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venerdì 10 maggio 2013
Dante parla della sua Firenze, ma è la nostra Siena...
Canto VI dell'Inferno, quello dei golosi, di Ciacco. Rileggiamolo, rileggetelo (anche sul blog se ne era già scritto, ma merita ritornare sull'argomento, vista la contingenza): descrivendo la Firenze devastata dalle faide intestine fra guelferia bianca e nera, tra Cerchi e Donati, con i Ghibellini da tempo fuori gioco, si possono avere tanti spunti per la Siena d'oggi, in preda alla crisi e ad una mediocre campagna elettorale (comunque più divertente di quella del 2011).
All'inizio, Dante e Virgilio trovano Cerbero, "fiera crudele e diversa": la quale "caninamente latra"; con le sue "unghiate mani" che fa, il "grande vermo"?
"Graffia li spirti ed iscoia ed isquatra".
Ah, quante anime ci sarebbero da dare in pasto alla bestiaccia infernale, nella attuale Siena...
Ma è l'incontro con il golosone Ciacco, il pezzo forte del Canto: per la prima volta, Firenze e la politica fiorentina del momento entrano prepotentemente nel corpo della Commedia dantesca.
Il grassone Ciacco, contento di parlare con Dante quasi come di abbuffarsi di lampredotto, lancia la profezia sul prossimo esilio dantesco, pur non citandolo espressamente (a differenza di Brunetto Latini nel Canto XV).
La parte più ghiottamente stimolante è quella in cui l'Alighieri - per bocca appunto di Ciacco - descrive meravigliosamente la Firenze a cavallo fra Due e Trecento (l'esilio del Sommo poeta è del 1302), con una terzina che riesce, da sola, a tutto condensare, meglio (ahimé) di decine di articoli giornalistici.
"Giusti son due, e non vi sono intesi;
superbia, invidia e avarizia sono
le tre faville che hanno i cori accesi".
I versi sono quelli dal 73 al 75 (tutto il Canto ne assomma 115).
A scanso di equivoci, pare si possa escludere che fra i "giusti" Dante profetizzasse il battagliero Francesco, leghista e contestatore della primissima ora del Sistema Siena; resta il fatto che il verso 73 dà per intero il senso compiuto delle divisioni, delle fratture, delle lacerazioni fra i (pochissimi) "giusti" della politica senese. Dante dice che nella sua Firenze i meritevoli sono pochissimi, e non si intendono fra loro. E nella Siena attuale, invece?
E i cuori della maggior parte dei senesi di oggi (al pari dei fiorentini di allora), non sono stati forse accesi, negli anni della Swinging Siena, dalla dantesca superbia (boriosa autosufficienza, ricordate?), dall'invidia e dall'avaritia, nel senso dell'avidità? Avidità impersonificata dalla dantesca lupa ("che di tutte brame sembiava carca ne la sua magrezza"), la quale più mangia, più si trova ad essere affamata.
L'eretico sa scrivere su tutto, ma purtroppo solo in prosa, non dilettandosi di poesia: per descrivere la Siena attuale, invece, ci vorrebbe davvero un poeta. Chi lo è, si faccia avanti...
Ps Domenica, ci sarà una ghiotta Domenica del villaggio, con D'Annunzio e non solo; lunedì, poi, scoopone ereticale in vista delle elezioni. Poca poesia (anzi punta), tanti, implacabili, numerini...
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Eretico, ma questi "pochissimi giusti che non s'intendono tra loro" della politica senese secondo te quali sono? Potresti fare qualche nome? grazie.
RispondiEliminaPer stare sull'attualità politica, e pur con tutti i distinguo da caso a caso, la metà dei candidati Sindaco sono brave o bravissime persone.
EliminaIn coerenza con la Firenze trecentesca, non stanno, appunto, insieme...
L'eretico
A dimostrazione che i tempi sono sempre uguali; l'indole umana non cambia neppure con il progresso, migliorano le condizioni di vita e peggiora la morale. la Firenze di allora, la Siena di oggi ,ma in tutto il mondo succedono le stesse cose.
RispondiEliminala solita nonna
A Siena oggi c'è certa gente che, ad averci Cerbero davanti, scappa il mostro...
RispondiEliminaSe è per quello fra i candidati a Sindaco ci sarebbe anche un Ciacco. Chi sarà mai?
RispondiEliminaUn golosone con la panciona capiente assai? Ma chi potrà mai essere?
RispondiEliminaL'Alighieri e la politica fiorentina del '300 irrompono nelle elezioni senesi.
RispondiEliminahttp://lamartinelladisiena.wordpress.com/2013/05/12/i-mi-sobbarco/
Concordanza di (poco) amorosi sensi?