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lunedì 30 maggio 2011

Un libro da leggere: Luxuria...

 Una volta tanto, l'eretico invece di scrivere dei suoi libri, ne recensisce uno di un altro. Di un amico, peraltro: sia per antica frequentazione familiare, che per frequentazione di Campo scuola (il libro è curiosamente dedicato anche agli atleti del suddetto Campo: scelta curiosa, originale e da apprezzare), ove l'autore - il professor Oscar Di Simplicio - con una continuità certosina va tutti i santi giorni a mantenere in forma il suo fisico, con corse felpate e palestra rigenerante. Un esempio da additare, quanto alla mens sana, in corpore sano...
"Luxuria" (Salerno editrice, 170 pagine, 12 euro), con sottotitolo "Eros e violenza nel Seicento", è il libro di cui l'eretico scrive.
Testo sotto le duecento pagine, quindi piuttosto breve, ma denso assai: lo storico (moderno) Di Simplicio, partendo da una rigorosa base documentale su cui a lungo si è cimentato, con l'acutezza dell'auctoritas in materia, ci fa entrare in un mondo di sesso, soldi, sottomissione: di Potere, dunque. Di Potere clericale, ad essere più precisi.
Il dove, è lo sperduto borgo maremmano di Montorgiali, un pugno di anime; il quando, intorno al 1630 (coevo all'ambientazione dei Promessi sposi, dunque), in pienissimo clima controriformistico, nonchè durante la terribile Guerra dei Trent'anni; il chi, un personaggio tutto da scoprire: il locale pievano Marcantonio Niccolai.
Il titolo è riferito a lui: detto questo, detto tutto. Un "diavolo vestito da prete", secondo alcuni. La fonte? Una cronaca giudiziaria del tempo. Fino a prova contraria, il massimo dell'autorevolezza, per uno storico rigoroso come l'atleta (non di Dio...) Oscar Di Simplicio. Non trattasi, quindi, del solito libello romanzato sulle perversioni di un pievano post tridentino: qui si parte da un solido ancoraggio storico (come dimostrano anche le note, inserite a conclusione dell'opera, forse per non appesantire la lettura).
Il Niccolai viene definito "maschio alfa", dall'autore: all'eretico, ha fatto venire in mente fra Remigio da Varagine, l'ex dolciniano de Il nome della rosa. Colui che - davanti all'inquisitore Bernardo Guy - ammise, con la bava alla bocca: "Sì, in tutti questi anni, non ho fatto altro che soddisfare la mia pancia e la mia verga!", in una sorta di liberatoria confessione pubblica.
Quanto a Marcantonio, fra i tanti casi, segnalo ai lettori quello di una "giovane e bella vedova di 26 o 27 anni", tale Genova (pagina 102):
"Io voglio dire quello che so...Il signor piovano venne da me una mattina. Credo che fusse l'anno che il poverino del mio marito morì e mi disse: Genova non sospettate che vi habbi a mancare niente se mi contentate...et io dissi che non ero giovane da fare quelle cose (sic!, Ndr)...Lui se ne andò allora e mi disse venite a casa mia".
Il "corteggiamento" continuerà: per vedere come andrà a finire, non resta che il piacere della lettura.

L'eretico non parlerà del caso della Curia senese, parlando del libro in questione: sarebbe troppo prevedibile e scontato. Diciamo che casi come quello di don Riccardo Seppia - il parroco pedofilo, cocainomane e sieropositivo di Sestri Ponente - hanno degli ottimi e stagionati precursori, come dimostrato da Di Simplicio nel suo Luxuria.
Fino a che il Vaticano non farà effettiva pulizia nei seminari (non solo con i proclami), fin tanto che non abolirà il celibato obbligatorio, fin tanto che non farà qualche reale passo avanti contro l'ipocrisia sessuofobica, di personaggi così e ne saranno sempre tanti.
Un libro da leggere, da gustare e da meditare, questo Luxuria: ricordando che quasi sempre la Storia, quando si ripete, diventa una farsa...

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