Ciò che sta accadendo in questi giorni è davvero il punto più penosamente basso che la Casta senesota abbia toccato negli ultimi anni: un fin de règne da tutti contro tutti, senza alcuna dignità.
Come quando in famiglia siamo al capezzale del parente (ricco) morente e ci si azzanna l'uno con l'altro in previsione dell'eredità, tutti facendo vedere quanto si era attaccati al morituro, quanto gli si è voluto bene, quanto ci siamo adoperati per lui e se uno aveva smesso di telefonargli per un paio d'anni, era perchè da casa sua non prendeva la linea...
Nei giorni scorsi, Gabriellone Mancini ha voluto mettere i puntini sulle i. Il ragioniere più importante d'Italia ha preso carta e penna e - con un comunicato scritto in mediocre italiano, che si potrebbe quasi pensare quindi fosse suo - ha vergato parole di fuoco contro gli altri castisti, manco lui venisse da Marte, invece che da San Gimignano. Ce n'è per tutti (a parte per Alberto Monaci, chissà perchè, e per se stesso...):
"il Presidente (Mussari Giuseppe, Ndr) ed il Direttore Generale (Antonio Vigni, Ndr) della Banca avevano, (virgola demenziale, Ndr) sempre nettamente smentito a partire dal 2009 e fino al marzo 2011un successivo aumento di capitale, affermando invece l'assoluta validità dei Tremonti bond come strumento di rafforzamento patrimoniale (sic, Ndr)...l'annuncio dell'aumento di capitale del 2011 è stato alquanto improvviso e per certi versi inatteso...durante l'aumento di capitale venne quindi richiesto all'ente dagli stakeholder di MANTENERE IL CONTROLLO DEL 50,1% del capitale sociale...in quegli stessi mesi era in corso la campagna elettorale amministrativa e tutti gli schieramenti nonchè la comunità di riferimento erano fortemente orientati al mantenimento della soglia del 50,1% del capitale della Banca".
Questo atto d'accusa (nella parte finale, durissimo contro Franchino Ceccuzzi e quello della Provincia) è stato inviato a tutti i Consiglieri comunali, in vista del prossimo, caldo, Consiglio, fissato per il 3 aprile.
Nel frattempo, Mussari Giuseppe va a convegni, pontificando che la crisi della sua Banca è colpa dei "cicli economici", cercando goffamente di diluire as usual la peculiarità della crisi montepaschina nel mare magnum della crisi internazionale.
Franchino, da par suo, nicchia, ma si ricorderà che aveva perentoriamente chiesto la testa di Gabriellone a fine dicembre. E Gabriellone ovviamente gli è andato in quel posto, da vecchio democristiano attaccato con il bostik a qualsivoglia poltrona, figuriamoci a quella di Presidente della Fondazione Mps.
Il problema è che questo penoso bellum omnium contra omnes in salsa senesota può essere solo blandamente arginato dal panem et circenses: il Palio ancora lontano (meno male almeno Mociano è partito...), e senza più la povera Brambillona a fungere da capro espiatorio (si ricordi la veemenza di Franchino contro la rossona. Sul Monte, il Sindaco è parecchio meno loquace...); la Mens sana è fuori dall'Eurolega, e il quasi scontato scudetto italiano non può più eccitare come ai bei tempi; la vecchia Robur annaspa, cercando la salvezza senza particolari sussulti.
Last but not least, Sua Eccellenza il Prefetto abbandona la città (memorabile la foto sul Corrsiena di oggi: lei parla, Franchino, l'Arcivescovo di Foligno e Quello della Provincia se la ridono di gusto), facendo venire meno la sua austera presenza istituzionale.
Siena trionfa immortale...
Ps Corre voce che Mussari Giuseppe giri (poco) per Siena accompagnato da un paio di body-guard (non David Rossi e un altro, no: due autentiche guardie del corpo, come quelle dei film).
Che città irriconoscente, la Siena di oggi...
DA GIOVEDI' 25 LUGLIO 2013 IL BLOG SI TRASFERISCE AL SEGUENTE INDIRIZZO: WWW.ERETICODISIENA.IT
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sabato 31 marzo 2012
venerdì 30 marzo 2012
Il Prefetto Pantalone se ne va: ce ne faremo una ragione...
In questi giorni, il Prefetto di Siena Gerarda Maria Pantalone sta lasciando la città (e la Provincia, è sempre bene ricordare) in cui si insediò nel settembre del 2009. Come anticipato nel titolo, l'eretico se ne farà una ragione...
I castisti, invece, fanno a gara a chi la ringrazia di più e meglio (non è certo casuale). Stamattina l'eretico ha letto - fra i tanti - questo messaggio della BIMURTI Franchino-Quello della Provincia (due corpi, un solo comunicato, secondo prassi ormai consolidata), che merita di essere parzialmente ripreso:
"In questi due anni la dottoressa Pantalone ha mostrato grande attaccamento al nostro territorio, lavorando in ogni occasione con competenza, professionalità, passione e spirito di collaborazione...la dottoressa Pantalone grazie anche alle sue doti umane ed alla cordialità, ha fatto sempre sentire la sua vicinanza ed il suo sostegno alla Provincia e a tutti i Sindaci...".
Il migliore dei Prefetti possibili, dunque? A sentire la BIMURTI castista, sì, o giù di lì. Tutti i gusti sono gusti.
L'eretico NON la pensa assolutamente così. A parte il fatto che quei birbantelli di illuminati hanno tirato fuori (nel pezzo su Gioffrè di ieri) una birbata telefonica concernente l'intellettuale senese (più senese che intellettuale) Gilberto Madioni che si mette a parlare a nome del Prefetto: siamo in fervente attesa di smentita da parte della Prefettura (conoscendo il personaggio Madioni, verosimilmente millantava, quando metteva di mezzo il Prefetto: ma a maggior ragione, bisogna che dalla Prefettura arrivi una secca smentita!).
La sempre elegantissima ed inappuntabile dottoressa Pantalone (mitica la montatura degli occhiali degna di una diva holywoodiana), Magistra elegantiarum delle istituzioni senesi, è stata due anni e mezzo Prefetto di una città che, in questo biennio, ha definitivamente perso la (presunta) innocenza della classe dirigente a suon di avvisi di garanzia e megasputtanamenti (mai affrontati politicamente), e il Prefetto NON ha MAI neanche fatto cenno alla questione morale di Siena e del Senese (chissà ora a Salerno, ove troverà il grande vate politico di Franchino Ceccuzzi, l'ex onorevole e ex mastelliano Paolone Del Mese da Pontecagnano Faiano...). Era nelle sue possibilità, il farlo: ha preferito soprassedere. Questione di scelte.
L'eretico si augura che il dottor Renato Saccone - successore della Pantalone - possa essere più loquace, sullo spinoso tema. Sempre ovviamente rispettando il galateo istituzionale, ma ricordando appunto quali sono i poteri di un Prefetto.
Franchino e Quello della Provincia, poi, pongono l'accento sulla "cordialità" del Prefetto uscente. Dal loro punto di vista, dicono bene. Vorrei anche vedere.
Sacrosanto che un Prefetto si interfacci con i Sindaci e con i Presidenti di Provincia: sarebbe strano il contrario. Nessuno obbliga il Prefetto, però, a partecipare per esempio a pomeriggi letterari tipo quelli con Stefano Bisi che presenta i suoi gustosissimi libri sui potenti senesi: che obbligo istituzionale c'è, a presenziare?
Nessuno pretendeva, esimia dottoressa Pantalone, che Lei venisse alle presentazioni dei libri ereticali, (meglio anzi non farsi vedere con scrittori subissati da problemi giudiziari...), ma mi potrebbe spiegare perchè ai libri esaltanti la Casta Lei c'è stata sempre, e a quelli che ne denunciavano le malefatte, invece, nemmeno una volta?
L'eretico resta in attesa di una Sua risposta.
giovedì 29 marzo 2012
La bilocazione di Mussari Giuseppe: a Roma e a Siena in contemporanea!
Giornata intensa per quel che resta della Banca più fashion e trendy d'Europa: in primis per il Bilancio, chiuso con un passivo di 4,69 miliardi (!). Domani, forse, tra le previsite delle bestie a quattro zampe e i gatti di Poggio al vento, un trafilettino ci sarà anche sulla stampa montepaschina (Corrsiena e Nazione). Brutta, bruttissima botta, ma era comunque nell'aria.
Il Direttore generale Fabrizio Viola poi ha detto che entro il 2013 i mitici Tremonti bond verranno rimborsati (meglio tardi che mai): per quest'anno, ovviamente, non se ne parla neanche di striscio. Ma l'aumento di capitale del luglio 2011, non era stato fatto anche - e soprattutto - per rimborsarli? Solo una delle tante prese per i fondelli: certo una delle più devastanti (le cedole di quest'anno, 160milioni di euro, chi le paga?).
Tutto, però, passa in secondo o terzo piano rispetto all'autentico dilemma del dì di (non) festa: dov'era Mussari Giuseppe stamattina? Questa è la domanda delle cento pistole, non altre. Che ce ne frega dei miliardi di deficit, pagheranno quelli delle supposte o gli sceicchi del Bahrein.
Dov'era, dunque, Mussari Giuseppe?
Il fido David Rossi, il Genio della comunicazione Mps, davanti ai giornalisti ansiosi di vederLo (Mussari) alla conferenza stampa, ha detto che Lui non c'era, a presentare il Bilancio della Banca, perchè aveva un impegno inderogabile a Roma, sponda Abi. Più che verosimile, in effetti, visto poi come sta pintando per cercare di restare aggrappato alla poltrona abista in vista della scadenza di luglio.
Il piccolo problemino è che plurimi testi autoptici l'hanno visto stamattina all'Università di Siena (Giurisprudenza o Scienze politiche), in compagnia di un noto avvocato senese che ora ha qualche guaio giudiziario (siamo tutti in famiglia, nessun problema...).
Tutto questo avveniva a metà mattinata, intorno alle 11,30-11,45. Più o meno in contemporanea con la conferenza stampa sul Bilancio di cui sopra.
Mussari Giuseppe come il frate del Gargano? Mussari Giuseppe capace di bilocarsi in due o più punti, in perfetta contemporaneità, come lo stimmatato di Pietrelcina?
A lume di naso ereticale, qui c'è qualcuno che l'ha fatta fuori dal seminato...
mercoledì 28 marzo 2012
Due stimolanti presentazioni, in attesa di Chiusi...
Venerdì scorso, l'eretico era a Poggibonsi, alla libreria Il mondo dei libri, a presentare la sua biografia non autorizzata dedicata a Mussari Giuseppe. Stimolante è stata l'introduzione del professor Giulio Zanella, un giovane economista dell'Università di Bologna, già noto per avere firmato l'istruttivo libello antitremontiano "Tremonti Istruzioni per il disuso" (con la creazione - sua e degli altri coautori - del fortunato epiteto di Voltremont...). Inutile dire che se qualcuno, in Rocca Salimbeni, l'avesse letto, magari i Tremonti-bond...
Zanella ha fatto un'introduzione molto centrata sul ruolo (a suo dire, nefasto) delle Fondazioni italiote in quanto tali, dalla Legge Amato in poi, sottolineandone il carattere di cooptazione politica e di non scalabilità. Miele, per le orecchie ereticali. Ha richiamato poi il caso di Chiamparino nominato da Fassino a Torino: opportunamente, perchè anche quello grida scandalo, anche per chi ha una certa stima dell'ex Sindaco sabaudo.
Domenica pomeriggio, la senese libreria Becarelli ha ospitato l'eretico. Don Claudio Giuseppone - lo diciamo subito - non si è visto, e ne siamo sinceramente dispiaciuti. Il sacerdote e polemista filovescovile della vicina Santa Petronilla avrebbe aggiunto di certo ulteriore sapore ad una serata in cui comunque - e finalmente! - una voce filomussariana, nella discussione che ha seguito la chiacchierata iniziale, c'è stata. Un signore sulla quarantacinquina, dal marcato accento calabrese, ha infatti preso la parola per difendere Mussari, o quantomeno per alleggerire ed annacquare, nel contesto generale della storia della Siena dell'ultimo decennio, le responsabilità mussariane. Mi ha fatto piacere che ci sia stato questo intervento, davvero; un po' meno piacere, soprattutto per gli altri convenuti, che il signore in questione abbia iniziato - quasi preso, una volta rotto il ghiaccio, da un sacro furore filomussariano a prescindere -, ad intervenire sistematicamente nella discussione, mettendo bocca su tutti gli interventi successivi al suo, fino a quando ha abbandonato la sala. Che volete, è il bello della diretta, avrebbe detto Gianni Minà...
Domani alle 21,00, nuova tappa, a Chiusi; il libro verrà presentato nella Sala di San Francesco, di proprietà comunale, ma gestita da una cooperativa di giovani (Clanis). Nei pressi della Biblioteca comunale. Pare che la bella sala sia arredata con mobili dismessi dalla Fondazione Mps (visti i tempi, ci sta che qualcuno prima o poi venga a riprenderseli...).
La serata è organizzata dalla lista civica Primavera, capace di raggiungere il 27% dei voti alle ultime amministrative, raggiungendo quota tre a livello di Consiglieri comunali (apparentandosi con Rifondazione comunista: soluzione possibile, a Siena?). Tra l'altro, Chiusi ha una sua particina nel libro su Mussari, nel Capitolo sulla cementificazione caltagironiana (pagg.53-55, "Il caso Chiusi"). L'eretico dirà la sua, ma spera anche di saperne di più, dagli amici locali, su progetti opinabilissimi come il megastadio o la "pensilona" (già costruita) davanti alla stazione ferroviaria. Introdurrà Luca Scaramelli, coordinatore della suddetta lista Primavera.
Dell'esito della serata, ovviamente si darà conto nei prossimi giorni sul blog. A meno che La Nazione o il Corrsiena mandino inviati, per l'occasione...
martedì 27 marzo 2012
Questa Siena Capitale della Cultura? Forse delle barzellette...
Come promesso, l'eretico torna a scrivere della programmazione culturale senesota, visto l'interessante dibattito scaturito dai commenti al pezzo sulla mostra di Milo Manara al Santa Maria della Scala.
Come il grande Alberto Sordi, più romano che mai, davanti al piattone di maccheroni, se questi provocano...non è bello infierire, ma se si continua ad osare parlare di Siena, di questa Siena Capitale europea della Cultura...perchè non si arrendono, una volta tanto, di fronte all'evidenza dei fatti, i nostri "maccheroni"?
Ripartiamo dal clamoroso tonfo manariano (soprattutto a livello di pubblico). Dopo l'inopinatissima idea di prolungare la durata di un fallimento che era già ampiamente tale (chi l'ha avuta, questa pensatona?), il 9 aprile i ben sodi culetti manariani abbandoneranno il Santa Maria della Scala.
La tragedia è che il 10 aprile (o il 12, o il 13...) NON ci sarà un bel niente di niente, a quel che risulta allo scrivente (anche qui, felice di essere smentito). Si arriva dunque al paradosso che, in piena alta stagione, con la città invasa dai turisti, Siena non ha niente da offrire, oltre alle straordinarie bellezze pre-Casta (e "il Duomo non ha le ruote", come ebbe a dire Mussari Giuseppe all'incredulo Cazzullo del Corriere della sera a gennaio: meno male...).
Il Venerdì di Repubblica del 9 marzo, per esempio, aveva un inserto ben curato sulle grandi mostre di primavera:
"Tintoretto a Roma, Luca Signorelli in Umbria, Klimt a Venezia, il Giappone a Firenze, le avanguardie americane e quelle russe, i grandi ritorni di Dalì e Mirò...si apre una STAGIONE RICCHISSIMA DI MOSTRE. Con alcune "minori" da non sottovalutare".
Tra pubblicità a pagamento ed articoli di lancio, il tutto copre da pagina 83 a pagina 110. Sul Venerdì di Repubblica, ripeto. Siena sic et simpliciter NON ESISTE, in questo speciale curato da Francesca Marani. E come sarebbe potuta esistere, non organizzando niente di niente?
I castisti si riempiono sempre la loro (ben pasciuta) bocca con lo slogan del "Fare Sistema" (sic), anche a livello culturale. Ecco chi, fra gli altri, ha saputo fare Sistema: l'Umbria. Il 21 aprile prossimo si aprirà una Mostra di grande rilievo: "Luca Signorelli De ingegnio et spirto pelegrino". Mostra che si snoderà tra Perugia (Galleria nazionale dell'Umbria), Città di Castello (Pinacoteca comunale), nonchè ovviamente Orvieto, ove si trova la straordinaria Cappella di San Brizio. Forse questo, vuol dire fare Sistema (pubblicizzando il tutto quando e dove si deve).
Luca Signorelli da Cortona è colui che insegnò a Michelangelo a dipingere i nudi che poi il Buonarroti creò nella Cappella sistina.
Ad Orvieto fanno la Mostra sui nudi del Signorelli; noi, invece, c'abbiamo i nudi del buon Milo Manara. Ognuno ha i nudi che si merita?
Ps "Una scommessa vinta", si proclama a chiare lettere sulla stampa allineata, a proposito della rassegna cinematografica organizzata dal panificatore Antonio Sclavi ("l'uomo più importante di Siena", ricordate?). Personalmente, ci sono stato una sera (quando veniva proiettato "Questa terra è la mia terra" di Hal Ashby), e si era una trentina, ad essere generosi. Ci sarà stato il pienone agli altri film, e poi il successo o meno non è dato solo dagli spettatori (ma anche da quelli!).
In ogni caso, visto che l'eventuale vittoria sarebbe stata finanziata da danari pubblici, mi pare che non ci sia da autoesaltarsi troppo...
Come il grande Alberto Sordi, più romano che mai, davanti al piattone di maccheroni, se questi provocano...non è bello infierire, ma se si continua ad osare parlare di Siena, di questa Siena Capitale europea della Cultura...perchè non si arrendono, una volta tanto, di fronte all'evidenza dei fatti, i nostri "maccheroni"?
Ripartiamo dal clamoroso tonfo manariano (soprattutto a livello di pubblico). Dopo l'inopinatissima idea di prolungare la durata di un fallimento che era già ampiamente tale (chi l'ha avuta, questa pensatona?), il 9 aprile i ben sodi culetti manariani abbandoneranno il Santa Maria della Scala.
La tragedia è che il 10 aprile (o il 12, o il 13...) NON ci sarà un bel niente di niente, a quel che risulta allo scrivente (anche qui, felice di essere smentito). Si arriva dunque al paradosso che, in piena alta stagione, con la città invasa dai turisti, Siena non ha niente da offrire, oltre alle straordinarie bellezze pre-Casta (e "il Duomo non ha le ruote", come ebbe a dire Mussari Giuseppe all'incredulo Cazzullo del Corriere della sera a gennaio: meno male...).
Il Venerdì di Repubblica del 9 marzo, per esempio, aveva un inserto ben curato sulle grandi mostre di primavera:
"Tintoretto a Roma, Luca Signorelli in Umbria, Klimt a Venezia, il Giappone a Firenze, le avanguardie americane e quelle russe, i grandi ritorni di Dalì e Mirò...si apre una STAGIONE RICCHISSIMA DI MOSTRE. Con alcune "minori" da non sottovalutare".
Tra pubblicità a pagamento ed articoli di lancio, il tutto copre da pagina 83 a pagina 110. Sul Venerdì di Repubblica, ripeto. Siena sic et simpliciter NON ESISTE, in questo speciale curato da Francesca Marani. E come sarebbe potuta esistere, non organizzando niente di niente?
I castisti si riempiono sempre la loro (ben pasciuta) bocca con lo slogan del "Fare Sistema" (sic), anche a livello culturale. Ecco chi, fra gli altri, ha saputo fare Sistema: l'Umbria. Il 21 aprile prossimo si aprirà una Mostra di grande rilievo: "Luca Signorelli De ingegnio et spirto pelegrino". Mostra che si snoderà tra Perugia (Galleria nazionale dell'Umbria), Città di Castello (Pinacoteca comunale), nonchè ovviamente Orvieto, ove si trova la straordinaria Cappella di San Brizio. Forse questo, vuol dire fare Sistema (pubblicizzando il tutto quando e dove si deve).
Luca Signorelli da Cortona è colui che insegnò a Michelangelo a dipingere i nudi che poi il Buonarroti creò nella Cappella sistina.
Ad Orvieto fanno la Mostra sui nudi del Signorelli; noi, invece, c'abbiamo i nudi del buon Milo Manara. Ognuno ha i nudi che si merita?
Ps "Una scommessa vinta", si proclama a chiare lettere sulla stampa allineata, a proposito della rassegna cinematografica organizzata dal panificatore Antonio Sclavi ("l'uomo più importante di Siena", ricordate?). Personalmente, ci sono stato una sera (quando veniva proiettato "Questa terra è la mia terra" di Hal Ashby), e si era una trentina, ad essere generosi. Ci sarà stato il pienone agli altri film, e poi il successo o meno non è dato solo dagli spettatori (ma anche da quelli!).
In ogni caso, visto che l'eventuale vittoria sarebbe stata finanziata da danari pubblici, mi pare che non ci sia da autoesaltarsi troppo...
lunedì 26 marzo 2012
Il Centro medico diagnostico Valdelsa e le scatole cinesi...
Riprendendo il nostro viaggio all'interno del gravoso problema dell'intramoenia allargato, l'eretico crede doveroso ripartire dal quadro generale.
La Legge che regola il tutto è del 6 agosto 2007 (Ministro Turco, Governo Prodi bis, come si ricorderà); come spessissimo accade in Italia, Legge equilibrata e più che condivisibile, ma facile da aggirare, solo a non farsi troppi scrupoli.
L'attuale Ministro della Salute montiano Balduzzi sostiene - viste le magagne emerse di recente, con il clamoroso blitz dei Nas- di volerla cambiare entro il 30 giugno 2012, ma l'allungamento dei tempi sulla Riforma del lavoro fa seriamente temere che così non sarà (felicissimi di essere smentiti di brutto...).
Fra i tanti punti da sottolineare, la Legge mette l'accento sulla "prevenzione delle situazioni che determinano l'insorgenza di un conflitto di interesse o di forma di concorrenza sleale e fissa delle sanzioni disciplinari e dei rimedi da applicare in caso di inosservanza delle relative disposizioni, anche con riferimento all'accertamento delle responsabilità dei direttori generali PER OMESSA VIGILANZA". Parole sante, santissime. Ma il problema è che i controlli interni (quelli affidati ai direttori generali, appunto) sono quelli che sono.
"Come cittadino - ha detto il Generale dei Carabinieri Cosimo Piccinno nell'audit alla Commissione d'inchiesta senatoriale sul Sistema sanitario italiano - mi chiedo se esistano (i controlli interni, Ndr), anche perchè i Nas dovrebbero essere considerati l'ultimo baluardo per il monitoraggio delle strutture sanitarie, non il primo".
Diventano il primo e l'unico - per chi non l'avesse capito - perchè ai gradi alti della Sanità italiota si ha la curiosa propensione di controllare pochino l'operato di certi notabili. I quali non vogliono lasciare del tutto l'attività interna (per non perdere la possibilità di diventare dirigenti di unità complesse), ma chissà perchè preferiscono fare più visite nel privato...
Questo, ovviamente, in Italia: ma con l'eccezione, imprescindibile, della virtuosa Toscana del Grande moralizzatore della Sanità e della politica Enrico Rossi.
C'è, in strana controtendenza, qualche caso curioso, tale da meritare un approfondimento: per esempio, il già descritto Centro medico diagnostico Valdelsa Srl.
Sede legale, Piazza Usilia 31, a Poggibonsi. Cercate di seguire con attenzione i vari passaggi che l'eretico vi sta per sottoporre: il tutto è complicato parecchio, ma altrimenti che "scatole cinesi" sarebbero, queste società?
Iniziamo il viaggio, dunque. Nella primavera 2009 (quando la Coccheri diventa Sindaco di Poggibonsi), l'attempato commercialista dottor Mauro Petreni risulta essere l'Amministratore unico della società convenzionata; passa un annetto, e la società passa di mano ad uno sconosciuto, tale Paolo Mezzedimi, di cui l'eretico è stato capace giusto a trovare gli estremi anagrafici (nato a Cuzco, in Perù, nel 1979, beato lui che è quasi un ragazzino...). Nello stesso tempo, con l'arrivo di questo Mezzedimi, affluiscono all'interno del Centro medico diagnostico soci di un certo peso: il Centro microchirurgico ambulatoriale gestito dalla famiglia Caporossi (amministratore unico, la moglie del luminare); nonchè una società interessante assai, la Villa Poggetto Srl, con amministratore unico, dal 2006, il noto industriale valdelsano Aldo Zani (classe 1940). Capitale sociale, 10mila euro.
Attenzione, perchè il bello viene adesso: all'interno della società Villa Poggetto, ci sono a loro volta due soci: la Casanova Spa, con a capo lo stesso Aldo Zani (8mila euro del capitale sociale di Villa Poggetto, su un totale, della Casanova, di ben 520mila euro!); secondo socio? La persona fisica di Aldo Zani (i 2mila euro restanti del capitale sociale di Villa Poggetto): sempre lui! Non è finita. Presidente del collegio sindacale? Mauro Petreni (molto legato al professor Gioffrè, nonchè ad Alberto Monaci), colui che avevamo trovato - per i meno reattivi - all'inizio del giochino, in qualità di amministratore unico, nella primavera 2009, del Centro medico diagnostico.
Una stupenda circolarità, dunque, all'ombra della Sanità toscana e senese. Quella che viene indicata come il modello da seguire nel resto d'Italia.
Ma se ci sono le scatole cinesi in loco, dalle altre parti, che caspiterina ci sarebbe?
La Legge che regola il tutto è del 6 agosto 2007 (Ministro Turco, Governo Prodi bis, come si ricorderà); come spessissimo accade in Italia, Legge equilibrata e più che condivisibile, ma facile da aggirare, solo a non farsi troppi scrupoli.
L'attuale Ministro della Salute montiano Balduzzi sostiene - viste le magagne emerse di recente, con il clamoroso blitz dei Nas- di volerla cambiare entro il 30 giugno 2012, ma l'allungamento dei tempi sulla Riforma del lavoro fa seriamente temere che così non sarà (felicissimi di essere smentiti di brutto...).
Fra i tanti punti da sottolineare, la Legge mette l'accento sulla "prevenzione delle situazioni che determinano l'insorgenza di un conflitto di interesse o di forma di concorrenza sleale e fissa delle sanzioni disciplinari e dei rimedi da applicare in caso di inosservanza delle relative disposizioni, anche con riferimento all'accertamento delle responsabilità dei direttori generali PER OMESSA VIGILANZA". Parole sante, santissime. Ma il problema è che i controlli interni (quelli affidati ai direttori generali, appunto) sono quelli che sono.
"Come cittadino - ha detto il Generale dei Carabinieri Cosimo Piccinno nell'audit alla Commissione d'inchiesta senatoriale sul Sistema sanitario italiano - mi chiedo se esistano (i controlli interni, Ndr), anche perchè i Nas dovrebbero essere considerati l'ultimo baluardo per il monitoraggio delle strutture sanitarie, non il primo".
Diventano il primo e l'unico - per chi non l'avesse capito - perchè ai gradi alti della Sanità italiota si ha la curiosa propensione di controllare pochino l'operato di certi notabili. I quali non vogliono lasciare del tutto l'attività interna (per non perdere la possibilità di diventare dirigenti di unità complesse), ma chissà perchè preferiscono fare più visite nel privato...
Questo, ovviamente, in Italia: ma con l'eccezione, imprescindibile, della virtuosa Toscana del Grande moralizzatore della Sanità e della politica Enrico Rossi.
C'è, in strana controtendenza, qualche caso curioso, tale da meritare un approfondimento: per esempio, il già descritto Centro medico diagnostico Valdelsa Srl.
Sede legale, Piazza Usilia 31, a Poggibonsi. Cercate di seguire con attenzione i vari passaggi che l'eretico vi sta per sottoporre: il tutto è complicato parecchio, ma altrimenti che "scatole cinesi" sarebbero, queste società?
Iniziamo il viaggio, dunque. Nella primavera 2009 (quando la Coccheri diventa Sindaco di Poggibonsi), l'attempato commercialista dottor Mauro Petreni risulta essere l'Amministratore unico della società convenzionata; passa un annetto, e la società passa di mano ad uno sconosciuto, tale Paolo Mezzedimi, di cui l'eretico è stato capace giusto a trovare gli estremi anagrafici (nato a Cuzco, in Perù, nel 1979, beato lui che è quasi un ragazzino...). Nello stesso tempo, con l'arrivo di questo Mezzedimi, affluiscono all'interno del Centro medico diagnostico soci di un certo peso: il Centro microchirurgico ambulatoriale gestito dalla famiglia Caporossi (amministratore unico, la moglie del luminare); nonchè una società interessante assai, la Villa Poggetto Srl, con amministratore unico, dal 2006, il noto industriale valdelsano Aldo Zani (classe 1940). Capitale sociale, 10mila euro.
Attenzione, perchè il bello viene adesso: all'interno della società Villa Poggetto, ci sono a loro volta due soci: la Casanova Spa, con a capo lo stesso Aldo Zani (8mila euro del capitale sociale di Villa Poggetto, su un totale, della Casanova, di ben 520mila euro!); secondo socio? La persona fisica di Aldo Zani (i 2mila euro restanti del capitale sociale di Villa Poggetto): sempre lui! Non è finita. Presidente del collegio sindacale? Mauro Petreni (molto legato al professor Gioffrè, nonchè ad Alberto Monaci), colui che avevamo trovato - per i meno reattivi - all'inizio del giochino, in qualità di amministratore unico, nella primavera 2009, del Centro medico diagnostico.
Una stupenda circolarità, dunque, all'ombra della Sanità toscana e senese. Quella che viene indicata come il modello da seguire nel resto d'Italia.
Ma se ci sono le scatole cinesi in loco, dalle altre parti, che caspiterina ci sarebbe?
domenica 25 marzo 2012
Afghanistan: ammettere la guerra, accettare la sconfitta
Questo articolo NON è assolutamente scritto sull'onda emotiva dell'ennesima (la cinquantesima, per la ferale precisione) uccisione di un militare italiano in terra afghana. Non c'era bisogno della morte del trentatreenne sergente del Genio guastatori della Brigata Garibaldi dei bersaglieri, per fare scrivere all'eretico quanto segue.
Sgombriamo il campo dagli (eventuali) equivoci: ho vissuto professionalmente accanto ai figli di alcuni di questi militari, di stanza a Siena ma in missione in Afghanistan. Mi basta la paura, lo smarrimento che vedevo nei loro giovani occhi in pena per i padri, per sentirmi solidale con loro; e non accetto assolutamente il ragionamento, che pure in non pochi fanno, in Italia: "sono volontari, e sono strapagati. Quindi...". Detto di lavoratori che rischiano seriamente la pelle - la loro pelle - nell'inferno a cielo dell' aperto del Gulistan, a fronte di un paese, l'Italia, purtroppo pieno di corrotti e di ladri che guadagnano cento volte tanto rischiando un avviso di garanzia, ciò risulta davvero inaccettabile.
A questo punto, però, in modo ineludibile è venuto il momento di chiederci il perchè della nostra permanenza in Afgfhanistan: siamo il quarto contingente straniero in loco con più di 4.000 elementi, siamo lì dal 2004 (Governo Berlusconi, ma su decisione bipartisan). La Francia sta affrontando il problema: se vince il candidato socialista Hollande, per esempio, il contingente francese abbandona (come fece Zapatero in Iraq nel 2004, dopo Atocha). Da noi, as usual, parlare di politica estera è quasi un tabù. Invece bisognerebbe porre la questione afghana molto più in alto, nella gerarchia valoriale della politica nostrale.
In primo luogo, sarebbe bene che il Ministro della Difesa avesse il coraggio di dire ciò che i suoi predecessori hanno eluso: in Afghanistan c'è una guerra, e noi (loro, i soldati) la stiamo combattendo, da ben otto anni. Guerra asimmetrica, certo: ma sempre guerra (anche perchè oggi la guerra fra Stati propriamente detta è quasi scomparsa). L'ipocrisia, in questi anni, ha toccato livelli iperbolici: come in tempo di guerra, appunto.
Guerra, dunque. Guerra perduta, irrimediabilmente. Oltre a non riuscire a sconfiggere i talibani del Mullah Omar, non siamo riusciti - gli americani in primis - nell'impresa di conquistare "i cuori e le menti". E gli ultimi tre, imperdonabili, autogol statunitensi ( i marines che urinano sui corpi nemici, le copie del Corano oltraggiate, la strage di 16 civili ad opera del sergente "impazzito" a Kandahar), sono assolutamente irreparabili, nel breve e medio periodo almeno. Ci vuole un salto generazionale, se va bene.
Il "cimitero degli imperi", l'impenetrabile ed invicibile Afghanistan ha colpito ancora: vuoi per l'incredibile capacità di adattamento dei suoi combattenti, vuoi per l'inaccessibilità logistica di grandissima parte del suo territorio, la Nato sta facendo la fine dell'allora prima potenza mondiale (Inghilterra) fra il diciannovesimo e ventesimo secolo (tre sconfitte in meno di un secolo!), nonchè dell'Armata rossa sovietico-brezneviana (1979-1989, con mestissimo ritiro gorbacioviano).
Si sono ritirati i più forti eserciti del mondo, da Kabul e dintorni, nella recente e recentissima temperie geopolitica. Ci possiamo ritirare - con il massimo della dignità possibile - noi.
Ammettere la guerra, dunque, almeno adesso; ed accettare una sconfitta ormai inevitabile, nei fatti: prima di lasciare, sulla polvere afghana, altre, inutili vittime.
Sgombriamo il campo dagli (eventuali) equivoci: ho vissuto professionalmente accanto ai figli di alcuni di questi militari, di stanza a Siena ma in missione in Afghanistan. Mi basta la paura, lo smarrimento che vedevo nei loro giovani occhi in pena per i padri, per sentirmi solidale con loro; e non accetto assolutamente il ragionamento, che pure in non pochi fanno, in Italia: "sono volontari, e sono strapagati. Quindi...". Detto di lavoratori che rischiano seriamente la pelle - la loro pelle - nell'inferno a cielo dell' aperto del Gulistan, a fronte di un paese, l'Italia, purtroppo pieno di corrotti e di ladri che guadagnano cento volte tanto rischiando un avviso di garanzia, ciò risulta davvero inaccettabile.
A questo punto, però, in modo ineludibile è venuto il momento di chiederci il perchè della nostra permanenza in Afgfhanistan: siamo il quarto contingente straniero in loco con più di 4.000 elementi, siamo lì dal 2004 (Governo Berlusconi, ma su decisione bipartisan). La Francia sta affrontando il problema: se vince il candidato socialista Hollande, per esempio, il contingente francese abbandona (come fece Zapatero in Iraq nel 2004, dopo Atocha). Da noi, as usual, parlare di politica estera è quasi un tabù. Invece bisognerebbe porre la questione afghana molto più in alto, nella gerarchia valoriale della politica nostrale.
In primo luogo, sarebbe bene che il Ministro della Difesa avesse il coraggio di dire ciò che i suoi predecessori hanno eluso: in Afghanistan c'è una guerra, e noi (loro, i soldati) la stiamo combattendo, da ben otto anni. Guerra asimmetrica, certo: ma sempre guerra (anche perchè oggi la guerra fra Stati propriamente detta è quasi scomparsa). L'ipocrisia, in questi anni, ha toccato livelli iperbolici: come in tempo di guerra, appunto.
Guerra, dunque. Guerra perduta, irrimediabilmente. Oltre a non riuscire a sconfiggere i talibani del Mullah Omar, non siamo riusciti - gli americani in primis - nell'impresa di conquistare "i cuori e le menti". E gli ultimi tre, imperdonabili, autogol statunitensi ( i marines che urinano sui corpi nemici, le copie del Corano oltraggiate, la strage di 16 civili ad opera del sergente "impazzito" a Kandahar), sono assolutamente irreparabili, nel breve e medio periodo almeno. Ci vuole un salto generazionale, se va bene.
Il "cimitero degli imperi", l'impenetrabile ed invicibile Afghanistan ha colpito ancora: vuoi per l'incredibile capacità di adattamento dei suoi combattenti, vuoi per l'inaccessibilità logistica di grandissima parte del suo territorio, la Nato sta facendo la fine dell'allora prima potenza mondiale (Inghilterra) fra il diciannovesimo e ventesimo secolo (tre sconfitte in meno di un secolo!), nonchè dell'Armata rossa sovietico-brezneviana (1979-1989, con mestissimo ritiro gorbacioviano).
Si sono ritirati i più forti eserciti del mondo, da Kabul e dintorni, nella recente e recentissima temperie geopolitica. Ci possiamo ritirare - con il massimo della dignità possibile - noi.
Ammettere la guerra, dunque, almeno adesso; ed accettare una sconfitta ormai inevitabile, nei fatti: prima di lasciare, sulla polvere afghana, altre, inutili vittime.
venerdì 23 marzo 2012
Mps: esce Equinox, entra Menarini. Siamo messi proprio bene...
L'eretico, in tutta franchezza, non si è messo a piangere troppo per l'uscita di scena del fondo Equinox di Salvatore Mancuso. Di altri, di ben altri salvatori avrebbe bisogno il Monte (quando però uno è con l'acqua alla gola, si sa...).
Di ieri la notizia che a prendere il posto del siciliano (per una quota di circa il 4%, quindi in effetti meno della metà di quella che avrebbe ragranellato Equinox), potrebbe arrivare Alberto Aleotti, patron della industria farmaceutica fiorentina Menarini. Il tutto, per un'operazione che porterebbe ad una cifra intorno ai 150 milioni di euroni.
I requisiti morali, Aleotti, in effetti ce li ha tutti, ed in abundantiam: dal novembre 2010, infatti, la sua creatura è sotto indagine (Procura fiorentina) per reati non proprio bagatellari, come scritto dal Cittadino on line ie ri: associazione a delinquere, riciclaggio, truffa aggravata e violazioni fiscali varie. La Menarini si dice del tutto estranea alle accuse. Visto che si parla di dindini, resta da aggiungere che al "povero" Alberto Aleotti ne sono stati sequestrati parecchini, sempre in seguito all'indagine condotta dalla Procura fiorentina. Non si parla di noccioline, anzi.
Le credenziali per fare bene a Siena, dunque, ci sono davvero tutte...
Perchè, in definitiva, la Menarini? Questa è una stimolante domanda da porsi.
A modestissimo parere ereticale, una chiave di lettura potrebbe essere che il salvagente regionale del GMS Enrico Rossi potrebbe essersi azionato anche in questo caso, per salvare il salvabile. Ricordiamo che il Gran Moralista Supremo della politica toscana (e non solo) Enrico Rossi è stato Assessore alla Sanità, prima di diventare a furore di popolo Presidente della più rossa regione italiana.
Trattasi - lo ripeto - di una chiave di lettura, niente di più. Quel che è stracerto, è che i castisti senesi cercano di offrire le azioni a chi ritengono possa essere una sponda quantomeno malleabile per garantire loro il mantenimento di quel che resta delle loro rendite di posizione.
Vedremo, quindi. Fra i tanti difetti, però, almeno il pregio del fiuto chi scrive ce l'ha...
Di ieri la notizia che a prendere il posto del siciliano (per una quota di circa il 4%, quindi in effetti meno della metà di quella che avrebbe ragranellato Equinox), potrebbe arrivare Alberto Aleotti, patron della industria farmaceutica fiorentina Menarini. Il tutto, per un'operazione che porterebbe ad una cifra intorno ai 150 milioni di euroni.
I requisiti morali, Aleotti, in effetti ce li ha tutti, ed in abundantiam: dal novembre 2010, infatti, la sua creatura è sotto indagine (Procura fiorentina) per reati non proprio bagatellari, come scritto dal Cittadino on line ie ri: associazione a delinquere, riciclaggio, truffa aggravata e violazioni fiscali varie. La Menarini si dice del tutto estranea alle accuse. Visto che si parla di dindini, resta da aggiungere che al "povero" Alberto Aleotti ne sono stati sequestrati parecchini, sempre in seguito all'indagine condotta dalla Procura fiorentina. Non si parla di noccioline, anzi.
Le credenziali per fare bene a Siena, dunque, ci sono davvero tutte...
Perchè, in definitiva, la Menarini? Questa è una stimolante domanda da porsi.
A modestissimo parere ereticale, una chiave di lettura potrebbe essere che il salvagente regionale del GMS Enrico Rossi potrebbe essersi azionato anche in questo caso, per salvare il salvabile. Ricordiamo che il Gran Moralista Supremo della politica toscana (e non solo) Enrico Rossi è stato Assessore alla Sanità, prima di diventare a furore di popolo Presidente della più rossa regione italiana.
Trattasi - lo ripeto - di una chiave di lettura, niente di più. Quel che è stracerto, è che i castisti senesi cercano di offrire le azioni a chi ritengono possa essere una sponda quantomeno malleabile per garantire loro il mantenimento di quel che resta delle loro rendite di posizione.
Vedremo, quindi. Fra i tanti difetti, però, almeno il pregio del fiuto chi scrive ce l'ha...
giovedì 22 marzo 2012
Monsignor Acampa ed i cinesini colligiani...
In Cina ci sono due chiese cattoliche: l'una fedele a Roma ed al Papa, l'altra invece a Pechino e ai mandarini del Partito comunista cinese, al potere dal 1949. In quel caso, l'eretico si trova a simpatizzare con quella fedele a Roma (pur con i comprensibili mal di pancia e conati vari), perchè in quel contesto rappresenta la libertà religiosa contro la dittatura dell'ambiguo (ma opprimente) comunismo asiatico.
Da qualche settimana, venendo a noi, una nutrita comunità di cinesini affolla Colle alta; in particolare, l'ex albergo Arnolfo, l'unico hotel (ex) della zona. Sono un'ottantina, secondo alcuni una novantina. Pare studino all'Università per stranieri. Chissà se sono cattolici fedeli a Roma o a Pechino...
La curiosità assoluta è che questi virgulti comunisti sono ospitati - conoscendo il personaggio, non si pensa gratuitamente - da monsignor Acampa Giuseppe, ormai dominus assoluto di Colle alta. Sì, perchè l'ex Arnolfo è della Curia di cui lui è l'integerrimo Economo (a proposito, questo è anno di scadenza del mandato: che si fa, Eccellenza?).
L'ultimo articolo su di lui - qualcuno ricorderà - ce lo descriveva come ormai insediatosi nel Palazzo vescovile a fianco della cattedrale colligiana, struttura rimessa all'uopo a nuovo.
Gli amici colligiani mi dicono che questi cinesini sono simpatici e ben visti, visto che portano anche un po' di denaro fresco in loco; semmai è curioso come un albergo sia diventato, in quattro e quattro otto, una sorta di ostello della gioventù per cinesi. I permessi, ovviamente, saranno tutti regolarissimi: dopo Franchino il Ceccuzzi, Paolo Brogioni, primo cittadino di Colle, è il Sindaco più amico di monsignor Acampa Giuseppe, ed il Comune si trova a tre passi dalla struttura ricettiva. Figuriamoci se non è tutto più che a posto.
Sempre alcuni amici colligiani, infine, mi hanno detto che - dopo i cinesi, che in tutto dovrebbero restare circa 6 mesi - arriverebbero studenti brasiliani (anche studentesse?). Genta di solida formazione cristiana, finalmente. Chissà. Vedremo.
Ad ogni buon conto, la comunità di Colle alta è in subbuglio, nell'attesa, e l'eretico lo stesso.
Il bello di monsignor Acampa, è che con lui non ci si annoia mai...
Ps Per inciso, il professor Franco Nardi sta ancora aspettando di conoscere le motivazioni della sentenza assolutoria della Giudice Gaggelli nei confronti di monsignor Acampa Giuseppe...
Da qualche settimana, venendo a noi, una nutrita comunità di cinesini affolla Colle alta; in particolare, l'ex albergo Arnolfo, l'unico hotel (ex) della zona. Sono un'ottantina, secondo alcuni una novantina. Pare studino all'Università per stranieri. Chissà se sono cattolici fedeli a Roma o a Pechino...
La curiosità assoluta è che questi virgulti comunisti sono ospitati - conoscendo il personaggio, non si pensa gratuitamente - da monsignor Acampa Giuseppe, ormai dominus assoluto di Colle alta. Sì, perchè l'ex Arnolfo è della Curia di cui lui è l'integerrimo Economo (a proposito, questo è anno di scadenza del mandato: che si fa, Eccellenza?).
L'ultimo articolo su di lui - qualcuno ricorderà - ce lo descriveva come ormai insediatosi nel Palazzo vescovile a fianco della cattedrale colligiana, struttura rimessa all'uopo a nuovo.
Gli amici colligiani mi dicono che questi cinesini sono simpatici e ben visti, visto che portano anche un po' di denaro fresco in loco; semmai è curioso come un albergo sia diventato, in quattro e quattro otto, una sorta di ostello della gioventù per cinesi. I permessi, ovviamente, saranno tutti regolarissimi: dopo Franchino il Ceccuzzi, Paolo Brogioni, primo cittadino di Colle, è il Sindaco più amico di monsignor Acampa Giuseppe, ed il Comune si trova a tre passi dalla struttura ricettiva. Figuriamoci se non è tutto più che a posto.
Sempre alcuni amici colligiani, infine, mi hanno detto che - dopo i cinesi, che in tutto dovrebbero restare circa 6 mesi - arriverebbero studenti brasiliani (anche studentesse?). Genta di solida formazione cristiana, finalmente. Chissà. Vedremo.
Ad ogni buon conto, la comunità di Colle alta è in subbuglio, nell'attesa, e l'eretico lo stesso.
Il bello di monsignor Acampa, è che con lui non ci si annoia mai...
Ps Per inciso, il professor Franco Nardi sta ancora aspettando di conoscere le motivazioni della sentenza assolutoria della Giudice Gaggelli nei confronti di monsignor Acampa Giuseppe...
mercoledì 21 marzo 2012
I prossimi impegni ereticali: Poggibonsi, Becarelli, Chiusi...
Per non ingolfare oltremodo gli spazi dei quotidiani locali (ora sono riprese anche le previsite dei cavalli, quindi...), l'eretico pubblica alcune informazioni sui prossimi impegni legati al libro Mussari Giuseppe Una biografia (non autorizzata).
Venerdì prossimo, alle ore 18,30, alla libreria Il mondo dei libri di Poggibonsi (Via Sardelli 23, vicino alla stazione ferroviaria), ci sarà la presentazione del libro. Presentazione che si preannuncia particolarmente stimolante; speriamo nella primavera, che permetterebbe di fare svolgere il tutto nella zona aperta della libreria stessa.
Di questa presentazione poggibonsese si è parlato, piuttosto diffusamente, anche in un'intervista che l'eretico ha rilasciato a Claudia Gianmaria lo scorso lunedì, sulle frequenze di radio 3 Network appunto di Poggibonsi (ora disponibile in podcasting, per chi la volesse ascoltare).
L'eretico poi torna in città, per presentare il libro domenica pomeriggio alla libreria Becarelli, dove Gabriella - la titolare della libreria stessa - aprirà le danze (metaforicamente) sull'argomento Mussari Giuseppe alle 17, 30 di domenica: chi vuole santificare degnamente la domenica primaverile, dunque, sa come fare (dopo essere stato a Messa, ovviamente). Un invito personale l'eretico lo fa a don Claudio Giuseppone, parroco di Santa Petronilla, che sappiamo essere un lettore più o meno assiduo del blog: la aspettiamo - impegni permettendo - alla Becarelli, dunque!
Dopo Poggibonsi e Siena, infine, giovedì 29 si scende a Sud parecchio, andando a rifinire addirittura a Chiusi (alle 21,00): nei prossimi giorni, comunque, si tornerà sull'argomento chiusino.
Questo, in estrema sintesi, il programma per l'ultima decade marzolina. E ricordate: gli assenti hanno sempre torto...
Ps Questo pomeriggio, accanto al monumento garibaldino della Lizza, si terrà un meritorio incontro organizzato da Libera di don Ciotti, la benemerita organizzazione che da anni si batte in prima linea contro la criminalità organizzata (dalle 17 alle 19, per la precisione). Iniziativa meritoria, davvero: e che sarebbe ancora più meritoria ed incisiva, se facesse venire fuori che la Mafia non è solo al Sud o al Nord (come ormai tristemente documentato). Esiste anche al centro, eccome. Magari, qualcosa di simile c'è anche non troppo lontano da noi...
Domenica, infine,
Venerdì prossimo, alle ore 18,30, alla libreria Il mondo dei libri di Poggibonsi (Via Sardelli 23, vicino alla stazione ferroviaria), ci sarà la presentazione del libro. Presentazione che si preannuncia particolarmente stimolante; speriamo nella primavera, che permetterebbe di fare svolgere il tutto nella zona aperta della libreria stessa.
Di questa presentazione poggibonsese si è parlato, piuttosto diffusamente, anche in un'intervista che l'eretico ha rilasciato a Claudia Gianmaria lo scorso lunedì, sulle frequenze di radio 3 Network appunto di Poggibonsi (ora disponibile in podcasting, per chi la volesse ascoltare).
L'eretico poi torna in città, per presentare il libro domenica pomeriggio alla libreria Becarelli, dove Gabriella - la titolare della libreria stessa - aprirà le danze (metaforicamente) sull'argomento Mussari Giuseppe alle 17, 30 di domenica: chi vuole santificare degnamente la domenica primaverile, dunque, sa come fare (dopo essere stato a Messa, ovviamente). Un invito personale l'eretico lo fa a don Claudio Giuseppone, parroco di Santa Petronilla, che sappiamo essere un lettore più o meno assiduo del blog: la aspettiamo - impegni permettendo - alla Becarelli, dunque!
Dopo Poggibonsi e Siena, infine, giovedì 29 si scende a Sud parecchio, andando a rifinire addirittura a Chiusi (alle 21,00): nei prossimi giorni, comunque, si tornerà sull'argomento chiusino.
Questo, in estrema sintesi, il programma per l'ultima decade marzolina. E ricordate: gli assenti hanno sempre torto...
Ps Questo pomeriggio, accanto al monumento garibaldino della Lizza, si terrà un meritorio incontro organizzato da Libera di don Ciotti, la benemerita organizzazione che da anni si batte in prima linea contro la criminalità organizzata (dalle 17 alle 19, per la precisione). Iniziativa meritoria, davvero: e che sarebbe ancora più meritoria ed incisiva, se facesse venire fuori che la Mafia non è solo al Sud o al Nord (come ormai tristemente documentato). Esiste anche al centro, eccome. Magari, qualcosa di simile c'è anche non troppo lontano da noi...
Domenica, infine,
martedì 20 marzo 2012
Consiglio comunale: il primo fra separati in casa...
Quest'oggi, in Consiglio comunale, c'è stata più confusione del solito, in particolare sulla famigerata mozione dedicata alla Fondazione Mps: c'era quella di maggioranza, poi quella presentata da Nannini Pdl (e letta dall'ex pilota stesso, forse per cercare di non farla comprendere agli astanti), infine l'intervento aperturista di Gabriele Corradi, che sta cercando punti di incontro con la maggioranza ceccuzziana (se accetta un amichevole consiglio, quello che l'eretico gli dà è di NON credere, mai, a mezza parola di ciò che gli viene detto dall'altra parte...). Laura Vigni ha criticato l'apertura corradiana.
In pratica, sulla questione Fondazione tutto è rimandato al 3 aprile, vale a dire al prossimo Consiglio comunale (nonchè sempre più in limine rispetto al cambio della guardia Mussari-Profumo in Banca). Staremo a vedere, dunque. L'impressione è che siamo al tutti contro tutti, opposizione compresa.
Nel frattempo, oggi c'era da registrare il primo incontro diretto fra margheritini e diessini, dopo le nomine di domenica. Un partito, il Pd, nato in un ristorante a San Gimignano nel giugno del 2007 (come descritto dallo scrivente ne La Casta di Siena), non poteva che disgregarsi, di fatto, una volta finito il pasto da consumare...
Come nella Firenze dantesca, una volta sconfitti manu militari i ghibellini (l'opposizione, o ciò che la rappresenta), la fazione egemone inizia a scannarsi in modo implacabilmente endogeno, intestino. A Firenze, la guelferia, ormai senza più contrappesi ghibellini, cosa fece? Fece nascere il partito della guelferia bianca (famiglia dei Cerchi), e quello dei Neri (famiglia dei Donati). I cerchieschi erano quelli di più recente inurbazione fiorentina, mentre i Donati coagulavano intorno a sè larga parte (non tutta) della Firenze antica. Dopo un iniziale prevalere della fazione cerchiesca, finirono per vincere i Neri (con Dante esiliato, come ben si sa).
Fra i 15 della maggioranza, 6 sono monaciani, 9 ceccuzziani: chi resterà in piedi, alla fine?
Non si dice che Siena è città dal fascino medievale?
In pratica, sulla questione Fondazione tutto è rimandato al 3 aprile, vale a dire al prossimo Consiglio comunale (nonchè sempre più in limine rispetto al cambio della guardia Mussari-Profumo in Banca). Staremo a vedere, dunque. L'impressione è che siamo al tutti contro tutti, opposizione compresa.
Nel frattempo, oggi c'era da registrare il primo incontro diretto fra margheritini e diessini, dopo le nomine di domenica. Un partito, il Pd, nato in un ristorante a San Gimignano nel giugno del 2007 (come descritto dallo scrivente ne La Casta di Siena), non poteva che disgregarsi, di fatto, una volta finito il pasto da consumare...
Come nella Firenze dantesca, una volta sconfitti manu militari i ghibellini (l'opposizione, o ciò che la rappresenta), la fazione egemone inizia a scannarsi in modo implacabilmente endogeno, intestino. A Firenze, la guelferia, ormai senza più contrappesi ghibellini, cosa fece? Fece nascere il partito della guelferia bianca (famiglia dei Cerchi), e quello dei Neri (famiglia dei Donati). I cerchieschi erano quelli di più recente inurbazione fiorentina, mentre i Donati coagulavano intorno a sè larga parte (non tutta) della Firenze antica. Dopo un iniziale prevalere della fazione cerchiesca, finirono per vincere i Neri (con Dante esiliato, come ben si sa).
Fra i 15 della maggioranza, 6 sono monaciani, 9 ceccuzziani: chi resterà in piedi, alla fine?
Non si dice che Siena è città dal fascino medievale?
Centro medico Valdelsa (II): entrano i superluminari...
Dopo tutto questo Monte (cui saremo obbligati a tornare a brevissimo giro di posta, peraltro...), l'eretico ritorna a scrivere della sanità senese: la salute prima di tutto, no?
Nei giorni scorsi - prendendola in generale -, grande operazione dei carabinieri dei Nas, illustrata dal Comandante generale Cosimo Piccinno in audizione alla Commissione d'inchiesta del Senato ad hoc per il Sistema sanitario nazionale.
Da brividi, i risultati: su 700 medici controllati, circa il 50% era fuori regola, per il discorso dell'intramoenia. Uno stato di cose assolutamente scandaloso, su cui bisogna intervenire quanto prima, come auspicato da chiunque capisca qualcosa di Sanità.
"In alcuni casi i Carabinieri hanno colto in flagranza di reato alcuni medici che timbravano il cartellino presso la struttura sanitaria pubblica per poi recarsi subito dopo nel loro studio privato", ha detto il Comandante generale Piccinno.
Per i non bene informati, da questo scandalo, fra l'altro, deriva quello più direttamente vissuto sulla pelle di tutti: la estenuante lunghezza delle liste d'attesa per quasi tutte le visite (fino a 426 giorni per una visita ginecologica, sempre citando Piccinno!).
Una decina di giorni or sono, l'eretico aveva scritto della singolare vicenda del Centro medico-diagnostico della Val d'Elsa Srl. Vediamo di approfondire un pochino.
Nel marzo 2009 viene firmata la convenzione tra l'Asl 7 ed il suddetto Centro per l'esercizio distaccato di alcune attività. Il tutto avviene con firma congiunta dell'ing. Massimo Scura, Direttore allora dell'Asl 7, e del commercialista Mauro Petreni, che risulta Amministratore unico. L'Asl 7 può ospitare un numero limitato di dirigenti medici di altre aziende sanitarie toscane, perciò si rende necessario per la struttura reperire spazi esterni a questo fine.
Nel settembre 2009 Scura scrive al Direttore generale Morello, al Centro medico e ai dirigenti sanitari dell'Azienda ospedaliera impegnati al Centro medico:
"Da una verifica effettuata in relazione all'attività svolta presso gli spazi acquisiti in convenzione dal Centro Medico Valdelsa Srl, nonostante gli impegni iniziali assunti da ciascun professionista con la sottoscrizione per accettazione del medesimo atto convenzionale, risulta una quantità sottostimata SIA IN TERMINI DI ORARI UTILIZZATI A FRONTE DI QUELLI RICHIESTI, SIA IN TERMINI DI PRESTAZIONI EFFETTIVAMENTE EROGATE A FRONTE DI QUELLE PRENOTATE".
Più chiaro di così...
Scura scrive che, se non si cambia registro, la convenzione con il suddetto Centro medico non ha più alcuna ragione d'essere.
Nel novembre dello stesso anno, Scura abbandona la direzione dell'Asl 7, e subentra la dottoressa Benedetto ( ora in Rossi). Nonostante quanto aveva scritto apertis verbis il suo predecessore (cioè che l'attività del Centro, così ridotta, NON GIUSTIFICAVA la convenzione), la convenzione stessa non viene disdettata fino al 31 dicembre, tre mesi prima della naturale scadenza di marzo 2011.
Cosa sta accadendo, nel frattempo, al Centro?
Nel marzo 2010, c'era stato un cambio al vertice della società, con l'ingresso di nuovi partner: tra questi, il Centro microchirurgico ambulatoriale Srl facente capo alla famiglia Caporossi (moglie e figli del professor Aldo). Il Centro medico si trasferisce in una nuova sede, più grande e spaziosa che pria.
Ma la cosa più stimolante, è il gran gioco delle scatole cinesi inerenti la società, a partire dall'avvicendamento fra l'attempato dottor Mauro Petreni e tale, giovanissimo, Paolo Mezzedimi.
Quando si dice della necessità del ricambio generazionale.
Alla prossima, ne riparleremo molto volentieri...
Nei giorni scorsi - prendendola in generale -, grande operazione dei carabinieri dei Nas, illustrata dal Comandante generale Cosimo Piccinno in audizione alla Commissione d'inchiesta del Senato ad hoc per il Sistema sanitario nazionale.
Da brividi, i risultati: su 700 medici controllati, circa il 50% era fuori regola, per il discorso dell'intramoenia. Uno stato di cose assolutamente scandaloso, su cui bisogna intervenire quanto prima, come auspicato da chiunque capisca qualcosa di Sanità.
"In alcuni casi i Carabinieri hanno colto in flagranza di reato alcuni medici che timbravano il cartellino presso la struttura sanitaria pubblica per poi recarsi subito dopo nel loro studio privato", ha detto il Comandante generale Piccinno.
Per i non bene informati, da questo scandalo, fra l'altro, deriva quello più direttamente vissuto sulla pelle di tutti: la estenuante lunghezza delle liste d'attesa per quasi tutte le visite (fino a 426 giorni per una visita ginecologica, sempre citando Piccinno!).
Una decina di giorni or sono, l'eretico aveva scritto della singolare vicenda del Centro medico-diagnostico della Val d'Elsa Srl. Vediamo di approfondire un pochino.
Nel marzo 2009 viene firmata la convenzione tra l'Asl 7 ed il suddetto Centro per l'esercizio distaccato di alcune attività. Il tutto avviene con firma congiunta dell'ing. Massimo Scura, Direttore allora dell'Asl 7, e del commercialista Mauro Petreni, che risulta Amministratore unico. L'Asl 7 può ospitare un numero limitato di dirigenti medici di altre aziende sanitarie toscane, perciò si rende necessario per la struttura reperire spazi esterni a questo fine.
Nel settembre 2009 Scura scrive al Direttore generale Morello, al Centro medico e ai dirigenti sanitari dell'Azienda ospedaliera impegnati al Centro medico:
"Da una verifica effettuata in relazione all'attività svolta presso gli spazi acquisiti in convenzione dal Centro Medico Valdelsa Srl, nonostante gli impegni iniziali assunti da ciascun professionista con la sottoscrizione per accettazione del medesimo atto convenzionale, risulta una quantità sottostimata SIA IN TERMINI DI ORARI UTILIZZATI A FRONTE DI QUELLI RICHIESTI, SIA IN TERMINI DI PRESTAZIONI EFFETTIVAMENTE EROGATE A FRONTE DI QUELLE PRENOTATE".
Più chiaro di così...
Scura scrive che, se non si cambia registro, la convenzione con il suddetto Centro medico non ha più alcuna ragione d'essere.
Nel novembre dello stesso anno, Scura abbandona la direzione dell'Asl 7, e subentra la dottoressa Benedetto ( ora in Rossi). Nonostante quanto aveva scritto apertis verbis il suo predecessore (cioè che l'attività del Centro, così ridotta, NON GIUSTIFICAVA la convenzione), la convenzione stessa non viene disdettata fino al 31 dicembre, tre mesi prima della naturale scadenza di marzo 2011.
Cosa sta accadendo, nel frattempo, al Centro?
Nel marzo 2010, c'era stato un cambio al vertice della società, con l'ingresso di nuovi partner: tra questi, il Centro microchirurgico ambulatoriale Srl facente capo alla famiglia Caporossi (moglie e figli del professor Aldo). Il Centro medico si trasferisce in una nuova sede, più grande e spaziosa che pria.
Ma la cosa più stimolante, è il gran gioco delle scatole cinesi inerenti la società, a partire dall'avvicendamento fra l'attempato dottor Mauro Petreni e tale, giovanissimo, Paolo Mezzedimi.
Quando si dice della necessità del ricambio generazionale.
Alla prossima, ne riparleremo molto volentieri...
domenica 18 marzo 2012
Muhammar Profumo Presidente, Alfredino supertrombato!!
Si è concluso verso le 22,30 anche lo psicodramma delle indicazioni delle nomine per la Banca. L'eretico niente di particolare, per ora, scrive sulle professoresse De Martini e Groppa (in quanto tali, si presume capaci di leggere e scrivere, a differenza di qualcuno che stava per essere nominato...); il prof. Angelo Dringoli - mi dicono - è persona retta, quanto all'ex revisore Marco Turchi, siamo nel dalemismo e nel continuismo castista duro e puro.
I fatti rilevanti sono la nomina di Alessandro Muhammar Profumo alla presidenza della Banca (come minimo, freddissima Bankitalia, per non dire inkazzata nera...): l'eretico ha già rimarcato - in buona compagnia - che questa è una nomina PERSONALMENTE voluta dalla Casta, da Mussari Giuseppe in particolare. Il cruciale nodo Antonveneta, per esempio, Profumo NON lo affronterà mai: scommettiamo? E di Alexandria e di altro, il banchiere genovese sa niente? Dopo avere aperto Unicredit al dittatore Gheddafi, morto lui, a chi aprirà, dalla sponda Mps? C'è quel Lukashenko in Bielorussia, per esempio, che promette bene assai: sarebbe un bocconcino da ghiotti...
Psicodramma familiare in casa Monaci: entrato Papa (meglio, vice) in conclave, Alfredo Monaci detto Alfredino è stato clamorosamente trombato, sancendo la vittoria di Franchino il Ceccuzzi sul fratello Alberto Monaci. Scontro tra titani, dunque. L'articolone agiografico di Maurizio Bologni su Repubblica Firenze di stamattina, non gli ha giovato punto, dunque. La penosa photo opportunity baciapilesca di Alfredino con Benedetto XVI, neanche. Farsi fotografare con il Papa non è come farlo con Bersani (sconfitta certa, matematica, scientifica), ma comunque non sempre è fruttifero.
Perde la famiglia Monaci (dunque Gabriellone, che magari si leverà da tre passi, a secondfa di quello che Alberto Monaci gli dirà di fare), vince Franchino il Ceccuzzi: ma nell'interesse del Sindaco e del suo clan, non certo della Banca, tanto meno della collettività. Almeno questo, sia chiaro.
Ps Il cigiellino Fabio Borghi è stato a sua volta trombato, e di brutto. Ma allora questo benedetto comizio, ora, non si potrebbe fare, in Piazza Salimbeni?
Mostra Manara: un flop europeo (con soldi pubblici)!
Ormai scrivere sugli eventi culturali organizzati da Comune e Fondazione Mps è come sparare sulla Croce rossa, e verrebbe quasi voglia di non infierire, di non maramaldeggiare oltre. Se non si avesse la sfrontatezza di insistere sul tema della Capitale europea della Cultura, l'eretico la smetterebbe, perchè non gli piace appunto maramaldeggiare. Ma visto che si insiste...
La mostra antologica su Milo Manara è stata un flop clamoroso, direi senza precedenti, in città: e la cosa più agghiacciante è che - di fronte a cotanto flop - chi di dovere ha deciso di prorogarne la durata, invece di chiuderla! Il mondo alla rovescia. Non a caso, fino al 9 aprile sarà ancora visitabile (la fila per entrare, tranquilli, non si trova: a nessuna ora di nessuna giornata. Provare per credere).
Errori su errori (di cui nessuno mai si assumerà la responsabilità, essendo a Siena) si sono sommati: l'antologica su Manara DOVEVA essere una mostra complementare, d'appoggio, rispetto a qualche altro evento davvero capace di richiamare il pubblico, elitario ma in certi casi numeroso, delle mostre. Invece è stata lasciata desolatamente sola, in non splendido isolamento. Errore marchiano.
E ancora: il periodo della inaugurazione. Il flop è partito il 1 ottobre 2011, quindi a stagione declinante (come sanno anche i bambini neanche troppo svegli, in città), mentre sarebbe stato più intelligente semmai farla partire all'inizio della stagione, piuttosto che alla fine.
Va da sè che a livello di comunicazione pubblicitaria, i limiti dei geni della comunicazione locale, ancora una volta, sono venuti allo scoperto: abituati a fare i megafoni a politicanti mediocri, hanno imparato ben poco. Con i risultati sotto gli occhi di tutti.
L'equivoco di fondo, poi, è stato questo: se si fa una mostra su Milo Manara, la si fa fino in fondo. O tutto Manara, o niente. Al Santa Maria della Scala, invece, è andata avanti una penosa trattativa sui piselli da mostrare, o meno; sui peli pubici da fare vedere, o no: una cosa disdicevole, che tra l'altro non ha giovato assolutamente alla riuscita (a prescindere dall'assenza di pubblico) dell'evento.
L'architetto Giovanni Mezzedimi ha accompagnato l'eretico a vedere la mostra che lui stesso ha curato (un'ora dentro, senza trovarci anima viva...): facendo una sana autocritica, che gli fa onore. E cercando di battere sul tasto di cui sopra: una mostra manariana, o la si fa fino in fondo, o si lascia perdere tout court. Gli interventi degli zelanti chierichetti della Fondazione, soggiogati dal Vescovo, fanno davvero pena, così come i bollini rossi (!!) sistemati sulle parti anatomiche dei personaggi (un paio di piselloni, però, a cercare bene si possono trovare, oltre all'autoerotismo di una suora e a glutei scultorei, femminili, ad abundantiam: scandalo!).
A seguito di un'interrogazione (meritoria, in questo caso) del Consigliere comunale Lorenzo Brenci, l'Assessore alla Cultura Lucia Cresti ha dovuto snocciolare le impietose cifre: al 14 febbraio, la Cresti ha parlato di 16.259 ingressi alla mostra, con una inquietante media di 120 giornalieri (non si sa se paganti o meno, tra l'altro: l'eretico è entrato gratis, ma il biglietto gliel'hanno dato lo stesso...). "L'andamento è ABBONDANTEMENTE AL DI SOTTO DELLE ASPETTATIVE", ha detto, testualmente; "Vernice (la costola "culturale" della Fondazione, Ndr) aveva deliberato un budget complessivo di 550mila euro". Giovanni Mezzedimi ha detto all'eretico che l'allestimento in sè della mostra non è costato più di 50mila euro. Mettiamo che il buon Milo abbia preso qualcosa (forse doveva pagare lui, ma lasciamo perdere...).
Il resto del malloppo, che fine ha fatto? Come sono stati spesi i dindini, in quali tasche sono finiti?
A molti piacerebbe saperlo, magari anche nel dettaglio...
Ps Cioccolata a quintali in Piazza del Campo, patonza in mostra al Sms: tipico delle realtà declinanti, rifugiarsi nei cosiddetti "beni rifugio". A breve, ne riparleremo: la cosa merita un approfondimento, proprio a partire dalla mostra manariana...
sabato 17 marzo 2012
Ancora sullo sciopero Mps (e su un indagato "montepaschino")...
In attesa di tornare a parlare delle tante altre cosine ereticali (anche robetta succulenta, in settimana prossima), come si fa a non aggiungere qualcosa sullo sciopero di ieri?
Del sindacato, s'è scritto (e aspettiamo ancora, fiduciosi e speranzosi, il chiarimento e le spiegazioni sul NON COMIZIO in Piazza Salimbeni, ed ancora di più aspettano i tesserati...); su Franchino, lo stesso, ma - come al solito - lui fa così: fa una cazzata reale, e poi cerca di rimediare con le dichiarazioni successive: che spesso sono con una cazzata imperiale. Che ci volete fare, è fatto così. Per giustificare i fischi e le fogatine della Lizza, mette le mani avanti, dicendo di essere il primo Sindaco non sindacalista da 28 anni (gli altri, almeno, qualche ora di lavoro forse l'avevano maturata). Oserebbe quindi presentarsi come una sorta di Blair nostrale, capace di rompere il cordone ombelicale con il conservatorismo sindacale? Non si sa se venga più da ridere o da piangere.
Come preannunciato dall'eretico, ieri oltre che la giornata dello sciopero era quella dell'articolo sull'Espresso, a firma Camilla Conti e Luca Piana: il caso Gianluca Baldassarri inizia a prendere corposamente quota, e chissà quanti sonniferi in più, in certe case (pardon, ville) di montepaschini d'altissimo bordo...
A Siena, tutto tace in attesa delle indicazioni dei nomi per il prossimo Cda: tutto rimandato a domani pomeriggio. Stamattina Stefano Bisi era signorilmente a passeggio, verso la sua redazione, con a fianco il plenipotenziario della Comunicazione Mps David Rossi. Conciliabolo d'alto livello, tra i due. Non vorrei anticipasse lui lo scoop su questo Baldassarri. Tocchiamo ferro. L'eretico ci resterebbe malissimo. Speriamo bene.
Ieri, poi, è arrivata la notizia dell'avviso di garanzia ad un amico autentico del Sistema Siena, quel Riccardo Conti, dalemiano di ferro, che, quando era Assessore regionale, era corteggiatissimo dalla Casta locale (magno cum gaudio, l'eretico cita il suo Le mani sulla città di tre anni or sono, pagg.126 e 127). Fior di consulenze arrivavano alla sua compagna. Roba vecchia? Chissà.
Ad ogni buon conto, l'incarico di Consigliere d'amministrazione nel Fondo F2i, sapete chi glielo offrì? Babbo Monte, ovviamente. Nel 2010, il Monte (Fondazione) esplicitamente si attivò per nominare cotanto piddino in questo fondo. Che fosse il Responsabile nazionale del settore trasporti per il Pd, risulta pura casualità. E guarda sempre il Destino cinico e baro, l'ex impresa di costruzioni BTP di Riccardo Fusi (amicone di Denis Verdini) c'entra, in questa nuova inchiesta. Come ampiamente dimostrato nella biografia su Mussari, qual è stata la Banca più generosa verso la Baldassini Tognozzi Pontello? Banca Mps mussarizzata, con 60 milioncini di euro, sonanti sonanti: elementare, Watson!
Ps Per chiudere, una notizia buonissima, ed una su cui si lascia libertà di giudizio (capirete perchè).
Complice la giornata storica, ieri sboom del blog: a fine giornata, cifra iperrecord di 5.363 contatti!!
Notizia incommentabile, invece, per svariati motivi: Romana Liuzzo del Giornale, nella sua rubrica di gossip politico, scrive oggi che Rosaria Bindi from Sinalunga è stata avvistata, nei giorni scorsi, in una beauty farm (!) vicina a Cortina d'Ampezzo. Esibiva, in piscina, un costume olimpionico.
Del sindacato, s'è scritto (e aspettiamo ancora, fiduciosi e speranzosi, il chiarimento e le spiegazioni sul NON COMIZIO in Piazza Salimbeni, ed ancora di più aspettano i tesserati...); su Franchino, lo stesso, ma - come al solito - lui fa così: fa una cazzata reale, e poi cerca di rimediare con le dichiarazioni successive: che spesso sono con una cazzata imperiale. Che ci volete fare, è fatto così. Per giustificare i fischi e le fogatine della Lizza, mette le mani avanti, dicendo di essere il primo Sindaco non sindacalista da 28 anni (gli altri, almeno, qualche ora di lavoro forse l'avevano maturata). Oserebbe quindi presentarsi come una sorta di Blair nostrale, capace di rompere il cordone ombelicale con il conservatorismo sindacale? Non si sa se venga più da ridere o da piangere.
Come preannunciato dall'eretico, ieri oltre che la giornata dello sciopero era quella dell'articolo sull'Espresso, a firma Camilla Conti e Luca Piana: il caso Gianluca Baldassarri inizia a prendere corposamente quota, e chissà quanti sonniferi in più, in certe case (pardon, ville) di montepaschini d'altissimo bordo...
A Siena, tutto tace in attesa delle indicazioni dei nomi per il prossimo Cda: tutto rimandato a domani pomeriggio. Stamattina Stefano Bisi era signorilmente a passeggio, verso la sua redazione, con a fianco il plenipotenziario della Comunicazione Mps David Rossi. Conciliabolo d'alto livello, tra i due. Non vorrei anticipasse lui lo scoop su questo Baldassarri. Tocchiamo ferro. L'eretico ci resterebbe malissimo. Speriamo bene.
Ieri, poi, è arrivata la notizia dell'avviso di garanzia ad un amico autentico del Sistema Siena, quel Riccardo Conti, dalemiano di ferro, che, quando era Assessore regionale, era corteggiatissimo dalla Casta locale (magno cum gaudio, l'eretico cita il suo Le mani sulla città di tre anni or sono, pagg.126 e 127). Fior di consulenze arrivavano alla sua compagna. Roba vecchia? Chissà.
Ad ogni buon conto, l'incarico di Consigliere d'amministrazione nel Fondo F2i, sapete chi glielo offrì? Babbo Monte, ovviamente. Nel 2010, il Monte (Fondazione) esplicitamente si attivò per nominare cotanto piddino in questo fondo. Che fosse il Responsabile nazionale del settore trasporti per il Pd, risulta pura casualità. E guarda sempre il Destino cinico e baro, l'ex impresa di costruzioni BTP di Riccardo Fusi (amicone di Denis Verdini) c'entra, in questa nuova inchiesta. Come ampiamente dimostrato nella biografia su Mussari, qual è stata la Banca più generosa verso la Baldassini Tognozzi Pontello? Banca Mps mussarizzata, con 60 milioncini di euro, sonanti sonanti: elementare, Watson!
Ps Per chiudere, una notizia buonissima, ed una su cui si lascia libertà di giudizio (capirete perchè).
Complice la giornata storica, ieri sboom del blog: a fine giornata, cifra iperrecord di 5.363 contatti!!
Notizia incommentabile, invece, per svariati motivi: Romana Liuzzo del Giornale, nella sua rubrica di gossip politico, scrive oggi che Rosaria Bindi from Sinalunga è stata avvistata, nei giorni scorsi, in una beauty farm (!) vicina a Cortina d'Ampezzo. Esibiva, in piscina, un costume olimpionico.
venerdì 16 marzo 2012
Sciopero Mps: una giornata storica...
C'è talmente tanto da scrivere, quest'oggi, che è difficile fare opera di sintesi. Proviamoci, comunque.
Diciamo intanto questo: la storia della mattinata va divisa in due parti.
La prima, quella del concentramento alla Lizza, con protagonista assoluta - a debitissima distanza dalla gente - la Casta politica locale. La seconda, ha invece avuto come protagonista il popolo dei manifestanti, i quali - rompendo il servizio d'ordine dei sindacati, Cgil in primis - ha esondato - come un fiume in piena, impossibile da fermare - verso Piazza Salimbeni, a sentire i sindacalisti vietata, manco fosse la Città proibita a Pechino...
Andiamo dunque con ordine. Richiamati all'ordine da un sms di ieri, il "popolo" del Pd senese (consiglieri vari e - guarda caso - proprio i previsti "quarantenni da Cda"), si sono presentati davanti al cinema Odeon (sotto la sede cittadina del Partito) verso le 10,30. Poi, capeggiati da una trojka non da poco (Franchino il Ceccuzzi, il Carli e il vicesindaco Marzucchi), sono arrivati di buon passo alla Lizza, badando bene di non avvicinarsi troppo ai manifestanti. Per circa 35 minuti, i tre suddetti, con l'aggiunta del fido Bezzini provinciale, NON HANNO FATTO UN SINGOLO PASSO, standosene ben acquattati all'interno del perimetro di protezione che carabinieri, polizia municipale, poliziotti (in divisa ed in borghese) avevano composto intorno a loro. Mancavano solo i poliziotti provinciali - forse a giro per cinghiali, difficili da reperire alla Lizza -, ed i Navy seals statunitensi. Un Sindaco ed un Presidente della Provincia che hanno paura di stare fra la gente, sono già politicamente (e non solo) sconfitti, vinti. Peggio per loro, se la sono cercata.
Alle 11,30, sempre preceduti dalla scorta ad personam, Franchino e quell'altro della Provincia, quatti quatti, si sono diretti verso l'antico bar La Lizza, dal quale l'eretico non li ha visti uscire. Ad ogni buon conto, il loro corteo è penosamente finito lì. Giusto tre o quattro fogate verbali a debita distanza, non di più. Bastato e avanzato, per una provvidenziale ritirata.
Il meglio pezzo, comunque, è stato l'ex Sindaco Maurizio Cenni, con i suoi fedelissimi lui sì in mezzo alla folla (ed anche al serpentone del corteo!); pare che a chi gli domandava qualcosa, abbia risposto, con la consueta espressione disarmante:
"Quando c'ero io, il Monte andava ancora bene!".
Tre testi a conferma della inquietante frase dovrebbero essere sufficienti...
Il secondo momento qualificante è quello del ritorno verso la Lizza dal Campo, con il serpentone (almeno 4000 persone) a sfilare per Banchi di sopra, con l'intenzione di entrare in Piazza Salimbeni. La testa del corteo era guidata dai sindacalisti, in prevalenza CGIL. I quali, arrivati all'altezza di Piazza Salimbeni, volevano tirare dritti, e così hanno fatto. Peccato per loro, però, che dopo il loro passaggio, il resto del corteo voleva violare la Piazza proibita: i sindacalisti (alcuni sindacalisti, non tutti) hanno creato un blocco a protezione della Piazza, ma dopo qualche esitazione, il blocco è stato agevolmente sfondato, ed i lavoratori sono arrivati, con i loro piedi accaldati, a calpestare il luogo del concreto, fisico potere senese. Senza assolutamente retorica, la volontà degli scioperanti (in larghissima maggioranza NON senesi, e questo è un punto che dovremo andare a toccare di nuovo) ha prevalso sui diktat sindacali. Chiaro il concetto?
L'eretico ha cercato di capire il perchè del rifiuto di violare la Piazza, nonchè di tenere almeno lo straccio di un comizietto, lì; le spiegazioni che i sindacalisti gli hanno dato - al di là della reciproca concitazione del momento - NON lo hanno per niente per niente convinto. Piazza troppo piccola (quando ci fu il Se non ora quando, era strapiena, e a nessuna donna, giustamente, fu impedito di dire alcunchè!); problemi di ordine pubblico (paura di scioperanti spider men, pronti ad arrampicarsi sulla Rocca?); tra l'altro, le forze dell'ordine messe a presidio del portone hanno avuto un comportamento assolutamente irreprensibile, limitandosi a controllare, senza inutili forzature. Francamente, un così grande corteo senza un comizio (pare sia stato detto qualcosa di ritorno alla Lizza, ma ormai a babbo morto) non si era mai visto, e sfido chiunque a trovare un precedente di cotanta portata. Perchè? L'ho chiesto al cgiellino Guggiari, il quale mi ha risposto che si doveva essere già contenti per l'abbondantissima partecipazione dib lavoratori. Gli ho risposto che proprio la partecipazione rappresentava un'aggravante, del non-comizio da parte dei sindacati. Chiedo scusa, ma non ho capito la sua risposta. Sarà stata colpa della concitazione, appunto. Se vuole, il leader sindacale può usare il blog, senza limiti di spazio.
Guggiari comunque mi ha detto che lui si sa bene dove trovarlo (alla Lizza, sede CGIL, presumo): il suo comportamento, però, non è certo a me, che lo deve spiegare, ma a parecchi suoi iscritti, "delusi" alquanto dal suo comportamento. E a dirla tutta, anche la scelta di venire alla manifestazione con un foularino VIOLA, non è parsa proprio delle più felici...
Ps I No Tav, non li ha visti nessuno, come era prevedibile; il corteo è stato essenzialmente pacifico, va detto e ribadito.
Qualche scintilla - va per onestà detto - c'è stata nel momento in cui il picchetto CGIL non voleva fare entrare i manifestanti in Piazza Salimbeni, come già raccontato. Prima che il Bisi ci si butti a corpo morto, l'eretico lo dice da sè: sì, c'era anche lui (l'eretico, non il Bisi) ad esortare a vivissima voce gli scioperanti a forzare il blocco, e ad applaudirli una volta forzato. Qualche pinta presa (con tanto di svariati testimoni e foto, mi dicono), qualche altra data: senza nessun problema. Allo stesso Guggiari, alla fine, ho stretto volentieri la mano, dopo il diverbio pubblico davanti ai microfoni (non so di chi), e se il suo sindacato organizzerà un incontro sui fatti di oggi, ci sarò di certo.
La democrazia si è ottrenuta con la violenza vera, in Italia; qualche pintina, per mantenerla, ogni tanto ci sta tutta...
Diciamo intanto questo: la storia della mattinata va divisa in due parti.
La prima, quella del concentramento alla Lizza, con protagonista assoluta - a debitissima distanza dalla gente - la Casta politica locale. La seconda, ha invece avuto come protagonista il popolo dei manifestanti, i quali - rompendo il servizio d'ordine dei sindacati, Cgil in primis - ha esondato - come un fiume in piena, impossibile da fermare - verso Piazza Salimbeni, a sentire i sindacalisti vietata, manco fosse la Città proibita a Pechino...
Andiamo dunque con ordine. Richiamati all'ordine da un sms di ieri, il "popolo" del Pd senese (consiglieri vari e - guarda caso - proprio i previsti "quarantenni da Cda"), si sono presentati davanti al cinema Odeon (sotto la sede cittadina del Partito) verso le 10,30. Poi, capeggiati da una trojka non da poco (Franchino il Ceccuzzi, il Carli e il vicesindaco Marzucchi), sono arrivati di buon passo alla Lizza, badando bene di non avvicinarsi troppo ai manifestanti. Per circa 35 minuti, i tre suddetti, con l'aggiunta del fido Bezzini provinciale, NON HANNO FATTO UN SINGOLO PASSO, standosene ben acquattati all'interno del perimetro di protezione che carabinieri, polizia municipale, poliziotti (in divisa ed in borghese) avevano composto intorno a loro. Mancavano solo i poliziotti provinciali - forse a giro per cinghiali, difficili da reperire alla Lizza -, ed i Navy seals statunitensi. Un Sindaco ed un Presidente della Provincia che hanno paura di stare fra la gente, sono già politicamente (e non solo) sconfitti, vinti. Peggio per loro, se la sono cercata.
Alle 11,30, sempre preceduti dalla scorta ad personam, Franchino e quell'altro della Provincia, quatti quatti, si sono diretti verso l'antico bar La Lizza, dal quale l'eretico non li ha visti uscire. Ad ogni buon conto, il loro corteo è penosamente finito lì. Giusto tre o quattro fogate verbali a debita distanza, non di più. Bastato e avanzato, per una provvidenziale ritirata.
Il meglio pezzo, comunque, è stato l'ex Sindaco Maurizio Cenni, con i suoi fedelissimi lui sì in mezzo alla folla (ed anche al serpentone del corteo!); pare che a chi gli domandava qualcosa, abbia risposto, con la consueta espressione disarmante:
"Quando c'ero io, il Monte andava ancora bene!".
Tre testi a conferma della inquietante frase dovrebbero essere sufficienti...
Il secondo momento qualificante è quello del ritorno verso la Lizza dal Campo, con il serpentone (almeno 4000 persone) a sfilare per Banchi di sopra, con l'intenzione di entrare in Piazza Salimbeni. La testa del corteo era guidata dai sindacalisti, in prevalenza CGIL. I quali, arrivati all'altezza di Piazza Salimbeni, volevano tirare dritti, e così hanno fatto. Peccato per loro, però, che dopo il loro passaggio, il resto del corteo voleva violare la Piazza proibita: i sindacalisti (alcuni sindacalisti, non tutti) hanno creato un blocco a protezione della Piazza, ma dopo qualche esitazione, il blocco è stato agevolmente sfondato, ed i lavoratori sono arrivati, con i loro piedi accaldati, a calpestare il luogo del concreto, fisico potere senese. Senza assolutamente retorica, la volontà degli scioperanti (in larghissima maggioranza NON senesi, e questo è un punto che dovremo andare a toccare di nuovo) ha prevalso sui diktat sindacali. Chiaro il concetto?
L'eretico ha cercato di capire il perchè del rifiuto di violare la Piazza, nonchè di tenere almeno lo straccio di un comizietto, lì; le spiegazioni che i sindacalisti gli hanno dato - al di là della reciproca concitazione del momento - NON lo hanno per niente per niente convinto. Piazza troppo piccola (quando ci fu il Se non ora quando, era strapiena, e a nessuna donna, giustamente, fu impedito di dire alcunchè!); problemi di ordine pubblico (paura di scioperanti spider men, pronti ad arrampicarsi sulla Rocca?); tra l'altro, le forze dell'ordine messe a presidio del portone hanno avuto un comportamento assolutamente irreprensibile, limitandosi a controllare, senza inutili forzature. Francamente, un così grande corteo senza un comizio (pare sia stato detto qualcosa di ritorno alla Lizza, ma ormai a babbo morto) non si era mai visto, e sfido chiunque a trovare un precedente di cotanta portata. Perchè? L'ho chiesto al cgiellino Guggiari, il quale mi ha risposto che si doveva essere già contenti per l'abbondantissima partecipazione dib lavoratori. Gli ho risposto che proprio la partecipazione rappresentava un'aggravante, del non-comizio da parte dei sindacati. Chiedo scusa, ma non ho capito la sua risposta. Sarà stata colpa della concitazione, appunto. Se vuole, il leader sindacale può usare il blog, senza limiti di spazio.
Guggiari comunque mi ha detto che lui si sa bene dove trovarlo (alla Lizza, sede CGIL, presumo): il suo comportamento, però, non è certo a me, che lo deve spiegare, ma a parecchi suoi iscritti, "delusi" alquanto dal suo comportamento. E a dirla tutta, anche la scelta di venire alla manifestazione con un foularino VIOLA, non è parsa proprio delle più felici...
Ps I No Tav, non li ha visti nessuno, come era prevedibile; il corteo è stato essenzialmente pacifico, va detto e ribadito.
Qualche scintilla - va per onestà detto - c'è stata nel momento in cui il picchetto CGIL non voleva fare entrare i manifestanti in Piazza Salimbeni, come già raccontato. Prima che il Bisi ci si butti a corpo morto, l'eretico lo dice da sè: sì, c'era anche lui (l'eretico, non il Bisi) ad esortare a vivissima voce gli scioperanti a forzare il blocco, e ad applaudirli una volta forzato. Qualche pinta presa (con tanto di svariati testimoni e foto, mi dicono), qualche altra data: senza nessun problema. Allo stesso Guggiari, alla fine, ho stretto volentieri la mano, dopo il diverbio pubblico davanti ai microfoni (non so di chi), e se il suo sindacato organizzerà un incontro sui fatti di oggi, ci sarò di certo.
La democrazia si è ottrenuta con la violenza vera, in Italia; qualche pintina, per mantenerla, ogni tanto ci sta tutta...
giovedì 15 marzo 2012
Un montepaschino che non sciopera: Gianluca Baldassarri (ed il premio allo slogan migliore!)
Uno che domattina non sciopererà di certo, fra i montepaschini, è Gianluca Baldassarri. Di lui, l'eretico aveva scritto che era stato allontanato qualche settimana fa dal Cda della Banca in quanto individuato come capro espiatorio per i troppi Btp montepaschini. Cosa forse in parte corretta, ma sembra di capire che ci sia dell'altro, su cui anche un NOTISSIMO SETTIMANALE NAZIONALE domattina in edicola avrà qualcosa da eccepire.
Quanto all'eretico, anche lui, nel suo piccolo, ha da raccontare una storiella, su questo Baldassarri che dice di essere (e non c'è alcun motivo di dubitarne) parente del più noto economista di area finiana.
Il desk di Area finanza Mps che era basato presso la filiale di Londra, era comandato direttamente dal Capo dell'Area finanza della Banca, appunto Gianluca Baldassarri (assunto nel 2001 dalla Banca, nell'infornata legata a De Bustis, per capirsi). Poi c'era il suo vice, tale Alberto Cantarini, anch'egli assunto nel 2001 (nel 2004 ha però lasciato la Banca). Il desk dell'Area Finanza agiva indipendentemente dalla filiale Mps londinese, gestendo un portafoglio dell'ordine di circa 2 miliardi e mezzo di euro. Le operazioni erano concluse in quel di Londra, ma contabilizzate in portafogli separati da quelli della filiale Mps (presumibilmente in Italia).
Tra le operazioni di particolare rilievo, si può e si deve menzionare il CDO (Collateralized debt obligation) al quadrato, nominato Alexandria capital: struttura particolarmente complessa, difficile, ostica da capire. Tipico esempio di finanza "creativa", per intendersi.
In settimana prossima, l'eretico vedrà di cercare di presentarla al meglio al suo pubblico: anche a coloro i quali non sono particolarmente addentro ai labirintici meandri della finanza, più o meno creativa...
Ps Come promesso, premio agli slogan da sciopero! Scelta difficile, quasi dolorosa, in effetti, vista la quantità e la qualità. Tutti bravi, ma per l'eretico i tre migliori sono (in ordine crescente):
3) "Hic sunt ladrones!", (si può querelare un'esprerssione latina? Temo di sì...).
2) "Non era il tuo lavoro, ma il nostro sì!", (copyright by Marco Fattorini, assiduo lettore e commentatore documentato);
1) "Mussari ABI pietà di noi!", questo francamente irresistibile ed insuperabile...chi sarà l'autore?
Quanto all'eretico, anche lui, nel suo piccolo, ha da raccontare una storiella, su questo Baldassarri che dice di essere (e non c'è alcun motivo di dubitarne) parente del più noto economista di area finiana.
Il desk di Area finanza Mps che era basato presso la filiale di Londra, era comandato direttamente dal Capo dell'Area finanza della Banca, appunto Gianluca Baldassarri (assunto nel 2001 dalla Banca, nell'infornata legata a De Bustis, per capirsi). Poi c'era il suo vice, tale Alberto Cantarini, anch'egli assunto nel 2001 (nel 2004 ha però lasciato la Banca). Il desk dell'Area Finanza agiva indipendentemente dalla filiale Mps londinese, gestendo un portafoglio dell'ordine di circa 2 miliardi e mezzo di euro. Le operazioni erano concluse in quel di Londra, ma contabilizzate in portafogli separati da quelli della filiale Mps (presumibilmente in Italia).
Tra le operazioni di particolare rilievo, si può e si deve menzionare il CDO (Collateralized debt obligation) al quadrato, nominato Alexandria capital: struttura particolarmente complessa, difficile, ostica da capire. Tipico esempio di finanza "creativa", per intendersi.
In settimana prossima, l'eretico vedrà di cercare di presentarla al meglio al suo pubblico: anche a coloro i quali non sono particolarmente addentro ai labirintici meandri della finanza, più o meno creativa...
Ps Come promesso, premio agli slogan da sciopero! Scelta difficile, quasi dolorosa, in effetti, vista la quantità e la qualità. Tutti bravi, ma per l'eretico i tre migliori sono (in ordine crescente):
3) "Hic sunt ladrones!", (si può querelare un'esprerssione latina? Temo di sì...).
2) "Non era il tuo lavoro, ma il nostro sì!", (copyright by Marco Fattorini, assiduo lettore e commentatore documentato);
1) "Mussari ABI pietà di noi!", questo francamente irresistibile ed insuperabile...chi sarà l'autore?
Nonostante la censura, qualcosina si muove...
Eppur (qualcosina) si muove! I media montepaschinizzati (nel senso ovviamente mussarizzati) non muovono foglia, letteralmente: 15 giorni di libro a giro, ma loro fanno finta di niente. Come se il libro non esistesse. Penne arrotolate nel presciutto?
Niente di nuovo sotto il sole, si dirà: non per questo, però, ci si deve abituare a questo stato di cose. Così come non ci si deve assuefare alla bellezza, così - pari pari - non bisogna fare altrettanto per la bruttezza delle cose, no?
Nonostante questo - ed in attesa che, a livello nazionale, facciano fare la figura da cioccolatai ai "giornalisti" locali -, qualcosina nel Senese si muove.
Presentazioni del libro, per esempio: venerdì 23 marzo, alle 18, 30, alla libreria Il mondo dei libri a Poggibonsi (in Via Sardelli, vicino alla stazione ferroviaria, per intenderci); domenica 25, poi, un'altra presentazione senese, alla libreria Becarelli in Via Mameli (questa volta alle 17,30); il 29 marzo - ancora da confermare, ma datami per certa - una presentazione si farà a Chiusi. Questo per restare al mese di marzo in corso. A dimostrazione del fatto che non solo l'interesse per l'argomento c'è (come potrebbe essere altrimenti), ma che qualche spiraglio si apre, fra le maglie della censura.
Stamattina, poi, il sito senese Il parere.net - gestito da una piccola squadra di intraprendenti giovani di stanza a Vico Alto - ha messo in rete una intervista che mi avevano fatto nei giorni scorsi (visibile anche sul blog il Santo, che ringrazio!). Forse spinti dall'incoscienza della loro giovane età o da chissà cosa d'altro, i ragazzi del Parere si sono spinti oltre le colonne d'Ercole dell'informazione cittadina: speriamo davvero che non facciano la fine del grande Ulisse, nella vulgata dantesca...
Ps Un casualissimo incontro ereticale di prima mattina ha confermato ciò che avevo scritto quindici giorni or sono: i tentativi di fermare la biografia su Mussari, al momento dell'uscita, ci sono stati, eccome se ci sono stati. Visto che sono rinviato a giudizio, posso permettermi di fare i complimenti alla Procura di Siena che non ha avallato il tentativo di NON FARE USCIRE IL LIBRO?
Niente di nuovo sotto il sole, si dirà: non per questo, però, ci si deve abituare a questo stato di cose. Così come non ci si deve assuefare alla bellezza, così - pari pari - non bisogna fare altrettanto per la bruttezza delle cose, no?
Nonostante questo - ed in attesa che, a livello nazionale, facciano fare la figura da cioccolatai ai "giornalisti" locali -, qualcosina nel Senese si muove.
Presentazioni del libro, per esempio: venerdì 23 marzo, alle 18, 30, alla libreria Il mondo dei libri a Poggibonsi (in Via Sardelli, vicino alla stazione ferroviaria, per intenderci); domenica 25, poi, un'altra presentazione senese, alla libreria Becarelli in Via Mameli (questa volta alle 17,30); il 29 marzo - ancora da confermare, ma datami per certa - una presentazione si farà a Chiusi. Questo per restare al mese di marzo in corso. A dimostrazione del fatto che non solo l'interesse per l'argomento c'è (come potrebbe essere altrimenti), ma che qualche spiraglio si apre, fra le maglie della censura.
Stamattina, poi, il sito senese Il parere.net - gestito da una piccola squadra di intraprendenti giovani di stanza a Vico Alto - ha messo in rete una intervista che mi avevano fatto nei giorni scorsi (visibile anche sul blog il Santo, che ringrazio!). Forse spinti dall'incoscienza della loro giovane età o da chissà cosa d'altro, i ragazzi del Parere si sono spinti oltre le colonne d'Ercole dell'informazione cittadina: speriamo davvero che non facciano la fine del grande Ulisse, nella vulgata dantesca...
Ps Un casualissimo incontro ereticale di prima mattina ha confermato ciò che avevo scritto quindici giorni or sono: i tentativi di fermare la biografia su Mussari, al momento dell'uscita, ci sono stati, eccome se ci sono stati. Visto che sono rinviato a giudizio, posso permettermi di fare i complimenti alla Procura di Siena che non ha avallato il tentativo di NON FARE USCIRE IL LIBRO?
mercoledì 14 marzo 2012
Franchino, di lotta e di governo, al fianco dei montepaschini!
Stamattina l'eretico voleva scrivere di tutt'altro, essendosi già occupato dello sciopero ieri. Paccate di arretrati di svariatissima natura da smaltire, più la notizia di una condannina civile nei suoi confronti (Giudice dott. Marianna Serrao) in una causa intentata da Luca Anselmi della Eacos: una "dolce" condanna, perchè accoglie solo in minima parte le tante (ed esose) richieste dell'Anselmi, soprattutto sul piatto forte portato in tavola dal suo avvocato, il milanese Massimo Rossi (quello del Minucci): il fatto, cioè, di sentirsi "disonorato" per la sua presunta appartenenza alla Casta di Siena. Con calma e molto volentieri, ci ritorneremo, perchè è una sentenza che merita uno stimolante approfondimento.
La notizia del giorno, però, è di certo quella della presenza (ma sarà effettiva, o ci ripenserà all'ultimo momento?) di Franchino il Ceccuzzi allo sciopero montepaschino di dopodomani.
Su questo blog ed in giro per la città, suoni e voci scandalizzate si alzano contro la sua presenza: e perchè mai, di grazia?
Dove sono i lavoratori, Franchino - è risaputo - c'è sempre: non avendo mai fatto mezza giornata di lavoro, lui agogna da sempre a provare l'ebrezza dello sciopero.
In secondo luogo, ha ragione da vendere, a scioperare, a questo giro: solo nell'aprile scorso, nella famosa intervista pre-elezioni a Repubblica (23 aprile 2011), dichiarava baldanzoso che credeva che"alla fine del processo di ricapitalizzazione la Fondazione avrà ancora il 51%". Visto che scenderà di quasi venti punti percentuali, come fa a non essere inkazzato e a scioperare? Lui è quello più motivato di tutti: hanno tradito ciò in cui credeva ciecamente!
Un Franchino, insomma, di lotta e di governo, come diceva Gianni Cervetti del Pci degli anni settanta.
Venerdì, dunque, insieme a parte della Giunta comunale, Franchino ci sarà.
A questo punto, resta da vedere cosa faranno gli altri castisti. Quello con la barbetta e gli occhiali della Provincia, ci sarà o no? Di solito, i comunicati li fanno congiunti, allora come fa a mancare? Che fa, snobba i lavoratori? Poi lui c'ha anche la scorta della Polizia provinciale, abituata a perlustrare le foreste nostrali: potrebbe tornare utile, in caso di deprecate violenze, no?
Il Calta, invece, lo diciamo subito, NON ci sarà: pare ci sia un congresso sulle riqualificazioni urbanistiche delle periferie romane cui presiedere, poi, ormai, del Monte non gli frega più niente.Peccato, ci sarebbe stato bene.
Il Vigni sarà al fianco dei suoi ex dipendenti? Lui è sempre stato per la sana, vecchia concertazione con i sindacati, quindi non si vede proprio perchè dovrebbe mancare: a meno che la dolcezza della primavera castelnuovina non lo invogli ad altre, più agresti, attività in villa...
Il banchiere-etico Mussari Giuseppe, infine? Impelagato nelle infinite pastoie romane, c'è chi lo mette in serissimo dubbio. Ma Lui, chissà, è abituato a sorprendere, a spiazzare amici ed avversari. D'altro canto, venerdì la gente si lamenterà, ma senza di Lui - stringi stringi - col cavolo che la Banca sarebbe diventato il terzo polo (pollo?) bancario italiota...
Ps Quanto agli slogan per venerdì, si chiude domani nel tardo pomeriggio, con la scelta, definitiva ed insindacabile.
Per ora, però, una spanna sopra gli altri Sallustio, con l'eccezionale:
"Mussari ABI pietà di noi"!
La notizia del giorno, però, è di certo quella della presenza (ma sarà effettiva, o ci ripenserà all'ultimo momento?) di Franchino il Ceccuzzi allo sciopero montepaschino di dopodomani.
Su questo blog ed in giro per la città, suoni e voci scandalizzate si alzano contro la sua presenza: e perchè mai, di grazia?
Dove sono i lavoratori, Franchino - è risaputo - c'è sempre: non avendo mai fatto mezza giornata di lavoro, lui agogna da sempre a provare l'ebrezza dello sciopero.
In secondo luogo, ha ragione da vendere, a scioperare, a questo giro: solo nell'aprile scorso, nella famosa intervista pre-elezioni a Repubblica (23 aprile 2011), dichiarava baldanzoso che credeva che"alla fine del processo di ricapitalizzazione la Fondazione avrà ancora il 51%". Visto che scenderà di quasi venti punti percentuali, come fa a non essere inkazzato e a scioperare? Lui è quello più motivato di tutti: hanno tradito ciò in cui credeva ciecamente!
Un Franchino, insomma, di lotta e di governo, come diceva Gianni Cervetti del Pci degli anni settanta.
Venerdì, dunque, insieme a parte della Giunta comunale, Franchino ci sarà.
A questo punto, resta da vedere cosa faranno gli altri castisti. Quello con la barbetta e gli occhiali della Provincia, ci sarà o no? Di solito, i comunicati li fanno congiunti, allora come fa a mancare? Che fa, snobba i lavoratori? Poi lui c'ha anche la scorta della Polizia provinciale, abituata a perlustrare le foreste nostrali: potrebbe tornare utile, in caso di deprecate violenze, no?
Il Calta, invece, lo diciamo subito, NON ci sarà: pare ci sia un congresso sulle riqualificazioni urbanistiche delle periferie romane cui presiedere, poi, ormai, del Monte non gli frega più niente.Peccato, ci sarebbe stato bene.
Il Vigni sarà al fianco dei suoi ex dipendenti? Lui è sempre stato per la sana, vecchia concertazione con i sindacati, quindi non si vede proprio perchè dovrebbe mancare: a meno che la dolcezza della primavera castelnuovina non lo invogli ad altre, più agresti, attività in villa...
Il banchiere-etico Mussari Giuseppe, infine? Impelagato nelle infinite pastoie romane, c'è chi lo mette in serissimo dubbio. Ma Lui, chissà, è abituato a sorprendere, a spiazzare amici ed avversari. D'altro canto, venerdì la gente si lamenterà, ma senza di Lui - stringi stringi - col cavolo che la Banca sarebbe diventato il terzo polo (pollo?) bancario italiota...
Ps Quanto agli slogan per venerdì, si chiude domani nel tardo pomeriggio, con la scelta, definitiva ed insindacabile.
Per ora, però, una spanna sopra gli altri Sallustio, con l'eccezionale:
"Mussari ABI pietà di noi"!
martedì 13 marzo 2012
Sciopero Mps: i dipendenti scioperano, loro se la godono...
Siamo ormai alle porte coi sassi, per lo sciopero montepaschino: ho detto "sassi", ma non intendevo incitare a tirarne, caro Stefano Bisi...
Almeno venti pullman sono in arrivo dalle varie parti d'Italia, più svariate macchine (sul treno, stendiamo un velo pietoso; sull'aeroporto, anche); il concentramento sarà alle 11 alla Lizza. Per i montepaschini non senesi, lì davanti c'è il Palazzo di Giustizia: ove si trovano i Pm (adesso il dottor Nastasi) che hanno in mano l'inchiesta sull'ampliamento aeroportuale di Ampugnano. Quella per cui è indagato il President, Mussari Giuseppe, per capirsi.
A proposito di azioni e di scali aerei, ieri è stata ufficializzata la notizia della cessione di circa il 5% delle azioni AdF (Aeroporto di Firenze) detenute dalla Banca Mps, direttamente alla Regione (salvataggio del Presidente Rossi alle casse montepaschine). L'eretico, a questo punto, non può esimersi dall'autocitazione: nel mio libro "Mussari Giuseppe" appena uscito, a pagina 137, si racconta per filo e per segno perchè una cospicua quota di AdF fu fortemente voluta da Mussari nel 2007 (perchè era una captatio benevolentiae verso il fondo Galaxy, come ampiamente documentato). Un altro affarone - fra i tanti -, di quelli che hanno portato ai contratti di solidarietà ed ai probabili licenziamenti (se non peggio, ma facciamo finta di niente...).Una goccia nel mare, rispetto all'affaire Antonveneta.
Se l'eretico fosse un dipendente montepaschino, manifesterebbe con tanta rabbia in corpo, ma, purtroppo, con una sola, granitica, inossidabile certezza: mentre i lavoratori, i " montepaschini ignoti" di tutta Italia sfileranno lungo le vie di Siena, chi di dovere (Mussari, Vigni e giù per li rami) non solo non si farà vedere, ma farà di più, e di meglio: manderà qualcuno a riprendere la manifestazione, e poi - davanti ad un sigaro di quelli buoni, magari con i piedi sul tavolino di un ufficio di quelli giusti - si farà delle grasse risate, a vedere quei pezzenti sfilare. Loro - i pezzenti - vedono il salario depauperato (se va bene), qualcun altro, con le scelte che hanno a ciò portato, si è costruito l'autostrada per l'Abi (e domani dovrebbe rientrare la farsa delle dimissioni...). Sorrisi di quelli a tutta ruga, insomma, nei confronti di questi perdenti della vita che hanno fatto una levataccia e hanno perso un giorno di salario per fare una cosa tanto nobile quanto ormai del tutto inutile, mentre loro pregustano fuoriuscite da farci campare, e bene, tre generazioni almeno di discendenti (se opportunamente gestite, si capisce). E con Profumo alla guida, non tutto sarà come prima, certo: ma moltissimo - statene tranquilli - sì.
Carlo Marx scriveva che il proletariato non aveva altro, da perdere, che le proprie catene; cosa direbbe, oggi, del montepaschino ignoto?
Ps L'eretico invita i lettori montepaschini (anche non, ovviamente) a inviare al blog i loro slogan, di qui a venerdì: il più stimolante - ad insindacabile giudizio dello scrivente - darà il titolo al prossimo articolo sull'argomento. Slogan da corteo, mi raccomando: non prolissi proclami!
E senza violenza, altrimenti il Bisi...
Almeno venti pullman sono in arrivo dalle varie parti d'Italia, più svariate macchine (sul treno, stendiamo un velo pietoso; sull'aeroporto, anche); il concentramento sarà alle 11 alla Lizza. Per i montepaschini non senesi, lì davanti c'è il Palazzo di Giustizia: ove si trovano i Pm (adesso il dottor Nastasi) che hanno in mano l'inchiesta sull'ampliamento aeroportuale di Ampugnano. Quella per cui è indagato il President, Mussari Giuseppe, per capirsi.
A proposito di azioni e di scali aerei, ieri è stata ufficializzata la notizia della cessione di circa il 5% delle azioni AdF (Aeroporto di Firenze) detenute dalla Banca Mps, direttamente alla Regione (salvataggio del Presidente Rossi alle casse montepaschine). L'eretico, a questo punto, non può esimersi dall'autocitazione: nel mio libro "Mussari Giuseppe" appena uscito, a pagina 137, si racconta per filo e per segno perchè una cospicua quota di AdF fu fortemente voluta da Mussari nel 2007 (perchè era una captatio benevolentiae verso il fondo Galaxy, come ampiamente documentato). Un altro affarone - fra i tanti -, di quelli che hanno portato ai contratti di solidarietà ed ai probabili licenziamenti (se non peggio, ma facciamo finta di niente...).Una goccia nel mare, rispetto all'affaire Antonveneta.
Se l'eretico fosse un dipendente montepaschino, manifesterebbe con tanta rabbia in corpo, ma, purtroppo, con una sola, granitica, inossidabile certezza: mentre i lavoratori, i " montepaschini ignoti" di tutta Italia sfileranno lungo le vie di Siena, chi di dovere (Mussari, Vigni e giù per li rami) non solo non si farà vedere, ma farà di più, e di meglio: manderà qualcuno a riprendere la manifestazione, e poi - davanti ad un sigaro di quelli buoni, magari con i piedi sul tavolino di un ufficio di quelli giusti - si farà delle grasse risate, a vedere quei pezzenti sfilare. Loro - i pezzenti - vedono il salario depauperato (se va bene), qualcun altro, con le scelte che hanno a ciò portato, si è costruito l'autostrada per l'Abi (e domani dovrebbe rientrare la farsa delle dimissioni...). Sorrisi di quelli a tutta ruga, insomma, nei confronti di questi perdenti della vita che hanno fatto una levataccia e hanno perso un giorno di salario per fare una cosa tanto nobile quanto ormai del tutto inutile, mentre loro pregustano fuoriuscite da farci campare, e bene, tre generazioni almeno di discendenti (se opportunamente gestite, si capisce). E con Profumo alla guida, non tutto sarà come prima, certo: ma moltissimo - statene tranquilli - sì.
Carlo Marx scriveva che il proletariato non aveva altro, da perdere, che le proprie catene; cosa direbbe, oggi, del montepaschino ignoto?
Ps L'eretico invita i lettori montepaschini (anche non, ovviamente) a inviare al blog i loro slogan, di qui a venerdì: il più stimolante - ad insindacabile giudizio dello scrivente - darà il titolo al prossimo articolo sull'argomento. Slogan da corteo, mi raccomando: non prolissi proclami!
E senza violenza, altrimenti il Bisi...
lunedì 12 marzo 2012
Uno scoopino su Antonio Sclavi...
Antonio Sclavi, chi è costui? Per tutti, a Siena, il più noto fra gli imprenditori del pane, con negozi ad ogni angolo della città; ma è anche un filantropo, con la sua quasi altrettanto nota attività di presidente (ora solo provinciale) della benemerita Unicef; da sempre appassionato di cinema (immancabile al suo fianco, nei cinema cittadini, Anna Carli), da un po' di tempo gli è preso lo sghiribizzo di diventare mecenato festivaliero del cinema. D'altro canto, in una città in cui il grande inganno si è fondato anzitutto sul panem et circenses, un panificatore come lui non potrebbe dire la sua? Sarebbe quasi strano che non lo facesse...
Come già scritto mesi or sono, l'unico problema del neonato festival sclaviano è che lo Sclavi vuole fare il mecenate con i soldi altrui, in particolare della collettività. Sempre stato così? Sacrosanto, ma con due differenze, non da poco: il pubblico dovrebbe finanziare solo i progetti di chi ha esperienza e know how nel settore (in tutti i settori), mentre all'eretico non risulta che il pur appassionato panificatore vanti requisiti particolari che giustifichino dindini pubblici; in secondo luogo, il tempo delle vacche grasse è archiviato, e che il Monte dei contratti di solidarietà finanzi un neonato festival, potrebbe anche fare nascere qualche polemica (già non ne mancano, no?.
Di certo, si sa che il Comune - notoriamente florido - stanzia 10.000 euroni freschi freschi per la bisogna, e lo stesso dicasi della Camera di commercio senese. La cifra della onnipresente Bassilichi e, appunto, del Monte, non è data sapere (se ce le comunicano, ne prendiamo atto volentieri, e pubblichiamo immantinente).
In più - come gli amici illuminati hanno per primi scritto venerdì scorso - c'è questa curiosità del postale organizzato per portare i cronisti senesi dal campino di San Prospero a Roma, per la conferenza stampa sclaviana di stamattina (guarda caso, nella sede della Banca Mps, toh). Mentre l'eretico scrive, essendo partiti alle 8, dovrebbero essere quasi arrivati. Cappuccio e brioche (e pullman), a carico di chi, tanto per curiosità?
Fra una decina di giorni, comunque, arriverà in porto questa tre giorni cinematografica intitolata "O la Borsa o la vita!": titolo infelice assai, sul quale non scriviamo oltre per carità di Patria.
Da cinefilo incallito, l'eretico è ben lieto che, per esempio, arrivi a Siena un grande, vecchio regista come Giuliano Montaldo; e la direzione scientifica, affidata a Claudio Carabba, è nelle mani di persona che garantisce credibilità ed autorevolezza d'esperto. Resta, però, quello che si è scritto sopra, ahimè.
E c'è anche un'altra chicchina, a dirla tutta. Mentre nel mondo giornalistico nazionale è tutto un dire dello scoopissimo della Amurri del Fatto sull'ascolto off the record della conversazione fra Calogero Mannino e Giuseppe Gargani sui rapporti fra Stato e mafia siciliana, nel suo ridotto anche l'eretico ha uno scoopino da proporre ai suoi tanti lettori. Piccola roba, ma certo significativa assai. Magari invece che off the record - come cioè la conversazione captata da Sandra Amurri - questa potrebbe essere on the record...
Risulterebbe che il suddetto Antonio Sclavi, nel telefonare ad una responsabile regionale dei finanziamenti per i festival cinematografici, qualche settimana or sono, si sia sbottonato un pochino. Un pochino troppo, forse.
Pare che addirittura - davanti a certe perplessità della importante signora - abbia sbottato una frase di questo tenore:
"Lei lo sa chi sono io? Sono l'uomo più importante di Siena, farò un festival del cinema a Siena, quindi voglio i finanziamenti!"
La sorpresa signora prova a fare ragionare l'esimio panificatore mecenate, dicendogli che ci vuole un back ground di almeno tre anni, prima di potere accedere ai suddetti finanziamenti regionali. Dura, sed lex. Non l'avesse mai fatto...
"Ma lei ha capito che io la sto chiamando a nome del nuovo Sindaco di Siena Franco Ceccuzzi e del Pd?".
A questo punto, bisognerebbe che Franchino il Ceccuzzi dicesse qualcosa, al proposito. Dato che all'eretico è aduso non rispondere preferendo buttarsi sugli avvocati, che glielo chieda qualcun altro, magari. Perchè noi siamo sicuri che questa frase sia sfuggita al panificatore, in perfetta buona fede (dello Sclavi): ma bisogna che Franchino ce lo confermi, perdinci!
Buon festival a tutti, dunque!
domenica 11 marzo 2012
Sanità: sosteniamo il Centro medico diagnostico di Poggibonsi!
La Sanità ed il malaffare ad essa connesso stanno - piano piano, e a macchia di leopardo - venendo fuori, in tutto lo stivale. Dei giorni scorsi,per esempio, la notizia dell'arresto (dell'arresto!) di un noto primario ortopedico in quel di Napoli; di due giorni or sono, per avvicinarci nel tempo e nello spazio, la notizia di una storiaccia accaduta nella Usl di Bibbiena, tra il 2009 ed il 2010. Particolarmente odiosa, perchè la ginecologa di mezza età vessava, per fini di lucro, pazienti quasi tutte immigrate. "Ginecologa accusata di peculato e concussione: "Ecografia subito? Dammi 50 euro" (Salvatore Mannino, Nazione di venerdì 9 marzo, pagina 7).
Il Ministro della Sanità Balduzzi tuona sul "malaffare in Sanità: tenere altissima la guardia!". Se lo dice lui, forse qualcosa ne sa, no? Bisognerebbe però passare più spesso ai fatti, però.
Il senatore Marino (uno dei pochi piddini presentabili e votabili), purtroppo relegato al settore Sanità perchè i notabili del Partito così hanno voluto e vogliono, va sul concreto: "urgente l'applicazione della Legge sull'intra-moenia". In effetti, questa intra-moenia "allargata" pare davvero non funzionare, lasciando aperti troppi varchi alla furbizia dei soliti furbi in camice bianco.
A Siena e nel Senese, ovviamente, siccome siamo nella patria del Buon governo, questi problemi NON esistono. La Sanità toscana è un esempio ed un modello da esportare.
In Val d'Elsa, per esempio, abbiamo un centro che l'eretico si permette di pubblicizzare, per la sua rinomata efficienza e per l'assoluta professionalità dei suoi camici: il Centro medico diagnostico di Poggibonsi, appunto. Una Srl che rappresenta la punta di diamante della Sanità senese. Convenzionato, ai gloriosi tempi della Dg Benedetto in Rossi, con l'Asl 7, i soliti maliziosi insinuano che dietro ci sia stato un accordo politico fra l'allora Assessore alla Sanità della Toscana Enrico Rossi (il fustigatore dei costumi della politica nazionale, degno continuatore di Rosaria Bindi) ed il sempiterno Alberto Monaci. Per l'eretico, queste sono solo maldicenze dei soliti camici invidiosi ed incapaci, loro, di arrivare a cotante vette di efficienza. Il centro è tanto efficiente, che il fior fiore dell'eccellenza medica locale fa la fila per entrarci: il senologo prof. Walter Gioffrè (sospeso dall'esercizio del proprio ufficio dal Gip Bagnai nell'ottobre 2010, si ricorderà, per la questione dei rimborsi gonfiati in occasione dei corsi di aggiornamento e master senologici vari), il figlio d'arte Gianmarco Tosi, l'esimio prof. Caporossi et alii.
Questi luminari hanno presentato ricorso al Tar toscano per lo "svolgimento attività intramoenia", lo scorso 22 luglio (protocollo 53479).
I luminari sono i dottori Giuseppe Botta, Alfonso De Stefano, Paolo Ferrata, Fabio Giannini, Renato Walter Gioffrè, Stefano Gonnelli, Walter Livi, Alessandro Piccolomini, Roberto Ponchiotti, Angelo Balestrazzi, Gianmarco Tosi, Raffaella Zannolli. Chiedono al Tar di "garantire loro l'esercizio di attività libero-professionale intramoenia presso il Presidio Ospedaliero di Campostaggia (Poggibonsi) o il Centro Medico Diagnostico di Poggibonsi". In febbrile attesa del responso del Tar, l'eretico tifa per loro, ovviamente.
Anche se (gli sia concessa la concessiva finale), risulta curiosa questa richiesta del professor Gioffrè, dal momento che il luminare senologo, nel 2010, risulta avere eseguito appena 40 prestazioni annuali intramoenia, ed anche nel 2011 da poco terminato, la media è stata quella di circa una visita a settimana.
Più si addentra nel mare magnum della Sanità toscana, più l'eretico non riesce a capire certe dinamiche...
Il Ministro della Sanità Balduzzi tuona sul "malaffare in Sanità: tenere altissima la guardia!". Se lo dice lui, forse qualcosa ne sa, no? Bisognerebbe però passare più spesso ai fatti, però.
Il senatore Marino (uno dei pochi piddini presentabili e votabili), purtroppo relegato al settore Sanità perchè i notabili del Partito così hanno voluto e vogliono, va sul concreto: "urgente l'applicazione della Legge sull'intra-moenia". In effetti, questa intra-moenia "allargata" pare davvero non funzionare, lasciando aperti troppi varchi alla furbizia dei soliti furbi in camice bianco.
A Siena e nel Senese, ovviamente, siccome siamo nella patria del Buon governo, questi problemi NON esistono. La Sanità toscana è un esempio ed un modello da esportare.
In Val d'Elsa, per esempio, abbiamo un centro che l'eretico si permette di pubblicizzare, per la sua rinomata efficienza e per l'assoluta professionalità dei suoi camici: il Centro medico diagnostico di Poggibonsi, appunto. Una Srl che rappresenta la punta di diamante della Sanità senese. Convenzionato, ai gloriosi tempi della Dg Benedetto in Rossi, con l'Asl 7, i soliti maliziosi insinuano che dietro ci sia stato un accordo politico fra l'allora Assessore alla Sanità della Toscana Enrico Rossi (il fustigatore dei costumi della politica nazionale, degno continuatore di Rosaria Bindi) ed il sempiterno Alberto Monaci. Per l'eretico, queste sono solo maldicenze dei soliti camici invidiosi ed incapaci, loro, di arrivare a cotante vette di efficienza. Il centro è tanto efficiente, che il fior fiore dell'eccellenza medica locale fa la fila per entrarci: il senologo prof. Walter Gioffrè (sospeso dall'esercizio del proprio ufficio dal Gip Bagnai nell'ottobre 2010, si ricorderà, per la questione dei rimborsi gonfiati in occasione dei corsi di aggiornamento e master senologici vari), il figlio d'arte Gianmarco Tosi, l'esimio prof. Caporossi et alii.
Questi luminari hanno presentato ricorso al Tar toscano per lo "svolgimento attività intramoenia", lo scorso 22 luglio (protocollo 53479).
I luminari sono i dottori Giuseppe Botta, Alfonso De Stefano, Paolo Ferrata, Fabio Giannini, Renato Walter Gioffrè, Stefano Gonnelli, Walter Livi, Alessandro Piccolomini, Roberto Ponchiotti, Angelo Balestrazzi, Gianmarco Tosi, Raffaella Zannolli. Chiedono al Tar di "garantire loro l'esercizio di attività libero-professionale intramoenia presso il Presidio Ospedaliero di Campostaggia (Poggibonsi) o il Centro Medico Diagnostico di Poggibonsi". In febbrile attesa del responso del Tar, l'eretico tifa per loro, ovviamente.
Anche se (gli sia concessa la concessiva finale), risulta curiosa questa richiesta del professor Gioffrè, dal momento che il luminare senologo, nel 2010, risulta avere eseguito appena 40 prestazioni annuali intramoenia, ed anche nel 2011 da poco terminato, la media è stata quella di circa una visita a settimana.
Più si addentra nel mare magnum della Sanità toscana, più l'eretico non riesce a capire certe dinamiche...
sabato 10 marzo 2012
Il Bisi attacca l'eretico, ispiratore di violenza...
Molti lo aspettavano al varco, dopo l'uscita del libro sul suo grande amico Mussari: che farà, il Bisi? Che dirà, cosa scriverà l'ideologo del Sistema Siena e del mai abbastanza decantato "groviglio armonioso"? Bisognava aspettare il 10 marzo, per gustarsi lo spettacolo; e bisognava attendere un attentato incendiario (peraltro non il primo), senza danni per le persone, ad una filiale romana del Monte dei Paschi (rivendicato da frange anarchiche), per scuoterlo dal torpore dell'attesa.
La sintesi del suo intervento di stamattina sull'house organ del Mps (pagina 5) è che il clima è pesante (giusto: come potrebbe essere altrimenti?), e che in giro ci sono dei "cattivi maestri" che alimentano la violenza. Leggere il passaggio, per credere:
"Speriamo che non si passi alla terza fase, quella della violenza contro gli uomini.
Leggere sul web frasi del tipo:" ... che a Siena c'è chi può permettersi di camminare, passeggiare, correre in ogni luogo e strada della città, senza nessun problema e senza doversi guardare le spalle, e chi ha presentato un esposto (Mussari, Ndr), pare proprio di no..."MERITEREBBE UN CHIARIMENTO DALL'AUTORE DELLO SCRITTO. "Chi sa parli", si usa dire". Quelle parole - blog alla mano - sono ereticali.
L'eretico, quindi, sarebbe uno che incita alla violenza ad personam (contra personam) nei confronti di chi ha portato finalmente benessere in città, in questi dieci anni. Ancora una volta, che ognuno ragioni con la propria testolina, se possibile.
Stefano Bisi mi chiede un chiarimento: gli offro due riflessioni, e financo una proposta. Sperando risultino chiare, a lui e ai lettori.
In primis, continua, da parte bisiana, questa singolarità di parlare dello scrivente, senza citare il blog ("sul web": un pochino generico, no?), figuriamoci il libro (ovviamente non recensito): a tal punto arriva la paura di pubblicizzare il libercolo, caro Stefano? Di seguito: non sarebbe meglio provare a rispondere ai tantissimi problemi (ed alle domande, puntuali e specifiche) posti dalla biografia mussariana, invece di scrivere d'altro, creando ex abrupto pericoli che - fortunatamente - non esistono (e se esistono, non certo per "merito" mio)?
Secondo: il criminalizzare chi scrive cose scomode ed imbarazzanti per chi detiene il Potere, additando lo
scrivente a sobillatore di folle inferocite, è una tecnica vecchia come il mondo del giornalismo. Così adesso se disgraziatamente succede qualcosa al President (cui auguriamo di trascorrere indenne il resto della permanenza senese), c'è già il mandante, servito in anticipo. Facile e deresponsabilizzante al tempo stesso, no? So bene grazie a chi tira avanti il tuo giornale (oltre all'impegno tuo e dei tuoi collaboratori), e capisco anche la umana necessità di compiacere chi di dovere, ma a tutto pare ci sia un limite, no?
Con immodestia, l'eretico preferirebbe essere considerato un bravo docente (ed un mediocre scrittore), piuttosto che un "cattivo maestro"...
La proposta, infine: caro Stefano, organizza tu l'evento, visto che hai lanciato il sasso in piccionaia. L'eretico - da te additato come una sorta di Toni Negri di fòri porta (San Marco) - è pronto, con un subitaneo gesto della sua destra, ad ammansire le sue brigate pronte - roncole e forconi in pugno - a partire per la caccia all'uomo, al President. Io, appunto, li fermo, mi impegno personalmente a bloccare i facinorosi. Così come li ho addestrati, uno per uno, alla violenza più cruda ed efferata, li posso fermare, solo che lo voglia: mi obbediscono ciecamente.
Tu, in compenso, dì a Lui di darmi una sola cosa, in cambio: il contratto di acquisto di Antonveneta, con tutti gli annessi ed i connessi. Contratto Antonveneta in visione, in cambio della fine delle violenze.
Mi sembra un cambio alla pari, no?
La sintesi del suo intervento di stamattina sull'house organ del Mps (pagina 5) è che il clima è pesante (giusto: come potrebbe essere altrimenti?), e che in giro ci sono dei "cattivi maestri" che alimentano la violenza. Leggere il passaggio, per credere:
"Speriamo che non si passi alla terza fase, quella della violenza contro gli uomini.
Leggere sul web frasi del tipo:" ... che a Siena c'è chi può permettersi di camminare, passeggiare, correre in ogni luogo e strada della città, senza nessun problema e senza doversi guardare le spalle, e chi ha presentato un esposto (Mussari, Ndr), pare proprio di no..."MERITEREBBE UN CHIARIMENTO DALL'AUTORE DELLO SCRITTO. "Chi sa parli", si usa dire". Quelle parole - blog alla mano - sono ereticali.
L'eretico, quindi, sarebbe uno che incita alla violenza ad personam (contra personam) nei confronti di chi ha portato finalmente benessere in città, in questi dieci anni. Ancora una volta, che ognuno ragioni con la propria testolina, se possibile.
Stefano Bisi mi chiede un chiarimento: gli offro due riflessioni, e financo una proposta. Sperando risultino chiare, a lui e ai lettori.
In primis, continua, da parte bisiana, questa singolarità di parlare dello scrivente, senza citare il blog ("sul web": un pochino generico, no?), figuriamoci il libro (ovviamente non recensito): a tal punto arriva la paura di pubblicizzare il libercolo, caro Stefano? Di seguito: non sarebbe meglio provare a rispondere ai tantissimi problemi (ed alle domande, puntuali e specifiche) posti dalla biografia mussariana, invece di scrivere d'altro, creando ex abrupto pericoli che - fortunatamente - non esistono (e se esistono, non certo per "merito" mio)?
Secondo: il criminalizzare chi scrive cose scomode ed imbarazzanti per chi detiene il Potere, additando lo
scrivente a sobillatore di folle inferocite, è una tecnica vecchia come il mondo del giornalismo. Così adesso se disgraziatamente succede qualcosa al President (cui auguriamo di trascorrere indenne il resto della permanenza senese), c'è già il mandante, servito in anticipo. Facile e deresponsabilizzante al tempo stesso, no? So bene grazie a chi tira avanti il tuo giornale (oltre all'impegno tuo e dei tuoi collaboratori), e capisco anche la umana necessità di compiacere chi di dovere, ma a tutto pare ci sia un limite, no?
Con immodestia, l'eretico preferirebbe essere considerato un bravo docente (ed un mediocre scrittore), piuttosto che un "cattivo maestro"...
La proposta, infine: caro Stefano, organizza tu l'evento, visto che hai lanciato il sasso in piccionaia. L'eretico - da te additato come una sorta di Toni Negri di fòri porta (San Marco) - è pronto, con un subitaneo gesto della sua destra, ad ammansire le sue brigate pronte - roncole e forconi in pugno - a partire per la caccia all'uomo, al President. Io, appunto, li fermo, mi impegno personalmente a bloccare i facinorosi. Così come li ho addestrati, uno per uno, alla violenza più cruda ed efferata, li posso fermare, solo che lo voglia: mi obbediscono ciecamente.
Tu, in compenso, dì a Lui di darmi una sola cosa, in cambio: il contratto di acquisto di Antonveneta, con tutti gli annessi ed i connessi. Contratto Antonveneta in visione, in cambio della fine delle violenze.
Mi sembra un cambio alla pari, no?
venerdì 9 marzo 2012
Mps: c'è Profumo nell'aria, anzi puzza (di Casta)...
La candidatura di Alessandro Profumo pare davvero ormai cosa certa. Sostenuto dalla Casta di Siena con l'aggiunta (l'aggiunta?) di Rosaria Bindi da Sinalunga (con la moglie di Profumo sua grande fan politica), una cosa risulta sin troppo evidente: chi ha creato il problema Mps (e che problema!), non può certo pensare, poi, di risolverlo. Citazione da Einstein, ma anche di comunissimo buon senso. E invece, nell'aria, si sente tanto, ma proprio tanto, puzzo di sempiterna Casta di Siena.
Stamattina Repubblica (Andrea Greco, pagina 32), dà la nomina per assodata ("l'allineamento della volontà di Franco Ceccuzzi..., Simone Bezzini...e Mussari, CHE HA SUGGERITO PROFUMO COME SUCCESSORE"). D'altro canto, l'house organ montepaschino per antonomasia (il Corrsiena), l'aveva scritto da tempo: possiamo parlare di scoop?
Qualche giorno fa, un comunicato di Pietraserena stigmatizzava la futura cooptazione profumiana (profumina?): sarebbe bene che si svegliassero anche altri, magari. Bene dirle - meglio ancora, scriverle - prima, certe cose.
Per uno che arriva, tanto silenzio per uno che se ne va, e che invece meriterebbe qualche attenzione: nelle settimane scorse, è stato "epurato" dalla Banca tale Gian Luca Baldassarri, pezzo grosso del settore finanze della Banca Mps. I rumors meglio informati sostengono che quest'ultimo sia stato immolato, a mo' di capro espiatorio, come vittima sacrificale per l'indigestione di Btp, da parte della Banca, dell'era mussariana; Btp usati - ormai è evidente - come spudorata captatio benevolentiae verso il commercialista di Sondrio che si trovava inopinatamente ad essere Superministro dell'Economia e delle Finanze. In modo tale che, una volta Tremonti divenuto Premier "tecnico" alla caduta di Silvione, magari un posticino per il President...
Stimolante, la vicenda di questo Baldassarri. Magari ci ritorneremo...
Ciò detto, concludiamo in bellezza: questo pomeriggio, in clamorosa contemporanea, Mussari Giuseppe si esibirà, in Rocca, mentre il suo biografo preferito presenterà il libro a Lui dedicato alla libreria Mondadori, in Via Montanini (ore 18,00). Poche decine di metri di distanza, tra l'altro.
Lo scrivente avrà al suo fianco una studiosa universitaria che sa spaziare dalla Storia contemporanea allo sport, Lui, invece, avrà un bravo comico (Enrico Bertolino). Segno dei tempi anche questo, no?
giovedì 8 marzo 2012
8 marzo: considerazioni a margine...
Stati Uniti ed Urss si contendono il primato della primogenitura della Festa della donna: l'incendio devastante di New York in cui morirono 129 operaie giovanissime, senza potere uscire perchè il datore di lavoro le aveva segregate, è del marzo 1911, ma è divenuta data celebrativa solo un quarantennio dopo, nell'America post Seconda Guerra mondiale.
Agli inizi dell'esperienza sovietica, Lenin appoggiò le istanze di emancipazione femminile, ben ricordando la grande manifestazione femminile del 1917, immediatamente pre-rivoluzionaria. Una figura come quella di Aleksandra Kollontaj è davvero emblematica, in merito. Ma il rapporto con le donne fu un campo in cui davvero ci fu (a differenza di altri campi, inopinatamente enfatizzati) effettiva discontinuità: tanto Lenin si spinse in là, tanto Stalin ricacciò indietro le conquiste ottenute dalle donne nell'epopea leniniana. La Kollontaj, emarginata sotto Stalin, ne è un esempio lampante.
Veniamo all'oggi. Per dire che quella che è comunque una bandiera portata avanti con convinzione dalla sinistra (o dalle sinistre), oggi vede una triste desertificazione della figura politica femminile sinistrorsa, almeno a livello di leadership. Al punto da arrivare al triste "paradosso-Bindi": l'unica donna che può aspirare (non a caso dietro le quinte lavora incessantemente all'uopo) ad essere considerata una leader della sinistra italiana, magari una candidata a premier, è proprio Rosaria Bindi da Sinalunga. Che nel 1974 sul divorzio e nel 1981 sull'aborto, aveva tutto, fuorchè identità di vedute con il movimento femminista, e si mobilitava più per accendere i lumini in chiesa, che per difendere l'emancipazione femminile.
Che pena, che tristezza, per la sinistra italiana (ed il movimento "Se non ora quando", persa la spinta propulsiva dell'inizio, si è afflosciato su se stesso, come ampiamente previsto e prevedibile)...
Per restare all'Europa, le personalità politiche femminili più importanti sono del centro-destra, o della destra tout court. Inutile citare la Merkel, l'esempio più eclatante ed importante; pensiamo piuttosto a Marine Le Pen, baluardo del Front national in ascesa in vista delle sempre più vicine presidenziali d'oltralpe. Alle primarie socialiste, il vincitore Hollande ha sbaragliato le colleghe donne. Sarà un caso?
Come adattare questa Festa alla società che cambia, dunque? I temi forti ed importanti, a parere ereticale, sono tre, di cui uno (il lavoro), è tanto fondamentale, quanto generico, da affrontare in questa data. Gli esperti dicono che - a parità di mansioni - una donna guadagnerebbe il 13% di meno di un maschio (non nel pubblico, evidentemente); è chiaro che si deve migliorare, ma spesso i richiami da 8 marzo sono generici ed inconcludenti.
C'è poi il tema dell'inclusione delle donne non native (oggi una delegazione era all'Altare della Patria). Gli imbarazzi e le reticenze della sinistra sulla condizione della donna islamica (il velo, ma non solo), anche in questo caso, hanno pesato non poco. Certo non in modo positivo.
Last but not least, il tema più cogente, dal punto di vista dell'attualità: le violenze contro le donne. 37 morti dall'inizio dell'anno, più un numero non quantificabile di violenze, psicologiche e non solo. Cosa fare? La legge sullo stalking c'è, il problema è la possibilità logistica di prevenzione. Per quanto qualcosa continui a muoversi, non sarà mai abbastanza.
PS Se qua e là, nel pezzo, è trapelata una sottile vena antifemminista (che NON vuole certo dire essere misogini!), l'eretico chiede perdono, sinceramente.
Ma provateci voi a crescere con una madre che vi porta - innocente bambinetto - alle riunioni dell'Udi (Unione donne italiane), di cui ancora ricordo le interminabili discussioni "allietate" da minacciose nubi di fumo che si spandevano, senza pietà alcuna, per le stanze, ammorbando l'aria ed i polmoni; ovvero lo shock di trovarsi, per casa, pacchi di Noidonne (per i più giovani, il magazine delle femministe) et similia.
Cercate di comprendere, almeno...
Agli inizi dell'esperienza sovietica, Lenin appoggiò le istanze di emancipazione femminile, ben ricordando la grande manifestazione femminile del 1917, immediatamente pre-rivoluzionaria. Una figura come quella di Aleksandra Kollontaj è davvero emblematica, in merito. Ma il rapporto con le donne fu un campo in cui davvero ci fu (a differenza di altri campi, inopinatamente enfatizzati) effettiva discontinuità: tanto Lenin si spinse in là, tanto Stalin ricacciò indietro le conquiste ottenute dalle donne nell'epopea leniniana. La Kollontaj, emarginata sotto Stalin, ne è un esempio lampante.
Veniamo all'oggi. Per dire che quella che è comunque una bandiera portata avanti con convinzione dalla sinistra (o dalle sinistre), oggi vede una triste desertificazione della figura politica femminile sinistrorsa, almeno a livello di leadership. Al punto da arrivare al triste "paradosso-Bindi": l'unica donna che può aspirare (non a caso dietro le quinte lavora incessantemente all'uopo) ad essere considerata una leader della sinistra italiana, magari una candidata a premier, è proprio Rosaria Bindi da Sinalunga. Che nel 1974 sul divorzio e nel 1981 sull'aborto, aveva tutto, fuorchè identità di vedute con il movimento femminista, e si mobilitava più per accendere i lumini in chiesa, che per difendere l'emancipazione femminile.
Che pena, che tristezza, per la sinistra italiana (ed il movimento "Se non ora quando", persa la spinta propulsiva dell'inizio, si è afflosciato su se stesso, come ampiamente previsto e prevedibile)...
Per restare all'Europa, le personalità politiche femminili più importanti sono del centro-destra, o della destra tout court. Inutile citare la Merkel, l'esempio più eclatante ed importante; pensiamo piuttosto a Marine Le Pen, baluardo del Front national in ascesa in vista delle sempre più vicine presidenziali d'oltralpe. Alle primarie socialiste, il vincitore Hollande ha sbaragliato le colleghe donne. Sarà un caso?
Come adattare questa Festa alla società che cambia, dunque? I temi forti ed importanti, a parere ereticale, sono tre, di cui uno (il lavoro), è tanto fondamentale, quanto generico, da affrontare in questa data. Gli esperti dicono che - a parità di mansioni - una donna guadagnerebbe il 13% di meno di un maschio (non nel pubblico, evidentemente); è chiaro che si deve migliorare, ma spesso i richiami da 8 marzo sono generici ed inconcludenti.
C'è poi il tema dell'inclusione delle donne non native (oggi una delegazione era all'Altare della Patria). Gli imbarazzi e le reticenze della sinistra sulla condizione della donna islamica (il velo, ma non solo), anche in questo caso, hanno pesato non poco. Certo non in modo positivo.
Last but not least, il tema più cogente, dal punto di vista dell'attualità: le violenze contro le donne. 37 morti dall'inizio dell'anno, più un numero non quantificabile di violenze, psicologiche e non solo. Cosa fare? La legge sullo stalking c'è, il problema è la possibilità logistica di prevenzione. Per quanto qualcosa continui a muoversi, non sarà mai abbastanza.
PS Se qua e là, nel pezzo, è trapelata una sottile vena antifemminista (che NON vuole certo dire essere misogini!), l'eretico chiede perdono, sinceramente.
Ma provateci voi a crescere con una madre che vi porta - innocente bambinetto - alle riunioni dell'Udi (Unione donne italiane), di cui ancora ricordo le interminabili discussioni "allietate" da minacciose nubi di fumo che si spandevano, senza pietà alcuna, per le stanze, ammorbando l'aria ed i polmoni; ovvero lo shock di trovarsi, per casa, pacchi di Noidonne (per i più giovani, il magazine delle femministe) et similia.
Cercate di comprendere, almeno...
mercoledì 7 marzo 2012
Do you remember, mister Cenni?
Se siamo ridotti come siamo, è bene tenere ferma la barra delle responsabilità personali: l'eretico batte sempre su Franchino il Ceccuzzi (mai abbastanza, peraltro), sul sacrestano di San Gimignano (mai abbastanza, peraltro), su quello della Provincia (anche troppo, visto lo spessore). Su Mussari, più che scriverne una biografia, che si deve fare?
Ricordiamoci, però, che il Sindaco della finis Saenae è stato Maurizio Cenni, fino a prova contraria. Come scritto nell'articolo del 31 gennaio scorso, il paonazzo del Nicchio è stato un esempio di notevole sagacia politica: s'è levato da tre passi giusto mezzo secondo prima del crollo del Sistema, ha raccattato la megapromozione montepaschina a vice Direttore Generale della Società gestione recupero crediti del Monte (lui che faceva, legittimamente, il superiore nei confronti del Piccini, potrebbe dire quanto è andato a guadagnare, appena smessi i panni di peggior Sindaco dal secondo dopoguerra?).
L'eretico, tanto per "divertirsi" un pochino in questi grami tempi, è andato a riguardarsi un imperdibile intervento del Cenni in campagna elettorale 2006 (Corriere di Siena, 19 aprile 2006, pagina 21).
In prossimità delle elezioni, ecco il mondo dei sogni cenniano (lo riporto letterale, permettendomi giusto qualche taglio). Ognuno faccia i conti con quello che è stato fatto, in tempi ancora di vacche grasse, anzi sin troppo grasse.
"La nuova amministrazione...sarà in condizione di fare costruire oltre 2.000 nuovi alloggi tra edilizia pubblica e privata, assieme a 800 posti letto pubblici per studenti e 1.500 privati. Ciò consentirà di alleggerire la pressione abitativa E DI FARE SCENDERE I PREZZI PER L'ACQUISTO O PER LA LOCAZIONE DI UNA CASA...dal Monte dei Paschi, all'Università, al policlinico, all'industria, al turismo, al commercio, al sistema museale e culturale fino al nuovo polo farmaceutico, in 5 anni sarà possibile stimolare LA CREAZIONE DI OLTRE 1.000 POSTI DI LAVORO AGGIUNTIVI, aumentando così di oltre il 5% la forza lavoro attuale della città...i prossimi 5 anni saranno decisivi per l'ammodernamento strutturale della città. Bisogna intervenire sulle ferrovie per andare a Roma in due ore e mezza ed a Firenze in 75 minuti, COMPLETARE LA SIENA-GROSSETO, MIGLIORARE LA SIENA-FIRENZE, CONCLUDERE ENTRO IL 2008 LA VARIANTE SULLA CASSIA, REALIZZARE LA METROPOLITANA DI SUPERFICIE...la nostra è una VISIONE DI SISTEMA che abbiamo condiviso con i Comuni limitrofi...con il NUOVO STADIO si formerà un vero polo delle funzioni di eccellenza, di cui la zona non potrà altro che beneficiarne. Accanto all'impianto sportivo avremo una CITTADELLA DEL TEMPO LIBERO sostenuta da una adeguata viabilità secondaria".
L'eretico è sempre stato contrario all'idea di un nuovo stadio all'Isola d'Arbia, ma in effetti la fantomatica cittadella dello sport un suo fascino ce l'aveva. Nonchè una sua rafforzata attualità: grazie ai posti di lavoro NON CREATI dal paonazzo e dal Sistema Siena, grazie ai contratti di solidarietà imposti ai dipendenti montepaschini, per molti senesi, nel prossimo futuro, ci sarà molto più tempo libero, quindi più finestre temporali per sport e passatempo di ogni genere.
La cittadella del tempo libero avrebbe fatto proprio comodo, mannaggia...
Ps Ah, il titolo dello scritto cenniano era: "Siena ha davanti a sè tante sfide". Peccato che le abbia perse tutte. Ora diamoci sotto, con la sfida della Capitale europea della Cultura, mi raccomando!
Ricordiamoci, però, che il Sindaco della finis Saenae è stato Maurizio Cenni, fino a prova contraria. Come scritto nell'articolo del 31 gennaio scorso, il paonazzo del Nicchio è stato un esempio di notevole sagacia politica: s'è levato da tre passi giusto mezzo secondo prima del crollo del Sistema, ha raccattato la megapromozione montepaschina a vice Direttore Generale della Società gestione recupero crediti del Monte (lui che faceva, legittimamente, il superiore nei confronti del Piccini, potrebbe dire quanto è andato a guadagnare, appena smessi i panni di peggior Sindaco dal secondo dopoguerra?).
L'eretico, tanto per "divertirsi" un pochino in questi grami tempi, è andato a riguardarsi un imperdibile intervento del Cenni in campagna elettorale 2006 (Corriere di Siena, 19 aprile 2006, pagina 21).
In prossimità delle elezioni, ecco il mondo dei sogni cenniano (lo riporto letterale, permettendomi giusto qualche taglio). Ognuno faccia i conti con quello che è stato fatto, in tempi ancora di vacche grasse, anzi sin troppo grasse.
"La nuova amministrazione...sarà in condizione di fare costruire oltre 2.000 nuovi alloggi tra edilizia pubblica e privata, assieme a 800 posti letto pubblici per studenti e 1.500 privati. Ciò consentirà di alleggerire la pressione abitativa E DI FARE SCENDERE I PREZZI PER L'ACQUISTO O PER LA LOCAZIONE DI UNA CASA...dal Monte dei Paschi, all'Università, al policlinico, all'industria, al turismo, al commercio, al sistema museale e culturale fino al nuovo polo farmaceutico, in 5 anni sarà possibile stimolare LA CREAZIONE DI OLTRE 1.000 POSTI DI LAVORO AGGIUNTIVI, aumentando così di oltre il 5% la forza lavoro attuale della città...i prossimi 5 anni saranno decisivi per l'ammodernamento strutturale della città. Bisogna intervenire sulle ferrovie per andare a Roma in due ore e mezza ed a Firenze in 75 minuti, COMPLETARE LA SIENA-GROSSETO, MIGLIORARE LA SIENA-FIRENZE, CONCLUDERE ENTRO IL 2008 LA VARIANTE SULLA CASSIA, REALIZZARE LA METROPOLITANA DI SUPERFICIE...la nostra è una VISIONE DI SISTEMA che abbiamo condiviso con i Comuni limitrofi...con il NUOVO STADIO si formerà un vero polo delle funzioni di eccellenza, di cui la zona non potrà altro che beneficiarne. Accanto all'impianto sportivo avremo una CITTADELLA DEL TEMPO LIBERO sostenuta da una adeguata viabilità secondaria".
L'eretico è sempre stato contrario all'idea di un nuovo stadio all'Isola d'Arbia, ma in effetti la fantomatica cittadella dello sport un suo fascino ce l'aveva. Nonchè una sua rafforzata attualità: grazie ai posti di lavoro NON CREATI dal paonazzo e dal Sistema Siena, grazie ai contratti di solidarietà imposti ai dipendenti montepaschini, per molti senesi, nel prossimo futuro, ci sarà molto più tempo libero, quindi più finestre temporali per sport e passatempo di ogni genere.
La cittadella del tempo libero avrebbe fatto proprio comodo, mannaggia...
Ps Ah, il titolo dello scritto cenniano era: "Siena ha davanti a sè tante sfide". Peccato che le abbia perse tutte. Ora diamoci sotto, con la sfida della Capitale europea della Cultura, mi raccomando!
martedì 6 marzo 2012
L'eretico a processo
Uffa, che noia: sempre cause, querele, e poi di nuovo cause, e poi di nuovo querele. A questo giro, si cambia!
Il prossimo 29 maggio, alle ore 9, l'eretico verrà giudicato a Siena per violazione del segreto istruttorio, legato all'affaire Galaxy. Galaxopoly, per intendersi: almeno la soddisfazione del neologismo...
I Pm Marini e Natalini (dopo un'indagine durata circa tre mesi) hanno richiesto il rinvio a giudizio dell'eretico, e il Gip Monica Gaggelli (sì, sì: colei che ha assolto monsignor Acampa, senza depositare le motivazioni, per ora...) ha dato il suo beneplacito. Stavolta, non essendoci appunto da scrivere le motivazioni, ha fatto veloce.
Senza scendere per ora in particolari, basti dire che il tutto è nato da un esposto presentato dall'avvocato Mussari Giuseppe lo scorso ottobre.
Il Presidente del Monte lamentava, a suo dire, che in questo blog fossero state pubblicate informazioni ancora coperte dal segreto istruttorio (cosa a parere ereticale non veritiera, ma giustamente deciderà chi di dovere). Verosimilmente, il President era piuttosto preoccupato (direi parecchio) del fatto che fosse in preparazione un libercolo su di Lui, con tanto materiale che - senza lo scrivente - nessuno, almeno in loco, avrebbe mai e poi mai pubblicato. Che fosse preoccupato - e parecchio - di quello che stava per essere pubblicato, piuttosto che di ciò che già era stato inserito nel blog, lo dimostra un fatto: per ovvi motivi, l'eretico non aveva scritto quasi niente sul coinvolgimento di Mussari nell'inchiesta, in questo blog. Aveva invece scritto parecchino su altri personaggi minori, o medi. Perchè allora solo il President - e nessun altro, benchè molto più citato - ha presentato l'esposto? Ognuno pensi con il proprio cervello...
Ad ogni buon conto, quel che sarà, sarà. L'eretico - se ha sbagliato nell'anticipare certe informazioni - pagherà; così come si augura che pagheranno - se hanno sbagliato qualcosina, giusto "ina" - i pezzi grossi di Galaxopoly, a partire da chi ha presentato l'esposto, in prima persona.
A prescindere da come andrà a finire Galaxopoly e la mia - secondo l'accusa - violazione del segreto istruttorio, una cosa la posso dire, con certezza e sin da ora: chi scrive, può permettersi di camminare, passeggiare, correre in ogni luogo e strada della città, senza nessun problema e senza doversi guardare le spalle; chi ha presentato l'esposto, pare proprio di no...
lunedì 5 marzo 2012
Il libro su Mussari? "Sono sempre le cazzate che vendono di più!"...
La biografia "Mussari Giuseppe" è uscita da giusto giusto una settimana, quindi l'eretico può scrivere qualche cosina sulla ricezione dell'opera (non per rubare spazio ai quotidiani locali, inondati di articoli e recensioni sul libro, ma giusto pèer aggiungere qualcosa di personale da parte dell'autore...).
Molto soddisfatto per l'andamento delle vendite, l'eretico annuncia che venerdì prossimo (alle ore 18), alla libreria Mondadori in Via Montanini, ci sarà una seconda presentazione dell'opera. Introdurrà Simonetta Michelotti dell'Università di Siena ( di quel che ne resta), la quale - essendo una delle massime esperte nazionali della figura di Ernesto Rossi, cui il libro è dedicato - potrà introdurre da par suo. Come sempre, ci sarà poi spazio per le eventuali domande della platea.
La gente ha iniziato a leggere (qualcuno ovviamente ha anche finito), e inizia soprattutto a farsi alcune domandine, a cui il Pd, il Pdl, alti dirigenti della Banca e della Fondazione (ma non solo) dovrebbero dare mezza risposta. Non intera, magari: ma almeno mezza, sì! Come dico sempre, non certo per chi scrive, ma per chi legge! Si muoverà qualcosa, almeno adesso, o si aspetta lo sputtanamento a più alti livelli? Poi che nonm ci si lamenti, a posteriori.
Chi può (e dovrebbe) parlare, sarebbe bene lo facesse prima della tracimazione informativa extra-moenia, no? Fate voi...
Gustose alcune reazioni da parte di noti personaggi senesi, al libercolo in questione. Stamattina, per dirne una, mentre l'eretico camminava per Via di Città, ha incontrato un ex Sindaco di Siena, contradaiolo della Tartuca e che NON si chiama Roberto: grandi sorrisi, complimenti per il libro, credo autentici e genuini. Dopo il saluto, deferente, ereticale, riprendendo la camminata, mi è venuto in mente che lo stesso personaggio è stato il presidente (o come si chiama) del Comitato elettorale pro Franchino il Ceccuzzi, giusto un anno or sono, non una dozzina d'anni fa. C'è qualcosa che non quadra, evidentemente, no?
In settimana, tanto per raccontarne un'altra di quelle spassose, una coppia di politicamente corretti di sinistra entra in una libreria del centro, e vede il libercolo incriminato, messo in bella mostra a fianco della cassa.
Lui - docente e storico locale, ex Priore dell'Aquila - accenna un sorriso, più o meno divertito. Se la cava in modo signorile. La moglie, invece, femminista d'altri tempi, non riesce a non fare tracimare la bile:
"Ah, ecco il libro: SONO SEMPRE LE CAZZATE A VENDERE TANTO!".
Ps Intervistona al Corriere della sera di Mussari Giuseppe (ieri, Dario Di Vico, pagina 11).
Frase cult del dimissionario Presidente dell'Abi (a breve tornerà in sella, tranquilli):
"Le banche sono imprese e hanno il diritto-dovere di fare profitti".
Come ha detto pubblicamente Lui stesso, quello del banchiere non è il suo mestiere: però i fondamentali li ha imparati proprio bene, no?
Molto soddisfatto per l'andamento delle vendite, l'eretico annuncia che venerdì prossimo (alle ore 18), alla libreria Mondadori in Via Montanini, ci sarà una seconda presentazione dell'opera. Introdurrà Simonetta Michelotti dell'Università di Siena ( di quel che ne resta), la quale - essendo una delle massime esperte nazionali della figura di Ernesto Rossi, cui il libro è dedicato - potrà introdurre da par suo. Come sempre, ci sarà poi spazio per le eventuali domande della platea.
La gente ha iniziato a leggere (qualcuno ovviamente ha anche finito), e inizia soprattutto a farsi alcune domandine, a cui il Pd, il Pdl, alti dirigenti della Banca e della Fondazione (ma non solo) dovrebbero dare mezza risposta. Non intera, magari: ma almeno mezza, sì! Come dico sempre, non certo per chi scrive, ma per chi legge! Si muoverà qualcosa, almeno adesso, o si aspetta lo sputtanamento a più alti livelli? Poi che nonm ci si lamenti, a posteriori.
Chi può (e dovrebbe) parlare, sarebbe bene lo facesse prima della tracimazione informativa extra-moenia, no? Fate voi...
Gustose alcune reazioni da parte di noti personaggi senesi, al libercolo in questione. Stamattina, per dirne una, mentre l'eretico camminava per Via di Città, ha incontrato un ex Sindaco di Siena, contradaiolo della Tartuca e che NON si chiama Roberto: grandi sorrisi, complimenti per il libro, credo autentici e genuini. Dopo il saluto, deferente, ereticale, riprendendo la camminata, mi è venuto in mente che lo stesso personaggio è stato il presidente (o come si chiama) del Comitato elettorale pro Franchino il Ceccuzzi, giusto un anno or sono, non una dozzina d'anni fa. C'è qualcosa che non quadra, evidentemente, no?
In settimana, tanto per raccontarne un'altra di quelle spassose, una coppia di politicamente corretti di sinistra entra in una libreria del centro, e vede il libercolo incriminato, messo in bella mostra a fianco della cassa.
Lui - docente e storico locale, ex Priore dell'Aquila - accenna un sorriso, più o meno divertito. Se la cava in modo signorile. La moglie, invece, femminista d'altri tempi, non riesce a non fare tracimare la bile:
"Ah, ecco il libro: SONO SEMPRE LE CAZZATE A VENDERE TANTO!".
Ps Intervistona al Corriere della sera di Mussari Giuseppe (ieri, Dario Di Vico, pagina 11).
Frase cult del dimissionario Presidente dell'Abi (a breve tornerà in sella, tranquilli):
"Le banche sono imprese e hanno il diritto-dovere di fare profitti".
Come ha detto pubblicamente Lui stesso, quello del banchiere non è il suo mestiere: però i fondamentali li ha imparati proprio bene, no?
domenica 4 marzo 2012
Congresso Pdl: vincono Verdini e Ceccuzzi, perde Michelotti
Il responso numerico del Congresso provinciale del Pd svoltosi ieri all'Apogeo di Bettollel è chiaro: 59,01% per Marignani, 40,99% per Michelotti. Il responso politico, lo stesso: il fronte della continuità (di estrazione in maggioranza Forza Italia), i verdiniani insomma, sono ancora maggioranza all'interno del Pdl senese; il rinnovamento affidato ai giovani, di provenienza aennina, invece, non ha sfondato la breccia del 41%, nonostante l'entusiasmo ed il calore con cui hanno sostenuto il loro candidato.
L'eretico era all'Apogeo di Bettolle, ieri mattina: ha ascoltato quasi tutto il discorso di Claudio Marignani, e tutto quello di Francesco Michelotti, lo sfidante. Chiunque fosse in sala, può dire che avrebbe scommesso su una vittoria di Michelotti, che ha saputo trascinare applausi convinti dei suoi giovani (ma non solo) sostenitori. Una cosa sono gli applausi, una cosa sono i voti, però. Così si spiega il successo del buon Marignani, vincitore palese del Congresso (sui due vincitori occulti, diremo poco più giù).
C'erano state polemiche sul reclutamento degli studenti universitari fuorisede da parte di Michelotti, ma evidentemente la cosa non è contro le regole statutarie del Pdl (mi pare che non si parli di brogli, no?). Il giovane avvocato poggibonsese, dunque, aveva raccolto intorno a sè STUDENTI, non DELINQUENTI, come accaduto - spiace dirlo - in altri Congressi Pdl. E chiunque raccolga giovani con passione politica - nell'Italia apatica ed antipartitica di oggi - merita un plauso: che a maggior ragione dovrtebbe arrivargli dal proprio, di Partito. La paura, il terrore di perdere il controllo sul Pdl, però, era più forte di questa sacrosanta considerazione.
Nel suo discorso, Michelotti ha parlato dell'esigenza di primarie ad ogni livello, della necessità di un Codice etico, dell'obbligo di prendere coscienza delle proprie sconfitte (a partire da quella di meno di un anno fa alle Comunale senesi), addirittura di Partito degli onesti, riprendendo Alfano; si è spinto a dire, lodevolmente, che l'azione di responsabilità verso gli amministratori che hanno portato alla bancarotta Siena "la dobbiamo portare avanti noi".
Sul passato remoto, dal punto di vista ereticale, questi giovani hanno opinioni assai discutibili: ma sul presente e sull'immediato futuro - tristissima cosa da dire - molto, molto meglio sentire un Michelotti, piuttosto che uno dei replicanti ceccuzziani o sellan-ceccuzziani (la differenza è minima, i secondi hanno qualche capello ricciolo in più, di solito: ma le "idee" sono identiche).
Di Marignani, comunque, almeno un passaggio è stato da apprezzare, perchè molto significativo, davvero ad perpetuam rei memoriam: la potremmo chiamare la "chicca dell'Apogeo". Marignani ha platealmente ammesso che il Pdl senese aveva un'ampia rosa di candidati a Sindaco un anno fa, poi dall'alto (leggasi Berlusconi, con la propaggini verdiniane) fu calato sul palcoscenico senese obtorto collo Alex Nannini. Visto che queste cose l'eretico le scrive da un anno (anche nel libro su Mussari,. tra l'altro!), gli fa estremamente piacere che, con onestà intellettuale, il Marignani l'abbia ammesso in una sede istituzionale, davanti ai suoi: Berlusconi impose Nannini, giacchè preferiva che Siena restasse nelle mani dei "comunisti" (sic).
Andando un pochino più a fondo, gli altri due vincitori effettivi del Congresso sono quindi Denis Verdini, il Richelieu di Fivizzano, grande tessitore - sin dal 2006 - delle trame politiche senesi (e non solo, ovviamente, essendo il coordinatore nazionale del Pdl nonostante le plurime pendenze giudiziarie e la sua banca commissariata), e Franchino il Ceccuzzi, per il quale la vittoria di Marignani vale come ottimo ricostituente dopo lo svenimento di giovedì al Palaestra. Meglio di un'endovena di zuccheri, per Franchino, questo successo del Marignani.
Anche perchè il prossimo candidato Sindaco sarà magari un altro del calibro di Alex Nannini: una manna dal cielo, per l'attuale primo cittadino.
Chi riscalda i motori, dunque? L'eretico la butta là: il Picasso delle lastre, il neoalluminista Luciano Bichi. Questa sì che sarebbe una candidatura forte!
L'eretico era all'Apogeo di Bettolle, ieri mattina: ha ascoltato quasi tutto il discorso di Claudio Marignani, e tutto quello di Francesco Michelotti, lo sfidante. Chiunque fosse in sala, può dire che avrebbe scommesso su una vittoria di Michelotti, che ha saputo trascinare applausi convinti dei suoi giovani (ma non solo) sostenitori. Una cosa sono gli applausi, una cosa sono i voti, però. Così si spiega il successo del buon Marignani, vincitore palese del Congresso (sui due vincitori occulti, diremo poco più giù).
C'erano state polemiche sul reclutamento degli studenti universitari fuorisede da parte di Michelotti, ma evidentemente la cosa non è contro le regole statutarie del Pdl (mi pare che non si parli di brogli, no?). Il giovane avvocato poggibonsese, dunque, aveva raccolto intorno a sè STUDENTI, non DELINQUENTI, come accaduto - spiace dirlo - in altri Congressi Pdl. E chiunque raccolga giovani con passione politica - nell'Italia apatica ed antipartitica di oggi - merita un plauso: che a maggior ragione dovrtebbe arrivargli dal proprio, di Partito. La paura, il terrore di perdere il controllo sul Pdl, però, era più forte di questa sacrosanta considerazione.
Nel suo discorso, Michelotti ha parlato dell'esigenza di primarie ad ogni livello, della necessità di un Codice etico, dell'obbligo di prendere coscienza delle proprie sconfitte (a partire da quella di meno di un anno fa alle Comunale senesi), addirittura di Partito degli onesti, riprendendo Alfano; si è spinto a dire, lodevolmente, che l'azione di responsabilità verso gli amministratori che hanno portato alla bancarotta Siena "la dobbiamo portare avanti noi".
Sul passato remoto, dal punto di vista ereticale, questi giovani hanno opinioni assai discutibili: ma sul presente e sull'immediato futuro - tristissima cosa da dire - molto, molto meglio sentire un Michelotti, piuttosto che uno dei replicanti ceccuzziani o sellan-ceccuzziani (la differenza è minima, i secondi hanno qualche capello ricciolo in più, di solito: ma le "idee" sono identiche).
Di Marignani, comunque, almeno un passaggio è stato da apprezzare, perchè molto significativo, davvero ad perpetuam rei memoriam: la potremmo chiamare la "chicca dell'Apogeo". Marignani ha platealmente ammesso che il Pdl senese aveva un'ampia rosa di candidati a Sindaco un anno fa, poi dall'alto (leggasi Berlusconi, con la propaggini verdiniane) fu calato sul palcoscenico senese obtorto collo Alex Nannini. Visto che queste cose l'eretico le scrive da un anno (anche nel libro su Mussari,. tra l'altro!), gli fa estremamente piacere che, con onestà intellettuale, il Marignani l'abbia ammesso in una sede istituzionale, davanti ai suoi: Berlusconi impose Nannini, giacchè preferiva che Siena restasse nelle mani dei "comunisti" (sic).
Andando un pochino più a fondo, gli altri due vincitori effettivi del Congresso sono quindi Denis Verdini, il Richelieu di Fivizzano, grande tessitore - sin dal 2006 - delle trame politiche senesi (e non solo, ovviamente, essendo il coordinatore nazionale del Pdl nonostante le plurime pendenze giudiziarie e la sua banca commissariata), e Franchino il Ceccuzzi, per il quale la vittoria di Marignani vale come ottimo ricostituente dopo lo svenimento di giovedì al Palaestra. Meglio di un'endovena di zuccheri, per Franchino, questo successo del Marignani.
Anche perchè il prossimo candidato Sindaco sarà magari un altro del calibro di Alex Nannini: una manna dal cielo, per l'attuale primo cittadino.
Chi riscalda i motori, dunque? L'eretico la butta là: il Picasso delle lastre, il neoalluminista Luciano Bichi. Questa sì che sarebbe una candidatura forte!
sabato 3 marzo 2012
Le donne di Marchese Morello: croce e delizia...
Questa settimana il focus ereticale sulla Sanità è giocoforza incentrato sulle Scotte, ed in particolare sul Direttore generale Paolo Marchese Morello, il monaciano fra i monaciani.
Ancora non ci si è ripresi dalle dimissioni della Direttrice sanitaria Flori Degrassi (con lo scoopone del Corrsiena anticipato di una settimana dall'eretico...), che il caso Morello deflagra, più forte che pria. Ecco quindi arrivare l'intervistona salvifica di una penna che mai oserebbe criticare il suo operato, Gaia Tancredi (Corrsiena del 29 febbraio), con il Direttore generale delle Scotte che ci rassicura tutti:
"Non ho alcuna intenzione di mollare".
L'uomo Morello, in effetti, è circondato da donne, per quanto concerne il suo operato. Oltre al fatto che l'Assessore alla Sanità della Regione è femmina (Daniela Scaramuccia), il gentil sesso offre al Dg soddisfazioni e dolori, croci e delizie.
La Degrassi, appena dimessasi, è indubbiamente una croce, per Morello; così come pure - pare - l'Assessore comunale Ferretti, durissima nei suoi (di Morello) confronti (evidentemente con l'avallo politico di Franchino il Ceccuzzi, prima del calo di zuccheri); anche Laura Vigni ha avuto modo di criticare duramente l'operato morelliano (morellino? Mah, si rischiano incomprensioni enologiche...).
Meno male che la galassia femminile non si esaurisce con queste tre, e ci sono altre figure femminili che hanno nei confronti del Morello atteggiamenti certo più benevoli.
Abbiamo prima scritto di Gaia Tancredi del Corriere di Siena, sempre pronta a sostenere le sorti magnifiche e progressive della gestione morelliana delle Scotte; fra le altre, poi, c'è il curioso caso della dottoressa Anna Gioia in Monaci (Alberto), la quale - secondo il resoconto di Laura Valdesi della Nazione del 28 febbraio - avrebbe espresso il seguente - quasi inquietante - ragionamento:
"Ho chiesto di mettere tutto a verbale: se continuano gli attacchi, condotti da persone che li fanno strumentalmente perchè non si accontentano di quello che hanno ottenuto - sbotta Anna Gioia - mi rivolgerò alla stampa E POI AL MAGISTRATO.
VOGLIO SAPERE COME SONO ARRIVATE PROMOZIONI E PRIMARIATI. Entrai nel '78 come fisioterapista e sono rimasta in tale ruolo continuando a lavorare al letto del malato, senza fare carriera."
Proprio come nel caso del rapporto d'amore fra l'ex Direttore dell'Asl 7, dottoressa Benedetto, ed il neomarito Enrico Rossi (ex Assessore alla Sanità della Regione Toscana), il problema di queste coppie di peso all'interno della Sanità senese è - come nei film anni sessanta di Michelangelo Antonioni - soprattutto uno: l'incomunicabilità fra i coniugi. Vi ricordate i film tipo Deserto rosso?
Il marito (Rossi) non sa niente di niente dell'operato della moglie all'Asl 7; la moglie (Anna Gioia) ignora del tutto che il consorte, ogni tanto, si interessi di Sanità locale.
Che bruttissima bestia, l'incomunicabilità di coppia...
Ps All'eretico risulta che - almeno a livello di Asl 7 - qualche movimento della Magistratura già sia in atto: forse prima o poi il problema della suddetta incomunicabilità potrebbe essere obtorto collo affrontato...
Ancora non ci si è ripresi dalle dimissioni della Direttrice sanitaria Flori Degrassi (con lo scoopone del Corrsiena anticipato di una settimana dall'eretico...), che il caso Morello deflagra, più forte che pria. Ecco quindi arrivare l'intervistona salvifica di una penna che mai oserebbe criticare il suo operato, Gaia Tancredi (Corrsiena del 29 febbraio), con il Direttore generale delle Scotte che ci rassicura tutti:
"Non ho alcuna intenzione di mollare".
L'uomo Morello, in effetti, è circondato da donne, per quanto concerne il suo operato. Oltre al fatto che l'Assessore alla Sanità della Regione è femmina (Daniela Scaramuccia), il gentil sesso offre al Dg soddisfazioni e dolori, croci e delizie.
La Degrassi, appena dimessasi, è indubbiamente una croce, per Morello; così come pure - pare - l'Assessore comunale Ferretti, durissima nei suoi (di Morello) confronti (evidentemente con l'avallo politico di Franchino il Ceccuzzi, prima del calo di zuccheri); anche Laura Vigni ha avuto modo di criticare duramente l'operato morelliano (morellino? Mah, si rischiano incomprensioni enologiche...).
Meno male che la galassia femminile non si esaurisce con queste tre, e ci sono altre figure femminili che hanno nei confronti del Morello atteggiamenti certo più benevoli.
Abbiamo prima scritto di Gaia Tancredi del Corriere di Siena, sempre pronta a sostenere le sorti magnifiche e progressive della gestione morelliana delle Scotte; fra le altre, poi, c'è il curioso caso della dottoressa Anna Gioia in Monaci (Alberto), la quale - secondo il resoconto di Laura Valdesi della Nazione del 28 febbraio - avrebbe espresso il seguente - quasi inquietante - ragionamento:
"Ho chiesto di mettere tutto a verbale: se continuano gli attacchi, condotti da persone che li fanno strumentalmente perchè non si accontentano di quello che hanno ottenuto - sbotta Anna Gioia - mi rivolgerò alla stampa E POI AL MAGISTRATO.
VOGLIO SAPERE COME SONO ARRIVATE PROMOZIONI E PRIMARIATI. Entrai nel '78 come fisioterapista e sono rimasta in tale ruolo continuando a lavorare al letto del malato, senza fare carriera."
Proprio come nel caso del rapporto d'amore fra l'ex Direttore dell'Asl 7, dottoressa Benedetto, ed il neomarito Enrico Rossi (ex Assessore alla Sanità della Regione Toscana), il problema di queste coppie di peso all'interno della Sanità senese è - come nei film anni sessanta di Michelangelo Antonioni - soprattutto uno: l'incomunicabilità fra i coniugi. Vi ricordate i film tipo Deserto rosso?
Il marito (Rossi) non sa niente di niente dell'operato della moglie all'Asl 7; la moglie (Anna Gioia) ignora del tutto che il consorte, ogni tanto, si interessi di Sanità locale.
Che bruttissima bestia, l'incomunicabilità di coppia...
Ps All'eretico risulta che - almeno a livello di Asl 7 - qualche movimento della Magistratura già sia in atto: forse prima o poi il problema della suddetta incomunicabilità potrebbe essere obtorto collo affrontato...
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