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mercoledì 30 novembre 2011

Franchino, non ci prendere per il sederino!!

  Fino a quando abuserai della nostra pazienza, oh Franchino? L'incipit è aulico, e mi scuso con chi non l'abbia colto, ma il senso si capisce comunque.
 Detto più prosaicamente, ma fino a che punto di presa per i glutei è disposto ad arrivare, il "nostro" Sindaco? Il problema è di attualità: la Banca è andata via da Siena; lui no. La Banca ormai è Storia, il problema-Ceccuzzi è attualità.

  In Consiglio comunale, ieri, si è penosamente richiamato al senso di responsabilità, come l'ultimo Berlusconi: tale e quale (anzi peggio: l'Italia un po' d'alternanza politica l'ha avuta, nell'ultimo ventennio, Siena no!). Fino al 10 settembre, si osava parlare ufficialmente di "non scalabilità": il 29 novembre (dello stesso anno) invece è tutto cambiato...
Autocritica personale, zero; in più, una chiamata all'union sacrèe davvero ampiamente fuori tempo massimo.
"Chiedo a tutti la collaborazione per superare questo momento, che è difficile, poi sarà il tempo di scrivere la storia e di assumersi, ciascuno, le proprie responsabilità". Sì, quando Gabriellone si godrà le pensioni facendo il signorotto a San Gimignano, e Mussari sarà chissà dove, senza dovere rendere conto a nessuno.

 L'unione sacra seria, si fa con il nemico alle porte, allora sì: qui, il nemico, si annida invero all'interno delle porte. Uno sta in una bella casa nella città turrita a 40 km. da Siena (e non si è mai mosso da lì, a parte forse qualche pellegrinaggio); l'altro in villa, nella parte più bella della campagna subito fuori il centro della città. Ceccuzzi ha stretto da tempo un patto d'acciaio con lo sponsor politico di Gabriellone (Alberto Monaci), ed è testimone di nozze dell'altro (che gli ha tirato la volata finale in campagna elettorale, alla faccia di chi li vedeva così divisi). Quando fu acquistata Antonveneta, il futuro Sindaco di Siena era all'ottavo cielo. Adesso cerca la condivisione, per provare a socializzare il momento devastante: solo e solamente per quello. Laura Vigni, Marco Falorni, Enzo De Risi e Gabriele Corradi non si facciano ingannare dal tentativo del primo cittadino: solo fumo negli occhi, per cercare di salvare il salvabile a livello di immagine.

E a proposito di Franchino, il caso Chiti è già nel dimenticatoio? Se l'eretico non si è perso qualche passaggio, il Sindaco non ha nemmeno snocciolato l'ipocrita rosario della "fiducia nella Magistratura", per il consigliere suo strettissimo collaboratore. Non si fa più nemmeno finta, ormai...
Franchino, almeno non ci prendere per il sederino!

Ps Perla di giornalismo de La Nazione di oggi (tale Paola Tomassoni, o giù di lì). Come era Franchino in Consiglio comunale ieri? "Volto teso, riflessivo, partecipe delle tante voci intorno...più volte porta il viso fra le mani...un discorso lucido, coerente (???, Ndr) e dettagliato". Altro che Franchino, questo è un politico a metà strada tra Churchill e De Gaulle, con una spruzzata di Roosevelt...

martedì 29 novembre 2011

Banca Mps: quando Antonveneta era un "Colpo grosso"...

  Del Monte dei Paschi di Siena, di quella esse maiuscola finale, ormai si può e si deve parlare al passato. Tutto grasso che cola, per l'eretico: costretto dalla corruttela locale ad impelagarsi nel Presente della cronaca giudiziaria, ma ben più a suo agio nella prospettiva storica.

 Monte dei Paschi e Siena, dunque, sono diventate un ossimoro. Dato che tutti ormai devono ammettere a denti stretti che l'errore degli errori è stata l'acquisto di Antonveneta, nel novembre 2009, cosa c'è di amaramente più godibile che ritornare a quei giorni di esattamente 4 anni or sono?
La stampa locale - incredibile a dirsi - accolse la notizia con toni da Minculpop dopo l'entrata del maresciallo Badoglio in Addis Abeba (anno XIV dell'era fascista): "Colpo grosso, Antonveneta a Mps", titolò per esempio l'house organ Mps, il Corriere di Siena. Il "colpo grosso" (leggasi clamorosa plusvalenza)era in realtà degli spagnoli del Santander, ma non sottilizziamo...
La Cgil, per esempio, andò in estasi sindacale, al punto che il commento congiunto di Giuseppe Minigrilli ed Antonio Damiani (responsabili della Fisac Cgil Toscana il primo, della Fisac Gruppo Mps il secondo) merita di essere ricordato, e per esteso:
"Una crescita di grande valore: è la risposta a tante maliziose accuse del passato, si può crescere mantenendo FORTE IL VALORE DELL'AUTONOMIA E DEL RADICAMENTO TERRITORIALE". Già il giorno dopo - il 9 novembre - il mercato premiò l'operazione con un sonoro -10,5%: i due Di Vittorio dei bancari, però, non rilasciarono nuove dichiarazioni...
Parlò invece, con la consueta autorevolezza, Mussari Giuseppe:
"I titoli in calo? Noi NON SIAMO AFFATTO PREOCCUPATI, nella maniera più assoluta. Bisogna essere fiduciosi nelle proprie capacità. Siamo convinti di farcela e ce la faremo".
Think positive, not negative, avrebbe potuto dire, se avesse conosciuto l'inglese...
Franchino il Ceccuzzi non stava nella pelle dalla contentezza ("Antonveneta sorella gemella di Mps" e sbrodolate simili), e l'allora Segretario provinciale del Pd Simone Bezzini, per non essere da meno, lasciò parole da scolpire nel marmo:
"Una operazione di grande rilievo che PROSPETTA ORIZZONTI DI CRESCITA IMPORTANTI per quello che è ormai il terzo gruppo bancario italiano".
Beh, smettiamola con il masochismo: tanto fino a quando chi di dovere non spiegherà il perchè degli almeno (almeno!) due miliardi di euro abbondanti in più pagati per l'Antonveneta, è inutile infierire più di tanto.

  Il 5 novembre 2009, un ignoto fattorino del Monte rubò carte di credito e buoni pasto per circa settantamila euro dalla posta interna della Banca. Un delinquente, niente da aggiungere. Arrestato, il Gip convalidò l'arresto, e finì giustamente in galera a Santo Spirito (l'eretico non sa per quanto tempo).
 Perchè ho raccontato questo brutto episodio, un latrocinio come tanti altri? Boh, non lo so: mi è venuto così...

lunedì 28 novembre 2011

Mps crash: fortunatamente ci sono anche i buoni...

   
  Per quanto attiene alla situazione di Banca e Fondazione, basti solo il dire che a Gabriellone Mancini pare sia toccato lavorare anche la domenica (e a Messa, come avrà fatto ad andare? Avrà anticipato al sabato?); i numeri parlano da soli: bastano ed avanzano.
Nel marasma generale, fa piacere che stamattina qualcuno - cioè gli aderenti al Comitato che cerca di monitorare la crisi montepaschina - si ritrovi per fare il punto della situazione: c'è gente che va da sinistra ( il gruppo di Laura Vigni ) alla Lega, liste civiche (Corradi e De Risi) e cani sciolti, curiosamente preoccupati del Mps crash più del pur amaro goal interista al novantesimo o dell'infortunio di Kaukenas (auguri, ovviamente). Questi sono i "buoni": non certo perchè immacolati a priori (non hanno mica la moralità dell'Arcivescovo), ma perchè sono cittadini (alcuni mai candidati, tra l'altro) che in questi mesi (e qualcuno in questi anni) hanno cercato di informarsi e di informare una cittadinanza in maggioranza piena di materiale suino davanti agli occhi. Esistono dunque anche i buoni, in questo triste contesto: sono quelli che bene o male resteranno in città anche quando Gabriellone tornerà a fare lo scapolone d'oro a San Gimignano e Mussari Giuseppe si dedicherà a capitalizzare a Roma (magari in politica) ciò che ha messo in essere nella città del Palio, in modo sistemico e quotidiano, in questi dieci anni di dominio. Questi - per chi non l'avesse capito - sono i "cattivi", insieme al loro codazzo di miracolati di ogni risma.

 Per capire come si sia potuti arrivare fino a questo punto, ancora una volta basta analizzare la stampa: lasciamo stare quella cittadina per non infierire, concentriamoci per esempio su Repubblica Affari e finanza di stamattina. In cui - a pagina 21 - compare un articolo a firma di Adriano Bonafede (nomen omen?), intitolato "L'ultima battaglia di Mussari sulla linea del Piave di Mps".
Articolo tipico per capire l'abile ragnatela relazionale che la Banca (a suon di quattrini) ha saputo creare in questi anni per indorare le pillole amare. In tutto l'articolo, giusto per sintetizzare, risultano clamorose almeno 4 omissioni:
1) Nessun accenno alla mancata restituzione dei Tremonti Bond (captatio benevolentiae verso il commercialista più potente d'Italia, chissà perchè...), per i quali si era motivato l'aumento di capitale concretizzatosi all'inizio di luglio 2011 (il prossimo, sarà quello del ko definitivo);
2)Nessun cenno all'errore degli errori (Antonveneta strapagata): ci si limita ad un sulfureo "Però qualcosa è andato storto". Ma va...
3) Nessun accenno ai guai giudiziari di Mussari stesso, a Galaxopoly: nonostante che il suo coinvolgimento nella procedura d'evidenza di Ampugnano non sia avvenuta in relazione al cittadino Mussari, ma al Presidente Mps Mussari Giuseppe, con pieno coinvolgimento, tra l'altro, di altri papaveri di Fondazione e Banca. Bonafede, forse, non era informato;
4) Nessun riferimento a possibili (doverose) dimissioni, anzi NON SI ESCLUDE UN SUO (DI MUSSARI) TERZO MANDATO ("adesso non è detto", scrive a questo proposito Bonafede).

Ps Questo articolone è - come detto - a pagina 21 di Repubblica Affari finanza di oggi; a pagina 22 - per puro caso - c'è una paginata intera di pubblicità. Di Paskey mobile banking: cioè del Monte dei Paschi di Siena...

domenica 27 novembre 2011

Il Palio di Ceccuzzi se lo tenga lui...

 
  L'articolo scritto giusto domenica scorsa ("Il mimo e la mimma") ha innescato, a livello di commenti, un interessante dibattito sul ruolo delle Contrade (solidarietà ed altro). Visto anche quello che è successo a livello disciplinare in questo novembre, forse è il caso di una riflessione domenicale. Che partirà dall'ipersintesi del discorso: a tanti, tantissimi (non ultimo lo scrivente) questo modo di gestire il Palio fa venire i conati di vomito (mi scuso per lo stilnovismo...). Il Palio di Ceccuzzi, il PALIUZZI gestito dal "nostro" Sindaco, NON CI PIACE!

   Della mancanza di solidarietà, si è detto; magari fosse solo quella...ciò che si vuole soffocare sono altre cose, che qualunque regime (anche uno a bassa gradazione, come quello senese) teme: per esempio, lo spontaneismo. Che non si vuole più tollerare neanche in campo paliesco, ormai: la vicenda delle punizioni comminate alla Pantera ed al Nicchio sono penosamente emblematiche.
 Pantera punita perchè "al passaggio del cavallo e del popolo...nel territorio della Nobile Contrada dell'Aquila veniva intonato il canto...la "Corrente elettrica è una corrente forte, chi tocca un panterino pericolo di morte", in contrasto agli accordi intercorsi dinanzi al Sindaco".
 Ma ci si rende conto per cosa è stata sanzionata - seppur blandamente - una qualunque Contrada, oggi la Pantera, domani un'altra? In un Palio lacerato dalle scommesse clandestine, da strani arricchimenti di dirigenze miracolate, di fantini che irreggimentano veri e propri cartelli ai loro servigi et alia, il Comune censura un canto come la corrente elettrica...
Lo scorso 14 novembre ho letto con interesse un intervento dell'avvocato Arturo Viviani sulla questione: il quale scrive da contradaiolo, ma anche, e soprattutto, da persona assennata. Scrive di vera e propria "mania di ingessatura", e ribatte che ormai il Palio si sarebbe ridotto ad una sorta "di spettacolo teatrale anche un po' farsesco, con i contradaioli ridotti a pupi e marionette condotte con i fili dall'alto". Non conosco il Viviani, ma concordo pienamente su ciò che ha scritto e che ho parzialmente riportato.
La "mania di ingessatura", la blindatura dello spontaneismo, per il popolino sozzo; ai tavoli alti, diciamo che c'è più tolleranza per lo spontaneismo: per esempio, uno che fa il Presidente della Banca Monte dei Paschi ha un suo cavallino? Che lo porti pure al Palio, ci mancherebbe, ci mancherebbe: si può forse proibire ad un galantuomo come Lui di farlo? E se qualche suo amico stretto vuole diventare Capitano (magari il suo avvocato, per dire), chi è mai che potrebbe dirgli alcunchè?

 Uno dei commenti all'articolo di domenica scorsa proponeva di lasciare le 17 Contrade in mano solo e solamente ai profittatori sociali che ne mantengono saldamente le redini (ovviamente con le eccezioni di carattere personale, ma senza che mai i disinteressati delle dirigenze dicano mezza parola che sia mezza contro questo obbrobrio), a quelli che sotto elezioni arrivano con il santino giusto e con le promesse ben indirizzate.
Non sarebbe giusto, però la voglia è davvero tanta: il Palio di Ceccuzzi, il PALIUZZI se lo tenga lui, visto che gli garba tanto...

Ps La Brambilla non è più Ministro (se Dio vuole): ma qualcuno - oltre al Cenni ed al Ceccuzzi - ha mai pensato che l'esistenza della Festa senese fosse in dubbio per gli strali brambilliani? Se sì, si presenti - fuori tempo massimo, peraltro - dalle parti di Porta Romana...

Acampa's week (IV): finalmente anche un cattolico si inkazza!

   Finalmente qualche cattolico adulto senese (per riprendere una celebre autodefinizione di Romano Prodi) si sveglia, si mette a scrivere e ad accusare l'ormai (da tempo) insostenibile situazione della Curia senese, della Banda della Curiana, per capirci.

 Ci sono le vittime di clamorose ingiustizie (il prof. Franco Nardi su tutti, che ha scritto anche al Presidente della Repubblica per cercare Giustizia, visto che queste benedette motivazioni NON ARRIVANO!); ci sono stimati professionisti non pagati, colpevolmente, da Acampa, nonostante il lavoro svolto; ci sono preti che hanno avuto il coraggio di parlare in Chiesa o financo di scrivere contro la banda della Curiana; mancava un cattolico praticante che avesse le palle (mi venga scusato il francesismo) di mettere nero su bianco ciò che pensa del Vescovo e dell'Acampa Giuseppe. A livello di mugugno, sono tutti maestri: quando c'è da mettere mano alla pennina, allora sì che vengono fuori i problemi...
A questo punto, una domandina: quale categoria del composito mondo cattolico senese manca, per avere completato il raggio del dissenso? Manca un sacrestano, in effetti...

 Francesco Galli è un bravo organista (non chitarrista da heavy metal, organista...), senese da generazioni, brucaiolo, legato alla parrocchia dell'Alberino per motivi familiari: un profilo davvero al di sopra di ogni sospetto, non certo paragonabile a quello di altri curianisti dalla carriera al neutrino, per esempio.
Il Galli ha fatto pervenire (non solo all'eretico, peraltro) una sua lettera esplosiva, dirompente: un j'accuse di quelli che lasciano il segno. Per non fargli avere potenziali noie legali, ne riporto solo qualche stralcio.
Il Vescovo viene definito "prepotente, dispotico, arrogante" (chi l'avrebbe detto...); procedamus:
 "Perchè da cattolico praticante devo tollerare per 10 anni un VESCOVO DI CUI NON CONDIVIDO NULLA DI QUELLO CHE FA E CHE DICE".  Perchè - caro Francesco -  il Vescovo fa quel che c..avolo gli pare e piace, per la monarchia elettiva vaticana. Punto e basta. Però poi non date la colpa all'eretico se la gente diserta le Messe e non contribuisce più con i soldini di tasca, eh...almeno un sussulto di decenza è richiesto!
Il Galli continua, portando avanti istanze che in terre più evolute e mature dal punto di vista religioso (si pensi ai movimenti di base tedeschi, tipo Wir sind Kirche) sono all'ordine del giorno, mentre da noi sono rivoluzionarie.
Per il Galli, si dovrebbe modificare anche quel passaggio della Messa in cui si fa riferimento all'unione con il Vescovo, in casi drammatici come quello senese:
Invece di "In unione con il nostro Vescovo Antonio", "In unione con il nostro Vescovo Antonio quando e se lui stesso cambierà atteggiamento verso la sua comunità sforzandosi di essere più trasparente".
Finale non andaluso:
 "In questi anni le è mancato il dialogo con la comunità, non ha creato le occasioni per dirci davvero cosa sta succedendo, dove stiamo scivolando. Sig. Buoncristiani la Chiesa è gravemente ammalata ma senza un dialogo vero nulla può cambiare. La Chiesa di Dio non può essere una questione di INTESE CON I POTERI FORTI O UNA SPA PER LO SMISTAMENTO IMMOBILIARE. Io in questa Chiesa non mi ci riconosco più".

Firmato dal cattolico praticante Francesco Galli; controfirmato dall'eretico...

sabato 26 novembre 2011

Buonconvento censurata dalla Rai!

 
  Giovedì mattina l'eretico era in Val d'Arbia a dare una mano ad una brava giornalista della Rai (Raidue, trasmissione L'ultima parola) che era a Buonconvento per cercare di capire qualcosa del rapporto fra il paese e il Borgogni Lorenzo di Finmeccanica. Avendo letto sul blog i miei pezzi, mi aveva contattato.
 La giornalista ha potuto facilmente rendersi conto dell'omertà imperante nel borgo medievale: appena le è stato aperto il mitico Teatro dei Risorti, alla prima domandina (in positivo!) sul Borgogni Lorenzo, l'apriteatro si è subito irrigidito, manco gli avessero chiesto notizie a proposito di chissà chi. L'interno del teatro dove nel settembre del 2009 Borgogni offrì al popolino addirittura Massimo D'Alema in carne ed ossa (sì, proprio il grande statista!!), non è stato mostrato ("c'è confusione, c'è roba in giro, meglio non riprendere"). Si preparava una imperdibile serata a base di musica anni Ottanta, in effetti (ma in quel momento nessuno ci stava lavorando, all'interno del teatro).
La giovane giornalista, poco dopo, è entrata in una salumeria della Via principale, proprio di fronte al Comune. Entrata in punta di piedi, domandina di rito sul Borgogni: il giovanissimo salumaio - forse ammaliato dai 15 secondi di celebrità che gli si paventavano davanti - si lascia sfuggire qualcosa, peraltro del tutto favorevole al Borgogni. Dopo alcuni minuti, arriva di gran carriera la madre del suddetto salumaio, con biciclettina d'antan:
 "Non provatevi nemmeno a fare vedere niente di quello che avete ripreso, sennò qui finisce male!", e giù con la litania che "qui a Buonconvento ci si conosce tutti e tutti si collabora, il Borgogni come tutti gli altri. Poi ci sono i rioni, la Festa...". Sembrava Franchino il Ceccuzzi quando parla del Palio (quello di Siena).

  Questo solo per sottolineare un paio di episodi, tacendo di tutti i passanti colti da raptus da impegno inderogabile, se richiesti di dare mezzo parere sul Borgogni Lorenzo e sui voli con l'ormai celebre elicottero targato Finmeccanica.
La troupe Rai resta allibita; l'eretico parecchio, parecchio meno.
Evidentemente mezzo secolo circa dalla fine della mezzadria, non è stato sufficiente - per la maggioranza dei buonconventini - per affrancarsi dall'idea dell'uomo forte e di una socialità vissuta in modo marcatamente gerarchico. Va beh, c'è ancora tempo...

Ps Per inciso, questo servizio ieri su Raidue NON è andato in onda. Sarà venuto male, si vede. Eppure a me la giornalista pareva brava, e la tematica stimolante...

venerdì 25 novembre 2011

Sanità: il dottor Marco Picciolini, altra carriera al neutrino...

 
  Come incipit del consueto venerdì sanitario, non si può non ripartire dall'articolo di Repubblica dello scorso 12 novembre (pagina 4 del regionale) in cui il Governatore Enrico Rossi - a margine di una foto in cui appare a mo' di descamisado, con toni da gladiatoria barricata politica - annunciava un piano di forte riduzione degli stipendi dei dirigenti delle aziende ospedaliere regionali (nonchè il blocco del turn over fino al 2014).
Diciamo che - in attesa della scure rossiana - oltre alla dottoressa Benedetto in Rossi c'è chi non potrà comunque lamentarsi troppo.
 Per esempio il vicedirettore sanitario nonchè Direttore del Dipartimento di programmazione aziendale, il dottor Marco Picciolini, monaciano di ferro (di rito albertiano, si capisce).
L'8 aprile del 2010, Laura Benedetto imperante, con la delibera 256, al suddetto Picciolini viene attribuito un "incarico di Responsabile del Progetto Speciale "Riorganizzazione delle rete ospedaliera e passaggio al modello gestionale dipartimentale"". Per l'ex anestesista, una gran bella responsabilità, dunque: non a caso, il tutto ha una durata di ben tre anni. Oltre allo stipendio, il Picciolini si porta a casa per il suddetto incarico 38,400 eurini (lordi). Siamo ad aprile 2010, come appena detto.
Passano circa 6 mesi, ed ecco che arriva un'altra determinazione della Usl 7 (datata 3 novembre 2010, numero 692), con la quale il Picciolini ottiene il "conferimento incarico di Direttore della struttura complessa UO Programmazione Sanitaria Interaziendale". Si aggiungono euro 23.292,62 per il nuovo incarico appena descritto.
A parte i soldini, il quesito è questo: ma per riorganizzare la retre ospedaliera, non ci volevano tre anni, come scritto nella delibera dell'aprile 2010? Qui dopo sei mesi, tutto sembra messo a posto!
 Oh ragazzi, quando uno è bravo, è bravo: e il dottor Marco Picciolini, modestamente, lo è...

Ps Nei prossimi venerdì, ci occuperemo di altri dirigenti al neutrino dell'era benedettiana. E l'eretico - noto profeta di sventura - raccomanda tutti i suoi lettori di vigilare con attenzione sul Bilancio della sanità senese: i soliti uccelli del malaugurio gli dicono che è questione di settimane, forse di mesi, dopodichè...

giovedì 24 novembre 2011

Galaxopoly: adesso si decolla, allacciare le cinture!

  Chiuse le indagini sull'ingresso del Fondo Galaxy in Ampugnano, per i fatti risalenti al settembre 2007. Il PM Antonino Nastasi ha concluso il suo lavoro. I pezzi grossi (Mussari Giuseppe, Torchia Luisa, Parlangeli Marco) ci sono tutti, nessuno escluso. Ci sarà tempo e modo per riparlare della spinosa vicenda, personaggio per personaggio.

  Per intanto, godiamoci l'operazione nascondimento ad opera del cartaceo locale: il Corrsiena mette un micro-richiamo in mezzo alle notizie paliesche (in ben altra evidenza, ovviamente), usa il condizionale e - cosa la più significativa fra tutte - NON FA UN NOME UNO, NEANCHE A PAGARE ORO. Chapeau.
La Nazione del martire del giornalismo d'inchiesta Strambi (che ha appena finito di piagnucolare per la questione dell'Università e della perquisizione subìta) ripropone il già sperimentato metodo del titolo sul locale, ma con articolo e nomi nell'economia nazionale., a pagina 28 dell'altro pezzo di giornale. Notoriamente quello su cui solo una minoranza di lettori va a perdersi. D'altra parte, pagina 2 e 3 del locale avevano materiale davvero imperdibile:
"Un giorno nel laboratorio di "Siena art institute" per toccare con mano uno spazio a misura di fanciulli", by tale Natascia Maesi (fa rima con Valdesi...). E giù foto di pargoletti con le mani nella creta e nel pongo o in qualcosa del genere. Ciliegina? In alto, un logo speciale recita: "Le nostre inchieste". Ma un pochina di vergogna, caro Strambi, proprio no, eh?

  A questo punto, quasi tutti i gangli del potere della Casta di Siena sono sotto processo: Provincia (Cinghialopoli, e non solo), Comune (per ora il Consigliere, non dimissionario, David Chiti, pretoriano ceccuzziano docg), dell'Università non si sta nemmeno a dire per pietà, il Presidente della Banca (e l'ex Provveditore della Fondazione Parlangeli) indagato per FALSO IN ATTO PUBBLICO E TURBATIVA D'ASTA. Andiamo in Provincia? Casole d'Elsa è una santabarbara di abusi edilizi e di relativi processi, Poggibonsi invece pure; su Buonconvento aleggia la sinistra ombra del Borgogni Lorenzo (di cui si riscriverà a breve), anche se lì le Procure indaganti sono altre. L'Azienda ospedaliera - come si dice - è in stand by...

 Vent'anni or sono, in uno scenario simile, i cittadini onesti di Milano scesero in piazza, osannando Di Pietro, Davigo, Colombo e Borrelli, con più parti politiche che vezzeggiavano i manifestanti (all'inizio, anche Berlusconi, sic).
A Siena, in Procura, il trio (in ordine alfabetico) Marini- Nastasi - Natalini sta facendo vedere di non guardare in faccia davvero nessuno. Il dottor Nastasi è un siciliano molto appartato: bene così, meno rinfreschi si fanno, a meno premi si presenzia, meglio è (e la linea ne trae giovamento!).
 Non li facciamo sentire del tutto isolati ed emarginati da quel che resta del senso civico e di legalità in questa città: possibile che fra l'associazionismo di ogni genere, liste varie, singoli di peso, non ci sia nessuno che si esponga per dare sostegno al suddetto tris? Perchè nessuno organizza niente, mettendoci la faccina o facciona che sia? Questo blog assicura presenza e pubblicizzazione del tutto: lo si dice da subito, senza ma e senza se. Perchè a Milano sì, e a Siena no?

Ps Per urgenza legata all'attualità, per oggi è sospesa la puntata dell'Acampa week. Che riprenderà ovviamente domani...

mercoledì 23 novembre 2011

Acampa's week(III): il monsignor non pagatore...

 
   Dopo due puntate per così dire "giudiziarie" (che non si esauriscono certo qui, peraltro), il pezzo del mercoledì dell'Acampa's week concerne il Dio denaro.
Per cominciare, l'eretico segnala ai suoi lettori che proprio oggi esce l'atteso libro del giornalista Stefano Livadiotti "I senza Dio L'inchiesta sul Vaticano" (Bompiani editore), di cui c'è una succulenta anticipazione nell'Espresso in edicola fino a domani. Una delle cose che vengono fuori già dall'anticipazione, è che "più di un miliardo l'anno (arrivano, Ndr) dallo Stato italiano per pagare gli stipendi dei preti. Per i quali però bastano 361 milioni. E le altre centinaia?".

  A Siena, vista la vita di ristrettezze della Curia e la generale crisi economica che incide a tutti i livelli, si cerca di risparmiare, come è giusto che sia, no?
L'eretico ha già documentato il caso dell'ingegnere senese Pietro Mele che, per farsi pagare quanto dovuto per il suo lavoro di progettazione del Palazzetto dello sport del Costone, è dovuto ricorrere alla Giustizia, perchè Acampa non ne voleva proprio sapere. E Acampa ha perso l'arbitrato...

  Nei giorni scorsi, è arrivata nelle disponibilità ereticali una interessante lettera: questa volta non di un ingegnere come il Mele, ma di un architetto senese, Mauro Putti, cattolicissimo parrocchiano del Beato Bernardo Tolomei. Il quale il 19 luglio 2011 (il giorno dell'assoluzione dell'Acampa, assoluzione della quale ancora si attendono le motivazioni!!) scrive una lettera all'Arcivescovo Buoncristiani, sperando ingenuamente di trovare ascolto in lui. Come d'abitudine, se non si è nei giri giusti (cioè in quelli acampiani, per capirsi), il cittadino Buoncristiani NON si degna neanche di ricevere i richiedenti ascolto (come ben sa l'ex archivista Franco Nardi, mai ricevuto e rimosso dall'incarico per manifesta innocenza nella questione dell'incendio).
"A seguito del colloquio con don Acampa, suo economo, sono a rivolgermi a Lei come un figlio ad un padre, per illustrarle la mia posizione e chiederle un atto di giustizia".
 Beata ingenuità dell'architetto devoto: non a caso, MAI RICEVUTO DAL BUONCRISTIANI, a seguito della scottante lettera.
Il Putti chiedeva almeno una quota del compenso che gli sarebbe, a suo dire, spettato per il progetto della Chiesa del Beato Bernardo Tolomei.
Per farla breve e non scendere in dettagli per i lettori inutili, alla fine della lettera il Putti scrive:
"Alla richiesta di quanto a me dovuto per i due progetti di massima senza tenere conto nè della rivalutazione nè del danno per la perdita di un lavoro molto importante e ciò nonostante applicando uno sconto del 25% ho chiesto 25.000 euro (contyro i 33.000 dovuti applicando solo il progetto di massima) mi sono sentito dire dal suo economo don Acampa CHE NON AVEVO DIRITTO A NIENTE (io credo che il lavoro debba essere pagato) MA CHE AL MASSIMO QUANTO DA ME ESEGUITO LUI LO VALUTAVA IN 3.000 MASSIMO 5.000 EURO".

  La "dottrina-Acampa", in nome e per conto di Dio, è sempre la stessa: chi lavora con la Curia dfi Siena, viene pagato "male", sia a livello di denaro, che di tempistica dei pagamenti. L'eretico ha portato un paio di esempi ampiamente documentati, ma dire che questi sono gli unici, sarebbe una bestemmia, e di quelle da peccato mortale. Da andare subito a confessare...

martedì 22 novembre 2011

Clamoroso in Stalloreggi: l'eretico incontra Fatima!

   Lasciata la sua macchinina in zona Porta Laterina, l'eretico si stava dirigendo, con olimpica calma, verso Via di Città per alcune compere.
In Via Ettore Bastianini, il primo incontro del tardo pomeriggio prometteva decisamente male: con la sua tipica andatura da ex lottatore in disarmo, scendeva dal centro Gabriellone Mancini, con tanto di borsa e di bustone (chissà con cosa dentro, e soprattutto per chi...). Già l'eretico l'aveva dovuto vedere la mattina precedente, in allegro conversari con il cittadino Buoncristiani in occasione dell'inaugurazione dell'Anno accademico di quel che resta dell'Università di Siena.
"Chi mal comincia è a metà dell'opera", ha pensato lo scrivente, amareggiato dal trovarsi cotanta persona tra gli zibidei anche in un'innocente passeggiatina serale.

   Imboccata Via Stalloreggi, però, l'orecchio ereticale ha sentito una dolce vocina parlante al cellulare in inglese, dalla parte opposta della Via; quando, allertati dall'orecchio, gli occhi hanno visto, che cosa hanno visto, se non lei, la Fatima protagonista femminile indiscussa del Foloso sanese?
Un'occasione così non si poteva perdere, anche perchè l'eretico spesso si era posto questa domanda, invero cruciale: ma l'affascinante iraniana, lo saprà di essere protagonista sul blog?
Espletate le presentazioni di prassi in pochi attimi, si è palesato il dramma comportamentale: come fare a spiegare ad una gentildonna iraniana - sebbene da tempo di stanza a Siena - cosa sia il Premio Foloso sanese? Impresa oltremodo ardua...
"Tu lo sai per caso cosa vuol dire foloso?", è stata la domanda, impertinente quanto sciocchina. Ovviamente Fatima è caduta dalle nuvole.
"Eh, insomma tu leggi il blog, poi capirai!", ho cercato penosamente di concludere.
Guardandomi con una simpatica aria di commiserazione, mi ha assicurato che l'avrebbe fatto. Chissà, e chissà soprattutto cosa penserà dei commenti dei lettori che l'hanno votata.
 Associandomi a quanto scritto da alcuni suoi votanti, una cosa va detta: l'ottima Fatima di certo danni pari a quelli fatti da Gabriellone non ne ha compiuti, per la comunità senese...
 

Acampa's week (II): l'inquietante doppione del monsignore...

   
   Più si rileggono le carte del Processo Acampa (in attesa di leggere altro, cioè le motivazioni della sentenza assolutoria del Giudice Gaggelli, ancora latitante...), più vengono fuori cose davvero esilaranti, perse nella mole dei fascicoli.
 Alzi la mano chi sapeva, per esempio, che monsignor Acampa ha un suo "doppione"? Bene, dal Processo è venuto fuori anche questo: in pratica, a parte chi abbia appiccato il fuoco il 2 aprile 2006, è venuto fuori (quasi) di tutto.

  Ma andiamo con ordine. Il 19 giugno 2009 viene interrogato Gianluigi Manganelli, il dirigente della Polizia che aveva indagato su Acampa, coordinato dal Pm  Nicola Marini. Il suo è un interrogatorio fiume; viene ovviamente controinterrogato dai difensori acampiani De Martino e Mussari Giuseppe.
 Soprattutto quest'ultimo si vede lontano un miglio nautico che ha ben poca simpatia per il Manganelli: lo si vede da come gli si approccia durante il contrinterrogatorio (cui era presente anche l'eretico, insieme alla multiforme ed immancabile compagnia di giro acampiana).
Mussari cerca di mettere in difficoltà colui che è giunto ad una idea di colpevolezza sul suo assistito, come è giusto che sia; ad un certo punto, coup de thèatre: entra in scena - non fisicamente - il doppione di Acampa Giuseppe!!
Viene fuori che, durante le indagini, ci fu un "incidente di percorso", causato dal fatto che "da un'analisi dei codici fiscali risultò che Acampa Giuseppe e Campanile Giuseppe sono nati nella stessa data di nascita e hanno il codice fiscale uguale. Può accadere in Italia che due cittadini abbiano lo stesso codice fiscale, quindi, ovviamente, ci risultò un'utenza in più, un'utenza telefonica...una pista che non portò a nulla", conclude il dottor Manganelli.
Il povero Giuseppe Campanile, dunque, del tutto estraneo all'incendio ed al Processo allora in corso, nell'ottobre del 2006 si trovò ad avere il telefono per qualche tempo intercettato. Oltre all'archivista Franco Nardi, un'altra vittima (questa inconsapevole) delle indagini su Acampa e di quel maledetto incendio...

 Quanto al monsignore, che dire? Chissà che impressione gli avrà fatto, il sapere di avere un sosia a livello di codice fiscale: un tema quasi pirandelliano, quello del doppio. Una sorta di "Fu Giuseppe Acampa", magari?
Mah...certo, magari gli si potessero addebitare un po' di fatturine arretrate, potrebbe avere pensato l'Acampa Giuseppe...

lunedì 21 novembre 2011

Acampa's week (I): il teste Vittorio Pacciani

 
   Iniziamo la settimana acampiana pre Sant'Ansano con il presentare al pubblico del blog la sintesi del verbale di interrogatorio di un teste decisamente importante, per vari motivi, nel famoso Processo al monsignore, culminato nella assoluzione del 19 luglio scorso, di cui ancora si attendono le gaggelliane motivazioni, come ricorderemo fino alla nausea (nausea più, nausea meno...).

  Nato il 24 luglio del 1940 a Siena, Pacciani era un insider: lavorava negli uffici della Curia, lavorava nei computer curiali, procedeva all'accatastamento di dati di ogni genere sulle proprietà. Aveva davanti ai suoi occhi la ciccia, quella vera.
 Interrogato dal Pm Nicola Marini il 19 giugno del 2009, il Pacciani ci offre una descrizione dall'interno della quotidianità lavorativa dell'Acampa che merita di essere conosciuta (ovviamente, tutto materiale vergine per la stampa acampiana):
"Acampa è un tipo un po' rigido, un po' strano, non salutava mai, non ringraziava mai...a volte scortese". Antipatia personale? Sia pure, sia pure. Magari motivata, ma sia pure. Siamo comunque nel campo delle relazioni interpersonali, quindi ci sta tutto.
Certo più cogente è ciò che fa mettere a verbale il Pacciani poco oltre:
 "Non si muoveva foglia (negli uffici della Curia, Ndr) se don Acampa non voleva che si muovesse...".
 La cosa si fa vieppiù interessante, indubbiamente. Anche perchè l'ex collaboratore volontario (sempre al lavoro gratis in Curia, a differenza di tutti i testi pro-Acampa...) arriva anche - pur con tutte le cautele di chi non vuole esporsi troppo e di chi conserva una sorta di ancestrale rispetto per l'autorità ecclesiastica - a offrire il movente dell'incendio del 2 aprile 2006:
"C'era tanto giro, secondo me, di beni immobili, cose...è stato bruciato proprio quel computer lì dove c'erano tutte...Perchè mi vai a bruciare quello e non quell'altro? Se mi bruci quello, mi dai da pensare...tutto l'accatastamento di tutto...erano stati distrutti dei punti in cui erano i punti chiave di tutto il lavoro fatto".
Pacciani lavorò (gratis, è bene ribadirlo: e senza avere neanche le chiave degli uffici!) in Curia fino all'ottobre del 2005, come verrà fuori dal controesame dell'avvocato acampiano De Martino (Mussari aveva poca voglia, quel giorno, e si limitò ad una domandina finale).
Stimolanti anche le dichiarazioni di Pacciani sul modus operandi all'interno di quegli uffici - in cui lui era l'ultima ruota del carro trainato da Acampa, pare proprio di capire -, dichiarazioni che contrastano totalmente con il tanto decantato efficientismo che - secondo il suo stesso, autorevolissimo giudizio - il braccio destro del Vescovo avrebbe portato negli uffici curiali.
Ascoltiamo ancora il buon Pacciani:
"Era tutto un levare e un mettere...mi danno dei dati, avevo il foglio del Catasto, avevo la Curia, la Chiesa...era tutto un rielaborare (e non da parte del Pacciani, Ndr)".

  Era tutto un mettere ed un levare, dunque; in seguito - da parte di ignoti - è stato tutto un bruciare...
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domenica 20 novembre 2011

Il mimo e la mimma...

   
  Continuano ad arrivare biglietti e pensieri di ogni tipo, in Piazza Tolomei a Siena, per ricordare il mimo polacco scomparso, a soli 43 anni, l'altro giorno: una morte come nessuno di noi se l'augura, e non solo per l'età.
 Solo, solissimo di una solitudine incarognita; contornato, sul letto di morte, da bottiglie di vino e birra, verosimilmente per cercare di alleviare la solitudine. Cercando e trovando un amico sbagliato.
 Il Comune si è offerto di pagargli il funerale, visto che i parenti, dalla Polonia, non possono farlo: bel gesto, sul quale l'eretico si sente di essere d'accordo con il Sindaco Ceccuzzi.
 Con lo stesso spirito propositivo e (stranamente) non polemico, vorrei segnalare ai lettori e a chi di dovere che sulle stesse lastre divenute il teatro del mimo polacco negli ultimi sei anni, tutti i santi giorni - senza avere la possibilità di fare divertire nessuno, nè grandi, nè piccini - c'è invece una "mimma" senese, che trascina la sua amara esistenza in condizioni penose. Cammina, se così si può dire, con il capo reclinato, incapace di un'andatura eretta, financo dignitosa. Se non si muove, si siede lungo il Corso, con lo sguardo fisso nel vuoto, spento, chissà se desideroso di essere riacceso o meno. Sembra uscita dritta dritta da un romanzo dickensiano.  Pare proprio che non sia in grado di badare a se stessa.
 Credo, spero che in tanti si saranno posti il problema: che fare di questa madre (ora senza più bambino, a quanto è dato vedere: ed è un bene per la creatura, intendiamoci), che non ce la fa ad affrontare la quotidianità?
 La vita del mimo poteva ingannevolmente sembrare un'esistenza dorata, mentre la sua fine ci ha fatto capire che non lo era affatto; la quotidianità di questa donna, che non sia dorata lo si vede subito, non c'è possibilità alcuna di inganno. Non esistono alibi, travestimenti che reggano. Non aspettiamo che cada, che stramazzi per terra in strada (se non l'ha già fatto): se possibile, chi è preposto la aiuti.
Senza nessuno spirito polemico: solo con la speranza che un barlume della sacrosanta pietà per il mimo polacco, avanzi anche per la mimma senese...

Il Borgogni tiene famiglia (a Buonconvento)...

  Con oggi, con la sua autosospensione da Finmeccanica, se Dio vuole per il Borgogni Lorenzo di Buonconvento si chiude il sipario di una triste vicenda italiota. Dispiace per Finmeccanica in caduta libera (rappresenta comunque l'Italia), parecchio meno per il dominus della Val d'Arbia: ora sta ai buonconventini, il fare due conti. Il Borgogni è una gloria locale cui tributare deferenza, o piuttosto un'onta paesana?
 Messo alle strette da Pm cazzuti quali Ielo, Sabelli e Bombardieri (l'ultimo francamente ignoto all'eretico), il ras di Buonconvento deve avere perso parecchia della sua spavalderia, lo scorso 11 gennaio, negli uffici della Procura romana. Secondo quanto ricostruito da Marco Lillo sul Fatto di oggi (fatto sparire dalle edicole di Buonconvento, come in altre occasioni simili?), il Borgogni ha ammesso di avere raccattato milionate e milionate di tangenti, per l'azienda e per se stesso. Cose che, in tutta franchezza, stupiscono pochi.

  Quello che è interessante ed inquietante al tempo stesso, è il Sistema Borgogni: un Sistema che faceva perno sulle donne di casa. Questo era meno scontato, sebbene non meravigli troppo.
 In primis, sulla moglie, maestra vogliosa di arrotondare il magro stipendio statale: 5 milioni e 600mila euro opportunamente "scudati" dalla signora Borgogni, poi depositati su un conto londinese. Così, con naturalezza. Senza porsi tanti problemi: e poi, se uno maneggia tutti quei soldoni, vuoi mettere le tabelline come le insegna meglio?
 Con una società cui Finmeccanica appaltava, la Renco, l'ottimo Borgogni ha fatto entrare in campo le due figlie:
 "L'unico mio rapporto personale (con questa società, Ndr) è consistito in un piccolo investimento nella società Renco HealthCare da parte delle mie due figlieper due quote di euro 5mila ciascuna, risalente al maggio 2007, epoca di presentazione della Renco al mondo Finmeccanica".
Una di queste due figlie, incidentalmente, è Assessore al Comune di Buonconvento: vogliamo continuare a fare finta di niente, caro Sindaco? Si vuole andare avanti con la soppressata sugli occhi? E questa borgognina non è la stessa che fa la praticante nello studio dell'ottimo avvocato Pisillo, legale di Mussari Giuseppe? Che strani incroci, nel Senese, pur di fare emancipare la popolazione rurale dalla mezzadria...

Ps Il Borgogni Lorenzo ha candidamento ammesso di avere raccattato, nel 2006, un paio di milioncini di euro da Lombardi Stronati, il plurinquisito finanziere romano che diventò Presidente del Siena calcio. Portato in città in pompa magna da Mussari Giuseppe...

sabato 19 novembre 2011

Mps, Banca di Siena dal 1472: fino al...?

  
  Fateci caso, specie se avete i capelli bianchi: si era mai battuto tanto sulla data fondativa del Monte dei Paschi? Si era mai insistito con cotanta veemenza su quel 1472 che tanti ragazzi, in città, confondono spesso con la data della scoperta dell'America? Si era mai enfatizzato fino al parossismo il legame fra la Banca e la città? No, perchè era un legame vissuto come quasi "naturale" dalla cittadinanza; quando accadeva che Siena rischiasse di perderne il controllo effettivo per mano romana, il primo cittadino si dimetteva: vedasi un certo Bargagli Petrucci nel 1936 (questo di ora, non ci pensa nemmeno: anche perchè la colpa è sempre degli altri, quindi perchè dimettersi...).
 Adesso pare di essere davvero vicini al baratro: non lo scrivono solo blog indubbiamente schierati come questo o Mercato libero (che l'altro giorno arriva a dare a Mussari del "traditore della Patria"!), ma anche quotidiani prestigiosi e non certo antiMonte (ricordarsi sempre dell'ultimo Premio Frajese, assegnato al suo direttore Ferruccio De Bortoli): il Corrsera scrive - come tutte le testate - delle problematiche montepaschine legate a questi benedetti titoli fresh 2008, su cui si gioca la partita forse più importante: se l'Eba (European banking authority) continua a NON considerarli parte integrante del patrimonio, la Banca mussariana dovrà senza indugio ricorrere ad un ulteriore aumento di capitale, del quale la Fondazione non potrà assumersi l'onere. Mussari dovrà quindi andare a persuadere i rigidi burocrati ebani (?): ancora non è chiaro in che lingua parlerà, visto che, a gesti, l'obiettivo pare difficile da raggiungere...
I menagrami del giornaletto di Via Solferino (versione on line) vedono Mps nelle fauci del colosso inglese HSBC, e arrivano a profetizzare:
 "crediamo che il destino di Mps sia ormai questione di ore...il colosso inglese HSBC grufola alle porte della città del Palio". Menagrami, menagrami, menagrami.

  In Intesa San Paolo, intanto, dopo l'approdo governativo di Passera (il conflittino di interessi, in effetti...), sempre più potere a quel Marco Morelli (nato a Roma nel 1961), che è un banchiere preparato che dal Monte è andato via, dopo avere ricoperto importanti incarichi a Siena. In effetti, uno laureato in Economia e commercio alla Luiss, in grado di interloquire senza problemi in inglese, capace di ben dosato decisionismo, che ci faceva a Siena?
Il futuro quindi sarà inglese? Ah, saperlo: l'eretico consiglia però vivamente di conservare quelle bordolesi di vino con cui il Direttore generale Vigni oggi sulla Nazione si pavoneggiava. A breve, con il vino di quelle bottiglie, si potrà forse brindare alla Storia...

Ps L'eretico annuncia che di Banca Mps e di Mussari Giuseppe - salvo sorprese clamorose...- la settimana prossima non scriverà; è in effetti in programma, da lunedì, una "Acampa's week", tutta dedicata al religioso senese, ultimamente un po' snobbato, colpevolmente.
 Per prepararsi degnamente alla festività patronale di Sant'Ansano, sentitissima dall'eretico (non a caso, la Casta di Siena uscì in quella data, nell'ormai lontano 2007)...

venerdì 18 novembre 2011

Sanità: il salto della quaglia di Alessandro Piccini...

 
  Eccoci giunti all'appuntamento del venerdì, per parlare di coloro grazie ai quali ci si può ammalare tranquillamente, perchè l'efficienza sanitaria senese non ha eguali nell'Europa occidentale.
Alberto - manco a dirlo - è Alberto Monaci: con lui, basta il nome (corredato dal cognome). Lui, vecchio democristiano, ora organizza gli incontri da quei bestemmiatori incalliti dei Circoli Arci, vicino ai vecchini che imprecano il Signore ad ogni giro di carte; poi fa l'incontro sulla Sanità, raggiunge a stento le 50 persone, però manda un comunicato trionfante alla stampa di regime:
 "Tantissimi cittadini, sindaci, amministratori pubblici e operatori della sanità e dell'assistenza sociale hanno partecipato all'iniziativa organizzata dall'Associazione "Confronti" sul tema del Piano socio-sanitario integrato della Regione toscana" (Nazione, 15 novembre, pagina 7). C'erano ovviamente la first lady della Sanità senese - Anna Gioia in Monaci -, il Graziano Battisti, il Sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi, la Cresti dell'Asl, nonchè Gabriellone Mancini: tutti i monaciani di peso (soprattutto l'ultimo) erano a Fontebecci, per fare numero. Chi si sia addormentato prima, non è dato sapere.
Con piglio neoleghista, Albertone ha battuto sulla necessità di formare nuovi medici di DNA italiota, altrimenti i camici bianchi provenienti dalla Cina e dall'India se li mangiano, uno ad uno: un Monaci davvero inedito, capace sempre di sorprendere. Se possibile, con l'età migliora ulteriormente. Quale sarà laprossima svolta?

Parliamo di Alessandro Piccini, dunque: monaciano di acciaio, Presidente dell'inutile Consiglio comunale di Siena. Fratello illuminato aveva già trattato, mesi or sono, la questione. Tra le carte ereticali, è arrivata l'altro giorno una "deliberazione del Direttore generale" della nostra gloriosa Asl del 22 ottobre 2010 (ore 14.56: perchè all'Asl sono per la precisione assoluta, soprattutto quando non conta niente...):
 "Accoglimento  istanza di trasferimento dall'università degli studi di Siena nel profilo di Assistente Amministrativo cat. C".
Il Direttore Generale era Laura Benedetto, sulla quale ci piacerà chiudere.
Ma che faceva esattamente il Piccini, prima di entrare all'Asl, come appena documentato? Nel mitico Polo Universitario di Colle Val d'Elsa (uno di quelli che faceva esplodere le segreterie universitarie, dal numero degli iscritti) il Piccini "ha esplicato competenze di programmazione, organizzazione...PREDISPOSIZIONE DEL BILANCIO ANNUALE, L'AUTORIZZAZIONE PER TUTTE LE TIPOLOGIE DI SPESA RIGUARDANTE LE RISORSE AFFERENTI ALLA STRUTTURA, la responsabilità della cassa, i rapporti con i docenti, compreso il pagamento dei rimborsi spese e compensi, il rapporto con i fornitori, manutentori e aziende esterne".
 Tentazioni, ne avrà avute ad iosa, il buon Piccini: invece neanche un avviso di garanzia, che si sappia. Solo questo benefico trasferimento dal Polo universitario all'Asl, proprio mentre l'Università affonda, in ispecie in periferia. Questi monaciani sono di un'onestà cristallina: forse è proprio la profonda fede nel Cristo, che li aiuta a resistere alle tentazioni della carne...

Ps Chiusa benedettiana (benedettina?):
 "Dimezzeremo i cosiddetti "premi di incentivo di produttività" ai direttori generali delle Asl", tuona il Governatore toscano Enrico Rossi, con la determinazione che gli riconosciamo. L'ultima mandata di premi riscossi - prima di passare ad altra istituzione - se l'è aggiudicata la neosposa dottoressa Laura Benedetto. In Rossi...

giovedì 17 novembre 2011

Una libro da leggere: La Casta del vino (domani a Colle)

 
   Domani pomeriggio (ore 17,30), nella Biblioteca di Colle Val d'Elsa, si presenta un libro che l'eretico non ha ancora letto, ma che possiede molti elementi per essere considerato stimolante sotto svariati punti di vista. "La Casta del vino", di Enrico Baraldi ed Alessandro Sbarbada, è un testo che si pone frontalmente contro la lobby dei produttori di vino, birra e liquori e affini.
 Che di lobby si tratti, nessun dubbio al proposito; che sia una lobby non sempre trasparente, altrettanto. Gli autori - mi riferisce l'organizzatore, l'amico e collega Ettore Putortì - hanno puntato il loro indice critico per esempio contro la pubblicità occulta dei prodotti alcolici: in effetti, abbandonata la pubblicità da film anni settanta, in cui gli attori dei film avevano delle semiparesi quando si trovavano vicino ad una bottiglia di whisky pur di mostrare più a lungo la bottiglia, oggi siamo arrivati ad un punto di massima raffinatezza: le trasmissioni ipocritamente divulgative, di fatto pubblicizzanti il vino. Ovviamente, mettendoci di mezzo un paio di belle immagini di bei posti; ovviamente, raccomandando un uso moderato del prodotto, all'insegna del politicamente corretto.
L'eretico quindi andrà molto volentieri alla conferenza, da amante dell'alcol (unico vizio malsano che usa concedersi), pronto a cercare di saperne di più: in generale, e magari in particolare, sul territorio. Il Senese spazia dal Gallo Nero ai vini poliziani, fino al Brunello ilcinese: e all'eretico è bastato occuparsene per qualche mese (per il suo Le mani sulla città del 2009), per capire bene come - specie in certe realtà come appunto Montalcino - intorno al vino ci siano interessi non solo economici, ma anche politici e personali (non aggiumgiamo altro, per carità di Patria) di enorme portata. Da notare che il Sindaco del ridente borgo ilcinese - nel pieno dello scandalo - non seppe fare altro che sbraitare contro i giornalisti (non certo quelli locali): celebre la sua definizione di Brunellopoli come di una "sbornia mediatica".
A proposito di Sindaci, mi è stato assicurato che sarà presente all'incontro anche quello di Colle, che pare di mestiere faccia l'enologo: e di certo lo farà molto meglio di come faccia il primo cittadino a Colle. Ascolteremo volentieri anche la sua illuminata opinione.

 Gli ingredienti per una presentazione frizzante del testo, quindi, ci sono tutti: non è dato sapere se alla fine ci sarà financo un rinfresco. E, nel caso, alcolico o analcolico?

Focardi, Tosi e Chiti, tre volti per un crack...

 
  Non si può non ritornare a scrivere del crack universitario senese, vista l'eco avuta anche sulla stampa nazionale.
In primis, l'eretico nota che l'attuale Rettore Riccaboni si è interstardito a volere fare questa benedetta inaugurazione dell'Anno accademico, lunedì prossimo: posizione sbagliata, in perfetta linea con l'arroganza del personaggio. A fare la prolusione d'apertura, poteva chiamare direttamente Arsenio Lupin: almeno avrebbe dimostrato un po' di quell'ironia che ai castisti fa sempre difetto (altre cose, invece, gli riescono alla grande...). Sia ben chiaro: il Magnifico (?) si assume ogni tipo di responsabilità per questa pessima decisione. Per la prima volta, un'inaugurazione vedrà forze dell'ordine in sala: per prevenire eventuali incidenti, o per arrestare qualcuno dei presenti?

 Veniamo ai personaggi più in vista fra gli indagati. Silvano Focardi: duole dirlo - perchè il personaggio ispira simpatia -, ma il chiocciolato ha sbagliato, e farebbe bene ad ammetterlo, senza cercare contorsioni che non reggono alla triste prova dei fatti. Qualche lettore, per esempio, potrebbe volere lumi sulla fattura 134 del 31 dicembre 2005 (Focardi non ancora Rettore): 2.612 euro di "carni di vario tipo" dall'ottima Antica macelleria Fanti Giuliano (cui facciamo volentieri pubblicità...). La questione è: perchè Silvanone ha attestato - con "nota manoscritta" - la "pertinenza al fondo di ricerca" della suddetta carne? E soprattutto: ma ve l'immaginate quasi tremila euro di carne, tutta insieme? Ci vuole un camioncino, per trasportarla...

Il Tosi Piero, per la prima volta, pare avere perso le proverbiali staffe: di fronte alla bufera giudiziaria, lui cerca penosamente il distinguo:
"Io non c'entro nulla con l'allegra brigata, non ho nulla a che fare con chi distribuiva o consumava vino, pesce e altre derrate. Attenzione a non fare di tutta l'erba un fascio", ammonisce perentorio il Tosi.
Ha perfettamente ragione: lui non è certo il tipo che va dal macellaio sudato a scegliere i costolecci con corredato aumento della salivazione come il suo successore, ci mancherebbe altro; lui è tutto precisino, compunto, ingessato, felpato: Monti è un teddy boy, rispetto a lui. Tra Tosi e Focardi, c'è il salto antropologico che c'era tra un cinghialone come Craxi e il sulfureo Giulio Andreotti. Peccato che - a leggere i Pm Nastasi e Natalini - il Tosi abbia fatto danni ben più grossi che quelli provocati dal Focardone (il quale - sebbene in colpevole ritardo - i libri contabili in Procura li ha portati).
 L'uno - il Focardi - si accontentava di mangiare carne bòna e di bere vino sopraffino, e di fare lo sborone (come si dice in Val d'Elsa) al bancone della Società San Marco, con gli amici di sempre; quell'altro (il Tosi) passava 25 ore al giorno a pianificare come diventare Ministro, usando l'Università per scopi personali di ben altra gittata. Questo secondo la Procura di Siena: finalmente non più porto delle nebbie come fino a quando Acampa andava a cena con il Procuratore Capo Calabrese...

 Il Chiti, infine. Anche lui cerca di difendersi come può dall'accusa: senza capire che avrebbe fatto meglio a tacere. Molto meglio.
 "L'affidamento della gestione del bar è del giugno 2008", quindi lui non c'entra nulla con il buco dell'Università. E chi l'avrebbe mai accusato di essere responsabile di ciò? Via, via: per queste cose ci vuole gente del calibro del Tosi, appunto, e dei suoi implacabili revisori dei conti. Non facciamoci prendere da soverchie manie di grandezza, quantomai fuori luogo. Per volersi togliere dalle guazze, però, il Chiti aggrava politicamente la sua posizione, con la difesa affidata alla stampa amica: è proprio il ribadire la data del 2008 ad inguaiarlo. Perchè - mese più, mese meno - è proprio il periodo in cui il suo legame con Franchino il Ceccuzzi diventa più vicino: quindi per difendersi da un'accusa che nessuno avrebbe la stupidità di muovergli, rende drammaticamente più grave la sua posizione di consigliere comunale, nonchè indifendibile la sua posizione politica. Ma chi è la Mente che consiglia i virgulti del Pd senese? I corsi di autolesionismo sono a carico del Partito, o dell'Università stessa, visto il tema?  
O si dimette il Chiti (prima che venga fuori magari qualche intercettazione ulteriormente inguaiante), o si dimette Franchino il Ceccuzzi. Visto che un Sindaco spassoso come Franchino non ci capiterà più (dà più materiale lui di Silvio), auguriamoci l'exit strategy number one...

mercoledì 16 novembre 2011

Nuovo Governo: lutto in casa Mussari...

 
   L'asse Bassanini-Mussari non gliel'ha proprio fatta: pinta pinta pinta, ma l'avvocatona Luisa Torchia è rimasta fuori dall'esecutivo Monti.
 Non so come si comporterà il neonato Governo (meglio degli ultimi due, credo ci voglia pochino...), ma di certo l'avere tenuto fuori Gianni Letta, Giulianino Amato, il Frati Rettore della Sapienza e Luisa Torchia (cioè tutti quelli auspicati stamattina dal Bisi, ormai menagramo ufficiale dei potenti...) è un merito indiscusso.
Non fosse altro per il fatto che inserire una esperta di Diritto amministrativo impelagata fino al collo in un'inchiesta delicatissima come Galaxopoly, avrebbe fatto nutrire igienici dubbi sulla tenuta etica del nascente esecutivo.
Sì, la Torchia: "è stata lei a consigliare al Consiglio di amministrazione di Ampugnano la procedura per permettere l'ingresso di Galaxy nella compagine societaria", Bisi scripsit.
 Visto quello che sta emergendo dalle indagini (ormai prossime alla conclusione, se Dio vuole!), NON PARE PROPRIO UN GRANDE TITOLO DI MERITO, a dirla tutta. Per non dire di peggio. E chissà che non sia stata proprio la buccia di banana di Galaxopoly (per ora, avviso di garanzia), ad impedire alla Torchia di diventare Ministro. Resta il fatto che se ci doveva essere un punto fermo nel Governo Monti, questo era proprio lei: i quotidiani nazionali - scrivendo di lei - in questi giorni hanno usato l'indicativo, piuttosto che il condizionale. Entrata in conclave Papessa, ne è uscita Cardinale. Se l'articolo di questo blog di domenica avesse mai contribuito ad informare qualcuno a Roma, l'eretico ne sarebbe felice (non risulta che alcuno abbia scritto dei problemi torchiani con la Giustizia)...
  Comunque non si angusti troppo, cara professoressa: gli incarichi non le mancano di certo (solo con i soldi montepaschini potrebbe campare alla grande fino ai 125 anni e oltre), le consulenze tantomeno.
E quando sarà nel suo buen retiro di Castiglion d'Orcia per le venture vacanze natalizie, qualche altra cassa di Brunello Biondi-Santi da parte di Gabriellone Mancini (tanto paga la Fondazione, che scoppia di salute) le arriverà lo stesso, come d'abitudine...

Ps A proposito di Galaxopoly, stamattina c'era un ansiosissimo avvocato Pisillo in giro per le stanze della Procura. Eppure era una così bella giornata: c'era il sole, un'aria tersa, il freddo della prima mattina s'era dolcemente diradato. Perchè mai essere nervosi? Valli a capire, questi avvocati d'alto bordo...

martedì 15 novembre 2011

Le notti in incognito del Sindaco sergente: Franchino by night...

 
 L'eretico ringrazia sentitamente il suo Sindaco Franchino il Ceccuzzi per avergli, ancora una volta, dato la stura per scrivere un pezzo dei suoi: tutto pronto per scrivere d'altro, la lettura delle sue dichiarazioni alla stampa senese pubblicate oggi, hanno fatto trasalire lo scrivente.
Per tranquilizzare la frastornata popolazione della sua Sienina dopo la vile aggressione (potenzialmente mortale, vista la dinamica) ai danni dei due giovani senesi della scorsa notte, c'era bisogno di un atto forte, di quelli che non si dimenticano tanto facilmente, che sanno ridare fiducia: ecco allora la genialata del Sindaco-sceriffo (forse più sceriffo che Sindaco, a questo punto...).
"Già venerdì notte siamo andati IN INCOGNITO in Via Pantaneto per valutare la situazione di disagio e difficoltà...".
 Proprio così, IN INCOGNITO!! Se le parole hanno un senso anche a Siena, visto che il faccione del primo cittadino - quantomeno da qualche mese a questa parte - è ipso facto conosciuto, ciò sta a significare che Franchino è andato in Pantaneto (e non dove è accaduta la potenziale tragedia, cioè in Via delle Terme...) la scorsa notte travestito: ad ognuno la possibilità di immaginare come...
Una parrucca (rossa, ovviamente), a stemperare la fronte alla Diabolik (copyright del Santo)? Un poncho messicano con mustacci annessi, magari prelevato furtivamente dal ristorante messicano di San Giorgio? Ovvero vestito da canguro, vista la presenza dell'australian pub quasi davanti al ristorante messicano?
E poi: il Sindaco usa il plurale. O è plurale majestatis - mai peggio riposto -, o significa che era accompagnato da qualcuno: dal plenipotenziario lecaiolo e consigliere comunale di maggioranza David Chiti (che pare avere ben altri problemi, in questi giorni...)? Dal professor Piazzi che l'accompagna da tutte le parti pur di andare in Fondazione? Dal suo storico senese di riferimento - Alessandro Orlandini -, per evitare di perdersi nei meandri della città, specie al buio?
Faccia chiarezza, Sindaco, faccia chiarezza: la gente vuole essere rassicurata dalla sua autorevolezza!

 Pare poi che Franchino il Ceccuzzi abbia assicurato di volere andare in tutti i modi a trovare i due malcapitati contradaioli dell'Oca, appena staranno meglio: speriamo che, in questo caso, Franchino non sia di parola.
 Oltre al danno - per i poveri aggrediti -, ci sarebbe la beffa...

Ps Giusto per dire: l'eretico ha azzeccato in pieno il nome dell'architetto che aveva indicato come futuro trionfatore per il delicato posto dirigenziale in Comune (vedasi articolo di venerdì scorso). Ovviamente dopo il temutissimo colloquio vis à vis con il Sindaco-sceriffo.  Che ha vinto, l'eretico?

Crack Università-Eravamo 4 amici al bar:il caso di David Chiti

L'avviso di conclusione delle indagini preliminari sul crack universitario - a firma dei Pm Aldo Natalini e Antonino Nastasi - è alfine giunto. Tosi, Focardi, revisori dei conti e chi più ne ha, ne metta: 18 persone in tutto. Fra gli inquisiti, l'eretico è particolarmente lieto e gratificato che ci sia Enzo Martinelli, ex revisore dei conti. Così finalmente la smetterà di salire sul pulpito, ogni settimana, per pontificare - dalle colonne della Nazione nazionale - sui mali della scuola e dell'università. Già questo sarebbe un successo non da poco...

L'eretico però vuole approfondire un caso certo meno conosciuto, ma politicamente forse il più deflagrante(specie per Franco Ceccuzzi): quello del neo-consigliere comunale David Luciano Chiti (classe 1964), ceccuzziano di strettissima osservanza, nonchè promotore dell'Associazione culturale (più associazione, che culturale) Noi. Entrato in pompa magna in Consiglio comunale nel maggio scorso, anche il Chiti - pur non lavorando all'Università - rientra in pieno nella complessa inchiesta. Va dato merito al blog Fratello illuminato di avere segnalato per primo la storiaccia del barrino di Via Roma, gestito dalla moglie e dalla cognata del Chiti stesso (Paola e Stefania Viviani). Il Chiti - insieme a Luciano Barblan, padre dell'altra socia del bar, Monica: entrambi indagati - secondo l'accusa "attestavano FALSAMENTE nel contratto di cessione della gestione del servizio bar e tavola calda presso l'ex ospedale psichiatrico san Niccolò...che era stata effettuata un'indagine di mercato a seguito della quale la Mamele s.n.c. (società delle gestrici del bar, Ndr) era risultata idonea a garantire il servizio alle condizioni illustrate, mentre NON ERA STATO CONTATTATO ALCUN ALTRO SOGGETTO OPERANTE NEL SETTORE, nè loro stessi avevano mai presentato alcuna domanda per l'affidamento della gestione del suddetto esercizio". Per lo stesso reato, sono indagati l'allora Rettore prof. Silvano Focardi (siamo nel marzo 2008), nonchè il cigiellino Carlo Bruni, Responsabile ufficio economato dell'Ateneo. Come si vede, quando c'è da fare una gara d'appalto o qualcosa che vagamente le assomigli, i castisti senesi tendono pericolosamente a finire nei casini. Ogni riferimento ad Ampugnano è del tutto voluto...
Non è finita: secondo i Pm, la Mamele s.n.c. pagava un affitto molto più basso degli alti punti di ristoro universitari (20mila euro annui); e c'è di più: l'Università si era impegnata "a rimborsare alla Mamele s.n.c. le spese per l'allestimento dei locali, pari ad euro 62.770".

 Se il tanto sbandierato (prima delle elezioni, soprattutto) Codice etico del Pd non fosse la cosa divertente che tutti sappiamo, il Chiti David dovrebbe automaticamente dare le dimissione dal Consiglio comunale, punto e basta. Dovrebbe essere il Sindaco ad imporle, in caso di mancata sensibilità dell'indagato.
Prima che lo cancellino, invito i lettori ad andare a leggerselo, questo Codice etico, per filo e per segno. O forse questo bar chitiano non è facente parte di un PATRIMONIO PUBBLICO come l'Università?
In effetti, l'Ateneo non lo è, patrimonio pubblico: è cosa loro...

Ps Il prossimo 21 novembre ci sarà (!!) l'inaugurazione dell'Anno accademico, in attesa che arrivi a compimento l'altra inchiesta universitaria, quella sulle elezioni dell'attuale Rettore Riccaboni. Se fossi un dipendente dell'Università, quindi a rischio stipendio, io non la farei terminare. Senza violenza fisica, ma con ogni tipo di ostruzionismo possibile ed immaginabile. Sarebbe un bel segnale. Per iniziare, ovviamente...  

lunedì 14 novembre 2011

Un paio di considerazioni ereticali su Berlusconi Silvio...

  Silvio Berlusconi, dunque, non esce di scena, ma è lampante che abbandona ogni residuale velleità di tornare al Potere.
 Sia consentito anche all'eretico di   fare   un paio di riflessioni meno gettonate sul potere berlusconiano.
Ciò che è stato del tutto indifendibile - più di molto su cui invece si è battuto a dismisura - è stato l'appoggio vergognoso dato (e quindi ricevuto) da veri e propri dittatori: si parla di Putin, ma pensiamo a Lukashenko, leader incontrastato della Bielorussia (la antica Russia bianca): nessun Capo di governo occidentale l'ha mai omaggiato prima di Berlusconi (ed anche dopo). Solo pochi - Paolo Guzzanti, ma nel suo andirivieni incoerente - l'hanno messo in evidenza, e questa è una delle tante colpe di una opposizione stantia e provinciale (qual è la Capitale della Bielorussia? Ahi...).

  Punto due, il suo folleggiare tra donne e donnine: anche qui ci sarebbe tanto da dire.Non è stato messo a sufficienza in luce una cosa a parere ereticale fondamentale: così come Berlusconi ha fallito nei fatti quando ha parlato di creare un Partito liberale di massa (sua intuizione della prima ora, poi naufragata), così ha fallito nella possibilità storica di fare dell'Italia un Paese serio a livello di etica privata. Da possibile Ataturk italiano, capace di riscrivere una grammatica dell'etica privata, Berlusconi si è coperto di ridicolo negando l'evidenza, gabellando serate da baccanale come  eleganti  cene in cui non avveniva assolutamente niente di sconveniente e via dicendo. Tutto per paura di dispiacere alle alte gerarchie ecclesiastiche (sai che pulpito, poi), in un pietoso - e tutto italiota - giochino delle parti: io ti finanzio le scuole private e ti mantengo i privilegi fiscali (e i docenti della scuola pubblica scelti dal Vescovo, vergogna delle vergogne), tu fino a quando puoi fai finta di niente.
 Pensate a come sarebbe stato bello, se si fosse presentato in un bel videomessaggio alla nazione, rivendicando il piacere di stare in mezzo a belle fanciulle (e magari ammettendo di pagarle più o meno profumatamente, con tanto di conto corrente della senese Banca etica...). Senza ovviamente piazzarne alcuna  in Consiglio regionale o alla Rai o altrove (in Mediaset, ca..voli suoi).
Avremmo perso un lussurioso Sardanapalo, ma - almeno in questo - il suo "sacrificio" sarebbe servito per fare crescere il Paese, per svincolarlo dalla gabella vaticana. Da un puttaniere, ci si poteva aspettare almeno che osasse quanto Aznar in Spagna, contro una Chiesa retriva quanto quella italiana.
 Invece abbiamo avuto - come al solito - un lussurioso  Sardanapalo notturno,   che    di giorno  si     genuflette  al   Vaticano...
   Peggio il Berlusconi notturno, o quello diurno?

Come buttare via quattrini (pubblici): un caso da manuale...

 
   Sulla Sanità, eravamo rimasti, venerdì scorso, al plenipotenziario politico Alberto Monaci che dichiarava che "è indispensabile razionalizzare le risorse seguendo criteri di efficienza e efficacia nella spesa". Parole sante. Ed ecco che ci imbattiamo (anzi, ci imbattiamo per la seconda volta, perchè l'eretico aveva già presentato il caso lo scorso luglio) nella vicenda del Primario ortopedico Claudio Bianchini. Il quale, nell'aprile del 2011, doveva essere "allontanato" da Nottola,. chissà perchè. E allora, l'ortopedico dove lo metto? Ma ad Abbadia San Salvatore, dove l'ortopedia neanche c'è! Fin qui, l'eretico aveva già detto, anzi scritto, tutto.
 Ora, però, gli arriva un documento piuttosto esplosivo, fra le mani: la "Presa d'atto dell'accordo conciliativo ed atto di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con dipendente", Delibera numero 176 del 31 marzo 2011: in pratica, per risolvere la querelle fra lui e l'azienda, al Primario sono andati - oltre al regolare stipendio, ed al venturo Tfr - la bellezza (o bruttezza?) di 21 mensilità, per un totale di 170mila lordi (circa 122mila netti). Tutti soldi che potevano essere risparmiati, visti che c'era da aspettare ben poco prima del regolare pensionamento del Bianchini, che il 31 luglio scorso ha compiuto i suoi 65 anni (rimanendo in servizio sull'Amiata fino al 5 settembre). Si pensava forse che in tre o quattro mesi il professor Bianchini avrebbe avuto il tempo di formare una leva di giovani ortopedici di montagna? Senza l'ordine di servizio del dottor Ghezzi, tutto questo poteva essere evitato, mettendo a riposo il Bianchini, ormai prossimissimo alla pensione, piuttosto che confinarlo sull'Amiata, del tutto sottoutilizzato.
 Ah, l'eretico dimenticava: il responsabile della struttura proponente il passaggio Nottola-Amiata era il sopracitato Andrea Ghezzi (appena promosso in tale ufficio, nell'aprile scorso), ma a fare la Direttrice Generale dell'Asl c'era la dottoressa Laura Benedetto (ah, bei tempi, quelli...), da due settimane Benedetto in Rossi. Quanto lavoro ci sarebbe-sarà, per la Corte dei Conti...

In fin dei conti(non della Corte), però, a pensarci meglio, che saranno mai 170mila euro (lordi, poi)? I ristoranti sono sempre pieni lo stesso, no?

domenica 13 novembre 2011

Nuovo Governo: Beppino scende, ma sale l'avvocato (mussariano) Luisa Torchia...

   

  Beppino verosimilmente c'aveva sperato davvero tanto: togliersi dalle guazze senesi, entrare in pompa magna in un Governissimo tecnico, e con un Ministero di quelli bomboloni. Purtroppo per Lui, s'era accodato al carro che sembrava in effetti vincente, ma che poi si è arenato per la famosa questione dell'affitto in nero dell'appartamento romano di Marco Milanese (ma anche su ben altro, basti guardare L'Espresso di questa settimana...): pur di compiacere il suo mèntore romano, ha ingolfato la sua Banca di buoni di Stato, con i risultati sotto gli occhi di tutti. Fino all'inizio dell'estate Tremonti era davvero il cavallo vincente, poi è iniziato l'inesorabile declino: sic transit gloria mundi, come ebbe a dire Silvione a proposito del massacrato Gheddafi.
Ma in casa Mussari, forse, si può gioire lo stesso: il Corriere della sera di oggi dà come papabilissima per il Ministero dell'Amministrazione pubblica una luminare del Diritto amministrativo come l'avvocato Luisa Torchia da Catanzaro. Abilissima a destreggiarsi fra il centrosinistra prodiano - che l'ha incoronata -, e il centrodestra brunettiano (che l'ha voluta nella Commissione antifannulloni: e lei può avere qualche difettuccio, ma di certo non è una fannullona, se solo si guarda il suo eccellente Curriculum vitae e la mole dei suoi impegni).
 Nata il 15 aprile del 1957 (quindi 5 anni più di Beppino), la Torchia è un'amicissima della famiglia Mussari, avendo difeso, in passato, financo il padre del Presidente dell'Abi. Calabrese verace, ama molto la beltade del Senese, della Val d'Orcia in particolare: era proprio nel casale valdorciano, quando ebbe la prima comunicazione dell'affaire Galaxopoly, per il quale è stata raggiunta da un sonoro avviso di garanzia, al pari del suo amico Beppino. Per Natale 2009, Gabriellone Mancini la omaggiò di una cassa di vino bòno, a mo' di captatio benevolentiae per il suo lavoro montepaschino (che doveva regalarle, un libro? Da Gabriellone, più coerente vino o insaccati di qualità...). Altro scrivere non si può (e non si deve, vista l'aria che tira).
Gioirà Beppino del successo della Torchia (se andrà in porto l'operazione), oppure prevarrà il rammarico per il fallimento della propria strategia? Di certo, non credo che verrà a dirlo all'eretico...

Ps Stefanino Bisi dava Beppino come probabile Ministro di un governo tecnico, lo scorso dicembre (così come vedeva il desaparecido Fabio Ceccherini Assessore regionale alla Sanità, tempo addietro): i prossimi pronosticati, mani sul pacco...

sabato 12 novembre 2011

Una perquisizione non fa primavera: il caso Nazione...

  Allora, diciamolo subito: solidarietà ai giornalisti de La Nazione (specialmente a quelli che provano ad esserlo, nonostante la testata...) per la brutta esperienza della perquisizione ordinata dal Pm della Procura senese Antonino Nastasi; nessuna, nessunissima solidarietà al caporedattore Strambi (mi pare si chiami così, mi sono dimenticato di controllare).
 Non c'è nemmeno bisogno di tirare fuori cosette personali pur abbondanti ed ottime (mai nessuna solidarietà, in passato, dal suo giornale per i guai ereticali, oltre a ridicole censure esplicite sin dai tempi della Casta, e giù peggiorando), i fatti parlano da sè, come scritto più volte in questo blog: il silenzio assordante sul Processo Acampa, come lo mettiamo? Il silenzio su Galaxopoly, come lo mettiamo? Il silenzio sulle varianti della Provincia per favorire quella di Bagnaia, come lo mettiamo? E si potrebbe continuare per non poco...
Nel suo articoletto di stamani, lo Strambi legitimamente difende la libertà di stampa (da che pulpito...), e si erge a paladino della libera informazione; poi, come al solito, cade in una strambata delle sue. Ad un certo punto, il martire del giornalismo d'inchiesta si toglie un sassolino, forse un sassolone:
"Nessuno di noi "ruba" chissà quali segreti o si affida al primo informatore per scrivere, magari, parziali verità che poi fanno male, davvero tanto male. Siamo consapevoli, A DIFFERENZA DI ALTRI, che a volte la penna può ferire molto più di una spada...".
A chi si riferisce, lo Strambi? Perchè - come quasi sempre - non ha neanche il coraggio di fare mezzo nome? Perchè si nasconde dietro questo linguaggio degno di altre latitudini? Attendiamo risposte, magari nel veemente editoriale di domani (quello che si conclude con il "Buona domenica" d'ordinanza, senza il quale la festività perde di contenuto e di senso).
Il Pm Antonino Nastasi della Procura di Siena credo di averlo conosciuto prima io di lui, per una questione di querele degli amiconi dello Strambi stesso (Acampa Giuseppe e il cittadino Buoncristiani, per non fare nomi come fa lo Strambi); e lo status di persona informata sui fatti, non è certo prerogativa solo sua, purtroppo.
Come una rondine non fa primavera, così una perquisizione non fa ipso facto buon giornalismo...

Ps Dico infine che della eventuale, futura, ipotetica (il passato ormai è passato...) solidarietà dello Strambi a fronte di grattacapi giudiziari dello scrivente, l'eretico non sa cosa fare: risparmi piuttosto inchiostro utile ad esaltare il Golf resort di di Bagnaia...

venerdì 11 novembre 2011

Franchino il Ceccuzzi, il nuovo sergente della città, ed il caso dell'architetto Massimo Betti...

  Sta succedendo un po' di tutto, su altri versanti (Galaxopoly, per capirsi): l'eretico farà chiarezza non appena saranno chiarite certe cosette.
Per intanto, c'è una cosa spassosissima concernente il ruolo di novello sergente della città che il nostro amato Sindaco si è ritagliato in questi giorni.
La Giunta comunale, in data 28 settembre 2011, ha indetto un "procedimento di selezione per l'individuazione dei candidati alla costituzione di rapporti di qualifica dirigenziale a tempo determinato". In pratica, per trovare 7 dirigenti per i settori più importanti dell'amministrazione comunale. Si fa un concorso? Nooo, che poi magari ci scappano i ricorsi dei biliosi trombati; si guardano i titoli? Un pochino, ma neanche tanto: il Giudizio Supremo è quello del sergente Ceccuzzi. A lui, basta un colloquio personale, a quattr'occhi, e tutto si risolve: a me gli occhi, please! "L'individuazione dei soggetti prescelti per l'affidamento degli incarichi dirigenziali di che trattasi (complimenti al purista della lingua che ha scritto questa circolare, Ndr) è effettuata dal Sindaco a termini dell'articolo 186 bis del vigernte regolamento comunale": carta canta, eh! Uno si presenta nell'ufficio del sergente, lui analizza, scruta: poi, come è andata, è andata. L'intuitu personae del sergente - si sa - è infallibile.
Sembra che circa 200 persone abbiano fatto domanda: alcuni non sono stati nemmeno presi in considerazione dal sergente di ferro, altri hanno fatto il colloquio e sono stati trombati, come è inevitabile e financo giusto che sia.
  Due uccellini maliziosi assai hanno detto all'eretico che, per quello che forse è il più importante fra i sette incarichi (quello concernente la "Direzione Pianificazione Territoriale e Attività Economiche", con una fraccata di ambiti di interventi, quali edilizia, attività produttive, programmazione e pianificazione urbanistica et alia) sia stato scelto tale architetto Massimo Betti, il quale farebbe un bel salto in avanti rispetto alla qualifica che aveva (che ha) in Provincia, ove pare che abbia solo una posizione organizzativa. Forse il sergente l'avrebbe fatto per farlo stare più vicino all'amata moglie, che lavora all'ufficio personale del Comune stesso. Anche l'impassibile sergente Ceccuzzi ha un cuore, dunque, oltre a due occhi che squadernano ogni movimento dell'esaminando.
Ma come spesso succede, questi due uccellini saranno solo rosi dall'invidia, perchè ci volevano andare loro, in quel posto da 43.310 euro annuali, più retribuzione di posizione e di risultato (che sono soldini seri).
Insomma, questo architetto Betti sembra essere già con un piede e mezzo in Comune, eppure non è stato ancora formalizzato nessun risultato.
L'eretico aspetta di essere smentito dai fatti, contento - una volta tanto - di avere previsto male...

Ps Ma l'implacabile esaminatore Franchino, in vita sua, è mai stato esaminato da nessuno? All'eretico risulta che non abbia mai fatto le Primarie proprio per questo: per il sacro terrore di essere analizzato e giudicato per quello che è...

Il venerdì sanitario: l'iperattivismo del Monaci senior...

 L'instancabile ed immarcescibile Alberto Monaci continua, nonostante le 70 primavere, a non stare fermo un momento, per cercare di assicurare a noi cittadini il migliore dei servizi sanitari possibili. Molte nomine pesanti sono alle porte, quindi il suo attivismo è consequenziale. Non solo sulla Sanità, ovviamente: rumors affidabili parlano di sponsorizzazioni per il figlio della moglie Anna Gioia (inamovibile dal Consiglio comunale, cui appartiene di diritto), il Pinciani vicepresidente della Provincia dal 2005, il quale dovrebbe approdare in Parlamento, dopo avere così tanto e così bene fatto all'interno della istituzione più trendy del Senese.

  Ma è venerdì, ed è di Sanità che parlar si deve.
 Il problema politico più marcato pare essere quello legato al plenipotenziario della sanità senese, il dottor Morello; pare che oltre al Monaci senior - suo fortissimo sponsor - non ci siano rimasti molti piddini di estrazione diessina a sostenerlo. Il Morello, insomma, lo vorrebbe riconfermare solo Albertone Monaci. Problema politico non da poco, dunque: anche perchè la patata bollente del bilancio, qualcuno se la deve prendere, no?
Per fare funzionare al meglio il sistema sanitario toscano, il Monaci senior passa da una conferenza all'altra: il fratello Alfredo è il creatore di Etica e sviluppo, che spazia a 360°, non disdegnando incursioni nel mondo dello spettacolo (vedasi il bravo attore Lo Cascio, suo ospite pochi giorni or sono); Albertone, invece, non si concede divagazioni o fronzoli: lui è sempre al pezzo, cioè sulla Sanità. A Fontebecci organizza dunque, con l'associazione Confronti (fra chi?), un incontro imperdibile intitolato "Piano socio-sanitario integrato della Toscana". Conclusioni, manco a dirlo, affidate ad Albertone, tante volte ci si sbagliasse su chi comanda.
 Ci saranno i cosiddetti "Legionari di Alberto", vale a dire i pretoriani del Monaci senior? I vari Gioffrè, Picciolini, Franchi, Ghezzi, Baldi, Cresti, Piccini (che è sia filo-Alberto, che filo-Alfredo) et alii? Tutto lascia propendere per il sì, anche perchè sarebbe sgarbato il non esserci.
Ovviamente il Monaci senior interpreta il momento difficile della Sanità all'insegna dell'efficienza e della lotta agli sprechi, ci mancherebbe anche altro:
"è indispensabile razionalizzare le risorse seguendo criteri di efficienza e efficacia nella spesa, ABBANDONANDO UNA BUROCRAZIA IMPRODUTTIVA ED INDIVIDUANDO CON TRASPARENZA I RUOLI DI PROGRAMMAZIONE E DI GESTIONE".
Parole sante, queste del Monaci senior, parole sante; magari in qualche piccola occasione contraddette nei fatti. Come abbiamo più volte mostrato in questo blog, e come - a brevissimo - torneremo a fare...
   

giovedì 10 novembre 2011

"Il patto del buristo": il governo delle larghe intese è nato a Siena...

 Incredibile dictu, ma le prove generali delle larghe intese nazionali sono state fatte a Siena: pochi lo sapevano, quasi nessuno lo ricordava, ma è andata proprio così.
Il 25 settembre 2009, un tris di statisti d'altissimo rango calò sul Santa Maria della Scala: la volpe del Tavoliere, alias Massimo D'Alema; il genero di Francesco Gaetano Caltagirone; l'ultimo dei sassaresi di prestigio nazionale, Beppe Pisanu (in Parlamento dal 1972... berlusconiano inquieto e frondista).
Ovviamente, come sempre succede in questi casi, di fronte al pubblico si parla di tematiche alate, di grande respiro geopolitico (in questo caso, l'Afghanistan: uno dei pochi posti dove Caltagirone non ha mai costruito niente); poi, dopo la conferenza, tra un pezzo di salame (sicuramente Dop, certificazione Qualivita) ed uno di buristo, si parla anche - e soprattutto - d'altro...
All'uscita dall'incontro (organizzato dalla Fondazione Liberal presieduta dal neocasiniano Ferdinando Adornato, uno che ha cambiato più partiti che Anthony Quinn mogli), il genero del Calta si lasciò andare a profetiche considerazioni, abbassando il tono dalla geopolitica mondiale, alle cose nostre:
"Mi sembra che il partito del buonsenso (sic!) stia facendo strada in Italia...ci sono le basi di una visione comune che unisce molti al di là delle appartenenze politiche in questo Paese", disse, verosimilmente con la mano destra al petto, marzialmente.
Massimo D'Alema era al settimo cielo: lui quando c'è da parlare di scenari geopolitici è al top del top (quando c'è da scegliersi gli amici, lui e Bersani invece fanno a gara a chi padella di più). Il giorno prima, era stato assoluto protagonista a Buonconvento, graditissimo ospite di quel Borgogni Lorenzo di cui l'eretico tanto si è occupato, e che la Procura di Roma considera l'ufficiale pagatore di svariate megatangenti ai politici per conto di Finmeccanica (vedasi Repubblica nazionale di oggi, pagine 24 e 25).

  L'eretico è ben contento della caduta di Berlusconi Silvio: ma pensare che a gestire la "nuova" Italia deberlusconizzata sia gente come questa, mette davvero i brividi...

mercoledì 9 novembre 2011

Mussari, il Borgogni e Giulietto Tremonti: bassezze di fine regno...

 
  Chiunque abbia una seppur vaga conoscenza della Storia, sa che quando un regime si avvia alla sua consunzione, quasi sempre parte la guerra di tutti contro tutti, il bellum omnium contra omnes. Questo fine di regno berlusconiano lo dimostra, una volta di più. Con curiose ripercussioni sull'asset senese del Potere (anch'esso alla frutta, se non al digestivo: ma come si fa a digerire l'indigeribile?).

 Repubblica di oggi (pagina 23, a firma di Carlo Bonini e Maria Elena Vincenzi) riporta una inquietante intercettazione del maggio 2010 (due mesi circa prima della nomina mussariana a Presidente dell'Abi) tra il Dominus assoluto di Buonconvento (con la figlia assessore) Lorenzo Borgogni, capo relazioni esterne di Finmeccanica nonchè braccio destrissimo di Guarguaglini, ed il Presidente dell'Enav, il deputato Luigi Martini. Il buonconventino è davvero incazzato di bruttissimo per la manovra contro Finmeccanica che - a suo dire - avrebbe come regista occulto Giulietto Tremonti ("Questi hanno giocato troppo sporco. Sono traditori della patria. Mascalzoni. Bisogna fsargliela pagare", dice riferito a Tremonti ed al suo cerchio magico: Marco Milanese, Ignazio La Russa, Paolo Berlusconi). Incazzature d'alto, d'altissimo bordo. Il meglio - come si dice - c'ha la...
Ora, si dà il caso che tanto il Borgogni di Buonconvento quanto Beppino Mussari siano pedine importantine del Sistema Siena tanto decantato da Stefano Bisi; e si dà ancora il caso che nel maggio 2010 - a sentire il Borgogni - i due fossero su barriere contrapposte: il buonconventino, con Finmeccanica, per spirito d'azienda e pro domo sua; Beppino saldamente legato, ancorato a Giulietto Tremonti: sul quale "l'uomo più vicino a Guarguaglini (Borgogni, Ndr) si abbandona a grevi riferimenti sulle asserite inclinazioni sessuali del ministro", dicono i due giornalisti di Repubblica. Se insomma il Borgogni odia a tal punto Tremonti da essere pronto a sputtanarlo su tutta la linea, e Beppino è più tremontiano di Tremonti (e di restituire i Tremonti bond non si parla nemmeno più...), il Bisi con chi si schiera, a questo giro? A chi vuole più bene? Che brutto, quando due tuoi punti di riferimento stanno su barricate differenti, addirittura contrapposte: ma non potevano continuare ad andare d'accordo? Borgogni era, per il Bisi, quello che "arriva e ci pensa lui", per le imprese senesi in difficoltà (vedasi Swisel); quanto a Mussari, era un incrocio fra un genio della finanza ed un banchiere etico. Adesso entrambi hanno seri problemi, tanto in Finmeccanica, quanto con quella che era la Banca di Siena, più le tegole giudiziarie (ed anche Giulietto, a dirla tutta, non se la passa troppo bene...). Ma Siena trionfa sempre, immortale!

"A me mi hanno rotto i coglioni, sta gente qui!", esclama il Borgogni, riferito a Tremonti ed ai tremontiani.
Si figuri a noi, caro Borgogni di Buonconvento...

martedì 8 novembre 2011

Cinghialopoli, nuove rivelazioni: il caso Terzuoli...

  Lo scorso inverno, Cinghialopoli fu uno dei primi scoop ereticali, capace di fare impennare gli "ascolti" (senza certo pensare di potere arrivare a quelli attuali...).
Visto che siamo nel periodo giusto (appena riaperta la caccia al cinghiale), e dato che l'eretico aveva omesso di focalizzare certi aspetti dell'ordinanza del Gip Francesco Bagnai nei confronti dei vertici della Polizia provinciale, forse è arrivato il momento di riprendere in mano la questione: anche perchè un annetto è passato dallo scoppio (è il caso di dire...) dello scandalo, e NESSUNA RISPOSTA POLITICA è arrivata (se non premi-produzione agli inquisiti, più aiuto legale agli stessi, come scritto in altri articoli recenti).
 Il Presidente Bezzini continua - in modo francamente imbarazzante, per lui in primis - a parlare di Cultura, per esempio alla festa del libro organizzata dalla Provincia: come se Marta Vincenzi, Sindaco di Genova, parlasse di Protezione civile (e almeno lei ha studiato, da giovane; questo della Provincia, invece, è uno dei tanti che voleva, voleva, voleva studiare, poi il lavoro del Partito l'ha assorbito così tanto, che non ce l'ha più fatta...).

 Torniamo dunque alle carte (giudiziarie, non dei libri di favole sponsorizzati dalla Provincia bezziniana). Oggi focalizzeremo sul vicecomandante della Polizia provinciale (del capo Ceccanti, già s'era detto), tale Carlo Terzuoli, nato ad Abbadia San Salvatore il 16 agosto del 1962. Per capirsi, questo è uno che prende lo stipendio - fra le altre cose - per garantire il rispetto delle regole, anzi delle leggi, inerenti l'attività venatoria (che vuol dire della caccia, non delle vene: chiosatura proBezzini...).
Nelle allegre battute di caccia notturne (fuorilegge) che facevano lui e gli altri pezzi grossi della Polizia provinciale con la interessata compiacenza dei proprietari dei fondi (che ci guadagnavano a loro volta), Terzuoli si distingue per due perle, immortali.
La prima. Cercando goffamente di dimostrare che le battute non erano delle fuorilegge "braccate" (con tanti cani impegnati), lui sostiene che "veniva utilizzato un cane alla volta (massimo due) e ne venivano portati altri ma solo per impiegarli qualora i primi si fossero persi", scrive il Gip Bagnai.La domanda è: per i cani smarriti, si rivolgeva a Chi l'ha visto (versione canina), il geniale Terzuoli? Bravo, questo Terzuoli: l'eretico non ci sarebbe riuscito a dire una cosa così, senza piegarsi in due dalle risate...
Il Gip ha buon gioco a fare notare che il fatto che più cani venissero usati contemporaneamente è dimostrato dalle "intercettazioni telefoniche che sono molto chiare", nonchè da un "documento ufficiale interno della provincia che riferisce al Palazzi (Luciano Palazzi, altro indagato, Ndr) che gli abbattimenti erano eseguiti anche con "braccata"". Chapeau al Terzuoli, dunque.
E chissà quegli idioti di cinghialai che stanno attenti alle norme, alle regole, che hanno paura di essere pizzicati dal Terzuoli e dal Ceccanti, quale gratificazione a sentire questa intercettazioncina.
Paolo Banti (non indagato, dirigente della Regione Toscana) fa chiamare Terzuoli da Alfio Sanchini, Presidente dell'A.T.C. 19, per chiedergli se può andare a caccia nella riserva (in area NON VOCATA, ovviamente) sciogliendo "qualche cane in più"; l'ottimo Terzuoli gli risponde "che lui non li può certo autorizzare, però siccome quel giorno lui ed i suoi colleghi sono impegnati altrove...gli si può dire che non gli si va a rompere i coglioni, io a vedè non ci vado"" (ordinanza del Gip, pagina 25).
Il finale terzuoliano, poi, è stratosferico, degno di altre latitudini. Sempre il Gip: "nella stessa telefonata Terzuoli richiama anche l'interlocutore alla prudenza nel parlare di queste cose per telefono dicendogli: però i telefoni sò quelli che fregano le persone, Alfio...".
Ma questo, è un poliziotto, o un Lavitola qualunque? E il Presidente della Provincia, che niente dice su queste cose, che cosa sarebbe? 

lunedì 7 novembre 2011

Poggibonsi come Genova? Di certo, la Coccheri come la Vincenzi...

  L'eretico immagina gli amici poggibonsesi a toccarsi le parti delicate, però visto che in Italia prevenzione seria del territorio non se ne fa, almeno noi facciamo giornalismo preventivo: NON ALLARMISMO; GIORNALISMO DI DENUNCIA, che ha una sua intrinseca valenza preventiva, dunque.
Non c'è molto da aggiungere alle scene che tutti hanno visto su Internet o in Tv; ieri la Vincenzi (Sindaco del Pd, giova ricordarlo, non a caso difesa, contro ogni evidenza di buon senso, da Bersani...) ha offerto una sorta di Via crucis televisiva, in cui ha parzialmente ammesso qualcosa, ritrattando la totale mancanza di autocritica del giorno prima. Giova forse ricordare che con la medesima allerta 2, in quasi tutto il Ponente ligure le scuole, il 4 novembre, erano sbarrate, ed a Genova invece no? Bisogna aggiungere che c'è materiale fotografico in abbondanza, a mostrare come il Bisagno (già colpevole di altre esondazioni, vedasi quella, ancora più drammatica a livello di morti, del 1970) era del tutto lasciato a se stesso? E non continuiamo per amore di Patria e per rispetto dei genovesi che stanno spalando...

 Chissà che farebbe la Coccheri, in un caso simile a Poggibonsi (e ridagli, con la toccatina...)? Di certo, a livello di autocritica, sarebbe ancora più parca della sua collega piddina; di sicuro, direbbe o farebbe dire che il Pd sta seguendo con la massima attenzione l'evolversi degli eventi, refrain scontato che tira fuori dopo ogni sequestro edilizio.
A proposito, giova ritornare - con materiale inedito sulla stampa, curiosamente - sullo scempio del Palagetto: posto in Via dell'Elsa, quasi che perfino la toponomastica volesse ricordare agli amministratori che lì ci scorrerebbe un fiume...
Dall'ordinanza di sequestro del Gip Ugo Bellini:
 "Le indagini hanno evidenziato che l'area edificata (il Palagetto, Ndr) è assoggettata a vincolo paesaggistico ope legis nel senso che gli edifici realizzati...ricadono rispettivamente a metri 63,60 e metri 86,30 calcolando il punto di massima distanza con il piede dell'argine del fiume Elsa". Fuori, dunque, dai parametri di legge. Ma l'Elsa non è mica il Po, avrà pensato il firmatario del permesso, il plurinquisito - e sempre difeso dalla Coccheri - architetto Bartoli! Infatti a Genova il disastro l'hanno fatto torrentelli che d'estate neanche si vedono...
Torniamo al Gip Bellini (pagina 16 della sua ordinanza); c'è una importante testimonianza dell'attuale Dirigente comunale architetto Pietro Bucciarelli (non a caso, non inquisito), che inchioda il suddetto Bartoli. In data 16 maggio 2011, il Bucciarelli ha dichiarato quanto segue:
"Precisando quanto appena riferito, ritengo che l'area interessata...sia all'attualità soggetta a vincolo paesaggistico...in quanto il fiume Elsa è comunque iscritto nell'elenco (e qui si fa un riferimento ad un Regio Decreto del 1933, quando c'era più sensibilità di oggi, per certe cose, Ndr). Aggiungo che HO AVUTO UN COLLOQUIO COL MIO PREDECESSORE ARCHITETTO BARTOLI ADRIANO, firmatario del permesso di costruire n.08/PO 52 del 20 giugno 2008 e variante del Permesso di costruire n. PO9/PO 39 del 9 giugno 2009, IL QUALE SOSTENNE LA TESI CHE L'AREA NON é VINCOLATA PAESAGGISTICAMENTE". La Coccheri ebbe a dire che difendeva il lavoro dell'ufficio urbanistico del suo Comune: ma intendeva la tesi del non inquisito Bucciarelli, o quella del Bartoli? Questo è il dilemma coccheriano...
L'architetto Bartoli ha svariati avvisi di garanzia sul groppone, compreso questo del Palagetto, e l'eretico ne ha già chiesto le dimissioni (anche se poi c'è il rischio che parli...): bisogna aspettare un'esondazione dell'Elsa, cara Sindaco Coccheri, per metterci mano?

domenica 6 novembre 2011

Vescovi che subiscono la violenza, vescovi che la esercitano...

  Censurabilissima la violenza (in potenza, mortale) contro il Vescovo fiorentino Betori, già pezzo grosso della Cei nonchè ruiniano di ferro, anzi d'acciaio.  E solidarietà ereticale al segretario particolare che - sebbene fortunatamente non in pericolo di vita - ha un proiettile in corpo, e forse domani sarà di nuovo operato.
La violenza, questo tipo di violenza affidata alle armi, non può che essere condannata, a piè fermo; ma la violenza è fatta di armi da fuoco, e di scapellotti o golini da buon vecchio parroco di campagna, che invece spesso fanno (facevano) bene, e parecchio (ah, se qualche schiaffettino l'avesse raccattato, magari in famiglia, qualche monsignore rampante, da adolescente, chissà se non gli avrebbe fatto bene...).

 C'è soprattutto la violenza implicita, indiretta, gerarchica: molto in uso nella Chiesa, moltissimo nella Curia senese. Questo episodio l'ho già raccontato e scritto, ma oggi lo arricchisco di un paio di particolari nuovi (grazie alla testimonianza del professor Franco Nardi), e poi la Chiesa stessa insegna che repetita iuvant, no?
29 giugno 2007, Santi Pietro e Paolo, la più vaticana delle Feste: la Chiesa senese è squassata dalle polemiche, visto che è stato appena chiesto il rinvio a giudizio per Acampa Giuseppe. Il Vescovo Buoncristiani ha già vergato il famoso comunicato stampa in cui dà del demente al Pm Marini per avere osato mettere sotto inchiesta il suo pupillino santo e benedetto (Buoncristiani querela gli altri, ma nessuno querela lui? L'eretico del demente non l'ha dato a nessuno, in Curia...).
 Si inaugura una delle Chiese più brutte d'Italia, quella di Ponte a Bozzone, vicino al bel parco di Geggiano( luogo delle prodezze calcistiche dell'eretico, mi sia consentito lo scivolamento autobiografico): il campanile, sembra piuttosto un minareto; la parte inferiore, pare una costruzione militare dell'Albania comunista anni Settanta; per capire che è un luogo di culto cattolico, si deve buttare l'occhio sulla facciata, con tanto di rosone neo-romanico (all'interno, la cosa più originale: un chiostrino falso-antico).
 Non divaghiamo: don Mino Marchetti - di fronte a plurimi testimoni - viene apostrofato in malo modo dal Vescovo, con le seguenti parole (riferite dallo stesso don Mino al professor Nardi, e non solo a lui):
 "Hai fatto una cosa gravissima! La Chiesa, a Siena, siamo io e Acampa".
Tutta la violenza verbale del successore di Pietro (sic), è dovuta al fatto che il povero don Mino Marchetti (stimatissimo sacerdote ed esperto di storia medievale) aveva fatto mettere a verbale, davanti all'autorità giudiziaria, della notoria omosessualità di Acampa, ed aveva citato il giudizio di don Benedetto Rossi sul fatto che Acampa non dovesse neanche essere ordinato sacerdote (affermazione ribadita dallo stesso don Rossi in un'aula di Tribunale, tra l'altro). Nessuno picchiò don Mino, nessuno lo sfiorò con mezzo dito, tantomeno nessuno gli sparò: ma basta questo per dire che non ci sia stata violenza? Don Mino diventò un appestato da evitare, per la Curia senese. Per merito di Antonio Buoncristiani, e della banda della Curiana.
Qualche tempo dopo, il cittadino Buoncristiani andò a Vagliagli, per parlare con don Mino (qui si aprirebbe un altro scenario, su cui per ora si tace): gli portò anche delle caramelline, il Buoncristiani. Perchè ci andò? Credo ci sarebbe un pochino di imbarazzo, nel raccontarla tutta, questa storia...

Ps A proposito di chi ha subìto violenza dalla Curia, Franco Nardi - ex archivista della Curia - aspetta ancora di conoscere le motivazioni della sentenza assolutoria dell'Acampa Giuseppe. Essendo parte civile nel Processo, forse gli sarebbe dovuto, no? I termini di legge sono ampiamente scaduti: che facciamo, Giudice Gaggelli, aspettiamo che il buon Nardi si incateni davanti a casa sua, per sollecitarla? Non vorrei poi venisse fuori una giornalata...

sabato 5 novembre 2011

Perfino la Confesercenti si inkazza: Sonia Pallai indignada...

  L'avete voluto, l'avete votato, siete stati contenti della sua elezione? Ben vi sta, viene da dire ai tanti che - dopo avere fatto il loro dovere nell'urna - poi non fanno altro che lamentarsi.
Ora è il turno degli albergatori senesi, i quali - peraltro con eccellenti argomenti - si inkazzano con il povero Franchino, reo di essere in procinto di introdurre la Tassa di soggiorno sui pernottamenti alberghieri(2, 5 milioni annuali, il gettito previsto): Maurizio Cipriani, Presidente di Assohotel Confesercenti, ci va giù duro:
"il nostro sindaco IN CAMPAGNA ELETTORALE AVEVA PROMESSO DI NON ADOTTARE LA TASSA DI SOGGIORNO, concetto ribadito dall'assessore al turismo appena venti giorni fa".
Ben vi sta, ben vi sta...

  Ma lo shock mediatico è quello della Sharon Stone della Confesercenti (braccio armato della Casta senese, per chi ignorasse il tutto), Sonia Pallai, che, smessi i panni della girogustatrice, con il capello sempre a posto (l'eretico la preferisce con la versione capello-raccolto...), pare diventata, all'improvviso, una pasdaran dell'opposizione antiCeccuzzi (chi ha votato, sei mesi fa?). Leggere per credere le dichiarazioni della responsabile turismo della Confesercenti senese:
 "I nostri operatori stanno pensando di richiedere un cappello di vigile alle amministrazioni comunali dato che saranno chiamati a svolgere un ruolo di meri esattori per conto dello Stato, tenendo conto che molto probabilmente niente di quanto incasserà con la tessera di soggiorno verrà investito nel loro settore...una situazione di sconforto totale, soprattutto se si pensa agli impegni presi in senso opposto in campagna elettorale da parte dei futuri amministratori pubblici".
 Pare che la Pallai stia raccogliendo adesioni in seno alla Confesercenti senese per un'azione clamorosa, eclatante, plateale contro Franchino: lancio di forme di pecorino al suo ingresso in Comune? Cartelloni con lo slogan Not in my name, riferiti alla tassa suddetta? Vernaccia di San Gimignano condita da insulti? Staremo a vedere.
La questione-turismo, comunque, è seria, nessun dubbio al riguardo.
L'eretico l'aveva già scritto ne Le mani sulla città e sul blog, ma la scelta di puntare sul turismo mordi e fuggi è evidente, palese da tempo.
 Dove sono finiti tutti quelli che osannavano il film Quantum of solace di 007? Che tipo di turismo si pensava che avrebbe portato? Più mordi e fuggi di quello, giusto un film della saga dei Vanzina...
E poi: il turismo danaroso e colto che va a fare colazione in Piazza del Campo, alle 8 come alle 9, che spettacolo si trova davanti? Seduti speranzosi al tavolino, sorseggiando un cappuccino, la vista è del tutto ostruita dai camion che riforniscono gli esercenti; spesso, i turisti sono costretti a respirare smog puro, visto che i controlli sono quelli che sono. Venuti per fare colazione nella Piazza più bella del mondo, si trovano in compagnia di tubi di scappamento e di immondizia accatastata fra colonnino e colonnino, a fare bella mostra di sè. Che valorizzazione!
A Dubrovnik - altro sito Unesco: non a Campi Bisenzio! - i rifornimenti avvengono così: i camion si fermano diligentemente appena fuori dalla porta del centro, poi i camionisti (o facchini del posto, alla bisogna) prendono il carrello e portano, pedibus calcantibus, la merce all'interno del centro storico. L'eretico è stato due ore fermo in un bar nella Piazza principale, e non è passato un camion che fosse uno... Zero inquinamento acustico, zero inquinamento visivo, zero inquinamento dell'aria. Certo chi porta la merce deve faticare di più (ma si sono creati posti di lavoro per gli autoctoni), e deve impiegare un po' più tempo. Sfruttamento dell'uomo sull'uomo, o migliore valorizzazione del luogo? Non si può però avere tutto, dalla vita, no?
Dai Sonia, fatti promotrice di questa Rivoluzione copernicana! Dopo, andiamo insieme all'assalto del bunker di Franchino...