Se volete capire una certa Italia di oggi, se volete vedere i nefasti effetti della telecrazia berlusconiana ma non solo, molti spunti - alcuni stimolantissimi - vi possono arrivare dalla visione dei 115 minuti dell'ultimo, magnifico, film di Matteo Garrone (Gran prix speciale al Festival di Cannes, in maggio).
"Reality" - titolo icastico, senza fronzoli - è una pellicola che, se l'avesse potuta gustare Orazio, avrebbe forse concluso che il film castigat ridendo mores: a tratti ironico, in certi momenti irresistibilmente comico, in definitiva però attraversato in continuazione, dall'inizio alla fine, da una struggente amarezza di fondo. Amarezza davvero incoercibile, ahimè.
Davvero ci siamo ridotti così, noi italiani? La Patria di Dante e Leopardi, di Boccaccio e Manzoni è realmente quella che Matteo Garrone (autore anche del soggetto e della sceneggiatura) mette impietosamente in scena?
Chiaro è che la vicenda del pescivendolo Luciano (interpretato in modo convincente dall'ergastolano - a Volterra - Aniello Arena) e della moglie Maria (una intensa interpretazione di Loredana Simioli: bellezza, non patinata, tipicamente partenopea) è una vicenda in re ipsa eccessiva, esagerata, iperbolica. Volutamente tale. Ma resta il fatto che non c'è dubbio alcuno che tanti italiani sono (quasi) come Luciano, e che per un vastissimo strato della popolazione italiana il modello televisivo-antropologico proposto dal Grande Fratello è quello culturalmente dominante. Bisogna avere l'onestà di raccontarcela, questa amara storia. Per molti italiani (milioni) di oggi, i fequentatori del GF sono modelli da imitare. Per alcuni, sono I modelli in quanto tali.
Il problema - pare essere il monito del film - non è tanto il GF, quanto CHI E COME (con quali strumenti culturali di base) lo guarda, ci si approccia. Nessuna demonizzazione, verso chi lo segua con intelligente ed ironico distacco critico e raziocinante; amarezza profonda, invece, per chi innalza, grazie al GF, personaggi che in altri tempi sarebbero stati presi a calci nel sedere, invece che essere osannati da folle in delirio...
Torniamo al film. Memorabile la sequenza iniziale del matrimonio iperkitsch: dall'alto, zoomata sull'ingresso della orripilante villa in cui due sposi, giunti in loco per mezzo di una sorta di carrozza a metà tra i pupi siciliani ed il falso Luigi XVI - si promettono eterno amore. Guest star, acclamatissimo, un "reduce" - arrivante, lui, in elicottero! - del Grande Fratello. Il quale sprigiona una moderata dose di ottimismo insicero e scontatissimo, con un peraltro azzeccato (ed incomprensibile ai più, comunque plaudenti) refrain: "Dont' give up, don't give up".
Con rimandi contenutistici da Visconti ("Bellissima", con la maestosa Anna Magnani, ovviamente), con momenti onirici in puro stile felliniano (il finale, in particolare, sospeso fra realtà e fantasia), il tutto condito da autocitazione attoriali (il simpatico Ciro Petrone - qui barista - aveva un ruolo importante in Gomorra), Matteo Garrone sceglie di fare un film diverso dai suoi precedenti, eccezion fatta per l'ambientazione partenopea.
Dimostrando autentico talento: un talento un po' differente da quello presente nei partecipanti al suddetto reality...
E a cavallo tra cinema e letteratura, la storia del pescivendolo Luciano, che vende la pescheria familiare per imbarcarsi nell'avventuroso mondo del reality, a chi ci fa legittimamente pensare?
Ps Il film, da venerdì, è in programmazione, a Siena, al Cinema Pendola (20,15; 22,30). Lunedì riposo.
Posso chiedere all'Eretico (ed è già la seconda volta) di non usare il verbo "approcciarsi"? Lo so sono antipatica.
RispondiEliminaGrazie.
BK
Beh, un pochino rompi..., quello direi di sì.
RispondiEliminaComunque porterò avanti la principale delle battaglie di questo blog: quella sul sacrosanto diritto (se non dovere!) di usare il verbo "approcciarsi".
No pasaran!
L'eretico
Io invece vorrei dire all'eretico: continua a scrivere proprio così, come hai sempre fatto, usando tutte le parole che vuoi. Qello che scrivi si legge tutto di un fiato, scorre che è una meraviglia, sempre!
EliminaSono assolutamente d'accordo con l'Anonimo delle 07.32: quello che scrivi si legge tutto di un fiato e scorre che è una meraviglia, sempre! Vero , verissimo, e aggiungo anche grazieaddio! Ma io nutro da tempo una antipatia per il verbo "approcciarsi" che tra l'altro non esiste nemmeno, semmai esiste come sostantivo e non come verbo...e cmq fa cacare lo stesso. Mi sembrava una caduta di stile ereticale.
Eliminacordialmente
BK
P.S.: quando faccio la maestrina dalla penna rossa...arrivo anche a starmi sulle palle da sola! L'Eretico perdonerà i miei eccessi di zelo:)
Scusa eretico ma visto che fai pubblicità al Pendola loro ti pagano?
RispondiEliminaMagari, magari! Mi tocca pagare anche il biglietto.
RispondiEliminaSe avessi partecipato ad un reality, sarei entrato gratis?
L'eretico
Nel 2002/03 vivevo a roma in zona cinecittà, e se non mi sbalgio era il primo o il secondo GF!
RispondiEliminaDecisi di andare a vedere se quella gente li fuori dalla casa era vera o finta.. non mi fecero passare!
Dove fui bloccato io c'era però tanta gente VERA con striscioni, me ne ricordo ancora uno " GF non grande fratello ma Grande Floriana" ..sono cose che ti rimangono dentro per tutta la vita!! :-)
ciao Eretico..