno, purtroppo, tendono a cadere di più anche i capelli; in questo autunno aprìco, però, non solo cadono i capelli: anche i nodi - per restare alla tricologia - vengono al pettine...
I Pm fiorentini Giuseppina Mione e Luca Turco - avvalendosi, oltre che dei Ros, anche di due luminari della Banca d'Italia (gente che prima di parlare di finanza, ha perso qualche mezz'ora sui libri, per capirsi) - hanno chiuso le indagini. Per Verdini Denis, un'ecatombe di accuse: fra le svariate, associazione a delinquere (!) e mendacio bancario, che, per uno che vuole fare il banchiere, non è proprio il massimo. Nemmeno il tempo di festeggiare l'assoluzione aquilana e il successo parlamentare berlusconiano (di cui il Denis è l'incontrastato dominus), che arriva questa tegola, per il Richelieu di Fivizzano.
Siena e la sua Casta sono direttamente coinvolte dall'inchiesta fiorentina: da almeno 5 anni a questa parte, politicamente non si muove foglia, a Siena, senza che il Richelieu fivizzanese lo voglia. Dal 2006, funziona così.
Alex Nannini - da Denis portato a Palazzo Grazioli, prima di candidarsi a Sindaco - lo sa benissimo (penso glielo abbiano spiegato); ma soprattutto lo sa benissimo Franchino il Ceccuzzi, ben lieto di affilare le armi, lo scorso maggio, con un arrendevole Nannini, piuttosto che con uno Stelo o una Loretana Battistini (che infatti Verdini lo attaccava - vedasi intervista dell'eretico di gennaio -, e che per questo è stata eliminata dal campo del centrodestra berlusconiano) o con chiunque altro che almeno sapesse abbinare Gheddafi alla Libia...
Il Sistema Verdini, dunque, è chiaro: a Siena, candidati pidiellini rigorosamente a perdere, per fare vincere quello del Pd. E ognuno può ben capire il perchè dello stimolante giochino.
Ma anche la Banca è chiamata in causa in modo diretto da questa inchiesta, a prescindere dal suo esito conclusivo: perchè i fatti ci sono comunque, nella loro inspiegabilità. L'inchiesta li ha portati a galla, purtroppo per qualcuno.
Nell'ormai celebre plico di Pegognaga contenente la biografia di Mussari Giuseppe, l'eretico ha infatti trovato un Capitolo tutto quanto dedicato ai rapporti fra il Richelieu di Fivizzano e la Banca più fashion d'Europa: roba davvero grossa. Le cosine più gustose, l'eretico se le tiene - con abile operazione di marketing - per il libro.
Ma è già in grado di domandare al management montepaschino perchè il 14 ottobre 2008, l'agonizzante impresa edile Baldassini Tognozzi e Pontello dell'amicissimo di Verdini Riccardo Fusi abbia ottenuto un megafinanziamento di 60 milioni di euro (non uno di meno) dal Monte dei Paschi di Siena. Qual è il motivo, la ratio, di un siffatto finanziamento? Sono stati fatti tutti gli accertamenti dovuti, prima di sganciare cotanta cifra? Qualcuno dovrebbe spiegare, ma non lo potrà fare...
Quanto alla Banca, c'è infine l'affaire Andrea Pisaneschi (ex Presidente, di nomina mussariana, di Antonveneta), che merita un approfondimento a parte.
Dall'inchiesta fiorentina, poi, trapela anche un altro particolare, a ciò che risulta allo scrivente inedito: la Cementerie Barbetti (editore del Corriere di Siena!), finanziava esplicitamente le campagne elettorali del Denis nazionale (Franca Selvatici su Repubblica di oggi, pagina VII edizione fiorentina).
Con ciò, si mette tutto insieme, in un unico contenitore (politica, banca, sistema informativo ed altro ancora): il Corrsiena, infatti, con una mano - quella che scrive - fa la volata al Pd, a Ceccuzzi o a Cenni che siano; con l'altra mano - quella che paga -, foraggia il Denis.
Questo, ladies and gentlemen, è il Sistema Siena...
I Pm fiorentini Giuseppina Mione e Luca Turco - avvalendosi, oltre che dei Ros, anche di due luminari della Banca d'Italia (gente che prima di parlare di finanza, ha perso qualche mezz'ora sui libri, per capirsi) - hanno chiuso le indagini. Per Verdini Denis, un'ecatombe di accuse: fra le svariate, associazione a delinquere (!) e mendacio bancario, che, per uno che vuole fare il banchiere, non è proprio il massimo. Nemmeno il tempo di festeggiare l'assoluzione aquilana e il successo parlamentare berlusconiano (di cui il Denis è l'incontrastato dominus), che arriva questa tegola, per il Richelieu di Fivizzano.
Siena e la sua Casta sono direttamente coinvolte dall'inchiesta fiorentina: da almeno 5 anni a questa parte, politicamente non si muove foglia, a Siena, senza che il Richelieu fivizzanese lo voglia. Dal 2006, funziona così.
Alex Nannini - da Denis portato a Palazzo Grazioli, prima di candidarsi a Sindaco - lo sa benissimo (penso glielo abbiano spiegato); ma soprattutto lo sa benissimo Franchino il Ceccuzzi, ben lieto di affilare le armi, lo scorso maggio, con un arrendevole Nannini, piuttosto che con uno Stelo o una Loretana Battistini (che infatti Verdini lo attaccava - vedasi intervista dell'eretico di gennaio -, e che per questo è stata eliminata dal campo del centrodestra berlusconiano) o con chiunque altro che almeno sapesse abbinare Gheddafi alla Libia...
Il Sistema Verdini, dunque, è chiaro: a Siena, candidati pidiellini rigorosamente a perdere, per fare vincere quello del Pd. E ognuno può ben capire il perchè dello stimolante giochino.
Ma anche la Banca è chiamata in causa in modo diretto da questa inchiesta, a prescindere dal suo esito conclusivo: perchè i fatti ci sono comunque, nella loro inspiegabilità. L'inchiesta li ha portati a galla, purtroppo per qualcuno.
Nell'ormai celebre plico di Pegognaga contenente la biografia di Mussari Giuseppe, l'eretico ha infatti trovato un Capitolo tutto quanto dedicato ai rapporti fra il Richelieu di Fivizzano e la Banca più fashion d'Europa: roba davvero grossa. Le cosine più gustose, l'eretico se le tiene - con abile operazione di marketing - per il libro.
Ma è già in grado di domandare al management montepaschino perchè il 14 ottobre 2008, l'agonizzante impresa edile Baldassini Tognozzi e Pontello dell'amicissimo di Verdini Riccardo Fusi abbia ottenuto un megafinanziamento di 60 milioni di euro (non uno di meno) dal Monte dei Paschi di Siena. Qual è il motivo, la ratio, di un siffatto finanziamento? Sono stati fatti tutti gli accertamenti dovuti, prima di sganciare cotanta cifra? Qualcuno dovrebbe spiegare, ma non lo potrà fare...
Quanto alla Banca, c'è infine l'affaire Andrea Pisaneschi (ex Presidente, di nomina mussariana, di Antonveneta), che merita un approfondimento a parte.
Dall'inchiesta fiorentina, poi, trapela anche un altro particolare, a ciò che risulta allo scrivente inedito: la Cementerie Barbetti (editore del Corriere di Siena!), finanziava esplicitamente le campagne elettorali del Denis nazionale (Franca Selvatici su Repubblica di oggi, pagina VII edizione fiorentina).
Con ciò, si mette tutto insieme, in un unico contenitore (politica, banca, sistema informativo ed altro ancora): il Corrsiena, infatti, con una mano - quella che scrive - fa la volata al Pd, a Ceccuzzi o a Cenni che siano; con l'altra mano - quella che paga -, foraggia il Denis.
Questo, ladies and gentlemen, è il Sistema Siena...
lunedì 17 ottobre 2011
Un mistero in casa Mens sana: perchè sabato non ha giocato Moss?
La Mens sana è in viaggio per Kazan, in Russia: luogo di grande spiritualità ortodossa, tra l'altro. Ma non è di Madonne (nè ortodosse, nè cattoliche) che l'eretico vuole scrivere, stasera (nonostante l'argomento gli interessi moltissimo).
Il motivo è piuttosto un altro: sabato scorso, molti tifosi mensanini presenti al Palaestra si sono chiesti il perchè dell'assenza dell'ala piccola della squadra senese, David Moss. Perchè il ventottenne giocatore statunitense non era presente alla prima gara casalinga della regular season montepaschina? Era andato a manifestare tra la folla di Roma (tra i pacifici, si intende, non fra i violenti, nonostante i 196 cm. ed i muscoli...)?
Il fatto è che girano voci le più incontrollate, e sarebbe bene che una Società che si vanta di rasentare la perfezione a 360°, sapesse diradare ogni minimo dubbio. Il Mangia d'oro Ferdinando Minucci - pur si presume in viaggio con la squadra - dovrebbe azionare la sua augusta parola, in modo tale da mettere voce alla ridda di illazioni, una volta per tutte.
Anche perchè il precedente dello scorso anno (era ottobre anche allora), con la denuncia nei confronti di Moss per violenza sessuale nei confronti di una donna, fa inevitabilmente pensare male tanta gente.
L'eretico è sicuro che il buon David si sia semplicemente fatto male ad un ginocchio (succede spesso anche allo scrivente, con le sue ginocchia logore ed usurate), oppure abbia avuto una indisposizione da cambio di stagione.
L'importante, quindi, come sempre quando si parla di personaggi pubblici e non di semplici cittadini, sarebbe il fare chiarezza su questo aspetto dell'assenza: aspetto che - partendo magari da un qualcosa di privatissimo - investe in pieno la dimensione pubblica e sociale del personaggio. Come dimostrato dalla sua assenza nella partita di sabato sera...
Il motivo è piuttosto un altro: sabato scorso, molti tifosi mensanini presenti al Palaestra si sono chiesti il perchè dell'assenza dell'ala piccola della squadra senese, David Moss. Perchè il ventottenne giocatore statunitense non era presente alla prima gara casalinga della regular season montepaschina? Era andato a manifestare tra la folla di Roma (tra i pacifici, si intende, non fra i violenti, nonostante i 196 cm. ed i muscoli...)?
Il fatto è che girano voci le più incontrollate, e sarebbe bene che una Società che si vanta di rasentare la perfezione a 360°, sapesse diradare ogni minimo dubbio. Il Mangia d'oro Ferdinando Minucci - pur si presume in viaggio con la squadra - dovrebbe azionare la sua augusta parola, in modo tale da mettere voce alla ridda di illazioni, una volta per tutte.
Anche perchè il precedente dello scorso anno (era ottobre anche allora), con la denuncia nei confronti di Moss per violenza sessuale nei confronti di una donna, fa inevitabilmente pensare male tanta gente.
L'eretico è sicuro che il buon David si sia semplicemente fatto male ad un ginocchio (succede spesso anche allo scrivente, con le sue ginocchia logore ed usurate), oppure abbia avuto una indisposizione da cambio di stagione.
L'importante, quindi, come sempre quando si parla di personaggi pubblici e non di semplici cittadini, sarebbe il fare chiarezza su questo aspetto dell'assenza: aspetto che - partendo magari da un qualcosa di privatissimo - investe in pieno la dimensione pubblica e sociale del personaggio. Come dimostrato dalla sua assenza nella partita di sabato sera...
Clamoroso al Tribunale di Firenze: l'eretico non paga Acampa e Buoncristiani (per ora...)!
"Il Presidente della sezione seconda civile della Corte di Appello di Firenze, letta l'istanza ex articolo 351 III comma c.p.c., presentata nella causa R.G. 1774/11 dall'appellante Ascheri Raffaele, ritenuta LA SUSSISTENZA DI GIUSTI MOTIVI DI URGENZA...sospende l'esecutività della decisione impugnata (!!) e fissa, per la comparizione delle parti in Camera di consiglio davanti al Collegio, l'udienza in data 17 gennaio 2012, ore 10, 30".
Così parlò la Corte d'Appello di Firenze (di Firenze, appunto), nella persona del Presidente, dottor Giulio De Simone. Per farlo capire anche alla Meloni e agli altri un pochino a digiuno di Diritto, il tutto significa che l'eretico - fino almeno al 17 gennaio prossimo - NON dovrà versare mezzo euro al duo dei galantuomini (Acampa-Buoncristiani); dopo il 17 gennaio, si vedrà...
Resta un fatto, anzi due: la sospensione della esecutività di una sentenza civile è cosa rara, anzi rarissima; da fonti anche esterne all'avvocato dell'eretico, a Firenze in modo particolare, ancora più rara che in altri Tribunali. In secondo luogo, lo studio legale De Mossi aveva depositato il materiale in oggetto solo pochi giorni or sono, quindi meraviglia la rapidità della decisione.
Un plauso - a proposito di avvocati - va a Luigi De Mossi ed al suo staff, per il lavoro svolto; lavoro che è solo all'inizio, visto che l'eretico non solo ha già depositato l'Appello contro la sentenza in quanto tale, ma non si è dimenticato dell'artefice della stessa, l'irreprensibile dottor Cavoto, ora pensionato.
A questo punto, panico, terrore in Curia: ottobre, infatti, è notoriamente il mese missionario, e la tragedia adesso è come fare a sfangarlo, visto che non saranno introitati i danari ereticali da mettere subitaneamente a disposizione della povera gente. C'è tanta, tantissima povera gente che aspetta aiuti concreti, in soldoni. Acampa ed il cittadino Buoncristiani - pensando che il Tribunale di Firenze fosse tale e quale quello senese - si erano già allargati.
Vista la malaparata, spero che i fedeli senesi siano ancora più generosi - nonostante la crisi - verso la Curia: ce n'è bisogno, ce n'è bisogno... e questa - credete all'eretico - è gente che, pur di fare del bene agli altri, le farebbe nere. San Francesco, al loro cospetto, era un ragazzo...
Così parlò la Corte d'Appello di Firenze (di Firenze, appunto), nella persona del Presidente, dottor Giulio De Simone. Per farlo capire anche alla Meloni e agli altri un pochino a digiuno di Diritto, il tutto significa che l'eretico - fino almeno al 17 gennaio prossimo - NON dovrà versare mezzo euro al duo dei galantuomini (Acampa-Buoncristiani); dopo il 17 gennaio, si vedrà...
Resta un fatto, anzi due: la sospensione della esecutività di una sentenza civile è cosa rara, anzi rarissima; da fonti anche esterne all'avvocato dell'eretico, a Firenze in modo particolare, ancora più rara che in altri Tribunali. In secondo luogo, lo studio legale De Mossi aveva depositato il materiale in oggetto solo pochi giorni or sono, quindi meraviglia la rapidità della decisione.
Un plauso - a proposito di avvocati - va a Luigi De Mossi ed al suo staff, per il lavoro svolto; lavoro che è solo all'inizio, visto che l'eretico non solo ha già depositato l'Appello contro la sentenza in quanto tale, ma non si è dimenticato dell'artefice della stessa, l'irreprensibile dottor Cavoto, ora pensionato.
A questo punto, panico, terrore in Curia: ottobre, infatti, è notoriamente il mese missionario, e la tragedia adesso è come fare a sfangarlo, visto che non saranno introitati i danari ereticali da mettere subitaneamente a disposizione della povera gente. C'è tanta, tantissima povera gente che aspetta aiuti concreti, in soldoni. Acampa ed il cittadino Buoncristiani - pensando che il Tribunale di Firenze fosse tale e quale quello senese - si erano già allargati.
Vista la malaparata, spero che i fedeli senesi siano ancora più generosi - nonostante la crisi - verso la Curia: ce n'è bisogno, ce n'è bisogno... e questa - credete all'eretico - è gente che, pur di fare del bene agli altri, le farebbe nere. San Francesco, al loro cospetto, era un ragazzo...
Lupa: per il Pisillo Capitano, aspettiamo la prossima...
Alla fine, pare proprio che l'avvocato Fabio Pisillo - testimone di nozze di Mussari Giuseppe, suo legale di fiducia nonchè amico fraterno - non sarà il prossimo Capitano della Lupa. Non pare che il livello della pregevole Fonte lupaiola di Fontenova si sia improvvisamente innalzato a causa delle lacrime di dolore versate dai contradaioli, nè che alcuno vi abbia cercato, platealmente, il suicidio...
Come l'eretico aveva previsto, probabilmente il lancio inusitato del Corrsiena non gli ha giovato troppo: gli eccessi di servilismo, in qualche occasione, nocciono, oltre a non fare aumentare il livello di simpatia di chi ne beneficia.
La vicenda merita di essere ripercorsa, perchè assume tratti francamente esilaranti.
Martedì 27 settembre, pagina 5 del Corrsiena, il giorno dell'Assemblea che deve indicare i facenti parte della Commissione elettorale:
"Uno su tutti, forse il nome più prestigioso di tutti (sic), è quello di Fabio Pisillo, noto avvocato in città. Nei prossimi giorni ci saranno le elezioni della Commissione, dopo di che si potrà anche pensare ad un vero nominativo. Però quello di Pisillo sembra davvero avere preso corpo in contrada, SOPRATTUTTO PER IL PRESTIGIO CHE QUESTO NOME PORTA". Come quando un Kennedy si presenta ad una convention democratica negli States, più o meno...
Mai era successo che - prima ancora della elezione di una Commissione elettorale - sulla stampa ci fosse una sbrodolata simile. Sfido chiunque a trovare un precedente comparabile (se c'è, peggio che mai...).
Dal 27 settembre in avanti, però, qualcosa si deve essere inceppato, ed infatti il Corrsiena fa filtrare, il 12 ottobre, che Pisillo è troppo impegnato dal lavoro; il 14, poi, è il giorno della delusione: nella Lupa "si è iniziato CON IL NOME IMPORTANTE DI FABIO PISILLO, con l'avvocato che si è trovato costretto a rinunciare per i suoi tanti impegni". Pare sarà proposto un certo Massimo Bencini, che l'eretico non conosce. Auguri.
Due sole domandine finali, per concludere in bellezza la saga sul notissimo avvocato senese (una Pisilleide?):
in primis, perchè di questi "suoi tanti impegni" NON SI FACEVA CENNO ALCUNO, neanche di sfuggita, nell'articolo di lancio pisilliano di settembre? Pare improbabile che un avvocatone della sua levatura sia diventato impegnato tutto d'un colpo, no?
In secundiis, ma perchè una Contrada affamata di Palio come la Lupa, non ha sfruttato l'occasione di avere cotanto condottiero sul Campo? E se - appena diradati eventualmente gli impegni - al prossimo giro il notissimo avvocato non desse più la disponibilità? Sarebbe un peccato tremendo - per qualunque Contrada - lasciarsi sfuggire di mano un dirigente come il testimone di nozze di Mussari Giuseppe...
Ps Uno dei cogenti impegni pisilliani, sarà il prossimo venerdì: causa contro l'eretico, da parte del Sindaco Franchino il Ceccuzzi, e di Mussari Giuseppe. Entrambi difesi dal suddetto Pisillo...
Come l'eretico aveva previsto, probabilmente il lancio inusitato del Corrsiena non gli ha giovato troppo: gli eccessi di servilismo, in qualche occasione, nocciono, oltre a non fare aumentare il livello di simpatia di chi ne beneficia.
La vicenda merita di essere ripercorsa, perchè assume tratti francamente esilaranti.
Martedì 27 settembre, pagina 5 del Corrsiena, il giorno dell'Assemblea che deve indicare i facenti parte della Commissione elettorale:
"Uno su tutti, forse il nome più prestigioso di tutti (sic), è quello di Fabio Pisillo, noto avvocato in città. Nei prossimi giorni ci saranno le elezioni della Commissione, dopo di che si potrà anche pensare ad un vero nominativo. Però quello di Pisillo sembra davvero avere preso corpo in contrada, SOPRATTUTTO PER IL PRESTIGIO CHE QUESTO NOME PORTA". Come quando un Kennedy si presenta ad una convention democratica negli States, più o meno...
Mai era successo che - prima ancora della elezione di una Commissione elettorale - sulla stampa ci fosse una sbrodolata simile. Sfido chiunque a trovare un precedente comparabile (se c'è, peggio che mai...).
Dal 27 settembre in avanti, però, qualcosa si deve essere inceppato, ed infatti il Corrsiena fa filtrare, il 12 ottobre, che Pisillo è troppo impegnato dal lavoro; il 14, poi, è il giorno della delusione: nella Lupa "si è iniziato CON IL NOME IMPORTANTE DI FABIO PISILLO, con l'avvocato che si è trovato costretto a rinunciare per i suoi tanti impegni". Pare sarà proposto un certo Massimo Bencini, che l'eretico non conosce. Auguri.
Due sole domandine finali, per concludere in bellezza la saga sul notissimo avvocato senese (una Pisilleide?):
in primis, perchè di questi "suoi tanti impegni" NON SI FACEVA CENNO ALCUNO, neanche di sfuggita, nell'articolo di lancio pisilliano di settembre? Pare improbabile che un avvocatone della sua levatura sia diventato impegnato tutto d'un colpo, no?
In secundiis, ma perchè una Contrada affamata di Palio come la Lupa, non ha sfruttato l'occasione di avere cotanto condottiero sul Campo? E se - appena diradati eventualmente gli impegni - al prossimo giro il notissimo avvocato non desse più la disponibilità? Sarebbe un peccato tremendo - per qualunque Contrada - lasciarsi sfuggire di mano un dirigente come il testimone di nozze di Mussari Giuseppe...
Ps Uno dei cogenti impegni pisilliani, sarà il prossimo venerdì: causa contro l'eretico, da parte del Sindaco Franchino il Ceccuzzi, e di Mussari Giuseppe. Entrambi difesi dal suddetto Pisillo...
domenica 16 ottobre 2011
Indignados: Roma, Siena. Istruzioni per l'uso...
Abbiamo tutti visto e rivisto, in televisione e su Internet, le drammatiche immagini di ieri a Roma. L'eretico avrebbe da scrivere molto, ma moltissimo è già stato autorevolmente detto e scritto, e le immagini - qualche volta - parlano da sole. Purtroppo.
Chiediamoci piuttosto questo: è possibile un parallelismo tra la situazione nazionale (ed internazionale), e quella locale?
Vediamo: la opportuna polemica degli indignados è contro il debito pubblico, lasciato dai loro nonni e genitori (e di cui, inevitabilmente, ora pagano le conseguenze i giovani, dopo avere comunque goduto loro stessi del welfare gonfiato e dell'assistenzialismo parademocristiano imperante per decenni: magari solo da bambini, però...); questa giusta polemica (come riconosciuto esplicitamente dallo stesso Mario Draghi e da Corrado Passera, non proprio gli ultimi arrivati) degli indignados, quindi, aggredisce un problema che ha una dilatazione diacronica (almeno una trentina d'anni, con piccole correzioni di rotta, poi sputtanate in seguito), e soprattutto NON può essere personalizzato: non c'è certo simpatia per Berlusconi (e poca per Bersani), ma gli indignados hanno altrettanto chiaro che non è solo colpa del Berlusca (e con uno come Tremonti? Bravo a limitare i danni, ma pessimo nello scegliere dove tagliare?). Che fare, scendere in piazza a manifestare contro i morti, contro gente con il pannolone, o con l'highlander Andreotti Giulio? Come si fa?
Veniamo alla città del Palio.
Qui il tracollo (della Banca, dell'Università, dell'Ospedale...) è avvenuto in tempi più rapidi, e ha nomi e cognomi ben individuabili (MOLTO BEN INDIVIDUABILI...): nessuno è morto, nessuno è cateterizzato (almeno che si sappia), nessuno è Highlander (a parte quella di Bagnaia, ma lei se ne sta rintanata fra cavalli e buche da golf...).
Rabbia, in giro, ce n'è tanta: all'Università, all'Ospedale, in Banca. Amarezza, insicurezza per il futuro, appunto rabbia ed incazzatura per chi ha rovinato, in pochi anni, tutto questo ben di Dio.
Giustamente, l'altro giorno, su Fratello illuminato ci si poneva il problema: si fanno gli indignados sul sesso degli angeli, a Siena?
Che si fa, allora? Niente violenza, certo (quella, solo se la Brambilla si spinge a meno di 12 km. dalle mura); qualcosina, però, si potrebbe fare, e da subito: iniziare ad evitare il servilismo untuoso che tanti concittadini hanno ogniqualvolta si trovano in un consesso qualsiasi con i devastatori della città. Non basta, dopo avere leccato, andare in giro a ridicolizzare i devastatori, dicendone di cotte e di crude: bisognerebbe cercare di non leccare per niente... Non c'è bisogno di eccedere, nel servilismo: siate servili, ma almeno con moderazione, ecco. E quando c'è qualche incontro di quelli ad alta densità castista, se qualche volta uno gli fa un bercio, non succede mica niente: un bercio, oppure un leggero appunto verbale, ovvero, magari, una risatina di scherno nel muso, tanto per farli sentire i ridicoli che sono. Arroganti, quanto incapaci.
Una risatina nel muso, non un estintore addosso: tanto per fargli capire che qualcuno si sarebbe anche, appunto, indignato!
Come diceva un celebre sovrano francese (chi è?), "tutto è perduto, tranne l'onore". Almeno quello, nel marasma generale, salviamolo. Almeno quello...
Chiediamoci piuttosto questo: è possibile un parallelismo tra la situazione nazionale (ed internazionale), e quella locale?
Vediamo: la opportuna polemica degli indignados è contro il debito pubblico, lasciato dai loro nonni e genitori (e di cui, inevitabilmente, ora pagano le conseguenze i giovani, dopo avere comunque goduto loro stessi del welfare gonfiato e dell'assistenzialismo parademocristiano imperante per decenni: magari solo da bambini, però...); questa giusta polemica (come riconosciuto esplicitamente dallo stesso Mario Draghi e da Corrado Passera, non proprio gli ultimi arrivati) degli indignados, quindi, aggredisce un problema che ha una dilatazione diacronica (almeno una trentina d'anni, con piccole correzioni di rotta, poi sputtanate in seguito), e soprattutto NON può essere personalizzato: non c'è certo simpatia per Berlusconi (e poca per Bersani), ma gli indignados hanno altrettanto chiaro che non è solo colpa del Berlusca (e con uno come Tremonti? Bravo a limitare i danni, ma pessimo nello scegliere dove tagliare?). Che fare, scendere in piazza a manifestare contro i morti, contro gente con il pannolone, o con l'highlander Andreotti Giulio? Come si fa?
Veniamo alla città del Palio.
Qui il tracollo (della Banca, dell'Università, dell'Ospedale...) è avvenuto in tempi più rapidi, e ha nomi e cognomi ben individuabili (MOLTO BEN INDIVIDUABILI...): nessuno è morto, nessuno è cateterizzato (almeno che si sappia), nessuno è Highlander (a parte quella di Bagnaia, ma lei se ne sta rintanata fra cavalli e buche da golf...).
Rabbia, in giro, ce n'è tanta: all'Università, all'Ospedale, in Banca. Amarezza, insicurezza per il futuro, appunto rabbia ed incazzatura per chi ha rovinato, in pochi anni, tutto questo ben di Dio.
Giustamente, l'altro giorno, su Fratello illuminato ci si poneva il problema: si fanno gli indignados sul sesso degli angeli, a Siena?
Che si fa, allora? Niente violenza, certo (quella, solo se la Brambilla si spinge a meno di 12 km. dalle mura); qualcosina, però, si potrebbe fare, e da subito: iniziare ad evitare il servilismo untuoso che tanti concittadini hanno ogniqualvolta si trovano in un consesso qualsiasi con i devastatori della città. Non basta, dopo avere leccato, andare in giro a ridicolizzare i devastatori, dicendone di cotte e di crude: bisognerebbe cercare di non leccare per niente... Non c'è bisogno di eccedere, nel servilismo: siate servili, ma almeno con moderazione, ecco. E quando c'è qualche incontro di quelli ad alta densità castista, se qualche volta uno gli fa un bercio, non succede mica niente: un bercio, oppure un leggero appunto verbale, ovvero, magari, una risatina di scherno nel muso, tanto per farli sentire i ridicoli che sono. Arroganti, quanto incapaci.
Una risatina nel muso, non un estintore addosso: tanto per fargli capire che qualcuno si sarebbe anche, appunto, indignato!
Come diceva un celebre sovrano francese (chi è?), "tutto è perduto, tranne l'onore". Almeno quello, nel marasma generale, salviamolo. Almeno quello...
sabato 15 ottobre 2011
Sanità senese: ok, il bilancio è giusto?
L'eretico aveva promesso il suo rinsillino sulla Sanità per domenica, ma domani sarà fuori per motivi personali, quindi meglio anticipare, che posticipare (non si sa mai...).
In primis, torniamo a scrivere due parole sulla dottoressa Laura Benedetto: in fin dei conti, fino al 23 settembre scorso era lei, la Direttrice generale dell'Asl 7. Lo facciamo per felicitarci con lei, visto che siamo stati i primi a scrivere della sua relazione con il Presidente Rossi, peraltro nota a tutti, nell'ambiente: le nozze sono ormai a portata di mano!
"Di sicuro ora mi sposa per davvero. Anche se avesse cambiato idea, ormai mi ha compromesso a tal punto che questo almeno me lo deve", dice a tale Olga Mugnaini della Nazione Firenze (pagina 22, 7 ottobre). Simpatica e spiritosa, dunque. Se invitato, l'eretico parteciperà volentieri.
Si sposeranno "entro la fine dell'anno", sostiene la Benedetto (ne ha parlato con il Rossi?). Buon per loro.
Nel frattempo, l'Enrico regionale - più pimpante che mai - distribuisce battute (sui radicali in Parlamento), sorrisi inusitati (a Bersani fiorentino, ieri sera), ma ha le sue brutte gatte da pelare, con l'affaire Delvino (Asl di Massa): ma i piddini non dicono sempre che le sentenze della Magistratura vanno rispettate?
Rossi ha l'asso nella manica: tra lui e Delvino, è venuto meno il rapporto fiduciario.
"Finchè sarò Presidente della Regione un direttore che fa un deficit così non può essere un dirigente". Per la Magistratura, il megabuco da quasi trecento milioni di euro non è proprio tutto colpa del povero Delvino, ma Rossi non fa una piega: quando c'è qualcosa - o parecchio - che non va in un Bilancio Asl, con lui si chiude. Punto e basta!
Il reintegrato (dal magistrato) e licenziato (!) da Rossi, Antonio Delvino, prepara le sue contromosse, ed intanto ad Alessio Gaggioli del Corrsera Firenze rilascia un'intervista (12 ottobre), che termina con questa frase che forse gelerà il sangue di qualcuno:
"In questo lavoro fidarsi è una necessità (lo dice anche il Rossi, no?, Ndr). Avrei dovuto pensare di più a proteggere me stesso. E penso che GLI STESSI CONTROLLI FATTI A MASSA ANDREBBERO FATTI IN TUTTE LE ALTRE ASL. LA MIA ESPERIENZA DOVREBBE SPINGERE TUTTI A FARLO".
Ci penserà chi di dovere, ad accertare altri, eventuali, clamorosi buchi sanitari.
L'eretico, per intanto, qualcosina di anomalo l'ha già notato. Anomalo non significa di rilevanza penale: significa anomalo, nè più, nè meno.
Nell'aprile scorso, infatti, si doveva tenere una importantissima Gara d'appalto per decidere quale sarebbe stata la Società abilitata a certificare il Bilancio della Asl senese: ma tutto fu bloccato, congelato, infine revocato. Alla fine, si andò a riconfermare la Società KPMG, che già c'era in precedenza; la Gara d'appalto - gestita dall'Estav - fu dunque stoppata, e si preferì la continuità senza alcuna procedura d'evidenza. Anomalo, no?
L'eretico - appena iniziato ad interessarsi alla questione - è venuto a sapere una seconda cosa, che gli pare incredibile (ma siamo a Siena, no?): vale a dire che un importante Dirigente addetto al Bilancio dell'Asl 7, verrebbe proprio dalle fila della società KPMG. Questo signore, poi, avrebbe avuto una importante promozione nel luglio scorso (promozione benedettina, dunque)...
Urgono ulteriori ricerche, perchè questa sarebbe troppo grossa, anche per lo smaliziatissimo eretico!
La domanda di Fantasanità, a questo punto, è questa: non succederà mai e poi mai, ma se anche nella irreprensibile Asl senese emergessero delle irregolarità, il Rossi (così implacabile con Delvino a Massa) tuonerebbe contro l'interruzione del rapporto fiduciario anche con la Benedetto, fino a meno d'un mese fa a capo della Asl senese?
In primis, torniamo a scrivere due parole sulla dottoressa Laura Benedetto: in fin dei conti, fino al 23 settembre scorso era lei, la Direttrice generale dell'Asl 7. Lo facciamo per felicitarci con lei, visto che siamo stati i primi a scrivere della sua relazione con il Presidente Rossi, peraltro nota a tutti, nell'ambiente: le nozze sono ormai a portata di mano!
"Di sicuro ora mi sposa per davvero. Anche se avesse cambiato idea, ormai mi ha compromesso a tal punto che questo almeno me lo deve", dice a tale Olga Mugnaini della Nazione Firenze (pagina 22, 7 ottobre). Simpatica e spiritosa, dunque. Se invitato, l'eretico parteciperà volentieri.
Si sposeranno "entro la fine dell'anno", sostiene la Benedetto (ne ha parlato con il Rossi?). Buon per loro.
Nel frattempo, l'Enrico regionale - più pimpante che mai - distribuisce battute (sui radicali in Parlamento), sorrisi inusitati (a Bersani fiorentino, ieri sera), ma ha le sue brutte gatte da pelare, con l'affaire Delvino (Asl di Massa): ma i piddini non dicono sempre che le sentenze della Magistratura vanno rispettate?
Rossi ha l'asso nella manica: tra lui e Delvino, è venuto meno il rapporto fiduciario.
"Finchè sarò Presidente della Regione un direttore che fa un deficit così non può essere un dirigente". Per la Magistratura, il megabuco da quasi trecento milioni di euro non è proprio tutto colpa del povero Delvino, ma Rossi non fa una piega: quando c'è qualcosa - o parecchio - che non va in un Bilancio Asl, con lui si chiude. Punto e basta!
Il reintegrato (dal magistrato) e licenziato (!) da Rossi, Antonio Delvino, prepara le sue contromosse, ed intanto ad Alessio Gaggioli del Corrsera Firenze rilascia un'intervista (12 ottobre), che termina con questa frase che forse gelerà il sangue di qualcuno:
"In questo lavoro fidarsi è una necessità (lo dice anche il Rossi, no?, Ndr). Avrei dovuto pensare di più a proteggere me stesso. E penso che GLI STESSI CONTROLLI FATTI A MASSA ANDREBBERO FATTI IN TUTTE LE ALTRE ASL. LA MIA ESPERIENZA DOVREBBE SPINGERE TUTTI A FARLO".
Ci penserà chi di dovere, ad accertare altri, eventuali, clamorosi buchi sanitari.
L'eretico, per intanto, qualcosina di anomalo l'ha già notato. Anomalo non significa di rilevanza penale: significa anomalo, nè più, nè meno.
Nell'aprile scorso, infatti, si doveva tenere una importantissima Gara d'appalto per decidere quale sarebbe stata la Società abilitata a certificare il Bilancio della Asl senese: ma tutto fu bloccato, congelato, infine revocato. Alla fine, si andò a riconfermare la Società KPMG, che già c'era in precedenza; la Gara d'appalto - gestita dall'Estav - fu dunque stoppata, e si preferì la continuità senza alcuna procedura d'evidenza. Anomalo, no?
L'eretico - appena iniziato ad interessarsi alla questione - è venuto a sapere una seconda cosa, che gli pare incredibile (ma siamo a Siena, no?): vale a dire che un importante Dirigente addetto al Bilancio dell'Asl 7, verrebbe proprio dalle fila della società KPMG. Questo signore, poi, avrebbe avuto una importante promozione nel luglio scorso (promozione benedettina, dunque)...
Urgono ulteriori ricerche, perchè questa sarebbe troppo grossa, anche per lo smaliziatissimo eretico!
La domanda di Fantasanità, a questo punto, è questa: non succederà mai e poi mai, ma se anche nella irreprensibile Asl senese emergessero delle irregolarità, il Rossi (così implacabile con Delvino a Massa) tuonerebbe contro l'interruzione del rapporto fiduciario anche con la Benedetto, fino a meno d'un mese fa a capo della Asl senese?
Il giornalismo a singhiozzo della Nazione: Schiantopoli sì, Mps no...
Ennesima dimostrazione di grande giornalismo della Nazione Siena: oggi sbatte le intercettazioni su Schiantopoli in prima pagina (ma senza fare un nome, neanche della ditta sotto inchiesta!), mentre su Galaxopoly, Processo Acampa e tantissimo altro, silenzio parassoluto. Come già scritto e riscritto, c'è una montagna di materiale (anche intercettazioni, ovviamente) sul ruolo di Banca e Fondazione Mps nell'affaire Ampugnano: La Nazione non ha mai pubblicato alcunchè. E le intercettazioni del Processo Acampa? Senza i libri ereticali e la Repubblica, chi le conoscerebbe?
Caro caporedattore, sarebbe facile fare sorridere sul tuo cognome, ma te lo meriti: questo giornale, non è forse un pochino strambo?
Capisco bene che la linea editoriale venga FORSE (E DICASI FORSE) leggermente ed impercettibilmente influenzata da quella di Bagnaia, e capisco anche che quella di Bagnaia non sia interessata da problemi quali la Morte (la Monti Riffeser - come si sa - è nel ristrettissimo club degli italiani immortali, con la sua amica Fanfani, Giulio Andreotti e pochissimi altri), e si comprende benissimo che sia meglio tenersi buoni i rapporti con il Monte o la Provincia, che con la ditta Nannoni: questa asimmetria, però, è davvero stridente. Non c'è bisogno di essere grandi esperti di giornalismo...
Se viene arrestato un albanese, La Nazione pubblica spesso financo la foto, del reprobo; se viene indagato il Presidente di Mps, la notizia - chiaramente priva di alcuna rilevanza sociale - la si relega nell'Economia, così il lettore medio neanche la legge.
Farò un altro esempio, molto personale: quando lo scrivente, nel marzo scorso, fu condannato dal mitico Giudice Cavoto per diffamazione nei confronti di quei due galantuomini che rispondono al nome di Acampa Giuseppe e del cittadino Antonio Buoncristiani, La Nazione ci fece una paginata intera, con nome e cognome del condannato, e con tanto di foto (tra l'altro, di pessima qualità...) del reo non confesso. Del libro da cui scaturiva il tutto, però, MAI NESSUNA PAROLA, nonostante l'incredibile successo.
Come si spiega, questa curiosa contraddizione? Non osando sperare che quella di Bagnaia perda il suo preziosissimo tempo per un blogger, è evidentemente farina del sacco del caporedattore Strambi.
Quello, il cui top giornalistico arriva - puntuale appunto come le tasse e la morte - nell'editoriale (sic) settimanale: quando augura "buona domenica" ai lettori...
Caro caporedattore, sarebbe facile fare sorridere sul tuo cognome, ma te lo meriti: questo giornale, non è forse un pochino strambo?
Capisco bene che la linea editoriale venga FORSE (E DICASI FORSE) leggermente ed impercettibilmente influenzata da quella di Bagnaia, e capisco anche che quella di Bagnaia non sia interessata da problemi quali la Morte (la Monti Riffeser - come si sa - è nel ristrettissimo club degli italiani immortali, con la sua amica Fanfani, Giulio Andreotti e pochissimi altri), e si comprende benissimo che sia meglio tenersi buoni i rapporti con il Monte o la Provincia, che con la ditta Nannoni: questa asimmetria, però, è davvero stridente. Non c'è bisogno di essere grandi esperti di giornalismo...
Se viene arrestato un albanese, La Nazione pubblica spesso financo la foto, del reprobo; se viene indagato il Presidente di Mps, la notizia - chiaramente priva di alcuna rilevanza sociale - la si relega nell'Economia, così il lettore medio neanche la legge.
Farò un altro esempio, molto personale: quando lo scrivente, nel marzo scorso, fu condannato dal mitico Giudice Cavoto per diffamazione nei confronti di quei due galantuomini che rispondono al nome di Acampa Giuseppe e del cittadino Antonio Buoncristiani, La Nazione ci fece una paginata intera, con nome e cognome del condannato, e con tanto di foto (tra l'altro, di pessima qualità...) del reo non confesso. Del libro da cui scaturiva il tutto, però, MAI NESSUNA PAROLA, nonostante l'incredibile successo.
Come si spiega, questa curiosa contraddizione? Non osando sperare che quella di Bagnaia perda il suo preziosissimo tempo per un blogger, è evidentemente farina del sacco del caporedattore Strambi.
Quello, il cui top giornalistico arriva - puntuale appunto come le tasse e la morte - nell'editoriale (sic) settimanale: quando augura "buona domenica" ai lettori...
venerdì 14 ottobre 2011
Sanità: il caso del dottor Marcello Bozzi...
Come promesso ai lettori, il venerdì Sanità (visto il momento intenso assai, domenica ci sarà un rinsillino festivo...): una volta si diceva "giovedì gnocchi" (oggi, variante berlusconiana...), l'eretico aggiunge "il venerdì, Sanità"...
Il caso del dottor Marcello Bozzi, dunque. Per chi non lavori alle Scotte, il Bozzi è il Direttore dell'Unità professionale assistenza infermieristica dell'ospedale senese. Il capo assoluto del settore infermieristico, fuori dalle sigle, sempre ridondanti, della burocrazia ospedaliera. Un incarico di assoluta importanza e rilievo. Arrivato a Siena dall'ospedale di Ancona il 1 febbraio del 2009 - incaricato quindi dal dottor Morello, attuale plenipotenziario delle Scotte, a maggior ragione dopo l'abbandono della dottoressa Benedetto del 23 settembre scorso -, il dottor Bozzi riveste quindi un ruolo di enorme rilevanza: per i tantissimi che lavorano nel suo settore di competenza (gli infermieri, appunto), e per tutti quanti i pazienti delle Scotte, che con quegli stessi pazienti si trovano a relazionarsi per ovvi motivi.
Diciamolo subito: il dottor Bozzi non riscuote unanimi consensi, fra il personale infermieristico delle Scotte; anzi, diciamola tutta: molti infermieri non hanno apprezzato e non apprezzano il suo modus operandi.
Da ambienti a lui vicini, si dice che questo avvenga perchè naturalmente, quando e se si fanno delle scelte impopolari che vanno ad intaccare delle nicchie di potere precostituito, si incontrano resistenze e polemiche.E poi bisogna tenere presente il solito discorso dei tagli (su questo, l'eretico tornerà, in futuro).
Una cosa, però, va detta a chiare lettere: in questa contrapposizione fra il Bozzi e buona parte del settore infermieristico (che poi sono quelli che stanno personalmente a contatto con i pazienti, va sempre ricordato), non giova certo il fatto che - facendo un semplice giretto internettiano - si trovino articoli (fonte Il resto del carlino di Bologna, gruppo Monti Riffeser, cioè quella di Bagnaia che tanto spesso l'eretico richiama) concernenti un pasticciaccio accaduto durante un concorso interno per caposala, (ottobre 2009, in quel di Ancona): ci fu un ricorso, ed il tutto fu bloccato dall'Azienda stessa; poche settimane dopo, il Bozzi arrivò a Siena, alle Scotte. Va da sè, che molti storcano il naso, di fronte a questo precedente marchigiano; da fonti bozziane, sembra che il Direttore non abbia ricevuto alcun avviso di garanzia, e che abbia querelato il giornalista de Il resto del carlino.
Resta un fatto, comunque: dal momento che il concorso per caposala finì comunque male (su questo, nessun dubbio!); dal momento che la vicinanza cronologica tra lo sciagurato concorso e l'arrivo bozziano a Siena è davvero ravvicinatissima; dal momento che, alle Scotte, si assiste da tempo ad una penosa pantomima di foglietti con i suddetti articoli attaccati vicino alle timbratrici, poi "rimossi" a tempo di record da lealisti bozziani, con efficienza degna di miglior causa, l'eretico ritiene che la cosa indubbiamente migliore sarebbe che il dottor Marcello Bozzi chiarisse, una volta per tutte, come sia andato questo benedetto concorso per caposala, in modo tale che non ci fossero dubbi sul suo operato passato.
Anche perchè il silenzio, i fogli strappati (non certo da lui, ma neanche ad opera dello Spirito Santo...), non giovano alla serenità di nessuno: nè del Bozzi, nè del personale infermieristico.
E perchè fanno nascere vere e proprie leggende metropolitane (ospedaliere?), tipo quella della cuginanza di Bozzi stesso con Bersani (non il bravo Samuele, bensì il mediocre Segretario del Pd).
Pare, sembra si tratti di bufala pazzesca: ma anche su questa bufala, l'eretico attende una risposta chiarificatrice dal dottor Bozzi...
Raffaele Ascheri
Il caso del dottor Marcello Bozzi, dunque. Per chi non lavori alle Scotte, il Bozzi è il Direttore dell'Unità professionale assistenza infermieristica dell'ospedale senese. Il capo assoluto del settore infermieristico, fuori dalle sigle, sempre ridondanti, della burocrazia ospedaliera. Un incarico di assoluta importanza e rilievo. Arrivato a Siena dall'ospedale di Ancona il 1 febbraio del 2009 - incaricato quindi dal dottor Morello, attuale plenipotenziario delle Scotte, a maggior ragione dopo l'abbandono della dottoressa Benedetto del 23 settembre scorso -, il dottor Bozzi riveste quindi un ruolo di enorme rilevanza: per i tantissimi che lavorano nel suo settore di competenza (gli infermieri, appunto), e per tutti quanti i pazienti delle Scotte, che con quegli stessi pazienti si trovano a relazionarsi per ovvi motivi.
Diciamolo subito: il dottor Bozzi non riscuote unanimi consensi, fra il personale infermieristico delle Scotte; anzi, diciamola tutta: molti infermieri non hanno apprezzato e non apprezzano il suo modus operandi.
Da ambienti a lui vicini, si dice che questo avvenga perchè naturalmente, quando e se si fanno delle scelte impopolari che vanno ad intaccare delle nicchie di potere precostituito, si incontrano resistenze e polemiche.E poi bisogna tenere presente il solito discorso dei tagli (su questo, l'eretico tornerà, in futuro).
Una cosa, però, va detta a chiare lettere: in questa contrapposizione fra il Bozzi e buona parte del settore infermieristico (che poi sono quelli che stanno personalmente a contatto con i pazienti, va sempre ricordato), non giova certo il fatto che - facendo un semplice giretto internettiano - si trovino articoli (fonte Il resto del carlino di Bologna, gruppo Monti Riffeser, cioè quella di Bagnaia che tanto spesso l'eretico richiama) concernenti un pasticciaccio accaduto durante un concorso interno per caposala, (ottobre 2009, in quel di Ancona): ci fu un ricorso, ed il tutto fu bloccato dall'Azienda stessa; poche settimane dopo, il Bozzi arrivò a Siena, alle Scotte. Va da sè, che molti storcano il naso, di fronte a questo precedente marchigiano; da fonti bozziane, sembra che il Direttore non abbia ricevuto alcun avviso di garanzia, e che abbia querelato il giornalista de Il resto del carlino.
Resta un fatto, comunque: dal momento che il concorso per caposala finì comunque male (su questo, nessun dubbio!); dal momento che la vicinanza cronologica tra lo sciagurato concorso e l'arrivo bozziano a Siena è davvero ravvicinatissima; dal momento che, alle Scotte, si assiste da tempo ad una penosa pantomima di foglietti con i suddetti articoli attaccati vicino alle timbratrici, poi "rimossi" a tempo di record da lealisti bozziani, con efficienza degna di miglior causa, l'eretico ritiene che la cosa indubbiamente migliore sarebbe che il dottor Marcello Bozzi chiarisse, una volta per tutte, come sia andato questo benedetto concorso per caposala, in modo tale che non ci fossero dubbi sul suo operato passato.
Anche perchè il silenzio, i fogli strappati (non certo da lui, ma neanche ad opera dello Spirito Santo...), non giovano alla serenità di nessuno: nè del Bozzi, nè del personale infermieristico.
E perchè fanno nascere vere e proprie leggende metropolitane (ospedaliere?), tipo quella della cuginanza di Bozzi stesso con Bersani (non il bravo Samuele, bensì il mediocre Segretario del Pd).
Pare, sembra si tratti di bufala pazzesca: ma anche su questa bufala, l'eretico attende una risposta chiarificatrice dal dottor Bozzi...
Raffaele Ascheri
giovedì 13 ottobre 2011
Un'alunna che commuove l'eretico...
Giusto un mese fa (il 14 settembre), l'eretico ha scritto un suo pezzo di commiato da questo anno scolastico, che non lo vedeva ai nastri di partenza: l'articolo ha avuto positivi apprezzamenti, e la critica ad orologeria del prete di Santa Petronilla (l'unico prete onesto che continua a difendere perinde ac cadaver il Vescovo, come Ugo Intini che difendeva Craxi senza neanche rubare...) non ha turbato più di tanto...
A distanza di un mesetto da quel pezzo, l'eretico torna sull'argomento, ma solo per un motivo: l'affetto dimostratogli dai suoi alunni.
Ho appena pubblicato (nel precedente articolo del 14 settembre) un commento di una ex alunna che mi ha davvero commosso: lei ha preferito restare anonima, e la cosa la posso anche comprendere. Quando leggerà questo articolo, sappia che io davvero non ho idea di chi sia, nonostante i riferimenti alla sua età. E sappia anche che la sua "letterina" ha un pochino commosso anche lo scafato scrivente...
Che dire? Più passa il tempo, più vedo quanto marcio c'è in questa Italia, in questa Siena, più mi convinco - senza retorica - che non si può puntare altro che su voi giovani, prima che sia troppo tardi. E non è certo per facile ottimismo giovanilistico, anzi: e chi mi conosce, benissimo lo sa.
Con una certezza, però, a questo punto: anche il peggiore degli alunni quanto a risultati, può diventare un buon cittadino, e trovare un degnissimo lavoro. Non è gratificante da dire, come docenti: ma è così!
Uno fra quelli che mi faceva più incazzare per il suo comportamento quotidiano, in quel di Monteroni d'Arbia, è oggi un valente tecnico delle Ferrovie italiane: con gente come lui, tragedie come quella di Viareggio non sarebbero successe, ne sono arcisicuro. Eppure non so quante volte l'ho mandato fuori dalla classe, non so quante volte ho rimpianto che le pene corporali fossero fuorilegge, trovandomelo davanti alla cattedra, a non più di mezzo metro di distanza, ormai quasi dieci anni or sono...
Si semina, si semina, si semina: poi - magari a casaccio, dove meno te l'aspetti, dove eri certo che non si potesse andare oltre la gramigna - arrivano buoni frutti, qualche volta ottimi...
E bisogna sempre ricordare un'aurea massima latina, con cui lascio i lettori: magister dum docet discit (il maestro, mentre insegna, impara).
Chiunque voglia cercare di insegnare, lo tenga sempre bene a mente...
A distanza di un mesetto da quel pezzo, l'eretico torna sull'argomento, ma solo per un motivo: l'affetto dimostratogli dai suoi alunni.
Ho appena pubblicato (nel precedente articolo del 14 settembre) un commento di una ex alunna che mi ha davvero commosso: lei ha preferito restare anonima, e la cosa la posso anche comprendere. Quando leggerà questo articolo, sappia che io davvero non ho idea di chi sia, nonostante i riferimenti alla sua età. E sappia anche che la sua "letterina" ha un pochino commosso anche lo scafato scrivente...
Che dire? Più passa il tempo, più vedo quanto marcio c'è in questa Italia, in questa Siena, più mi convinco - senza retorica - che non si può puntare altro che su voi giovani, prima che sia troppo tardi. E non è certo per facile ottimismo giovanilistico, anzi: e chi mi conosce, benissimo lo sa.
Con una certezza, però, a questo punto: anche il peggiore degli alunni quanto a risultati, può diventare un buon cittadino, e trovare un degnissimo lavoro. Non è gratificante da dire, come docenti: ma è così!
Uno fra quelli che mi faceva più incazzare per il suo comportamento quotidiano, in quel di Monteroni d'Arbia, è oggi un valente tecnico delle Ferrovie italiane: con gente come lui, tragedie come quella di Viareggio non sarebbero successe, ne sono arcisicuro. Eppure non so quante volte l'ho mandato fuori dalla classe, non so quante volte ho rimpianto che le pene corporali fossero fuorilegge, trovandomelo davanti alla cattedra, a non più di mezzo metro di distanza, ormai quasi dieci anni or sono...
Si semina, si semina, si semina: poi - magari a casaccio, dove meno te l'aspetti, dove eri certo che non si potesse andare oltre la gramigna - arrivano buoni frutti, qualche volta ottimi...
E bisogna sempre ricordare un'aurea massima latina, con cui lascio i lettori: magister dum docet discit (il maestro, mentre insegna, impara).
Chiunque voglia cercare di insegnare, lo tenga sempre bene a mente...
Provincia sugli scudi: i compensi del Direttore generale Stufano
Tommaso Stufano è colui che comanda davvero in Provincia, da un certo punto di vista ben più di quello che, parlando, non sta mai fermo: Stufano è Segretario generale e Direttore generale, al contempo. A Siena dal 2009 (da quando si è insediato quello che non sta mai fermo quando parla), nato a Giovinazzo (Bari) il 26 agosto del 1952, è stato protagonista di un inquietante episodio di cronaca (una potenziale strage!), di cui l'eretico - nello splendido isolamento della stampa cittadina - si era occupato, in un articolo dello scorso 23 febbraio che invito ad andare a consultare. Come scritto allora, non è tanto l'incidente in sè ad indignare, quanto la gestione dell'incidente stesso (il primo ad accorrere e a portare via lo Stufano verosimilmente ubriaco - per evitargli l'alcol test - fu Ceccanti Marco, Capo della polizia provinciale, beneficiato a questo giro da vari bonus, come dimostrato l'altro giorno nell'articolo a lui dedicato).
Lo Stufano, appunto; per l'anno 2010, il Nostro ha deciso di autoassegnarsi - per il suo insostituibile lavoro - qualche leggero incentivino, in linea con lo spirito di rigore che chiunque può cogliere in giro.
Dal sito della Provincia, infatti, risulta che, a fronte di un "Massimo attribuibile per la retribuzione di risultato" di 10.822 euro, l'ottimo Stufano si è attribuito proprio 10.822 euro, pari a decurtazione zero (per la carica di Segretario generale); per quanto concerne la carica di Direttore generale, invece, a fronte di un "massimo attribuibile" pari a 18.000 euro di denaro pubblico, lo Stufano - pare per par condicio - ne ha incassati 18.000. Oltre allo stipendione, che si aggira intorno ai 180mila euro annui.
Ah, l'eretico dimenticava di aggiungere che lo Stufano ha anche i suoi grattacapi di natura penale: ma di questi - per carità di Patria, anzi di Provincia - è meglio parlare alla prossima...
Come cittadini, comunque, noi siamo lieti dei premi stufaniani
Lo Stufano, appunto; per l'anno 2010, il Nostro ha deciso di autoassegnarsi - per il suo insostituibile lavoro - qualche leggero incentivino, in linea con lo spirito di rigore che chiunque può cogliere in giro.
Dal sito della Provincia, infatti, risulta che, a fronte di un "Massimo attribuibile per la retribuzione di risultato" di 10.822 euro, l'ottimo Stufano si è attribuito proprio 10.822 euro, pari a decurtazione zero (per la carica di Segretario generale); per quanto concerne la carica di Direttore generale, invece, a fronte di un "massimo attribuibile" pari a 18.000 euro di denaro pubblico, lo Stufano - pare per par condicio - ne ha incassati 18.000. Oltre allo stipendione, che si aggira intorno ai 180mila euro annui.
Ah, l'eretico dimenticava di aggiungere che lo Stufano ha anche i suoi grattacapi di natura penale: ma di questi - per carità di Patria, anzi di Provincia - è meglio parlare alla prossima...
Come cittadini, comunque, noi siamo lieti dei premi stufaniani
mercoledì 12 ottobre 2011
Schiantopoli, l'ennesimo scandalo senese...
Premessa d'obbligo: la notizia di stasera non è una primizia assoluta, avendola data, stamattina, La Nazione, con Cecilia Marzotti (non con la Valdesi, ovviamente...); l'eretico, da par suo, pensa di potere fornire qualche particolare in più, visto che al solito il giornale di quella di Bagnaia, quando parte, lo fa con il freno a mano tirato...
Questo ennesimo scandalo di una delle città più corrotte d'Italia, lo chiameremo Schiantopoli: quando in una collettività si specula per anni sui morti, vuol dire che siamo alla frutta (forse anche all'ammazzacaffè...).
Ma quale sarebbe questa ditta che raccattava la stragrande maggioranza dei funerali senesi, grazie alla complicità dei necrofori dell'obitorio?
La ditta Nannoni Srl, una volta presente in Via del Porrione, da qualche anno in Viale Sardegna. Di fatto, questa ditta aveva monopolizzato il mercato del caro estinto senese: per la Procura (nelle vesti del Pm Natalini, nuovo Chiavegatti senese?), in modo del tutto illecito ed illegale. Tale Marcello Nocchi, l'amministratore della ditta, è ovviamente sotto indagine; ma la cosa forse più scandalosa, è che l'ospedale di Siena ha 4 necrofori (stipendiati dall'Asl, nonchè persone incaricate di pubblico servizio), e non ce n'è uno - secondo la Procura - che non stesse al giochino nannoniano.
Uno dei quattro, per non farsi mancare niente, aveva messo il figlio a lavorare dal Nannonmi stesso: più chiaro di così, il giochino...
Il tutto andava verosimilmente avanti da anni, ma nessuno - prima dell'esposto di una ditta concorrente, giustamente incazzatasi alquanto per l'andazzo - si era accorto di niente. Neanche il cappellano dell'obitorio, che all'eretico risulta amicissimo di monsignor Acampa Giuseppe: fra galantuomini...
Questa è un'inchiesta fatta bene, in cui - più ancora delle intercettazioni, certo utili - sono stati di grande aiuto i tabulati telefonici. Anche un ex dipendente della ditta Nannoni (in qualità di persona informata sui fatti) ha contribuito non poco a fare luce su questo puttanaio.
La civiltà di una collettività- sin dai tempi degli antichi Greci, agli albori della civiltà occidentale - si commisura con il rispetto che si porta ai morti. Si legga l'Iliade, per esempio.
Che coraggio ci vuole, a candidare la Siena di oggi a Capitale europea della Cultura per il 2019: accontentiamoci di partecipare ad un Festival del Sannio, che forse è meglio (e non è detto che si vinca...).
Questo ennesimo scandalo di una delle città più corrotte d'Italia, lo chiameremo Schiantopoli: quando in una collettività si specula per anni sui morti, vuol dire che siamo alla frutta (forse anche all'ammazzacaffè...).
Ma quale sarebbe questa ditta che raccattava la stragrande maggioranza dei funerali senesi, grazie alla complicità dei necrofori dell'obitorio?
La ditta Nannoni Srl, una volta presente in Via del Porrione, da qualche anno in Viale Sardegna. Di fatto, questa ditta aveva monopolizzato il mercato del caro estinto senese: per la Procura (nelle vesti del Pm Natalini, nuovo Chiavegatti senese?), in modo del tutto illecito ed illegale. Tale Marcello Nocchi, l'amministratore della ditta, è ovviamente sotto indagine; ma la cosa forse più scandalosa, è che l'ospedale di Siena ha 4 necrofori (stipendiati dall'Asl, nonchè persone incaricate di pubblico servizio), e non ce n'è uno - secondo la Procura - che non stesse al giochino nannoniano.
Uno dei quattro, per non farsi mancare niente, aveva messo il figlio a lavorare dal Nannonmi stesso: più chiaro di così, il giochino...
Il tutto andava verosimilmente avanti da anni, ma nessuno - prima dell'esposto di una ditta concorrente, giustamente incazzatasi alquanto per l'andazzo - si era accorto di niente. Neanche il cappellano dell'obitorio, che all'eretico risulta amicissimo di monsignor Acampa Giuseppe: fra galantuomini...
Questa è un'inchiesta fatta bene, in cui - più ancora delle intercettazioni, certo utili - sono stati di grande aiuto i tabulati telefonici. Anche un ex dipendente della ditta Nannoni (in qualità di persona informata sui fatti) ha contribuito non poco a fare luce su questo puttanaio.
La civiltà di una collettività- sin dai tempi degli antichi Greci, agli albori della civiltà occidentale - si commisura con il rispetto che si porta ai morti. Si legga l'Iliade, per esempio.
Che coraggio ci vuole, a candidare la Siena di oggi a Capitale europea della Cultura per il 2019: accontentiamoci di partecipare ad un Festival del Sannio, che forse è meglio (e non è detto che si vinca...).
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