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mercoledì 15 giugno 2011

Processo Acampa: rinvio al 19 luglio.Ma la colpa è di un altro prete...

 Giornata campale, ma non finale, al Processo contro Acampa per l'incendio in Curia. L'unica cosa che odori di Bibbia, in questo processo, sono i tempi: biblici, appunto. Tutto rinviato al prossimo 19 luglio, ore 10: a quel punto, a più di 5 anni dall'incendio, si arriverà a sentenza. A parte un paio di testi anziani, non è morto nessun altro, e non è poco.
Il Pm Nicola Marini ha parlato per quasi tre ore (dopo che Acampa aveva reso spontanee dichiarazioni, giusto per rinnovare la sua innocenza): la richiesta della pubblica accusa è stata pesante alquanto, arrivando a concretizzarsi in 2 anni e 6 mesi (ricordiamo che la condizionale si esaurisce con i 2 anni). Marini ha tratteggiato tutti i dettagli dell'inchiesta, comprese le intercettazioni che lo riguardavano (Acampa non lo voleva assolutamente come Pm, preferendogli l'allora Procuratore capo Calabrese, con cui era aduso prendere il caffè e gustarsi saporite pizze da forno a legna).
 Poi è stata la volta della lunga requisitoria dell'avvocato di Parte civile, Alfredo Fiorindi, che rappresenta il professor Franco Nardi; Fiorindi ha battuto molto sulle contraddizioni dei testi difensivi acampiani (comprese quelle dell'Arcivescovo, che ha anche espulso Nardi dall'archivio, dopo 30 anni di lavoro gratuito), parlando dell'accusa che Acampa avrebbe mosso al Nardi dopo l'incendio. Accusa - come si sa - falsa, quindi calunniosa. Ha in seguito depositato le richieste di risarcimento.
Ma il vero clou, ladies and gentlemen, è stato dopo la pausa prandiale, allorquando il Presidente della Banca Mps, oggi nelle vesti di penalista, si è prodotto nella sua roboante arringa pro-Acampa. Che lo avrebbe dichiarato innocente, era scontato; hanno colpito, però, il modo (il piglio teatrale da avvocato anni cinquanta-sessanta, certo non da pennichella, vista l'ora...), e, soprattutto, i bersagli.
Per difendere Acampa, Mussari (peraltro indagato per l'affaire Galaxy, occorre rimembrarlo) ha cercato di demolire l'operato del poliziotto che coordinò le indagini, Gianluigi Manganelli. Fino a qui, niente di nuovo: si era già visto che da parte sua non c'era "simpatia" per il poliziotto senese (ora di stanza a Firenze).
 La relativa novità è il coinvolgimento diretto, esplicito, personale di don Benedetto Rossi, Rettore del Santuario di Santa Caterina, nonchè uno dei preti più stimati e preparati del clero senese. La Curia senese sarebbe scossa da gelosie e rancori incoercibili, in sostanza tra alcuni esponenti della "vecchia guardia" (capitanati appunto da don Benedetto Rossi) e i rampanti, guidati da Acampa. Don Benedetto sarebbe - secondo Mussari - l'artefice occulto, il suggeritore nascosto che avrebbe indirizzato le indagini sul povero don Giuseppe Acampa.
 Se io non fossi un eretico, inviterei il banchiere più fashion d'Europa ad andare al Santuario a prendere Messa da don Benedetto. Forse imparerebbe a conoscerlo come lo conosce la tanta gente che lo frequenta, e lo vedrebbe come un prete che tutto è, fuorchè roso dall'invidia nei confronti di Acampa, come invece l'ha descritto lui.
 Riparleremo, e molto, di tutto questo, perchè l'eretico, dopo una giornata di Processo Acampa, si sarebbe anche un pochino rotto gli zibidei (anche se la performance di Mussari valeva il prezzo del biglietto, questo sì...).
Resta, però, un fatto, tra i tanti: l'incendio l'ha appiccato lo Spirito Santo, ormai è Lui il principale sospettato. Tra l' altro, non ha neanche problemi di legittimo impedimento...
Raffaele Ascheri

5 commenti:

  1. Apprezzo come sempre l'esposizione chiara di Raffaele, sottolineo ancora una volta che Manganelli ora è "di stanza a Firenze", e comincio ad immaginare che vengano alla luce le origini dello Spirito Santo, che concordo abbia appiccato il fuoco 5 anni fa, probabilmente extra-comunitarie con accento balcanico o nord-africano e sicuramente di natura facinorosa, di dubbia moralità e diffamatoria. Un cattivone-one-one insomma.

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  2. Non ci sono parole per commentare la bassezza di certi personaggi!!!!!!!!!!!!!! L'onestà,la chiarezza,la preparazione, la giustizia, la ricerca della verità e l'amore per Cristo sono solo poche delle tante qualità che si possono trovare in Don Benedetto. E vero però che in certi ambienti (la chiesa di Siena in primis)persone come lui danno noia, destabilizzano certi meccanismi per cui l'unica cosa da salvaguardare è l'interesse personale e non quello della comunità e l’apparire piuttosto che l’essere!. Alle gelosie e rancori aggiungerei anche l'invidia nei confronti del Rettore del Santuario, invidia per una persona amata, stimata,cercata per le enormi conoscenze in tutta Italia e non solo. “Chi non è con me è contro di me” e così assistiamo alla “decapitazione” di tutti quei sacerdoti che hanno il coraggio di non scendere a compromessi ma preferiscono verità e giustizia.
    Visto che è stato tirato in ballo lo Spirito Santo, prego perché possa “folgorare” le menti e i cuori (in Curia e non), perché nelle scelte ci si lasci guidare dall’ amore per Dio e per il gregge e non dall’amore “per me” !
    MRB

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  3. Il 19 luglio finirà?
    Che roba! Quale vescovo su 10 anni in una diocesi ne trascorre 5 pensando ai processi e occupandosi dei tribunali?
    Comuque tutto bene. Se non gliene frega niente al papa (impegnato a scegliere capi dal guardaroba vaticano) che te ne frega a te, Eretico?
    Mi è piaciuto uno dei commenti che dice "Dallo Spirito Santo a Santo Spirito?" Quello di Siena ma c'è anche quello di Roma per aggiustare le ossa rotte!

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  4. NON TOCCATEMI DON BENEDETTO ROSSI!!!

    S.B.

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  5. il Don, quello vero e Benedetto, dà molto molto fastidio al pretume!!!! ... è così dai tempi del suo rettorato al seminario, almeno negli ultimi suoi anni da rettore!!!!! ne ha avute di "gatte" da pelare!!!!!!

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