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mercoledì 31 agosto 2011

L'eretico a Pegognaga...

Seguendo il suggerimento della maga,  l'eretico, in un appiccicoso pomeriggio di giugno, arrivò alfine in quel di Pegognaga: non proprio un posto da gradevole fine settimana, a dirla tutta...
Entrato nel paesone - come pattuito con la maga dell'Acquacalda -, l'eretico aprì finalmente la busta che gli era stata consegnata qualche giorno prima, compiacendosi del suo autocontrollo per non averla aperta prima, a Siena o durante il viaggio: all'interno, c'era un nome (Settimio), un cognome (che non si può trascrivere, per comprensibili ragioni di privacy), un indirizzo. Ed una raccomandazione finale:
"Quest'uomo ha materiale importante per te: vai da lui, ne sarai soddisfatto!", intimava perentoriamente la fattucchiera.
Arrivato al cospetto di Settimio, mi trovai di fronte un imprenditore di carni dall'aria furba, dall'aspetto sgraziato, nonchè dai modi gentili. Tra le varie occupazioni della sua giornata, di certo l'igiene personale non era ai primissimi posti: la faccia paonazza, la barba incolta ed unta, l'abbondante sudorazione, non facevano che confermare quanto appena detto.
"La storia che sto per dirle - prese a parlare, dopo i rapidi convenevoli di rito - le sembrerà quasi incredibile, ma le assicuro che è tutto realmente accaduto!", disse l'uomo, mentre prendeva da una borsa che aveva alla sua sinistra una cartella: piuttosto piena, all'apparenza.
Mentre parlava, le sue manone da macellaio arricchito, ben tozze, se le passava sulla testa, attraversata da pochi - ma decisamente sporchi -  capelli rossi.
"L'anno scorso - come faccio tutti gli anni - sono andato in vacanza in un paese dell'Est: sa com'è - disse, giocando sulla complicità maschile -, qui le donne non sono più quelle di una volta, ed io, dopo 350 giorni in mezzo ai maiali, per 15 giorni all'anno divento io stesso un maialino", aggiunse, ridendo in modo grasso, e facendo assumere ai suoi tratti un'espressione ancora più volgare di quella che l'eretico gli aveva assegnato fino a quel momento.
"Capisco, capisco benissimo: ma perchè tutto ciò dovrebbe interessarmi? Sono esperienze sue: che c'entro io?", provò a domandare, in modo un pochino spazientito, l'eretico. Una reazione del tutto scontata, visto la piega che sembrava prendere il discorso...
"Va bene, vedo che lei vuole arrivare subito al sodo: bravo, è giusto così, mi piacciono le persone che non hanno tempo da perdere!", disse sorseggiando una cedrata ghiacciata abbinata a pezzi di salame e formaggio. Mentre parlava, il salame ed il formaggio, opportunamente triturati da denti devastati dall'incuria, non venivano celati al suo interlocutore.
"Rientrato nel mio albergo dopo avere ben mangiato e bevuto, avevo un appuntamento con una...ragazza. Il portiere mi aveva detto di andare in una stanza, ma io avevo evidentemente sbagliato il numero: questi dell'Est, parlano sempre un italiano incerto, no? In quell'albergo, con la stessa chiave spesso si entra in più porte, quindi entrai: appena dentro, non trovai la bella ragazza che mi aspettavo, bensì una stanza vuota. Sul lettone, però, c'era una borsa, piena. Non volendo uscire a mani vuote, la volli prendere, per poi andarmene, subito dopo. Dopo avere consumato con la ragazza nella stanza giusta, tornato in camera mia, aprii la borsa: c'era quello che le sto facendo vedere adesso. Una cartella con dentro più di 300 pagine, tutte dedicate alla vita di questo importante personaggio di Siena. Le interesse averle, queste pagine? Io non voglio avere noie, e, francamente, non me ne importa niente. Dissi del fatto alla maga, un paio di mesi fa, quando lei stette una settimana a Pegognaga: e lei deve averlo riferito a lei. Insomma, le vuole queste carte, o no?".
Come potrete immaginare, l'eretico si tuffò su quelle pagine: appena visto il calibro del personaggio in questione, non potè che accettare, con grande, immenso piacere.
 Chi mai le poteva avere scritte, quelle più di trecento pagine, già quasi pronte per la stampa?
 Ma soprattutto - immaginando la legittima curiosità dei lettori - chi è l'oggetto della biografia non autorizzata?
Tempo al tempo: domenica l'arcano - alla maga dell'Acquacalda piacendo -  sarà svelato...

martedì 30 agosto 2011

Bersani-Penati come Ceccuzzi-Mussari?

      L'eretico confessa: sta godendo come pochi, nel corso della lettura di prima mattina dei vari quotidiani (nazionali). L'affaire Penati, in effetti, non può che fare gongolare chi da anni scrive delle zone d'ombra del Pd (troppo facile fare come Rosaria Bindi, per la quale il Pd è pulito, semmai erano sporchi i diesse...). Il "sistema Sesto" è venuto a galla, ed ora c'è il crucifige nei confronti del (ricco, non certo povero) Penati Filippo, fino a ieri osannato per il suo pragmatismo riformatore, alieno dalla facile demagogia dell'antipolitica. Financo il Tribunale interno con i probiviri (primus inter pares il probissimo Luigi Berlinguer, a Siena ben noto) è stato sguinzagliato, per trovare il modo di escogitare la punizione esemplare per il reprobo piddino: ma i Pm di Monza, fortunatamente, sembrano, ad occhio e croce, sulla retta via per fare naufragare il goffo tentativo piddino di circoscrivere a Sesto San Giovanni le magagne del Partito (e Pronzato, e Morichini, dove li mettiamo, per restare solamente a questa estate?). Dagli al Penati Filippo, dunque.
Certo che se iniziasse a parlare lui, sarebbe uno spasso: a parte tutta la questione degli appalti dell'area Falck e delle quote autostradali con il gruppo Gavio (roba decisiva, ma pallosissima da seguire), l'eretico auspicherebbe maggiori chiarimenti su un fronte di irresistibile interesse: quello che l'imprenditore (e pagatore di Penati, per sua stessa ammissione) Piero Di Caterina ha dichiarato a Paolo Berizzi di Repubblica lo scorso 4 agosto ( pagina 11): "Di imprenditori ce n'erano sempre. Quelli erano viaggi per metà di lavoro - diciamo istituzionali o comunque di affari - e per metà di piacere. Brasile, Usa, Repubblica ceca, Slovacchia. Erano gli anni di Penati Sindaco. Solo uomini, niente famiglie". Non risulta che Penati Filippo abbia smentito una virgola di quanto detto da Di Caterina in questa intervista.
 Quando queste cose le facevano i craxiani, venivano considerati lo sterco della politica...

  A Siena, ovviamente, di viaggi di piacere e non solo pagati con soldi pubblici o della banca, mai neanche l'ombra: solo Penati Filippo, solo lui!
E veniamo alla questione posta dal titolo. Ora Bersani - sbolliti i bollenti spiriti da class action  (e da colpo di sole)  dei militanti piddini contro i giornali (sic) - si dice incredulo, incapace di capire come sia potuto succedere (inizia a dubitare della propria intelligenza?); in ogni caso, è stato costretto a biascicare qualcosa, dopo reiterate insistenze.
A Siena, visto che c'è un Mussari Giuseppe (main sponsor del Pd locale) sotto inchiesta esattamente come Penati Filippo, Franco Ceccuzzi - che Mussari ben conosce, oltre ad esserne stato testimone di nozze - non dice niente. Aspetta, nicchia, parla di cavalli e trova voce solo per attaccare (giustamente, si capisce) la Brambilla. Se le cose mussariane dovessero mai andare avanti, ci delizierà con una sua esternazione? Semplicemente, ci farà capire come la pensa? Siamo a rischio querela anche solo a chiedere il suo augusto pensiero?
Visto poi che il caso Penati fa riscoprire improvvise verginità a parte del Pd, con continue richieste di "fare piena chiarezza su ogni aspetto della vicenda", e pressanti inviti a rinunciare alla prescrizione, l'eretico si domanda: perchè Ceccuzzi non si unisce al coro dei giustizialisti anti-Penati? Perchè non usa parole nette e perentorie contro di lui come altri piddini di rango (tra cui i suoi amici Rossi e Renzi)? Anche se non se n'è accorto nessuno, è stato per due mandati in Parlamento (a differenza di Rossi e di Renzi): un giudizio di una testa pensante come la sua - in questo momento periglioso per il Pd - potrebbe risollevare il morale della base smarrita.
Dì qualcosa di sinistra, Ceccuzzi; o, almeno, qualcosa di civiltà! Oppure, qualcosa basta sia, purchè non riguardi i cavalli...

lunedì 29 agosto 2011

Abolite l'8 dicembre, invece del 1 maggio!!

   Finalmente in Italia si è aperto un dibattito sul rapporto fra Chiesa e fisco: ci voleva la supermanovra da 45 miliardi, ma ci siamo arrivati. Meglio tardi, che mai!
 Merito dei Radicali (non certo del Pd, subito intervenuto con Rosaria Bindi a subitanea difesa dei privilegi ecclesiastici, poi con Bersani che - spinto dalla base - ha fatto una mezza apertura, che rimarrà di certo lettera morta) e dell'incazzatura della gente.

 L'eretico, modestamente, lancia la sua proposta (non sulle tasse, visto che è sin troppo scontato intuirne il pensiero): ABOLIRE L'8 DICEMBRE!!
Perchè se da qualche parte bisogna pur tagliare, è giusto partire dalle feste religiose, piuttosto che dal 25 aprile o dal 1 maggio; perchè se pensiamo di tagliare quelle religiose (almeno una, almeno una!), all'eretico pare che proprio l'8 dicembre (dirò subito la ragione) sia quella più adatta.
 L'8 dicembre non si lavora per "festeggiare" il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria (non che la Madonna fosse immacolata - cosa stabilita da secoli -, ma che fosse nata, da Anna, senza peccato originale): massimo rispetto per il dogma cattolicissimo, ci mancherebbe altro. Meno, molto meno, per l'imposizione della festività (almeno, per il Santo patrono c'è un legame con la città e le sue tradizioni, il Natale è sempre il Natale e la Pasqua è la festa fondante il Cristianesimo stesso...). Va aggiunta un'altra cosina, poi: il contesto. Pio IX impose il dogma - nel 1854 - in chiara ed evidente funzione antirisorgimentale (la svolta antipatriottica dell'allocuzione del 1848, durante la I Guerra d'Indipendenza, era ancora fresca), come ulteriore monito antisavoiardo: stabilendo che la Madonna era nata immacolata ed incorrotta, si voleva ricordare - a mò di perentorio memento - da che parte stesse la Madre di Dio, al cospetto di coloro che avevano l'idea di abbattere lo Stato Pontificio e già si erano macchiati dell'affronto della Legge Siccardi contro i privilegi feudali degli ecclesiastici (Legge che avevano voiglia di estendere a tutto il Regno futuro). Il dogma dell'Immacolata, dunque, ha un valore intrinsecamente polemico contro le Leggi Siccardi, e di monito contro quello che si capiva sarebbe venuto (la Breccia di Porta Pia, shock non ancora del tutto metabolizzato da parte della Chiesa cattolica...). Visto che siamo nel tanto strombazzato 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, forse sarebbe venuto il momento di affrontare questa zona d'ombra: facile ribadire l'importanza dell'Unità, meno agevole e più imbarazzante ricordare chi era fermamente contrario alla stessa (primus inter pares, proprio quel Pio IX del suddetto dogma, pronto dopo il 1870 - e dopo un altro dogma "politico" come quello dell'infallibilità pontificia - a dichiararsi prigioniero dei Savoia ).

 Nella temperie risorgimentale, una delle imprecazioni più diffuse (ancora presente, sebbene in via di estinzione, fra i vecchi nelle campagne toscane) era il celebre "Accidenti a Pio IX!"; noi, ora, dobbiamo essere politicamente corretti: però un pensierino sull'abolizione dell'8 dicembre, si potrebbe sempre fare, no?  

sabato 27 agosto 2011

Ha parlato la maga: l'eretico a Pegognaga!

  I lettori si chiederanno il senso di questo titolo, e con piena ragione. Premettendo che non trattasi di post scritto sotto l'effetto etilico o come conseguenza traumatica cagionata dall'ascolto prolungato del Bezzini, una premessa è doverosa.
Come Nanni Moretti dopo il successo berlusconiano del 1994 si fece il primo cannone della sua vita, l'eretico - dopo la vittoria di Franco Ceccuzzi e la (allora) verosimile vittoria processuale di Acampa, poi infatti verificatasi - ha fatto ben di peggio: per la prima volta è andato da una maga. Mettendo da parte pregiudizi più che radicati, evidentemente risucchiato dai rischi di una depressione da sconfitta sistematica, è arrivato alla frutta.
In una giornata freddina e piovosa di maggio, l'incontro con la famosa maga dell'Acquacalda (di cui non posso fornire, comprensibilmente, l'indirizzo) ha avuto - quasi insperabilmente - un valore terapeutico. Guardando nella sua sfera di cristallo, la maga dell'Acquacalda, dopo alcuni minuti di concentrazione assoluta,  ha profetizzato la seguente frase, che ha preso a ronzarmi nella testolina, in continuazione:
"Se vuoi avere un pochina di soddisfazione nella tua vita grama, è a Pegognaga che devi andare!".
L'eretico, ovviamente, ha chiesto ulteriori lumi alla fattucchiera della periferia nord:
 "Da eretico a maga, non prendiamoci per il...perchè in quel paesino sperduto nella pianura padana, perchè proprio lì?".
"Caro eretico - è stata la ieratica risposta, le braccia rivolte al cielo -, vai e capirai...".
 Per dare maggiore forza e vigore al suo pensiero ed al suo suggerimento, ha preteso financo di non essere pagata.
 "Se avrai soddisfazione, tornerai da me, e mi ringrazierai come vorrai...", ha concluso sempre più misteriosa e sfuggente.
Perchè, dunque, Pegognaga? E soprattutto: cosa mai ci potrebbe essere (oltre al puzzo di concime, olfattivamente ben rilevabile anche dall'autostrada) in quel florido paese di 7218 anime? Cosa possono celare i pegognaghesi, o, forse, uno solo di loro?
 La maga dell'Acquacalda mi diede una busta:
 "Aprila solo quando sarai a Pegognaga, non prima: altrimenti il suo effetto, importantissimo, svanirà".
Chiunque di voi, potrà immaginare la curiosità spasmodica del viaggio, dopo cotanta rivelazione di cotanta maga (quando Canale tre era un pochino meglio di ora, almeno le maghe e le donnine discinte le faceva vedere: ora, nemmeno quelle...).
Mercoledì l'eretico - alla maga piacendo - svelerà l'arcano... 

venerdì 26 agosto 2011

Un altro prete contro il Vescovo!

  Un altro sacerdote che si trova (suo malgrado) sotto la giurisdizione dell'Arcivescovo Antonio Buoncristiani fa sentire la sua voce sulla scandalosa situazione della Curia senese. Trattasi di un sacerdote anziano, della parrocchia di Civitella Marittima (giurisdizione senese, per quanto appaia strano), di nome Benedetto, e di cognome Carbone (ah, questi Benedetto, che croce, per Buoncristiani: ma finchè l'unico Benedetto che conta fa finta di niente pur sapendo, no problem per il Vescovo...).
Don Benedetto Carbone, lo scorso 28 luglio, ha scritto una piuttosto lunga lettera (8 pagine dattiloscritte), usando parole durissime contro il "suo" Arcivescovo Antonio Buoncristiani. Partendo dalla difesa di don Doriano (il sacerdote allontanato dalla sua parrocchia dal Vescovo perchè sospettato di avere coperto un pedofilo, ma senza essere stato raggiunto da alcun avviso di garanzia!), fa emergere l'asimmetria con l'affaire Acampa (appena raggiunto da una richiesta di rinvio a giudizio, promosso da lui monsignore!).
Scrive, testualmente, don Carbone: "Si badi la differenza di comportamento: nel caso di don Doriano tanta considerazione per la Magistratura, nel caso dell'economo generale nessuna considerazione per la stessa. Alle persone intelligenti non sfugge il perchè". Più chiaro di così...
Sul Vescovo, poi: "La presente lettera non l'invio all'arcivescovo, nè per conoscenza, nè per competenza, perchè i rapporti che io ho con lui, sono solo quelli inerenti al suo ruolo di Superiore, di Ispettore, di Sorvegliante, di Menager (l'errore è del sacerdote, Ndr), di Alto Funzionario della Chiesa...unico suo intento: tutelare se stesso".
Stoccatina finale: "è mia intenzione divulgare questa lettera anche tra i fedeli".

 Come già detto in altro post, il Dominus della Chiesa senese ora deve sbrigliare la matassa: come minimo, intanto, una bella querela con maxirichiesta di danni gliela dovrebbe proprio fare, a questo impenitente di prete; in secondo luogo, non si vede proprio come un pastore d'anime come Buoncristiani possa continuare ad esercitare il suo altissimo ruolo pastorale, in cotanto nido di vipere, che gli fanno lo fronda dal mattino alla sera, invece di essergli proni: vanno dalla Polizia ad insinuare la colpevolezza del suo pupillo, scrivono lettere contro il Vescovo.
Non si può - e non si deve - restare inermi, non è più possibile: Giustizia deve essere fatta!

Penati Filippo ed il Sistema Siena...

    Mentre impazza la Festa del Pd senese, il Partito è scosso dall'affaire Penati Filippo, ex braccio destro (ora ovviamente scaricato) del Bersani piddino. Il Gip non ha ravvisato la concussione, ma certo che la corruzione sì, e il Penati Filippo si è salvato dalla galera (dove sono comunque finiti ieri un architetto e l'ex assessore all'edilizia di Sesto San Giovanni) solo per la prescrizione dei fatti corruttivi. Come un berluschino qualunque, dunque (o come un Andreotti d'antan): complimenti, davvero, a colui che coordinò, in primissima persona, la campagna elettorale di Bersani alle Primarie nazionali del Pd (guarda caso, tutti i big del Pd senesota, erano per Bersani, dunque per Penati...). E complimenti anche a Bersani, un genio quando c'è da scegliere chi mettersi intorno (oltre a Penati Filippo, si pensi per esempio all'ottimo Pronzato, che ha già ammesso di avere raccattato tangenti in qualità di Responsabile nazionale trasporti - settore aereo - del Pd).
Meno male che il Sistema Siena (sempre orientato al Buon governo ed alle Carte etiche) è ben differente da quello di Sesto San Giovanni: perchè, allora, non rivendicarne la diversità? Visto che qui il Partito è sano fino al midollo, visto che qui il Pd non conosce avvisi di garanzia (e come potrebbe?), visto che qui onestà adamantina e Pd non sono ossimori, perchè non parlare mai di questione morale (ed infatti, l'argomento è tabu, alla Festa)? Alla festa piddina,  per chi non si addormenta, alla fine degli incontri non c'è mai spazio per gli interventi del pubblico: perchè, se ci si riempie sempre la bocchina con la parola partecipazione (bla bla bla)? Non c'è una eclatante contraddizione, in tutto ciò?

 Lo sapete che a Sesto San Giovanni - anche lì - i Penati della situazione fino all'altroieri si impastavano la bocca con paroloni come "diversità" ed altri, per rimarcare una loro (presunta alquanto) superiorità rispetto al resto dei politicanti? Proprio facce da Penati...
Ma l'avete visto il manifesto della Festa, quello con il neonato che ci offre un meraviglioso sbadiglione da competizione? Sembra uscito da un incontro in Fortezza...

giovedì 25 agosto 2011

Mussari snobba Bersani: e non è neanche in ferie...

 La Stampa di Torino (che molti conoscono solo da pochi giorni, visto lo sciagurato - per lei - abbinamento con il Corriere di Siena) oggi pubblica un articolo di Fabio Martini (pagina 5), concernente l'incontro di Bersani (quello del Pd) con le parti sociali. Incontro dominato dalle assenze, più che dalle presenze: la Marcegaglia, niet; Bonanni, non arrivato, Mussari Giuseppe, non pervenuto. Il giornalista della Stampa la butta sul balneare: "Certo, è agosto, non tutti se la sono sentiti di lasciare il luogo delle vacanze". Forse è andata così, ma non certo per Mussari: il quale ieri (ore 9, 14 a.m.), ha infatti varcato, con buon passo, l'austero portone di Rocca Salimbeni, con opportuna borsa da sport sulla spalla destra. Lui, quindi, in vacanza non c'era proprio: da buon stakanovista, era al pezzo. Magari incazzato nero (la Repubblica proprio ieri parlava del 92% di valore della Banca bruciato, dal 2007 ad ora), ma sempre al pezzo.
Il fatto è che Lui è stato un Grande sponsor di questo rassemblement delle parti sociali, ma poi il privilegio della visibilità se lo sono conquistate le donne (la Marcegaglia e la Camusso in primis), ed i vecchi marpioni sindacalisti. Per Mussari, poco spazio, ed ancor meno visibilità: scelta anche sua, o amaramente subìta?
Certo che, però, dare questo sgarbo al meno famoso dei Bersani (il cantante Samuele è molto più carismatico), non se l'aspettava nessuno, a maggior ragione visto che non era in ferie. Se avesse chiamato Silvione o qualche pezzo grosso del Pdl, di certo sarebbe andato...

mercoledì 24 agosto 2011

Città aromatica: per qualcuno, aromaticissima...

 Venerdì, tutti in Piazza, a godersi lo spettacolo del concertone di fine estate della cosiddetta "Città aromatica" (aroma di che? A ciascuno la sua idea...). Si esibirà un artista straordinario (senza presa per il culo), rispondente al nome di Massimo Ranieri: una carriera quarantennale, non solo legata alla musica, ma anche al cinema. Probabilmente anche l'eretico sarà presente, nonostante la ghiottissima concorrenza, in simultanea, del Bezzini show in Fortezza (al masochismo di chi andrà, davvero non c'è limite!).

 Chi è il vero Dominus di questa Città aromatica? Mauro Pagani, ex Pfm (per chi ha gli anni per ricordarseli), divenuto, con gli anni, coproduttore di molti artisti di rango (Gianni Morandi, Roy Paci, lo stesso Ranieri et alii); per organizzare questa città aromatizzata, raccatta 45mila euro (più i comprensibili ritorni, derivanti dal fatto di portare a Siena artisti della sua scuderia).
Per organizzare lo spettacolo di venerdì in Piazza, il Comune sborserà (tutto compreso) una cifra intorno ai 200mila euro: in tempi di vacche magre o magrissime, non certo poco, no?
Chissà cosa ne penseranno - solo per restare all'aspetto musicale ed aromatico della città, senza inserire il solito discorso sul welfare cittadino che alza i prezzi di molti suoi servizi - quei dieci docenti di Siena Jazz che si sono dovuti recentemente esibire aggratisse per mancanza di fondi?
Ma soprattutto: con le eccellenze del territorio che ci ritroviamo in casa, perchè fare organizzare il tutto a Mauro Pagani? Sarà bravo, sarà inserito, certo. Però a Siena abbiamo un altro Mauro (Mauro Rosati), che di questa roba si intende, probabilmente più di quanto si intenda di strategia della geopolitica alimentare. Perchè non farlo lavorare su questi temi, del tutto attinenti alla sua formazione? Perchè fare sfiorire le eccellenze del territorio, destinandole a tristi ed anonimi posti nei Consigli di amministrazione montepaschini? Diamo fiducia al territorio, cribbio: la prossima Città aromatica, deve essere sua!!

La Benedetto si inkazza...

  Visto che non tutti leggono i commenti ai post, all'eretico preme segnalare che la dottoressa Benedetto ne ha lasciato uno (piuttosto lungo ed argomentato) concernente l'articolo di ieri, in cui attacca a capo basso l'eretico. Chiunque lo può leggere, e quindi giudicare: quantomeno lei risponde, e da questo punto di vista è da elogiare.
Si contesta una cifra che l'eretico ha ripreso da Marco Bastiani de Il Giornale: se l'eretico ha sbagliato (con Bastiani) la cifra, chiede scusa, ed è pronto ad inchinarsi ed a stare sui ceci per venti minuti. Ci faccia però sapere la dottoressa Benedetto quale sarà la sua retribuzione annuale (lorda) per il suo prestigioso incarico alla Camera di commercio fiorentina: siamo in (dolcissima) attesa.

Inevitabile, poi, il ricorso della Benedetto alle minacce di adire a vie legali (non grande originalità, a dire il vero): contestando cosa, è però meno chiaro; ma se fosse stato stato tutto così inappuntabile ed ineccepibile, perchè dimettersi, allora?
 
Quanto al conflitto di interessi, come sempre si riversa tutto su Berlusconi (sacrosanto: forse la Benedetto ha scambiato l'eretico per un filoberlusconiano?), evitando di guardare in casa propria. Ci si scandalizza della trave, ma il proprio conflittino è una pagliuzza?

martedì 23 agosto 2011

Il caso Benedetto- Rossi: riflessioni da post scoop...

   La vicenda delle dimissioni della dottoressa Laura Benedetto dalla Asl senese impone almeno un paio di riflessioni: la prima, in merito alla (tristissima) situazione della stampa toscana; la seconda, in ordine al caso in se stesso.
La stampa, dunque. Questo bloggino di provincia - volenti o nolenti - era stato l'unico (non il primo, l'unico) a scrivere del conflitto di interessi della suddetto Benedetto (vedasi post del 10 luglio scorso). Quando lei si è dimessa dal suo importante incarico amministrativo, alcuni giornali si sono ben guardati dal citare in alcun modo l'eretico di Siena (complimentoni ai futuri Premi Pulitzer!), e solo Michele Bocci della redazione fiorentina di Repubblica ha scritto di un "blog senese", ma senza avere il coraggio di citare quale (un compromesso con lo staff rossiano, immagino).
Chi tocca Enrico Rossi (o persone a lui care), peste lo colga, evidentemente: meglio non citare blog eversivi del Potere costituito, dunque. O, al limite, limitarsi a mettere sulla pista giusta i lettori: quelli più svegli, ci avranno capito qualcosa, e magari saranno risaliti alla effettiva fonte della notizia. Gli altri, si arrangino.

Secondo argomento: le dimissioni della compagna di Enrico Rossi. In primis, nessuno pretendeva che - con il Curriculum vitae che si ritrova - dopo cotanto incarico senese, andasse a fare la badante a Gambassi Terme o le notti a Campostaggia: questo proprio no! Da un concorso della Camera di commercio di Firenze, fra 39 concorrenti, lei è uscita trionfatrice, e dal prossimo1 settembre ne diventerà Segretario generale (il 25 agosto deve festeggiare il compleannone dell'Enrico, prima). Secondo Marco Bastiani de Il Giornale del 19 agosto (l'eretico - come vedete - usa citare le fonti a stampa), la Benedetto andrà a percepire uno stipendio annuo intorno ai 250mila euro (dunque maggiore di quello del Rossi stesso). Ad essere pignolissimi, un conflittino ino ino ci sarebbe egualmente, dato che il Presidente di Regione nonchè fidanzato "ratifica l'organismo di guida dell'ente con la moglie segretario generale" (sempre Marco Bastiani, articolo citato).
Forse, sarebbe stato meglio aspettare un annetto, e dare all'ottima Benedetto direttamente la Presidenza del Monte dei Paschi, al posto dell'inguaiato Mussari Giuseppe: laureata in Economia e commercio l'11 marzo 1988 (108 su 110), con una tesi di tecnica bancaria ad Ancona, si sarebbe finalmente tornati ad un Presidente laureato in materia attinente. Sarebbe stata l'ora!!
Ad ogni buon conto, per chiudere con questa storia, non sarebbe stato meglio ammettere che qualcosa si era sbagliato, in casa Benedetto-Rossi (da non confondere con il prete "nemico" di Acampa, secondo i suoi difensori)? Un'ammissioncina alla Tremonti: dire che era stata una "stupidata", niente di più.
 Quando era diventata improvvisamente un'editorialista de l'Unità (da direttrice amministrativa dell'ospedale di Sassuolo), nella primavera del 2009, la Benedetto aveva titolato uno dei suoi editoriali sullo stato della Sanità italiana "Il coraggio di mostrare gli errori": un coraggio che - come spesso accade - è richiesto agli altri, ma dal quale si è sempre esentati...

Ps Salutiamo dunque la dottoressa Benedetto, e le auguriamo buone cose con il Presidente Rossi. Ma ricordiamoci che nel periodo in cui ha diretto l'Asl senese (dicembre 2009-luglio 2011), qualche stranezza pare ci sia stata, a livello di promozioni et alia. Saranno voci infondate, ma l'eretico controllerà, con attenzione. Pronto all'eventuale scoop, che poi, tanto, non verrà citato, o verrà citato solo in modo allusivo...

lunedì 22 agosto 2011

La Brambilla va alle armi: 1milione e mezzo di euro richiesti al Fatto!

   Tornato dalla montagna appenninica(da dove esattamente? Tempo al tempo...), l'eretico riprende contatto con il boccheggiamento senese.
Molte cose bollono nell'afa di fine estate: va da sè che si tornerà, a brevissimo, a scrivere del caso Benedetto-Rossi, uno scoop ereticale solo parzialmente riconosciuto dalla carta stampata. Anche in questo caso, tempo (pochino) al tempo.

 Come post di rientro, una cosa leggerina, ma emblematica alquanto: il caso Brambilla. Visto, però, da tutt'altra angolazione, rispetto a quello della Casta.
L'elemento nuovo è il maxirisarcimento che la "ex commerciante di mangimi per pesci divenuta ministro del Turismo" (Travaglio dixit, ieri) ha chiesto al Fatto quotidiano dello stesso Travaglio (ma diretto da Antonio Padellaro). Causa, condita da una richiesta di un milione e mezzo di euro (ma chi pensa di essere, Acampa?). Per giunta, facendosi difendere dall'Avvocatura dello Stato, così per non spendere neanche per l'avvocato.
Il Fatto aveva attaccato la pulsione brambilliana a sistemare i suoi sodali in posti pubblici. Specie i suoi collaboratori della ex (fallita) Tv della libertà.
Ciò premesso, mi aspettavo di vedere la stampa senese gongolare per questa notizia, ottimo pretesto per dare addosso alla ex testimonial delle calze Omsa: invece, niente di niente. Sarebbe ben imbarazzante attaccare la Brambilla allorquando si comporta pari pari come lorsignori della Casta: minacce legali, azioni legali, richieste tali da fare chiudere un giornale. Questo aspetto brambillesco, dunque, non sembra così degno di censura, da parte castista. L'antibrambillesco per antonomasia Ceccuzzi, per esempio, non scomoda nessun portavoce per polemizzare con la Brambilla: curioso,no?
Se attacca il Palio, morte la colga (e con dolore indicibile); se attacca la libertà di stampa e di critica, salute gliene venga... 

mercoledì 17 agosto 2011

L'okkio sul Palio: vittoria della Giraffa

   CECCUZZI CHE NE PENSA? - Cosa pensa il paladino della senesità dura e pura Franco Ceccuzzi delle bancarelle in purissimo stile sagra paesana che si posizionano in centro il giorno del Palio (ieri l'eretico ne ha vista una, tipo San Giovanni Rotondo, davanti alle Logge del Papa)?
I palloncini colorati, ce l'hanno il marchio del consorzio per la tutela?

GLI AMULETI CECCUZZIANI - Secondo Sonia Maggi del Corrsiena, questi sono gli amuleti del neosindaco: "coccinelle scaramantiche, il cacciaspiriti indiano, il cornetto rosso". Il quale cornetto "è minuscolo ma è carico di energia positiva", chiosa apoditticamente. Un Ceccuzzi che si affida all'oggettistica apotropaica, dunque (per il significato della parolona, esistono i vocabolari, caro Sindaco). Dicevamo, prima, di San Giovanni Rotondo...

VITTORIA DELL'IMPERIALE - Vince l'Imperiale Contrada della Giraffa, con il Capitano Maurizio Vanni (sosia dell'ex Presidente della Provincia Fabio Ceccherini).
Visto che è stata revocata la cittadinanza onoraria a Mussolini due anni or sono, ricordiamoci del perchè la Contrada di Via delle Vergini si fregia di siffatto appellativo...

LA D'AMICO ALLA NAZIONE - Beata bellezza! Ilariona D'Amico è andata a visitare la redazione del quotidiano La Nazione, in occasione della sua visita paliesca; non rendendosi conto della gravità del gesto, si è fatta financo fotografare abbarbicata al caporedattore Strambi, il quale maliziosamente ne ha cinto con la sinistra l'appetibilissimo ed ubertoso fianco.
Caro Strambi, urge confessione riparatoria, e quanto prima: lo sa un cattolicissimo come lei,che solo desiderare le donne altrui, è un peccato?

ACAMPA MARCA VISITA AL BATTESIMO - Il 15 agosto pomeriggio - come d'abitudine - il correttore (sic) della Selva, monsignor Acampa, doveva battezzare i giovani virgulti selvaioli, in occasione della Festa titolare della Contrada. Purtroppo (o fortunatamente) non s'è presentato. Voci accreditate lo danno in Spagna, a fruire degli ultimissimi scampi dello zapaterismo (di striscio, c'è anche la Giornata mondiale della gioventù). Adelante, Acampa(ma con giudizio)!!


Ps L'eretico saluta - fino a lunedì prossimo - i suoi lettori.
Me ne vado a visitare un posto lontano da Siena, ma che in qualche forma riguarda la Casta di Siena. Al tempo giusto, ne scriverò.
Nel frattempo, il 19 chi vuole, vada a sentire Franco Ceccuzzi alla Festa del Pd: si consiglia di fare un'opportuna siesta pomeridiana prima per arrivare ben riposati, e di portarsi un termos pieno di caffè o succedanei...

martedì 16 agosto 2011

L'okkio sul Palio (16 agosto)

  GIULIANO AMATO AL PALIO - Il Dottor sottile, dunque, sarà al Palio, stasera. E chi se ne frega, potrebbe dire qualcuno: con ragione, in effetti.
Guadagnando solo 1047 euro al giorno di pensione (365 giorni all'anno), però, il problema è un altro: oltre ad offrirgli la vista sul Palio ed il rinfrescone annesso, almeno la benzina per venire da Orbetello a Siena (andata e ritorno), il Monte gliela pagherà? Quando c'è bisogno di lui (vedasi campagna elettorale appena trascorsa, Amato presente, al Garden, tra Ceccuzzi e Mussari), lui c'è sempre: teniamocelo buono, il dottor sottile. Alla bisogna, non manca mai. Lui, del Palio, non parlerà giammai male, state tranquilli...

CECCUZZI AL MANGIA - Difficile commentare il discorsetto del Sindaco di ieri per la premiazione mangesca: tutto uno sbrodolare sulla meritocrazia in salsa senese (sic), sul rinnovamento della classe dirigente senese (sic), sull'immancabile Buon governo di Siena (supersic): bla, bla, bla.
Di buono c'è che l'orario mattiniero favoriva comunque la veglia, nonostante l'eloquenza da tisana del primo cittadino.
Ad un certo punto, poi, il Ceccuzzi ha citato "la professoressa Mariella Carlotti", per una sua (di lei) sbrodolata sul Buongoverno lorenzettiano, di recente pubblicazione. Captatio benevolentiae verso Comunione e liberazione, dunque. Al peggio, dunque, non c'è proprio mai fine...


UNA TRIADE SENESE - Dietro all'esimio Sindaco, al Mangia, la coppia di mistici senesi, degni successori della mistica di Fontebranda: Gabriellone Mancini - il ragioniere più potente e devoto d'Italia - e l'Arcivescovo Buoncristiani (visibilmente annoiato, in attesa di andare a trangugiare qualcosa appena finita la pallosissima cerimonia). Ogni tanto, incuranti di essere ripresi dalla telecamera, i due iniziano a parlarsi all'orecchio: maleducati!
Chissà cosa mai si saranno detti. Ah, che intercettazioni ambientali meravigliose, verrebbero fuori, da situazioni come queste...


MUSSARI PRESENTE; ROSSI NO? - Solita scena del pre prova: arrivano Mussari Giuseppe e consorte istriciaiola; dopo poco, arriva il montepaschino cavallaio Castagnini, inizia la chiacchierata sui massimi sistemi.
Il grande assente del pre-prova generale, però, è David Rossi, il genio della comunicazione montepaschina, colui che ha capito per primo (forse anche per ultimo) quanto sia brand e fashion il marchio 1472. Troppo oberato di lavoro, anche a Ferragosto?

Buon Palio a tutti: specie a chi non lo usa per il Potere...

lunedì 15 agosto 2011

L'okkio sul Palio (15 agosto)

 PROCESSIONE DEI CERI - Ieri si è svolta la tradizionale Processione dei ceri (la Selva la effettua oggi, tanto per avvertire l'Arcivescovo).
Giusto perchè si sappia, dopo l'Unità d'Italia di cui si festeggiano in pompa magna i 150 anni, fu abolita (!), per essere ripresa nel 1924 (due anni dopo la Marcia su Roma, cinque prima dello sciagurato Concordato Mussolini-Pio XI, i cui nefasti effetti ancora ammorbano l'Italia). Giusto per ricordarlo, dunque, giusto per ricordarlo: a chi magari l'ha dimenticato, o fa finta di dimenticarlo...


IL PRETE BELLO - Mi dicono dica Messa a Provenzano; fatto sta che da un annetto o poco più, in città, è arrivato un prete bello: giovane, alto, spalle larghe, biondo intenso, sorriso gentile.
Qualcuno osava considerare belloccio Acampa (?): questo, al confronto, è un prete bello. Anzi, bellissimo...


OSPITI MPS: TUTTI PRO DOMO MUSSARIANA - Scorrendo la lista degli ospiti montepaschini per domani, ancora una volta balza agli occhi come siano stati scelti con un occhio di riguardo al futuro (non senese) di Mussari Giuseppe: d'altra parte, il Presidente è Lui, quindi fa come gli pare. Basta saperlo.
Oltre a colui che - secondo Fratello illuminato - prenderà il suo aureo posto alla Presidenza della Banca (Franco Bassanini, Cassa depositi e prestiti: ti pareva...), per esempio, spicca Myrta Merlino, nota conduttrice di programmi televisivi di argomento economico e finanziario, su La 7. Guarda un pochino il caso, proprio colei che - il 5 maggio scorso - aveva invitato Lui come guest star del suo programma, a sdottorare di grandi temi di geopolitica finanziaria (con un Mussari tremontiano all'ennesima potenza: anche ora?).

MUSSARI-ROSSI...- Poco prima della terza prova, ieri, il nostro President stava tranquillamente parlando con il suo amico Castagnini ( dirigente Mps,quello di Già del Menhir, per capirsi) e con la moglie Luisa Stasi, all'uopo fazzolettodotata (Istrice, ovviamente).
Arriva, spunta all'improvviso David Rossi (il Genio della comunicazione targata Mps): il povero Castagnini e la consorte, messi all'angolo. L'allegra chiacchierata procede tra i due (Mussari e Rossi); dopo qualche minuto, la first lady si mette a parlare con il Castagnini: meglio che niente...


venerdì 12 agosto 2011

Carta canta: prima condannina per Acampa!

    Si potrà immaginare con quale e quanta amarezza personale l'eretico sia venuto a conoscenza della condanna (condannina civile, rispetto al Processo per l'incendio, ma lì ci sarà da divertirsi con l'Appello...) di Giuseppe Acampa.
Il rampante Marcinkus della piaggia, infatti, è stato condannato per non avere pagato quanto dovuto al noto ingegnere senese Pietro Mele, per l'opera prestata dallo stesso in fase di progettazione del Palazzetto dello sport del Costone, inaugurato in pompa magna dallo stesso Acampa nel dicembre 2007 (estremamente solerte nel benedirlo, il palazzetto, parecchio meno nel pagarlo, l'Acampa Giuseppe...).
Il Lodo arbitrale che ha risolto la questione tra Acampa e Mele, vedendo soccombente il monsignore, porta la data del 28 luglio scorso; da notare che l'ingegner Mele, sulla base di quanto sentenziato dal suddetto Lodo, ha provveduto tramite il legale di fiducia - avvocato Nicola Ceccuzzi del Foro di Firenze, per sua fortuna non legato da vincoli di parentela con quello che fa il Sindaco di Siena - a mandare una lettera di pagamento all'Acampa stesso, con scadenza l'8 agosto: l'alto prelato, però, forse alle prese con i consueti esercizi spirituali di inizio agosto, non si è ancora degnato di pagare...
Per la cronaca, il Presidente del Collegio arbitrale (che si è espresso il 28 luglio, come detto in precedenza) era l'avvocato Nicola Mini del Foro di Siena.
Acampa, quindi, dovrà sborsare qualche migliaio di euro (in seguito faremo qualche conticino, dal quale si evincerà che se avesse pagato da persona corretta, sarebbe stato meglio per tutti, a partire da lui stesso); quello che adesso importa, è piuttosto altro, ben altro: questa vicenda, dimostra inconfutabilmente quale sia il modus operandi acampiano negli affari. Questa vicenda - e molte altre che mi auguro vengano fuori, sulla scia di questa: parlate, imprenditori, parlate! - demolisce, frantuma, sbriciola quello che è stato uno dei cardini della difesa al Processo per l'incendio:
"Acampa è invidiato, all'interno della Curia, in quanto portatore di efficienza e modernizzazione all'interno degli uffici curiali", abbiamo sentito impunemente dire e ripetere, ad una sola voce, dal tandem difensivo De Martino-Mussari (sic!).
Come quasi tutti quelli che hanno avuto a che fare con Acampa per motivi d'affari possono testimoniare, il ritardo nei pagamenti, per esempio, è la norma sistematica; il dare appuntamenti poi non rispettati, è prassi d'uso: sinonimo di efficienza e di modernizzazione? Quando la Curia era deacampizzata, qualche problema ci sarà stato, nessuno ne dubita: ma gli arbitrati (persi), non c'erano. E neanche gli incendi senza colpevoli, a dirla tutta... 

martedì 9 agosto 2011

Festa del Pd: masochismo allo stadio puro...

  L'eretico se lo dice da solo, tranquilli: ha fatto una cosa da masochismo duro e puro. Poteva starsene a casina, o andare a prendere un gelato in centro, o altro ancora: invece ha preferito annichilirsi in una dimenticabilissima mezza serata (alle 22 e 34, già finito tutto)  avente come protagonisti i due responsabili (provinciali e comunali) del Pd: Elisa Meloni, l'eterna promessa del Pd, e questo Giulio Carli, sul quale francamente l'eretico non si sente neanche di potere infierire, per motivi che ognuno potrebbe arguire, dopo averlo ascoltato per una dozzina di secondi (al massimo).
 Grande politica allo stato puro, dunque. Meno male che c'era un bel concerto di musica cubana a rendere meno disprezzabile la serata. Dopo venti minuti di presenza, francamente mi stavo assopendo, quando la conduttrice (che mi hanno detto essere la compagna di Stefano Bisi: auguri!) ha tirato fuori dal cilindro il nome del bobo, anzi della boba, dello spauracchio della politica senese di questa estate: la Brambilla (a cui il Sindaco dovrebbe erigere un monumento, visto il favore gratis che gli rende). Allora ho notato che il Carli ha repentinamente preso il mano il microfono, con foga degna di miglior causa, ed in modo deciso ha iniziato a mettere insieme, una dopo l'altra, alcune parole, direi lingua italiana; sarà stata la foga, appunto, ma io ho capito solo l'incipit: "Come ha detto il Sindaco Franco Ceccuzzi...", poi non ho più capito alcunchè. Mi sono perso. Vedevo solo le mani muoversi molto, ed il resto del corpo ben proteso in avanti. Sarà per un'altra volta, magari...

Ps Nel rientrare, presa la macchina, tre belle sorprese, in rapida successione; in primis, una visione: una meravigliosa, leggiadra donna straniera (con marito annesso, e figlia), miele per occhi stanchi; in secundis, niente multa, nonostante un parcheggio opinabile: a riprova del fatto che, quando c'è la Festa del Pd, si può parcheggiare anche lasciando la macchina in quarta fila, non succede niente; last but not least, passando da Pescaia, l'ottimo manifesto del Comitato di Ampugnano, sullo sperpero di denaro per Ampugnano.
Di questo, la Meloncina e quell'altro, niente avevano detto. Oppure, se l'hanno detto, dormivo...

lunedì 8 agosto 2011

Altro che Brambilla: vediamo se viene fuori il bubbone vero del Palio...

 Mentre impazza la solita, stantia polemicuzza pro o contro Palio (tanto per lanciare Ceccuzzi come paladino della senesità, e per non scrivere d'altro), avverto i gentili lettori che un giornalista vero sta indagando sul Palio. Non gliene potrebbe importare di meno, dei cavalli: non è un animalista, tanto per capirci. Non è un brambilliano, tanto per capirci. Non vuole scrivere contro il Palio per fare un favore al Ceccuzzi, tanto per capirci.
Diciamo che è un professionista serio, che vuole vederci chiaro in quella zona d'ombra che nel Palio - soprattutto da qualche anno a questa parte - esiste, eccome se esiste. Una zona d'ombra che concerne più i fantini, che i cavalli. Sarà un giornalista di carta stampata o televisivo, o altro ancora?
Eh, un piccolo sforzo fatelo, amiconi della Festa: l'eretico ha già detto molto, forse troppo. Dove bordare la pubblicità del Monte a questo giro, a quale direttore telefonare, questo non lo posso - e non lo devo - dire io, no? Datevi da fare, boys!!
Poi magari questo giornalista (che merita tale appellativo, a prescindere da questo eventuale articolo) non riuscirà a scrivere niente: come quel vaticanista di Panorama che, nel maggio 2008, aveva già scritto un articolo velenosetto su Acampa, e poi glielo fecero buttare nel cestino (o nel cesso?).
Altro che la Brambilla, altro che Toscani: se viene fuori il bubbone vero del Palio...

Ps Ho sentito che Ceccuzzi non vuole più riconoscere la Brambilla come Ministro della Repubblica (che eroe, che eroe: solo Bisignani la odia più di lui!); lui, infatti, le preferisce ben altri berlusconiani, e toscani, doc: Denis Verdini da Campi Bisenzio, Altero Matteoli da Cecina.




Inizia la Festa del Pd senese: la questione morale al centro del dibattito (?)

  Ritemprato da una settimana piena in Val Pusteria, in mezzo alle acque della Rienza ai picchi dolomitici, l'eretico torna in città: giusto in tempo per l'imperdibile Festa del Pd, come preannunciato.
  Dopo una settimana di totale silenzio bloggeristico ma di corpose letture sulle disavventure giudiziarie dei piddini nazionali, vorrei esprimere la mia piena solidarietà al Penati (messo davvero male: ogni giorno gli esce una magagna nuova, ed il tutto sembra solo agli inizi): il Sistema Sesto (San Giovanni) è ormai chiaro, quantomeno a livello di etica politica e comportamentale. Uno squallore totale, degno del craxismo imperante, comprese i viaggi all'estero per andare a mignotte (detto dall'imprenditore Di Caterina, su questo non smentito da nessuno).
Almeno, però, il Penati - pur non ammettendo niente - si è dovuto difendere mediaticamente: questi qui di Siena, non ne hanno neanche bisogno, visto che il Partito è cloroformizzato e la stampa inesistente. Shame on you, Penati (vuol dire: vergognati, Penati!, per i no english speaking del Pd locale), ma almeno la facciona ce l'hai dovuta mettere: forse i discorsi sul Buon governo di Sesto San Giovanni avevi la decenza di non farli nemmeno prima, ora comunque smetti.
Questi, invece, stasera iniziano la laica (e laida, mi sia consentito) liturgia della Festa, in cui si autocelebrano come se non ci fossero cinquanta inquisiti in città, tutti (o quasi) legati al Partito democratico di Siena. A partire dal suo (del Partito) primissimo finanziatore, l'avvocato (solo per Acampa) Mussari Giuseppe. A proposito, avviso per i cucinieri piddini: se lo vedete a giro, rifocillatelo aggratisse. Ci mancherebbe altro fargli pagare anche la cena, con quanto versa nelle casse del Partito...
Domani sera, ho visto che la Meloni - segretaria provinciale - si esibirà, insieme a tale Giulio Carli, segretario cittadino del Pd (complimenti a Ceccuzzi: è riuscito a trovare uno più grigio del Bezzini. Sembrava impossibile, invece...).
Imperdonabile mancare, a maggior ragione dopo la ormai celebre dichiarazione dell'anno scorso della Meloni sul fatto che Galaxopoly fosse solo una cosuccia da Codice civile, invece che penale. A questo giro, che dirà? Che l'affaire Galaxy è come una multa per divieto di sosta, che non levano neanche i punti della patente? Vai, Meloncina, facci sognare...


Ps Un plauso, invece, va dato (senza ironia) alla deputata senese Susanna Cenni, che è andata a Francoforte (è in Germania, per l'inabile alla laurea Ceccuzzi), al matrimonio omosessuale della sua collega piddina Paola Concia, seria paladina delle lotte a favore dei diritti civili. Erano solo in tre, di tutto il Pd nazionale: bene ha fatto la Cenni ad essere presente!