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venerdì 9 novembre 2012
Un bel gesto per una tragedia indicibile
Era il 19 aprile 2009, un sabato. Valentina era andata in discoteca a Monteroni d'Arbia. Stava per tornare a casa, con le amiche, prendendo la navetta che porta i clienti della discoteca da Monteroni a Siena. Arriva un amico, forse un amico delle amiche: si offre lui di portare le ragazze. All'altezza di Malamerenda, presso l'Isola d'Arbia, lo schianto: il tipico, maledetto schianto del sabato notte. Quasi illesi il guidatore e le amiche; con gravissimi traumi Valentina, sedicenne.
Nel settembre 2012, dopo più di tre anni di calvario, la ragazza muore, lasciando gli amici ed i genitori.
Il settimanale incubo di ogni genitore di figli adolescenti, in questo caso, non è rimasto allo stato potenziale, arrivando a materializzarsi: in concreto, sulla strada, sull'asfalto.
Larga parte del calvario, Valentina l'ha trascorso lontana da Siena, presso Imola, in un centro per ragazzi reduci da gravi o gravissimi traumi; tornata nella sua città, Valentina è morta.
Su spinta della collega Maria Alberta Cambi - amica della famiglia - la scuola Cecco Angiolieri ha deciso, in memoria della ragazza ex alunna della scuola, di aiutare il reparto di chirurgia pediatrica delle Scotte, guidato dal professor Messina.
Per saperne di più, e per dare un eventuale contributo, si può consultare il sito chirurgiapediatrica.unisi.it/laconchigliaonlus.
Il professor Messina si è detto onorato di tale scelta da parte dei genitori, e fa bene ad esserlo.
Davanti a queste tragedie indicibili (questa più di altre, per la estrema dilatazione dell'evento traumatico, con tutte le false speranze inevitabilmente sottese alla situazione), la famiglia ha di solito due strade, difficilmente di più: o rinchiudersi, rintanarsi in se stessa, crogiolandosi nel suo dolore, peraltro in modo più che legittimo; ovvero cercare di aiutare, in uno slancio filantropico, altre famiglie che si trovino di fronte ad eventi simili (simili: perchè ogni tragedia è simile alle altre, ma al contempo unica).
La famiglia di Valentina Rosati ha scelto questa seconda strada, e noi - per quel che vale - non possiamo che rallegrarcene. Si tratta di una strada per certi aspetti più tortuosa, ma di enorme spessore umano e, direi, civile.
La "celeste corrispondenza d'amorosi sensi" che c'è fra i genitori e la figlia Valentina, almeno, servirà a qualcosa: a rendere più celeste il cielo di qualche altra famiglia.
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Ho conosciuto Valentina quando era una piccina di nemmeno 3 anni, compagna di asilo della mia secondogenita. Era talmente bionda e rosea da sembrare una peschina... Chiara ed io le abbiamo viste crescere insieme le nostre bambine, diventare delle giovani donne. Quando l'ho salutata per l'ultima volta mi è sembrata la stessa Vale di sempre, finalmente serena. Ammiro, con tutto il mio cuore, Chiara e Andrea per tutto quello che hanno fatto, per il coraggio e la determinazione, per la forza e la speranza, che non li ha mai abbandonati nemmeno nei momenti peggiori. Sono delle grandi persone, davvero uniche, il filo che li lega a Valentina non si spezzerà mai. Il dolore, veramente insopportabile, non li ha inariditi ma resi, se possibile, ancora più buoni e giusti.
RispondiEliminaTrovo lodevole l'iniziativa della scuola Cecco Angiolieri e spero che in tanti contribuiranno. Per non dimenticare Valentina.
per fortuna che in un mondo così irto di difficoltà e pieno di schifezze esistono ancora persone così straordinarie come i coniugi Rosati
RispondiEliminaVeramente una decisione di uno SPESSORE GRANDIOSO.
RispondiEliminaCon stima infinita
Michele Fiorini
Un gesto più che meritevole, che si spera sarà imitato anche da altri rendendo "il sonno della morte men duro", per quanto sia possibile renderlo meno duro con un gesto filantropico. Ho sentito che anche la famiglia del bambino della Lupa, Niccolò, che se n'è andato all'età di 2 anni per arresto cardiaco, ha deciso di istituire una borsa di studio per bambini per l'acquisto di libri e materiali scolastici. Che riposino in pace Valentina e Niccolò.
RispondiEliminaBK
Speriamo che i ragazzi della Cecco capiscano il valore della vita da una storia come questa. Questo sarebbe un grtandissimo risultato.
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