Fino al maggio scorso era il Sindaco della sua città (il peggiore dal dopoguerra, secondo il modesto parere ereticale), anche se in realtà aveva tirato i remi in barca già vari mesi prima delle elezioni; quella che Roberto Barzanti, incautamente assai, aveva definito nel 2006 (anno della inopinata rielezione) una "guida mite" per la città, era diventato una sorta di "ghost-major", di Sindaco fantasma. Gente in lacrime, per questo, non se ne vedeva, comunque. Ciocche di capelli strappati per terra, l'eretico - pur girando parecchio - non ne aveva mai trovate.
Le ultime, saporite imprecazioni se l'era buscate il giorno della famosa nevicata del 17 dicembre 2010, quando aveva brillato per l'inefficienza della macchina comunale da lui presieduta (per questo Franchino il Ceccuzzi, suo degno successore, ha mobilitato per oggi e domani tutto il mobilitabile, come dovesse arrivare un tornado tropicale...).
Dopo le elezioni, lo si è visto, il Cenni, giusto accogliere in pompa magna negli uffici comunali Franchino per il rituale cambio della guardia (si fa per dire, sic!); tra un salamelecco e l'altro, ha vaticinato che il suo successore sarebbe durato per un decennio. Ripeterebbe l'augurio-certezza, oggi?
Come aveva promesso a destra e a manca, è tornato a fare il dirigente di Banca, Cincinnato montepaschino: la carica di Sindaco è pro tempore, il potere è sempre "prestato" (Santa Caterina docet), i Sindaci sono cittadini come tutti gli altri, bla bla bla...
In effetti, al posto di prima è tornato: il problemino è che c'è stato parecchio, parecchio poco.
A maggio 2011, come detto, elezioni comunali; a dicembre dello stesso anno, il Cda montepaschino lo nomina VICE DIRETTORE GENERALE AFFARI (CON FUNZIONI DI VICARIO) della Società gestione recupero credito del Monte. Sede a Siena, 21 uffici periferici in giro per l'Italia e 6 presidi territoriali. Il Direttore generale è il dottor Giuseppe Iosco; il dottor Maurizio Cenni, appunto, è il suo vice.
Curiosamente, il suo predecessore, il dottor Paolo Braccini, appena pensionato, è stato "richiamato" in servizio con contratto post pensione di 6 mesi: per instradare l'ex primo cittadino nel delicatissimo (e del tutto nuovo) ruolo che deve ricoprire? Se c'è un'altra motivazione plausibile per questo incarico al dottor Braccini, ce la spieghino, perchè proprio non la capiamo. Perchè se una cosa certa c'è, è che il paonazzo del Nicchio proviene da tutt'altro settore della galassia montepaschina, oltre al fatto di essere stato per dieci anni completamente fuori dalla quotidianità della Banca (ma non certo dalle grandi strategie: lui quando arrivò Antonveneta era in brodo di giuggiole, e a sposare la figlia di Caltagirone davanti al Buongoverno, era nel suo centro...).
L'eretico ha sempre, pubblicamente e per scritto, criticato la scelta di Pierluigi Piccini di accettare il prestigioso e ben remunerato incarico francese di cui tanto si è parlato dopo il 2001 (basta andare a rileggere La Casta di Siena, per averne conferma); il Cenni, però, in cosa si discosta dal modus operandi picciniano? All'eretico sfugge. Sì, a pensarci bene nel nuovo contratto manca lo stock dei biglietti pagati Siena-Parigi, questo sì. Ma per il resto...
DA GIOVEDI' 25 LUGLIO 2013 IL BLOG SI TRASFERISCE AL SEGUENTE INDIRIZZO: WWW.ERETICODISIENA.IT
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martedì 31 gennaio 2012
lunedì 30 gennaio 2012
Il Fatto parla della sentenza Cavoto (e i lettori di massoneria)...
La brava giornalista Sara Frangini (di cui a breve, su Siena, si sentirà riparlare, quindi tenete bene a mente il nome: questa non è una che va ad intervistare consegnando il microfono al castista di turno...) ha scritto un pezzo sulla sentenza contro l'eretico "bloccata" (diciamo così) dalla Corte d'Appello di Firenze il 17 gennaio scorso, come ormai abbastanza risaputo (anche se un noto quotidiano senese preferisce tacere, dopo che aveva dato la notizia della condanna farlocca: complimentoni!). La sentenza del giudice pensionato che scriveva in anticipo della futura assoluzione di Acampa Giuseppe, insomma.
Il tutto è sul Fatto on line.
Pubblicato in giornata, ho appena sbirciato i commenti, già una quarantina (alle 23): in larga maggioranza, sono commenti di puro sbalordimento, che non entrano nel dettaglio della questione, per ovvi motivi di non conoscenza dei fatti.
C'è poi qualcuno che spara a zero su Siena, financo sulle Contrade: cosa che ovviamente NON fa piacere a nessuno che frequenti o abbia frequentato una delle 17 consorelle. Giudizi troppo drastici, indubbiamente.
Ciò scritto, visto che alcuni sparano alzo zero buttando nel calderone Siena anche la MASSONERIA, viene da chiedere: è peggio - per la reputazione della città e della collettività senese - un intervento come questo, oppure quello di chi - ben più autorevole ed importante - dice, serafico, che "io sono a Siena dall'Università, e la massoneria non l'ho mai incrociata".
L'intervento del lettore del Fatto on line può essere offensivo per Siena (o, almeno, per una certa idea di); questo di Mussari Giuseppe, però, è gravemente offensivo dell'intelligenza altrui...
Il tutto è sul Fatto on line.
Pubblicato in giornata, ho appena sbirciato i commenti, già una quarantina (alle 23): in larga maggioranza, sono commenti di puro sbalordimento, che non entrano nel dettaglio della questione, per ovvi motivi di non conoscenza dei fatti.
C'è poi qualcuno che spara a zero su Siena, financo sulle Contrade: cosa che ovviamente NON fa piacere a nessuno che frequenti o abbia frequentato una delle 17 consorelle. Giudizi troppo drastici, indubbiamente.
Ciò scritto, visto che alcuni sparano alzo zero buttando nel calderone Siena anche la MASSONERIA, viene da chiedere: è peggio - per la reputazione della città e della collettività senese - un intervento come questo, oppure quello di chi - ben più autorevole ed importante - dice, serafico, che "io sono a Siena dall'Università, e la massoneria non l'ho mai incrociata".
L'intervento del lettore del Fatto on line può essere offensivo per Siena (o, almeno, per una certa idea di); questo di Mussari Giuseppe, però, è gravemente offensivo dell'intelligenza altrui...
Fondazione Mps: canna del gas? Magari...
L'eretico, in passato, ha scritto che la Fondazione Mps è alla canna del gas. Ebbene, facendo qualche conto più approfondito, si era sbagliato, e non di poco: il gas costa parecchio (è anche aumentato, con l'anno nuovo, anche se meno della luce), quindi la Fondazione ormai NON può più permetterselo...
Forse è per questo che Gabriellone frequenta gli incappucciati della Misericordia, oltre che per il suo afflato misticheggiante: perchè preconizza un ritorno ad una situazione medievaleggiante, precedente all'introduzione del gas su larga scala nei centri urbani (figuriamoci nelle campagne). Lui, poi, è cresciuto fra le torri di San Gimignano, e ci vive ancora: e San Gimignano rimanda al Middle age anche più di Siena, il che è tutto dire.
I conti, dunque. Premetto che mi sono fatto aiutare da uno che ci capisce parecchino, perchè non sono un ragioniere (e nemmeno ambisco a fare il Presidente della Fondazione, come ormai ogni semplice ragioniere italiano può fare).
Partiamo dall'assunto - peraltro favorevole per la Fondazione, perchè c'è chi rincara la dose debitoria non di poco - di un passivo di 900milioni di euro, tondi tondi; con la vendita dell'ultima "argenteria" rimasta, ad essere generosi, si raccattano 300 milioni di dindini, ma si raschia davvero il barile: a quel punto, la Fondazione non avrebbe più la percentuale (già monstre) del 90% di capitale investito nella Banca, ma si passerebbe ipso facto al 100%. Se dunque la Banca non riprendesse a macinare utili su utili ed alla svelta, sarebbe uno scenario da tregenda.
Fino a qui, nessun dubbio.
Ora addentriamoci nelle ipotesi: siccome vogliamo bene alla Fondazione (nonostante Gabriellone e i suoi incappucciati), noi speriamo che la quota 30 delle azioni della Banca resista, dopo i forti rialzi della settimana scorsa, ed il conseguente, cautissimo, iperprudente ottimismo.
Con la "soglia covenant" conseguentemente più o meno garantita, ci sarebbero da piazzare circa 2 miliardi di azioni, per un risultato che porterebbe in cassa circa 1,4 miliardi di euro. A quel punto, la Fondazione passerebbe ad avere una quota residuale del 30% della Banca (la Fondazione Cariplo - amministrata parecchio meglio di quella senese, ma ci vuole ben poco - con il suo 25% di Intesa San Paolo eroga quest'anno 148 milioni, con Giuseppe Guzzetti che ha fatto sapere coram populo che non compreranno azioni Mps, tanto per dire).
La Repubblica economia di oggi parla di "tempesta perfetta", a proposito della situazione montepaschina.
Passando davanti alla Fondazione, in Banchi di sotto, si vede un pannello pubblicizzante la mostra monografica del disegnatore di muliebri bellezze Milo Manara (ne riparleremo, ne riparleremo): siamo peggio che alla canna del gas, ma le belle donne (nude) in Fondazione non se le fanno sfuggire. Bravi!
Dall'Ars amandi (di Manara), all'Ars sputtanandi (un patrimonio plurisecolare) di Gabriellone...
Ps Da leggere il lungo articolo di Aldo Cazzullo sul Corriere della sera. Sì, si poteva affondare di più, si potevano citare altri elementi della decadenza della città (in ogni caso ci sono dei passaggi degni di memoria): ma ricordiamoci sempre che il Corriere della sera lo leggono anche, e soprattutto, a nord delle Badesse...
domenica 29 gennaio 2012
Misteri vaticani, misteri senesi...
Il Vaticano torna nell'occhio del ciclone (ne è mai uscito?), grazie all'inchiesta del giornalista Nuzzi, con la trasmissione Gli intoccabili (mercoledì, 21,15, La 7). Le lettere di monsignor Carlo Maria Viganò, ex Segretario generale del Governatorato vaticano, stanno portando un'ondata di terrore in Vaticano: più ancora delle lettere, direi la loro divulgazione extra-moenia.
Non a caso - con consolidata prassi mutuata da altri regimi... - colui che è il bersaglio primario delle missive di Viganò (vale a dire il Cardinal Tarcisio Bertone) è subito partito lancia in resta:
"Bisogna porre fine all'uscita dalla Santa Sede di documenti riservati".
Non a caso, Il Giornale di ieri dedicava una pagina intera ad un attacco personale durissimo rivolto allo stesso Viganò, su questioni del tutto non attinenti con le critiche, documentate, mosse da Viganò stesso. Invece di rispondere alla documentazione di Viganò, si scrive una paginata sui suoi problemi di eredità con il fratello, sacerdote. Che c'azzecca, verrebbe da dire?
Su Libero di oggi, poi, si arriva a parlare di burocrati del Governatorato vaticano di ascendenza sodaniana (leggasi ruiniana), i quali avrebbero passato la documentazione scottante ai media: sono loro i reprobi, scatti il crucifige! Che tipo di purga è prevista, se il fatto venisse accertato?
Gli ingredienti, certo, ci sono tutti: soldi a palate (Viganò trovò una situazione con 8 milioni di deficit, e in un annetto la portò a 22 milioni di attivo!); lettere minatorie contro il monsignore denunciante; massoneria vaticana (non è un ossimoro, evidentemente); venenum in cauda, l'irresistibile carriera del bello e giovane (ma dal curriculum oscuro) di turno, Marco Simeon, divenuto pezzo grosso della Rai-Vaticano grazie a non si sa quale referenza, ma di certo portato a Roma da Bertone stesso.
Anche un semicieco ci potrebbe vedere tante somiglianze con il caso-Siena, se si escludono l'incendio ed il conseguente Processo a carico del monsignore di turno.
In questo caso, Siena è ancora più intrigante di Roma: il che è davvero tutto dire...
Soldi a palate, ce ne sono anche qui (a quanto ammonta il patrimonio immobiliare della Curia senese? La risposta - che non arriverà mai - sarebbe esplosiva, o incendiaria che dir si voglia...); lettere minatorie, ad abundantiam anche qui (a dirla tutta, qui c'è gente che ha scritto certe cose firmando di suo pugno, ma il Giudice Cavoto NON li ha voluti ascoltare, chissà perchè...); quanto alle carriere al neutrino in salsa curiale, non c'è che l'abbondanza della scelta: il caso più eclatante, resta certo quello del tecnico informatico della Curia, Gianpaolo Gallù, il giovane collaboratore acampiano promosso sul campo subito dopo l'incendio (a giudizio per falsa testimonianza a Siena, per puro inciso).
Aggiungiamo una cosina gustosa: il povero Viganò - all'insegna del sempiterno promoveatur ut amoveatur - è stato spedito a fare il nunzio apostolico negli Stati Uniti (terra infidissima, per i cattolici: ma questo è un altro discorso). A proposito di nunzi apostolici, l'attuale Presidente del Governatorato vaticano (dal quale è stato rimosso Viganò, appunto) è Giovanni Bertello (classe 1942), il quale il prossimo 22 febbraio Benedetto XVI vedrà bene di rendere Cardinale. Fino a poco tempo fa, Bertello era nunzio apostolico in Italia, dopo una lunga attività diplomatica in molti paesi del mondo (era in Ruanda nel 1994, al tempo della strage fra hutu e tootsie, per esempio).
Domanda delle cento pistole: possibile che Bertello - da nunzio apostolico in Italia - non abbia mai saputo niente di niente della situazione scabrosa della Curia senese: della Banda della Curiana, per capirci? Possibile che niente di niente gli sia mai arrivato all'orecchio, o financo all'occhio?
Così vanno le cose in Vaticano: chi sa e dice (o addirittura scrive, mettendoci la faccia), viene rimosso e spedito lontano, con l'Atlantico di mezzo (e raccatta anche gratuiti attacchi contro la sua onorabilità sulla stampa); chi magari sa, ma se ne sta buono e zitto, al momento giusto viene premiato con presidenze e con il cardinalato...
Ps Credo che Nuzzi non ignori la situazione senese; in ogni caso, chi sa e vuole, può santificare la domenica mandandogli materiale: chi lo sa, tante volte...
venerdì 27 gennaio 2012
Sanità senese: il caso del dottor Gabriele Vernarecci
Nella primavera 2011, l'allora Direttore generale dell'Asl 7 Laura Benedetto (oggi in Rossi) nomina a Direttore del Presidio ospedaliero aziendale della Asl 7 il dottor Gabriele Vernarecci, suo uomo di fiducia. Questi, però, pare non avere il Curriculum adatto, per ricoprire suddetto ruolo: non fosse altro che per il fatto di essere allora direttore di una struttura semplice, perciò impossibilitato ipso facto a divenire dirigente di struttura complessa, se non attraverso idoneo concorso o selezione. Che non ci saranno...
Ecco che entra in scena il dottor Ghezzi, appena divenuto direttore del personale: in quattro e quattro otto, viene servita la delibera pro-Vernarecci (numero 288 del 1 giugno 2011).
Durante l'estate, la Benedetto lascia l'Asl 7 (come più volte scritto e motivato da questo blog), ed arriva l'interim del dottor Morello, nominato commissario. Pare verosimile che il Morello faccia in qualche modo capire al Ghezzi che bisogna porre rimedio a ciò che l'eretico ha appena descritto.
Bisogna che il dottor Vernarecci entri a fare parte della Unità operativa "Direzione medica del Presidio ospedaliero", per potere così concorrere a vincere la nuova selezione alfine bandita per la direzione di questa Unità operativa. L'idea - va detto - è giusta, anzi sacrosanta. Peccato però che quella Direzione medica di Presidio ospedaliero un capo ce l'abbia già! Trattasi del dottor Luigi Tonelli. Come si fa a sistemare altrove il Tonelli, allora? Colpo di teatro ghezziano: si manda il Tonelli a ricoprire l'incarico di direttore di un'altra struttura complessa (come supplente), giusto per fare avere il posto di supplente al Vernarecci. In nome e per conto della meritocrazia ghezziana, dunque, il Tonelli si ritrova, dalla sera alla mattina, a dirigere l'Unità operativa provinciale delle attività sanitarie di Comunità (quelle territoriali, per capirsi), di cui lui inevitabilmente NON ha alcuna competenza specifica (decreto del commissario Morello numero 131, 21 novembre 2011).
Ma la toppa ghezziana è - se possibile - peggio del buco, giacchè, secondo le norme contrattuali vigenti (ribadite dall'agenzia nazionale ARAN), la supplenza, in casi come questi, può essere attribuita solo se non ci siano altri dirigenti aventi titolo e quindi diritto al suddetto posto. I quali dirigenti, però, ci sono...
Viene infine fuori che il dottor Tonelli NON può ricoprire alcun incarico ad interim, proprio perchè ha lasciato al dottor Vernarecci la direzione della sua precedente unità operativa.
Morale della favola asliana: ad occhio e croce, sembra di capire che, a giro, ci sia uno stipendio (non da fame) in più, no? Eventuali danni erariali, a carico di chi saranno?
Quanto al merito, il "povero" dottor Tonelli è stato trasferito ad un incarico per il quale non era stato formato: come se un primario ortopedico andasse a fare il primario della salute mentale territoriale...
Tanti auguri (di nuovo) di buon lavoro al nuovo Direttore generale Pestelli: secondo l'eretico, ne ha davvero un gran bisogno! Ad meliora...
Ecco che entra in scena il dottor Ghezzi, appena divenuto direttore del personale: in quattro e quattro otto, viene servita la delibera pro-Vernarecci (numero 288 del 1 giugno 2011).
Durante l'estate, la Benedetto lascia l'Asl 7 (come più volte scritto e motivato da questo blog), ed arriva l'interim del dottor Morello, nominato commissario. Pare verosimile che il Morello faccia in qualche modo capire al Ghezzi che bisogna porre rimedio a ciò che l'eretico ha appena descritto.
Bisogna che il dottor Vernarecci entri a fare parte della Unità operativa "Direzione medica del Presidio ospedaliero", per potere così concorrere a vincere la nuova selezione alfine bandita per la direzione di questa Unità operativa. L'idea - va detto - è giusta, anzi sacrosanta. Peccato però che quella Direzione medica di Presidio ospedaliero un capo ce l'abbia già! Trattasi del dottor Luigi Tonelli. Come si fa a sistemare altrove il Tonelli, allora? Colpo di teatro ghezziano: si manda il Tonelli a ricoprire l'incarico di direttore di un'altra struttura complessa (come supplente), giusto per fare avere il posto di supplente al Vernarecci. In nome e per conto della meritocrazia ghezziana, dunque, il Tonelli si ritrova, dalla sera alla mattina, a dirigere l'Unità operativa provinciale delle attività sanitarie di Comunità (quelle territoriali, per capirsi), di cui lui inevitabilmente NON ha alcuna competenza specifica (decreto del commissario Morello numero 131, 21 novembre 2011).
Ma la toppa ghezziana è - se possibile - peggio del buco, giacchè, secondo le norme contrattuali vigenti (ribadite dall'agenzia nazionale ARAN), la supplenza, in casi come questi, può essere attribuita solo se non ci siano altri dirigenti aventi titolo e quindi diritto al suddetto posto. I quali dirigenti, però, ci sono...
Viene infine fuori che il dottor Tonelli NON può ricoprire alcun incarico ad interim, proprio perchè ha lasciato al dottor Vernarecci la direzione della sua precedente unità operativa.
Morale della favola asliana: ad occhio e croce, sembra di capire che, a giro, ci sia uno stipendio (non da fame) in più, no? Eventuali danni erariali, a carico di chi saranno?
Quanto al merito, il "povero" dottor Tonelli è stato trasferito ad un incarico per il quale non era stato formato: come se un primario ortopedico andasse a fare il primario della salute mentale territoriale...
Tanti auguri (di nuovo) di buon lavoro al nuovo Direttore generale Pestelli: secondo l'eretico, ne ha davvero un gran bisogno! Ad meliora...
Auschwitz, Birkenau: una visita ereticale (II)
Quel 27 gennaio 1945 in cui i militi dell'Armata Rossa staliniana arrivarono a liberare Auschwitz, era inevitabilmente freddissimo, senz'altro si sarà stati sotto lo zero; quando invece ci arrivò l'eretico (il 5 agosto 2009), era una giornata relativamente calda, ma non caldissima, e coperta da un cielo plumbeo che riparava in parte dai raggi solari, ma trasmetteva un'aria di ulteriore cupezza.
Quando si visitano i campi di Auschwitz e di Birkenau, almeno due raccomandazioni sono d'obbligo: scarpe buone e comode, perchè c'è da camminare per chilometri, in questi musei dell'Orrore a cielo aperto; in secondo luogo, bisogna riuscire a dotarsi di una sorta di corazza di cinismo, quasi di indifferenza (per quanto possibile) verso le vittime, i cui volti ritratti in foto si vedono - a migliaia - nelle "stanze" di Auschwitz oggi trasformate in pezzi di museo. Se uno si immedesima anche solo per un istante in una sola di quelle vittime, come fa a proseguire? Si tratta di una corazza di cinismo necessaria, forse indispensabile.
Con il collega Antonio, entriamo prima a Birkenau: se possibile, ancora più inquietante e spettrale di Auschwitz (se possibile...).
Birkenau è posteriore rispetto ad Auschwitz, e dista da quello circa tre chilometri. Auschwitz fu costruito per uccidere e per fare lavorare (in condizioni di schiavitù) ebrei, polacchi, sovietici, omosessuali, zingari ed altri; Birkenau, solo e soltanto per massacrare.
Dopo essere passati di baracca in baracca (in cui le cose meglio conservate sono le latrine: file di buchi, posizionati in fondo a queste costruzioni, geometricamente edificate nella immensa piana del posto), dopo essere passati dal luogo in cui J. Mengele applicava in modo disumano la scienza medica su gemelli e deformi, arriviamo ad un bel bosco di betulle, in cui c'è un incantevole laghetto, contornato da enormi salici. Il prato è ben verde anche se siamo in piena estate. Un locus amoenus in piena regola, a prima vista; era il posto in cui i bambini (ebrei, ma non solo) trascorrevano gli ultimi attimi di vita prima di entrare al famigerato Crematorio 5, a 50 metri dal ridente laghetto. Chissà, loro, se avevano piena consapevolezza di ciò che stava per accadere. Chissà se correvano intorno al laghetto, o giocavano a nascondino. Piace pensare di sì, anche se tutto fa pensare il contrario.
Il Crematorio 5, oggi, è un ammasso di macerie di mattoncini rossi, perchè le SS lo demolirono - con la dinamite - il 26 gennaio, il giorno prima che arrivaressero i sovietici. "Nel tentativo di nascondere l'evidenza dei loro crimini". Restano i mattoncini rossi l'uno sull'altro, resta la torretta d'avvistamento, restano soprattutto le foto più agghiaccianti del campo, realizzate non si sa da chi: quelle con i corpi senza vita dei gassati, accatastati l'uno sull'altro nello spiazzo davanti al forno, pronti per la pira purificatrice. Nessuno saprà mai chi sia stato capace di fare quelle foto, memento di ciò che è stato: un po' mosse, ma chiarissime nella loro icastica drammaticità.
4 lapidi cercano di aiutare i visitatori ad affrontare il momento: due in ebraico, una in polacco, un'altra ancora in inglese. In quel momento, non c'è nessun altro visitatore, oltre a noi.
Quello che sembra un luogo da ridenti pic-nic, è un posto in cui ebrei erano costretti a gassare e poi a bruciare loro fratelli, con le SS a controllare. Questo, erano costretti a fare gli ebrei del Sonderkommando, in mezzo al bosco di betulle, con la Natura a guardare, nella sua sovrana indifferenza.
Nel Crematorio 4, a pochi metri di distanza dal 5, il 7 ottobre del 1944, gli ebrei del Sonderkommando si ribellarono, pur sapendo di non avere alcuna speranza di reale successo: furono ammazzati tutti (circa 450), ma dimostrarono di essere ancora essere umani...
giovedì 26 gennaio 2012
Adelante, Osservatorio Mps: siamo sulla buona strada!
Un gran bel successo, quello fatto registrare ieri pomeriggio, a Palazzo Patrizi, dall'Osservatorio civico sul Monte dei Paschi. In primo luogo, un successo quantitativo: la sala - che è grande - era davvero strapiena; l'eretico ha preso parte a tante conferenze di ogni genere in quella sala, e quasi mai l'aveva vista così densamente abitata.Spesso, anzi, ci aveva sofferto il freddo...
In secondo luogo, quasi tutti gli interventi hanno contenuto spunti e stimoli interessanti. Purtroppo l'eretico - per sua esclusiva colpa, sia chiaro! - si è comportato decisamente male: arrivato in ritardo, ha avuto un modus operandi paragonabile al comportamento di quelli, il cui atteggiamento durante le conferenze di solito critica! Tre minuti di ascolto, poi il doppio a confabulare con l'amico a fianco. Non si fa così, però questi incontri stimolano: c'è il collega blogger (e l'incontro fra un eretico ed un Santo non è forse frizzante?), c'è l'indomito avvocato De Mossi che arriva di gran carriera, c'è l'amico che non si vede da mesi e con il quale non si può non parlare, c'è Maria Pia Corbelli che ti fa leggere uno dei suoi articoli su Susan Sarandon, e via dicendo.
Nonostante questi piacevoli diversivi, comunque qualcosa il pur indifendibile eretico ha ascoltato: opportuna l'idea di un raggruppamento di piccoli azionisti che facciano sentire, in modo compatto, la propria voce; giusto porre il tema delle liquidazioni dei manager, a partire da quella di Antonio Vigni, tanto per non fare nomi. Bisogna cercare di fare chiarezza in tutti i modi, visto che la scadenza del giugno 2013 (quando, Bilancio alla mano, dovrà essere noto il tutto) è troppo spostata avanti nel tempo. Ho ascoltato il giovane Max Brod di Pietraserena fare un ragionamento comparativamente intelligente (e documentato) sulla presenza della politica nelle Fondazioni bancarie (indovinate quale sarà quella più ingolfata?). Ho ascoltato (anche perchè bisogna essere ipoudenti per non sentirlo!) il sempre torrenziale Maurone Aurigi (42 anni in Banca Mps), che si è però bloccato sul più bello, cioè quando sembrava avere molto da dire su Fabrizio Viola: sarà alla prossima? Sacrosanto un passaggio di Gabriele Corradi, nel momento in cui ha insistito sulla differenza tra il CONTROLLO e la MAGGIORANZA della Banca: rimarcando che è sacrosanto cercare di avere il controllo, mentre la maggioranza (ovviamente auspicabile) è stata spesso utilizzata come cavallo di Troia per assecondare i più sfacciati clientelismi, di cui oggi si paga il prezzo. Ha preso poi la parola la pasionaria Laura Vigni, ma l'indifendibile scrivente se n'è dovuto andare. Ma so che Laura il suo dovere l'ha fatto, chiedendo le dimissioni di Mussari (dimissioni che troncherebbero di netto e di brutto il futuro mussariano all'Abi, sempre doveroso ripeterlo...). Pur vero che la Banca, per poco peraltro, resterebbe nelle mani del Rabizzi, ma le dimissioni farebbero del bene a Siena (ormai neanche troppo, visto che il danno è già stato fatto ad abundantiam), e almeno si potrebbe fare cosa buona e giusta al sistema bancario nazionale. Che, forse, non meriterebbe di essere diretto da uno che non sa che mestiere fare, da grande...
In secondo luogo, quasi tutti gli interventi hanno contenuto spunti e stimoli interessanti. Purtroppo l'eretico - per sua esclusiva colpa, sia chiaro! - si è comportato decisamente male: arrivato in ritardo, ha avuto un modus operandi paragonabile al comportamento di quelli, il cui atteggiamento durante le conferenze di solito critica! Tre minuti di ascolto, poi il doppio a confabulare con l'amico a fianco. Non si fa così, però questi incontri stimolano: c'è il collega blogger (e l'incontro fra un eretico ed un Santo non è forse frizzante?), c'è l'indomito avvocato De Mossi che arriva di gran carriera, c'è l'amico che non si vede da mesi e con il quale non si può non parlare, c'è Maria Pia Corbelli che ti fa leggere uno dei suoi articoli su Susan Sarandon, e via dicendo.
Nonostante questi piacevoli diversivi, comunque qualcosa il pur indifendibile eretico ha ascoltato: opportuna l'idea di un raggruppamento di piccoli azionisti che facciano sentire, in modo compatto, la propria voce; giusto porre il tema delle liquidazioni dei manager, a partire da quella di Antonio Vigni, tanto per non fare nomi. Bisogna cercare di fare chiarezza in tutti i modi, visto che la scadenza del giugno 2013 (quando, Bilancio alla mano, dovrà essere noto il tutto) è troppo spostata avanti nel tempo. Ho ascoltato il giovane Max Brod di Pietraserena fare un ragionamento comparativamente intelligente (e documentato) sulla presenza della politica nelle Fondazioni bancarie (indovinate quale sarà quella più ingolfata?). Ho ascoltato (anche perchè bisogna essere ipoudenti per non sentirlo!) il sempre torrenziale Maurone Aurigi (42 anni in Banca Mps), che si è però bloccato sul più bello, cioè quando sembrava avere molto da dire su Fabrizio Viola: sarà alla prossima? Sacrosanto un passaggio di Gabriele Corradi, nel momento in cui ha insistito sulla differenza tra il CONTROLLO e la MAGGIORANZA della Banca: rimarcando che è sacrosanto cercare di avere il controllo, mentre la maggioranza (ovviamente auspicabile) è stata spesso utilizzata come cavallo di Troia per assecondare i più sfacciati clientelismi, di cui oggi si paga il prezzo. Ha preso poi la parola la pasionaria Laura Vigni, ma l'indifendibile scrivente se n'è dovuto andare. Ma so che Laura il suo dovere l'ha fatto, chiedendo le dimissioni di Mussari (dimissioni che troncherebbero di netto e di brutto il futuro mussariano all'Abi, sempre doveroso ripeterlo...). Pur vero che la Banca, per poco peraltro, resterebbe nelle mani del Rabizzi, ma le dimissioni farebbero del bene a Siena (ormai neanche troppo, visto che il danno è già stato fatto ad abundantiam), e almeno si potrebbe fare cosa buona e giusta al sistema bancario nazionale. Che, forse, non meriterebbe di essere diretto da uno che non sa che mestiere fare, da grande...
mercoledì 25 gennaio 2012
Lo stupro di Via Vivaldi
Tutta la città è rimasta attònita di fronte alla notizia dello stupro della giovane donna senese in Via Vivaldi (quartiere già stuprato dal cemento castista, peraltro), accaduto nella notte fra sabato e domenica, all'uscita della 24enne da una serata alla vicina Pania. Inevitabile e sacrosanto che così sia. Anche perchè sembra che la dinamica (si pensi soprattutto alla durata dell'azione criminale in sè) sia stata particolarmente efferata. Un plauso agli agenti della Squadra mobile senesi per la tempistica dimostrata nell'occasione.
L'autore è tale Kamal Izouine, algerino 29enne. Nessuno vuole farne un caso internazionale legato alla provenienza: la responsabilità penale è SEMPRE E SOLO INDIVIDUALE. E ricordiamoci che proprio giovani come questo Izouine, quel 3 luglio del 1944, entrarono a liberare Siena dal nazifascismo, passando da Porta San Marco: algerini, tunisini, marocchini (loro sì, compromessi per lo scempio verso le donne della zona di di Montecassino, vedasi La ciociara). Dobbiamo ricordarci di avere un debito di riconoscenza storica verso questo popolo, che ha fatto per noi (italiani e senesi) certo più, molto di più di quanto noi abbiamo fatto per loro.
Ciò detto, resta il fatto che il problema della sicurezza del centro storico e zone adiacenti, specie nel fine settimana, esiste, e non da sabato sera. E non sono solo gli extracomunitari a bere (anzi alcuni di loro non lo fanno, per ovvi motivi religiosi: diverso il discorso per chi venga dall'Est).
Senza dubbio ci vorrebbe maggiore illuminazione e una effettiva videosorveglianza (poteva essere una cosa da Fondazione, ma Gabriellone ha preferito finanziare altro); poi sarebbe il caso di dotare la Polizia municipale, invece che di quei mezzi manganelli, di pistole (come in moltissimi comuni italiani, tipo Poggibonsi), tanto ormai non c'è più da fare finta che Siena sia un'isola felice: la chiave nella toppa, non la lascia più nessuno da un pezzo; bisognerebbe prendere infine atto che il problema della marginalità che produce ANCHE violenza, esiste eccome anche nella Sienina ceccuzziana.
A proposito di Franchino, dopo il gravissimo episodio dei mesi scorsi in Via delle Terme (quando mancò poco che cui scappasse il morto!), lui andò a verificare come stessero le cose in Pantaneto, il giorno dopo, con un blitz anomalo; ora che il fattaccio è accaduto fuori Pispini, non è di fuori che vada a perlustrare nottetempo la zona dell'Antiporto...
Ps Stasera tutti sintonizzati su La 7 (ore 21,10): non c'è Siena, tranquilli! La figura cacina di Piazza pulita è ormai archiviata (ma resterà ben impressa nella memoria collettiva, a differenza di altro). Però verrà proposto uno speciale dell'eccellente giornalista Nuzzi sui soldi vaticani.
Non per insistere, ma mentre la bile attraverserà le vostre viscere, pensate a quando Gabriellone, per ottenere benemerenze vaticane poi puntualmente arrivate, copriva d'oro (della Fondazione Mps) il Vaticano. Ne riparleremo...
martedì 24 gennaio 2012
Rialzo Mps: ma okkio al posto...
Due giorni da leoni, quelli appena vissuti in Borsa da Banca Mps: rialzi stratosferici, in effetti. Visto che in questo blog si osa parlare delle società quotate in Borsa (a differenza di Franchino sulla televisione nazionale), non possiamo che rallegrarcene. Rallegrandocene, osiamo chiederci il perchè, dopo le randellate di inizio anno. Pare evidente che il Piano-Viola del 20 gennaio sia stato bene accettato dalla comunità finanziaria italiota: carta canta. Pare altresì evidente che il Monte sia una Banca sotto tutela extra-moenia (mettiamola così, dai). Prima che il "gioiellino" si sfasciasse in modo definitivo, è arrivato un forestiero benedetto da Bankitalia a mettere le cose a posto (vedremo se saprà proseguire).
Resta un fatto, anzi due: l'altra faccia del Piano-Viola anti aumento di capitale Mps, sono le dismissioni (a questo giro, qui qualcuno va a casa davvero, fra i dipendenti: questo sia chiaro a tutti). In Italia, nessuno si considera un ramo secco. C'è chi insomma maledirà questi rialzi stratosferici della Banca e cosa sottintendono, purtroppo.
La seconda cosa è che il President è sempre al suo posto, anche se non è il suo lavoro: Franchino - che in realtà le sue dimissioni NON le ha mai chiesto, nemmeno nella tanto citata intervista del 29 dicembre - ora tace sul fronte del Mps (è quotato in Borsa, no? Come fa a parlare?); il Bezzini, se tace Franchino, apre la bocca solo per sbadigliare. Il Pd? Non pervenuto, as usual.
Meno male che c'è l'Osservatorio sul Monte: ottima l'affissione dei manifesti "mussariani" con il mitico "se non vinco vado a casa" del marzo 2008. Molto pertinente: Lui non si schioda dalla poltrona, non c'è verso. O forse pensa di avere vinto?
Domani - mercoledì 25 gennaio - ci sarà una assemblea pubblica del suddetto Osservatorio per fare il punto della situazione (alle 17,30 a Palazzo Patrizi, in Via di Città). Mentre i "noveschi" guidati da Franchino il DISKONTINUATOR cercano di salvaguardare solo se stessi e coloro ai quali non possono imporre niente, a Palazzo Patrizi semplici cittadini - esperti o meno di Banca - ascoltano e dicono la loro. Ma non chiamatela DEMOCRAZIA. L'autentica democrazia, anzi il Buon Governo, è quello del Pd: quello di Ceccuzzi, Bezzini, Mancini e Mussari (ma la Meloni esiste sempre?).
Noi che saremo alla riunione dell'Osservatorio, siamo apprendisti alle prime armi. Almeno non stregoni...
Ps Quanto al libro su Mussari Giuseppe, c'è pochino davvero...
Resta un fatto, anzi due: l'altra faccia del Piano-Viola anti aumento di capitale Mps, sono le dismissioni (a questo giro, qui qualcuno va a casa davvero, fra i dipendenti: questo sia chiaro a tutti). In Italia, nessuno si considera un ramo secco. C'è chi insomma maledirà questi rialzi stratosferici della Banca e cosa sottintendono, purtroppo.
La seconda cosa è che il President è sempre al suo posto, anche se non è il suo lavoro: Franchino - che in realtà le sue dimissioni NON le ha mai chiesto, nemmeno nella tanto citata intervista del 29 dicembre - ora tace sul fronte del Mps (è quotato in Borsa, no? Come fa a parlare?); il Bezzini, se tace Franchino, apre la bocca solo per sbadigliare. Il Pd? Non pervenuto, as usual.
Meno male che c'è l'Osservatorio sul Monte: ottima l'affissione dei manifesti "mussariani" con il mitico "se non vinco vado a casa" del marzo 2008. Molto pertinente: Lui non si schioda dalla poltrona, non c'è verso. O forse pensa di avere vinto?
Domani - mercoledì 25 gennaio - ci sarà una assemblea pubblica del suddetto Osservatorio per fare il punto della situazione (alle 17,30 a Palazzo Patrizi, in Via di Città). Mentre i "noveschi" guidati da Franchino il DISKONTINUATOR cercano di salvaguardare solo se stessi e coloro ai quali non possono imporre niente, a Palazzo Patrizi semplici cittadini - esperti o meno di Banca - ascoltano e dicono la loro. Ma non chiamatela DEMOCRAZIA. L'autentica democrazia, anzi il Buon Governo, è quello del Pd: quello di Ceccuzzi, Bezzini, Mancini e Mussari (ma la Meloni esiste sempre?).
Noi che saremo alla riunione dell'Osservatorio, siamo apprendisti alle prime armi. Almeno non stregoni...
Ps Quanto al libro su Mussari Giuseppe, c'è pochino davvero...
lunedì 23 gennaio 2012
Castelnuovo Berardenga: che si fa con gli hobbies del Bonechi?
L'eretico torna, dopo qualche tempo, ad occuparsi di Castelnuovo Berardenga; si era scritto dei grattacapi giudiziari della Giunta Bozzi, in autunno, e avevamo chiesto gentilmente lumi al Sindaco, l'amico Roberto: ora che le foglie sono cadute da un bel pezzo, constatiamo con amarezza che nessuno si è fatto vivo...francamente, ce ne dobbiamo dispiacere, perchè l'informazione - soprattutto sui guai giudiziari di chi amministra una collettività - parrebbe opportuna. Ma tant'è, evidentemente: anche di Castelnuovo, meno si sa, parecchio meglio è.
L'eretico, da par suo, segnala che i giochi per la prossima poltrona di Sindaco sembrano essere già fatti: finita l'era Bozzi (iniziata nell'ormai lontano 2004), nel 2014 si rivota. Il primo cittadino - salvo invasioni di extraterrestri o cose simili - sarà tale Fabrizio Nepi, attuale vicesindaco, nonchè ex segretario della sezione Pd di Castelnuovo Berardenga. Ipersponsorizzato dal king-maker della politica castelnuovina, quel Luca Bonechi a cui qualche incarico di peso (leggasi portafoglio) e prestigio, in area montepaschina, mai si è negato, in questi ultimi anni. Uno di quelli che hanno contribuito a fare diventare Mps il terzo polo bancario italiota, insomma. Se l'è cresciuto lui, questo Fabrizio Nepi, autoctono virgulto paesano: prima si semina, poi si passa al raccolto, no?
Il vero assillo dei paesani, a questo punto, non è concernente il fatto di CHI sarà Sindaco (appena detto), con i giochi chiusi con un paio d'anni d'anticipo (democrazia preventiva?); il vero interrogativo è piuttosto CHE FINE FARANNO le due creature cui il Bonechi ha dato forma ed anima (e la Fondazione il Dio quattrino): il Bruscello e l'Eroica.
In tempi di vacche grasse o obese, le recite paesane in vernacolo e le biciclettate slow motion non attirano polemiche; adesso, però, che il Sistema Siena è in disfacimento e la Fondazione boccheggia, che si fa? Si continua con l'hobby preferito elevato a sport del feudo, o si opta per il sociale? Entrambe le cose, pare impossibile continuarle; sarà forse il momento di fare delle scelte. Inevitabilmente dolorose.
Si potrebbe chiedere una sponsorizzazione alla confindustriale Emma Marcegaglia, proprietaria del 4 stelle Borgo Monastero, una sorta di Bagnaia posizionato nel Comune oggi guidato da Roberto Bozzi. Qualche idea, bisogna farsela venire in mente, in un modo o nell'altro.
Il Bonechi, mentre va in bicicletta, è in iperossigenazione: ottimo, eccellente momento per pensare, forse il migliore. Se la faccia venire lui, un'idea buona, mentre respira a pieni polmoni...
domenica 22 gennaio 2012
Viaggio ereticale ad Auschwitz (I): l'arrivo
Uno dei paradossi della memoria collettiva legata ad Auschwitz, è che già chiamare questa cittadina così, significa negare la sua identità polacca tout court. Il suo effettivo nome, è un altro: Oswiecin. Il nome che tutti noi pronunciamo, è quello che le imposero i nazisti, nella loro ansia di germanizzare anche nei nomi tutto ciò di cui si appropriavano.
L'eretico arrivò in loco il 5 agosto 2009, in macchina. Con lui, l'amico e collega Antonio Batelli, docente di Storia e Filosofia.
A circa 20 km. dalla cittadina, c'è Tychy: il grande stabilimento della Fiat, uno dei simboli della delocalizzazione degli ultimi anni. Lì, gli operai polacchi producono la nuova 500 per il mercato dell'Est. Poco prima di partire dall'Italia, mi ero portato un articolo del Corrsera in cui si diceva che i 6000 operai polacchi di Tychy producono quanto 20mila italiani. Smargiassate pro-Marchionne? A proposito di macchine, il quadro è quello delle più ricche realtà dell'Est Europa, e c'è qualche 126 che rinverdisce ricordi ereticali.
Il campo di lavoro e di sterminio lo si trova prima di entrare, in mezzo a boschi di betulle e non solo; all'ingresso della cittadina - passati da un piccolo ponte sul fiume Sola - ci si imbatte in un grande cartellone di Radio Marija, l'equivalente della nostra, italica Radio Maria. Non ci sarebbe niente da meravigliarsi, nella cattolicissima Polonia; se non fosse, però, per un particolare agghiacciante: questa Radio (a differenza di quella italiana, che ha tanti difetti, ma non questo...) è conosciuta da anni per le sue posizioni fortemente antisemite, che le sono valse anche una sorta di tentativo (riuscito?) di normalizzazione dalla sponda vaticana, dove l'imbarazzo degli ambienti ratzingeriani ha raggiunti livelli altissimi. Una voce antisemita ad Oswiecin, dunque. Altro paradosso della Storia, direi.
Arriviamo verso la fine del pomeriggio, direttamente da Praga. Non essendo nostra abitudine prenotare alcunchè, inizia la fase della ricerca del posto letto: più complessa e laboriosa del previsto, purtroppo. Alla fine, troviamo una sistemazione in un hotel che non si discosta molto da quelli delle nostre Dolomiti; all'ingresso, sulla destra, c'è una gigantografia dell'ex Presidente francese Jacques Chirac, il quale albergò in questa struttura in occasione di un 27 gennaio (vorrei scrivere esattamente quale, ma non ho appuntato).
Siamo stanchi, per il viaggio, ed affamati, visto il pranzo consumato parcamente on the road. Mangiamo nel ristorante dell'albergo; una saletta tutta lignea: che legno sarà, olmo, betulla, faggio?
Aspettando la lauta pietanza, mi metto a leggere, da uno dei libri che avevo in saccoccia, di Hans Frank - Governatore della Polonia occupata dal settembre 1939 dal Terzo Reich, in combutta con Stalin che si prese la parte più ad Est - e della sua forma mentis nei confronti del popolo polacco:
"Le foreste della Polonia non saranno sufficienti a produrre tutta la carta necessaria per i manifesti dei polacchi fucilati".
Così parlò Hans Frank, al momento del suo insediamento, nell'ottobre del 1939: in larga parte, fu di parola. Con gli ebrei polacchi (sterminati al 90%), ma anche con i polacchi non ebrei, slavi subumani (untermenschen).
Dopo una frase così, è difficile guardare il boschetto davanti all'hotel senza pensare alla disumana frase dell'uomo che Hitler aveva designato per sovraintendere all'ordine in questa zona della Polonia meridionale...
sabato 21 gennaio 2012
Il record dell'eretico
Ieri, 20 gennaio 2012, questo blog ha raggiunto il suo record assoluto di contatti: 3077!!
In effetti, gli argomenti trattati in settimana erano ghiotti assai, ed il contesto è quello che è (nel senso che la gente è sempre più affamata di sapere, e più la crisi del Sistema Siena aumenta e si dilata, più i media istituzionali si chiudono a riccio). Resta il fatto che a quota 3000 (e rotti) in un sol giorno, l'eretico non pensava di arrivare, e invece...
Pur sapendo che una buona parte dei lettori sono tutt'altro che fan del blog, mi sento di ringraziare tutti, compresi loro. Ma sì, perchè no?
Ringrazio dunque gli avvocati che sono tutti i giorni a monitorare gli articoli, pronti alla querela o all'atto di citazione (primus inter pares, l'ottimo principe del foro Fabio Pisillo, "lettore d'oro 2011"); ringrazio anche, e di cuore, i castisti tutti, perchè riuscire a trovare sempre argomenti su cui scrivere non è tanto abilità ereticale, quanto bravura loro, sempre pronti a figure cacine tipo quella di Piazza pulita (ultima di una serie sterminata, destinata purtroppo ad accrescersi, stante la situazione); ringrazio infine i lettori semplici, nonostante tutto la maggioranza, anche se so bene che fra loro tanti sono d'accordo con me, ma a maggio la crocetta l'hanno messa su Franchino il Ceccuzzi...
Questo blog può essere criticato (non è mica la Pravda!), e per molte cose; provate però a pensare se questo spazio (insieme al Santo, a Fratello illuminato, al Senso della misura, al Cittadino) non ci fosse, non esistesse: cosa saprebbe questa collettività del marcio che c'è? Gli esempi sono talmente numerosi, che non saprei donde cominciare. Fatelo, il giochino: togliete tutti i blog, e pensateci.
Ognuno con la sua testa: che non fa mai male...
Ps A proposito, complimenti a Fratello illuminato per il suo scoop sulla dolce metà di Stefano Bisi assunta al Monte (ma dove?). A me pare impossibile che sia accaduto uno scivolone tale, ma se così è (e pare proprio di sì), una cosa è certa: siamo alla frutta, ma loro pensano di essere sempre al primo, forse all'antipasto. Meglio per i bloggers, datemi retta...
In effetti, gli argomenti trattati in settimana erano ghiotti assai, ed il contesto è quello che è (nel senso che la gente è sempre più affamata di sapere, e più la crisi del Sistema Siena aumenta e si dilata, più i media istituzionali si chiudono a riccio). Resta il fatto che a quota 3000 (e rotti) in un sol giorno, l'eretico non pensava di arrivare, e invece...
Pur sapendo che una buona parte dei lettori sono tutt'altro che fan del blog, mi sento di ringraziare tutti, compresi loro. Ma sì, perchè no?
Ringrazio dunque gli avvocati che sono tutti i giorni a monitorare gli articoli, pronti alla querela o all'atto di citazione (primus inter pares, l'ottimo principe del foro Fabio Pisillo, "lettore d'oro 2011"); ringrazio anche, e di cuore, i castisti tutti, perchè riuscire a trovare sempre argomenti su cui scrivere non è tanto abilità ereticale, quanto bravura loro, sempre pronti a figure cacine tipo quella di Piazza pulita (ultima di una serie sterminata, destinata purtroppo ad accrescersi, stante la situazione); ringrazio infine i lettori semplici, nonostante tutto la maggioranza, anche se so bene che fra loro tanti sono d'accordo con me, ma a maggio la crocetta l'hanno messa su Franchino il Ceccuzzi...
Questo blog può essere criticato (non è mica la Pravda!), e per molte cose; provate però a pensare se questo spazio (insieme al Santo, a Fratello illuminato, al Senso della misura, al Cittadino) non ci fosse, non esistesse: cosa saprebbe questa collettività del marcio che c'è? Gli esempi sono talmente numerosi, che non saprei donde cominciare. Fatelo, il giochino: togliete tutti i blog, e pensateci.
Ognuno con la sua testa: che non fa mai male...
Ps A proposito, complimenti a Fratello illuminato per il suo scoop sulla dolce metà di Stefano Bisi assunta al Monte (ma dove?). A me pare impossibile che sia accaduto uno scivolone tale, ma se così è (e pare proprio di sì), una cosa è certa: siamo alla frutta, ma loro pensano di essere sempre al primo, forse all'antipasto. Meglio per i bloggers, datemi retta...
venerdì 20 gennaio 2012
Asl 7: nominato Niccolò Pestelli
Nonostante i tanti argomenti bollenti, l'eretico non si dimentica che oggi è venerdì, quindi giorno di digiuno e di sanità. Nel pomeriggio, è arrivata l'ufficialità. Cinque a favore, uno contrario ed uno astenuto: questo è il responso della Commissione Sanità della Regione Toscana, a proposito della nomina del nuovo Direttore generale della Asl 7. Contro ha votato il Pdl, nella persona di Stefano Mugnai, mentre l'Udc, con Marco Carraresi, si è astenuto.
Indubbiamente un bel colpo di scena, rispetto a quanto molti ipotizzavano fino ad una diecina di giorni or sono: la dottoressa Dei sembrava davvero ad un passo dall'ambito posto. Un posto, però, che riserverà onori ma anche (soprattutto) oneri, viste le problematiche fatte emergere - in splendida solitudine - dall'eretico negli ultimi tempi (leggasi voce Bilancio, fra tutte). Forse forse, la Dei l'ha scampata bella...
Il dottor Pestelli, classe 1963, proveniente dalla Asl fiorentina in cui entrò nel 2005 dopo tre anni spesi nella Deloitte consulting, si presenta con un buon curriculum vitae alle spalle, ed ha dalla sua l'"effetto Monte dei Paschi": così come chiunque verrà dopo Mussari sarà un genio, così chiunque venga dopo la dottoressa Benedetto e l'interim commissariale, non può che partire con il favore quasi generale. Basta ricordarsi di chi c'era fino all'altro giorno, con tutti gli annessi ed i connessi (leggasi carriere al neutrino).
Politicamente parlando, questa nomina si può anche leggere come un successo ceccuzziano in chiave antimonaciana. Sul successore, invece, del Direttore Generale dell'ospedale, pare che lì il buon Alberto Monaci sia inflessibile: sul territorio, può derogare; sul feudo cittadino, non possumus! Con ciò, tutto lascia pensare che lo scaduto Paolo Morello Marchese continuerà a dettare legge alle Scotte (è in carica dal 9 gennaio 2009, per la cronaca). Ne riparleremo.
Tornando a Pestelli, sembra che si porterà dietro anche la figura del Direttore sanitario. All'eretico interesserebbe che si facesse piazza pulita di certi personaggi di cui si è scritto nel recente passato. Prima che magari (MAGARI, eh) ci pensi qualcun altro, a farlo. Facciamola un pochina di prevenzione, in questo benedetto paese!
Ps Il prossimo venerdì, l'eretico delizierà i suoi lettori con una chicca finale sul dottor Ghezzi. Possibile sia più grossa della roba di cui già si è scritto?
Indubbiamente un bel colpo di scena, rispetto a quanto molti ipotizzavano fino ad una diecina di giorni or sono: la dottoressa Dei sembrava davvero ad un passo dall'ambito posto. Un posto, però, che riserverà onori ma anche (soprattutto) oneri, viste le problematiche fatte emergere - in splendida solitudine - dall'eretico negli ultimi tempi (leggasi voce Bilancio, fra tutte). Forse forse, la Dei l'ha scampata bella...
Il dottor Pestelli, classe 1963, proveniente dalla Asl fiorentina in cui entrò nel 2005 dopo tre anni spesi nella Deloitte consulting, si presenta con un buon curriculum vitae alle spalle, ed ha dalla sua l'"effetto Monte dei Paschi": così come chiunque verrà dopo Mussari sarà un genio, così chiunque venga dopo la dottoressa Benedetto e l'interim commissariale, non può che partire con il favore quasi generale. Basta ricordarsi di chi c'era fino all'altro giorno, con tutti gli annessi ed i connessi (leggasi carriere al neutrino).
Politicamente parlando, questa nomina si può anche leggere come un successo ceccuzziano in chiave antimonaciana. Sul successore, invece, del Direttore Generale dell'ospedale, pare che lì il buon Alberto Monaci sia inflessibile: sul territorio, può derogare; sul feudo cittadino, non possumus! Con ciò, tutto lascia pensare che lo scaduto Paolo Morello Marchese continuerà a dettare legge alle Scotte (è in carica dal 9 gennaio 2009, per la cronaca). Ne riparleremo.
Tornando a Pestelli, sembra che si porterà dietro anche la figura del Direttore sanitario. All'eretico interesserebbe che si facesse piazza pulita di certi personaggi di cui si è scritto nel recente passato. Prima che magari (MAGARI, eh) ci pensi qualcun altro, a farlo. Facciamola un pochina di prevenzione, in questo benedetto paese!
Ps Il prossimo venerdì, l'eretico delizierà i suoi lettori con una chicca finale sul dottor Ghezzi. Possibile sia più grossa della roba di cui già si è scritto?
Ecco la sentenza della Corte d'Appello di Firenze
Questo è il testo integrale dell'ordinanza della Corte d'Appello di Firenze del 17 gennaio scorso, con la quale non solo è stata confermata la sospensiva dell'esecutività della sentenza, ma si chiarisce che la sentenza del Tribunale di Siena è probabile che sia nulla, stante il pensionamento del Giudice Giuseppe Cavoto al momento della pubblicazione della stessa.
mercoledì 18 gennaio 2012
Una proposta ereticale al dottor Viola
Lo scorso 12 gennaio - come tutti sanno - il dottor Fabrizio Viola si è insediato a Rocca Salimbeni: il tutto è avvenuto plasticamente nel segno della perfetta continuità (conferenza stampa Mussari-Viola, strette di mano fra i due e sorrisoni a tutta grinza del President). Viola arriva con il beneplacito mussariano e fra gli osanna di Franchino il Ceccuzzi e di quello della Provincia (che più passa il tempo, più fa sincera tenerezza...). Tutto inevitabile, anche se oggi godere del favore di questi signori non è che sia un grande lasciapassare.
L'eretico gli ha fatto gli auguri di buon lavoro, e la faccia di Viola è simpatica (anche se a Modena non tutti la pensano così, a dirla tutta); ricorda un pochino il grande John Belushi dei Blues brothers (basterebbe lasciarsi allungare le basette e mettersi il cappello giusto con gli occhiali d'ordinanza).
Il bocconiano Fabrizio Viola, ha un'occasione storica, a questo punto: di fronte alla Banca (dipendenti, azionisti, clienti) e conseguentemente di fronte alla città tutta. L'eretico la chiamerà l'"opzione Focardi". Vi ricordate quando il Rettore Silvano Focardi portò i libri contabili dell'Università in Tribunale? Fece benissimo (infatti il paonazzo del Nicchio si incazzò di brutto), ma lo fece troppo tardi, e comunque in ritardo rispetto a quando avrebbe potuto e dovuto (era stato eletto nel 2006, aspettò un paio di anni).
Fabrizio Viola, dunque. L'"opzione Viola" è questa: faccia una bella conferenza stampa, e dia la massima pubblicità alle carte dell'operazione Antonveneta. Da qualche parte ci saranno, no? Ci sono troppi passaggi oscuri, che meritano di essere chiariti. Il prezzo, la due diligence, la tempistica dell'acquisto et alia. Non lo può fare nessun altro, se non il dottor Viola: lui non aveva niente a che fare con il Monte in quello sciagurato inizio di novembre 2007, e oggi è Direttore generale e sta per diventare Amministratore delegato. Non può avere nessuna responsabilità, nè penale, nè morale, per l'affaire Antonveneta.
Colga quest'occasione, dottor Viola: questa sì che sarebbe discontinuità autentica e genuina, non quella melassa propinata furbescamente dal novesco (sic) Franchino il Ceccuzzi. Un'occasione così - di fronte alla collettività che l'ha accolto - non ce l'avrà più.
Ps Domani sera, tutti in poltrona o divano: alle 21 circa (su La7) c'è "Piazza pulita", il programma di Formigli che ha preso il posto di Santoro sulla Tv generalista. Ci sarà un lungo servizio su Siena, curato dall'inviato Alessandro Sortino (intervistato anche l'eretico, spero non tagliato nelle operazioni di montaggio!).
Da vedere, e per vari motivi: tra i quali, la reazione indignata che ne darà Franchino il Ceccuzzi, sempre più paladino della difesa di Siena dalle orde barbariche di giornalisti forestieri che stanno calando e caleranno su Siena.
martedì 17 gennaio 2012
Marameo cucù, Acampa ed il Vescovo non riscuoton più...
Clamoroso alla Corte d'Appello di Firenze, stamattina: non solo è stata confermata la sospensiva del risarcimento che l'eretico - secondo l'ottimo Giudice Cavoto - avrebbe dovuto liquidare a don Acampa e al Vescovo Buoncristiani, ma la causa va verso una probabile annullamento! Incredibile a dirsi, infatti, la causa era stata scritta dal Cavoto QUANDO QUESTI ERA PENSIONATO: sì, avete letto bene, è proprio così. Il 18 maggio 2010 il Cavoto va in pensione, a gennaio 2011 scrive la sentenza (ed adesso non si entra nel merito, per carità di Patria). Il Presidente della seconda sezione della Corte d'Appello di Firenze Giulio De Simone - quando si è accorto della cosa - non sapeva capacitarsene: l'eretico gli avrebbe voluto dire che, a Siena, queste cose possono succedere...
Peccato per Acampa Giuseppe e per il Vescovo Antonio Buoncristiani da Sellano, che sicuramente sul gruzzoletto (270mila euro!) avevano fatto bei pensieri, all'insegna del dettato evangelico; se ora per sbaglio dovessero mettere una mini-Ici ai beni ecclesiastici, questi due potrebbero lasciarsi andare a gesti sconsiderati: chi gli è vicino, li aiuti, li sostenga, non faccia mancare loro il conforto dei momenti più bui. E intanto la sentenza del Giudice Gaggelli (quella sull'assoluzione di Acampa per l'incendio e la calunnia) CONTINUA A NON ESSERE DEPOSITATA. Fra due giorni, si "festeggia" il sesto mese (la legge ne prescrive tre al massimo)...
Per quanto concerne l'eretico, un ringraziamento non può che andare all'indomito avvocato Luigi De Mossi e ai suoi altrettanto indomiti collaboratori Lorenzo Bonomi e Chantal Matassi, anch'essi presenti in Corte d'Appello a Firenze (come anche l'eretico, ovviamente).
Tornando sulla mulattiera Siena-Firenze (dopo che i primi festeggiamenti - peraltro all'insegna della sobrietà montiana - erano avvenuti alla mitica trattoria La Bianchina di Bottai), i due giovani collaboratori demossiani si interrogavano sul come fosse stata possibile una cosa simile: buon segno, evidentemente hanno ancora fiducia nella Giustizia! Il ben più scafato De Mossi, invece, preferiva buttarsi sulla lettura di sue inedite poesie, rivelando un insospettabile animus poetico...
Questa, insomma, è andata bene, anzi benissimo: su tutti gli altri guai giudiziari dell'eretico (tanti), si vedrà a suo tempo. Un giramento di coglioni alla volta. Ogni tanto si vince, ogni tanto si perde.
Basterebbe che le sentenze non venissero scritte da chi NON può più scriverle; e, nel caso, venissero scritte e motivate bene: l'eretico ricorda, a chi non ha seguito la sua vicenda lo scorso anno, che in questa sentenza - vergata nel gennaio 2011 - si scriveva dell'assoluzione di Acampa Giuseppe. Avvenuta, però, solo il 19 luglio 2011. Come poteva il Giudice Cavoto (pensionato o meno) sapere che Acampa sarebbe stato assolto, mentre erano ancora in pieno corso le udienze del Processo a suo carico? Ditemi voi se non è un bel mistero senese, questo...
lunedì 16 gennaio 2012
Franchino il DISKONTINUATOR ed un'intervista imbarazzante...
Di solito, il potente di turno è in imbarazzo quando si tirano fuori interviste datate qualche anno prima, o giù di lì. Con Franchino il Ceccuzzi, invece, basta andare indietro a parecchio meno di un anno fa.
Il 23 aprile 2011, infatti, Massimo Vanni di Repubblica gli confeziona un'intervista pre-elettorale (pagine VI e VII dell'edizione fiorentina). Non è un'intervista all'arma bianca, va detto; però è sempre incommensurabilmente meglio di ciò che passava e passa il convento senese.
Franchino - che già inizia ad indossare le vesti del DISKONTINUATOR, ma parecchio meno di oggi - parte arioso, con una progettualità da campagna elettorale del tempo che fu, da vacche grasse insomma: Santa Maria della Scala, Centro d'arte contemporanea, poi l'auditorium "per la musica" (l'auditorium per cosa dovrebbe essere, per la macellazione delle carni?). Il titolo, in effetti, è "Siena avrà il suo auditorium".
"La cultura deve essere fattore di sviluppo", sostiene. Se lo dice lui.
Il giornalista di Repubblica, dopo avere sentito tutto questo ben di Dio di promesse elettorali, una domanda gliela fa: "E dove pensa di trovare i soldi?".
Risposta di Ceccuzzi, ovviamente testuale:
"Con la ripresa la Fondazione avrà maggiore redditività".
Le ultime parole famose. No: le penultime.
"Credo che alla fine del processo di ricapitalizzazione la Fondazione avrà ancora il 51 per cento", ci dà sotto il futuro cantore della discontinuità al picio. Allora, le dimissioni di Gabriellone non le avrebbe mai chieste, anzi se c'era da lodarlo...
Noi tutti tifiamo per l'auditorium, ci mancherebbe altro; sarebbe bello che oltre a dell'ottima musica, però, si potessero ascoltare cose sensate, in città, almeno da chi si fregia del titolo di primo cittadino: non cose che l'attualità smentisce dopo poche settimane...
Ps L'incipit del pezzo di Repubblica è una frase parenetica di Franchino: "Tiriamo fuori le unghie". "Per afferrare il futuro. Siena deve realizzare tanti progetti del passato. Ci vorranno 20 anni ma dobbiamo iniziare ora". Come si dice, chi ben comincia è a metà dell'opera...
Il 23 aprile 2011, infatti, Massimo Vanni di Repubblica gli confeziona un'intervista pre-elettorale (pagine VI e VII dell'edizione fiorentina). Non è un'intervista all'arma bianca, va detto; però è sempre incommensurabilmente meglio di ciò che passava e passa il convento senese.
Franchino - che già inizia ad indossare le vesti del DISKONTINUATOR, ma parecchio meno di oggi - parte arioso, con una progettualità da campagna elettorale del tempo che fu, da vacche grasse insomma: Santa Maria della Scala, Centro d'arte contemporanea, poi l'auditorium "per la musica" (l'auditorium per cosa dovrebbe essere, per la macellazione delle carni?). Il titolo, in effetti, è "Siena avrà il suo auditorium".
"La cultura deve essere fattore di sviluppo", sostiene. Se lo dice lui.
Il giornalista di Repubblica, dopo avere sentito tutto questo ben di Dio di promesse elettorali, una domanda gliela fa: "E dove pensa di trovare i soldi?".
Risposta di Ceccuzzi, ovviamente testuale:
"Con la ripresa la Fondazione avrà maggiore redditività".
Le ultime parole famose. No: le penultime.
"Credo che alla fine del processo di ricapitalizzazione la Fondazione avrà ancora il 51 per cento", ci dà sotto il futuro cantore della discontinuità al picio. Allora, le dimissioni di Gabriellone non le avrebbe mai chieste, anzi se c'era da lodarlo...
Noi tutti tifiamo per l'auditorium, ci mancherebbe altro; sarebbe bello che oltre a dell'ottima musica, però, si potessero ascoltare cose sensate, in città, almeno da chi si fregia del titolo di primo cittadino: non cose che l'attualità smentisce dopo poche settimane...
Ps L'incipit del pezzo di Repubblica è una frase parenetica di Franchino: "Tiriamo fuori le unghie". "Per afferrare il futuro. Siena deve realizzare tanti progetti del passato. Ci vorranno 20 anni ma dobbiamo iniziare ora". Come si dice, chi ben comincia è a metà dell'opera...
domenica 15 gennaio 2012
Elogio dell'agricoltura, tra Latouche e Catone
In momenti di crisi finanziaria con conseguenti ricadute sociali particolarmente impattanti (non per tutti), inevitabilmente riprendono quota teorie come quella dell'economista francese Serge Latouche, teorico della decrescita (ma lui sostiene sia preferibile parlare di "a-crescita"). Dall'Espresso della scorsa settimana, almeno un passaggio dell'intervista ("Elogio della frugalità", pagg.121-123) che gli ha fatto Gigi Riva (non è il celebre calciatore che portò il Cagliari ad un indimenticabile scudetto) merita di essere riportato integralmente.
Domanda: "Tornando a noi: è di gran moda l'espressione "sviluppo sostenibile".
R. "Mi spiace, non ci sto. Non c'è nessun sviluppo che sia sostenibile oggi. Abbiamo dissipato troppe risorse (Latouche si riferisce solo al mondo occidentale, in realtà, Ndr). Dovremmo fare più attenzione. Penso sempre a due Tir che si incrociano sotto il tunnel del Monte Bianco e uno porta l'acqua minerale francese a voi, e l'altro l'acqua minerale a noi. Che spreco".
Sulla prima parte del ragionamento, si può dissentire; sulla seconda, viceversa, siamo tutti d'accordo: il problema sarebbe passare dalla teoria alla pratica. Questo attiene alla quotidianità di ognuno di noi, ovviamente.
All'eretico - senza scendere in una precettistica che pure sarebbe stimolante - preme piuttosto sottolineare come coloro che guardano con favore alle teorie della decrescita sono in grandissima maggioranza persone votanti a sinistra, magari quella sinistra che non è rappresentata in questo Parlamento (lo stesso Vendola si dice affascinato dalle teorie latouchiane, ma d'altra parte il leader di Sel era affascinato anche da don Verzè...).
D'altro canto, fu Enrico Berlinguer a parlare di "austerità", nell'Italia del 1977, subito contestato dagli allora giovani e scalpitanti Veltroni (quando ERA comunista, checchè ne dica) e D'Alema, ancora fresco di molotov.
Il ritorno alla frugalità ed al lavoro della terra seguito da tanti (si fa per dire) giovani, dunque, attiene più alla tradizione della sinistra o della destra? Verrebbe da dire indubbiamente alla sinistra, che ha poi il merito di avere affrancato le masse contadine italiane dalla mezzadria (a questo proposito, suggerisco il pregnante "La mezzadria nelle terre di Siena e Grosseto Dal Medioevo all'età contemporanea", M.Ascheri e A. Dani, Pascal, novembre 2011).
Il dibattito, comunque, è aperto.
Quello che è curioso e stimolante è che questa corrente di pensiero si rifa - almeno sotto certi aspetti - alle idee dei grandi conservatori della Roma repubblicana, che concepivano la fatica ed il sudore del lavoro della terra come capace di forgiare l'ottimo cittadino e soldato romano. Magari contro le mollezze ed i lussi provenienti dalla Grecia o comunque da Levante.
Sentite un po' cosa scriveva Marco Porcio Catone nel suo De agri cultura (composto fra il 170 ed il 160 a.C.):
"è possibile che talvolta sia più conveniente procacciarsi un profitto con il commercio, se non fosse tanto rischioso, e così pure prestare denaro a usura, se fosse altrettanto onorevole (ma ancora non condannato dal Cristianesimo, per ovvie ragioni, Ndr). I nostri antenati così pensavano e così stabilirono nelle loro leggi: che il ladro fosse condannato al doppio, l'usuraio al quadruplo.Quanto peggior cittadino valutassero l'usuraio del ladro, lo si può di qui stimare.E quando lodavano un uomo dabbene, così lo lodavano: buon contadino e buon agricoltore...fra i contadini si formano uomini di fortissima tempra e soldati valorosissimi; e dall'agricoltura consegue il profitto più onesto, più stabile, meno sospetto".
Si può imputare molto a Marco Porcio Catone, ma non certo la mancanza di chiarezza; queste parole, poi, pur in un contesto drasticamente differente, non possono non fare riflettere: soprattutto in un momento di drammatica disoccupazione giovanile. In Grecia, nella Grecia che aspetta il default - segnala sempre L'Espresso - c'è già in atto un forte ritorno alla terra, da parte dei giovani.
Il mestiere di agricoltore, poi, è anche a prova di liberalizzazioni montiane, quindi...
Ps Dopo questo elogio dell'agricoltura tra Latouche e Catone, spero NON arrivino commenti in cui si esorta vivamente lo scrivente ad andare lui, a zappare la terra...
Domanda: "Tornando a noi: è di gran moda l'espressione "sviluppo sostenibile".
R. "Mi spiace, non ci sto. Non c'è nessun sviluppo che sia sostenibile oggi. Abbiamo dissipato troppe risorse (Latouche si riferisce solo al mondo occidentale, in realtà, Ndr). Dovremmo fare più attenzione. Penso sempre a due Tir che si incrociano sotto il tunnel del Monte Bianco e uno porta l'acqua minerale francese a voi, e l'altro l'acqua minerale a noi. Che spreco".
Sulla prima parte del ragionamento, si può dissentire; sulla seconda, viceversa, siamo tutti d'accordo: il problema sarebbe passare dalla teoria alla pratica. Questo attiene alla quotidianità di ognuno di noi, ovviamente.
All'eretico - senza scendere in una precettistica che pure sarebbe stimolante - preme piuttosto sottolineare come coloro che guardano con favore alle teorie della decrescita sono in grandissima maggioranza persone votanti a sinistra, magari quella sinistra che non è rappresentata in questo Parlamento (lo stesso Vendola si dice affascinato dalle teorie latouchiane, ma d'altra parte il leader di Sel era affascinato anche da don Verzè...).
D'altro canto, fu Enrico Berlinguer a parlare di "austerità", nell'Italia del 1977, subito contestato dagli allora giovani e scalpitanti Veltroni (quando ERA comunista, checchè ne dica) e D'Alema, ancora fresco di molotov.
Il ritorno alla frugalità ed al lavoro della terra seguito da tanti (si fa per dire) giovani, dunque, attiene più alla tradizione della sinistra o della destra? Verrebbe da dire indubbiamente alla sinistra, che ha poi il merito di avere affrancato le masse contadine italiane dalla mezzadria (a questo proposito, suggerisco il pregnante "La mezzadria nelle terre di Siena e Grosseto Dal Medioevo all'età contemporanea", M.Ascheri e A. Dani, Pascal, novembre 2011).
Il dibattito, comunque, è aperto.
Quello che è curioso e stimolante è che questa corrente di pensiero si rifa - almeno sotto certi aspetti - alle idee dei grandi conservatori della Roma repubblicana, che concepivano la fatica ed il sudore del lavoro della terra come capace di forgiare l'ottimo cittadino e soldato romano. Magari contro le mollezze ed i lussi provenienti dalla Grecia o comunque da Levante.
Sentite un po' cosa scriveva Marco Porcio Catone nel suo De agri cultura (composto fra il 170 ed il 160 a.C.):
"è possibile che talvolta sia più conveniente procacciarsi un profitto con il commercio, se non fosse tanto rischioso, e così pure prestare denaro a usura, se fosse altrettanto onorevole (ma ancora non condannato dal Cristianesimo, per ovvie ragioni, Ndr). I nostri antenati così pensavano e così stabilirono nelle loro leggi: che il ladro fosse condannato al doppio, l'usuraio al quadruplo.Quanto peggior cittadino valutassero l'usuraio del ladro, lo si può di qui stimare.E quando lodavano un uomo dabbene, così lo lodavano: buon contadino e buon agricoltore...fra i contadini si formano uomini di fortissima tempra e soldati valorosissimi; e dall'agricoltura consegue il profitto più onesto, più stabile, meno sospetto".
Si può imputare molto a Marco Porcio Catone, ma non certo la mancanza di chiarezza; queste parole, poi, pur in un contesto drasticamente differente, non possono non fare riflettere: soprattutto in un momento di drammatica disoccupazione giovanile. In Grecia, nella Grecia che aspetta il default - segnala sempre L'Espresso - c'è già in atto un forte ritorno alla terra, da parte dei giovani.
Il mestiere di agricoltore, poi, è anche a prova di liberalizzazioni montiane, quindi...
Ps Dopo questo elogio dell'agricoltura tra Latouche e Catone, spero NON arrivino commenti in cui si esorta vivamente lo scrivente ad andare lui, a zappare la terra...
sabato 14 gennaio 2012
Mussari Giuseppe, please: almeno non prenderci per i fondelli...
L'eretico aveva già letto qualcosa sul Cittadino on line ieri, ma ha voluto attendere l'ufficialità dell'house organ montepaschino, prima di commentare. Orbene, anche il Corriere di Siena conferma tutto, anche con nuovi, inediti particolari: la notizia, a dirla tutta, non c'è (sarebbe stata quella di un Mussari uscente prima di aprile, ma così NON è, come previsto in questo blog e non solo). Nessuno (per motivi che a suo tempo verranno fuori) ha la possibilità di andare da Lui, e di dirgli che sarebbe meglio farsi da parte IMMEDIATAMENTE, senza frapporre ulteriori indugi.
Ci sono, però, le chiosature mussariane alla scontata notizia del suo abbandono primaverile. Sia La Nazione che il Corrsiena riportano la frase mussariana secondo cui gli azionisti della Banca lo avevano esortato a restare (se si intende il Calta, ci credo bene, mica scemo...); il giornale bisiano, però, aggiunge maliziosamente un passaggio, che vorrei non sfuggisse:
"Oltre agli azionisti ANCHE LE ISTITUZIONI LOCALI GLI AVREBBERO RICHIESTO DI RIVEDERE LA SUA POSIZIONE" (pagina 5). Se ne deduce che Franchino il DISKONTINUATOR (sic) e quello della Provincia gli avrebbero chiesto di "rivedere la sua posizione": vedete come si concretizza la buffonesca discontinuità ceccuzziana? Se il tutto non viene rettificato dal Ceccuzzi e da quell'altro a brevissimo (domani), lo dobbiamo dare per certo. A meno che le "istituzioni locali" non siano altre identità non meglio precisate, aliene da quelle sovracitate.
Pare che i cronisti presenti abbiano fatto a gara per chiedergli del suo futuro in politica. Mussari si è schermito, dicendo di non avere "nè le capacità culturali nè l'intelligenza per ambire a tali vette: bisogna essere esigenti per valutare i propri limiti".
L'eccesso di modestia è evidente: con quello che vediamo in politica (a livello locale e nazionale), Mussari Giuseppe la sua figura la potrebbe fare, e più che bene. Tra Scilipoti e l'amico Denis il Verdini, in mezzo alle anime morte del Pd, ci farebbe anzi un figurone! Non ci si aspettano grottesche professioni di modestia, ci si aspetterebbe qualche spiegazione sulle tante ombre del lustro mussariano da Presidente Banca Mps. Troppo comodo fare il Forrest Gump della situazione, a questo punto....
Il colmo, però, è quanto segue:
"Questo è un incarico che non può essere confuso con una professione. Non è il mio lavoro. E la scelta di lasciare non è determinata da contingenze e situazioni particolari".
Se il fatto di non essere un banchiere e di non avere alcuna competenza per svolgere questa delicata professione l'avesse esternata nel 2001 o, soprattutto, nel 2006, allora sarebbe stato da lodare, il realismo mussariano: così ha il sapore, atroce, di una beffa. Per la Banca, per i suoi trentamila dipendenti, per i suoi azionisti, per i suoi clienti. Di una presa per i fondelli dell'intelligenza altrui. Quando sdottorava ai convegni ed alle conferenze presentandosi come un banchiere capace di spaziare a 360°, allora? Visto che NON è il suo lavoro, abbandona anche la Presidenza Abi, visto che lì rappresenta i banchieri italiani, non i giocattolai o i barbieri? Siamo seri: la situazione lo imporrebbe.
Fra le righe, Mussari fa infine capire che - visto che il banchiere non lo sa proprio fare - tornerà a fare l'avvocato. Ma non l'ha già fatto, anche da Presidente Mps, difendendo monsignor Acampa? Lui è il primo a sapere che quando vuole, quando gli fa comodo, può fare entrambe le cose (avvocato e banchiere), tutte insieme appassionatamente. Le vicende di questi anni lo dimostrano inequivocabilmente.
L'exit strategy mussariana avviene mestamente dal punto di vista dello stato di salute della Banca (ma la colpa è dell'Eba, ovviamente); facciamo almeno in modo che non sia anche una presa per il sederino fino in fondo...
venerdì 13 gennaio 2012
Sanità senese: Ceccuzzi rompe con il Monaci?
Eccoci giunti al gettonatissimo appuntamento ereticale del venerdì con la Sanità senese.
Lasciando un po' da parte le carriere al neutrino (ma pare che, a breve, ci saranno nuove strabilianti concernenti il dottor Ghezzi...), concentriamoci sulla prossima nomina del Direttore generale dell'Asl 7 (nei giorni scorsi in altre città toscane la questione è stata risolta, ma nella agonizzante Siena tutto diventa più complesso). Di certo, entro gennaio si chiuderà la partita, per quanto attiene alla tempistica; la Regione e gli ambienti fiorentini spingono fortemente per la dottoressa Dei (già annunciata anche dal Corriere di Siena, tra l'altro).
Se sarà lei, l'eretico - che un qualche contributo al dibattito sulla Sanità forse l'ha dato, negli ultimi mesetti - si permette di dare un consiglio, che vale erga omnes, anche se un'altra dovesse essere la prescelta: chiunque venga, si porti dietro gente ESPERTA E DI ASSOLUTA FIDUCIA, e faccia piazza pulita di chi ha sbagliato (per certe cose, anzi molte, non c'è neanche bisogno di aspettare l'operato della Magistratura, no?). Il rischio, altrimenti, è di fare come il povero dottor Delvino all'Asl di Massa, il quale si è ritrovato con un'ingombrante situazione pregressa che toglie il sonno a molti, a Massa come in altre zone della Toscana.
Dietro questa nomina e dietro quello che accade alle Scotte, si gioca un'importante disputa politica. L'inossidabile, fino a poco tempo fa, asse Ceccuzzi-Monaci sembra essersi incrinato, e non poco (vedasi anche la richiesta di Franchino di fare dimettere Gabriellone dalla Fondazione); Ceccuzzi - in questo blog è stato scritto plurime volte - deve fare finta di discontinuizzare il Sistema Siena pur di salvarsi la poltroncina, quindi ora pare proprio voglia giubilare il dottor Morello, difeso però strenuamente da Alberto Monaci e dai Sindaci valdelsani. Chi la spunterà, in questo inedito braccio di ferro politico-ospedaliero?
Ps Pare che nei giorni scorsi un temerario, alle Scotte, abbia attaccato uno (o più?) foglietti, in cui si ringraziava un giornalista che aveva iniziato a scrivere della Sanità senese, il tutto condito poi da una foto di Anna Gioia in Monaci. Che sia stato un subdolo suggerimento? Ad ogni buon conto, il manifestino è stato prontamente eliminato dall'efficienza delle "Guardie monaciane", sempre attivissime...
Lasciando un po' da parte le carriere al neutrino (ma pare che, a breve, ci saranno nuove strabilianti concernenti il dottor Ghezzi...), concentriamoci sulla prossima nomina del Direttore generale dell'Asl 7 (nei giorni scorsi in altre città toscane la questione è stata risolta, ma nella agonizzante Siena tutto diventa più complesso). Di certo, entro gennaio si chiuderà la partita, per quanto attiene alla tempistica; la Regione e gli ambienti fiorentini spingono fortemente per la dottoressa Dei (già annunciata anche dal Corriere di Siena, tra l'altro).
Se sarà lei, l'eretico - che un qualche contributo al dibattito sulla Sanità forse l'ha dato, negli ultimi mesetti - si permette di dare un consiglio, che vale erga omnes, anche se un'altra dovesse essere la prescelta: chiunque venga, si porti dietro gente ESPERTA E DI ASSOLUTA FIDUCIA, e faccia piazza pulita di chi ha sbagliato (per certe cose, anzi molte, non c'è neanche bisogno di aspettare l'operato della Magistratura, no?). Il rischio, altrimenti, è di fare come il povero dottor Delvino all'Asl di Massa, il quale si è ritrovato con un'ingombrante situazione pregressa che toglie il sonno a molti, a Massa come in altre zone della Toscana.
Dietro questa nomina e dietro quello che accade alle Scotte, si gioca un'importante disputa politica. L'inossidabile, fino a poco tempo fa, asse Ceccuzzi-Monaci sembra essersi incrinato, e non poco (vedasi anche la richiesta di Franchino di fare dimettere Gabriellone dalla Fondazione); Ceccuzzi - in questo blog è stato scritto plurime volte - deve fare finta di discontinuizzare il Sistema Siena pur di salvarsi la poltroncina, quindi ora pare proprio voglia giubilare il dottor Morello, difeso però strenuamente da Alberto Monaci e dai Sindaci valdelsani. Chi la spunterà, in questo inedito braccio di ferro politico-ospedaliero?
Ps Pare che nei giorni scorsi un temerario, alle Scotte, abbia attaccato uno (o più?) foglietti, in cui si ringraziava un giornalista che aveva iniziato a scrivere della Sanità senese, il tutto condito poi da una foto di Anna Gioia in Monaci. Che sia stato un subdolo suggerimento? Ad ogni buon conto, il manifestino è stato prontamente eliminato dall'efficienza delle "Guardie monaciane", sempre attivissime...
Sistema Siena, Monte e gli avvoltoi stranieri...
La strategia, ormai, è ben delineata: chi si leva da tre passi dai piani alti del Monte, va servito con ponti d'oro: leggasi quattrini ed onori pubblici. Vigni abbandona? I sindacati si mettono a piangere (era dal 1996 che non si facevano sentire...) perchè arriva il forestiero Viola, Vigni viene salutato come uno che verrà ricordato per tutto il Bene che ha fatto alla città ed alla Banca ( lo si ringrazia "per i risultati e gli obiettivi industriali raggiunti dalla Banca sotto la sua direzione dal 2006 ad oggi, un periodo in cui il Monte è cresciuto - in un contesto economico assai difficile - fino a diventare il terzo gruppo bancario del Paese": inchiniamoci a Vigni, dunque!). Attenzione: questo è solo l'antipasto di ciò che accadrà fra tre mesi, al momento dell'addio mussariano. In quel momento, sì che ci saranno i piatti forti (primo, secondo e dolce). Tre giorni di lutto cittadino, per la sua uscita di scena (da Rocca Salimbeni, si capisce...)?
Nel frattempo, la stampa nazionale si occupa, con una sorta di tracimazione di interesse, della città: da venerdì scorso ad oggi, è record assoluto di pezzi sul Sistema Siena che va in frantumi.
Aveva iniziato L'Espresso giusto venerdì scorso, ieri La Stampa ed il brioso David Allegranti sul Corrsera, oggi ci dà sotto Il Mondo (Gruppo Corriere della sera), con un ficcante articolo di Fabio Sottocornola (pagine 6-9), che raccomando ai lettori del blog (soprattutto il finale, concernente proprio l'eretico!). Imperdibile la copertina del magazine, con un affranto e pensieroso - ma pur sempre supertrendy, con tanto di zainetto a tracolla - Mussari Giuseppe: imperdibile, lo ripeto. Peccato che in città ne arrivino solo poche copie.
Ieri, il Fatto pubblicava una notizia di grande peso: il Ministro della Giustizia Severino (avvocato della famiglia Caltagirone, per pura casualità) ha "graziato" con una norma ad hoc proprio il Calta, che potrà - nonostante la nota condanna a 3 anni e 6 mesi, ed anche se venisse confermata in appello e Cassazione - continuare a presiedere la vicepresidenza delle Assicurazioni Generali. Da lì, da Trieste, il Calta NON SI MUOVE: ma si può stare ben certi che Mussari farà di tutto affinchè non si muova neanche da Siena. Con la crisi di liquidità che c'è al Monte (solo per la nefasta congiuntura economica, si intende), come si fa a liquidare l'imprenditore più liquido d'Italia?
A livello giornalistico locale, infine, a dettare la linea, as usual, è la penna di Stefano Bisi: gli altri (i giornalisti regionali o nazionali) sono dei gufi pronti a gufare, il nemico sono loro. Anzi, altro che gufi: questi sono degli avvoltoi, orrendi volatili che si materializzano, approfittando del sangue altrui. Creature indegne, schifosi vigliacchi.
C'era da aspettarselo: nessuna autocritica, ed il tutto abbinato all'individuazione di un nemico esterno. Come sempre, come sempre. Ricordate - per fare solo un esempio - Brunellopoli a Montalcino? Colpa dei media nazionali, non dei produttori felloni. Siamo alle solite.
Finale bisiano:
"Insomma, per questi Monti (Banca e Fondazione, Ndr), per queste terre, chi spende una parola di difesa?".
Caro Stefano, e se fosse che, proprio a forza di difendere sempre tutto (anche l'indifendibile), siamo arrivati a questo punto?
Nel frattempo, la stampa nazionale si occupa, con una sorta di tracimazione di interesse, della città: da venerdì scorso ad oggi, è record assoluto di pezzi sul Sistema Siena che va in frantumi.
Aveva iniziato L'Espresso giusto venerdì scorso, ieri La Stampa ed il brioso David Allegranti sul Corrsera, oggi ci dà sotto Il Mondo (Gruppo Corriere della sera), con un ficcante articolo di Fabio Sottocornola (pagine 6-9), che raccomando ai lettori del blog (soprattutto il finale, concernente proprio l'eretico!). Imperdibile la copertina del magazine, con un affranto e pensieroso - ma pur sempre supertrendy, con tanto di zainetto a tracolla - Mussari Giuseppe: imperdibile, lo ripeto. Peccato che in città ne arrivino solo poche copie.
Ieri, il Fatto pubblicava una notizia di grande peso: il Ministro della Giustizia Severino (avvocato della famiglia Caltagirone, per pura casualità) ha "graziato" con una norma ad hoc proprio il Calta, che potrà - nonostante la nota condanna a 3 anni e 6 mesi, ed anche se venisse confermata in appello e Cassazione - continuare a presiedere la vicepresidenza delle Assicurazioni Generali. Da lì, da Trieste, il Calta NON SI MUOVE: ma si può stare ben certi che Mussari farà di tutto affinchè non si muova neanche da Siena. Con la crisi di liquidità che c'è al Monte (solo per la nefasta congiuntura economica, si intende), come si fa a liquidare l'imprenditore più liquido d'Italia?
A livello giornalistico locale, infine, a dettare la linea, as usual, è la penna di Stefano Bisi: gli altri (i giornalisti regionali o nazionali) sono dei gufi pronti a gufare, il nemico sono loro. Anzi, altro che gufi: questi sono degli avvoltoi, orrendi volatili che si materializzano, approfittando del sangue altrui. Creature indegne, schifosi vigliacchi.
C'era da aspettarselo: nessuna autocritica, ed il tutto abbinato all'individuazione di un nemico esterno. Come sempre, come sempre. Ricordate - per fare solo un esempio - Brunellopoli a Montalcino? Colpa dei media nazionali, non dei produttori felloni. Siamo alle solite.
Finale bisiano:
"Insomma, per questi Monti (Banca e Fondazione, Ndr), per queste terre, chi spende una parola di difesa?".
Caro Stefano, e se fosse che, proprio a forza di difendere sempre tutto (anche l'indifendibile), siamo arrivati a questo punto?
mercoledì 11 gennaio 2012
Il bambinello è sceso, la sentenza no (e Napolitano zitto)...
Il Giudice Monica Gaggelli ha preso parte alla tradizionale Messa del 24 dicembre notte nella sua Poggibonsi: Messa cantata, vista l'occasione natalizia. Il problema è che il 19 gennaio saranno trascorsi 6 mesi 6 dall'assoluzione di monsignor Giuseppe Acampa dall'accusa di incendio e calunnia, e la Legge stabilirebbe - come più volte scritto nel blog - solo tre mesi per rendere note le motivazioni della sentenza stessa...
Nel frattempo, il professor Franco Nardi - che almeno vorrebbe conoscere il perchè dell'assoluzione acampiana, dato che era parte civile nel suddetto Processo - ha fatto diverse cose, tra cui scrivere una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; la lettera proprio l'altro giorno gli è ritornata indietro: senza alcuna risposta o presa di posizione da parte del Presidente. Il quale - è bene ricordarlo - presiede, Costituzione alla mano, il Consiglio Superiore della Magistratura, l'organo di autogoverno della Magistratura stessa. Franco Nardi non appartiene a nessuna consorteria (era l'archivista della Curia, prima che il Vescovo lo giubilasse, ancora non si è capito perchè...): non appartiene alla Massoneria, non è nè del Rotary nè del Lions, credo non abbia un sindacato di riferimento, nemmeno può più fare riferimento alla Curia, come appena detto, visto il modo con cui è stato trattato dal Vescovo e da Acampa. Come avvocato, aveva un bravo penalista(Alfredo Fiorindi), ma non il Presidente del Monte dei Paschi nonchè dell'Associazione bancaria italiana. Non prenderlo nemmeno in considerazione - da parte del Presidente della Repubblica o di altre istituzioni - non crea contrappesi polemici o problemi a nessuno. E infatti...
Dicevamo del Giudice del Tribunale senese Monica Gaggelli, presente alla Chiesa di San Giuseppe, in quel di Poggibonsi, la notte del 24 dicembre. Messa cantata, abbiamo sottolineato. Come nella tradizione, sacra, della notte natalizia. Avrà ascoltato di certo il "Tu scendi dalle stelle".
Il bambinello - per chi ci crede - è sceso fra noi, quella notte; le motivazioni della sentenza assolutoria del 19 luglio, invece, stanno ancora lassù, dalle parti delle stelle...
Nel frattempo, il professor Franco Nardi - che almeno vorrebbe conoscere il perchè dell'assoluzione acampiana, dato che era parte civile nel suddetto Processo - ha fatto diverse cose, tra cui scrivere una lettera al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; la lettera proprio l'altro giorno gli è ritornata indietro: senza alcuna risposta o presa di posizione da parte del Presidente. Il quale - è bene ricordarlo - presiede, Costituzione alla mano, il Consiglio Superiore della Magistratura, l'organo di autogoverno della Magistratura stessa. Franco Nardi non appartiene a nessuna consorteria (era l'archivista della Curia, prima che il Vescovo lo giubilasse, ancora non si è capito perchè...): non appartiene alla Massoneria, non è nè del Rotary nè del Lions, credo non abbia un sindacato di riferimento, nemmeno può più fare riferimento alla Curia, come appena detto, visto il modo con cui è stato trattato dal Vescovo e da Acampa. Come avvocato, aveva un bravo penalista(Alfredo Fiorindi), ma non il Presidente del Monte dei Paschi nonchè dell'Associazione bancaria italiana. Non prenderlo nemmeno in considerazione - da parte del Presidente della Repubblica o di altre istituzioni - non crea contrappesi polemici o problemi a nessuno. E infatti...
Dicevamo del Giudice del Tribunale senese Monica Gaggelli, presente alla Chiesa di San Giuseppe, in quel di Poggibonsi, la notte del 24 dicembre. Messa cantata, abbiamo sottolineato. Come nella tradizione, sacra, della notte natalizia. Avrà ascoltato di certo il "Tu scendi dalle stelle".
Il bambinello - per chi ci crede - è sceso fra noi, quella notte; le motivazioni della sentenza assolutoria del 19 luglio, invece, stanno ancora lassù, dalle parti delle stelle...
lunedì 9 gennaio 2012
Mussari, Tremonti e i Bond da restituire...
Evocato dall'eretico nell'articolo di ieri, fortunatamente si è immantinente rimaterializzato il caporedattore della Nazione Tommaso Strambi: saltato inopinatamente l'editoriale domenicale, oggi occupa una intiera pagina (la prima!) della cronaca locale. Con un articolo da stampa democristiana anni '50.
Vorrebbe pungolare Franchino il Ceccuzzi, ma poi non è capace di fare mezzo nome, o mezza autocritica. Tra le righe, un pietoso autodafè in salsa senese:
"Pensare di potere ancora perpetrare nella scelta delle designazioni vecchi metodi figli dell'appartenenza o delle relazioni amicali rischia di essere anacronistico" (chiaramente fare i nomi, resta un optional: i vari Degortes, Rosati e compagnia cantante non si possono neanche nominare, mi raccomando...). Lo Strambi e quella di Bagnaia, dunque, nel gennaio 2012 ammettono obtorto collo quello che lo scrivente ed un manipolo di disgraziati hanno detto o scritto negli ultimi anni: come scoprire l'America verso la metà del diciottesimo secolo. "La città deve sapere", è l'incipit strambiano: se del Monte sa qualcosa, ciò è NONOSTANTE la Nazione, non GRAZIE alla stessa.
Parliamo di cose serie, adesso.
La settimana dei montepaschini che hanno a cuore le sorti della loro Banca, dovrebbe iniziare - non in orario di lavoro, mi raccomando - con la lettura di un libro che l'eretico sta divorando: "Tremonti Il timoniere del Titanic", di Giampiero Castellotti e Fabio Scacciavillani e prefazione di Peter Gomez (Editori Riuniti, novembre 2011, 458 pagine, 22 euro). Ne riparleremo, ma - tanto per rinfrescare una cosina su cui lo Stram bi e gli altri laudatores mussariani hanno sempre taciuto - un accenno sulla questione dei Tremonti bond non si può non fare (pagg. 237-241). Nel dicembre 2009, Mussari ci si buttò a capofitto, come si ricorderà, e nessuno sui media asserviti disse alcunchè.
Tremonti "inserisce nei Tremonti Bond una serie di clausole poco appetibili e li carica di interessi talmenti alti CHE QUALSIASI BANCA NE AVESSE FATTO USO AVREBBE ATTIZZATO IL SOSPETTO DI ESSERE ALLA CANNA DEL GAS": fra le grandi, infatti, solo il Monte mussariano ci si buttò. Gli autori poi dimostrano l'inutilità dei Bond in quel momento ("Questi strumenti avevano un senso se messi a disposizione delle banche nel pieno della crisi innescata dalla bancarotta di Lehman ma un anno dopo...conviene di più indebitarsi sul mercato che accettare i tassi proposti da Tremonti", dicono Bracchi del Politecnico di Milano e Donato Masciandaro della Bocconi il 30 settembre 2009: ma che volete ci capiscano, rispetto a Mussari Giuseppe ed al Vigni?). Imperdibile il finale del Capitolo (pagg.240-241) dedicato ai Bond tremontiani, in cui forse per carità di patria non si nomina Mussari:
"Alla fine A PARTE QUALCHE BANCHIERE DISPERATO O DESIDEROSO DI MOSTRARSI FEDELE AL MINISTRO, nessuno prende in seria considerazione questo piano raffazzonato e tardivo che viene messo in piedi a febbraio 2009. Quasi tutti, Intesa Sanpaolo e Unicredit in testa, declinano cortesemente (si fa per dire) l'offerta (cercando forse di soffocare le risate)".
A Rocca Salimbeni, invece, non cercarono di soffocare le risate...
Ps Risulta all'eretico che la buonuscita del Vigni verrà resa nota dalla Banca solo nella Nota integrativa del Bilancio 2012, che sarà pubblica nel MAGGIO 2013 (lo stesso dicasi per ciò che concerne Mussari Giuseppe). Ma è chiaro che Franchino il DISKONTINUATOR, con il pugno di ferro bismarckiano che gli riconosciamo, può pretendere che il tutto venga reso pubblico prima: così, tanto per dare un contentino al popolino...
Vorrebbe pungolare Franchino il Ceccuzzi, ma poi non è capace di fare mezzo nome, o mezza autocritica. Tra le righe, un pietoso autodafè in salsa senese:
"Pensare di potere ancora perpetrare nella scelta delle designazioni vecchi metodi figli dell'appartenenza o delle relazioni amicali rischia di essere anacronistico" (chiaramente fare i nomi, resta un optional: i vari Degortes, Rosati e compagnia cantante non si possono neanche nominare, mi raccomando...). Lo Strambi e quella di Bagnaia, dunque, nel gennaio 2012 ammettono obtorto collo quello che lo scrivente ed un manipolo di disgraziati hanno detto o scritto negli ultimi anni: come scoprire l'America verso la metà del diciottesimo secolo. "La città deve sapere", è l'incipit strambiano: se del Monte sa qualcosa, ciò è NONOSTANTE la Nazione, non GRAZIE alla stessa.
Parliamo di cose serie, adesso.
La settimana dei montepaschini che hanno a cuore le sorti della loro Banca, dovrebbe iniziare - non in orario di lavoro, mi raccomando - con la lettura di un libro che l'eretico sta divorando: "Tremonti Il timoniere del Titanic", di Giampiero Castellotti e Fabio Scacciavillani e prefazione di Peter Gomez (Editori Riuniti, novembre 2011, 458 pagine, 22 euro). Ne riparleremo, ma - tanto per rinfrescare una cosina su cui lo Stram bi e gli altri laudatores mussariani hanno sempre taciuto - un accenno sulla questione dei Tremonti bond non si può non fare (pagg. 237-241). Nel dicembre 2009, Mussari ci si buttò a capofitto, come si ricorderà, e nessuno sui media asserviti disse alcunchè.
Tremonti "inserisce nei Tremonti Bond una serie di clausole poco appetibili e li carica di interessi talmenti alti CHE QUALSIASI BANCA NE AVESSE FATTO USO AVREBBE ATTIZZATO IL SOSPETTO DI ESSERE ALLA CANNA DEL GAS": fra le grandi, infatti, solo il Monte mussariano ci si buttò. Gli autori poi dimostrano l'inutilità dei Bond in quel momento ("Questi strumenti avevano un senso se messi a disposizione delle banche nel pieno della crisi innescata dalla bancarotta di Lehman ma un anno dopo...conviene di più indebitarsi sul mercato che accettare i tassi proposti da Tremonti", dicono Bracchi del Politecnico di Milano e Donato Masciandaro della Bocconi il 30 settembre 2009: ma che volete ci capiscano, rispetto a Mussari Giuseppe ed al Vigni?). Imperdibile il finale del Capitolo (pagg.240-241) dedicato ai Bond tremontiani, in cui forse per carità di patria non si nomina Mussari:
"Alla fine A PARTE QUALCHE BANCHIERE DISPERATO O DESIDEROSO DI MOSTRARSI FEDELE AL MINISTRO, nessuno prende in seria considerazione questo piano raffazzonato e tardivo che viene messo in piedi a febbraio 2009. Quasi tutti, Intesa Sanpaolo e Unicredit in testa, declinano cortesemente (si fa per dire) l'offerta (cercando forse di soffocare le risate)".
A Rocca Salimbeni, invece, non cercarono di soffocare le risate...
Ps Risulta all'eretico che la buonuscita del Vigni verrà resa nota dalla Banca solo nella Nota integrativa del Bilancio 2012, che sarà pubblica nel MAGGIO 2013 (lo stesso dicasi per ciò che concerne Mussari Giuseppe). Ma è chiaro che Franchino il DISKONTINUATOR, con il pugno di ferro bismarckiano che gli riconosciamo, può pretendere che il tutto venga reso pubblico prima: così, tanto per dare un contentino al popolino...
domenica 8 gennaio 2012
Siena sui media nazionali: luci (poche), ombre (tante)...
Visto che sulla stampa locale si viene a sapere poco e comunque dopo (Nazione e Corrsiena da quando hanno iniziato a scrivere della crisi montepaschina?), particolarmente interessante risulta - come e più del solito - rivolgersi ai media di respiro nazionale. I quali, in questo fine settimana di inizio anno, sono particolarmente generosi di informazioni su quello che sta accadendo nella città del Palio: siccome c'è tanta roba, va da sè che ci sia materiale positivo e negativo.
Venerdì è partito L'Espresso con un servizio sul Sistema Siena: per vari aspetti, merita un approfondimento che gli dedicheremo in settimana. Sabato, poi, un'esplosione, manco Siena fosse Caput mundi: due "citazioni" da Il Giornale berlusconiano, la solita carognata del Fatto, nonchè una sviolinata (che ci teniamo per il fondo) sul Tg 2 delle 20,30.
Il Fatto (pagina 9), nella seconda paginata sui processi al malaffare italiota, ricorda sia il "rosso in bilancio da 200 milioni dell'ateneo" locale (con Tosi che diventa inopinatamente Tesi, mentre Focardi resta tale...), sia Galaxopoly:
"Chiuse le indagini anche sulle procedure di privatizzazione del piccolo aeroporto di Ampugnano. Tra i 14 indagati anche il presidente di Mps Giuseppe Mussari. Secondo l'accusa la gara per la cessione delle quote di maggioranza della società aeroporto di Siena fu pilotata e condizionata".
Nella stessa paginata, si ricorda anche la durissima condanna di Francesco Gaetano Caltagirone per la scalata Bnl. Che carognata!
Più leggera e godibile la rubrica di gossip politico dell'avvenente Romana Liuzzo sul Giornale: ieri a pagina 10 della sua lettissima "Chiacchiere da Camera", un richiamo extra-romano c'è, e concerne la questione delle donne ocaiole espulse:
"Altro che quote rosa. Raccontano da Siena che, dopo un'interminabile querelle, la Contrada dell'Oca (quella di Gianna Nannini) abbia permesso alle sue donne di votare in assemblea; nel contempo, però, ha espulso dall'attività della Contrada le trenta che avevano posto la situazione dal punto di vista legale. Ai più, sfugge il senso. La democratica cittadina toscana saprà il perchè".
Curiosamente, nella stessa pagina, appare una notizia concernente la polemica fra Enrico Rossi ed Acetello sulla questione della liberalizzazione degli orari dei negozi: in questo caso, il Degortes non è citato come il portavoce ocaiolo (o come banchiere, o come imprenditore del divertimento, o come tifosone del Siena calcio, o come amicone del Mussari), ma come commerciante ("titolare di sei negozi di abbigliamento"). Acetello è a favore della liberalizzazione spinta, e invita Rossi a ripensarci con la sua opposizione. Peccato che nella foto, invece del padre, ci sia il Bruschelli. Si chiede rettifica?
Le dolenti note sono finite (occhio ad una "bussata" grossa, nel prossimo, di fine settimana...).
Terminiamo con un servizio televisivo degno di Canale Tre, ma questo, purtroppo, anche a pagamento: Tg 2 delle 20,30 di ieri (con lancio fra i titoli), servizio in onda alle 20,51. Come esempio di perfetta valorizzazione italiana del suo patrimonio artistico e culturale, la giornalista Adele Ammendola cita Siena, in particolare l'ottimo risultato economico della Torre del Mangia. A fronte di 700mila euro annui di spesa, 2 milioni di euro in ingressi, per un utile netto di 1.300.000 euro annui. Dei problemi, atavici, del Santa Maria della Scala, niente; della qualità di certe mostre (vedasi quella su Manara, su cui si tornerà), niente; della tassa di soggiorno appena deliberata, meno ancora. La simpatica Adele del Tg 2, con chi ha parlato, per prendere informazioni?
Comunque, godiamoceli questi servizi agiografici: fortunatamente o purtroppo qua e là - ormai mescolati a quelli di segno diametralmente oppopsto - si trovano ancora. Fra poco, sarà roba da mercatino dell'antiquariato...
Ps Sulla Nazione di oggi manca il fondo del caporedattore galattico Tommaso Strambi, quello che si conclude con "buona domenica". Iniziare la giornata del Signore senza il suo prezioso editoriale, rende monca la giornata. Se è in vacanza, gli auguriamo appunto buone vacanze (ritiro spirituale?); se è malato, pronta guarigione (pregheremo per lui, sperando non sia controproducente per la sua salute). L'importante è che torni quanto prima, affinchè la domenica ritorni quella di prima...
venerdì 6 gennaio 2012
Scoopone della Befana: la chicca de dottor Andrea Ghezzi...
Chi ha letto i primi due pezzi dedicati al dottor Andrea Ghezzi della Asl 7, ormai ha potuto ben ponderare la tipologia di carriera (al neutrino) da lui percorsa: trasferimenti improvvisi di chi gli era davanti in graduatoria, periodi di prova allegramente bypassati ed altre amenità.
Il clou del clou, però, è quello che l'eretico offre ai suoi (sempre più numerosi) lettori oggi: lo scoopone dell'Epifania, che tutti gli altri porta via. A questo gira si fa anche veloci, e non c'è neanche bisogno di particolare attenzione da parte del pubblico leggente, come invece in alcuni articoli precedenti.
Delibera del Direttore generale dottoressa Laura Benedetto (adesso in Rossi) numero 274 del 20 maggio del 2011 (roba freschina, dunque): grazie ad essa, il dottor Ghezzi, con pieno merito, diventa Direttore dell'U.O. complessa Risorse umane nonchè Direttore ad interim dell'U.O. complessa Affari istituzionali. In soldoni, per chi non l'avesse còlto, il Ghezzi diventa il dominus della gestione di tutte le attività amministrative di tutti quanti i circa duemila dipendenti dell'Asl 7. Un incarico di enorme importanza e responsabilità.
Prendiamola, questa benedetta delibera numero 274 del 20 maggio scorso; in basso, troviamo letteralmente quanto segue:
"Responsabile della struttura proponente: Andrea Ghezzi
Responsabile del procedimento: Andrea Ghezzi".
Pare che, all'interno dell'Asl 7, non ci siano casi di omonimia concernenti questo nome e questo cognome, quindi siamo di fronte ad un unicum non da poco: chi propone, è responsabile del procedimento stesso.
La domanda potrebbe essere: possibile tanta sfacciataggine? Sicurezza quanto a coperture eccellenti?
Siamo oltre il conflitto di interessi - archeologia berlusconiana -, molto oltre: c'è una sorta di transustanziazione del Ghezzi, proponente e responsabile ad un tempo...
Tutto ciò - l'eretico lo ribadisce sommessamente - accade quando la dottoressa Laura Benedetto era al comando dell'Asl 7 (ancora per circa un paio di mesi), ed era già fidanzatissima con il Presidente della Regione (nonchè ex Assessore della Sanità regionale) Enrico Rossi da Pontedera. Conoscendo la ormai proverbiale caratura di figura austera ed incorruttibile del Rossi, l'eretico, ancora una volta, fa i complimenti alla Benedetto (a settembre sposata con il Rossi): quale donna, dopo una lunga giornata di lavoro manageriale, tornata alfine a casina, non fa due o tre paroline con la propria anima gemella, non fosse altro che per smaltire le tossine di una massacrante giornata di lavoro? Lei, invece, no: dalla sua bocca - ne siamo certi - NON è uscito alcunchè. Perchè se altrimenti fosse stato, il Rossi, la mattina dopo, sarebbe andato a bloccare, in un modo o nell'altro, questo esempio di "burocrazia creativa" pro-Ghezzi. Brava Benedetto, dunque: una manager deve sapere cosa dire, e cosa non dire, al proprio uomo!
Ps Al termine di questa prima tranche di articoli del venerdì sulla sanità aslina, l'eretico ringrazia i tanti commentatori che - con i loro interventi - hanno iniziato a smuovere le acque all'interno della Asl 7: vediamo cosa accadrà in futuro.
Girano infine strane voci di ritorsioni sulle fonti ereticali: si parla di provvedimenti punitivi, anche se non si sa bene come calibrati. All'eretico pare che tutti gli articoli siano stati molto, molto ben documentati: e senz'altro più argomentati e documentati di quanto potrebbe essere un provvedimento punitivo, a lume di naso...
Il clou del clou, però, è quello che l'eretico offre ai suoi (sempre più numerosi) lettori oggi: lo scoopone dell'Epifania, che tutti gli altri porta via. A questo gira si fa anche veloci, e non c'è neanche bisogno di particolare attenzione da parte del pubblico leggente, come invece in alcuni articoli precedenti.
Delibera del Direttore generale dottoressa Laura Benedetto (adesso in Rossi) numero 274 del 20 maggio del 2011 (roba freschina, dunque): grazie ad essa, il dottor Ghezzi, con pieno merito, diventa Direttore dell'U.O. complessa Risorse umane nonchè Direttore ad interim dell'U.O. complessa Affari istituzionali. In soldoni, per chi non l'avesse còlto, il Ghezzi diventa il dominus della gestione di tutte le attività amministrative di tutti quanti i circa duemila dipendenti dell'Asl 7. Un incarico di enorme importanza e responsabilità.
Prendiamola, questa benedetta delibera numero 274 del 20 maggio scorso; in basso, troviamo letteralmente quanto segue:
"Responsabile della struttura proponente: Andrea Ghezzi
Responsabile del procedimento: Andrea Ghezzi".
Pare che, all'interno dell'Asl 7, non ci siano casi di omonimia concernenti questo nome e questo cognome, quindi siamo di fronte ad un unicum non da poco: chi propone, è responsabile del procedimento stesso.
La domanda potrebbe essere: possibile tanta sfacciataggine? Sicurezza quanto a coperture eccellenti?
Siamo oltre il conflitto di interessi - archeologia berlusconiana -, molto oltre: c'è una sorta di transustanziazione del Ghezzi, proponente e responsabile ad un tempo...
Tutto ciò - l'eretico lo ribadisce sommessamente - accade quando la dottoressa Laura Benedetto era al comando dell'Asl 7 (ancora per circa un paio di mesi), ed era già fidanzatissima con il Presidente della Regione (nonchè ex Assessore della Sanità regionale) Enrico Rossi da Pontedera. Conoscendo la ormai proverbiale caratura di figura austera ed incorruttibile del Rossi, l'eretico, ancora una volta, fa i complimenti alla Benedetto (a settembre sposata con il Rossi): quale donna, dopo una lunga giornata di lavoro manageriale, tornata alfine a casina, non fa due o tre paroline con la propria anima gemella, non fosse altro che per smaltire le tossine di una massacrante giornata di lavoro? Lei, invece, no: dalla sua bocca - ne siamo certi - NON è uscito alcunchè. Perchè se altrimenti fosse stato, il Rossi, la mattina dopo, sarebbe andato a bloccare, in un modo o nell'altro, questo esempio di "burocrazia creativa" pro-Ghezzi. Brava Benedetto, dunque: una manager deve sapere cosa dire, e cosa non dire, al proprio uomo!
Ps Al termine di questa prima tranche di articoli del venerdì sulla sanità aslina, l'eretico ringrazia i tanti commentatori che - con i loro interventi - hanno iniziato a smuovere le acque all'interno della Asl 7: vediamo cosa accadrà in futuro.
Girano infine strane voci di ritorsioni sulle fonti ereticali: si parla di provvedimenti punitivi, anche se non si sa bene come calibrati. All'eretico pare che tutti gli articoli siano stati molto, molto ben documentati: e senz'altro più argomentati e documentati di quanto potrebbe essere un provvedimento punitivo, a lume di naso...
giovedì 5 gennaio 2012
In Contrada, una carica non si nega a nessuno...
L'articolo del 27 dicembre sulla questione del voto femminile nell'Oca e della clamorosa esclusione delle 30 donne da ogni attività di Contrada, ha suscitato molta attenzione: l'eretico ha potuto constatare che per svariati giorni è stato il pezzo più letto, nonostante materiale incandescente concernente Mps, Asl 7, Franchino il Ceccuzzi ed altro ancora.
Merito soprattutto, più che dell'articolo, di alcuni commenti davvero stimolanti, capaci di partire dalla questione dello specifico ocaiolo, per poi approdare a riflessioni più generali sulle Contrade. Segno che anche di scrivere di Contrada - fuori dalle ingessature istituzionali e dalle censurine - c'è bisogno. Cose interessanti sono state scritte, ed invito chi non le avesse lette ad andare a farlo.
Ciò detto, l'eretico lancia una piccola provocazione, senza nemmeno fare nomi (a questo giro, se Dio vuole, almeno non si raccattano cause o querele...): che senso ha - per tornare al pezzo in questione - che una Contrada, qualunque Contrada, abbia un addetto alle pubbliche relazioni, a prescindere da chi sia, Acetello o un altro? Non ci sono già troppi uffici stampa creati apposta per avallare la posizione di chi comanda, in questa città? Una Contrada ha il Priore (Governatore): che bisogno c'è di un portavoce del Priore stesso? Non ce la fa, da solo, il poverino? Se non ha tempo o non è abile alla parola, non faccia il Priore!
Lo stesso vale per tante altre cariche più o meno ufficiali, esplose negli ultimi anni (alla faccia della cosiddetta tradizione, tra l'altro).
Da una Contrada ipergerarchizzata e piramidale (retaggio di una società ormai fortunatamente scomparsa), con poche cariche ben visibili a tutti, siamo approdati ad una realtà in cui si cerca di dare un titolo o un titolino a tutti, per creare o dilatare un clientelismo di ritorno, a favore di questo o quel dirigente, che non sempre è salutare per la dinamica contradaiola. Anzi quasi mai, a dirla tutta.
Altro esempio? Quello del guardiafantino, per esempio. Anche lì, non si è forse esagerato? Chi ha scritto che ce ne debbano essere così tanti? Risiamo al clientelismo contradaiolo di cui sopra, purtroppo. E si potrebbe continuare con altri esempi.
Ma il contradaiolo semplice (non il quattrogiornista, proprio il contradaiolo semplice), senza incarico e titolo alcuno, nè portavoce nè guardiafantino, esiste sempre, o è stato abolito?
Visto che si creano nuove cariche o se ne dilatano stolidamente altre, perchè non creare allora un Addetto al contradaiolo semplice? Poi, magari, anche un portavoce dell'addetto al contradaiolo semplice...
Merito soprattutto, più che dell'articolo, di alcuni commenti davvero stimolanti, capaci di partire dalla questione dello specifico ocaiolo, per poi approdare a riflessioni più generali sulle Contrade. Segno che anche di scrivere di Contrada - fuori dalle ingessature istituzionali e dalle censurine - c'è bisogno. Cose interessanti sono state scritte, ed invito chi non le avesse lette ad andare a farlo.
Ciò detto, l'eretico lancia una piccola provocazione, senza nemmeno fare nomi (a questo giro, se Dio vuole, almeno non si raccattano cause o querele...): che senso ha - per tornare al pezzo in questione - che una Contrada, qualunque Contrada, abbia un addetto alle pubbliche relazioni, a prescindere da chi sia, Acetello o un altro? Non ci sono già troppi uffici stampa creati apposta per avallare la posizione di chi comanda, in questa città? Una Contrada ha il Priore (Governatore): che bisogno c'è di un portavoce del Priore stesso? Non ce la fa, da solo, il poverino? Se non ha tempo o non è abile alla parola, non faccia il Priore!
Lo stesso vale per tante altre cariche più o meno ufficiali, esplose negli ultimi anni (alla faccia della cosiddetta tradizione, tra l'altro).
Da una Contrada ipergerarchizzata e piramidale (retaggio di una società ormai fortunatamente scomparsa), con poche cariche ben visibili a tutti, siamo approdati ad una realtà in cui si cerca di dare un titolo o un titolino a tutti, per creare o dilatare un clientelismo di ritorno, a favore di questo o quel dirigente, che non sempre è salutare per la dinamica contradaiola. Anzi quasi mai, a dirla tutta.
Altro esempio? Quello del guardiafantino, per esempio. Anche lì, non si è forse esagerato? Chi ha scritto che ce ne debbano essere così tanti? Risiamo al clientelismo contradaiolo di cui sopra, purtroppo. E si potrebbe continuare con altri esempi.
Ma il contradaiolo semplice (non il quattrogiornista, proprio il contradaiolo semplice), senza incarico e titolo alcuno, nè portavoce nè guardiafantino, esiste sempre, o è stato abolito?
Visto che si creano nuove cariche o se ne dilatano stolidamente altre, perchè non creare allora un Addetto al contradaiolo semplice? Poi, magari, anche un portavoce dell'addetto al contradaiolo semplice...
mercoledì 4 gennaio 2012
L'amicizia pericolosa di Franchino il Ceccuzzi (I)
Il tempo è galantuomo: non sempre, ma spesso sì. Ecco che - proprio mentre ha iniziato a rivestire le inopinate vesti del discontinuatore del potere senese (leggasi Franchino il DISKONTINUATOR) - ripiomba sul Sindaco il macigno di un passato prossimo su cui lui non ha mai voluto fare chiarezza. E sul quale nessuno - a parte il sottoscritto - gli ha mai chiesto lumi (e con il sottoscritto, Ceccuzzi ha visto bene di reagire per vie legali, invece che provare a rispondere, fosse anche a gesti...).
L'affaire Paolo Del Mese da Salerno (Pontecagnano Faiano, per la precisione). Il mastelliano Docg che nel 2006-2007 era divenuto il faro politico dell'onorevolino che già studiava da sindachino: quando arrivava a Siena Del Mese, sembrava arrivassero Nelson Mandela o Gorbaciov, i giornali lo lusingavano in modo imbarazzante, Franchino lo riempiva di doni per non farlo tornare a mani vuote a Salerno.
Da qualche settimana, l'ex pezzo grosso della Commissione Finanze della Camera durante il Prodi bis (2006-2008) è incappato in seri guai giudiziari legati al crack del pastificio Amato (ne parleremo più analiticamente nel prossimo pezzo ad hoc). Prevedibile obiezione: ma che cosa c'entra Franchino con i guai giudiziari di Paolone (come lo vezzeggiava Stefano Bisi) Del Mese? All'apparenza, niente di niente; a guardare meglio, qualcosina c'entra. Nel senso che questa simbiosi politica fra Ceccuzzi e Del Mese, si è sempre detto a che cosa servisse proSiena (affossamento della Legge contro il diritto di voto alle Fondazioni limitato al 30%: tra l'altro, battaglia rivelatasi a posteriori di dubbia utilità, per la città...), mentre le mie domande su cosa avesse ricevuto Del Mese in cambio, non avevano mai avuto risposta alcuna, as usual. Se non in sede giudiziaria, come detto.
Bene, adesso una prima (perchè tutto lascia pensare che sotto ci sia stato anche ben altro) certezza c'è: il mastelliano Del Mese non aiutava Franchino solo perchè incantato dal suo sorrisino gengivale o dai suoi regali (memoranda la bandiera della Torre regalata al salernitano!). Come minimo, Del Mese pretendeva di piazzare suoi uomini, di strettissima fiducia, in zona Monte: evidentemente, quindi, con il beneplacito anche di qualcun altro. Rispetto al quale adesso Ceccuzzi osa giocare la risibile - ed offensiva per l'intelligenza - carta della discontinuità.
Antonio Anastasio è un baldanzoso quarantenne di Pontecagnano Faiano (sostiene di essere il bisnipote di uno dei fondatori del paesone alle porte di Salerno). Nel suo sito, non specifica il titolo di studio o eventuali esperienze pregresse nel settore bancario. Con orgoglio, è lui stesso a segnalare che, tra il 2006 ed il 2008, era collaboratore di Del Mese alla Commissione finanze alla Camera dei deputati. Lui stesso, poi, scrive che nell'aprile 2007 (quando Del Mese planò su Siena per le feste caterinate, vedasi foto di copertina de La Casta di Siena) diventò Consigliere di amministrazione della Consumit, società finanziaria del gruppo Monte dei Paschi di Siena.
Potrebbe allora spiegare ai suoi elettori l'allora deputato Franco Ceccuzzi su quali basi fu fatto entrare questo Anastasio all'interno di Consumit? Può dirci Franco Ceccuzzi su quali titoli di merito e professionalità fu scelto? Potrebbe infine chiarire se anche altri "amici" di Paolo Del Mese fecero il loro ingresso nella galassia Mps, in quello stesso periodo? Aspettiamo le risposte del discontinuatore Franco Ceccuzzi. Le domande paiono piuttosto chiare: vedremo le risposte.
Ps Ah, l'eretico, sbadato, dimenticava: per il suddetto crack del pastificio Amato, Antonio Anastasio è indagato, insieme a Del Mese e ad altri.
lunedì 2 gennaio 2012
Asl 7: l'irresistibile ascesa del dottor Ghezzi (II)
L'articolo sul dottor Andrea Ghezzi di dieci giorni or sono ha vivacizzato l'ambiente dell'Asl 7, altrimenti sonnacchioso, stante il periodo di festività natalizia. Ha poi felicemente permesso il materializzarsi di un nuovo "amico" dell'eretico, l'EROTICO (beato lui), protagonista di svariati interventi e commenti in curiosa simultanea con il pezzo sul dottor Ghezzi. Ne riparliamo al termine dell'articolo di oggi, nel quale si va a portare qualche altro elemento di conoscenza su questa carriera al neutrino all'interno dell'Asl 7. In attesa della chicca delle chicche, che verrà descritta nel prossimo pezzo, venerdì prossimo.
Abbiamo già segnalato alcune stranezze della carriera del Ghezzi fino al dicembre 2010 (ricontrollare per credere, ovviamente); quello che l'eretico documenterà in questa seconda parte sarà in effetti ancora più sorprendente.
Il 6 dicembre 2010, dunque, il dottor Ghezzi viene assunto in qualità di Dirigente amministrativo a tempo indeterminato, attingendo da una graduatoria concorsuale che, in realtà, sarebbe stata da considerarsi non più utilizzabile. A parte questo, il problema più serio è che i sei mesi di prova, stabiliti dalla Legge in questo caso, NON sono stati rispettati. La norma stabilita dall'Aran (l'Agenzia nazionale che ha voce in capitolo sui contratti della Pubblica amministrazione) è chiarissima, a questo proposito: i sei mesi - nel passaggio dal contratto a tempo determinato all'indeterminato - devono essere fatti, tutti. Punto e basta. Perchè questa fretta di bypassarli, invece?
Il dottor Baldi e la dottoressa Benedetto potrebbero aiutarci, ma verosimilmente non lo faranno...
Non è certo finita qui, anzi. Il 31 dicembre 2010 - la già ricordata in altri pezzi giornata del TODOS CABALLEROS voluto dalla Benedetto, capace di premiare alcuni meritevolissimi già con il panettone in bocca e lo champagne nel bicchiere - il Ghezzi diventa Responsabile dell'U.O. Complessa Affari istituzionali e politiche del personale ed anche Responsabile ad interim dell'U.O. Complessa amministrazione del personale (Delibera numero 838 del 31 dicembre 2010).
Peccato, però, che la norma stabilisca che per diventare dirigente di U.O. complessa occorrano ALMENO 3 ANNI DI ESPERIENZA PROFESSIONALE DI DIRIGENZA AMMINISTRATIVA (se in possesso di Master), oppure, senza il Master, di ADDIRITTURA 5 ANNI DI ESPERIENZA PROFESSIONALE!
Alla Asl 7, invece, vigono altre norme, evidentemente: invece di 3 o 5 anni, a noi che siamo più celeri degli altri, bastano 25 giorni...
E l'U.O. Semplice che in precedenza il Ghezzi era andato a dirigere, prima di lanciarsi in più altre sfere d'azione? Viene sic et simpliciter soppressa: avvalorando il sospetto di essere stata creata ad personam per qualcuno.
A questo punto, il dottor Ghezzi subentra quindi alla dottoressa Elisabetta Lucaroni, e va a gestire tutte le attività amministrative che riguardano i dipendenti della Asl 7 (circa 2000): assunzioni, contratti di lavoro, promozioni e quant'altro.
Il primo ordine di servizio, per esempio, lo firmerà per fare trasferire il dottor Bianchini, ortopedico (15 gennaio 2011, fresco di nomina): trasferimento che porterà il primario Bianchini ad Abbadia San Salvatore, come già documentato dall'eretico a luglio 2011. Vale a dire dove un reparto di Ortopedia non risulta esistere...
Ps Se l'EROTICO - o chi per lui - vuole rispondere, aspettiamo a braccia aperte. Con una ferrea, granitica raccomandazione: di rispondere solo, solamente e soltanto sul merito di ciò che è stato scritto in questo articolo. Senza uscire dal seminato, insomma. C'è qualcosa di sballato, in ciò che è stato appena documentato? Nel caso, la rettifica è d'obbligo, e l'eretico se ne scusa in anticipo; altrimenti, meglio l'astinenza. Anche per un EROTICO...
Abbiamo già segnalato alcune stranezze della carriera del Ghezzi fino al dicembre 2010 (ricontrollare per credere, ovviamente); quello che l'eretico documenterà in questa seconda parte sarà in effetti ancora più sorprendente.
Il 6 dicembre 2010, dunque, il dottor Ghezzi viene assunto in qualità di Dirigente amministrativo a tempo indeterminato, attingendo da una graduatoria concorsuale che, in realtà, sarebbe stata da considerarsi non più utilizzabile. A parte questo, il problema più serio è che i sei mesi di prova, stabiliti dalla Legge in questo caso, NON sono stati rispettati. La norma stabilita dall'Aran (l'Agenzia nazionale che ha voce in capitolo sui contratti della Pubblica amministrazione) è chiarissima, a questo proposito: i sei mesi - nel passaggio dal contratto a tempo determinato all'indeterminato - devono essere fatti, tutti. Punto e basta. Perchè questa fretta di bypassarli, invece?
Il dottor Baldi e la dottoressa Benedetto potrebbero aiutarci, ma verosimilmente non lo faranno...
Non è certo finita qui, anzi. Il 31 dicembre 2010 - la già ricordata in altri pezzi giornata del TODOS CABALLEROS voluto dalla Benedetto, capace di premiare alcuni meritevolissimi già con il panettone in bocca e lo champagne nel bicchiere - il Ghezzi diventa Responsabile dell'U.O. Complessa Affari istituzionali e politiche del personale ed anche Responsabile ad interim dell'U.O. Complessa amministrazione del personale (Delibera numero 838 del 31 dicembre 2010).
Peccato, però, che la norma stabilisca che per diventare dirigente di U.O. complessa occorrano ALMENO 3 ANNI DI ESPERIENZA PROFESSIONALE DI DIRIGENZA AMMINISTRATIVA (se in possesso di Master), oppure, senza il Master, di ADDIRITTURA 5 ANNI DI ESPERIENZA PROFESSIONALE!
Alla Asl 7, invece, vigono altre norme, evidentemente: invece di 3 o 5 anni, a noi che siamo più celeri degli altri, bastano 25 giorni...
E l'U.O. Semplice che in precedenza il Ghezzi era andato a dirigere, prima di lanciarsi in più altre sfere d'azione? Viene sic et simpliciter soppressa: avvalorando il sospetto di essere stata creata ad personam per qualcuno.
A questo punto, il dottor Ghezzi subentra quindi alla dottoressa Elisabetta Lucaroni, e va a gestire tutte le attività amministrative che riguardano i dipendenti della Asl 7 (circa 2000): assunzioni, contratti di lavoro, promozioni e quant'altro.
Il primo ordine di servizio, per esempio, lo firmerà per fare trasferire il dottor Bianchini, ortopedico (15 gennaio 2011, fresco di nomina): trasferimento che porterà il primario Bianchini ad Abbadia San Salvatore, come già documentato dall'eretico a luglio 2011. Vale a dire dove un reparto di Ortopedia non risulta esistere...
Ps Se l'EROTICO - o chi per lui - vuole rispondere, aspettiamo a braccia aperte. Con una ferrea, granitica raccomandazione: di rispondere solo, solamente e soltanto sul merito di ciò che è stato scritto in questo articolo. Senza uscire dal seminato, insomma. C'è qualcosa di sballato, in ciò che è stato appena documentato? Nel caso, la rettifica è d'obbligo, e l'eretico se ne scusa in anticipo; altrimenti, meglio l'astinenza. Anche per un EROTICO...
domenica 1 gennaio 2012
Il 31 dicembre ereticale: da Napolitano ai cecchini di Salicotto...
Tono leggero per il primo dell'anno (almeno la mattina). Compitino da svolgere: come hai trascorso l'ultima serata dell'anno (senza acca, mi raccomando!).
Beh, alle 20, 30 tutti in tricea per ascoltare il Presidente Giorgio Napolitano, il giorno dopo che Bossi gli ha dato del "terùn" e gli ha regalato gestacci triviali. Signorilmente, "Re Giorgio" glissa sulla altrui incontinenza verbale; il suo discorso è impeccabile, incontestabile: però che noia. Non ha sgarrato su niente, Napolitano, ma era dai tempi di Oscar Luigi Scalfaro che l'eretico non si annoiava così: quasi meglio ascoltare il suo sodale di Partito Franchino il Ceccuzzi che parla di bilanci. In 17 minuti - se Dio vuole - l'omelia quirinalizia si esaurisce. L'anno scorso l'eretico era a New York, il 31 dicembre, ed il discorso se l'era perso: poco male, poco male. Si vive bene lo stesso.
Subito dopo, però, su La7 c'è il piatto forte della serata televisiva: il film "Otto donne e un mistero", straordinaria commedia francese, in salsa gialla, di F. Ozon (2002), con un cast stellare, tutto al femminile: la Deneuve, la Huppert, la Beàrt e la irresistibile (più ancora delle altre, il che è tutto dire...) Fanny Ardant. Tutte bellissime, tutte bravissime. Scena cult? Il bacio saffico tra la Deneuve e la Ardant, tra l'imbarazzato ed il compiaciuto. Chi non l'avesse visto in passato o ieri, procuri di vederlo, perchè ne vale la pena. Soddisfatti, o non rimborsati.
Alle 23 e qualcosa, partenza dalle campagne di fuori porta San Marco verso il Campo. Temperatura ideale (8 gradi), per essere la notte dell'ultimo dell'anno. Suggestivo lo spettacolo di suoni e luci incentrato sull'epopea risorgimentale, con la facciata del Palazzo pubblico usata a mo' di schermo similcinematografico. Purtroppo la parte maggioritaria del pubblico presente (almeno in zona San Martino) è ben poco interessata al lodevole spettacolo. Sono lì con le bottiglie di spumante pronte all'uso (abuso?), quando arriva Garibaldi a spada sguainata (sullo schermo) ridacchiano o ruttano, mentre i più romantici stanno abbarbicati alla dolce metà, non credo commentando lo sbarco dei Mille o la III Guerra d'indipendenza. Come spesso accade quando ci sono i giovani (fortunatamente non tutti!) davanti ad un evento di una sua vaga dimensione culturale, all'eretico viene sempre in mente la solita frase: quella delle perle date ai maiali...
E i petardi? Qualcuno li sfodera, certo meno, molti meno del passato; entrando in Salicotto, davanti al bar - poco dopo mezzanotte - tre solerti vigili multano tre o quattro ragazzini (rei confessi?). Ma la cosa più pericolosa e difficile da controllare sono i lanci dalle finestre: entrato nei vicoli torraioli per evitare il casino, alcuni cecchini "sparano" colpi niente male. A tradimento. Come si sa, i cecchini sono sempre i più pericolosi, perchè si nascondono.
In Piazza del Mercato, si vedono fuochi d'artificio veri e propri che arrivano dalla zona dei Servi: non manca neanche lo spettacolo pirotecnico, dunque.
Si sente qualche autoambulanza, a sirene spiegate, arrivare verso Piazza: colpa dei petardi, dell'alcol o del valore delle azioni del Monte?
Beh, alle 20, 30 tutti in tricea per ascoltare il Presidente Giorgio Napolitano, il giorno dopo che Bossi gli ha dato del "terùn" e gli ha regalato gestacci triviali. Signorilmente, "Re Giorgio" glissa sulla altrui incontinenza verbale; il suo discorso è impeccabile, incontestabile: però che noia. Non ha sgarrato su niente, Napolitano, ma era dai tempi di Oscar Luigi Scalfaro che l'eretico non si annoiava così: quasi meglio ascoltare il suo sodale di Partito Franchino il Ceccuzzi che parla di bilanci. In 17 minuti - se Dio vuole - l'omelia quirinalizia si esaurisce. L'anno scorso l'eretico era a New York, il 31 dicembre, ed il discorso se l'era perso: poco male, poco male. Si vive bene lo stesso.
Subito dopo, però, su La7 c'è il piatto forte della serata televisiva: il film "Otto donne e un mistero", straordinaria commedia francese, in salsa gialla, di F. Ozon (2002), con un cast stellare, tutto al femminile: la Deneuve, la Huppert, la Beàrt e la irresistibile (più ancora delle altre, il che è tutto dire...) Fanny Ardant. Tutte bellissime, tutte bravissime. Scena cult? Il bacio saffico tra la Deneuve e la Ardant, tra l'imbarazzato ed il compiaciuto. Chi non l'avesse visto in passato o ieri, procuri di vederlo, perchè ne vale la pena. Soddisfatti, o non rimborsati.
Alle 23 e qualcosa, partenza dalle campagne di fuori porta San Marco verso il Campo. Temperatura ideale (8 gradi), per essere la notte dell'ultimo dell'anno. Suggestivo lo spettacolo di suoni e luci incentrato sull'epopea risorgimentale, con la facciata del Palazzo pubblico usata a mo' di schermo similcinematografico. Purtroppo la parte maggioritaria del pubblico presente (almeno in zona San Martino) è ben poco interessata al lodevole spettacolo. Sono lì con le bottiglie di spumante pronte all'uso (abuso?), quando arriva Garibaldi a spada sguainata (sullo schermo) ridacchiano o ruttano, mentre i più romantici stanno abbarbicati alla dolce metà, non credo commentando lo sbarco dei Mille o la III Guerra d'indipendenza. Come spesso accade quando ci sono i giovani (fortunatamente non tutti!) davanti ad un evento di una sua vaga dimensione culturale, all'eretico viene sempre in mente la solita frase: quella delle perle date ai maiali...
E i petardi? Qualcuno li sfodera, certo meno, molti meno del passato; entrando in Salicotto, davanti al bar - poco dopo mezzanotte - tre solerti vigili multano tre o quattro ragazzini (rei confessi?). Ma la cosa più pericolosa e difficile da controllare sono i lanci dalle finestre: entrato nei vicoli torraioli per evitare il casino, alcuni cecchini "sparano" colpi niente male. A tradimento. Come si sa, i cecchini sono sempre i più pericolosi, perchè si nascondono.
In Piazza del Mercato, si vedono fuochi d'artificio veri e propri che arrivano dalla zona dei Servi: non manca neanche lo spettacolo pirotecnico, dunque.
Si sente qualche autoambulanza, a sirene spiegate, arrivare verso Piazza: colpa dei petardi, dell'alcol o del valore delle azioni del Monte?
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