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domenica 12 febbraio 2012

Foibe: il brutto sport del tirare i morti per la giacchetta...

     Il giorno che viene consacrato, ogni anno, alla memorie delle foibe resta motivo di scontro. Per chi non lo sapesse (e sono purtroppo ancora tantissimi), le foibe sono delle cavità carsiche in cui - nel maggio del 1945 - furono, con crudeltà infinita, gettati (infoibati, appunto) italiani che avevano, nella stragrande maggioranza dei casi, come colpa da espiare solo quella della carta d'identità. I macellai furono i partigiani agli ordini di Josip Broz, alias Tito, l'uomo che diventò leader proprio sul campo della Resistenza antinazista (e fascista), divenendo poi l'unico che seppe tenere assieme - per 35 anni - etnie che si odiavano e odiano dal profondo delle viscere (croati, sloveni, serbi, bosniaci). Va anche sottolineato come la Jugoslavia sia stata l'unica nazione a liberarsi DA SOLA dei nazi-fascisti.
Quando nel resto d'Italia si festeggiava la fine della guerra, nel momento in cui si scendeva per le strade ad esultare per la cacciata del nazi-fascismo dopo il 25 aprile, c'era un minuscolo pezzo d'Italia (ancora non formalmente tale, peraltro), in cui si moriva. Per risparmiare preziose munizioni, i macellai titini usavano legare con il fil di ferro le vittime, formando delle catene umane: non di rado, si veniva infoibati da vivi, restando poi, feriti, a morire accanto a cumuli di morti, senza alcuna speranza di salvezza.Molto meglio, ovviamente, morire all'istante.
Quando nel 2006 portai i miei studenti alla foiba di Basovizza, notai una cosa, arrivato in loco. Tempo di scendere dal pullman, mi arrivò un Sms dalla compagnia telefonica slovena: eravamo in Provincia di Trieste, in Italia; ma il campo dei cellulari era quello sloveno. Questo a spiegare la vicinanza fra Basovizza ed il confine sloveno. Con tutto ciò che ne può conseguire.
Dobbiamo riconoscere che i manuali scolastici solo da una dozzina d'anni scrivono delle foibe, e questo va ascritto al merito di chi, da destra, si è battuto (culturalmente) perchè almeno una degna menzione storica venissa data agli infoibati. Onore al merito, dunque.
Come i maggiori esperti dell'argomento hanno dimostrato (Raul Pupo e Gianni Oliva fra tutti), però, non si può e non si deve spiegare un'ecatombe come quella delle foibe, senza al contempo contestualizzarla.
Gli italiani che si battevano agli ordini del Duce, in quelle terre, si erano macchiati di delitti orrendi, dal 1941 in avanti; figure come quella del Generale Roatta (o di Robotti), sono figure sinistre, tali da incutere terrore, nei villaggi croati e sloveni, non a caso - con una determinazione ed una ferocia assimilabile a quella nazista in Europa centroorientale - sovente rasi al suolo.
 E chi, fra i lettori, conosce il campo di concentramento (secondo fonti slave, di annientamento) di Arbe, isoletta dalmata? Lager tutto italiano, autarchico al sommo grado. Secondo il Centro Simon Wiesenthal, vi furono internati circa 15mila fra slavi ed ebrei (meglio tenuti i secondi dei primi), dal luglio del 1942: almeno 4mila non tornarono. Erano tutti civili.
Roatta e Robotti teorizzavano la "terra bruciata", con himmleriana ferocia. Al vecchio detto "occhio per occhio, dente per dente", solevano sostituire il "testa per dente", se riferibile alla reazione dei partigiani slavi contro gli italiani.
Non si può tacere questo, quando si parla di foibe: NON CERTO PER GIUSTIFICARE L'INGIUSTIFICABILE, QUANTO PER CERCARE DI COMPRENDERLO.

  Ancora una volta, dunque, si è in parte sprecata un'occasione: con organizzazioni e movimenti di destra (Casa Pound, per esempio) che non vogliono sforzarsi di contestualizzare l'evento, e con gli Istituti resistenziali, dal canto loro, colpevolmente ingessati ed incapaci di affrontare argomenti ancora fortemente tabù (con qualche lodevole eccezione, ovviamente). In più, con l'amaro corollario di scontri (in Toscana, a Massa e Pistoia).
L'uso strumentale della Storia, ancora una volta, non rende un servigio ai morti...

Ps Nei prossimi giorni, l'eretico si occuperà - per restare in qualche modo in tema - di una recente e stimolante iniziativa della Contrada della Tartuca, inerente la figura di Remigio Rugani. Sarà, ancora, l'occasione per parlare di quegli anni così sconvolgenti.

16 commenti:

  1. Sport bruttissimo ma purtroppo da sempre molto praticato da molti...

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  2. Complimenti per la breve ma esaustiva sintesi storica, è assolutamente difficile riuscire a mantenere una visione oggettiva della storia tra strumentalizzazioni e revisionismi vari.

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  3. addirittura un campo di concentramento per slavi (allogeni si diceva nei documenti dai confini) era vicino a noi, a Bagno a Ripoli.
    Utile lettura il saggio di Spartaco Capogreco ed una ricerca che smonta la vulgata di Claudia Cernigoi.

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  4. Ringrazio per i complimenti.
    Esorto il lettore a darci più lumi su questo campo di concentramento (per allogeni) di Bagno a Ripoli. Sarebbe molto interessante venirne a sapere qualcosa di più, no?
    L'eretico

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  5. Bastardo Senza Gloria13 febbraio 2012 alle ore 10:28

    Buongiorno. Sig. Eretico vorrei farle i miei più sentiti complimenti.
    Lei riesce sempre, da "amante" della storia quale è, ad arrivare perfettamente al lettore, sapendolo perfettamente e sinteticamente erudire, anche quando egli non ha la conoscenza dei fatti.
    Se non fosse per la sua "mission", la inviterei a tornare dai suoi alunni, ne avranno sicuramente bisogno.
    L'ideologia uccide la mente, in una assurda guerra di posizione, che non ci consente di apprendere ed imparare dalla storia stessa.
    Usciamo dalle trincee, la guerra è finita, andiamo in pace.
    Un abbraccio.

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  6. Mi complimento per l'articolo e mi ricomplimento per il blog.
    Sono fiorentino ( etnia non molto amata dalle votre parti) e da residente " fuori le mura" seguo con " viva e vibrante soddisfazione" i suoi articoli che, in alcuni campi, vibrano ( anch'essi) di una intensa emozione.
    Ancora complimenti e abitando molto vicino a Bagno a Ripoli mi riprometto di indagare anch'io su questa vergogna che era a me del tutto sconosciuta.
    Buona lavoro
    Luca in arte Barbaccia

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  7. Sul campo di bagno a ripoli si sa che era stato istituito nel 1940. Tutte le informazioni le ho trovate nel libro che citavo prima di Capogreco: I campi del duce - l'internamento civile nell'Italia fascista (einaudi 2006)

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  8. concordo in pieno con gli auspici del bastardo senza gloria; a tal proposito l'unica speranza è da rivolgere ai giovani, e cioè che possano coltivare la cultura della VERITA' il più obiettiva possibile. il compito più arduo spetta alla scuola ed alle famiglie, in modo che crescano ragazzi e ragazze che sappiano in futuro ANNUSARE, SENZA FARSI ABBINDOLARE, I DUE SPORT PIU' AMATI DALL'ATTUALE CLASSE DIRIGENTE : LA DIETROLOGIA E LA STRUMENTALIZZAZIONE !

    di certo i programmi di insegnamento non aiutavano, almeno la nostra generazione di attuali trentenni : niente foibe, pochissimo su resistenza, niente guerra fredda, niente questione mediorientale, ecc....
    a che punto è la situazione oggi ? fino a dove si spingono i programmi di storia ?

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  9. Grazie, davvero, per l'indicazione bibliografica del testo di Capogreco; per quanto concerne il discorso sulla programmazione, meriterebbe un articolo, lungo, a parte (magari, più avanti, ci torneremo): comunque si dovrebbe arrivare ai giorni d'oggi, almeno all'11 settembre. E delle foibe oggi si trova traccia, sui manuali di Storia. Cosa buona e giusta.
    Resta il problema dei problemi: i docenti NON preparati! Ai Licei, perchè di solito provenienti da una formazione prettamente filosofica, più che storica; alle medie, perchè di formazione letteraria, più che storica (e lasciamo perdere la povera Geografia...). Se non si risolve questo problema, non se ne esce facilmente: e quindi non se ne esce...
    L'eretico

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  10. Ancora una bella pagina di storia del nostro prof.ma anche a lui purtroppo risulta difficile inserire la parola COMUNISMO.L'orrore delle foibe fu opera dei partigiani comunisti di Tito anche con l'appoggio dei comunisti italiani.Non si può, commemorando la shoah,non nominare il nazismo come per le foibe e i gulag il comunismo.R.F

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  11. grazie per aver accennato alle foibe e alla tragica esperienza di istriani dalmati e giuliani. quello che scrivi è tutto vero tuttavia non giustificherei troppo gli slavi (es. croati) che si sono macchiati di tali crimini in nome del nazionalismo e non del comunismo come qualcuno vuole farci credere. l'italia (ovvero gli istriani giuliani e dalmati)pagò il proprio debito di guerra cedendo quelle terre che non erano mai state slave ma austriache e dai primi del 900 italiane.

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  12. Nemmeno a farlo apposta, gli ultimi due interventi fanno capire l'assoluta complessità della questione (come di ogni questione geopolitica balcanica): c'è chi batte il tasto del comunismo, c'è che vuole invece fare prevalere quello del nazionalismo.
    Ed il fatto è che entrambi hanno una loro quota di ragione (in effetti l'elemento nazionalistico risulta preponderante, visto che, non a caso, siamo in zone di confine; ma è altrettanto sacrosanto che non pochi comunisti italiani anteposero l'essere tali, all'essere italiani).
    L'eretico

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  13. E nemmeno a rifarlo apposta, ieri un Porta a porta all'arma bianca, proprio incentrato sulle foibe, con Bruno Vespa che, stranamente, ha presentato la complessissima questione sotto, direi, tutti i punti di vista, compresi quelli estremi. Con tutte le lacerazioni del caso.
    L'eretico

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  14. La polemica fra Gasparri e Rizzo è stata indegna della tragedia affrontata durante la trasmissione e fa capire come la pacificazione sia al momento impossibile

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  15. i nostri poveri esuli sopravvissuti alla tragedia delle foibe stanno ancora aspettando gli indennizzi per i beni requisiti dalla SFRJ, traditi dalla loro italia nel 1976 con il vergognoso trattato di osimo e nuovamente umiliati con l'ok all'ingresso della slovenia nella UE e al futuro ingresso della Croazia sempre in questa "grande unione".
    Nel frattempo, complice lo smantellamento dei confini, trieste sta diventando trst, invasa pacificamente da quel popolo in cerca da sempre dello sbocco al mare e i poveri italiani figli di esuli che non possono neanche acquistare un immobile nella terra croata in virtù di leggi discriminatorie, tutto a vantaggio della gente germanica che si accaparra quanto può a prezzi stracciati; non dimentichiamo la storia di ante pavelic e la cultura cattocroata degli ustascià e non illudiamoci in una pacificazione, quei luoghi sono filotedeschi e nei riguardi degli italiani, comunismo o non comunismo, c'è solo astio manifesto.

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  16. Per quello che vale, concordo su molto di ciò che è scritto in questo ultimo intervento, essendomi spesso occupato di Ante Pavelic e del regime nazi-fascista del Poglavnik croato.
    Il quale - cosa poco risaputa - visse per un periodo anche a Siena, controllato e protetto dalla polizia fascista...
    L'eretico

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