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lunedì 28 febbraio 2011

La Madonna di San Quirico,il Vescovo, Acampa e Mussari...

  Tutto avrei pensato, quando ero ragazzo o giù di lì, fuorchè di diventare un mariologo di fama nazionale. Eppure, lo sono diventato: un mese dopo l'apparizione su Raitre del 20 gennaio, e dopo una prolungata intervista con la televisione della Svizzera italiana, mercoledì 8 marzo sarò a Como, a parlare della Madonna di Medjugorje. Mi ha chiamato l'emittente locale, per un programma di approfondimento giornalistico sul tema: "Noi vogliamo sempre un contraddittorio, anche duro", mi ha detto la gentile segretaria. "Si vede che siete a Como, e non a Siena", le avrei voluto dire, senza però farlo: sarebbe stata cosa troppo lunga ed accidentata, da spiegare.
Stamattina, aprendo la stampa locale, leggo con piacere di una presunta lacrimazione di una statuetta della Madonna, proveniente proprio da Medjugorje: che notizia, wow! Invece di parlare del sempre più imminente aumento di capitale della Banca Mps, invece di parlare dello scandalo in Provincia ( a breve un'altra intercettazione sull'incidente coperto da due vigili urbani di Siena), invece di scrivere dei 50 indagati eccellenti - o eccellentissimi - del Sistema Siena, grande enfasi sul caso della Madonnina di San Quirico. Il quale caso - ovviamente una panzana micidiale - tra l'altro si sgonfierà, salvo clamorose novità. E spiego subito il perchè: le apparizioni mariane o le lacrimazioni, hanno possibilità di successo solo laddove ci sia un terreno fertile pronto per essere concimato, un sostrato cultural-religioso adatto. A Medjugorje, per esempio, c'era un impasto di nazionalismo identitario catto-croato da terra di confine (con ortodossi ed islamici, pur non fanatici), miscelato con una atavica povertà, il tutto condito da una fede cattolica ancora non troppo minata dai processi di secolarizzazione: humus ideale, appunto, per apparizioni o lacrimazioni. A San Quirico d'Orcia, invece, non c'è nessuno dei tre ingredienti: nessun identitarismo di sorta, benessere ampiamente diffuso (grazie al buon governo del Partito democratico, si capisce), nonchè una secolarizzazione ormai irresistibile. Per la concomitante presenza dei tre elementi, San Quirico non sarà una nuova Civitavecchia (anche lì, il tutto nacque da una statuetta portata da Medjugorje).
C'è dell'altro, poi. Pare che questa Madonna pianga lacrime rosse (se ho letto bene): ma sarà il Vescovo, a dovere dire la sua. Già questo, fa sorridere. Se invece di lacrime (vere o presunte), dal suo viso sgorgassero monetine, statene certi: il Vescovo darebbe la lacrimazione per buona. E si terrebbe la statuetta nel suo Palazzo.
Quel Palazzo nel quale 5 anni fa divampò un incendio: secondo la difesa dell'imputato monsignor Acampa, l'incendio sarebbe nato nel cuore della notte, per poi essere riattivato alle 11 di mattina da Acampa, con la nuova ossigenazione causata dall'apertura della porta. Il famoso ritorno di fiamma. Il Vescovo Buoncristiani, però, con gli uffici che gli bruciavano sotto il sedere, non si accorse di niente di niente.
Non credo proprio che queste lacrime della Val d'Orcia siano vere; di certo, però, sono alquanto più verosimili di certe ricostruzioni fatte ad arte, in Tribunale, per scagionare l'imputato eccellente.
Difeso dall'avvocato ancora più eccellente, quel Mussari Giuseppe grazie al quale la banca più antica del mondo sta primeggiando, da nord a sud.
Nel senso che è la prima banca d'Italia: nel fare le felpe sportive...
Raffaele Ascheri

domenica 27 febbraio 2011

Una proposta al Corradi (e a Zoom)...

   Un anonimo mi attacca, dicendomi - in rima baciata - di avere "pisciato di fuori", nel criticare la candidatura del Corradi, voluta dal Piccini. In primis, quando ho un'urgenza minzionale, cerco sempre di centrare il punto giusto: anche con buoni risultati, salvo rarissime eccezioni. Lavorando in un ambiente in larghissima prevalenza femminile, sto perfino attento al problema della seggetta: anche qui, di solito con buone, buonissime probabilità successo...
Ciò detto, veniamo alla candidatura Corradi: ho solo scritto che trattasi di uno sconosciuto o quasi. Su questo, credo si possa essere d'accordo tutti, no? Se poi si deve fare l'elogio dello sconosciuto a priori, va benissimo: ma un minimo di visibilità, un candidato ce la deve pur avere, no? Questo vale all over the world, e Siena - pur essendo in effetti un mondo a parte - non dovrebbe fare eccezione. A maggior ragione, in un contesto in cui le ideologie non esistono più; a maggior ragione, senza avere neanche un Partito dietro, ma una parte delle Liste civiche.
Assolutamente niente di personale, quindi, contro Corradi (proprio perchè non lo conosco, tra l'altro): che sarà di certo persona onesta e seria, non ne dubito. Ribadisco solo la particolarità: invece di essere "figlio di", è "padre di". Anche su questo, credo ci sia poco da eccepire, no? Rimarco solo la stranezza, niente di più.
A proposito, se davvero sarà lui il candidato delle Liste civiche picciniane (cosa che la stessa Nazione di oggi mette in serio dubbio), gli lancio ufficialmente la proposta: l'eretico è pronto, prontissimo ad intervistarlo, così come fece con Loretana Battistini e come farà con gli altri candidati, se lo vorranno. Visto che trattasi di candidato poco conosciuto, un'intervista - seria, non preventivata - lo farebbe conoscere meglio, gli darebbe una visibilità maggiore, di fronte alle centinaia di lettori del blog.
L'eretico resta in attesa di risposta, fiducioso.
Rispondendo, in ultima analisi, all'anonimo critico, formulo una domanda che mi sta molto a cuore: perchè il settimanale Zoom non riprende mai i post dell'eretico? Che non lo facciano gli house organ del Potere (Corriere e Nazione), non sorprende, ma da Zoom ci si aspetto altro, no? Mi pare di avere pubblicato molta robetta interessante, nelle ultime settimane: perchè non riprenderla? Perchè aspettare l'ottimo articolo del Fatto di domenica scorsa, per parlare più nel dettaglio di Galaxopoly: nel blog c'era e c'è tanto altro materiale...  Il 4 marzo, infine, riprende il processo a monsignor Acampa: Zoom ne vuole parlare, in modo diffuso? Mi auguro proprio di sì!

Gheddafi, una storia anche senese: vero, Borgogni?

  Verosimilmente, il colonnello (titolo autoconferitosi) Gheddafi ha le ore contate: l'intervento obamiano può essere determinante, a questo punto. Anche perchè, quali sarebbero le sue possibilità di manovra, anche se dovesse tenere Tripoli? Con la Cirenaica (dove si trovano in maggioranza i pozzi petroliferi) passata agli insorti; con la comunità internazionale (a parte il caudillo venezuelano Hugo Chavez) che ora fa a gara a scaricarlo (o, almeno, a disturbarlo...); con larga parte della stessa famiglia in fuga o fuggita, e persino la fidatissima infermiera ucraina data per partente, quali sono le prospettive del raìs?
Il sipario su Gheddafi, politicamente, è chiuso, definitivamente; bisognerà vedere se davverò andrà fino in fondo con la soluzione hitlerian-wagneriana che pare avere prospettato, anche nell'ultimo discorso: nessun abbandono della sua terra, resistenza nel bunker perinde ac cadaver.
Viste certe caratteristiche marcatamente edonistiche del personaggio, l'immolarsi per la sua terra pare francamente improbabile: ma di fronte a determinati contesti, nessuno può prevedere alcunchè con neanche relativa certezza.
 Da chi il raìs ha comprato le armi che sta usando per annientare il suo stesso popolo, per massacrare i suoi stessi civili? In buona parte, dall'Italia; per esempio, da Finmeccanica, di cui possiede circa il 2%.
Ricordava Daniele Martini, su Il fatto quotidiano del 23 febbraio, quanto segue:
"Due anni fa Finmeccanica ha firmato con la Lia (Lybian investiment Authority) e con la Lap (Libya Africa Investiment Portfolio) un Memorandun of understanding per la promozione di "attività strategica". Nello stesso periodo, un'altra società del gruppo Finmeccanica, la Selex guidata da Marina Grossi, moglie di Guargaglini - al centro di indagini della magistratura italiana nei mesi passati - ha siglato con il colonnello di Tripoli un accordo del valore di 300 milioni di euro per la realizzazione di un grande sistema di protezione e sicurezza. Tra il 2006 e il 2009 la Agusta-.Westland, sempre della Finmeccanica, ha venduto 10 elicotteri AW 109 E Power a Gheddafi (valore 80 milioni di euro), più altri 20 velivoli tra cui alcuni AW 119 K. Finmeccanica fornisce anche l'addestramento degli equipaggi e la manutenzione dei mezzi tramite una joint venture con la Lybian company for aviation industry. La Alenia aeronautica, sempre Finmeccanica, fornisce aerei Atr-42 Surveyor per il pattugliamento".
Il più stretto collaboratore di Pierfrancesco Guarguaglini - dominus di Finmeccanica - si chiama Lorenzo Borgogni: è di Buonconvento, sua figlia è (o è stata fino a poco fa) Assessore alla Cultura del Comune di Buonconvento. Qualcuno dovrebbe avere la dignità di prenderne atto, e fare almeno finta di fare atto di contrizione. Il Borgogni era solito arrivare al paese natìo a bordo di elicotteri targati Finmeccanica, come un REmo Gaspari da prima repubblica; il braccio destro di Guarguaglini portava in Val d'Arbia il Ministro Matteoli e D'Alema: tutta gente che non si muove facilmente. Per Borgogni, si muovevano, eccome. Ora pare che - davanti ai magistrati - abbia iniziato a parlare, il Borgogni di Buonconvento. Speriamo che - fra le tante cose cui sono interessati - trovino il tempo per farsi raccontare dei suoi rapporti con la Casta di Siena: ottimi ed abbondanti.

Ps A proposito, il Pd fiorentino, nei giorni scorsi, ha tiepidamente partecipato ad un sit-in sulla Libia in città. Ci auguriamo che anche il Pd locale - in particolare quello della Val d'Arbia - si faccia promotore di qualcosa di simile. Con il Borgogni a salutare e, dall'alto dell'elicottero, dannunzianamente proteso a distribuire volantini inneggianti alla caduta del regime con cui Finmeccanica ingrassava gli stipendi dei suoi uomini d'oro...
Raffaele Ascheri

sabato 26 febbraio 2011

La situazione politica senese: un casino totale. Meno male c'è Mussari...

  L'unica cosa certa e sicura, è che la situazione politica senese - a meno di tre mesi dalle comunali - è in preda al caos più completo. Al casino più totale, per dirla tutta.
Il Pdl non ha ancora ufficializzato la sua candidatura (aspettate ancora, mi raccomando! Anzi, fate una cosa: non lo dite neanche al popolino votante. Fate giusto stampare il cognome sulla scheda elettorale, chi c'è, c'è...); la Lega tiene bossianamente duro su Loretana Battistini (a sua volta, ex berlusconiana, ora redenta); i picciniani presentano, forse, uno sconosciuto (spero non a loro), per descrivere il quale si dice che è del Bruco ed è il babbo del calciatore Bernardo Corradi (invece di uno "figlio di", a Siena siamo sul candidato "babbo di"...); poi pare ci sarà il candidato della sinistra alternativo al Ceccuzzi, ma non si sa chi sarà.
Infine, c'è il cavallo di razza, il vincitore designato: Franco Ceccuzzi, deputato Pd, pronto a dimettersi dalla Camera dei deputati (in cui nessuno si è mai accorto della sua presenza, se non Mastella quando ci passava) in caso di elezione a Sindaco.
Agli inizi del mese, aveva tuonato: "è ora di primarie, è ora di primarie. Basta con i tavoli!". Ancora una volta, padella: le primarie non si faranno. Non siamo mica come quegli imbecilli di Torino, sabaudi vecchia maniera. Domani loro le fanno, e sono in cinque! Il vecchio Piero Fassino se la dovrà sudare, con gli altri quattro (specie con l'emergente Gariglio, lanciatissimo). Qui, invece, il buon Ceccuzzi non deve neanche fare finta.
Altra stranezza del contesto senese: uno dei pochi - se non l'unico - incontro di dibattito politico previsto per la prossima settimana, pare sia quello del 1 marzo, in cui il padre dell'eretico chiama a raccolta i cittadini per dibattere sul fatto se la sinistra e la destra abbiano ancora un senso, nella Siena di oggi: visto Ceccuzzi candidato del centrosinistra, a lume di naso direi proprio che la risposta è già data...l'appuntamento è nella Sala delle lupe per martedì 1 marzo, alle ore 17,00. Non si promettono posti di lavoro o avanzamenti di carriera: astenersi perditempo, please. Benvenuti tutti gli altri.

Ps Sembra che non c'entri niente, ed invece c'entra, eccome: sembra che chi comanda davvero, a Siena, sia stato avvistato a vedere la partita del Siena, a Modena, in mezzo al popolino bue. Mussari - insieme al responsabile della comuninicazione Mps David Rossi - era a tifare Siena, e la sua presenza ha portato un bel successo esterno. Loro sì, che sono vincenti: Lui sì, che è uno di successo. Ma perchè Mussari non si presenta direttamente come candidato Sindaco, invece di mandare avanti quell'altro?

venerdì 25 febbraio 2011

Un bel record per l'eretico! Ed un saluto a Rino...

 Ringrazio tutti, belli e brutti: l'eretico lambisce (o supera?) quota mille! Sono le 23, e siamo a quota 933: mai successo, da novembre ad ora.
Lo scandalo della Provincia tira, evidentemente: sarà sempre più difficile - per gli amministratori locali - tenerlo sotto silenzio ancora per molto. La faccia di gomma (più del loro amico Altero Matteoli, che peraltro sembra Fantomas...), ce l'hanno, su questo non c'è dubbio alcuno. Insomma, vedremo nei prossimi giorni.

"Chi vivrà, vedrà!", cantava il grande Rino Gaetano, nella sua canzone Gianna.
Non sapeva, non poteva sapere che - di lì a poco - sarebbe morto, in un incidente d'auto. Nè poteva immaginare che la sua memoria sarebbe stata infangata da un martellante spot radiofonico e televisivo. Pubblicizzante una banca. Per quello che sappiamo e ricordiamo di lui, tutto avrebbe pubblicizzato, fuorchè una banca: ma i geni della comunicazione del Monte, di certo lo conoscevano meglio dell'eretico...

Un'altra intercettazione illuminante sulla Provincia di Siena...

    Come promesso ai lettori, l'eretico continua la pubblicazione delle intercettazioni concernenti lo scandalo in Provincia: poi, per il fine settimana, scriverà di altro, tanto per variare un pochino, e per non fossilizzarsi solo sullo squallore dell'istituzione in questione.
Succedono tante altre cose, nel mondo, in questo periodo: il nord Africa, per esempio; la settimana prossima, comunque, un'altra intercettazione la pubblicherò di certo, giusto per concludere in bruttezza questa storiaccia. Si parlerà dei vigili urbani di Siena.
Restiamo sempre in attesa che il Presidente della Provincia Bezzini si degni di prendere posizione (oppure la Meloni, ovvero il Ceccuzzi: purtroppo, cambia ben poco...).

L'intercettazione odierna risale al 7 dicembre 2009, il giorno dopo lo schianto fra il direttore generale della Provincia, Tommaso Stufano, e tre innoenti macchine, che avevano il solo torto di essere parcheggiate al momento sbagliato, nel punto sbagliato: vale a dire alle 18 e 50 del 6 dicembre, davanti all'hotel Ravizza, in Pian dei Mantellini. Stufano pare proprio si sia addormentato alla guida, e così ha fatto filotto: "pare", perchè nessuno gli ha mai effettuato alcun alcool test, come sarebbe accaduto con noi, normali cittadini.
La telefonata intercorre fra il comandante della Polizia provinciale (Marco Ceccanti, corso in aiuto dello Stufano), ed una non meglio precisata amica, della quale - siccome siamo davvero signori - vogliamo tutelare la legittima privacy.
Amica: "Allora, cosa è successo con Tommy?".
Ceccanti: "è successo che gli è preso un colpo di sonno".
Amica: "ma di giorno?".
Ceccanti: "no, era dieci alle sette".
Amica: "a quell'ora il colpo di sonno?".
Ceccanti: "eh! Rientrava da Buonconvento, hanno mangiato lì, si vede che hanno anche un po' bevuto...(fiuto da Sherlock Holmes, per il comandante della Polizia provinciale, Ndr)".
Amica: ah!"
Ceccanti: "ah sai, il caldo della macchina, una cosa e l'altra, stanco in qua e in là da diversi giorni fra Milano e Siena...".
Amica: "e praticamente è andato addosso alle altre macchine...".
Ceccanti:"tre posteggiate, ma un bello scontro..."
Amica: "ma come ha fatto?".
Ceccanti: "e vedrai, perchè finchè non si è fermato, c'è andato proprio addosso pieno, capito?...dormiva, sicchè non ha frenato".
Amica: "ma te come l'hai aiutato?"
Ceccanti: "poi te lo dico a voce come l'ho aiutato".
Amica: "perchè?".
Ceccanti: "eh perchè al telefono è sempre bene non dire le cose (altra furbata: peccato avesse già detto tutto, Ndr)...perchè se non arrivavo io, è difficile si porti la macchina in carrozzeria, perchè se gli misurano il fiato, non si perdeva tempo...c'è la confisca, lo sai, no? Dopo una certa soglia...cioè nel senso non te la ridanno più!".
Amica: "eh, pensa poi Tommy che bella figura!".

Eh sì, lo Stufano una gran bella figura non ce l'ha proprio fatta, va riconosciuto. Ma neanche il Ceccanti, a dirla tutta. E neanche i vigili urbani di Siena - quei due certamente intervenuti -, di cui riparleremo la settimana prossima.Ma una pessima figura, la fa anche chi - come appunto Bezzini - non interviene, neppure in casi come questi.
Quando era in piazza Salimbeni (davanti all'ufficio del suo amico Mussari Giuseppe) a manifestare con le donne contro Berlusconi (bravo Bezzini), l'eretico ha visto il Presidente della Provincia, con piccola prole, in passeggino, e moglie al seguito. Una scenetta da Family day.
Se la moglie e l'infante in passeggino fossero passate per Pian dei Mantellini alle 18 e 50 del 6 dicembre 2009 (ammesso che la creatura fosse già nata, ma questo è un altro discorso), e contro di loro, improvvisamente, si fosse abbattuta una Mercedes a tutta velocità, forse allora il Bezzini avrebbe avuto il coraggio di proferire verbo?
Raffaele Ascheri

giovedì 24 febbraio 2011

Post scriptum...

 Due aggiunte, la prima sullo scandalo della Provincia: ieri più di 550 persone hanno letto l'articolo in questione. Tutto si può dire, fuorchè che la notizia sia rimasta sotto traccia. Continueremo - come detto - con altre intercettazioni sull'argomento. Salvo attacchi hackeristici, ovviamente: non siamo mica in terre libere come l'Egitto e la Tunisia, qua a Siena...
Con che coraggio, il Presidente Simone Bezzini e l'onorevole Franco Ceccuzzi - che risulta essere molto amico di alcuni di questi personaggi - possono ancora fare finta di niente?

Seconda cosa: da fonte alquanto autorevole, l'eretico ha appreso nel pomeriggio che - nella fine mattinata di oggi - il Ministro Gelmini era a Siena; in Palazzo di Giustizia, in particolare. Per parlare con il Procuratore capo, dott. Salerno. Avranno parlato dell'Università, pare di potere dire.
Oppure, forse, avranno discusso di come trovare il modo, fra tutti, per fare avere uno straccio di laurea al futuro Sindaco di Siena Franco Ceccuzzi, che - nonostante i generosi e reiterati tentativi quando era studente - proprio non ce l'ha fatta a laurearsi?

Provincia nella bufera: una intercettazione...

  Prima che Silvione ce le tolga, godiamoci un po' di intercettazioni. Per esempio quella tra il comandante della Polizia provinciale Marco Ceccanti ed un suo amico, la sera del grave incidente stradale descritto nel post di ieri. Siamo al 6 dicembre 2009, una domenica.

Ceccanti: "...stasera il Direttore (Tommaso Stufano, Direttore generale della Provincia di Siena, ndr) ha battuto uno scoppio con la macchina...sono andato a recuperarlo io, ma a salvarlo, ma insomma non voleva far spargere la voce (...) ha chiappato...ha falciato tre macchine in Pian dei Mantellini".
Amico: "ah ecco...come ha fatto?".
Ceccanti: "eh, s'è addormentato...sì e poi...la voce si tiene per noi...ma insomma sò andato io lì di corsa, perchè se gli fanno l'alcool test non gliela ridanno la macchina (...) e sicchè mi hanno mandato uno giusto...il Fontani...e poi l'ho portato via con la macchina, almeno non gliel'hanno fatto...".

Un poliziotto provinciale (anzi, il capo della Polizia provinciale!), che si adopera per "salvare" il Direttore generale della Provincia: davvero un bello spirito di corpo, complimenti!
Ottimo, poi, l'intervento del vigile urbano, verosimilmente (fino a prova contraria) da identificare con Adriano Fontani. Omonimo del noto maestro della Val d'Arbia, da sempre in lotta contro i soprusi della Casta di Siena, e non solo. Il vigile omonimo, a differenza del Fontani, la parte giusta dove stare l'ha trovata. Complimenti anche a lui. Ma non è per sudditanza al potere, no: è proprio che il Fontani vigile è buono di cuore. Perchè sequestrare una macchina ad uno che ne ha appena sfasciate tre? Tanto l'assicurazione paga, no? Perchè fare l'alcool test ad uno che si addormenta alla guida? A tutti piace bere... E poi si dice sempre che in centro non succede mai niente, fuori dai giorni del Palio: un bello schianto il 6 dicembre - mentre le famigliole fanno l'albero di Natale - rende tutto più intenso e più bello, no?
 Alla prossima intercettazione, dunque: al peggio, non c'è mai fine...

Raffaele Ascheri

mercoledì 23 febbraio 2011

Uno scandalo nello scandalo: per una potenziale strage, 38 euro di multa...

   Partiamo dai fatti, anzi dal fatto: 6 dicembre 2009, una domenica. Intorno alle 19,00. Improvvisamente, un'auto di grossa cilindrata (Mercedes), va, verosimilmente a tutta velocità, a schiantarsi contro tre altre auto (parcheggiate). Siamo in Pian dei Mantellini, per la precisione le tre sventurate auto sono davanti al prestigioso hotel Ravizza. Una scena da incidente d'autostrada, si para innanzi ai proprietari delle 3 auto, accorsi sul posto qualche minuto dopo: una delle tre macchine è letteralmente distrutta, quasi del tutto ribaltata su se stessa. Basti dire che, delle tre auto, quella di gran lunga meno danneggiata, avrà circa 3000 euro di danni liquidati (con insolita rapidità, peraltro...).
Se il Mercedes avesse incocciato un gruppo di persone, sarebbe stata una strage. Da questo punto di vista, è andata a finire sin troppo bene.
In realtà, le cose sono un pochino più complesse: da un banale incidente, si parte per un giro di coperture e di insabbiamenti che fanno - mi sia consentito lo sdegno - davvero vomitare. Sì, di fronte a cose come queste(non l'incidente in sè, ma la copertura dello stesso), non c'è continenza verbale che possa tenere.
La persona che perde il controllo, non è una persona come tante: si tratta di Tommaso Stufano, nato a Giovinazzo (Bari), il 26 agosto del 1952. Costui è il Direttore generale della Provincia di Siena; è arrivato a Siena proprio nel 2009, nel momento in cui si è insediato il Presidente Simone Bezzini, eletto appunto in quello stesso anno. A parte il Presidente, Stufano è l'uomo più importante della Provincia: una sorta di amministratore delegato della elefantiaca struttura, ora nell'occhio del ciclone.
Da due intercettazioni della Procura di Siena, risulta - in modo chiarissimo - che lo Stufano aveva bevuto molto, quel pomeriggio prenatalizio.Tanto, appunto, da addormentarsi alla guida della sua potente macchina. Fatto gravissimo, foriero di potenziale morte! Ognuno provi a pensare che ci poteva essere la propria figlia, la propria moglie, in Pian dei Mantellini, in quel momento.
Ma la cosa più grave (dato che l'incidente non ha provocato nè morti, nè feriti), avviene subito dopo l'impatto devastante: dalla ricostruzione della Procura, Stufano - evidentemente destatosi dal torpore post bevuta - chiama il Capo della Polizia provinciale Marco Ceccanti (ora sospeso dal servizio per ordine del Gip Bagnai, a causa della storia delle battute di caccia agli ungulati condotte in modo irregolare); il quale - nonostante la giornata festiva - parte lancia in resta, e fa scomparire lo Stufano prima del doveroso controllo del tasso alcolemico. A breve, pubblicheremo un paio di intercettazioni sulla squallida storia.
Il Presidente Bezzini, però, non ha niente da dire. Si vede che per lui tutto ciò è normale: nessuno aveva dubbi, in effetti. E bravo Bezzini, chapeau.
Le opposizioni (sic), un boccone così ghiotto se lo fanno sfuggire? Voglio sperare di no! Mi immagino immediate richieste di chiarimento: Loretana (Battistini), se ci sei, batti un colpo! Piccini - invece di incontrare degne persone, appartenenti però ad ere politiche ormai strasuperate -, farebbe bene a battere su questa vicenda, no? Se non ora, quando? Che deve succedere ancora, in questa città? Che almeno un paio di vigili urbani si mobilitino per coprire il grave (potenzialmente drammatico) incidente?
Questa, ladies and gentlemen, è la terra di Siena.
Dove non solo non tutti sono uguali davanti alla Legge, ma dove non tutti gli incidenti sono uguali; e dove non tutti gli ubriachi devono fare l'alcol test...
Raffaele Ascheri

martedì 22 febbraio 2011

Cinghialopoli: la Provincia nella bufera...

  Lo scandalo concernente la Provincia (non solo riguardante gli ungulati) ovviamente è già stato abbandonato dai media locali: nessuno aveva dubbi, al proposito. Fino a che si trattava di qualche cinghiale abbattuto furbescamente (con la braccata - cioè con più cani al seguito -, o con la caccia notturna con le fonti luminose), si poteva anche fare uscire qualcosa, per informare il popolino ignorante. Il resto, però, off limits. E del resto, ci occuperemo alla prossima, ripetendo ciò che abbiamo già accennato: il Direttore generale della Provincia di Siena Tommaso Stufano, dovrebbe avere la dignità di dimettersi. Non lo farà di certo, e l'eretico, da par suo, documenterà il suo disinvolto modus operandi con i soldi della collettività.
Certo, però, anche pensare che coloro che dovrebbero vigilare sugli altri cacciatori, se ne strafreghino delle regole, ed vadano nottetempo a fare i Rambo della Merse per massacrare il primo ungulato che gli capita sotto tiro, non è così rassicurante:  specialmente visto che ci andavano financo con mezzi appartenenti al Corpo della Polizia Provinciale (un fuoristrada Land Rover PK, per esempio). La benzina, chi la pagava? Come sempre, si socializzano le perdite, e si privatizzano i profitti cioè cinghiali, cervi e daini).
L'andazzo andava bene anche ai proprietari dei terreni delle riserve naturali (Lucciola bella, Crete dell'Orcia e del Formone, Alta Val di Merse e Basso Merse), che si tenevano un pochina di carne (magari parecchia), e poi avevano anche il coraggio di chiedere (ed ottenere) il rimborso alla Provincia: roba da Spaccanapoli, da falsi invalidi d'annata. Complimenti davvero a lorsignori! Ormai non c'è dubbio: Siena non è più la più meridionale delle città del Nord, è la più settentrionale di quelle del Sud. E senza ciò che di positivo c'è nelle realtà del Sud...
Se questi della Provincia sono i controllori, i cacciatori fanno bene a fare quello che gli pare (come infatti molti fanno). Se io pagassi tutte le tasse che deve pagare un cacciatore per non rischiare quando viene controllato da certa gente, io farei uno sciopero fiscale in piena regola. Quanto alla caccia, perchè non sparare in Piazza del Campo ai piccioni? Ormai, a Siena, si può fare di tutto, purchè sia vietato dalla Legge...
Carlo Terzuoli (classe 1962) ed il capo della Polizia Provinciale Marco Ceccanti (classe 1963, divenuto Capo sotto la Presidenza Bezzini), sono stati sospesi dal lavoro, ha sentenziato il Gip dott. Francesco Bagnai, il 10 febbraio scorso.
In nessuna altra città del mondo occidentale, dopo uno scangeo di queste dimensioni, l'istituzione - rappresentata dal suo Presidente, cioè Simone Bezzini - si sarebbe potuta permettere di non fare neanche una mezza dichiarazione, per non dire una conferenza stampa sull'argomento. E di assumersi in modo critico le sue responsabilità. Siena, però, è diversa dall'universomondo. Il Presidente Bezzini - dopo che gli avranno mostrato le foto (ingrandite) di esemplari di cinghiali, cervi e daini per fargli capire di cosa diamine si stia discutendo - dovrebbe esigere lui, la testa dei due pezzi più grossi della Polizia provinciale. Per dare un minimo di credibilità all'istituzione. Quantomeno, per provarci. Nessuno vuole a tutti i costi lo scalpo del Terzuoli e del Ceccanti, ma un minimale rispetto della legalità non sarebbe poi così male, no?
Raffaele Ascheri

lunedì 21 febbraio 2011

Viva la trasparenza di Fondazione Mps: una telefonata di Parlangeli...

 Per motivi meramente logistici, l'eretico - sebbene di pochissimo - ha padellato il compleanno del Provveditore della Fondazione, Marco Parlangeli: il suo cinquantunesimo compleanno cadeva giusto il 20 febbraio. Scusandomi per il ritardo, gli invio i più sentiti auguri: è il suo primo compleanno da inquisito!
Per festeggiare degnamente il lietissimo evento (avrà fatto una festona al Garden come l'anno scorso, il Nostro?), per suggellare al meglio il giorno più importante del numero uno della Fondazione Mps, cosa ci potrebbe essere di meglio del racconto di una telefonata (intercettata dagli inquirenti di Galaxopoly)?
31 gennaio 2010, poco più di un anno fa: Parlangeli chiama tale Mauro Cardinali, della Fondazione. Sono le 18 ed un  minuto; c'è da preparare una memoria per il principe del foro senese Fabio Pisillo, sulla questione Ampugnano: bisogna, cioè, arrampicarsi sugli specchi per giustificare il perchè la Fondazione sia entrata nell'affaire Ampugnano. Ci vuole proprio un avvocatone, per cercare di legittimare questo ingresso. La cosa che ci interessa di più, però, è un'altra: il neocinquantenne - non si sa se, in quel momento, sigarodotato o meno - fa una diretta e precisa richiesta al suo subordinato: gli chiede espressamente di non usare i personal computer della Fondazione, per redigere questa memoria per l'avvocato Pisillo. Tredici giorni prima c'era stata una perquisizione della finanza, in Fondazione. Potrebbe il banchiere che così spesso si diletta di sdottorare di finanza etica, spiegare il percchè di questa affermazione? Questa è la glasnost della Fondazione Mps? Chapeau, davvero.
A questo punto, solo il futuro Sindaco Franco Ceccuzzi - invece di continuare a fare finta di niente, as usual - può sbrigliare la matassa, con la consueta, riconosciuta autorevolezza: perchè non andavano usati i pc della Fondazione? Per risparmiare corrente?

Ps Ma Madonnina santa e benedetta, ma dopo che c'è stata una perquisizione nei tuoi uffici pochi giorni prima, non si dovrebbe stare attenti a quello che si dice al telefono, perdinci? Dilettanti allo sbaraglio!
Raffaele Ascheri

La stampa nazionale si accorge dello scandalo Ampugnano: Ceccuzzi no...

  Non poteva che essere il Fatto di Padellaro e Travaglio,  il primo quotidiano nazionale a rendere pubblico - con la dovuta evidenza - lo scandalo di Galaxopoly. Bravo Daniele Martini, dunque. L'eretico era arrivato anche prima (come chiunque può constatare), ma essere in buonissima compagnia non guasta, anzi fa sincero piacere. In 4 colonne, il bravo giornalista del Fatto ha saputo offrire una sintesi piuttosto esaustiva dell'affaire Ampugnano: onore al merito!
In un prossimo futuro, magari potrebbero partire anche altri, chissà: a parte il Corriere della sera (mussariano all'ennesima potenza, come documentato più volte dallo scrivente), ci potrebbero essere delle altre sorprese.
Ora vediamo se lo pseudogiornalismo senese reagirà, ed eventualmente come: la curiosità è davvero notevole. Farà finta di niente come quando l'eretico ha pubblicato le stesse notizie del Fatto?
Un'ultima curiosità: visto che non ha molto da fare (primarie saltate, assessori già sistemati, gli sherpa al lavoro nei posti giusti), perchè il prossimo Sindaco di Siena Franco Ceccuzzi non dice niente, sulla questione? Il popolo di sinistra che andrà in massa a votarlo - facendo la fila in modo ordinato ai seggi -, dovrà pur sapere cosa pensa di Galaxopoly il futuro Sindaco, no? Almeno ora che se ne parla a livello nazionale!
Visto che ci siamo, io ritirerei fuori la questione del Decalogo anti-raccomandazioni: scaduto da più di un mese, nessun ceccuzziano si è fatto vivo. Allora, facciamo così: allunghiamo al 1 marzo la scadenza. Giusto perchè è lui. Dopodichè, prenderemo definitivamente atto che il candidato Ceccuzzi non vuole garantire (o non è in grado di farlo) di non promettere posti di lavoro e cose simili ai suoi potenziali elettori. Restiamo in trepidante attesa...
Ps Il 1 marzo, non è una data a casaccio: è il giorno in cui escono le felpe 1472 Mps. Quelle ndossate da Mussari e Giletti in plastica simbiosi. Le gare d'appalto, non le sa fare, questa Banca così antica; ma sulle felpe....
Raffaele Ascheri

giovedì 17 febbraio 2011

La Provincia nella bufera: altri inquisiti per il Sistema Siena, arriva Cinghialopoli!

  Ormai quasi solo Gabriello Mancini - a dimostrazione del fatto che il suo ruolo è solo quello del gran ciambellano della Fondazione, a cui neanche raccontano le cose importanti - è senza avviso di garanzia, nel Sistema Siena. Da Mussari Giuseppe in giù, ce n'è per tutti...
Una vera e propria bufera si è abbattuta sulla Provincia: talmente grossa, che qualcosa hanno dovuto scrivere anche i giornali locali. L'eretico, però, come al solito va un pochino più in là, dove le "aquile" del giornalismo montepaschino-senese non possono osare.
Questo scandalo - che definiremo "Cinghialopoli" -, va molto, molto al di là del semplice abbattimento irregolare di alcuni cinghiali. Fatto deprecabile, certo, ma che sarebbe socialmente di impatto minimo. Forse anche positivo: non si dice sempre che queste bestie sono troppe?
Bello, sarebbe, se lo scandalo si fermasse a questo: non siamo animalisti sfegatati, non ci metteremmo a scrivere per una cosa del genere.
Questo nuovo scandalo, invece, ha un profilo ben più grave e sistemico: fa capire come si può entrare in Provincia a lavorare (altro che meritocrazia!); fa comprendere come si possa "aggiustare" un clamoroso incidente d'auto (in cui potevano esserci dei morti, invece che tre macchine semisfasciate), se a provocarlo è stato il Direttore generale della Provincia stessa (con la complicità di alcuni elementi del Corpo dei Vigili urbani, dispiace molto dire); fa capire come nel Sistema Siena - magari in modo goffo e patetico - si faccia di tutto per nascondere la verità dei fatti agli inquirenti, ed altro ancora.
In una città normale, dopo quello che sta emergendo - e che l'eretico documenterà, per filo e per segno -, succederebbe questo: il Direttore generale, Tommaso Stufano, si dimetterebbe seduta stante, a prescindere dall'esito giudiziario. Se si parla di motivi d'opportunità (giustamente) per Berlusconi, questo deve valere anche per un "servitore dello Stato" che si porta a casa 180mila euro all'anno, più benefits. E chi l'ha scelto, questo Direttore generale? Il Presidente della Provincia Simone Bezzini, appena insediatosi. Il quale dovrebbe, a sua volta, chiarire il perchè della sua dissennata scelta (dimettersi, è inutile: è, già ora, come se non ci fosse...). Quanto a Carlo Terzuoli e Marco Ceccanti - rispettivamente Comandante Polizia provinciale e suo vice! -, non c'è neanche da farli dimettere: il Gip Alessandro Bagnai ha già ordinato la sospensione dal pubblico ufficio attualmente ricoperto. A casa, dunque. Chapeau...

Ps A proposito, visto che lei spesso è portata ad equivocare, sempre dietro alla sua Bianca: questi - cara segretaria provinciale del Pd Elisa Meloni - sono reati. Rientrano nel Codice di procedura penale. Fanno parte di quelle cose che - se proprio si esagera - si va a finire in prigione. Che è quel palazzo con le sbarre, in cui c'è l'ora d'aria...
Raffaele Ascheri

Un bel funerale, per una bella persona

   Un bel funerale, quello del Guaspa: tantissima gente, partecipazione intensa, ma senza - per esempio - quegli applausi, ormai rituali e scontati, che sanno tanto di omologazione, di indistinto. Non ci sarebbe molto da aggiungere, in effetti; camminando da Piazzetta della Selva al Cimitero minumentale della Misericordia, con i passi lenti e gravi che si fanno per i funerali, ho visto tanta, tanta compostezza, e una dignità profonda.
Quante volte il Guaspa avrà solcato, con i suoi piedi, quelle plurisecolari pietre, che questo pomeriggio uggioso lo vedevano muoversi in orizzontale, con la bandiera selvaiola a fargli sentire il calore sincero di tanti, non solo appartenenti alla sua Contrada. Bellissima, toccante, l'ostensione, dalla Costarella, verso quel Campo che l'ha visto tante volte - anche molto recenti - catturato da quella "epilessia paliesca" che rapisce tutti quelli che hanno adrenalina in corpo, nei momenti topici del Palio. Le braccia dei selvaioli e degli altri, Guaspa, ti hanno innalzato, per alcuni, intensissimi, momenti. Era il modo, per chi si alternava ad accompagnarti verso il cimitero, di ringraziarti per i tanti momenti trascorsi insieme.
Ora, come sempre in questi casi, resta il ricordo: che vorremmo fosse autentico, genuino, schietto. Ti vogliamo ricordare come eri davvero, per come ognuno ti abbia conosciuto.Avevi 43 anni, Guaspa: appartenevi, dunque, all'ultima generazione di contradaioli che - viventi o meno sulle pietre - ci passavano i pomeriggi, da adolescenti. I quarantenni (o giù di lì) di oggi, sono la generazione spartiacque: sono gli ultimi ad avere vissuto una Siena che - senza retorica, perchè non era certo tutto positivo - semplicemente non esiste più. Forse, anzi, è meglio adesso: ma quella Siena, sic et simpliciter non esiste più. Inevitabile il ricordarla con un affetto lancinante, quello del tempo irrimediabilmente perduto: che non solo non torna, ma che - quando riaffiora - crea quella malinconia difficile da affrontare, tanto più da eliminare.  Bastava un mezzo raggio di sole dopo ore di pioggia, per andare ad impantanarsi al Costone, o per stare comunque fuori, per strada, magari in mezzo alle pisciate del Vicolo delle Carrozze; c'erano i luoghi convenzionali, dove trovarsi: non c'era bisogno di Facebook e dei social network: di solito, si diventava amici solo perchè si condividevano gli spazi. Ma reali, non virtuali...e non era tutto incanalato e politicamente corretto come è oggi: il pesce grande, mangiava ancora il pesce piccolo (o, almeno, gli rendeva la vita difficile); cosa brutta, ingiusta, scorretta: ma palestra indiscutibile di vita. Se c'era da dare un golino, si dava (o si prendeva), senza troppi complimenti. Erano gli ultimi fuochi di qualcosa che stava finendo, che sarebbe finita di lì a poco.
Il Guaspa li ha vissuti, questi ultimi fuochi dell'ultima Siena, scorretta e sgarrupata. Quell'aria, l'ha respirata, e a pieni polmoni.
Lo ricorderemmo lo stesso, certo, il Guaspa; ma questo è un motivo in più per farlo...
 

mercoledì 16 febbraio 2011

Ciao Guaspa!!

  L'eretico oggi avrebbe avuto tanto, ma davvero tanto da scrivere: ma quando accade quello che è accaduto ieri, tutto passa in secondo piano. Anche in terzo o quarto...
"Percossa e attònita la terra al nunzio sta": lo scrive il Manzoni, quando gli arriva la notizia della morte di Napoleone Bonaparte (1821). Lorenzo Guasparri non era certo assimilabile a Napoleone, in nessun modo: ma il senso di sgomento alla notizia della sua morte, al "nunzio" che il Guaspa non c'è più, credo sia paragonabile a quello sopra citato. Sconcerto, sgomento, incazzatura.
Quando l'ho saputo, stavo andando a giocare in uno di quei campini di campagna (Brenna, in questo caso), in cui qualche volta - per la nostra Selva - anche lui, pur cestista di formazione, si sbucciava le ginocchia, magari per uno scapoli-ammogliati di infimo rango. Di solito - a quello che ricordo - era Caldana, vicino Sovicille, il campo prescelto: spesso il giorno dell'estrazione di maggio, con una malsana canicola a fare da contorno. Campo duro, terra arsa dal sole, ciuffi di erba mal tagliata a rendere le cose anche peggiori. Chi ce lo faceva fare, di essere lì, invece che altrove? Salvo esempi di masochismi (sempre possibili), credo solo il piacere di stare insieme, al netto di tutto quanto il resto.
Il Guaspa era un gran tifoso di calcio (inutile specificare la squadra!), ed un giocatore di basket, di sponda virtussina: personaggio dotato di una sua poliedrica asimmetria, dunque. Pessimo calciatore, validissimo cestista. Gli ho sempre invidiato l'altezza, e l'ampiezza del deltoide e del trapezio: pur sbilanciato dal tronco in su, aveva un grande fisico, il Guaspa. Come è possibile che una febbriciattola l'abbia portato via, maledizione? Non c'è solo impotenza, di fronte a questa domanda: c'è rabbia, rabies vera, incarognita.
Davvero "l'unica scusa che ha Dio, è quella di non esistere", come chiosava Stendhal.
Il Guaspa lo osservavo spesso, quando frequentavo la Contrada: era uno che salutava tutti. Un sorriso, spesso una pacca sulla altrui spalla, il piacere del contatto amicale, corpo a corpo: voleva mostrare il suo slancio vitale così, a più gente possibile. Selvaioli, non selvaioli.
La scorsa primavera, mi chiamò per invitarmi al rinfresco del suo matrimonio, al Granaio di Monteaperti: "mi raccomando, vieni! Voglio che ci siano tutti i selvaioli della nostra generazione!". Ovviamente, c'erano tutti i quarantenni, ma anche persone di altre età: l'invito era sicuramente tarato per eccesso, non per difetto. Fui contento della sua felicità, e di quella della compagna, da quel momento moglie, oltre che madre.
Non l'ho conosciuto abbastanza da poterlo definire compiutamente generoso, ma una cosa la posso dire con certezza: era uno che un gesto d'affetto lo cercava con tutti. Se ci capitava - anni fa, ormai - di stare ad osservare passare dieci persone, eravamo agli antipodi: di quelle dieci persone, io ne criticavo almeno sette o otto; lui le salutava tutte, con immancabile slancio entusiastico. Aveva un atteggiamento positivo verso gli altri: forse era solo questo, nè più, nè meno. Non abbastanza, forse, per definirlo generoso; più che sufficiente, però, per cercare di fare in modo che ogni singola pacca sulla spalla da lui ricevuta, si possa tramutare - d'oggi in avanti - in un corroborante ricordo.
E una raccomandazione, finale, a tutti noi: che la vitale positività del Guaspa - e la sua prematura morte -, ci affranchino dal lamentarci dei nostri piccoli problemi, quando ne abbiamo. Giusto per rispettare il senso delle proporzioni.
Senza enfasi, senza retorica, senza melassa: ci mancherai, davvero.
La terra ti sia lieve, Guaspa...

domenica 13 febbraio 2011

Se non ora, quando? Lo spiega la mammina ricciolina...

 Bella, partecipata (Piazza Salimbeni pienissima), con tanti spunti interessanti: la manifestazione del 13 febbraio sulla dignità delle donne ha centrato l'obiettivo, in linea di massima.
Il cartello più in tema? Questo: "Sono una donna allegra e la mia allegria non si compra", brandito da una nota guida turistica, di quelle battagliere.Nessuna bandiera di Partito: cosa rimarchevole. Qui si innesta un problema, che dovrebbe fare pensare tutti (specialmente il Pd): se si vuole, a Siena, organizzare una manifestazione di successo,ormai i Partiti vanno tenuti lontani il più possibile. Novembre 2007, contro l'ampliamento di Ampugnano: il Pd contro, la più grande manifestazione dal dopoguerra ad oggi. 13 febbraio 2011, buonissima partecipazione: nessun Partito presente con le proprie insegne.
Detto questo, qualcuno che ha voluto metterci il cappello partitico c'è stato, inutile nascondercelo. E non è colpa delle organizzatrici: dovevano forse censurare altre donne? In questa corrotta città, censura ce n'è anche troppa. Dovevano essere loro, a capire di non dovere parlare: ovviamente, non l'hanno capito. Forse era pretendere troppo.
L'onorevole Susanna Cenni doveva parlare in tutti i modi (ha detto di avere pianto il 14 dicembre scorso, poverina, perchè Berlusconi non era caduto: allora perchè non dice ai suoi sodali di Partito, di smettere di telefonare in continuazione ai senatori berlusconiani, che poi, magari, ci raccattano anche un avvisetto di garanzia?); poi ha parlato Fiorenza Anatrini, da vent'anni impossibilitata a non avere cariche da qualche parte. Frase da archiviare: "Non sono stata scelta nè dal Sultano (nessun dubbio, tranquilla, Ndr), nè dalle segretarie di Partito":  sicura?
Il colmo, però, è stato il finale, con la Elisa Meloni che non ce l'ha fatta a tacere. Lo sospettavo, lo immaginavo. Doveva dire a tutti, che per lei la cosa più bella è avere accanto la sua creatura, la piccola Bianca. Tutte le oratrici precedenti avevano fatto interventi articolati, complessi (comprese le stesse Cenni e Anatrini), lei ha raccontato della figlia che si sveglia la mattina, e le scarmiglia i riccioli.Poi qualche volta la accompagna in ufficio, e gioca con le sue colleghe (che voterà da grande, la povera Bianca?). Che immagine da Family day laico. Diciamo che forse l'ha fatto per risultare originale, per differenziarsi dalle altre.Come mamma, poi, sarà bravissima, nessuno ne dubita: se, come oratrice, vale un pochino meno, pace.
Nonostante tutto, sempre molto meglio quando parla della piccola Bianca, di quando sproloquia a vanvera sull'inchiesta di Ampugnano (Galaxopoly): confondendo il diritto civile, con quello penale! Da grande, speriamo con tutto il cuore che la piccola Bianca insegni alla mamma la notevole differenza...

Ps Tra la tanta gente, non ho visto Elisa Toti, la contradaiola residente all'Olgettina a spese di Silvio.Quella che, quando ha voglia, chiama papi Silvio, e si fa invitare a cena per parlare di politica. Peccato non ci fosse. L'eretico aveva pronta una domanda bomba: che c'è di vero che la lunga pertica della sala-disco di Arcore, serve - invece che per la lap dance come sostenuto dai soliti maligni - per le esercitazioni dei vigili del fuoco?

venerdì 11 febbraio 2011

La manifestazione di domenica: ci sarà Elisa Toti?

 L'eretico ha già scritto della positività della manifestazione di domenica, e non ha senso ripetere il già scritto; ciò detto, sempre più evidenti paiono i rischi della suddetta manifestazione, a livello generale e, in particolare, a Siena.
In primo luogo - come era ovvio - c'è il concreto pericolo della strumentalizzazione partitica: poteva mancare la presenza, per esempio, di Elisa Meloni, la bossina del Pd provinciale, ceccuzziana della prima ora? La irreprensibile piddina di Torrita non vedeva l'ora di mettersi a capo di una manifestazione del genere, lei che è così diversa dalle arcorine, che mai userebbe il proprio corpo per fare carriera in politica. Pontifica che c'è "un modello culturale che va diffondendosi nel nostro paese, proponendo alle giovani generazioni di raggiungere facili guadagni "svendendosi" al potente di turno, barattando la propria dignità per denaro, o ancora, peggio, ruoli pubblici..."(Corrsiena del 9 febbraio). Ben detto, meloncina! Ma c'era proprio bisogno della bossina del Pd, per capirlo? Mah...certo che lei è più a suo agio quando può fare la moralista a costo zero, che non quando deve parlare della questione morale all'interno del Pd senese. Immortale - e mai abbastanza ripetuta, purtroppo - la sua uscita all'ultima Festa dell'Unità: "su Ampugnano, solo illeciti amministrativi!". Peccato ci fossero 16 avvisi di garanzia, per gravi accuse penali: nel vecchio Pci berlingueriana, dopo un'uscita così, l'avrebbero mandata via a calci.
Altro pericolo: il non vedere il coinvolgimento del Mps in questa storia. Credere che Silvio Berlusconi apra un conto - e che conto! -, in una filiale del Mps, ed il direttore di filiale non avvisi nessuno sopra di lui, non faccia trapelare alcunchè, è come credere che il Silvio nazionale pensasse davvero che Ruby fosse la nipote di Mubarak. Ho visto che la manifestazione sarà in Piazza Salimbeni. Non aggiungo altro, su questo punto...
Terzo punto: non è strano che fra le "olgettine" ci sia anche una senesissima, ci mancherebbe altro. Forse è più strano che la stessa sia presentata da Porta a porta come una sorta di Maria Goretti (con affitto pagato da Silvio), con relativa intervista in ginocchio (proprio da Premio Frajese) di Bruno Vespa, mordace come non mai. O che la suddetta Elisa Toti venga presentata dal Corriere di Siena come l'anti Ruby: brava nel parlare, una che buca lo schermo, rassicurante, e via dicendo. Questa santificazione non è un pochino sospetta? Saranno i soliti cattivi pensieri...
Il Fatto di mercoledì 9 febbraio riporta che la Toti spesso era al telefono con l'ormai celebre Annalisa Minetti. Il 14 ottobre 2010, la Minetti le scrive un Sms: "Amo' mercoledì ore 11 firmiamo il contratto lì a Milano 2, Via Olgettina 65. Bacino". Interessante, questo continuo rapporto, questo fruttuoso interscambio di idee con la Minetti. La Toti considera Berlusconi come un "padre": la Minetti, invece, come la considera?
L'Espresso del 10 febbraio ci dà una comunicazione della Toti alla Minetti: dice di avere frequentato "il giro di Roma, tra virgolette. Poi ogni tanto venivamo su a Milano perchè c'era qualcosa. Però io stavo a Roma, poi a lui gli chiesi che comunque preferivo venire su a Milano...".
Quanto movimento, per vedere Baarìa di Tornatore, sorseggiando una Coca cola light...ecco, io spero che ci sia lei, in prima fila, domenica: lei sì che è una martire, vera, di Berlusconi e del berlusconismo, altro che l'irreprensibile Meloni. Pensate un po' voi, al posto suo: per ascoltare Apicella strimpellante e le barzellette sconce di Silvio, quanti chilometri avrà macinato, su e giù tra Milano e Roma, vera pendolare del berlusconismo. La prima fila deve essere per lei. Per Elisa, l'anti Ruby...

giovedì 10 febbraio 2011

Ceccuzzi: caccia al voto (del dislessico)

 Che sarebbe stata una campagna elettorale triste, lo si era intuito subito: presentazione del candidato indetta per il 17 dicembre(venerdì), e clamorosa nevicata blocca-città! Quasi una vendetta della Natura, si potrebbe interpretare (neanche troppo: il giorno della sua incoronazione a Sindaco, dovrebbe esserci un terremoto magnitudo 8 della Richter...).
"L'abc dalla teoria alla pratica - aspetti clinici e riabilitativi della dislessia", interessante incontro di venerdì 11 febbraio nella Sala delle Lupe del Palazzo comunale. Alzi la mano che c'azzecca, dopo il professorone emiliano (Giacomo Stella), la dottoressa Ventriglia ed altri, la presenza del "deputato parlamentare" Franco Ceccuzzi, il cui intervento rappresenterà addirittura il gran finale del pomeriggio, tra le 19,30 e le 19 e 45 (giusto prima dell'aperitivo, previsto tra le 19 e 45 e le 20). Passi al limite per Bezzini (dovrebbe salutare alle 16, 30): rappresenta una istituzione locale, per quanto inutile come la Provincia. Farà il suo salutino, poi scomparirà: nessuno - come al solito - si ricorderà cosa abbia detto, già venti secondi dopo che avrà parlato. Ma Franco Ceccuzzi, cosa accidenti c'entra, in tutto ciò? Forse sarà interessato agli Osa (Obiettivi specifici apprendimento, se mi ricordo bene) nella scuola primaria e secondaria: che qualcuno, preliminarmente, gli dovrà insegnare non essere la prima e la seconda...
Noto esperto delle problematiche inerenti la dislessia e del mondo della scuola in genere (quella, a suo tempo, almeno ce l'ha fatta a finirla, a differenza dell'università), ci dirà la sua sull'argomento. Ci dobbiamo aspettare un Ceccuzzi iperpresente a tutte le manifestazioni simili, di qui a maggio? Ebbene sì: la sua cultura intrisa di mastellismo, la sua amicizia con lo statista (ai tempi d'oro mastelliano) di Pontecagnano Faiano Paolo Del Mese, ci restituiscono questa forma mentis del futuro Sindaco. Lui ragiona così: sto mezz'ora lì, stringo una dozzina di mani, faccio un paio di brindisini assestati bene. Tutto, alla fine, fa brodo. Se, poi, vado a parlare di dislessia, magari gli elettori pensano perfino che io ne sappia qualcosa...

Donne e Potere: così fan tutti?

 Domenica prossima (ore 15, 30 in Piazza Salimbeni), manifestazione sulla dignità delle donne, contro la berlusconizzazione dell'universo femminile: doverosa, giusta, sacrosanta. Nel prossimo post sull'argomento, mi permetterò di fare alcune precisazioni sul caso senese, tanto per non perdere l'abitudine. Oggi, però, vorrei permettermi - sperando che nessuno si adiri - solo di fare alcune precisazioni storiche. Il rapporto fra donne e Potere non l'ha certo inventato il Silvio nazionale, lo sappiamo tutti.
Mi duole ricordare - fra i tanti esempi - che la festeggianda Italia del 1861, è nata anche (qualcuno dice soprattutto) grazie ad una che oggi si chiamerebbe escort d'alto bordo, per non dire altro: la contessa di Castiglione.Che andò - spinta dal Cavour - a donare le sue grazie a Napoleone III di Francia: senza l'apporto del quale, di certo, l'Italia unita (almeno nel 1861), non si sarebbe fatta.Non era minorenne, non c'è dubbio: ma non risulta sia andata da Napoleone III a parlare delle terre irredente e della guerra di Crimea, come certamente sosterrebbero i berlusconiani d'oggi...gli italiani e le italiane di allora avevano sensibilità diverse, diciamo così.
Berlusconi, tra l'altro, più che ad un Cavour (che peraltro non si dilettava solo di gianduiotti), può essere certo avvicinato al Duce di fascista memoria: molte sono le caratteristiche comuni, nei rapporti con le donne.Veronica Lario ha sopportato - come Rachele - per anni ed anni, fino a quando il Silvio nazionale - ormai incapace di tenere a freno la lingua, oltre ad altro - si buttò nel pubblico peana della Mara Carfagna. Benito - che si sappia - non aveva mai fatto niente di simile, in questo essendo più cauto, nè con la Petacci, nè con altre: ed aveva davanti una pubblica opinione molto meno reattiva di quella italiana di oggi (nonostante il rimbabimento propugnato dalla Tv berlusconizzata, portato avanti con luciferina astuzia dagli anni ottanta ad oggi).
  Quando il Craxi incarnava l'anima libertina dell'Italia anni ottanta, prodromica al berlusconismo? Lo si attaccava sulle tangenti, sul nepotismo da satrapo arabo, sulla spregiudicatezza politica: manifestazioni riferibili all'harem (la Pieroni era solo la prima inter pares), non se ne ricordano proprio. E con il Crassi, c'era già stato il '68, il femminismo e la secolarizzazione, con tutto ciò che ne era conseguito. In questo, Craxi ha avuto un merito precipuo: ha indicato alla sinistra la strada da battere. Dopo di lui, hanno iniziato a vestirsi da fighetti, rubare e a raccattare le donnine vistose anche quelli dell'ex Pci: altro che austerità berlingueriana, sdoganata definitivamente dal cinghialone socialista, non certo dal romantico Occhetto, sul quale si riuscì a polemizzare financo per un bacio appassionato, immortalato in riva al mare, con la sua compagna Aureliana Alberici.
Insomma, la verticale del Potere italiano Cavour, Mussolini, Craxi (e non certo solo loro!), ha usato sistematicamente le donne: per portarsele a letto, come merce di scambio, per il puro gusto di mostrare il Potere per il Potere.
Solo il divo Andreotti (con qualche triste epigono democristiano) ha rappresentato l'eccezione antropologica a questo andazzo: "comandare è meglio di fottere", è una delle sue massime, immortali. Per Pierferdinando Casini in Caltagirone - che pure si è formato a quella scuola -, la massima andrebbe solo un pochino modificata: basta togliere l'accento sulla e, aggiungendendo un "anche"... De Gasperi, cattolicissimo e con figlia suora, è il vero rappresentante della rettitudine cattolica: non a caso, un'eccezione assoluta; non a caso, un italiano di frontiera, per certi aspetti più austriaco che italiota...

Questa, nel suo genere, è dunque la prima manifestazione di questo tipo: una manifestazione storica, dunque.
A maggior ragione, giova non dimenticare la Storia...

martedì 8 febbraio 2011

Sinistra e laicità: un appuntamento da non mancare!

  Giovedì prossimo 10 febbraio, alle 17,00 a Palazzo Patrizi in Via di Città, c'è un appuntamento da non perdere: e non lo dico con lo stesso spirito che uso per pubblicizzare una conferenza di Franco Ceccuzzi...
Si parlerà di Laicità e di Sinistra, presentando il testo "Gli ultimi giorni di Eluana": vale a dire di due cose letteralmente sparite dall'agenda della politica senese.
Molti fanno finta di essere di sinistra, ma non lo sono di certo: credo di averlo documentato nei miei libri ed in questo blog. Se poi si vuole credere che la Casta di Siena sia assimilabile alla sinistra, è come credere che nelle ville berlusconiane andassero (vadano) gruppi di educande a vedere film sulla storia del Partito comunista.
Quanto alla laicità, in questo caso non si fa nemmeno finta di richiamarsi a questo caposaldo, che dovrebbe essere ununa bandiera della sinistra: non lo fa il Pd nazionale, figuriamoci quello locale. Eppure, con una Curia come questa...Franco Ceccuzzi spero proprio non si presenti all'incontro: anche alla faccia tosta ci deve pur essere un limite, no? Colui che giocherellava alla Festa dell'Unità con il collarino di don Acampa, farebbe bene a stare a casa, a leggersi, se non il mio maestro Ernesto Rossi, almeno un pochino di Cavour.Le Leggi Siccardi, per esempio, lo sa cosa furono? Fiorino Iantorno credo ci sarà: è sempre stato presente, nei momenti importanti per la laicità. Con amicizia, gli chiedo: anche su questo tema (non parliamo su quello della legalità, non diciamo niente a proposito dell'ipercementificazione o dell'Università), come si fa ad allearsi con il Pd, con il Pd di Ceccuzzi e Mussari? Curioso di vedere se ci sarà Pierluigi Piccini: da tempo ha un rispettando percorso di avvicinamento alla Fede, e ne siamo contenti per lui. Ma non gli sentiamo dire o scrivere qualcosa di laico da anni ed anni: non è mai troppo tardi, ma bisogna sbrigarsi.
Il 21 febbraio, in Parlamento, inizia la discussione sul testamento biologico: è ragionevole il massimo del pessimismo della ragione, visto il contesto. Berlusconi - pur di non perdere il Vaticano -, regalerebbe spot sulle sue reti a Bertone (l'avrà già fatto?): figuriamoci se apre sul testamento biologico. Il Pd sarà lacerato come sempre sui temi etici, e per Fioroni e sodali potrebbe essere la volta buona per andarsene (magari...).
Il popolo italiano, ormai, è ampiamente secolarizzato, e fra gli stessi praticanti molti sono a favore dei sacrosanti diritti dei morituri; ma le leggi le fa il Parlamento, cioè la realpolitik del momento, quindi...
Date retta all'eretico: speriamo il più tardi possibile, ma auguriamoci di andarcene con un bello schianto, e via...mala tempora currunt!
Raffaele Ascheri

domenica 6 febbraio 2011

Franco Ceccuzzi: siamo alle comiche (semi) finali...

   Durante il Risorgimento, c'erano i medaglioni con la sacra triade Cavour-Vittorio Emanuele II -Garibaldi. Nella Siena del 2011, c'è invece la sacra triade degli impavidi: di coloro, cioè, che non hanno vergogna a presentarsi per quello che non sono. Acampa-Ceccuzzi-Mussari: uno continua a fare il monsignore nonostante l'evidenza; Mussari va a presenziare ad incontri sul bene comune, manco fosse davvero un banchiere etico (sic!): non si riesce a comprendere se lui stesso ci creda o meno; il prossimo Sindaco di Siena, con una giravolta funambolica, diventa un improvviso sostenitore della necessità delle Primarie.
Come se Acampa improvvisamente diventasse personaggio dall'irreprensibile moralità...
Ceccuzzi è sempre stato freddino alquanto con le Primarie, soprattutto nel senso aperto del termine. Era chiaro che le avrebbe accettate, solo allorquando fosse stato strasicuro di vincerle: evidentementi, la candelora lo ha portato alla suddetta convinzione, quindi ora vai con le Primarie. Ce ne occuperemo, molto.
Per ora, basti ricordare che il 26 novembre 2008, la spumeggiante Gaia Tancredi - sul Corriere di Siena, pagina 5 - scriveva che Ceccuzzi si sarebbe dimesso se, oltre a Bezzini, fosse spuntato un altro candidato per la Provincia. "Pd, Franco Ceccuzzi lascia se spunta il secondo candidato": ne spuntarono financo due, ma Franchino non lasciò la poltrona di segretario comunale, che gli serviva per iniziare a conoscere le principali Vie e Piazze della città di cui sapeva sarebbe diventato Sindaco.Fece di tutto e di più, per non arrivare a quelle Primarie, che ora rivendica come imprescindibili. "Ma mi faccia il piacere", avrebbe detto un grande conterraneo del suo punto di riferimento politico della prima legislatura,il mastelliano Paolo Del Mese da Pontecagnano Faiano. Ma mi faccia il piacere!
Non pago di questa giravolta spaziale, ora il Nostro - nel clima preprimarie - si batte anche per la meritocrazia: da che pulpito, verrebbe da dire. Ci vuole davvero una bella faccia bronzea. Ma lo sa che ruolo avrebbe lui, se ci fosse sempre il Pci di una volta? Non rispondiamo, per non essere impietosi: di certo, non correrebbe da Sindaco in pectore...
L'unica cosa, però, di cui non può proprio parlare - neppure con la faccia bronzea che si ritrova -, è la questione morale: quello, proprio no!
Forse, però, c'è un'altra chiave di lettura, concernente la ceccuzziana svolta meritocratica. Non vorrà mica fare fuori Mussari Giuseppe - che non è diventato certo banchiere in modo meritocratico - dalla poltrona della Banca più antica e più trendy del mondo?  

Nb Napoli docet: per le Primarie, suggerisco di sorvegliare bene l'attività dei seggi. Vero è che le indicazioni si danno prima (e che il vincitore si conosce prima, altrimenti che Primarie sarebbero?): comunque, i piddini onesti controllino, per non avere brutte sorprese...

sabato 5 febbraio 2011

Massimo Guasconi (II): lo smemorato della Cna...

 Torniamo volentieri ad occuparci di Massimo Guasconi, il grand commis senese che scrisse di Galaxy vincente, sei mesi prima della gara d'appalto (vedasi post precedente).
Tutto dietro ai vestiti da scegliere ed alle cotonature più ricercate, dall'inchiesta su Galaxy (di cui è un personaggio minore, ma ben presente in momenti importanti, sui quali, magari, un giorno dovrà riferire in Tribunale come teste) esce il quadro di un Guasconi un pochino leggero, quanto a memoria.Niente di drammatico, ma indubbiamente uno che passa da una presidenza all'altra, deve avere l'ippocampo funzionante al meglio, no?
Doveva ricordarsi di non scrivere niente sull'accordo già raggiunto con Galaxy, ed invece - come visto - ha messo tutto nero su bianco, e dato alle stampe; c'è poi una interessante intercettazione che ce lo palesa come lo "smemorato della Cna" (allora ne era Presidente, prima di diventare il numero uno della Camera di commercio, carica che ricopre dal giugno 2009). La Cna - per chi non lo sapesse - con i suoi circa 4500 iscritti, è la vera cinghia di trasmissione tra la Casta di Siena e la piccola e media impresa del Senese: sempre all'ombra di Babbo Monte, ovviamente.
La futura indagata Francesca Andreini, titolare dell'agenzia immobiliare Case e ville di Monteriggioni, il 4 dicembre 2009, alle 8 e 50 di mattina, lo chiama, e gli ricorda l'appuntamento per il lunedì successivo in Provincia, per parlare con il Presidente Simone Bezzini: lui, il Guasconi, se n'era dimenticato...

giovedì 3 febbraio 2011

Galaxopoly: l'ingenuità di Massimo Guasconi...

 Massimo Guasconi è il Presidente della Camera di commercio di Siena, dal giugno 2009; in precedenza, era stato il numero uno della Cna, grande serbatoio della Casta di Siena. Nel suo Curriculum vitae, si parte dal 1993, quando era amministratore unico della Tureco Srl: ma ma nei suoi primi 32 anni di vita, che professione ha svolto il Guasconi? Non lo poteva indicare, nel curriculum? Forse l'eretico avrà cercato male... Cinquantenne dall'aria pacata, mai mezzo capello fuori posto, impossibile da vedere non incravattato, nel marzo 2007 ha commesso un errore di quelli grossi, fornendo un assist con i fiocchi agli inquirenti. Qualche buffetto di rimprovero, quelli che contano (specialmente Quello che conta...), glielo avranno dato.
Forse troppo concentrato nella cotonatura, non si è accorto di scrivere una cosa che i potenti di Siena già ben sapevano, ma che si doveva tenere segreta, segretissima!
"L'accordo siglato con il fondo Galaxy è un passo decisivo per lo sviluppo del nostro aeroporto...i nostri complimenti vanno dunque alla Bana Mps, al Presidente dell'aeroporto Enzo Viani e a tutti gli altri soci istituzionali che hanno lavorato affinchè Galaxy decidesse di investire sul nostro territorio".
Peccato che queste cose le scrivesse - sul giornale della Camera di commercio, nero su bianco - appunto nel marzo del 2007: circa 6 mesi prima della farsesca gara d'appalto del 10 settembre 2007.

La Casta di Siena, anche in quell'occasione, ha dimostrato di essere antiveggente: di sapere davvero guardare avanti...

mercoledì 2 febbraio 2011

Mps: mignotte Presidente Silvio?

   Uno dei tanti, legittimi motivi di vanto della corazzata mussariana in questo incipit di 2011 che promette bene per Mps, oltre al vino 1472 ed alle felpe (la cui uscita stiamo tutti aspettando: altro che saldi, che nessuno compri un maglione, se non mussariano, d'ora in avanti...), è il fatto che il conto del ragionier Spinelli con cui - secondo la Procura di Milano - Silvio Berlusconi pagava le sue escort (ma mignotte, non si può più dire?), è un conto montepaschino, ma proprio montepaschino Docg, più del vino di cui sopra.
Filiale presso il centro direzionale Palazzo Vasari, Milano 2, Segrate (Cab 206003), scrive Piero Colaprico su Repubblica di oggi (pagina 9, "Spunta Noemi nel conto segreto - i bonifici del ragionier Spinelli per la madre della ragazza di Casoria"). Altro che Intesa, Unicredit o altro: proprio Mps!
Non capisco perchè gli house organ locali di Mps (Corriere di Siena e Nazione) non lo scrivano, non lo enfatizzino: dovrebbero esserne orgogliosi, no? Dovremmo esserlo tutti, no? Che c'è di più trendy, di essere la banca scelta dal Cavaliere per foraggiare il bunga bunga? Davvero non capisco.
Ovviamente, Mussari Giuseppe non sapeva niente di questo conto, tantomeno dell'uso che ne veniva fatto (non può mica conoscere il nome di tutti i correntisti del Monte, che Lui - da vero uomo di sinistra - considera tutti uguali...); ed inoltre - pare superfluo dirlo - il conto incriminato non concerne minimamente la senesissima Elisa Toti, la 32enne che frequenta la villa di Arcore. Lei - come ha detto da Vespa ieri sera -, ogni tanto chiama, Silvio risponde, fanno due chiacchiere sul più e sul meno al cellulare, poi lui, galante come sempre, la invita a cena e lei - se non ha di meglio - accetta volentieri. Vuoi mettere avere l'onore di ascoltare le barzellette di Silvio dal vivo, la musica melodica del menestrello Apicella, di abbeverarsi alle pillole di giornalismo di inchiesta di Emilio Fede: si mangia, si beve (solo Coca cola light, ha detto Carlo Rossella: si sta attenti anche all'eccesso di calorie!), poi due salti nella discoteca della villa, e via a nanna, all'Olgettina. Il giorno dopo, ci si alza presto: inizia una nuova, defatigante giornata di fotomodella. Altro che bunga bunga, altro che quello che insinuano i soliti malevoli (anzi, diciamola tutta: chi fa certe allusioni, lo fa solo per invidia, perchè vorrebbe esserci lui, ad Arcore, tiè).
Sta venendo su bene, questa bella ragazza nostrale: il Corriere di Siena - che la porta in palmo di mano -, le pronostica financo l'isola dei famosi. Wow. Mi sembrerebbe, comunque, pienamente meritato: famosa, ormai, è diventata. Brava, è brava.
Credo, quindi, che anche Siena dovrebbe onorarla come si conviene.
Per il Mangia, forse è presto; si potrebbe optare per il Santa Caterina d'oro, no?
Raffaele Ascheri

martedì 1 febbraio 2011

Galaxopoly: la bilocazione del Biscardi...

  Ritorniamo, finalmente, a parlare di Galaxopoly: lo so, ho aspettato troppo. Il fatto è, che c'è così tanto di cui scrivere, ho una montagna di arretrati, quindi...ciò detto, si riparte. Anzi, si decolla!

Una new entry di un certo peso è quella di Lorenzo Biscardi. Nativo di Certaldo, classe 1955, residente a Poggibonsi, è un tipico esempio del rampantismo valdelsano che fa tanto Casta di Siena. Nel 2007 (fino al 3 dicembre), era il Presidente del Consiglio di amministrazione dell'aeroporto di Ampugnano.
Quel maledetto 10 settembre 2007 - il giorno della farsesca gara d'appalto già decisa prima di iniziare, secondo gli inquirenti -, il Biscardi sarebbe dovuto essere a Siena, in Piazza Salimbeni, per presenziare all'inizio (almeno a quello!) delle "operazioni". Alle 9, 30, quindi, si sarebbe dovuto trovare in Piazza Salimbeni. Unico problemino: non c'era!
Il nostro pare abbia sei cellulari (Luciano Moggi, al confronto, era un neofita...); gli inquirenti sono agevolmente risaliti al fatto che, dal traffico di una di queste sei utenze, l'ottimo Biscardi quel giorno (o quantomeno quella mattina) non era a Siena. Alle 10 e 22 - invece di essere in Piazza Salimbeni - era a Roma; alle 14 e 37, per esempio, a Fiano Romano (la patria di Sabrinona Ferilli, sempre sia lodata: è anche del Pd...), alle 16 e 02 verso Sinalunga, poi a San Gimignano. Insomma, tra Lazio e Toscana, ma non a Siena: almeno non fino alle 16 e trenta.
E non è finita qui: ben due verbali della suddetta gara d'appalto, attestano la presenza del Biscardi in Piazza Salimbeni, almeno all'inizio della gara (se così ci ostiniamo a volerla chiamare...), appunto alle 9 e trenta di mattina.  Che dire?
Vista la deriva filopapalina del Monte dei Paschi (con la Fondazione, formalmente, nelle mani del devotissimo Gabriellone), è probabile che Biscardi abbia avuto una bilocazione, tipo San Pio (o padre Pio che dir si voglia): una parte di lui era in viaggio per l'Italia; una parte, invece, nella sede della banca. Sì, proprio di quella che fa il vino buono e le felpe fashion...
Raffaele Ascheri