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venerdì 29 giugno 2012

Paolo Del Mese arrestato, Ceccuzzi zitto e muto...

 
    In attesa di tuffarsi in pieno nel clima paliesco, l'eretico il suo paliotto l'ha già stravinto, e a nerbo alzato!
 Ieri pomeriggio è arrivata la notizia che il principale referente politico di Franchino il Ceccuzzi quando era deputato (legislatura 2006-2008), l'ex onorevole mastelliano Paolo Del Mese, è stato posto agli arresti domiciliari, su provvedimento della Procura di Salerno. Bisogna fare finta che dispiaccia?
Questo Paolone (come veniva servilmente chiamato dal Corrsiena) è quello che si vede nella copertina della Casta di Siena (incastonato proprio tra Gabriellone Mancini e un Franchino Ceccuzzi con occhiali da bodyguard); questo Paolone è quello cui l'eretico ha dedicato un intiero Capitolo del suo Le mani sulla città ("Paolone Del Mese, lo statista di Pontecagnano (Salerno)", il titolo, pagg. 96-101).
"Chill' fa tutta n'arte cu' Siena", ebbe a dirmi - riferito ovviamente a Paolone - una cameriera di uno dei bar di Pontecagnano Faiano (Salerno), in quell'agosto del 2008.
 Last but not least, a lui avevo dedicato un articolo, su questo blog, lo scorso gennaio (il 4, per chi ha la pazienza di andare a rileggerlo).

   Finito nei guai per una vicenda - secondo la Procura di Salerno - legata al crack del pastificio Amato (con relativa distrazione di milioni di euro, secondo l'accusa), è stimolante vedere chi sia finito ai domiciliari con Del Mese (attualmente vicesegretario nazionale Udeur: ma non era morto, il partitino mastelliano?).
 Uno è tale Antonio Anastasio, oggi Consigliere provinciale di Salerno, fedelissimo di Del Mese, ai tempi di Ceccuzzi parlamentare collaboratore di Del Mese alla Commissione Finanze di cui lo statista di Pontecagnano Faiano era Presidente. Occhio alle date, please: aprile 2007, Del Mese arriva in pompa magna a Siena per le feste caterinate, accolto come un semidio da Franchino, Mussari Giuseppe, l'Arcivescovo e tanta altra brava gente; sempre nell'aprile del 2007, guarda un pochino il caso, questo Antonio Anastasio ENTRA NEL CDA DELLA CONSUMIT! Per curriculum vitae, o per altro? Franchino ne sapeva qualcosa? Rispondere, prego, rispondere (se si può...).

 Non è finita qui: nell'estate del 2008, proprio mentre ero dalle parti di Sellano (casa del Buoncristiani), mi arriva una lettera durissima da parte dell'avvocato Simone Labonia di Salerno, legale di Paolone Del Mese.Tutto inviperito per il fatto che gli avessi toccato il cliente. Ironia del Fato, oggi anch'egli, l'avvocato Labonia, è agli arresti domiciliari...
 
E non è ancora finita (con gli arrestati sì). Siccome avevo osato toccare lo statista di Pontecagnano Faiano amicone di Franchino, ed ero anche andato a casa sua a raccogliere qualche informazione (Capitolo de Le mani sulla città, con un reportage sui luoghi delmesiani), nell'estate del 2008 Stefanino Bisi perse il suo abituale self control.
Il 23 agosto 2008, scrive sul Corrsiena (dopo che avevo puntualizzato di avere sbagliato nello scrivere di un rinvio a giudizio su Del Mese che invece non c'era stato, invocando il diritto ad una critica prettamente politica sull'operato di Del Mese):
"Speriamo che a Pontecagnano, Ascheri raccolga fatti e trovi documenti perchè, per ora, l'impressione è che sia alla ricerca di chiacchiere per avvalorare la sua TESINA. Che vuol dire "un quadro non propriamente positivo" (quello descritto da me nel libro, a proposito di Del Mese Ndr)? è un reato se due onorevoli hanno rapporti (Ceccuzzi e Del Mese, Ndr)? E se Del Mese ha DATO UNA MANO A SIENA ED ALLE CONTRADE, dovrebbe essere ignorato perchè ha cambiato schieramento (era appena passato con il Pdl, Ndr)? Cosa c'entra?".
Ah, dimenticavo: il titolo bisiano era "Ascheri, le citazioni sbagliate e l'incapacità di chiedere scusa". Ad perpetuam rei memoriam.

   Concludo con la domanda che ho fatto e rifatto, da Le mani sulla città in avanti, senza alcuna risposta: se è chiaro cosa abbia fatto Paolo Del Mese, allora Presidente della Commissione Finanze della Camera dei deputati, per Siena (la famosa Legge Salva-Contrade ed una norma pro-Fondazione), POTREBBE UNA VOLTA PER TUTTE CHIARIRE FRANCO CECCUZZI COSA ABBIA AVUTO DEL MESE IN CAMBIO DEL SUO FATTIVO INTERESSAMENTO PER SIENA?

Ps In realtà, qualcosa già la sappiamo: bottiglioni di Nobile di Montepulciano regalatigli da Franchino stesso, e la ormai celebre bandiera della Contrada della Torre, sempre dono personale del contradaiolone di Salicotto. Sarebbe troppo facile fare battute su questo dono, anche alla luce degli ultimi accadimenti: le risparmiamo. Il fatto, purtroppo, resta.
In questo, Franchino il Ceccuzzi è stato davvero un discontinuatore, e già ben prima di diventare Sindaco: una cosa così, infatti, prima non si faceva. Con lui, si è iniziato a farla... 

giovedì 28 giugno 2012

Il Palio del Commissario: una proposta shock...

 
    Domani iniziano i 4 giorni del Palio di Provenzano 2012: primo Palio decastizzato e commissariato. Ai dirigenti che l'hanno incontrato, il Commissario Enrico Laudanna è piaciuto molto (ma va ricordato che moltissimi di questi signori erano filocastisti a prescindere: italiani, prima di tutto?).

  Il Palio commissariato, dunque, impone una sobrietà comportamentale a 360°. Prendiamo l'abbigliamento, per esempio. Visto il bollore nordafricano, sono consentiti i pantaloncini corti, anche per chi sfodera gambine semirachitiche; da evitare, però, le magliette da palestrato anni Ottanta, ormai anacronistiche e non in tono con l'austerità commissariale. Se proprio uno vuole fare lo spiritoso e dare nell'occhio a tutti i costi, invece delle suddette magliette, indossi un grembiulino (senza però portarsi dietro il compasso o strumenti simili): chi ha orecchie per intendere, intenda...

  La proposta ereticale al Commissario Laudanna, però, è tutt'altra. Viste le condizioni pietose del Bilancio del Comune senesota (e della Fondazione, et aliorum), perchè non fare pagare un piccolo obolo ai presenti in Piazza per il Palio di lunedì? Sarebbe un segnale di effettiva discontinuità, no? Poniamo il biglietto di ingresso a 3 euro. Quanta gente ci sarà, in Piazza (almeno in questo modo si potrebbe finalmente sapere, una volta per tutte)? 30mila, buttiamo là? Verrebbe fuori un megaincasso da 90mila euroni sonanti. 10mila si potrebbero distribuire ai bigliettai posti agli ingressi (qualche soldino a giovani autoctoni in cerca di lavoro), per le spese di stampa dei biglietti stessi, più gli annessi ed i connessi; gli altri 80mila, potrebbero essere divisi fra almeno 4 senesi che sono l'emblema di questa crisi epocale, per i quali 20mila euro non sarebbero certo risolutivi, ma insomma garantirebbero una bella boccata d'ossigeno. Quattro meritevoli, che la crisi rischia di mettere in ginocchio.
1) Mauro Rosati: per mandare avanti la Fondazione più importante di Siena (Qualivita), la Fondazione Mps, grande sponsor degli anni scorsi, nicchia. I proventi servirebbero a fargli capire che la città è con lui, senza se e senza ma;
2)Antonio Sclavi: il momento è difficile per tutti, ed anche il panificatore con la passione per il cinema mostra segni di comprensibile affanno (come dimostrato dal mega-sconto del 20% sul suo pane, appena partito). Anche il sondaggio sul Sindaco ha dato effetti devastanti (ultimissimo, con un miserrimo 0,34%). Aiutiamolo!
3) Simone Bezzini (Quello della Provincia): gli stanno per togliere di mano il giochino dalle mani, lui firma un protocollo al dì, sapendo benissimo non avranno alcun esito. Franchino il Ceccuzzi ha detto che lui 1500 euroni al mese ce li aveva comunque garantiti dal Pd: questo, invece, non si sa, ed ha una creatura piccola. Facciamogli sentire un pochino quanto sia grande il cuore dei senesi, tutti insieme;
 4) Luigi Bruschelli detto Trecciolino: in questo Palio commissariato, gireranno meno quattrini (almeno si spera!). In fin dei conti, la gente in Piazza va anche e soprattutto per lui, no? I dindini - questi ultimi 20mila rimasti dall'inedito incasso - diamoli a lui, se li merita tutti.

  Proposta indecente? Forse, probabilmente. Almeno sarebbe un modo per fare pagare la gente normale, che non può (o non vuole) spendere 2 o 300 euroni per un posto in palco il 2 sera. Coerentemente con questa Italia e con questa Siena, è cosa buona e giusta che paghino sempre i soliti, no?

Ps Si sono concluse le Primarie (abbinate Eretico-Santo) sul Sindaco.
L'antipolitica, qui a Siena, non sfonda: Franchino il Ceccuzzi solo quarto, con il 6,12%; terza la fisioterapista più potente d'Italia, Anna Gioia in Monaci (versione Alberto), con l'11,56%; grande performance di Fatima (28,23%), nettamente seconda; lo scettro di Sindaco in pectore, però, è tutto per Gabriello Lorenzini detto Colonnino, da subito primo. 34,01 dei voti, per lui. Dopo Ugo Bartalini, Mauro Barni e  Roberto Barzanti, la Tartuca ritrova un primo cittadino...

mercoledì 27 giugno 2012

Addio Mps: adesso è Mpr!

    
   Alla fine, ci siamo arrivati: da oggi, chi dice Monte dei Paschi di Siena dice cosa fuori dalla realtà delle cose. Non lo era già da tempo? In parte, sì: ma la novità è che da oggi la cosa è plateale, sfacciata, comunque non più eccepibile. Da oggi, non più Mps: bensì Mpr, Monte dei Paschi di Roma.
 Mussari l'aveva pensata, la banca, romana sì, ma sotto l'ala privata dei poteri forti romani (Caltagirone in primis); il Calta, però, quando ha visto la pessima ed irredimibile parata (gennaio 2012) ha preferito approdare su ben altri lidi. Mica scemo, il Calta...
Una Banca che pietisce 4 miliardi dallo Stato nel momento in cui ne capitalizza 2,4 (scarsi) in Borsa, è una BANCA NAZIONALIZZATA in re ipsa. Sarebbe corretto e doveroso, a questo punto, che il Presidente lo nominasse il Governo (come scritto da Andrea Greco su Repubblica), dato che Viola e Profumo sono dovuti andare con il cappellino in mano a chiedere dindini a Monti.

   Il Fatto di Padellaro e Travaglio mette da parte la querelle su Napolitano, ed apre la prima pagina con un titolo amaramente da incorniciare:
 "Altro regalo alle banche 4 miliardi a Montepaschi".
Per poi aggiungere:
"La banca di Profumo, indebitata e indagata, non trova i soldi per rispettare gli impegni. Ma niente paura, glieli presta il governo".

 Ci sarà tempo e modo di parlare dei 4.600 esuberi del Piano industriale, della nuova contrattazione salariale, del ruolo dei sindacati (che meritano un articolo ad hoc).
Per oggi, l'eretico cerca di mettersi nella multiforme testa del Presidente Mps Alessandro Profumo. Che ha tanti, tantissimi difetti, ma certo non è stupido. Prima di venire nel borgo medievale, avrà chiesto garanzie anche di questo tipo.
La domanda che viene spontanea è questa: Profumo una città così imbelle se l'aspettava, o è stata - per lui - una piacevolissima sorpresa? Mussari Giuseppe, nel momento in cui si raccomandava di risostenerlo all'Abi, glielo avrà spiegato, con dovizia di particolari, che qui nessuno avrebbe fatto niente, a differenza delle barricate che, in una situazione equipollente, ci sarebbero state in altre città?
La risposta non si può che azzardare: secondo l'eretico, ebbene sì. Mussari Giuseppe presumo gliel'abbia detto, più o meno con queste alate parole:
"Stai tranquillo, Alessandro, a questi puoi fare digerire di tutto e di più (io ne sono la prova vivente e gaudente). Specialmente quando c'è la terra in Piazza del Campo. Nessuno dirà niente, tranquillo!".
D'altro canto, che i locali debbano avere l'anello al naso, in particolar modo con la terra in Piazza, viene esplicitamente teorizzato dai giornalisti più allineati al Sistema Siena.
Prendiamo Daniele Magrini (ceccuzziano di ferro, sempre con Franchino durante la scorsa campagna elettorale) sul Gazzettino di oggi: al termine di un pezzo in cui gioca sull'ambiguità semantica della parola MONTE (banca e fantini), alla fine scrive, papale papale:
"Ma per fortuna, per tradizione, per Dna genetico della nostra gente, quando arriveranno i cavalli nelle stalle, si penserà solo alle monte. Con la minuscola, si intende".
Che nessuno si azzardi a parlare d'altro, dunque.

   E così facendo, anno dopo anno, il popolo che si crogiola nel ricordo di Barbicone, si è fatto nazionalizzare la sua banca, perdendone il controllo.
"Oh, domattina ci sò i cavalli in Piazza: te che fai, ci vieni alle prove di notte?".

martedì 26 giugno 2012

Gente da premiare: Acampa Giuseppe e Maurizio Cenni

   Questo inizio di estate 2012, insieme al grande caldo, ha finalmente portato in città un po' d'aria nuova: finalmente è arrivata la MERITOCRAZIA!
Due nomi, su tutti: Maurizio Cenni domattina alle ore 12 in punto, nel prestigioso e sfarzoso salone degli Arazzi (Palazzo del Governo, cioè Prefettura), diventerà Commendatore; in questi giorni, poi, senza che nessuno ne desse notizia, Acampa Giuseppe è stato confermato (c'erano forse altri concorrenti?) alla guida dell'Economato della Curia senesota. Era in scadenza proprio nel giugno 2012, ma il Vescovo ha visto bene di non privarsi dell'apporto del suo fidatissimo collaboratore.

   Il paonazzo del Nicchio, dunque, ha capitalizzato al meglio il suo doppio mandato da primo cittadino (2001 e 2006): pochi mesi dopo l'uscita dal Palazzo comunale, è stato promosso alla vice-presidenza dell'importante ramo montepaschino della Gestione crediti (come già scritto illo tempore dall'eretico). Pare senza grossa esperienza specifica, ma non stiamo a sottilizzare.
Da domani, sarà Commendatore. Giusto così: non risultando essere - a differenza di altri castisti - massone, una qualche riconoscenza bisogna pur dargliela, no? Se non son grembiulini, almeno medagliette. La domanda delle domande è: chi l'ha proposto, il suo nome? Non dovrebbe trattarsi di segreto di Stato, quindi se il Prefetto Saccone volesse rispondere (dato che pensiamo non sia stato lui)...
Cosa potrà avere, ancora, quello che è stato di gran lunga il peggior Sindaco dal secondo dopoguerra (Franchino, pur con tutta la buona volontà, non ha proprio avuto il tempo di emularlo)? All'eretico non viene in mente alcunchè, ma ognuno si sforzi da par suo e si industri per suggerire.

  Acampa Giuseppe. Non c'è verso: l'Economo è lui. Nonostante i guai giudiziari tutt'altro che conclusi (il Pm Marini ha presentato Appello a Firenze), nonostante la disistima di cui gode a tutti i livelli fra i credenti senesi (a parte gli stipendiati, i miracolati - spesso coincidenti -  ed una dozzina di beghine), è stato riconfermato. Per inciso, tra un  happy hour e l'altro, Acampa ricopre i seguenti ruoli:
parroco dell'arcipretura dei Santi Marziale ed Alberto (Colle Val d'Elsa);
parroco della chiesa di Santa Caterina (Colle);
delegato per le comunicazioni sociali della Curia;
membro del Cda del seminario pontificio di Montarioso (PioXII);
membro Commissione nuova edilizia di culto;
membro Commissione arte sacra e beni culturali;
membro del Consiglio presbiteriale;
arciprete della concattedrale di Colle Val d'Elsa;
correttore della Contrada della Selva (sic!).
A proposito del suo ruolo contradaiolo, c'è da aggiungere, in conclusione, che questo drappellone creato da Claudio Carli è un drappellone francescano.
 Solo i più attenti lettori dei libri ereticali si ricorderanno un particolare ritornato di agghiacciante attualità in queste ore: prima di diventare sacerdote (contro il volere di don Benedetto Rossi, allora responsabile del seminario di Montarioso), l'Economo curiale, da giovane, aveva provato - incredibile dictu - a farsi frate francescano. Dopo un paio di serate "movimentate", però, i francescani della Verna lo rimandarono da dove era venuto. Chissà perchè...

Ps Guardare quello della Provincia (Simone Bezzini) in tv o sul web, è sempre uno spettacolo; qualche volta, però, diventa assolutamente IMPERDIBILE. L'eretico consiglia a tutti i lettori che vogliano riconciliarsi con il buon umore di sintonizzarsi su Sienanews: quello della Provincia sdottora su "Terre di Siena Wi-fi" (si capisce che parla di quello, solo perchè c'è la didascalia a fianco). Ripeto: IMPERDIBILE!!

lunedì 25 giugno 2012

La Casta si inkazza: Luca Anselmi si prende i dindini ereticali...


    Luca Anselmi, chi era costui? Chi non è addentro ai meandri del groviglio armonioso senesota, non lo può sapere. Diciamo che è un castista di secondo ordine: amministratore delegato della Mens sana basket (cioè fedelissimo di Ferdinando Minucci), nonchè soprattutto Direttore generale della Eacos, il consorzio che raggruppa 38 soci toscani, ma soprattutto senesi, dell'edilizia.
 Nel 2009, l'eretico gli dedicò un paragrafino (di più, non avrebbe meritato) del Capitolo dedicato al di lui mèntore, appunto Ferdinando Minucci. "Luca Anselmi: canestri e cemento" (Le mani sulla città, pagina 223, e nemmeno tutta).
Il buon Anselmi ha visto bene di farmi una causa per diffamazione, ravvisandola in due elementi, a suo dire diffamatori: l'essere stato inserito fra i castisti, e l'avere una relazione sentimentale con Monica Macchi, la ragioniera segretaria di Acampa Giuseppe. Sulla prima richiesta, il buon Anselmi ha battuto una tronata di quelle memorabili, con il Giudice; sul secondo elemento, lungi dall'essere stato dimostrata in alcun modo la falsità dell'informazione, il Giudice, Dott. Marianna Serrao, ha scritto che "l'attribuzione della relazione (Anselmi-Macchi, Ndr) risulta dunque fine a sè stessa" (pagina 6 della sentenza, depositata nella cancelleria del Tribunale di Siena il 12 marzo 2012).
 Sul fatto che questa relazione NON sia proprio così "fine a sè stessa", in settimana prossima l'eretico tornerà molto ben volentieri, così come, a maggior ragione, in Corte d'Appello a Firenze, quando verrà - speriamo il prima possibile - il momento.

  Le sentenze vanno criticate, se del caso, MA CERTO RISPETTATE. Come dicevano i nostri avi, dura lex, sed lex.
  Il buon Anselmi, tra l'altro, NON ha ottenuto che una piccola, minuscola porzione di ciò che pretendeva, dato che i suoi avvocati (Massimo Rossi di Milano - stesso avvocato di Minucci, guarda un pochino il caso - ed il prode Carlo Saracini, paladino delle donne abbandonate...) avevano scritto, nell'atto di citazione, che "il valore della presente causa è compreso tra 52.000 euro e 260.000 euro"! Alla fine, comprese tutte le spese legali, si arriva alla cifra finale di 16.616,50 euro (10mila di condanna, più appunto le spese legali). Oltre a questo, l'Anselmi - forse in un accesso di megalomania - pretendeva che la sentenza assolutoria venisse pubblicata "sui quotidiani Corriere della sera, La Repubblica e Corriere di Siena per almeno due numeri consecutivi a cura dell'attore (Anselmi, Ndr) e a spese del convenuto (lo scrivente, Ndr)". Passi per il Corrsiena, ma gli altri due quotidiani?
In pratica, lui - o chi per lui - avrebbe voluto scrivere, e l'eretico avrebbe dovuto pagare la pubblicazione. Richiesta cassata di brutto dal Giudice Serrao: purtroppo la popolarità dell'Anselmi resterà confinata tra Siena e le Ropole, per ora...
 
  A questo punto, la sentenza è esecutiva, e l'attore Anselmi, giustamente dal suo punto di vista, batte cassa. Da parte mia, gli chiedo pubblicamente come voglia agire, giusto per facilitare le cose a tutti.
 Faccio un esempio: la macchina è pignorabile. La mia Clio del gennaio 2007, un pochino acciaccata ma sempre ben funzionante, ha bisogno di essere revisionata a breve: che faccio, la porto dalla Renault, o la manda l'Anselmi a prendere? Francamente, preferirei risparmiare almeno le spese di revisione, mi capirà l'attore...
Sono andato inoltre a cercare l'elenco, ai sensi del Codice civile, dei beni impignorabili, che mi permetto di riportare, anche per socializzarne la conoscenza:
"l'anello nuziale, i vestiti, la biancheria, i letti, i tavoli per la consumazione dei pasti con le relative sedie, gli armadi guardaroba, i cassettoni, il frigorifero, le stufe ed i fornelli di cucina anche se a gas o elettrici, la lavatrice, gli utensili di casa e di cucina unitamente ad un mobile idoneo a contenerli...i commestibili e i combustibili necessari per un mese al mantenimento del debitore...gli strumenti, gli oggetti ed i libri indispensabili per l'esercizio della professione, dell'arte o del mestiere del debitore...le decorazioni al valore, le lettere, i registri e in generale gli scritti di famiglia, nonchè i manoscritti...".
Ma c'è soprattutto un punto, che mi sta particolarmente a cuore, fra gli oggetti impignorabili:
 "le cose sacre che servono all'esercizio del culto".
Su tutti i santini e le Madonne e gli altari che l'eretico ha in casa, caro Anselmi, le mani non le potrai mai mettere...

domenica 24 giugno 2012

L'eretico a Roma: Tiburtina by night...


      Di ritorno da una bella chiacchierata con una fonte autorevole quanto birbantella (su quale argomento? Comoda, eh...), venerdì sera l'eretico - in versione romana - è andato a mangiare in una trattoria in zona Verano. La più classica delle trattorie romane, dove ancora si può mangiare (antipasto, carne con contorno, dolce, mezzo rosso) con meno di 25 euro.
  Avendo un pochino ecceduto con il cibo, dopo la lauta cena mi sono messo a fare una passeggiata: l'afa non dava in effetti tregua, il posto non è certo dei più belli, però...Roma è sempre Roma: cammini tra palazzoni anonimi, chiese in falsissimo gotico (accanto alla trattoria, Chiesa della parrocchia Tommaso Moro: esteticamente, sarebbe da radere quanto prima!), i marciapiedi sarebbero tutti da risistemare, però improvvisamente ti si fa innanzi San Lorenzo fuori le mura, così per dire. E poi pensi che quel quartiere subì il primo attacco aereo degli angloamericani su Roma (19 luglio 1943), cosa che fece uscire dal Vaticano financo Pio XII. E che in quella basilica c'è il corpo di Alcide De Gasperi, per dirne un'altra (non in tutte le chiese romane c'è un De Pedis, evidentemente...). E subito dopo c'è uno degli ingressi del cimitero monumentale del Verano, in cui è sepolto - tra i tantissimi altri - anche il povero Rino Gaetano.

  Proprio passando accanto alle mura di quel settore dell'enorme cimitero del Verano, in Via Tiburtina, ecco che improvvisamente (per queste cose, la segnaletica non aiuta mai) si entra in una sorta di girone dantesco, in cui vivono (quantomeno, dormono) persone che forse non sono gravemente peccatori. O forse no, ma non importa, in questo caso: quello che si para innanzi, è una vergogna per una città come Roma, e queste persone - forse ladri, perchè no? - credo starebbero meglio a Rebibbia (con l'ottimo Lusi) o a Regina Caeli. Un dormitorio a cielo aperto, con le macchine trasformate in letti di fortuna (si fa per dire), senza ovviamente bagni (in carcere ce li avrebbero...), con solo una fontanella poco oltre. Tutto pare, fuorchè un accampamento di nuovo insediamento. Chi ha la macchina più lunga, ha la possibilità di dormire meno scomodo. Tutto intorno, sporcizia e - soprattutto in certi punti - un olezzo che si può agevolmente immaginare.
Ci torno la mattina dopo, verso le 8: molti sono andati via, alcuni no. C'è qualche panno steso sulle portiere delle macchine. Il puzzo è lo stesso. Le macchine costeggiano, a forte velocità. Loro, gli "abitanti", hanno da una parte le automobili in corsa, dall'altra i morti del Verano.

Il Sindaco post-fascista Gianni Alemanno era andato al potere anche sull'onda mediatico-terroristica del gravissimo fatto della donna (tra l'altro, di origine senese) uccisa da un rom, nel 2007. Campagna durissima contro gli insediamenti, cui non mancò di presenziare nessun caporione della destra laziale: in modo più garbato e felpato, anche Gianfranco Fini si presentò in loco. Si disse che la colpa della violenza era data dalle condizioni pietose in cui vivevano queste comunità, ricordate il refrain? E l'accampamento del Verano 5 anni dopo, allora?
 La Storia ci insegna così a diffidare, a stare in guardia tanto dai Sindaci muscolari che promettono di ripulire i luoghi a rischio (tutt'al più, creandone altri), quanto da quelli che - con altrettanta e speculare ipocrisia - promettono di gestire una città attraverso le coccole e l'informatica. Ogni riferimento a Siena, è del tutto voluto...

Ps L'eretico torna solo un momento alla trattoria di cui sopra. Avendo familiarizzato con una coppia "romana de Roma" che era seduta a 20 cm. da lui, dopo un po' di chiacchiericcio, avendo loro sentito la parlata, viene fuori Siena. Senza che l'eretico avesse proferito verbo sulla questione Mps: figuratevi che voglia, in quel momento!
 "Ahò, ma è vero che 'sta banca nun ce la fa proprio più?", mi dice, mangiando una scaloppina con la cicoria saltata, l'uomo. All'eretico - voi capite -  si apriva un'autostrada.
 L'orgoglio municipalistico, però, ha preso il sopravvento (o sarà stato il vino abbinato all'afa?):
 "No, guarda che ci sono i margini per riprendersi, vedrai", è quello che più o meno ho detto.
Non merito qualcosa?

venerdì 22 giugno 2012

Siena, terra di scambisti...


    Sempre pronto a bacchettare il Corriere di Siena di Stefano Bisi (a fare "il maestrino", scrive lui), stavolta l'eretico ci ha battuto una sonora boccata. Bisogna avere l'onestà intellettuale di ammetterlo apertis verbis. Questa volta, lo scoop l'hanno fatto loro, quelli del Corrsiena:
 "Quattro coppie senesi di scambisti nel nuovo video a luci rosse in edicola" (pagina 9, articolo non firmato, comunque vidimato dal Bisi per ovvie ragioni).
 In effetti, trattasi di scoopone in piena regola: i segugi del Corrsiena, infatti, con il loro fiuto annusa-scoop, sono riusciti a parlare con una fonte di altissimo livello delle Edizioni Il Valentino. Questa fonte ha permesso loro di anticipare i contenuti del prossimo video (di imminente uscita nelle edicole del Senese) della stessa Edizioni Il Valentino.
 Sarà stato forse materiale coperto da segreto istruttorio? L'eretico si augura di no, sperando che non debbano andare anche loro sotto processo per cercare di informare di più la popolazione, affamata di notizie in questi tempi perigliosi e commissariali.

  Andiamo al sodo (si presuppone...).
Le coppie, quindi: una di Colle di Val d'Elsa (casalinga 39enne con operaio 41enne), un'altra di Poggibonsi (impiegata 31enne con commercialista 35enne), addirittura due delle lastre (cassiera 33enne con geometra 32enne, nonchè coppia di commercianti 37enni: peccato non sapere il nome del negozio, sai le impennate delle vendite...).
Ma la cosa più stimolante in assoluto è l'indagine sociologica azzardata dalla fonte, giustamente coperta dal più rigido anonimato, come fanno quei poveretti di Report quando fanno le inchieste:
"La Toscana e la zona di Siena in particolare è un territorio dove lo scambismo è molto diffuso. Notoriamente. ... A Siena troviamo sempre molte persone disponibili e capaci di adattarsi alle riprese di un video hard, per quanto amatoriale. Diciamo che la nostra zona è il regno dove è nato questo filone che ha molto successo".

  In effetti, anche in politica e zone limitrofe stiamo assistendo, nella città commissariata, a movimenti strani, a particolari scambi di coppie, insomma sospette promiscuità. Aspettiamo di vedere se usciranno, prima o poi, alla luce del sole, smettendo di fare le cosacce nei club privati...


Ps L'eretico sta un paio di giorni a Roma, cercando informazioni utili per il blog. Purtroppo sapendo, però, che certi scoop capitano una volta sola, nella vita...

giovedì 21 giugno 2012

Abi: trionfo di Mussari Giuseppe!

 
   
    L'eretico, in tutta franchezza, l'avrebbe visto ancora più volentieri alla Presidenza dello Ior, la prestigiosa Banca vaticana. Ma non si può avere proprio tutto, dalla vita: ergo benissimo venga la riconferma all'Abi, la Confindustria dei banchieri. Primo banchiere ad essere Presidente abista, senza essere Presidente di alcuna banca. Il suo successore a Mps, nonchè suo grande sponsor, Alessandro Profumo sarà in brodo di giuggiole, oggi.
Quanto allo scrivente, solo un biografo può provare quella soddisfazione, quasi fisica, che si prova nel vedere l'oggetto del proprio faticoso lavoro salire (o restare) in alto.
 Ve lo immaginate se a soli 50 anni (per la gerontocrazia italiota, un'età da svezzamento), dopo 10 anni di inarrestabile ascesa carrieristica (Fondazione Mps, Banca, Abi ), il povero Mussari Giuseppe fosse dovuto tornare a fare l'avvocato di provincia, per difendere gli Acampa di turno (a proposito, nell'Appello a Firenze che fa, si ripresenta in Aula?). Una carriera così, che si ferma così presto? Non sarebbe quel che si dice "una storia italiana"...
Che abbia fatto bene al Monte (Fondazione e Banca), inutile ripeterlo per l'ennesima volta; qui piuttosto si vuole sottolineare la piccolezza, la meschinità, direi financo la grettezza di quanti - corrosi dall'invidia - a Siena si sono un po' lasciati andare contro di Lui, negli ultimi mesi. Meno male che a Milano e Roma, invece, chi capisce davvero di finanza sa apprezzare un vincente, nonchè banchiere-etico per antonomasia. Ha detto Lui stesso che quello del banchiere non è il suo mestiere? E allora? Non a caso fa il Presidente dei banchieri, mica il banchiere!

   E poi questa fastidiosa, fuorviante insistenza sui guai giudiziari: davvero stucchevole, per Dio! Chi non ha peccato, scagli la prima pietra, intanto; ma c'è di più, molto di più: con le sue riconosciute doti relazionali, Mussari Giuseppe - secondo la ricostruzione riportata da quasi tutti i quotidiani di oggi - ha svolto con pieno successo una delle sue consuete opere di persuasione. Giovanni Bazoli di Intesa sembrava un pochino scettico sulla di Lui riconferma, vista soprattutto il blitz della Procura di Siena e della Gdf dello scorso 9 maggio? No problem about it: Lui si è avvicinato a Bazoli, gli ha parlato con il suo magnetico slang senese-catanzarese, gli ha detto che Lui non c'entra niente, e Bazoli si è subito tranquillizzato. Come il padre esaminatore con la (futura) monaca di Monza Gertrude, Bazoli si è stancato prima lui di chiedere, che Mussari di rispondere...

Questo modus operandi mussariano, tra l'altro, non è certo nuovo. In una telefonata fra il Presidente del Collegio sindacale della Banca Mps Tommaso Di Tanno e Lui (18 marzo 2010, ore 10,46), al Di Tanno che gli chiede lumi sul coinvolgimento della banca e dei suoi pezzi grossi nell'affaire Ampugnano (per cui Mussari è fresco di richiesta di rinvio a giudizio dalla Procura di Siena, bene specificare), come risponde Lui?

Di Tanno: "Cioè non c'è nessuno che ha ricevuto un avviso di garanzia in quanto in qualche modo membro del Mps?".
Mussari: "No, assolutamente!".
Di Tanno: "Ho capito...".
Mussari: "No, assolutamente no".
Le ultime parole famose.
Per i pignoli o curiosi, il resto della telefonata è in "Mussari Giuseppe Una biografia non autorizzata", pagg. 139-141).
Era solo una questione di tempo, infatti, per Mussari. E si sta parlando di Galaxopoly, inchiesta che per i saggi dell'Abi pare sic et simplicier NON ESISTERE!
 Quanto al filone Antonveneta, Mussari ha detto che non c'è da preoccuparsi, per il suo ruolo (era solamente Presidente della Banca, nel novembre 2007: che ci potrebbe mai entrare, Lui?). Quindi si possono dormire sonni tranquilli, dalle parti di Palazzo Altieri.
 Il più rappresentativo dei banchieri italioti, dunque, si autoassolve da ogni inghippo giudiziario, con l'autorevolezza della sua stessa parola (senza nemmeno bisogno dell'avvocato Pisillo): poteva forse esserci un personaggio migliore, una figura più degna, per rappresentare le banche italiote in questo annus horribilis 2012?

mercoledì 20 giugno 2012

Le rondini su Siena...

 
  Stormi di rondini volano su Siena, in questi giorni di caldo africano: ed è bellissimo osservarle. Sono così numerose, da sembrare sciami di api intorno al miele, piuttosto che che rondini. In Piazza del Campo, in Piazza del Mercato, ovunque in spazio aperto, è uno spettacolo di commovente bellezza, quello che si presenta agli occhi di chi guarda.
Il futuro della città sta probabilmente nelle rondini: la loro libertà, la loro bellezza può, almeno in modo parziale, fare risorgere Siena, per quello che sarà possibile.
Nonostante tutto il loro impegno, ad onta di uno sforzo indefesso e sistematico, i castisti NON sono riusciti a rovinare l'aspetto della città, quantomeno intra-moenia (a parte qualche inevitabile eccezione). Franchino il Ceccuzzi ora è out ( più livoroso che mai), Mussari Giuseppe ha avuto il premio (Presidenza bis dell'Abi: domani ne scriviamo) cui ambiva e per il quale ha lavorato con puntiglio; gli altri castisti, Gabriellone Mancini in primis, hanno comunque le settimane contate.

  A questo punto, il pezzo vira su corde personali, che però vi assicuro essere non incoerenti con quanto detto fino ad ora.
Ieri sera, l'eretico era a cena con i suoi compagni della squadra di calcio (compagni anche di cene, ma non di merende...): c'era da festeggiare la vittoria al torneo provinciale Aics. Il superpresidente Paolo Gallerini, detto il Gallo, offriva la cena al ristorante Il Mangia, in Piazza. Coppa a centro tavola, erano presenti quasi tutti i valenti giocatori: capitan Marco Fini, il "vecchio" Luca Biagiotti (ex Poggibonsi, un quasi cinquantenne sempre dinamicissimo, oltre che dai piedi buoni assai), il capocannoniere Pippo Fabbri, il George Best della squadra, il quale ha affumicato lo scrivente per buona parte della cena; più  tutti gli altri, che devo purtroppo omettere, scusandomi, per mera esigenza di sintesi bloggeristica.
La cena, come sempre in questi casi, è andata piacevolmente per le lunghe: tanto da mangiare, ancora di più da bere. Il caldo era più che sopportabile, tra l'altro. Neanche il passaggio per la Piazza di alcuni castisti o simili (il Guasconi della Camera di commercio, come sempre pettinatissimo, con la giacchetta sulla spalla; Leonardo Pizzichi con immancabile cellulare all'orecchio) è riuscito a rovinare la piacevolezza della serata.
 Ormai passate le una, il gruppo si è disperso (a parte qualcuno, rimasto a bere, di cui benevolmente non faremo nomi, per non macchiarne la reputazione).

  A quell'ora della notte, è quindi iniziata la solitaria passeggiata di ritorno verso la macchinina ereticale: la magia della Siena by night è davvero tale...
 Il Casato, di sotto prima, di sopra poi: la "quintessenza della senesità", come lo ebbe a definire il poeta Mario Luzi, che per qualche anno ci abitò, da adolescente. Le notti estive, ti permettono di entrano in pur parzialissima intimità con chi tira tardi all'interno delle mura domestiche: le finestre aperte esortano al silenzio del viandante, per cercare di ascoltare quei brandelli di vita che gli insiders lasciano trapelare. Attraversato il doppio Casato, pausa tecnica alla fontanina della Tartuca, per una rinfrescante bevuta, benefica all'ennesima potenza con il caldo del momento. Oltre a bere, il silenzio fa anche ascoltare l'acqua. Qualche metro in avanti per via Tommaso Pendola, ed ecco che proprio le finestre aperte fanno sentire con grande nitidezza lo sfolgorante russare, ad alto volume, di un abitante della via: in pieno Dolby stereo, si potrebbe dire...
Percorsa la via, giù per San Quirico verso Pian dei mantellini: tenendo la man sinistra, ed aizzando le narici verso il rigoglioso gelsomino che lì si trova.
Spazio aperto poi in uno dei luoghi architettonicamente meno senesi di Siena: Pian dei mantellini, appunto. Con palazzi - per esempio quello denominato Incontri - che sembrano presi dalla Parigi del "piccolo Napoleone".
Ultima svolta, a sinistra, verso la macchina parcheggiata davanti alle scuole Saffi, passando accanto alla lapide posta sulla casa natale del grande Ettore Bastianini, la voce di Siena nel mondo.

  Tutta questa digressione, per ribadire quello cui accennavo: grazie a Dio o a chi per Lui, NON CE L'HANNO FATTA, gli "amici" della Casta, a distruggere tutta questa bellezza. Forse era troppa  anche per loro, pur validissimi dissestatori di provata esperienza.
 Le rondini volino pure, libere più che mai: aggiungendo bellezza a bellezza...

Ps Due appuntamenti da segnalare: domani (ore 18,00), libreria Becarelli in Via Mameli, lo storico ormai fiorentinizzato Paul Ginsborg presenta il nuovo soggetto politico della sinistra italiana, Alba (non c'è la Parietti, sia chiaro!); sempre domani, ma alle 21,00 all'hotel Moderno, la Lega Nord propone una discussione pubblica sulla situazione senese, alla luce degli ultimi accadimenti (anche in questo caso, non ci sarà Alba Parietti). 

martedì 19 giugno 2012

Mens sana: il canto del cigno?

 

     Niente da dire: a livello italiano, più che una squadra, una corazzata, capace di infrangere ogni record di vittorie, questa Mps targata Simone Pianigiani (verosimilmente per l'ultimo anno).
 L'Armani Milano è stata annichilita solo in gara 2, ma che la vittoria sia netta, nessun dubbio al proposito.
 Come già anticipato nel recente articolo sulla Montepaschi, il problema non è certo tecnico, ma di ben altra natura: è lecito che una Banca che ha toccato in questi giorni il suo MINIMO STORICO, che rischia di farsi nazionalizzare in modo strisciante, che - dopo avere già tagliato i premi aziendali a parte dei suoi dipendenti - si appresta a varare un piano industriale lacrime e sangue, che NON è in grado di rimborsare i Tremonti bond del dicembre 2009 nonostante due aumenti di capitale, continui a foraggiare con vagonate di euro una squadra di pallacanestro?
Se Armani - main sponsor milanese - sponsorizzasse la squadra di pallacesto e simultaneamente riducesse i salari dei suoi dipendenti, immagino che i sindacati salirebbero sulle barricate. Altre latitudini, altri contesti, altra gente...

  Per Ferdinando Minucci (ex dipendente del Monte, uscito dalla Banca, a suo tempo, senza avere mai chiarito il perchè, nonostante le sollecitazioni in proposito), è ovviamente sacrosanto che così sia.
"Abbiamo un'ottima base, ovvero altri 2 anni di sponsorizzazione (del Monte dei Paschi, Ndr) agli stessi livelli. Oggi come oggi, è una bella certezza" (Corrsiena di oggi, intervista di Marco De Candia). Pacta servanda sunt, dice il dottor Minucci. Ma la Banca che taglia i premi aziendali e si appresta a varare i contratti di soldarietà (per chi non lo sapesse, stipendi ridotti), è vincolata perinde ac cadaver a certi contratti, o è permessa - buon senso alla mano - una rinegoziazione del tutto? Qui tutto è negoziabile, compreso il destino stesso della Banca: fuorchè certe sponsorizzazioni...
 Questo - sia ben chiaro -  vale per il basket mensanino, per il calcio roburraio, per il baseball grossetano (sic) e via dicendo: tutto ciò che è servito alla grandeur della Casta senesota - e ad uno in particolare, che fa l'avvocato - per darsi un'aria di vincente, da spendere in altri lidi (zona Tevere).
Per Minucci, la crisi dunque può riguardare il mondo, la città, perfino la Banca stessa: ma nulla può cambiare, quanto a sponsorizzazione mensanina. Così è, se a Ferdinando pare...

  L'eretico vorrebbe soffermarsi sulla premiazione di domenica scorsa, a Scudetto record appena vinto: una premiazione inedita, mai vista prima, quella del Palasport mensanino.
La squadra seconda classificata, letteralmente scomparsa dal parquet (di solito veniva premiata anche la seconda, come è scappato detto anche all'allineatissimo telecronista Matteo Tasso in un momento di sbadataggine: ovviamente poi il cantore della gesta mensanine non è più tornato sull'argomento, con pronta autocensura); il Presidente della Lega, tale Valentino Renzi, ridotto ad una sbiaditissima comparsa, incapace di dire ahi, imbarazzato come pochi.
 Il proscenio, era - doveva essere - tutto per Ferdinando Minucci, come e più che in tutte le altre occasioni: non più castisti con cui condividere il trionfo (nemmeno Franchino il Ceccuzzi sciarpato di biancoverde, a questo giro), la consorte Rosanna Mereu sempre più defilata, l'immagine comunicata Urbi et orbi era più che mai quella di un uomo solo al comando. Ne Le mani sulla città, nel 2009, l'avevo definito il Fidel Castro del basket senese e non solo. E riportavo (a pagina 220) l'affermazione dell'allora Sindaco Cenni all'allora Presidente della Mens sana Roberto Morrocchi:
 "Caro Roberto, tu sei una persona onesta, ma quello vince". Quello, ovviamente, era il Minucci...
Vedendolo abbracciare, baciare, toccare uno per uno, in disciplinata fila, i suoi giocatori, mi è venuto piuttosto in mente il restauratore per antonomasia della monarchia francese, Carlo X di Borbone (sul trono di Francia dal 1824 al 1830).
 Colui che ripescò dal Medio Evo la cosiddetta, affascinante quanto inquietante, "cerimonia della guarigione": i malati (di solito, scrofolosi) facevano la fila per farsi toccare da Carlo X, spesso - secondo la vox populi - arrivando a guarire.
 "Io ti tocco, Dio ti guarisce", era la formula di Carlo X. Al Palaestra, tutti ragazzoni sani e muscolosi, nonchè altissimi, altro che scrofolosi: ma lo stesso tutti in fila, per farsi toccare da Ferdinando Minucci.
 "Io ti tocco, il Monte ti arricchisce"...

Ps Il primo filone dell'inchiesta sul calcio-scommesse (quella meno devastante per la povera Robur, verosimilmente) si è chiusa. Il Siena calcio deve sganciare 50mila euroni di multa: ce la fa a trovarli?

lunedì 18 giugno 2012

Sanità senesota: siamo vicini al redde rationem...

     Il buco dell'Università, quello l'aveva raccontato, con dovizia di particolari scabrosi, in anteprima Giovanni Grasso sul suo blog (e il Corriere di Siena: ma a cose fatte, e da una curiosa ottica pro-Tosi...); sulle problematiche di Banca, Fondazione e Sistema Siena in quanto tale, si può dire: questo blog le aveva preannunciate tutte, o per primo, o fra i primissimi.
Sulla Sanità senesota, idem: chi abbia voglia e tempo, vada a riguardarsi gli articoli del 9 e del del 16 dicembre 2011. Ci troverà interessanti spunti sul Bilancio dell'Asl 7. Più attuali che mai; profetici, verrebbe il caso di dire.

   L'Italia è ormai cosparsa, a macchia di leopardo, di interventi dell'autorità giudiziaria sulla Sanità: in Lombardia, Formigoni per quello è in fibrillazione (indagato il Direttore generale dell'Assessorato alla Sanità Carlo Lucchina); in Toscana, finora l'unico mega-buco emerso è quello di Massa-Carrara (a proposito, il Tribunale del Riesame ha rimesso in libertà l'ex Direttore generale Delvino, criticando al contempo aspramente l'operato della Regione Toscana e del Collegio sindacale per omesso controllo). Pare proprio che le clamorose falsificazioni dei Bilanci di Massa siano state fatte cambiando platealmente i dati presenti nel database dell'Asl, attraverso password NON IN USO da parte dei Direttori generali, ma da quanti avevano invece come compito la gestione prettamente amministrativa dell'azienda.

  Veniamo al Senese. Lo scorso 1 giugno, il Presidente della Regione (nonchè ex Assessore alla Sanità  toscana) Enrico Rossi ha apoditticamente dichiarato:
 "Pareggio di Bilancio dal 2009 e I CONTI DELLE ASL SONO CERTIFICATI"; non pago, si è messo a fare il primo della classe: "In sanità siamo avanti sette anni rispetto al resto dell'Italia", riproponendo - come se niente fosse emerso e stesse emergendo - il consueto refrain sulla assoluta qualità della sanità toscanota.
"Io c'ero, sono stato vigile e ho fatto il mio mestiere. Altri no...ho tenuto un comportamento esemplare e cristallino e sfido qualunque altro amministratore, in casi analoghi, a sottoporre a verifica di legalità come abbiamo fatto noi perchè NON ABBIAMO NULLA DA TEMERE".
Dopo queste parole così nette e perentorie del Presidente Rossi, noi ci leviamo il cappello e gli tributiamo il doveroso applauso. Bravo Presidente: così si risponde alle gratuite e malevoli voci sul proprio operato.
 Chiedendoci, al contempo, quanto segue: e se a Siena accadesse per il Bilancio 2010 ciò che è accaduto altrove in Toscana? Periodo ipotetico dell'irrealtà, ovviamente.  Anche perchè il Direttore generale era allora la futura moglie del Rossi stesso (a differenza di Delvino, esperta di conti, quindi ipertitolata a controllare); che farebbe, l'esemplare Rossi? Giocherebbe forse la carta dell'amico Alberto Monaci (lui con il Consigliere divenuto anticeccuzziano Anna Gioia, sua consorte), vale a dire che a casa non si parla di politica e di lavoro, quindi di sanità?
 Responsabile delle politiche del Bilancio all'epoca era il dottor Grazioso (rimando ai post del dicembre 2011), poi promosso dalla dottoressa Benedetto stessa (senza alcun concorso!) a MASSIMO RESPONSABILE DELLA GESTIONE ECONOMICA E FINANZIARIA DELL'ASL 7 "per il suo impegno, nonchè per gli ottimi risultati conseguiti fino al momento attuale".
La Società di revisione contabile a cui era stato affidato il compito di certificazione del Bilancio 2010 era l'autorevole KPMG.
 Una domanda, però, si pone (non di poco conto): il Bilancio 2010, è stato EFFETTIVAMENTE CERTIFICATO (con tanto di firma di chi di dovere, cioè del dottor Todeschini) dalla suddetta KPMG?
E ancora ( questa domanda è chiaramente legatissima alla precedente): la KPMG è stata pagata, ricompensata per il lavoro svolto in sede di certificazione del Bilancio 2010?
Domandonissima terminale: se a queste domande NON si potesse rispondere affermativamente, a chi toccherebbe andare dalla Magistratura quanto prima, con tanto di libri contabili in mano? All'attuale Direttore generale Pestelli, al neoassessore regionale alla Salute Marroni, o a...qualcun altro ancora?

Ps In un commento all'articolo dello scorso 16 dicembre, tale Carlo (pseudonimo?) scriveva:
 "Caro Eretico forse questa non la sai a proposito di geni e Mozart dei bilanci. Il Grazioso è stato ritenuto così bravo ed "affidabile" che è stato pure nominato dagli organi regionali (su indicazione della Benedetto) consulente per la verifica ...del buco di bilancio dell'ASL di Massa Carrara!!!".
Nessuno ha mai smentito, in proposito, da dicembre ad ora: non sarà mica una notizia vera, eh?

sabato 16 giugno 2012

Il Palio del Sindaco: la classifica

    Mentre la città è ancora in preda alle convulsioni da commissariamento e i vari fronti fanno a gara ad insultarsi al loro interno (ceccuzziani contro monaciani, gli uni rinfacciando di tutto agli altri; picciniani contro ex picciniani, vedasi l'intervista di Piccini alla Nazione di oggi), regalando ipso facto un mostruoso vantaggio a chi riesce a tenersi sufficientemente distante dalle polemiche intestine (vedi i grillini), sul blog va avanti, a gonfie vele, il sondaggio sul Palio del Sindaco.

  Per chi non avesse già visto e controllato visto sul blog del Santo di Siena, questi i risultati aggiornati a stamattina (ore 9,46):
Franco Ceccuzzi: 5,53%;
Alessandro Mugnaioli: 5,53%;
Antonio Sclavi: 0,5%;
don Andrea Bechi: 6,03%;
Gabriello Lorenzini (Colonnino): 32,66%;
Anna Gioia in Monaci: 9,55%;
Lucia Cresti: 2,51%;
Rosaria Bindi: 5,53%;
Fatima: 28,64%.

  Come era prevedibile, la società civile, i non politici la fanno da padroni, soprattutto se hanno un loro target ben visibile (diciamo così, e non aggiungiamo altro...).
Dopo Colonnino, primissimo ed ormai assurto ad autentico divo mediatico della collettività, e la seconda piazzata, la conturbante Fatima, troviamo la prima politica (nonchè fisioterapista): Anna Gioia, la moglie di Alberto Monaci, a capo dello schieramento che ha fatto capitolare il dominio ceccuzziano, dominio che sembrava inaffondabile fino allo scorso aprile.
 Viene su bene anche il grande amico di monsignor Acampa Giuseppe, quel don Andrea Bechi, attivissimo in zona Taverne d'Arbia, punto di riferimento della popolosa parrocchia posta all'estremità levantina del Comune di Siena. Il voto conferma la popolarità del giovane sacerdote, in passato segretario dell'Arcivescovo Antonio Buoncristiani. Grandissima delusione, invece, per il panificatore Antonio Sclavi, ultimissimo con un miserrimo 0,5%.
Ancora una volta, la dimostrazione che la città non sa premiare i suoi figli migliori...

Ps Come già detto, c'è ancora tempo fino alla mezzanotte del 27 giugno, per votare: tutto può ancora accadere!!

venerdì 15 giugno 2012

W l'Italia: ma non quella della Nazionale...

  
   A parte la mancanza del frittatone di cipolle e della birrona gelata (solo a causa dell'ora, più consona ad una cena ospedaliera), l'eretico si era attrezzato come il ragionier Ugo Fantozzi d'antan, per godersi Croazia-Italia. Credetemi: proprio come era successo con Italia-Spagna, ci avevo provato con tutte le forze a tifare per la squadra di Cesare Prandelli. E a prescindere dagli errori dei giocatori: il tifo - si sa - deve prescindere da ciò, altrimenti che tifo è? Mi ero financo portato una bandierina italiana, ricordo di una manifestazione in onore dei 150 anni (quella organizzata dal Prefetto Pantalone, per mostrare urbi et orbi i suoi ultimi gioielli...).

    Solo che dopo un pochino è più forte di me: vedo Buffon, e penso a quella tabaccheria di Parma in cui ha scommesso circa 1 milione e mezzo di euro in un annetto (recidivo, tra l'altro); vedo quel Bonucci, e penso all'avviso di garanzia per l'affaire scommesse; parte in slalom Cassano, e penso a quella frase avvilente che ha detto l'altro giorno sugli omosessuali (con penosa retromarcia, che ha annullato l'unica cosa buona che c'era: la sincerità). E si potrebbe continuare, purtroppo.
Il punto dirimente è: si può tifare per una squadra a prescindere da ciò che si pensa dei suoi componenti? Per molti, immagino di sì; per alcuni, direi di no. Lo scrivente fa parte di questo gruppo.
Gene Gnocchi ha scritto, sulla rosea di oggi, condensando genialmente quello che sto cercando di fare capire:
 "Balotelli spiega perchè è uscito dal campo amareggiato: "non ero dispiaciuto per la sostituzione, avevo appena saputo che ha chiuso il Billionaire"".

 Ciò che dà più fastidio, poi, è questo clima simil 2006 (si pensi alla sceneggiata del Presidente Napolitano negli spogliatoi azzurri dopo Italia-Spagna): un bell'Europeo (anche senza vincerlo, mica si può rifare come nel 2006), e poi un colpetto di spugna sui Processi e su tutto il marcio, che diamine.
Compariamo questa squadra con quella campione del mondo del 1982, lasciando da parte - se possibile - il risultato finale. Dell'attuale Nazionale, in quella di 30 anni fa (mamma mia, quanto è passato...), le facce che potrebbero entrare in quella che trionfò in Spagna quante sono? Tre o quattro, ad essere generosi. Direi Pirlo, De Rossi con la sua barba vissuta (lasciamo stare gli inghippi degli affini, ovviamente), magari Chiellini: non molti di più. Non che gli "spagnoli" fossero degli stinchi di santo: anche allora, si era freschi di calcioscommesse (il caso più clamoroso era quello di Paolo Rossi); in più, deve sempre essere evitata, per quanto possibile, la aprioristica laudatio temporis acti. Però volete mettere Dino Zoff con Buffon? Entrambi enormi, come portieri; un pochino differenti, come uomini. Volete mettere Bonucci con Claudio Gentile, per fare un altro esempio?
Ora tutti a parlare del possibile "biscotto" (combine) tra Spagna e Croazia (perfino Buffon: ma ci è, o ci fa?). Ma non eravamo quelli del "meglio due feriti che un morto" da fine campionato?

  Il 6 giugno, la Nazionale è andata ad Auschwitz (molto vicino a Cracovia). Enrico Currò (Repubblica, 7 giugno, pagina 60), ha scritto:
 "Hanno trascorso più di due ore qui, a lezione di vita, cancellando lo stereotipo del divo inavvicinabile e strafottente".
 Peccato davvero che solo pochi giorni dopo Cassano abbia fatto l'infelicissima uscita omofoba: non avendo imparato, nemmeno dopo esserci stato, che ad Auschwitz c'erano finiti anche tanti froci, come li chiama lui.
Chi finiva in quel luogo in cui si trovava l'Inferno sulla terra, veniva tatuato, al suo arrivo; questi hanno la fortuna di potersi tatuare per tutt'altri motivi. Ad ognuno il suo tatuaggio, e beato chi si tatua solo per piacere. Prima di parlare, però, bisognerebbe azionare il cervello, tatuati o meno.

Ps Proprio in Polonia, il 3 settembre del 1989, andò incontro alla morte un campione del mondo ed un signore del calcio, il libero della Juventus Gaetano Scirea. 552 partite con la squadra di club (sempre quella!), 78 con la Nazionale, senza mai un'espulsione.
Il padre gli sopravvisse solo una settimana, poi il cuore non resse il dolore. La vedova Mariella dice, 24 anni dopo:
"L'ho già detto a Riccardo (il figlio, anch'egli calciatore, Ndr), ho scelto la foto per quando morirò, ho trent'anni e sono bella, non potrò andare vicino a Gai sembrando sua nonna". 

giovedì 14 giugno 2012

Fondazione Mps: perchè salvare Stefano Ricucci?


     La domanda l'ho già posta a chiare lettere nel mio libro su Mussari Giuseppe (Capitolo "I furbetti della bancona? Una mail esplosiva", pagg. 54-62); adesso, però, ci sono due elementi nuovi: per la vicenda di cui stiamo per parlare, Stefano Ricucci - il celebre odontotecnico fattosi immobiliarista e finanziere - è stato richiesto di rinvio a giudizio dalla Procura di Roma (notizia di pochi giorni or sono); in secondo luogo, da quando la domanda è stata formulata nel suddetto libro, NESSUNO DALLA FONDAZIONE HA BATTUTO UN COLPO: e sono passati più di tre mesi...

  Per chi non ha letto il libro, in estremissima sintesi: spulciando nelle carte dell'inchiesta della Procura di Siena sull'ampliamento aeroportuale di Ampugnano, l'eretico si è imbattuto in una mail scritta dall'allora Provveditore della Fondazione Mps Marco Parlangeli (tale fino al 3 luglio 2011, prima defenestrazione eccellente del groviglio armonioso), rivolta al banchiere etico Mussari Giuseppe. C'erano vari punti, in quella mail datata 7 gennaio 2007: su Ampugnano, ma non solo. C'era un punto che toccava perfino Stefano Ricucci, e la sua società lussumberghese  Magiste International (controllata dallo Stefano Ricucci trust, con sede in un'isola generosa con il fisco...). La Magiste era con l'acqua alla gola (strano, eh?); non a caso, il 19 gennaio 2007 (12 giorni dopo la mail), il Tribunale civile romano la dichiarò fallita (e su questa vicenda - come appena scritto - si andrà verosimilmente a Processo). Una curiosità: il nome Magiste sta per Matteo (il padre), Gina (la madre), più per se stesso (Stefano). La famiglia avanti a tutto...

 Orbene, il prode Parlangeli scriveva, su questo punto, al banchiere etico Mussari Giuseppe, quel 7 gennaio 2007:
"Toti (notissimo costruttore romano, per anni importante socio di Sansedoni, l'immobiliare della Fondazione Mps, Ndr) mi ha fatto presente che c'è la possibilità di RILEVARE IN BLOCCO IL PATRIMONIO IMMOBILIARE DI MAGISTE, che vale circa 300milioni di euro, equivalente più o meno alla relativa esposizione bancaria. NON SEMBRA UN AFFARONE essendo più o meno valori di mercato (Ricucci dice che vale 600 milioni), ma c'è dentro roba interessante. Verrebbero pagati al concordato IN MODO DA EVITARE IL FALLIMENTO DI RICUCCI...IO NON VEDO PROBLEMI A VALUTARE L'AFFARE (e Gabriello concorda) e, se conveniente, andare avanti. Lei che ne pensa?".
  Mussari, ovviamente, NON ha mai spiegato pubblicamente alcunchè, a questo proposito: ma adesso non è più Presidente della Banca, e ormai è tenuto a spiegare certi passaggi solo ai magistrati, se e quando lo interrogheranno in proposito. Idem con patatine fritte per l'allora Provveditore Parlangeli (anch'egli fra i richiesti di rinvio a giudizio per Ampugnano, per inciso).
Il problema di Gabriellone Mancini, ad oggi, è diverso. Lui è ancora Presidente in carica della Fondazione Mps. Cosa potrebbe dirci a proposito di quel velenoso (ex post) inciso di Parlangeli "E GABRIELLO CONCORDA"?
 Delle due l'una: o Parlangeli ha scritto una cosa del tutto falsa (perchè?), o Mancini era del tutto d'accordo sul salvataggio dell'odontotecnico di Zagarolo. Tertium non datur.

  Visto che se ne sta parlando molto, di questi tempi: se esistesse una stampa libera, glielo chiederebbe. Ma siamo tutti d'accordo che non esiste. Allora si potrebbe provare a sfruttare il clima avvelenato del momento, chissà mai che...
  Gabriellone Mancini è un monaciano di ferro, d'acciaio: quindi fa parte di quello che Franchino il Ceccuzzi ha definito "clan" durante il livoroso discorso del 21 maggio scorso, penultimo Consiglio comunale (seconda trombatura del Bilancio ad opera dei monaciani).
 Perchè allora non lo incalzano i ceccuzziani, così avvelenati con i monaciani? Povero eretico, gli tocca dare i consigli ai ceccuzziani...purtroppo però credo che nessuno dirà niente (infatti il groviglio è in primis OMERTOSO, sempre bene ricordarlo).
 Forse perchè, in quel gennaio 2007, il groviglio armonioso era ancora, appunto, tale. Si andava d'amore e d'accordo.
 E se parla Gabriellone (o il Parlangeli, o altri ancora), forse arriva il Commissario. Non quello ad acta, però...

Ps Domani sera (21,15, Circolo Arci di Sovicille), stimolante incontro, organizzato dal Comitato, per fare il punto sulla questione Ampugnano, viste le novità giudiziarie e lo sperpero di denari pubblici (questa non è una novità, parlando della Casta di Siena).
 Chi può, venga: non si deve spegnere la luce, su Galaxopoly!

mercoledì 13 giugno 2012

Serata sul giornalismo: tanta carne al fuoco...

 
  
 
   Difficile contenere in un solo articolo i vari spunti di riflessione scaturiti dalla stimolante serata di ieri sera a Palazzo Patrizi, organizzata dall'Osservatorio civico. Una premessa è comunque d'obbligo: con i castisti, queste serate - aperte e pluraliste - NON ci sono mai state. Il Pd senesota NON ha mai organizzato niente di simile, esaltando solamente l'informazione embedded ed iperconformistica (leggasi sdraiata sul Potere) dei pennivendoli locali. I risultati, quelli sono sotto gli occhi di tutti: Siena proprio ieri diventava commissariata (meno male), ed il titolo Mps arrivava sotto la soglia psicologica (e non solo!) dello 0,20. Meno male che l'Università e l'Ospedale vanno a gonfie vele...

 Detto questo, diciamo della serata, cominciando con il ringraziare dell'invito Massimiliano Angelini e Luigi Bosco. Nonostante la censura totale dei media castisti, il salone era strapieno.
Il giornalista Cesare Peruzzi del Sole 24 h. è stato abilissimo a destreggiarsi in una situazione non facile, ma certo che l'incipit con cui ha esordito è stato da brividi:
 "Mps a livello nazionale non ha mai goduto di buona stampa...non c'è mai stata opacità verso Mps, anzi sotto certi aspetti Mps è stato discriminato".
 Fortunamente l'eretico conosce altri giornalisti del Sole 24 h.: non sono tutti così, vi assicuro...
L'ex Direttore della Nazione Tedeschini ha sinteticamente raccontato la sua (amara) vicenda: licenziato in tronco, nonostante il piccolo incremento (in assoluta controtendenza) del giornale nell'anno di sua direzione. Ma a Bagnaia preferiscono perdere copie restando però amici di Mussari Giuseppe e della Casta, piuttosto che provare a fare un accettabile giornalismo (questo l'ha detto l'eretico, ma credo proprio che il buon Tedeschini fosse pienamente d'accordo!).
 Veniamo ad Alessandro Lorenzini (Corriere di Siena, Radio Siena e non so che altro). L'eretico si scusa con lui per non essersi ricordato di averci giocato un paio di partite di calcio insieme qualche anno or sono (visto che avevo scritto di non conoscerlo personalmente), e gli riconosce senz'altro l'atto della presenza ( Stefano Bisi e quello della Nazione Siena con gli occhiali versicolor non c'erano, non a caso); si deve riconoscere a Lorenzini perfino un'altra cosa: tutti gli argomenti che si potevano tirare fuori dalla sua indifendibile posizione, li ha tirati fuori.  Solo una cosa, non si può non dire (visto che sulla censura sistematica e sull'intoccabilità di certi personaggi si è scritto per anni): il tirare fuori ad ogni pie' sospinto la tessera ufficiale di giornalista professionista, è argomento deboluccio alquanto. A parte il fatto che non a caso da anni si parla di ABOLIZIONE DELL'ORDINE DEI GIORNALISTI, che sarebbe cosa buonissima e giustissima, Lorenzini ha ripetuto come un mantra che lo spartiacque fra un giornalista patentato ed un blogger o simile, è lo scrupolo nel verificare le notizie. Quindi un giornalista professionista è uno che verifica con assoluta acribia, il blogger invece è uno che sente un rumor al bar o per strada e lo pubblica subito. In sala, mi sono permesso di tirare fuori un paio di esempi clamorosi - in rigorosa par condicio Nazione Corrsiena - che smentiscono in toto questa autosantificazione lorenziniana dello scrupolo del professionista. Giustamente l'ormai ex Consigliere comunale pidiellino Enrico Tucci, nel suo intervento, ha rampognato il buon Lorenzini: se uno fa il medico, allora gli studi specifici sono ineludibili (anche perchè esiste il reato di esercizio abusivo della professione!), per scrivere (specialmente di certi argomenti) si può tranquillamente essere NON iscritti a nessun Albo. Costituzione alla mano, tra l'altro.
 E dirò di più (solo perchè lui si è voluto impelagare in questo ginepraio, solo per questo): penso che nel giornalismo d'inchiesta conti molto, molto, molto di più una formazione per esempio da storico (con l'attitudine a verificare ed incrociare le fonti), piuttosto che un corsetto di giornalismo.

  In molti hanno sollevato, poi, il problema dell'anonimato (Augusto Mattioli dal concone): problema che non mi tange personalmente, ma sul quale voglio comunque dire la mia. Non c'è dubbio alcuno che meglio sarebbe apporre la propria firma su un articolo, su un quotidiano o su un blog. Resta però un fatto, ieri forse poco sviscerato, invece dirimente: quello che conta, per il lettore, è solo se la notizia è autentica e documentata con opportune pezze d'appoggio, oppure se è una bufala, più o meno clamorosa. Questo a prescindere da chi l'abbia buttata sul web, o sulla carta stampata. E ricordiamo: se Siena è in queste condizioni pietose, la colpa (dal punto di vista dell'informazione) NON è certo degli anonimi, ma ha nomi e cognomi ben precisi ed individuabili. Come poi ha detto una presenza costante dei blog senesi (Bastardo senza gloria: si può dire il nome?), bisognerebbe partire dal presupposto che, in questo campo, le botte si prendono e si danno: l'importante sarebbe trovare le giuste "regole d'ingaggio" (espressione di cui il Bastardo ha il copyright!). Per esempio - aggiunge l'eretico - quando si fanno domande precise e puntuali ad un Sindaco, bisognerebbe che quello rispondesse, invece di minacciare. Vero, Franchino il Ceccuzzi?

  Quanto al fatto, infine, che la stampa e la televisione nazionale sembrino negli ultimi mesi accanirsi con Siena dopo anni di silenzio (e non è finita, basta aspettare un pochino...), benissimo ha detto l'avvocato ereticale Luigi De Mossi: "siamo passati dall'idolatria all'iconoclastia, come sempre succede nei paesi latini".
 Inutile lamentarsi dell'iconoclastia, quando non si è mai detto alcunchè in periodo agiografico...

Ps Un'altra cosa avrei voluto eccepire ad Alessandro Lorenzini, se ce ne fosse stato tempo e modo: ma si sa più niente della famosa mammina angosciata che - dalle colonne del bisiano Corrsiena - si strappava i capelli al solo pensare che il proprio pargolo potesse finire l'anno successivo nella classe del delinquente blogger e scrittore e docente? Ancora stiamo aspettando il nome ed il cognome della mammina, dopo più di un mese. Se mai venisse fuori che questa mammina non esiste, che potrebbe succedere? L'Ordine dei giornalisti, se ha ancora un senso, non potrebbe prendere una posizione?

martedì 12 giugno 2012

Parte il "Palio del Sindaco": votate, votate, votate!

    Finalmente sta per arrivare il Commissario ad acta. Franchino il Ceccuzzi ha pronunciato la sua pappardella conclusiva nella Sala delle lupe (ovviamente senza un minimo briciolo di autocritica, as usual), pappardella che potete leggere sul Cittadino on line (avendo un surplus di tempo da impiegare). Una meravigliosa foto della Nazione ce lo mostra financo con le lacrime agli occhi: quando la Politica è fatta per pura passione e per il Bene comune, normale che le emozioni possano esondare, in momenti come questi.
  Adesso è il momento di essere propositivi, dunque. Nel periodo di decantazione commissariale, quindi, l'eretico lancerà, a partire da oggi, alcune novità.
 Si parte con il "Palio del Sindaco". Dieci nomi di senesi, pronti ad affrontarsi in Primarie all'ultimo sangue (meglio di quelle fatte per nominare Franchino, di certo saranno...). Durata: da oggi 12 giugno, fino alla mezzanotte del 27 giugno stesso. Su questo blog, solo e soltanto dichiarazioni di voto (molto meglio se firmate: non continuate a fare gli anonimi, tanto la Casta è implosa!), e solo sui 10 nomi proposti: chiunque si esprima su chiunque altro, verrà spudoratamente cestinato. Dura, sed lex. Non si possono intasare i canali. Sul blog del Santo, da stamattina sarà poi possibile votare nel vero senso della parola: spiegherà il Santo i dettagli tecnici dell'operazione. Un'operazione sinergica, dunque: di certo, un contributo lo daranno anche gli illuminati, se lo vorranno.
Per l'eretico è stata durissimo, quasi lancinante, lo sforzo per addivenire alla sintesi dei 10 nomi: tagliare uno come l'ex Assessore sellato Cannamela, per esempio, è stato triste, ma il ragazzo è giovanissimo e ha tutta la vita davanti; non inserire Luca Guideri, poi, ha provocato quasi un dolore fisico: ma gli equilibri sono tali, che un monaciano basta ed avanza, nella lista dei dieci; che dire di monsignor Acampa Giuseppe? Visto che il Pm Marini ha appena annunciato che ci sarà l'Appello a Firenze, non si volevano creare sovrapposizioni di sorta: ma la Curia sarà comunque rappresentata, più che degnamente, da un suo eminente rappresentante. Non ci sarà Acetello (e forse ci resterà male...), ma ha annunciato il ritiro delle scene, e lo dobbiamo prendere in parola ( ci sarà comunque un suo amico di antica data).
 Ci saranno insomma politici di professione, persone della società civile, uomini e donne (senza ipocrite quote rosa, bensì 6 maschioni contro 4 femminucce). Vinca il migliore.
La città ha voglia di aprirsi, di parlare, di scrivere, di votare: questo blog dà a tutti la possibilità di farlo, come da un anno e mezzo a questa parte (con le regole appena enunciate, però).
 La riflessione alta ed alata, come sempre, la lasciamo ad altri: in primis, a Stefano Bisi, che il prossimo 15 giugno lancerà il suo nuovo best seller sui "Sindaci in bianco-nero", impreziosito dell'introduzione di Robertino Barzanti (presentazione all'enoteca venerdì prossimo).  L'eretico lo pubblicizza volentieri, e di certo lo leggerà con l'attenzione che merita.

I nomi, dunque:
1) Franco Ceccuzzi, detto Franchino il Ceccuzzi, ex Sindaco;
2) Alessandro Mugnaioli, il superassessore ceccuzziano;
3) Antonio Sclavi, panificatore ed uomo di Cultura;
4) Mauro Rosati, creatore di Qualivita e banchiere;
5) don Andrea Bechi, ex segretario del Vescovo Buoncristiani, parroco di Taverne d'Arbia, correttore della Contrada della Torre e molto altro;
6) Gabriello Lorenzini, detto Colonnino: protagonista a Report;
7) Anna Gioia in Monaci (Alberto): ex Consigliere comunale, madre del vicepresidente della Provincia Pinciani, da molti considerata la fisioterapista più potente d'Italia;
8) Lucia Cresti, Assessore alla Cultura uscente, nonchè ex Priore del Valdimontone;
9) Rosaria Bindi, Presidente del Partito democratico, in Parlamento dal 1987;
10) Fatima, protagonista femminile del concorso "Foloso sanese" dello scorso autunno.
Buon voto a tutti (meglio - ripeto - se non anonimo...)!

Ps L'eretico ripete volentieri l'invito a presenziare all'incontro di stasera (Palazzo Patrizi, ore 21,00) sull'informazione senesota. Senza alcuna meraviglia, ho visto che la stampa cartacea NON ne ha fatto cenno alcuno: buon segno, buon segno...

domenica 10 giugno 2012

Il terremoto in Emilia e Lombardia: solo colpa della Natura?

  
    Di ritorno da Mantova e da San Benedetto Po, l'eretico non può non scrivere a proposito del terremoto e degli effetti che ha prodotto sulla gente del posto. La pur gratificante presentazione del libro su Mussari Giuseppe alla libreria mantovana Di Pellegrini (della quale qualche pillola si darà in settimana), passa giustamente in secondo piano.

 Questo terremoto (con le scosse peggiori il 20 ed il 29 maggio scorsi) è un terremoto particolare, strano. Intanto perchè queste terre, che stanno a cavallo  fra  l'Emilia e la Lombardia, NON erano considerate di particolare pericolosità sismica: la popolazione, quindi, si trova ad affrontare un qualcosa di assolutamente inedito, un primum, senza che neanche i vecchi - ammesso che qualcuno oggi li ascolti - possano fungere da punto di riferimento antropologico.
 Tutti i terremoti sono bastardi, ma questo, oltre che tale, si contraddistingue per l'essere spiazzante, tignoso: come quando, nel campo di calcio, un avversario ti sta alle costole sempre, ti fa sentire il suo alito addosso, ti infastidisce in ogni modo, ma senza ricorrere al fallo da espulsione. Tra Mantova e San Benedetto Po (distanti circa 25 km.), non si vedono distruzioni particolari, tantomeno macerie: siamo sufficientemente lontani dagli epicentri, da Mirandola per esempio.
Prendiamo il luogo dove ho dormito, appunto San Benedetto Po, la cittadina che custodisce lo splendido complesso dell'abbazia benedettina (fondata nel 1007 da Tedaldo di Canossa, poi soppressa il 3 marzo del 1797 da Napoleone alla prima campagna d'Italia).
 Nessun morto, nessun ferito, non più di una trentina di sfollati, adesso quasi tutti rientrati: tutto a posto, allora? Certo meno peggio, molto meno peggio che da altre parti, ma problemi enormi lo stesso: il fiore all'occhiello dal punto di vista turistico, è transennato. Giustamente, sia chiarissimo. Per quanto tempo ancora? Beffa delle beffe, proprio ora che il lunghissimo restauro del complesso benedettino era finalmente terminato!
Non è tutto. In zona, non si parla d'altro (ma sui giornali, anche locali, no): forse la Natura leopardianamente indifferente potrebbe non essere la sola responsabile della tragedia a bassa intensità (ma dallo spropositato costo sociale) della zona.
 Premessa d'obbligo: in casi come questo, è tanto facile quanto sbagliato cercare il facile capro espiatorio, non c'è dubbio; ed il fatto che il terremoto stia interessando anche zone assai lontane dall'Emilia e dalla Lombardia, fa pensare. Però è ben strano che svariate persone, di ogni grado sociale e culturale, con cui mi è capitato di parlare in questi due giorni, facciano menzione di ciò che sto per illustrare in modo tutt'altro che avventato.
Alcuni fatti, poi, sono facilmente verificabili. Primo: il 17 febbraio 2012 i Ministri dell'Ambiente (Clini) e dei Beni culturali (Ornaghi) decretano la compatibilità ambientale per un'indagine geologica (leggasi trivellazioni, con uso di pompaggio di acqua ad alta pressione nonchè cariche esplosive) per studiare la fattibilità di un enorme deposito di gas metano sotterraneo nei Comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e Crevalcore. Pare che verranno stoccati più di 3 miliardi di metri cubi di gas metano. La Regione Emilia (guidata dal piddino Vasco Errani) aveva espresso un parere negativo. La società che ha effettuato il tutto è la Erg Rivara storage srl, società angloitaliana fra i cui azionisti si trova il patron della Sampdoria Garrone. Forse casualmente, pare che proprio i Comuni interessati dalle trivellazioni, siano stati i più martoriati dalle due scosse di maggio.
 Una simpatica (ed anche un po' logorroica, a dirla tutta) signora che ha servito la cena a me ed agli amici mantovani sabato sera, mi dice che tutti in zona avevano notato che questi operai lavoravano prevalentemente nottetempo, e soprattutto protetti da folte schiere di vigilantes che non facevano avvicinare nessun residente. Il lambrusco che ci offre, le avrà annebbiato la ragione?

 I benedettini del complesso di San Benedetto Po (detto Polironiano), nel settecento, fecero un qualcosa di grandioso (orando, ma soprattutto, verrebbe da dire, laborando...): fecero in modo che il Po deviasse il suo corso, per non rischiare che il maggiore fiume italiano esondasse di continuo in paese. Per questo motivo, il Po è presente nel nome, ma NON si vede, non c'è (più) in loco!
Speriamo davvero che quanto di buono è stato fatto dai monaci per il Po, non debba oggi essere vanificato da altrui azioni:  di più, non si dice.

 Resta il fatto che questa gente va aiutata: loro, per carattere, non chiederebbero mai aiuto, non è gente atta a pietire; se però noi andiamo da loro e consumiamo (per quello che si può, ovviamente), gli diamo un bell'aiuto. Bene lo sa, per esempio, l'avvocato ereticale Luigi De Mossi, conoscitore ed estimatore di questi luoghi, tra l'altro con una curiosa passione per la locale mostarda...
 Immagino l'obiezione: andare in quei posti in questa stagione, ha un che di masochistico, per il caldo spesso opprimente (ma non in questo fine settimana, fortunatamente); in più, il 90% dei monumenti è chiuso, non visitabile in nessun modo. La ragione, dunque, ci porta lontano da lì: ma non di sola ragione vive l'uomo, no? Che dire del senso dell'ospitalità e della cucina, per esempio? Queste terre, vi aspettano...

Ps L'eretico si permette di segnalare il posto dove ha dormito, a San Benedetto Po: un eccellente bed and breakfast gestito da una famiglia di antiquari, che hanno per ovvi motivi il senso del Bello connaturato nell'animo. Non a caso, si chiama "A casa dell'antiquario" (Via Cesare Battisti, 10). Un posto incantevole, a pochi metri da Piazza Teofilo Folengo, il cuore del paese. Mobili di pregio, senza ostentazione. L'arredo è curato direttamente dalla Galleria antiquaria Zanini. E si vede. 

sabato 9 giugno 2012

Uno stimolante incontro sull'informazione...


    Di partenza per Mantova, l'eretico segnala molto volentieri ai suoi lettori che martedì prossimo 12 giugno, alle 21,00 a Palazzo Patrizi in Via di Città, ci sarà uno stimolante incontro sul ruolo dell'informazione nella realtà senesota.
 Azzeccato anche il titolo dell'iniziativa, a cura dell'Osservatorio civico: "Press in the city". Variante locale del noto serial statunitense Sex in the city, si lascia agevolmente immaginare...
 Oltre all'eretico, ci saranno Cesare Peruzzi, giornalista del Sole 24 ore, il sempre presente Augustino Mattioli (Unità e Cittadino on line), Raffaella Ruscitto (Cittadino on line), nonchè questo Alessandro Lorenzini, che mi risulta essere più bisiano del Bisi (il quale Bisi pare che NON ci sarà: peccato davvero...). Finalmente un pochino di sano pluralismo: invocato per tanti anni, arriva quando ormai è troppo tardi.
 Gli organizzatori, poi, lasciano filtrare - con abile mossa pubblicitaria? - che sarà presente anche una personalità di rilievo nazionale, nel campo dell'informazione cartacea: staremo a vedere, dunque.
A coordinare il tutto, Massimiliano Angelini e Luigi Bosco.
Visto il momento, credo possa essere davvero un bell'incontro.

  Con una importante e finale chiosatura, che l'eretico non si stancherà mai di ripetere (repetita iuvant, in questo caso più che mai): senza il bavaglio all'informazione quasi tutta (radio, televisione, carta stampata, così per ridere), la situazione senesota non sarebbe degenerata fino a questo livello (ed il punto più basso, forse, lo stiamo ancora attendendo).
 Sarebbe bene che tutti lo ricordassero e lo tenessero ben presente, ad imperitura memoria.
 In attesa, magari, di fare una minima, ma oltremodo salutare, autocritica...

venerdì 8 giugno 2012

La Sanità ha tanti problemi, ma certi cognomi funzionano sempre: Tosi, Balestrazzi, Caporossi...

   
   Partiamo dal Ministro della Sanità Balduzzi, il quale, dalle alate colonne di Avvenire, dichiara, vescovile vescovile, che "gli intrecci pubblico-privato sono quelli in cui più facilmente si annidano episodi esecrabili" (7 giugno 2012, pagina 8).
Arriviamo alla Toscana (ex) felix.
 L'Asl di Grosseto toglie il posto al primario oculista Sarnicola dopo la sentenza della Corte d'Appello di Firenze (19 aprile 2012), perchè gli incarichi di responsabilità di strutture semplici e complesse SONO PRECLUSI, in base alle leggi regionali, ai medici con rapporto di lavoro non esclusivo (in pratica, a chi svolge attività al di fuori del pubblico). Vedasi appunto il succitato professor Sarnicola.
Da Grosseto, passiamo ad Arezzo: sta per partire un procedimento disciplinare (con verosimile licenziamento a venire) nei confronti della ginecologa condannata a 2 anni per concussione e peculato, giacchè nell'intramoenia intascava direttamente i dindini dai pazienti.
Il problema esiste, dunque, in tutta l'Italia, ed anche nella Regione che era considerata il fiore all'occhiello della Sanità (a vedere certi bilanci, ora è piuttosto un cazzotto in un occhio, altro che occhiello...).

  Nel Senese, invece, tutto è sempre limpido e lineare: trattasi di territorio come baciato divinamente da una sorta di virus anticorruzione.
L'Asl senesota, infatti, su forte sollecitazione del monaciano Direttore delle Scotte Marchese Morello, ha appena stipulato una nuova convenzione con quel Centro diagnostico della Val d'Elsa (Poggibonsi), per l'esercizio della libera professione intramoenia di alcuni luminari (e figli di). Del Centro, l'eretico si è già occupato in ben tre post scritti nel marzo scorso (di cui consiglio una rilettura a chi fosse interessato).
La delibera in oggetto (numero 249 del 22 maggio 2012) diventa esecutiva giusto giusto ieri: che non si dica che non siamo sulla notizia! Il Direttore aslino Nicolò Pestelli - che pare essere in mezzo al guado, un pochino cerca di cambiare, un pochino manco per niente...- avalla ciò che viene proposto dal dottor Paolo Franchi, altro margheritino dell'infornata sponsorizzata dalla dottoressa Benedetto in Rossi (Enrico). La durata della convenzione è fino al 31 dicembre 2012. Nel documento, si scrive che ci sarebbe stata una gara fra 5 studi medici privati valdelsani, vinta dal suddetto Centro diagnostico.
Ribadendo che una importante quota societaria del Centro è detenuta dalla famiglia Caporossi (moglie e figli, per un periodo pregresso personalmente il luminare!), all'eretico pare stimolante assai sottolineare che, a svolgere la loro attività nel Centro, saranno fra gli altri il dottor Gian Marco Tosi (figlio dell'ex Rettore che ha portato in attivo i Bilanci dell'Ateneo senesota, sic), nonchè il dottor Angelo Balestrazzi (figlio incidentalmente del Direttore della Clinica oculistica di Roma, professor Emilio Balestrazzi).
Ma la ciliegina delle ciliegina è questa: tra i suoi più stretti collaboratori a Roma, l'esimio professor Balestrazzi chi ha? Il dottor Tommaso Caporossi, che possiede come detto una quota societaria nel Centro stesso. La quadratura del cerchio...

giovedì 7 giugno 2012

L'eretico verso Mantova...

 
   Sabato alle ore 18,00, presso la libreria Di Pellegrini in Mantova, l'eretico presenterà la sua biografia non autorizzata sul banchiere etico Mussari Giuseppe. Ad introdurlo, il giornalista del Sole 24h. Nicola Borzi.
    In una Mantova ferita soprattutto nell'anima più che nel corpo, per il terremoto di questa maledetta primavera (dal punto di vista geologico) italiana, sarà un'occasione anche per parlare d'altro, in una città inevitabilmente in ansia.
 Su Repubblica di ieri, un bel reportage di Jenner Meletti descriveva la Mantova di questi giorni, con un folgorante incipit: "Non lo vedi subito, il terremoto". Quasi tutti i monumenti non sono precauzionalmente visitabili (salvo - scrive J. Meletti - "la più antica chiesa della città, la rotonda di San Lorenzo, fine secolo XI", ovviamente presa d'assalto dai pochi turisti presenti): fra tutti, chiusi per precauzione il Palazzo Ducale (con gli affreschi della Camera degli sposi, capolavoro del Mantegna, lesionati), e ciò che più sarebbe interessato all'eretico vedere, vale a dire il Castello di San Giorgio, la fortezza simbolo del potere dei Gonzaga sulla realtà mantovana.
Veniamo al discorso prettamente bancario.
 Mantova è la città della ex Bam (Banca Agricola mantovana); fondata nel 1.871 come Società cooperativa, in pieno afflato patriottico-risorgimentale (un anno dopo la Breccia di Porta Pia!), dal 1999 entra a fare parte del gruppo Mps, per poi essere incorporata nel settembre del 2008 (meno di un anno dopo l'affarone di Antonveneta di cui finalmente si è iniziato a parlare anche in sedi non propriamente giornalistiche...).
Alle orecchie ereticali è arrivato qualche spiffero che dalle parti di Rocca Salimbeni qualcuno si sia mobilitato per mettere i bastoni fra le ruote a questa presentazione, ovviamente con scarso successo.
 Anche perchè Mantova non è Siena: avrà i suoi difetti senz'altro, vivrà il clima di una piccola realtà di 50mila anime, però la censura (almeno il tipo di censura senesota) come a Siena NON c'è. Pare che la televisione locale sarà presente (di sicuro una persona riprenderà il tutto e metterà su youtube), di certo ci sarà un'intervista dello scrivente con il direttore della Gazzetta di Mantova (che ha già anticipato l'evento), e via dicendo. La normalità di una piccola città ricca di storia e di bellezze artistiche, che adesso si deve guardare dalla Natura, più che dalla scelleratezza di chi l'ha guidata.

  Una curiosità: una delle figure ottocentesche più importanti della allora neonata Bam, fu di certo il Senatore del Regno Giovanni Arrivabene (fonte Wikipedia).
A Mantova, hanno avuto Giovanni Arrivabene; noi, in compenso, abbiamo appena avuto GIUSEPPE VAVIAANCHEMEGLIO... 

mercoledì 6 giugno 2012

Mussaruzzi, fine della festa (e non vogliamo la Pantalone Commissario!)

     Pare che l'Ad di Banca Mps Fabrizio Viola stia toccando ferro di brutto, nel suo palagio in mezzo alle meraviglie della campagna senese: ormai è l'unico montepaschino d'altissimo rango a non avere neanche un mezzo avviso di garanzia! Tantomeno un rinvio a giudizio, ovvero almeno una perquisizione domiciliare, tanto per darsi un'importanza (ieri è toccato anche a Ettore Gotti Tedeschi, il quale - per gli sbadati - era il plenipotenziario del Banco Santander ai tempi dell'affaire Antonveneta...).
Mussari Giuseppe attende, fremente, i 14 giorni che lo separano dal D-Day abista: verrà riconfermato alla presidenza dell'Associazione bancaria italiana? Lui giustamente le fa nere, bianche e grigie, ma basterà tutto il suo consueto attivismo a 360°? La strada per la riconferma - come già scritto qualche giorno or sono - pare essere in grande salita, con la gradazione che tende pericolosamente ad aumentare, giorno dopo giorno, man mano che ci si avvicina al traguardo: secondi alcuni, siamo ormai ad una sorta di Zoncolan. Chi segue il ciclismo più duro, sa di cosa si sta scrivendo (per gli altri, Wikipedia o il buon vecchio Atlante).

   L'altro elemento della crasi Mussaruzzi, vale a dire Franchino il Ceccuzzi, ha intanto incassato la terza bocciatura sul Bilancio di fila (perchè non si organizza anche una votazione quater domenica, ultimo giorno utile? Il consigliere monaciano Luca Guideri c'ha la Festa titolare della Tartuca: in Consiglio comunale non viene di certo...).
Ha lasciato nel peggiore dei modi, Franchino: livoroso e piccoso come è sempre stato.
Per cominciare, in piena confusione mentale, ha parlato di Antonveneta come di un "incauto acquisto": senza rendersi conto di avere ecceduto nella discontinuità (parolaia), nonchè di avere citato un'espressione che si trova nel mio "Le mani sulla città" (pagina 250, per la precisione).
Si sarebbe dovuto dimettere o il 27 aprile, o il 3 maggio: in realtà si è dimesso solo perchè non poteva altro fare, come riconfermato per la terza volta ieri.
 "Hanno forse paura che mi ricandidi?", ha esclamato, per poi aggiungere di essere a disposizione del Partito. L'eretico spera vivamente che Franchino si ricandidi, suicidandosi politicamente e portando il Pd al disastro. Voglio sperare che il Pd toscano e romano sia un pochino meno masochista, ma dovesse accadere, si proceda pure. Pensa che tutti i cittadini siano beoti e che si bevano la storia del rinnovamento sotto l'egida del tandem Rosaria Bindi-Massimo D'Alema, in più in un contesto del tutto diverso da quello di 13 mesi or sono? L'eretico sarebbe il più contento, nel caso di una ricandidatura ceccuzziana.
Sconcertante, poi, ciò che ha affermato a proposito di se stesso: "ritengo di appartenere alla parte migliore della città". Noi, che come noto apparteniamo invece alla feccia, consiglieremmo una qualche prudenza in più, al campione di virtù della Siena migliore. La Casta è la parte migliore della città? Pensa che il 54% dei cittadini sia ancora disposta a votare questa affermazione?

 Nel frattempo, Repubblica di oggi (Simona Poli) scrive dell'ipotesi che il Prefetto Gerarda Pantalone, appena uscita dalla porta, ritorni dalla finestra: ci mancherebbe giusto questo, ci mancherebbe! Nel momento in cui tutti concordano sul fatto che debba arrivare una persona NUOVA, ESTERNA in tutto e per tutto alla città, super partes al di là di ogni plausibile dubbio, tornerebbe in auge un Prefetto che presenziava sistematicamente ad ogni presentazione di libro dell'ottimo Stefano Bisi? A quel punto, davvero ci sarebbe da scendere in piazza (pacificamente, pacificamente: altrimenti sai la anonima mammina impaurita...). 

Ps Stasera chi può e vuole, si guardi il film Fargo, dei fratelli Cohen (Rai 4, 21,10, anno 1996). In primo luogo, perchè è una dark comedy venata di thriller bellissima; in secondo, perchè una chiave di lettura che lega il film alla città del Palio ed al suo attuale contesto, ci potrebbe anche essere. Vediamo se qualcuno la trova...

martedì 5 giugno 2012

Consiglio comunale: game over per Franchino il Ceccuzzi...


   O vediamo Franchino il Ceccuzzi da qui a lunedì 11 (termine ultimo) cosa inventa...anche oggi è stato battuto, questa volta sugli aggiustamenti di Bilancio. 16 contrari, 14 a favore, Corradi e De Risi astenuti: questo il responso, senza appello.
  Durante il dibattito mattutino, da segnalare ben poco, se non alcuni spunti rapsodici: tanto il Tegolino (alias Mario Ronchi), quanto il dottor Bombola (alias Pasquale D'Onofrio), per esempio, hanno legittimamente chiesto conto ai banchi dell'opposizione e dei reprobi della famosa mozione di sfiducia anticeccuzzi preparata e firmata, ma mai ufficialmente presentata. Fino alla sospensione per il pranzo, solo il Consigliere Enzo De Risi ha ammesso di averla firmata (con ciò intendendo che la mozione stessa era stata preparata, per i lenti di comprendonio...). Da sottolineare poi un incipit roboante del proprio "discorso" da parte del Consigliere Marco Fedi, il quale, prendendo la parola per uno dei suoi alati interventi, ha candidamente ammesso di non avere capito quasi niente di ciò che era risuonato in precedenza in aula: complimenti per la sincerità (mi raccomando, questo va ricandidato senza se e senza ma anche al prossimo giro). Ottimo invece l'intervento del pidiellino Enrico Tucci, il quale ha avuto buonissimo gioco a smascherare la favoletta della discontinuità ceccuzziana, partendo, giustamente, dalla Banca del Salento (e dalla figura di D'Alema, sempre centrale nelle cose senesi degli ultimi 15 anni): già allora, nel lontanissimo 1999, Franchino il Ceccuzzi era Segretario provinciale dei Ds. Alla faccia della novità e della discontinuità. E chi ha benedetto la candidatura a Sindaco di Franchino, con un memorando passaggio alla Coop delle Grondaie in cui si auspicava una vittoria netta nonchè al primo turno? La volpe del Tavoliere, alias Massimo D'Alema.
 Due spunti stimolanti li ha dati anche il Corradi, nella sua veste di pacificatore che all'eretico NON piace punto: richiesta di dimissioni immediate da parte di Gabriello Mancini Presidente della Fondazione (meglio tardi che mai, per Gabriellone); in secondo luogo, autotassazione delle 17 Contrade per sgravare il Comune dalle spese per l'organizzazione della carriera (lui ha proposto 15mila euro a popolo).
  Come spesso accade, però, più che le parole, parlano le facce: Anna Gioia in Monaci (Alberto) e Ritona Petti, a distanza di mezzo metro, ma senza mai degnarsi di uno sguardo. In settimana scorsa, la pittrice Petti, piddina ceccuzziana, aveva parlato della famiglia Monaci come di un "clan", per chi non lo sapesse. Ovvero la simpatica legnosità del sellato D'Onofrio, ormai assurto in pieno al ruolo di protagonista del Consiglio comunale senesota. E poi, finalmente, l'eretico è riuscito, in questo Consiglio che rappresenta l'ultimo giorno di scuola, a trovare una degna somiglianza per l'ineffabile Lucio Pace, uno dei reprobi monaciani: il Pace è il redivivo Marty Feldman, ovviamente senza la gobba! Purtroppo chi ha meno di 40 anni non capirà, ma suggerisco ai curiosi di andare a vedere la faccia dell'attore che veniva soprannominato "l'occhio che uccide"...

 A questo punto, game over per Franchino, dunque.
 Nel frattempo, tanto per movimentare ulteriormente la giornata, è arrivata la notizia del rinvio a giudizio del Presidente Mps Alessandro Profumo (notizia del tutto bucata dal Tg3 Toscana delle 14, sempre più asservito a quel che resta del Sistema Siena): come la mettiamo, adesso, con questa tegola giudiziaria per l'affaire Brontos? Chissà Rosaria Bindi from Sinalunga se rilascerà una delle sue puntute dichiarazioni, in proposito.

Ps L'eretico ha visto che il blog Fratello illuminato è stato cancellato dai computer montepaschini. Il Santo e lo scrivente, invece, restano, ben visibili ai travet targati Mps: non va bene!! Siamo fortemente invidiosi dell'onore toccato agli illuminati. Cancellate anche l'eretico, please!  

lunedì 4 giugno 2012

La Mens sana stravince. E strapaga...


   Dopo avere bastonato ben bene la malcapitata Sassari in semifinale, la Montepaschi Mens sana (da ora in avanti, Mens sana e basta) si avvia a vincere il suo ennesimo scudetto. Chapeau ai giocatori ed allo staff tecnico, ovviamente: Simone Pianigiani in testa.
Detto questo, però, sembra arrivato il momento di tornare su certi argomenti, che lo scrivente ha già toccato in passato (vedasi Le mani sulla città del 2009: vuoi vedere che non si era dato tanto tanto di fuori?).
Le condizioni della Banca - main sponsor della Mens sana -  sono sotto gli occhi di tutti, e questo mese di giugno sarà decisivo sotto molti fronti (Piano industriale, diktat dell'Eba et alia). Orbene, forse è il caso di dare qualche numero, di quelli che i giornalistoni locali non possono fornire alla pubblica conoscenza (e come potrebbero? Il preparato Riccardo Caliani è addetto stampa della società, nonchè commentatore televisivo della squadra: conflitto di interessi?).
Diamo dunque una sana occhiata comparata ai Costi di gestione delle principali società italiane di basket per l'anno 2011:
Siena: 19.347.440;
Milano: 14.722.422
Treviso: 8.492.285
Roma: 7.460.811
Pesaro: 3.621.834.

   I numeri parlano da sè: una Banca che non riesce a fare fronte a scadenze tipo il rimborso dei Tremonti Bond, che annuncia contratti di solidarietà se non peggio, può continuare a permettere che la squadra che porta il suo glorioso nome spenda e spanda così? Fino a risultare di gran lunga la più munifica della penisola?
E ancora: la famosa Legge Mammì degli anni Novanta regolamenta anche il discorso degli sponsor. Stabilisce, per esempio, le detrazioni che gli sponsor possono fare. Il buon Giorgio Armani verosimilmente ne saprà approfittare. Ma se la Banca è in perdita, cosa diavolo detrae, grazie alla megasponsorizzazione mensanina?
E poi: tutti gli sponsor secondari della squadra, sono del tutto legati alla Banca! Finalmente si è levato da tre passi Leggo: sparito il Calta dal Mps (gennaio 2012), sparito l'introvabile (in loco) giornale gratuito editato da Francesco Gaetano Caltagirone.
Ora abbiamo, nell'ordine: Prima sgr; Axa assicurazioni; computer Gross; Mps Leasing and factories.
 L'eretico, poi, si permette, in modo sommesso, di stigmatizzare l'incredibile figura della vicepresidente della Mens sana basket (dietro l'onnipotente Ferdinando Minucci): Paola Serpi. La quale è - salvo casi di omonimia - allo stesso tempo Revisore dei conti della Banca, e vicepresidente della squadra di basket: il controllore dei conti della Banca, è nello stesso tempo il numero due della squadra che ha quella stessa Banca come megasponsor. Il tutto si commenta da sè, e credo non abbia precedenti nel mondo dello sport professionistico (negli States, una cosa così sarebbe inconcepibile solo a pensarla, ed impossibile a farsi).
Molto ci sarebbe da dire su altri numeri (per esempio sugli stipendi dei giocatori); limitiamoci ad aggiungere che il buon Ferdinando non si fa mancare alcunchè: se ha bisogno di un giocatore durante l'anno per qualsiasi motivo, lui compra (quest'anno,  Igor Rakocevic e Jonas Maciulis, così per dire). Mai una volta che si comunicasse quanto sono costati, in un empito di trasparenza...

  Venenum in cauda: il prossimo 18 luglio, a Reggio Calabria, dopo vari rinvii, inizia finalmente il Processo sulle magagne arbitrali delle serie minori del basket. Come a suo tempo (dicembre 2009) evidenziato dalla Gazzetta dello sport, a margine del Processo pare esserci una succulenta informativa della Polizia postale con intercettazioni concernenti, fra gli altri, Ferdinando Minucci. Il tutto pare essere stato stralciato, rispetto al Processo. Vedremo come si evolverà la situazione in questo Processo. Che - come tutti i Processi -  si sa sempre come inizia, e (quasi) mai come finisce...

Ps Corriere di Siena del 22 agosto 2008, pagina 21 (un'era geologica fa):
 "Presidente Mps Mussari compra un abbonamento in gradinata". Mamma mia, che sforzo...

domenica 3 giugno 2012

Cosmopolis: un film per capire la crisi


   Il film Cosmopolis (in programmazione da venerdì scorso al cimema Pendola) è un'opera che porta lo spettatore dentro la crisi finanziaria di questi anni. Nel luogo ove essa è nata (Stati Uniti, New York City), ma vista non per gli effetti nefasti che provoca sui cittadini-lavoratori di tutto il mondo, bensì adottando il punto di vista di un golden boy della finanza creativa di questi anni. Tratto dal romanzo di Don DeLillo, il film di David Cronenberg (reduce dallo straordinario A history of violence) è un film a tratti spiazzante, come il protagonista Eric Packer (interpretato da Robert Pattinson, al suo primo ruolo drammatico). Denso, densissimo di spunti per riflettere sull'oggi.

  In estrema sintesi, e tenendo ben coperto il finale, la trama (apparentemente dotata di poco senso: apparentemente) è questa: il ricchissimo golden boy della finanza creativa statunitense vuole andare dal suo grattacielo di Manhattan al capo opposto della città (estremità orientale di Brooklyn, pare di capire), per "aggiustarsi il taglio" dei capelli; muovendosi nella sua enorme ed iperaccessoriata limousine, affronta questo viaggio mosso da capricciose finalità tricologiche, nonostante i pericoli che gli vengono suggeriti dalle guardie del corpo e le contestazioni anarcoidi ed anticapitalistiche in cui si imbatte in itinere. Fino al redde rationem finale con l'allucinato e paranoide Paul Giamatti...
Di enorme complessità, questo protagonista impersonato da Patterson: algido eppure debole,fragile; sessualmente adrenalinico ( fra le varie, anche con la sempiterna Juliette Binoche, il tutto consumato all'interno della limousine), ma impossibilitato a fare sesso con l'ancora più algida (rispetto a lui) neomoglie, bionda poetessa; ipocondriaco (si fa fare un check up quotidiano, sempre in limousine!), esente da fumo ed alcol, poi si avvia ad una sorta di autodistruzione sua sponte. E si potrebbe continuare ad elencare le stranezze e le incoerenze del 28enne "newyorchese con le palle", come si autodefinisce (sempre in limousine...).
Ma Cosmopolis - come anticipato - è anche un film sulla crisi: nei 108 minuti della pellicola, non si materializza mai un singolo dollaro. Eppure il denaro è sempre, costantemente, ossessivamente presente: il cedimento psicologico del protagonista ha inizio quando, alla fine della giornata narrata da Cronenberg e DeLillo, lui capisce di avere perduto milioni di dollari in operazioni sbagliate con lo yuan cinese. Tradito dalla moneta cinese, tenuta furbescamente bassa dai cinesi, dunque.
 Il protagonista, divenuto troppo presto straricco, non riesce ad accettare l'idea stessa di una sconfitta: da questo fatto (combinato con l'annuncio dell'addio della algida mogliettina), inizia appunto la discesa agli inferi, con tratti che, nel finale, ricordano esplicitamente il De Niro di Taxi driver.

  Il protagonista virtuale del film è il cyber-denaro, come viene definito dalla stessa guru di Eric Packer, in uno stimolante colloquio fra i due (ovviamente intra moenia della limousine, tanto per cambiare).
 Un film che, se fosse stato girato anche solo dieci anni fa, sarebbe stato cupamente futuribile, oggi è un'opera che non fa altro che descrivere ciò che è accaduto nel 2008, là dove tutto è iniziato, dalla parte del vincente (prima dell'autodistruzione).
A noi che siamo senza limousine, cosa resta da fare? Nel film, abbiamo contestatori che intervengono per le strade, arrivando ad imbrattare la ipermacchina del protagonista (il quale non si scuote neanche un po', continuando a parlare con la sua guru); in un ristorante, entrano dei contestatori con dei ratti in mano, e li lanciano sugli avventori (il protagonista arriva allora ad inarcare le sopracciglia, come unico sussulto).
 L'unica volta che qualcuno gli crea davvero problemi (finale a parte), è quando un contestatore di provata esperienza lo aspetta all'uscita della limousine, e gli spiaccica una torta in piena faccia, davanti a svariati fotografi convocati all'uopo.
 In quel caso, perfino il sempre controllato golden boy si incazza...

Ps Frase cult del protagonista, più volte reiterata:
 "Avere la prostata asimmetrica, è un problema?". Si attendono risposte da urologi di fama...