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giovedì 31 gennaio 2013

Il Pd romano preferisce perdere Siena...


    In attesa della imminente puntata di Servizio pubblico di stasera (intervistato anche l'eretico, ma mi aspetto un taglio...), dopo la kermesse vespista di ieri (Rosaria Bindi presente), pare sempre più chiara almeno una cosa, in questo guazzabuglio in cui, di certo, il "buon" Mussari Giuseppe NON si è messo da solo (anche per manifesta incapacità). Qui siamo di fronte ad uno scandalo in cui manca giusto Calvi Roberto (per i noti motivi) e il sempiterno Giulio Andreotti, giusto perchè non esce più di casa (a messa ci andrà sempre, ogni mattina alle 7?).

 Cosa ha detto, sfacciatamente, Rosaria ieri? Come stigmatizzato da tutti (vedasi gli illuminati), ha detto - parrocchiale parrocchiale - che è cosa buona e giusta che il legame fra banca e città venga reciso. Nell'hic et nunc, non ci interessa se abbia ragione o meno. Ci interessa altro.
 Questa frase calata dalla Rosaria nostra (ieri sera con un collo che nemmeno l'ex Sindaco Cenni quando pontificava sulla democrazia in terra di Siena), abbinata alla già sottolineata difesa romana perinde ac cadaver del politicamente indifendibile Franchino il Ceccuzzi, vogliono dire, cari lettori, solo una cosa: SE VINCE FRANCHINO, STAPPANO LO SPUMANTE (e non quello della Cooppe); SE PERDE, NON SI METTONO A PIANGERE. In qualunque altro momento che non fosse in QUESTA campagna elettorale con QUESTO scandalo da fronteggiare, da Roma un "arrivederci e grazie" a Franchino sarebbe arrivato: adesso NON può arrivare.
 Cosa è prioritario, a meno di un mese dalle elezioni nazionali? Vincere quelle, anche perchè perderle sarebbe non una sconfitta, quanto piuttosto una autentica Waterloo politica, degna di entrare nei manuali politologici.
 Franco Ceccuzzi - è nella logica delle cose - sa verosimilmente sull'affaire Antonveneta molto più di quanto affermi (e se non lo sa, quasi peggio: esalta un'operazione di quella portata SENZA SAPERNE NIENTE?); il Pd nazionale teme, più di ogni altra cosa al mondo, l'esito di questa inchiesta (in realtà, inchiesta nell'inchiesta: "inchiesta-derivato"?).
 Di qui, l'esigenza di non toccare il garante politico, in loco, dell'operazione stessa. Punto e basta.
 Se poi a maggio o a giugno si perde una città grande come un quartiere (non dei maggiori) di Milano o Roma, che problema c'è, in fin dei conti?
Come ha detto la statista sinalunghese, tanto, a Siena, la banca non c'è più. A questo giro, come darle torto?

Ps Altra grana grossa, per il Pd, a questo giro sulla Sanità: ormai il buco dell'Asl senesota (denunciato in SPLENDIDO ISOLAMENTO da questo blog un anno e mezzo fa) è argomento giornalistico scottante.
 Sarà il momento che l'eretico torni ad occuparsene: anche perchè l'Assessore alla Sanità Marroni ci sembra stia dando delle spiegazioni un pochino curiose.

Ps 2 (eccezionalmente, dato il momento pulp): bel pezzo sull'eretico da parte del pungente David Allegranti (Corriere fiorentino di oggi). A parte la padella contradaiola - che ci può stare -, non gli perdono, però, i 50 anni attribuitimi, in modo davvero indelicato: che faccio, lo querelo?

mercoledì 30 gennaio 2013

Mercoledì scolastico: ai figli di un Mps minore...

 
  Torna il mercoledì scolastico, ma senza abbandonare Antonventopoli: è possibile farlo? Noi comunque ci proviamo. Perchè no?

 Come conciliare l'insegnamento scolastico con lo scandalo che ha proiettato Mps sulle prime pagine dei giornali e delle televisioni?
L'eretico - come grandissima parte dei suoi colleghi - cerca in classe di fare capire l'importanza delle regole, delle norme; a ragazzi che non sono solo la prima generazione di nativi digitali, ma sono (e saranno) la prima generazione di orfani del "groviglio armonioso", distrutto peraltro dal grande amico del suo teorizzatore.

 In una società (extra ed intra moenia) dominata dall'avidità sfrenata, se la dovranno cavare da soli, navigando in mare aperto: finalmente, da un certo punto di vista.
Ma i guasti del mussarismo, come si rimediano, in ambito prettamente scolastico?
 I docenti si scervellano per cercare di indirizzare i ragazzi alla scuola superiore adatta: ma il mussarismo dimostra implacabilmente che NON SOLO non conta niente la scuola superiore scelta, MA ANCHE che l'università stessa è, di fatto, spesso ininfluente. Basta frequentare le persone giuste al momento giusto.
 I colleghi e le colleghe si sdottorano per fare imparare le lingue straniere ai ragazzi? Che si sforzano a fare, tanto si può diventare il principe dei banchieri parlando l'inglese peggio di Berlusconi (il che è notevole alquanto...).

 A parte qualcuno particolarmente sveglio, ovviamente nessuno sa spiegare, fra i ragazzi, la genesi e la portata di questo scandalo (o di questo intrecciarsi di scandali): ma tutti percepiscono che deve essere accaduto qualcosa di grosso, e di grosso parecchio.
 Abituati ad essere rintronati con la propaganda Mps a destra e a manca, ora quel mondo dorato della pubblicità gli appare - pur non sapendo bene perchè - distonico. Una generazione che è abituata a confondere il 1472 con il 1492 (lo dico per i dirigenti piddini senesoti: è la data della scoperta dell'America, quella di Cristoforo Colombo), si trova smarrita e spaesata.
L'augurio è che questi ragazzini, che dovranno in qualche modo ricostruire la Siena futura, oltre ad essere almeno un pochino più capaci ed acculturati di chi li ha preceduti (cosa oltremodo agevole, peraltro), sappiano anche essere persone migliori sul piano squisitamente etico.

  In questi anni - lo spero - si è insegnato sempre che di fronte alla vita, con le sue problematiche e le sue possibilità, tutti devono partire uguali, ai blocchi di partenza: italiani e stranieri, senesi e non senesi, maschi e femmine; la realtà di questa città ha invece dimostrato una totale incoerenza con questi principi, con esempi che risparmiamo, per pura e semplice carità di Patria.
 Anno Domini 2013:saremo, saranno, sicuramente più poveri; magari però più belli (dentro se stessi)?

martedì 29 gennaio 2013

Siena in Tv: istruzioni per l'uso...


    Mentre il bubbone Antonveneta (e non solo) si allarga a macchia d'olio, con particolari sempre più ficcanti (la "banda del 5%" all'area finanza, l'ex segretario mussariano Valentino Fanti sentito dalla Procura et multa alia), non si può non parlare di ciò che sta accadendo mediaticamente alla città, sovraesposta come mai in precedenza.

 L'eretico stesso è un po' travolto da questa ondata: abituato a parlare con un giornalista foresto con cadenza mensile o giù di lì, a questo giro viene contattato da 5 o 6 giornalisti al dì. Si cerca di fare il possibile, e non sempre ci si riesce. Anche perchè la tendenza a "cannibalizzare" la fonte locale, da parte loro, è forte assai; il problema loro - e qui si dovrebbe aprire una discussione mai aperta prima - è questo: oltre allo scrivente, con chi parlare, per avere notizie? Uno va dai colleghi della carta stampata, ovviamente: pochi ne tornano contenti, soddisfatti. Diciamo quasi nessuno...
 Siena sta purtroppo facendo venire fuori l'altra faccia del suo scandalo e delle sue ruberie: il servilismo mediatico. I foresti - non tutti brutti e cattivi - lo dicono con chiarezza: a parte la violenza fisica, qui siamo come nel profondo sud. Tale e quale. L'eretico, dopo averlo scritto per anni, annuisce: pur potendoselo permettere - credetemi - senza infierire in alcun modo.
 Addetti stampa delle varie istituzioni che perdono penosamente il dono della favella (ma sono pagati per parlare, no?); politici o amministratori che scappano a gambe levate alla prima mezza domanda. Anche in questo, Mussari Giuseppe, con la sua fuga mostrata ieri sera da Piazza pulita, è il più grande, il più trendy di tutti: credo diventerà un cult...

  Ieri sera, da Franchino il Ceccuzzi ai mutilati, durante il momento del "mussarian ripudio", una brava giornalista della scuola santoriana voleva riprendere il tutto: è subito arrivato il solerte Alessandro Mugnaioli ad intimarle di andarsene quanto prima ("abbiamo pagato noi la sala!", il diktat dell'ex assessore); dopo un breve conciliabolo, uno spiraglio si è aperto: Franchino ha dato l'ok, e la troupe di Servizio pubblico è rimasta. Franchino, allora, redento sulla via dell'affaire Antonveneta? Dopo il suo solenne discorso di abiura nei confronti del grande amico, dopo avere parlato di Fondazione e banca (ma non era lui quello che non parlava delle società quotate? Ah, forse perchè la Borsa era chiusa...) è tornato il Franchino di sempre, quello che conosciamo sin troppo bene: la giornalista gli voleva fare un paio di domande ficcanti, lui si è fatto largo fra la folla piddina a mo' di navigato centometrista. Niente intervista. Se giovedì sera il tutto sarà mostrato (e penso proprio di sì), sarà uno spasso.
 
 Morale della storiaccia: Siena sta perdendo (ha perduto) la faccia ANCHE da questo punto di vista, rivelandosi semplicemente così come è stata in questi ultimi anni (spesso anche sotto la potestas picciniana, va detto); brutta, la parodia del Palio (francamente non vista): ma è lo scotto - amaro, negativo - che si deve pagare, in casi come questi.
Anche perchè bisognerebbe ricordare e stamparsi sulla fronte una cosina, forte forte: senza i Mussari e senza la Casta locale, i giornalisti foresti in città NON ci sarebbero certo venuti, e nessuno avrebbe sbattuto Siena in prima (ed in seconda, in terza, in quarta) pagina. No miliardi spariti, no battage.
 Un senese onesto, deve sentirsi più offeso per una sciocca parodia del Palio, o per il collasso della "sua" banca? Guarda un po' il caso, poi, colui che l'ha sfasciata per davvero era sempre lì ad esaltare il Palio, le Contrade, il modello di vita contradaiola: ed intanto, Lui sbrodolava di Contrade, ed i milioni (pardon, i miliardi) se ne andavano dalla città. Però il Palio, sempre in palmo di mano (l'ha anche vinto, no?).
 Se non si capisce questo, si guarda al dito invece che alla luna: come molti, puntualmente, stanno facendo. Passi per quelli che proprio non ci arrivano, limitati assai; parecchio meno per chi - nonostante l'evidenza dei fatti - continua a fare il furbetto. Lui sì, strumentalizzando - come sempre - la Festa.

Ps Bell'interrvista all'eretico su Libero di oggi (pagina 2). Anche sul problema informazione in loco (il dramma dell'autocensura, per esempio).
 Alla fine, ammetto di essermi tolto un anno (!), mentendo spudoratamente all'intervistatore: tipo Gianna Nannini, no?

lunedì 28 gennaio 2013

Franchino il Ceccuzzi, nostro eroe, salverà Siena?



   L'unica arma (non segreta) che è rimasta al povero eretico è - come e più di sempre - l'ironia, condita da qualche spanna di sano sarcasmo. Di fronte a cotanto scempio (chiaramente colpa delle televisioni e dei giornalisti foresti, mai di altri), che altro si potrebbe fare?
 Ci sarebbero da scrivere 3 o 4 articoli al giorno, ad avere il tempo ed il modo di farlo; ci sarebbero da approfondire tante altre piste, e lo faremo: ma con calma, con tranquillità. Grazie alla stampa nazionale (ed oggi ad un puntuto pezzo di Cecilia Marzotti sulla Nazione nazionale), i contorni dello scandalo Antonveneta si stanno delineando. Peggio di Parmalat? Chissà (intanto il patron Callisto Tanzi, in galera, è caduto di brutto: arresti domiciliari?).

 L'attualità, però, incombe: questo pomeriggio il trionfatore delle primarie senesote, Franchino il Ceccuzzi, ragguaglierà la popolazione smarrita sullo stato di cose del Monte. Questa settimana - bisogna essere sinceri - l'eretico ha avuto paura: e se Roma, se il Pd nazionale avesse eliminato dal proscenio senesota il Ceccuzzi, come sarebbe stata norma di elementare buon senso fare, visti i ben noti legami, anche personali, con Mussari Giuseppe? Paura, tanta; dopo il primo sbandamento, però, l'eretico si è sentito rincuorato, una volta tanto: il partitone è schierato compatto con Franchino perinde ac cadaver. Perchè è di tutta evidenza che non può fare altrimenti.
 Bersani (lo sbranatore), il raffinato statista (ed idealista) Massimo D'Alema, financo Ugo Sposetti, tesoriere diessino, futuro senatore umbro.
Il quale ha parlato in modo perentorio:

 "Mi faccia dire qualcosa su Ceccuzzi. Il vero EROE di questa operazione è lui, NON I MAGISTRATI. Ha rinunciato alla serenità di parlamentare per cercare di salvare la banca e la città. Se c'è un uomo che aveva capito cosa stava succedendo è Ceccuzzi. Gliel'hanno fatta pagare, sa. Mi auguro che Siena gli sia riconoscente".

Nuovo Mangia d'oro in arrivo, dopo quello a Ferdinando Minucci (di cui si riparlerà a breve)?
 Adesso il problema è il seguente: assodato che Franchino è un eroe (Sposetti dixit), a chi potrebbe assomigliare?
Ad Aiace Telamonio? Non c'è il fisico adatto, ahimè; Achille? Un pochino esagerato, no? Ulisse? Caliamo, caliamo. Forse potrebbe essere Ettore "domatore di cavalli" (sic): lotta fino alla fine, con coraggio e forza virile, per la salvezza della propria città, sotto acheo assedio. A costo della vita (ma chi è il nemico, in questo caso? Boh...).
 Tutti noi abbiamo bisogno di un eroe, in questi tempi perigliosi: chi meglio di lui, dunque? Ha ragione Sposetti: poteva stare tranquillo tranquillo a riscaldare la sedia parlamentare (salvo uscire al momento di votare contro lo scudo fiscale, nel 2009...), con i suoi amiconi, ora incidentalmente carcerati, di Salerno.
Chi glielo avrà fatto fare di tornare in questa città irriconoscente? Solo un eroe, appunto, poteva operare una scelta al limite del masochismo. Lui lo ha fatto: onore al merito.

 Altro problema ereticale, che sottopongo ai lettori: come si fa a ribattere ad uno (l'eroe, appunto) che dice di essere colui che allontanò Mussari dal Monte (a mandato scaduto)?
 A questo punto, chiunque può sentirsi autorizzato a dire tutto: "la Robur andrà in Champions league...la Mens sana è una squadra che ha lanciato giovani di valore...l'eretico si è buttato dalla torre del Mangia con un paracadute". Chi più ne ha, ne metta: tutto è lecito dire, figuriamoci pensare.

  Stasera, alle 18, Franchino e Quello della Provincia hanno dato appuntamento alla cittadinanza per spiegare la loro versione dei fatti su Antonveneta (presidio leghista dalle 17,15). Ovviamente Ceccuzzi non ne sapeva alcunchè. Ha ragione: perchè Provenzan Salvani-Mussari, persona certo intelligente, avrebbe mai dovuto informare Franchino (uno che ha tentato di finire l'università in 2 facoltà diverse, senza mai giungere all'agognato pezzo di carta) di un'operazione così articolata e complessa?


Ps Chicchina finale (anticipata venerdì al folto pubblico del Cuba libro): il matrimonio fra Mussari Giuseppe e Luisa Stasi è sempre valido, di fronte alla Legge? Uno dei testimoni mussariani - Franchino il Ceccuzzi, appunto - sostiene di non conoscere lo sposo... 

domenica 27 gennaio 2013

La domenica del villaggio: Auschwitz, et cetera...

  
  Non c'è dubbio che oggi questa rubrica sia stata a rischio, a forte rischio, per dirla tutta: ci sono momenti in cui l'attualità incombe (da domani, si riprenderà...).
 Ma non si può altresì nascondere che sarebbe stato un torto verso tanti lettori, ed uno - ancora maggiore - verso la benemerita Giornata della Memoria, l'abbandonare la domenical rubrica.

 Mi sia dunque consentito suggerire per intanto un libro importantissimo, autentica pietra miliare per i nazi-hunter (non nel senso di Simon Wiesenthal...), cui ho già accennato in altre, remote occasioni: "La via segreta dei nazisti", di Gerald Steinacher, Rizzoli 2010; 432 pagine documentatissime, prezzo 24 euro.
 Un libro che è imbarazzante assai per tanti, ed in particolare per il Vaticano: la cui onta maggiore, nel Novecento, è giustappunto la estesa rete di copertura dedicata a favorire logisticamente la fuga dei nazisti verso gli accoglienti (e cattolici) lidi sudamericani. Imbarazzante assai perfino per la benemerita Croce Rossa, la quale "dalla fine della guerra al 1951 stampò oltre 120.000 titoli di viaggio, i documenti preferiti dai criminali di guerra".
Per tacere di quasi tutti i servizi segreti occidentali, che gonfiarono le proprie fila di ex nazisti, pronti a non disperedere il loro prezioso know how maturato nella temperie hitleriana.
  Materiali d'archivio, fino ad un pugno di anni or sono inediti, analizzati con una meticolosità teutonica, una bibliografia di riferimento pressochè sterminata (20 pagine per mettere in fila i volumi consultati), unite ad una capacità di scrittura piuttosto godibile: straordinario, questo Steinacher.
L'eretico, preparando il suo romanzo Gli scheletri nell'armadio, lo divorò, e lo raccomanda, oggi, a chiunque sia appassionato dell'argomento.

 Così come si raccomanda un viaggetto dalle parti di Cracovia e di Oswiecim, cioè la tedesca Auschwitz (con annessa Birkenau).
 Ho già descritto il viaggio che feci, nell'agosto 2009, con l'amico e collega Antonio Batelli. Aggiungo solo un elemento, di cui parmi non avere mai scritto. Un argomento del tutto pertinente alla giornata di oggi.
 Fra i visitatori di Auschwitz-Birkenau, ci sono anche neonazisti? La legge dei grandi numeri, e certe facce viste in quell'occasione, mi farebbero propendere assolutamente per il sì, per una risposta affermativa.
Cosa prova un neonazista, di fronte ad Auschwitz-Birkenau? Domanda destinata a restare inevasa, si immagina.
 Certo è che chiunque - a parte appunto i neonazisti - entri in quei luoghi, deve armarsi, oltre che di buone e comode scarpe, di un qualcosa che è necessario come l'aria, in quel contesto: una sorta di corazza dell'animo. Non si può non pensare a ciò che lì è accaduto, alla carne viva denudata e scarnificata di ogni dignità; ma il problema è proprio questo: pensarci sì, ma non troppo. Non cercare l'immedesimazione con nessuna delle migliaia di facce che si vedono fotografate lungo il percorso museale. Altrimenti - come ricorda spesso uno dei massimi studiosi italiani della Shoah, Marcello Pezzetti - l'incontro con quelle facce può segnare davvero la vita di ciascuno di noi.

  Di fronte all'inimmaginabile divenuto reale a causa dei nazisti (e dei loro fiancheggiatori), una piccola corazza interiore è purtroppo necessaria: triste, tristissimo a dirsi, necessario da farsi. Per non essere annientati, almeno nella propria interiorità.
 Non certo sospensione del giudizio e della razionalità, anzi; parziale sospensione, piuttosto, dell'emotività.
 In alcuni luoghi del mondo, di fronte alla Storia, ciò è necessario: Auschwitz-Birkenau certo è fra questi.

venerdì 25 gennaio 2013

Grillo riempie le piazze, Ceccuzzi le pizzerie

 
    Bella serata, quella di ieri alla Lizza: stimolanti gli interventi a precedere (ovviamente non parlo del mio), trascinante, come sempre, quell'animale da palcoscenico dotato però anche di straordinario fiuto politico che risponde al nome di Beppe Grillo.
Augustino Mattioli scrive di tafferugli durante il comizio: in tutta sincerità, l'eretico NON se n'è accorto. Verosimilmente i contestatori erano dalla parte opposta (io stazionavo dalla parte lontana rispetto al Palazzo di Giustizia: ove già trascorro sin troppo tempo, a differenza di qualcun altro...). Qualcosa dunque ci sarà stato: succede, a chi fa politica andando nelle piazze (ci vada Franchino il Ceccuzzi, a fare un comizio alla Lizza, se se la sente).
 Non so chi siano i contestatori, ma immagino ce l'avessero con Grillo per l'ambigua posizione verso l'estrema destra di Casapound (mossa molto azzardata del politico genovese, secondo me anche poco pagante elettoralmente: urge chiarezza riparatrice, no?).
 Bravi ragazzi: l'antifascismo è una bandiera da tenere sempre ben alta. Ma dico: vi sembra questa la priorità della collettività senese? E ancora, e di più, molto di più: vi sembra che quelli che votate (maxime a Siena) siano politici di sinistra? Niente da dire, sulla banca, sull'università che immagino frequentiate, sull'ospedale? Nonchè sull'informazione, simile proprio a quella dei tempi del fascio. Cercate di chiarirvi un po' le idee, se non si chiede troppo, ovviamente.
 Mi ricordano tanto quei giovanotti di belle speranze che, nel 2005, andarono a contestare il cardinal Ruini: ero con loro, alla Chigiana. Osservai, con attenzione e simpatia. Su monsignor Acampa e sul Vescovo Buoncristiani, però, NON hanno mai detto mezza parola. Perchè contestare Ruini e non Buoncristiani? Adesso, per inciso, i guastatori della ruiniana kermesse del tempo che fu, sono tutti con Pasqualito D'Onofrio.

 C'erano 3 gradi, ieri sera, e piovigginava, ma la piazza era piena: tanta voglia di politica, dunque. Franchino il Ceccuzzi, da par suo, continua ad oliare i motori di cena in cena, di pizza in pizza: qualche sera fa, mi è capitato di andare in un noto ristorante (e pizzeria, appunto) senese, e di trovarlo a gustarsi una pizza ed una birretta. Era con tre o quattro baldi giovanotti, tutti dall'aria molto sinistrorsa.
 Non ho voluto disturbare la privacy, ma mi sarei voluto avvicinare, e cheder loro:

"Scusate, giovanotti cari. Mi sapreste dire perchè il vostro commensale (che spero paghi per tutti!) il 30 settembre 2009 NON si presentò in aula, da deputato Pd, per votare contro quell'aberrazione dello scudo fiscale? Bersani, D'Alema, Rosaria Bindi ed altri non c'erano. Lui nemmeno. Scusate la domanda ingenua, ma la faccio lo stesso: lo scudo fiscale è di sinistra, o di destra?".

 Chissà cosa mi avrebbero risposto. Forse mi avrebbero mandato a quel paese, forse mi avrebbero ruttato in faccia: sempre meglio di Franchino, che a questa domanda (ed a molte altre) NON mi ha mai - dicasi mai - risposto.
 Ah, visto che dice di non sentirlo più da tempo: ricordo ad entrambi (Ceccuzzi e Mussari) che a marzo (il 15, per la precisione) ci sarebbe quella causetta che loro due (Franchino e Mussari Giuseppe) mi hanno intentato.
 Visto che non si sentono più, che si fa? L'avverto io, Mussari Giuseppe?

Ps Gradirei che i commenti anti-Sergio Profeti smettessero. Primo, perchè sono del tutto alieni dai pezzi. In secondo luogo, perchè mi sembra che, su Sunto, abbia chiarito il suo legame con Mussari: un'amicizia che data molto lontano nel tempo, quando Lui era ancora un semisconosciuto.
 Si può ovviamente dissentire, ma umanamente mi sembra non faccia una grinza. E non è certo Sergio Profeti il problema dell'informazione senese. 

giovedì 24 gennaio 2013

Mps: la prossima è Patagonia (e su Mussari altro rinvio)

 
  Chiedo scusa ai lettori non montepaschini, o non troppo interessati alle vicissitudini Mps (ce ne sono, credetemi): anche oggi tocca scrivere di Mps e di Mussari Giuseppe! Avevo pronto un bell'articolo su tutt'altro, ma ubi maior, minor cessat, no?
 La prossima settimana (salvo cose eclatanti) prometto che il blog sarà interamente demussarizzato...

 In attesa dell'evento dei grillini (alla Lizza, a partire dalle 19), a cui parteciperà anche l'eretico, e della presentazione alla libreria Cuba libro di domani pomeriggio (ore 18), c'è da segnalare il SECONDO RINVIO (dopo quello di ottobre) per quanto concerne la richiesta di rinvio a giudizio di Galaxopoly. Pare per un vizio formale.
 L'eretico fa sommessamente notare che il Giudice è la dottoressa Monica Gaggelli, colei che un anno e mezzo or sono assolse, con formula piena, monsignor Acampa dall'accusa di calunnia e di incendio doloso (Acampa difeso dall'avvocato Mussari Giuseppe). Di più, non dirò (c'è l'archivio del blog, per chi vuole documentarsi: sarebbe bene che questa vicenda finalmente uscisse dagli angusti recinti mediatici cittadini).
 Se ne riparlerà dunque il 13 marzo: tutta biada per la prescrizione, a lume di naso (da ottobre 2012, siamo alfine giunti a metà marzo 2013: sarà poi quella la volta buona?).

 Come annunciato nel titolo, la prossima operazione border line (a volare bassissimi) della finanza mussarian-vignana pare proprio che avrà (abbia) l'esotico nome di Patagonia. Molto simile a Santorini, ad Alexandria e ad altre. Con Alexandria, si capisce benissimo il modus operandi mussariano (quello che ho descritto dalla prima all'ultima pagina del mio libro): nella banca come nello sport, massimizzare il presente, ponendo al contempo le basi per la devastazione futura. Ad Abi raggiunta e posizione consolidata nel milieu politico-finanziario-mediatico nazionale, chi se ne frega della città? Soldi (della banca) sperperati malamente, per garantirsi bellamente appoggi per la scalata abista, romana.
 Tanto i servi sciocchi ad ossequiarlo, al ritorno senesota nei fine settimana, sarebbero stati sempre tutti lì, dal primo all'ultimo. Come e più di prima.

Ps Un'avvertenza ai lettori: nei commenti sul "collega" Stefano Bisi, si raccomanda di cercare la continenza verbale, per evitare guai al portafoglio. Il buon Stefano non lo sa, ma mi è già toccato censurarne 3 o 4, davvero troppo duri (chissà se lui l'avrebbe fatto...).
 Capito? Il giornalista non è "pelato", è, al massimo, "calvo", meglio ancora "stempiato"; non è uno aduso alla censura, è che ci sono troppe altre notizie cogenti. Mi raccomando.
 Nel mio piccolo, resto in attesa (dal maggio scorso!) di conoscere il nome ed il cognome di quella mammina così angosciata, la quale aveva il terrore che il suo amatissimo pargoletto potesse capitare sotto le mie grinfie a scuola. Aspetta e spera.

mercoledì 23 gennaio 2013

La fine di Mussari: Inferno o Purgatorio?


 
  Sono dunque arrivate le dimissioni "irrevocabili" (c'erano state anche quelle revocate, ricordate?) di Mussari Giuseppe; il quale si dimette da una carica (la presidenza dell'Abi)  alla quale in nessuna democrazia occidentale sarebbe mai potuto accedere uno come Lui. Forse in qualche satrapia asiatica, o in qualche "eccellenza" sudamericana di stampo postbolivarista. Non in altri luoghi.
 Domani, salvo indecenti sorprese, verrà rinviato a giudizio per Galaxopoly: prima occasione - dunque storica - in cui è stato preso con le mani nella marmellata (a dimostrazione del fatto che i danni prodotti esulano dallo stretto "fare banca", in cui è oggettivamente non perito, come da Lui stesso ammesso un anno or sono).

 Incredibili e prevedibili al tempo stesso le dichiarazioni di Franchino il Ceccuzzi (Repubblica, pagina 22, direi fra tutte), tese a scaricare la persona di cui è stato testimone di nozze e molto, molto altro: ma su quelle ci sarà tempo e modo di ritornare. Un consiglio, di cuore, ai lettori: prendetevi un buon paio di forbici, ritagliate queste interviste e questi interventi ceccuzziani (lo so, c'è Internet: ma volete mettere il fascino del ritaglio cartaceo?). Potranno essere utili, fra un po'.
 Con tutta calma, poi, questo blog andrà a ripercorrere certi percorsi di vita dei mussariani Docg: non prima di avere constatato quanti di loro si trasformeranno in Giuda (alcuni lo hanno già fatto o lo stanno facendo cotidie).

 L'eretico è andato a rileggersi il buon Alighieri; il Purgatorio, in particolare il Canto XI, quello, fra gli altri, del superbo Provenzan Salvani.
Sia lieto, Mussari Giuseppe, della scelta ereticale (lo scrivente ovviamente si autocolloca all'Inferno, Canto X): Provenzano è quello che ha portato i senesi (e gli altri) alla vittoria di Monteaperti, mentre Lui si deve accontentare degli scudetti mensanini (a mezzadria con Minucci Ferdinando, suo grande amico) e dei trionfi palieschi con Già del Menhir.
Provenzano, però, condivideva con Lui il sogno (realizzato, per un certo periodo) di essere il dominus, il Signore di Siena. La sua superbia lo portò a ciò.
Dice Oderisi da Agobbio (Gubbio), a Dante:
"Quelli è, rispuose, "Provenzan Salvani;
ed è qui perchè fu presuntuoso
a recar Siena tutta a le sue mani".

 Il grande Provenzano, però, seppe mondare la sua superbia, la sua oltraggiosa tracotanza con ciò che fece, dopo la sconfitta ghibellina di Benevento del 1266, nei confronti di un amico (pare Mino di Pagliaresi): per il quale (ostaggio dei nemici), Provenzano si mise a chiedere l'elemosina nel Campo (ben differente da quello odierno). Un gesto che impressionò tutti, e che spinse Pier Pettinaio a pregare per lui.

 "Quando vivea più glorioso, disse,
liberamente nel Campo di Siena,
ogne vergogna diposta, s'affisse".

  Mussari Giuseppe, con il valore dell'amicizia, ha invece un rapporto un pochino ambiguo. L'occasione però è ghiotta assai: oggi come mai prima, ci vuole un gesto clamoroso, eclatante che, almeno di fronte al buon Dio misericordioso, gli eviti il peggio.
 Anche perchè, altrimenti, rischia di andare all'Inferno anche Lui, come lo scrivente: e non nel Canto X, cioè fra gli eretici. Magari financo un po' più in giù...

Ps Mi scuso con i lettori (colleghi e genitori in primis), ma oggi la consueta rubrica del "mercoledì scolastico" è saltata, per mussariani motivi; tornerà, a Dio piacendo, il prossimo mercoledì.
 In fin dei conti, però, una lezione valida, per la scuola e per la vita, ce la può dare anche la triste vicenda mussariana, no?

martedì 22 gennaio 2013

Caso Alexandria: Mussari ha trovato uno più furbo di lui...


  La questione morale di Mps continua a fare rumore: dopo l'affondo durissimo (ed inedito) di Massimo Giannini su Repubblica di ieri, oggi Il Fatto quotidiano spara l'ex banca senese in primissima pagina, con un titolo molto icastico:
"Mps, i conti truccati e il contratto nascosto".
L'articolo, incentrato sull'operazione Alexandria, è scritto da uno dei migliori giornalisti del quotidiano diretto da Padellaro, Marco Lillo; il quale ha potuto visionare carte decisamente stimolanti sull'ennesima operazione border line (a volare bassi...) di marca mussariana.

  Il punto che ha dato più soddisfazione all'eretico, a proposito del pezzo di Marco Lillo, è quello in cui il presidente della banca Nomura in Europa, Sadeq Sayed, "chiedeva espressamente all'allora numero uno Giuseppe Mussari se i contratti legati all'operazione erano stati correttamente comunicati ai revisori dei conti della KPMG".
 Domanda lecita, giusta, corretta; alla quale, as usual, Mussari Giuseppe ha risposto da furbo della rispostina quale è, e quale è sempre stato.

"Mussari, REGISTRATO A SUA INSAPUTA, conferma al capo di Nomura che le due operazioni sono legate".
 Poi risponde che "KPMG è stata messa al corrente" ma poi aggiunge che non aveva ritenuto di inviare ai revisori di KPMG il contratto segreto "in quanto non si tratta di un documento relativo alla transazione".
Tante volte la trasparenza fosse stata troppa; tante volte i revisori dei conti fossero venuti a sapere troppo. Che smacco infinito, che onta indicibile per uno abituato, tra le altre cosette, a fare sparire mesi e mesi di corrispondenza mail in ingresso ed in uscita (vedasi estate 2007, quella di Galaxopoly: vicenda per la quale fra 48 ore dovrebbe essere rinviato FINALMENTE a giudizio).

 Abituato a parlare con servi sciocchi (non si sa se più servi o più sciocchi), stavolta il vincitore del Palio del luglio 2008 ha trovato, al telefono, uno parecchio più furbo di lui, e ha battuto un crepente non da poco...

 Questa vicenda di Alexandria dovrebbe fare aprire poi un capitolo a parte per Antonio Vigni, che anche in questa operazione si dimostra più mussariano del suo Presidente. E giù per li rami. Diamo tempo al tempo. I buoi sono scappati, a questo punto tanto non c'è da salvare niente, se non il desiderio di verità.

  Questo blog era stato IL PRIMO IN ASSOLUTO a scrivere di Alexandria, nel marzo scorso; avevo scritto che questa operazione toglieva il sonno a molti, nei piani alti ed altissimi di banca Mps.
 Lillo scrive oggi che Fabrizio Viola ed Alessandro Profumo "hanno scoperto solo il 10 ottobre 2012 un contratto segreto risalente al luglio 2009 (circa 7 mesi dopo il pezzo ereticale, dunque Ndr) con la banca Nomura relativo al derivato Alexandria".
 Altri forse hanno perso il sonno (speriamo!); loro due, invece, almeno fino ad ottobre pare proprio di no...

Ps Due incontri imperdibili per chi voglia saperne di più su Mussari Giuseppe: alla presentazione della biografia ereticale su di Lui (venerdì prossimo, ore 18, libreria Cuba libro, centro commerciale Porta Siena), si aggiunge l'invito, appena ricevuto, del Movimento 5 stelle; prima dell'intervento di Beppe Grillo (previsto per le 21 circa di giovedì al Tartarugone di Piazza del mercato), dalle 18, fra gli altri, ci sarà l'eretico: di Mussari Giuseppe parlante (magari anche di altri, chissà...).

lunedì 21 gennaio 2013

Clamoroso alle primarie: Franchino stravince, Pasqualito non sfonda

  Sorprendendo anche i più fini osservatori ed i più scafati politologi, Franchino il Ceccuzzi ha stravinto le primarie disputatesi ieri nei 14 seggi piddini disseminati nell'orbe senesota: 2.461 votanti (dicono), 1.979 proCeccuzzi (81%), il resto per il "contendente" Pasqualito D'Onofrio, il sellato che voleva rappresentare l'alternativa al Sistema Siena (dai Pasqualito, che siamo tutti adulti...). Partecipazione bassissima, i numeri sono impietosi: nel 1993, Robertino Barzanti versus Pierluigi Piccini, circa 5.500 cittadini (e senza finanziare il partito "affossa-Siena" con le allora lire), e finiamola subito qui, per non tediare.
 L'aspetto più inquietante - va ripetuto - è l'anticipazione al 20 gennaio: dove si svolgono primarie comunali così anticipate (si voterà a maggio, se non a giugno)? In questo modo, non si può neanche dare colpa al maltempo: che ci si aspettava da una domenica di metà gennaio, le margheritine davanti ai seggi?
 Barzanti, appunto: perfino lui le ha definite (Corriere fiorentino di sabato scorso) "mosce", andando ancora più impietosamente a fondo di ciò che aveva scritto nei giorni precedenti; ed ancora, sul Gazzettino, ecco il Barzanti-pensiero:
"Il duello fra Ceccuzzi e D'Onofrio non è esistito, e non poteva esserci".
 Il problema, per l'eretico, è adesso questo: se queste primarine le demolisce Robertino Barzanti, a noi blogger cosa resta? Non abbiamo più argomenti, e che si trova più forte di "mosce"? Anche perchè poi Franchino querela noi, non certo Robertino!

 Comunque è un bene che un minimo di partecipazione (pur bassissima), ci sia stata, e che Franchino abbia vinto nettamente, ma lasciando quanto basta a Pasqualito per dare l'impressione che ci sia stata gara; l'importante è che da Roma NON si rendano conto di come la situazione senesota si sia avviluppata su se stessa, con il cupio dissolvi ceccuzziano: se non si fosse arrivati alla soglia psicologica dei 2000 votanti, il rischio forse - dico forse - ci sarebbe stato. Franchino rischiava di batterci la boccata immantinente, invece no. Scampato pericolo: Franchino sarà il candidato Sindaco, la prossima primavera. Giusto così.

 A questo punto, la palla passa inesorabilmente agli altri (l'ultimo arrivato è il buon Montigiani leghista, montepaschino battagliero, anticastista non dell'ultima mezz'ora): fortunatamente senza queste primarie "mosce", che sono una stantia parodia della democrazia.
 Se poi vogliamo assegnare d'ufficio l'aggettivo "democratico" a tutto e tutti, mi permetto di ricordare che anche la Germania lo era, formalmente, "democratica". Quella dell'Est, non a caso...

 Ps  Ricordo ai lettori che domani sera alle 22,15 circa (in replica mercoledì alle 14,30) ci dovrebbe essere l'intervista ereticale su Siena Tv; ed aggiungo che venerdì, alle ore 18, alla libreria Cuba libro all'interno del centro commerciale Porta Siena, l'eretico ripresenterà (con Raffaella Ruscitto del Cittadino on line) il libro "Mussari Giuseppe Una biografia non autorizzata".
 Come dimostra Repubblica Affari e finanza di oggi in prima pagina, volume sempre di cogente attualità.

domenica 20 gennaio 2013

La domenica del villaggio: Messori, Venditti et cetera...


   Seconda puntata della "domenica del villaggio": confortanti assai i riscontri di quella precedente, a livello di lettori (spero anche di gradimento). Evidentemente non c'è fame solo di politica...

 Oggi iniziamo con la recensione di un libro di Vittorio Messori dedicato a Bernardette Soubirous, la presunta veggente di Lourdes. Messori - uomo di formazione profondamente laica ed azionista, poi convertitosi ed autore di molti libri ed articoli, a partire dal famoso "Ipotesi su Gesù" - è studioso con cui è stimolante confrontarsi: non è un invasato che scrive con gli occhi iniettati di acqua santa, come qualcun altro intellettuale papista. E Lourdes è ufficialmente riconosciuta da Roma, sin dal 1862, a differenza della Medjugorje di cui tanto mi sono occupato qualche anno or sono: cosa che fa cambiare di poco la prospettiva per un non credente, ma di molto (almeno dovrebbe) quella di un cattolico. Last but not least, Lourdes non è mai stata, se non in minima parte, un covo di nazionalisti, come invece la terra d'Erzegovina da 30 anni a questa parte: e la differenza non pare davvero cosa da poco. Ciò detto, veniamo al libro, che esplicita sin dal titolo il profondo convincimento dell'autore: "Bernardette non ci ha ingannati".
Quello che stona, semmai, è altro: il volere spacciare un buon libro di sana apologetica cattolica per un libro di Storia. Cosa che NON è, in re ipsa. Messori, che pure una buona formazione storica ce l'ha, NON inserisce da nessuna parte le note; ancora di più, Messori NON inserisce neanche la bibliografia di riferimento, alla fine del libro. Elemento quasi incredibile, in un libro storico!
  Di più: nega che il subitaneo riconoscimento della validità delle apparizioni di Bernardette (avvenute, secondo Bernardette, nel 1858, poi riconosciute autentiche nel 1862) sia dovuto alla ghiottissima occasione, per Pio IX, di trovare un immediato riscontro popolare al suo dogma dell'Immacolata Concezione di Maria (si guardi la data: 1854, 8 dicembre, vale a dire 4 anni prima delle apparizioni, nonchè 8 anni prima del riconoscimento vaticano).
 Chi vuol credere, lo faccia: ci mancherebbe; chi vuole andare, ci vada (se malato, augurandogli il meglio). Ma di qui a confermare l'autenticità voluta da Pio IX, andiamoci cauti. E ricordiamo che Bernardette fu creduta non da un Papa: fu creduta da un Papa-Re, che non aveva nessuna voglia di smettere di esserlo. Fino al punto di usare tutti i mezzi a propria disposizione. Se si prescinde da QUEL contesto storico, si fa altro, rispetto alla Storia.
In definitiva: benissimo intitolare "Bernardette non ci ha ingannati" un libro; opinabile alquanto inserire - sempre in copertina - la dicitura "Un'indagine STORICA sulla verità di Lourdes".

Vittorio Messori, "Bernardette non ci ha ingannati", Mondadori, pagg.296, 18,50 euro (anche sul digitale). 



  La canzone della settimana: "Bomba o non bomba" di Antonello Venditti.
 Riascoltandola, in macchina, dopo un po' di tempo, l'ho potuta apprezzare come forse mai prima: è una canzone che davvero trasuda anni Settanta, come altre di Venditti. Il modo ironico e demitizzante di porsi di fronte ai personaggi, avvicinano questo Venditti al coevo Rino Gaetano.
 Diceva Pasolini che niente come le canzoni popolari ci rimandano ad un'epoca e ad un vissuto personale, ed aveva piena ragione. Questa, nel mentre ci rimanda ai ricordi personali (nel caso di specie, fanciulleschi), ci offre un affresco in musica di tante pulsioni di quegli anni: del clima che si respirava, insomma.
 Riascoltatela, alcuni passaggi sono memorandi: quello sull'intellettuale fiorentino, per esempio. Due pennellate, e siamo di fronte a qualcuno che oggi, magari, scrive su Repubblica...


  La settimana scorsa avevo scritto del bel libro sull'Iliade della Bespaloff. In settimana, a scuola, ho visto la fine di "Troy", il kolossal di W.Pettersen che ripropone Omero in versione cinematografica. Bene, devo dire che l'averlo rivisto me lo ha fatto apprezzare: non male, non male.
Un cast stellare, con Brad Pitt-Achille, Eric Bana (allora semisconosciuto) nel ruolo di un dolente Ettore, un magnifico Peter O'Toole nelle vesti di Priamo.
 Sì, certo: ci sono imperfezioni e sbavature a non finire, rispetto al testo originale, ma il film ha un suo vigore, dall'inizio alla fine, nonchè una sua forza espressiva. Se vi sembra poco...

venerdì 18 gennaio 2013

Mps: il futuro del calcio e del basket

  

   Dopo avere scritto dell'azzeramento del contributo Mps alle 17 Contrade ieri, eccoci alfine giunti alle realtà sportive.
Preambolo iniziale, visto che non tutti i lettori del blog seguono le vicende sportive: il decennio scorso ha visto esplodere, a livello di risultati, tanto il basket, quanto il calcio. La Robur in serie A, con qualche bella soddisfazione, fino a qualche anno prima neanche ipotizzabile alla lontana; la Mens sana al vertice assoluto del basket italiota, con messe di scudetti e le Final four continentali.
 Un'orgia di sport ad altissimo livello, orgia perseguita - con capillare determinazione da panem et circenses - dalla Casta senesota, Mussari Giuseppe in primis. Questa è Storia (forse non solo: è anche Giustizia sportiva e penale...). Fine del preambolo, peraltro imprescindibile.

  Oggi i lilleri sono finiti, ed anche lo sport deve darsi una ridimensionata: sacrosanto. Resta però l'amarezza di dovere ancora una volta constatare di avere avuto ragione: Mussari e compagnia cantante volevano solo il risultato (subito, e tonitruante), non gliene fregava alcunchè del movimento, di mettere le basi per il futuro. Ora lo vedono tutti: qualcuno lo diceva e lo scriveva qualche anno fa.
 Sapevano, i castisti, che il giochino serviva solo come trampolino, dopodichè Lui si sarebbe levato di torno, approdando finalmente a Roma, e gli altri ne avrebbero comunque beneficiato.
 I vivai, per esempio, cosa avrebbero prodotto? Pochissimo, per non dire niente. Dove si è mai vista una squadra che domina 10 anni di campionati nazionali e se la gioca con tutti in Europa, incapace di creare un solo giocatore di livello appunto europeo?

 Mps sta decidendo i budget del Piano industriale. Premettendo che la cosa all'eretico risulta ancora in discussione e che quindi il tutto è ancora in gioco, risulta che alla Mens sana andrebbero per il prossimo anno circa 4 milioni di euro (3.950.000), mentre alla Robur verrebbero destinati circa 2 milioni. In proporzione, a perdere di più sarebbe il basket (da 12 a 4, contro il passaggio da 4 a 2 del calcio). Ma è altrettanto evidente che la squadra campione d'Italia continuerebbe ad avere un budget più che decoroso, mentre per la Robur, con un piede in serie B (quindi con diritti televisivi in alto mare), sarebbe notte fonda, se aggiungiamo anche i debiti attuali della deficitaria gestione Mezzaroma (chiamati da chi e per cosa? Argomento degno di approfondimento...).
 A questo punto, ognuno ragionerà da tifoso, come è inevitabile che sia. Ma bisognerebbe ricordare di essere prima di tutto cittadini.
Sarebbe forse l'ora (come sempre, troppo tardi, ed a buoi scappati) di aprire una bella riflessione sul rapporto fra sport e gestione del consenso in questa città. E di chiedere al nuovo Sindaco, chiunque sia, una cosa: invece di mettersi la solita sciarpina posticcia, ripartiamo dai giovani, dai vivai. Più campini, più play ground (magari decenti), meno presentazioni faraoniche (e meno sbrodolate sul Sistema Siena, almeno di fronte all'evidenza ed alla decenza).

 Fare questo, attiverebbe davvero un meccanismo positivo, salutare, virtuoso: ma non possiamo pensare in alcun modo di attivarlo con chi è venuto qui solo per cementificare ( e almeno è il loro mestiere). Oppure con chi è finito braccato dalla Finanza...

giovedì 17 gennaio 2013

Mps taglia le Contrade: un bene o un male?

 
  La città (quel 20,30% che ha accesso alle notizie) è scossa dall'ennesima tempesta finanziaria (giudiziaria?) concernente Mussari Giuseppe: questo cosiddetto Progetto Santorini di cui Bloomberg news dice di avere le prove (leggasi Il Cittadino in proposito, fra gli altri). Uno "strano" derivato da nemmeno 400milioni di euro: ma che volete che siano, rispetto ai miliardi di Antonveneta? Pasqualito D'Onofrio, alla fine di queste infuocate giornate di campagna elettorale per le primarie (sic), ne chiederà conto al suo competitor Ceccuzzi?
  Aspettiamo ulteriori notizie (intanto il democristiano, in salsa ceccuzziana, Brandani è diventato presidente della montepaschina banca di Spoleto, all'insegna della ormai celebre discontinuità...).

  La notizia di cui si parla nei "barri", però, è lo stop ai 15mila euro annui che il Monte elargiva ad ogni singola Contrada. Risparmio dunque minimo, quasi irrisorio, ma dal grande impatto emotivo e storico al tempo stesso.
 Paradossalmente, la fine dell'elargizione di questa "mancetta" potrebbe avere almeno un aspetto positivo: a questo punto, anche i minus habentes (a Siena, purtroppo, non rarissimi) potranno comprendere come un'epoca sia finita, e per sempre. Con questo gesto, concreto e simbolico al tempo stesso, finalmente anche i più riottosi potranno fare i conti con la realtà.
Purtroppo questa fine-mancia temo servirà solo in parte a fare diminuire i prezzi palieschi (argomento già trattato in abbondanza su questo blog): l'effetto positivo, dunque, è tutto da verificare. Che si possa innescare un meccanismo virtuoso, tutto da dimostrare. Fintanto che ci sono delle scuole (il Bandini) che aprono le loro porte ai fantini per farli sdottorare non si sa bene di cosa (del nuovo redditometro, forse?), manco fossero dei cittadini benemeriti, non c'è da essere troppo ottimisti.
 L'emergenza dell'hic et nunc, però, dati ormai per perduti certi valori che erano alla base della cultura contradaiola (l'aspetto mutualistico-solidaristico, fra i tanti), è piuttosto un'altra: cercare non di eliminare - non potendolo fare tout court -, ma almeno di alleggerire, l'asfissiante presenza della peggiore politica all'interno delle 17 Contrade.
 La nascita di una lista (53100)  in cui la maggioranza degli aderenti ha rivestito importanti incarichi in Contrada, è in questo senso un pessimo segnale, peraltro atteso da tempo.
I nomi sono conosciuti, e c'è tutto il tempo per approfondire certi percorsi di vita.

 Il piccolo grande Colonnino, ormai opinionista a tutto tondo, divide i contradaioli tra "quelli in cravatta" e quelli senza (tacciamo di quelli grembiulino-dotati, numerosi assai): a pelle, a noi piace stare con quelli senza cravatta...

Ps A proposito di finanziamenti Mps, domani ci occuperemo della povera Robur e della Mps Mens sana. Robetta interessante, direi. 

mercoledì 16 gennaio 2013

Mercoledì scolastico: ancora su Facebook...


  Il pezzo su Facebook dello scorso mercoledì ha avuto un certo seguito, ed i fatti accaduti in settimana ne sono conferma eclatante:
 "Scatta l'allarme cyberbulle controlli a tappeto nelle chat  la Polposta: femmine aggressive come i maschi" (Repubblica Firenze, sabato 12 gennaio).
 A parte l'ennesima dimostrazione che il "gentil sesso" tende spesso a prendere il peggio dalla sfera maschile (cosa che merita una riflessione a parte), queste due paginate non fanno che confermare la gravità del problema, e l'importanza di parlarne, con una minima cognizione di causa, a scuola.
 Tra l'altro, si dà notizia di un fatto che naturaliter crea allarme fra il personale docente: i genitori di una ragazzina di 15 anni di Montemurlo, tornata a casa con il volto tumefatto (25 giorni di prognosi), non si sono limitati a denunciare le 5 ragazzine che hanno aggredito la figlia, arrivando ad estendere la denuncia alla vicepreside e ad alcuni membri del personale paradidattico della scuola, per non avere attentamente vigilato e dunque prevenuto. Attenzione: l'episodio è avvenuto AL DI FUORI DELLA SCUOLA E DOPO L'ORARIO DI LEZIONE. Cosa che potrebbe aprire scenari a dir poco inquietanti, per il prossimo futuro, vista soprattutto la forma mentis iperansiogena di larga parte del corpo docente (di solito non abituato - come purtroppo lo scrivente - ad avere problemi con la Giustizia)...

 Di fronte a cotanta gravità e pessimismo, mi piace andare ad una nota di speranza: citerò un passaggio del finale di un tema di un mio studente (II media), finale di un lavoro dedicato proprio al bullismo ed alla sua nuova, inquietante variante del cyberbullismo.
 Non cito i miei studenti, di solito, e ho sempre trovato indecente chi ha scritto libri (e fatto i soldi) mettendo nero su bianco gli sfondoni dei suoi. In questo caso, però, il suggerimento del ragazzetto potrebbe essere utile, ai suoi coetanei in modo particolare (ma non solo).
 Il suo messaggio è quello - ove e fin quando possibile - di NON DRAMMATIZZARE, di usare l'arma dell'ironia (meglio ancora, dell'autoironia) di fronte agli attacchi, stupidi e vigliacchi, provenienti da Fb. Tra l'altro, l'alunno in questione non ha un suo profilo su Fb.
 Il testo (originale, dunque con la consecutio temporum dello studente) merita una riflessione, che invito ciascuno a fare. A partire dagli iperpermalosi del web: che, di solito, non sono studenti...
"...quando sono andato da un compagno a curiosare cosa c'era scritto sui miei ruoli, ho visto offese su di me molto stupidine, ma io a quest'età NON MI OFFENDO FACILMENTE. Se incontrassi un bullo che mi direbbe (sic) un'offesa, gli direi: "Me lo dico tutti i giorni". E se incontrerei (supersic) un cyberbullo su Facebook (guardo da un compagno) ci farei una risata sopra". 

martedì 15 gennaio 2013

Sanità senesota: il caso Cresti (e l'effervescenza monaciana)

 

   Nel 2009, fu indetto all'Asl 7 un concorso per la copertura di 1 posto di Dirigente amministrativo, in particolare per la "gestione segreteria direzione e comunicazione interna". Questo blog se n'è già occupato ad libitum: vinse la dottoressa Minutella, che rapidamente approdò verso altri lidi professionali; secondo arrivò tale dottor Scartoni, il quale - alquanto curiosamente - prese possesso del posto che gli spettava, ma PER UN SOLO GIORNO (roba da non crederci!). Indovinate chi era arrivato terzo? L'ottimo dottor Ghezzi, protagonista dei pezzi eretical-sanitari del Natale 2011. Il 6 dicembre 2010, fu lui ad assumere quell'incarico.
 Perchè tiriamo fuori questa storia, non freschissima né inedita (ma solo perchè pubblicata da questo blog)?
 Perchè all'Asl 7 non si butta via niente (quando si tratta di concorsi vecchi, almeno): INVECE DI RIFARE IL CONCORSO, cosa succede, all'insegna della politica fuori dalla Sanità?
 Il Direttore amministrativo, dottoressa Roberta Volpini, abbisogna di un Dirigente amministrativo "da destinare ad attività di supporto amministrativo e consulenza legale alla Direzione Aziendale". Invece di rifare il concorso, si riattinge a quella graduatoria del 2009, la quale tra l'altro era per coprire posto completamente diverso! Tutto ciò sarebbe contra legem (Dpr 483/1997, articolo 18, comma 7: il turn over è fattibile solo "per eventuali coperture di posti per i quali il concorso è stato bandito", quindi non certo in questo caso), ma ormai...
Giova forse aggiungere che l'avvocato Daniela Cresti (divenuta Dirigente amministrativo a tempo indeterminato con deliberazione numero 453 del 27 dicembre 2012, quindi fresca fresca) è una stimata piddina, amica di Alfredo Monaci, nonchè tutt'ora facente parte dell'Assemblea provinciale del Pd (salvo epurazione dell'ultima ora).

 Si parlava di Alfredo (immaginiamo raggiante per le 750 firme subito trovate in calce alla sua candidatura montiana), ma non possiamo non andare a scomodare l'indistruttibile Monaci senior, Alberto.
 Che ha fatto mai, quel birbantello, con democristica ferocia (o spudoratezza, a seconda dei punti di vista)?
Con il Governatore Rossi sempre più in difficoltà anche per lo scandalo dell'Asl senesota, l'alleato di ferro Alberto richiede l'audizione urgente dei sindaci revisori dell'Asl 7. Benissimo sapendo che al tempo in cui ha preso corpo il maxibuco, c'era l'attuale moglie del compagno Rossi, a dirigere l'Asl 7.
Che il Patto Rossi-Monaci stia per saltare? Se ne vedrebbero davvero delle belle...

Ps Visto che si parla di Sanità senesota (e dato che nel mio libro sulla Sanità gli ho dedicato un Capitolo): nessuno fa niente, per sanare il caso del Direttore amministrativo delle Scotte, dottor Centini?  Nessuno dice niente sul suo Curriculum vitae? Si fa finta di niente, as usual?

lunedì 14 gennaio 2013

Primarie Pd al via: Franchino versus Pasqualito!

 
  Garriscono al vento, le bandiere piddine, nelle sedi del partitone disseminate per la città: è la settimana dell'Avvento (delle primarie piddine, appunto).
Fra una settimana, sapremo finalmente chi sarà riuscito a vincere (sic).
 L'eretico - noto amante del rischio - si lancia in un pronostico: vince nettamente Franchino il Ceccuzzi!
 Alcuni piddini a tutto tondo (tessera Arci-Coop-Pd, per capirsi) vanno però a votare, indirizzati all'uopo, per Pasqualito D'Onofrio, portabandiera di Sel (Vendola), unico antagonista (parola grossa, in effetti) del Ceccuzzi.
 Altra previsione ereticale, da tenere bene a mente, e da ricontrollare: lunedì mattina, sui media, Giulio Carli e il nobile che fa il segretario provinciale del partitone diranno che "si è trattato di una autentico esercizio di democrazia, che ha rilanciato la partecipazione in un momento in cui i populismi sembrano prevalere".
 Dulcis in fundo, sempre gli stessi due diranno (forse l'hanno già detto, ma repetita iuvant):
 "adesso facciamo spazio alle idee, basta con i personalismi".
Volete vedere che l'eretico le azzecca tutte? Troppo facile, si dirà: ma il problema non pare allora essere ereticale, quanto di chi ha voluto in tutti i modi celebrare questa triste liturgia politica entro gennaio, 3 o 4 mesi prima della data del voto effettivo. Andate a vedere dalle parti della Lunigiana, quando si fanno le primarie per il Sindaco: un uccellino mi ha detto il 7 aprile. Curioso, eh?

  Financo Robertino Barzanti - che prima di criticare Franchino recita tre terzine dantesche, per poi non farne di niente - deve obtorto collo ammettere che queste primarie hanno lo stesso appeal di una fila alle poste per pagare una bolletta scaduta:
"...sarebbe utile che primarie vere si svolgessero con un grado accettabile di contendibilità. Un duello fra Ceccuzzi e D'Onofrio è davvero poco trascinante (Gazzettino senese)".
Tradotto dall'aulico linguaggio politologico barzantiano, il suo pensiero così si sostanzia: queste primarie sono una buffonata totale, e lo scontro fra Franchino e Pasqualito è risibile.
 Se lo dice (lo pensa) lui, allora siamo davvero alla frutta: in effetti nessuno si aspettava grandi cose da queste primarie (prima che improvvisamente si materializzasse il Valentini), ma indubbiamente le più nefaste previsioni, dal punto di vista piddino, si sono avverate. Una sorta di tempesta perfetta. Vediamo se le  variegate opposizioni - che non le fa tout court - ne saprà approfittare

   L'unica curiosità politologica degna di questo nome, pare a questo punto essere il ruolo del reprobo (del neoreprobo, per meglio dire) Bruno Valentini: che farà? Come si orienteranno i suoi firmatari? Si presume che resteranno a casina, ma si vedrà.
 E per cercare di alzare il numero dei votanti, cosa inventeranno Franchino e la CeccuzziJugend? Ultima domanda: se uno ha la tessera Pd (ed anche dell'Arci e della Coop, e alle terme va sempre all'Antica querciolaia), ma una volta in un BARRE ha detto male, in pubblico, di Franchino, il diritto di voto lo conserva, o viene rimandato indietro?

Ps Non cerchiamo dietrologie (voglio sperare!): da Siena Tv mi hanno appena comunicato che l'intervista all'eretico è stata spostata da martedì 16 a martedì 22, sempre verso le 22. Speriamo bene...
 

domenica 13 gennaio 2013

La domenica del villaggio: un film, un libro, spigolature...


 
   Eccoci alfine giunti alla rubrica culturale della domenica: per il titolo, su suggerimento di Carlo Regina, dopo vari ripensamenti mi trovo ad optare per "La domenica del villaggio". Omaggio a Leopardi, che certo non mancherà di ricorrere in queste divagazioni domenicali.
 Avevo già pronte varie questioni di argomento storico, ma un film visto ieri sera penso meriti la "prima pagina" domenicale. Poi ci sarà - come tutte le settimane di qui in avanti - un suggerimento letterario; il tutto condito da spigolature varie.

  "LA MIGLIORE OFFERTA" di Giuseppe Tornatore

 Da alcuni giorni spopola, al cinema Pendola, l'ultima opera di Giuseppe Tornatore. Del quale l'eretico non è un ammiratore sperticato: in questo caso, però, il film è piaciuto, e non poco. Preliminarmente bisogna fare questa operazione, come e più che in altri film: dividere, separare il giudizio estetico-cinematografico da quello etico, legato in questo caso al sentimento amoroso: è facile condannare il film per il cinismo ingannevole che trasuda da alcuni suoi personaggi, dimenticando però il valore intrinseco dell'opera.
 Ad eretical parere, la chiave di lettura da privilegiare (a prescindere dal finale a sorpresa, di cui ovviamente tacer si deve) è quella della progressiva perdita del controllo di se stesso da parte dell'anziano protagonista, il battitore d'asta interpretato, con sublime maestria, da Geoffrey Rush.
 Novello magister elegantiarum, impeccabile nella sua professione, alterna con sapienza la quotatissima professione ad una vita di dandy urbano (e la città resta sfumata, volutamente: Roma, Trieste, la Francia?). Quando, per motivi inizialmente solo professionali, incontra la giovane ereditiera Claire, autoreclusa nella villa di famiglia per una grave forma di agorafobia, pian piano l'uomo si trasforma. Prima, in meglio: decide di lasciare il lavoro che pure tante soddisfazioni gli offre cotidie, diventa più espansivo abbandonando il suo essere burbero e scostante, inizia a togliersi i guanti che esibiva, per pura nevrosi igienista, anche nei più raffinati ristoranti (dopo avere smesso di tingersi i capelli, nella fase del corteggiamento: su suggerimento della ragazza, non a caso).
Quando l'amore si spezza, in seguito, il protagonista si lascia andare, derelitto nel corpo e nell'animo. Naufrago di se stesso.
Come l'attempato Harvey Keitel con Kate Winslet in "Holy smoke" di Jane Campion (la regista di "Lezioni di piano"): consulente spirituale di inappuntabile professionalità, poi uomo che si autoumilia, fino al ridicolo, di fronte alla suadente sensualità della Winslet.
Il dramma, dunque, del sessantenne (senza alcuna esperienza sentimentale pregressa, peraltro) che perde la testa per una giovane - e quantomai problematica! - ragazza: non un tema inedito, certo, ma trattato con maestria in questo thriller sentimentale "senza morti ammazzati,ma con tante ferite dell'anima" (come ha scritto Roberto Nepoti su Repubblica del 29 dicembre).
Ci sono alcuni passaggi un po' oscuri? Sì, lo concediamo; il film è un po' estetizzante? Sì, lo concediamo. La musica è del sempiterno Ennio Morricone, ma è troppo simile alla colonna sonora - sempre morriconiana - di "C'era una volta in America"? Sì, il nostro orecchio ci suggerisce questo.
 Ma il film resta teso, avvincente, da sorseggiare, stilla dopo stilla, dall'inizio alla fine: insegnandoci quest'opera che si può essere grandi esperti d'arte, riconoscendo un falso magari solo da microscopiche sfaccettature, e non riuscire a comprendere l'inganno (ben orchestrato, peraltro) di chi ti ha fatto innamorare.

 Il libro: ILIADE di Rachel Bespaloff

 Se volete spendere pochissimo e guadagnare tantissimo quanto ad arricchimento interiore, comprate questo piccolo, grande libro di questa studiosa ebrea, morta suicida nel 1949 (a 54 anni): nata in Bulgaria, poi ginevrina, in seguito parigina, infine statunitense per l'occupazione hitleriana di Parigi. Negli States, nel 1943, dunque in pieno secondo conflitto mondiale, concluse questo gioiellino di commento e di riflessione sul capolavoro di Omero (o di chi per lui).
 Per dare un'idea, trascrivo l'incipit del Capitolo su Ettore, e l'excipit di quello su Achille.

 Sul grande Ettore, figlio di Priamo re di Ilio:
 "Ettore ha subìto tutto, e ha perduto tutto fuorchè se stesso...né superuomo, né semidio, né simile agli dei, ma uomo, e principe tra gli uomini. A proprio agio in questa nobiltà senza ricercatezza che non deve inorgoglirsi nel rispetto di sé, né umiliarsi nel rispetto degli dei".

Achille, alla fine del Capitolo a lui dedicato ("Achille e Teti"):
"Senza Achille, l'umanità avrebbe pace. Senza Achille l'umanità si addormenterebbe morta di noia, ben prima della morte del pianeta".

 Molto stimolante infine un Capitolo ("Troia e Mosca"), in cui l'autrice istituisce una comparazione tra Omero e Tostoj, fra l'Iliade e Guerra e pace.
 Grande suggestione: con un linguaggio ed una sintassi alla portata di (quasi) tutti.

R. Bespaloff, "Iliade", Castelvecchi 2012, 96 pagine, 9 euro.


Ps Tornando al film, in particolare alla proiezione, se Dio vuole affollatissima. Domanda: nell'etica dello spettatore-cinefilo, si può portare un bambino di un paio di anni al massimo (non muto, fortunatamente) a vedere un film di Giuseppe Tornatore, con evidente nocumento a lui stesso nonchè agli spettatori?

venerdì 11 gennaio 2013

Silvio va da Santoro; Franchino va dall'eretico?

    
   Come milioni di telespettatori, ieri sera l'eretico ha assistito, fremente, allo corrida televisiva fra Michele Santoro e Silvio Berlusconi. A dirla tutta, prima si è sorbito financo una diecina di minuti di Massimo D'Alema, da Lilli Gruber: a riprova non solo che l'Italia non è proprio un posto per giovani, ma ancora di più che sembra davvero di essere rimasti a vent'anni fa, con qualche capello imbiancato in più da una parte, ed un tappetino all'uopo dall'altra. Che tristezza.

 Andiamo al momento clou della trasmissione, secondo l'eretical opinione: Berlusconi che cambia di posto e si mette a leggere la velenosa "letterina" che il fido Buonaiuti gli aveva preparato per l'occasione.
 Dirò subito che la lettera del duo Berlusconi-Buonaiuti, nella logica di guerra civile mediatica in cui siamo, ci poteva al limite anche stare; aggiungerò di più: Michele Santoro, ieri più gigioneggiante che mai, in questo caso ha sbagliato, perdendo la pazienza, e dando l'impressione di volere difendere Travaglio a priori (e Travaglio non è certo uno che abbisogni di difensori d'ufficio, sapendosi benissimo difendersi da sé).  Poteva fare finire Berlusconi (aveva già letto quasi tutto), dopodichè - come poi ha in effetti correttamente detto - Santoro bastava che dicesse questo:
"Chi fa giornalismo contro il Potere, è inevitabile che incappi in cause e querele da parte dei potenti, e che qualche volta le vinca, e qualche volta invece no; come un calciatore è inevitabile che abbia, prima o poi, un problema al menisco o al ginocchio, se gioca a calcio davvero". Punto e basta.
 Giustamente Travaglio ha ricordato che una cosa sono le cause, un'altra le querele, differenziando il Civile dal Penale: ma, ormai, gazzarra era fatta, ed il fido Buonaiuti si leccava i baffi (che non ha).

   Arriviamo alla città del Buon Governo, adesso.
 Se Silvio, alla fine, è andato da Santoro, perchè allora Franchino il Ceccuzzi non potrebbe-dovrebbe andare dall'eretico? In televisione, ovviamente; mica pretendo da solo: vengano pure i giornalisti embedded, c'è spazio per tutti, ci mancherebbe altro. Viva il pluralismo informativo, la mancanza del quale ha portato la città alla rovina. Come Berlusconi, Franchino è in difficoltà, e rischia grosso; magari gli farebbe bene, confrontarsi per la prima volta con domandine un po' diverse dal solito, non servite con i guanti d'argento. Vuole essere discontinuo? Potrebbe iniziare da questo atto, in re ipsa discontinuo, visti i precedenti. Pensate poi l'audience: questa intervista la guarderebbero fino a Strove, forse anche oltre...

   Un'ultima cosa, a proposito della letterina di Berlusconi a Travaglio: cosa ha fatto, Berlusconi, in definitiva? Ha semplicemente elencato le 10 condanne pregresse del giornalista Marco Travaglio, per cercare di screditarlo, per cercare di demolirne la credibilità giornalistica.
C'è un fantastico, e recente, precedente, che l'eretico - potrete ben capire - ricorda a menadito: Stefano Bisi dopo Report, proprio contro l'eretico.
 Nel suo memorabile editoriale sul "frullato diffamatorio" della Gabanelli, scritto in modo veemente, il buon Stefano, verso la metà del pezzo, scriveva quanto segua, ad imperitura memoria:

"Il senese che ha guidato l'autore della trasmissione è stato condannato 2 volte per diffamazione, una volta rinviato a giudizio sempre per diffamazione, e un'altra ancora sotto processo per rivelazione del segreto istruttorio".

  Silvio Berlusconi, quanto ad attacchi al libero giornalismo, è ancora un ragazzo, nonostante le 76 primavere: venga a Siena, troverà chi gli possa insegnare...

Ps A proposito di tv, l'eretico ha registrato un'intervista interessante (incredibile dictu!), che andrà in onda martedì prossimo (22,30 circa, in replica il mercoledì alle 14), su Siena Tv.
 L'intervistatore è il bravo Tonino Polistena, quanto basta fuori dai giochi senesoti per potersi permettere questo "affronto" verso la Casta. Non aspettatevi niente di clamoroso: non ci sarà alcuna rivelazione, alcun documento scottante, alcun attacco personale. Polistena ha puntato molto più sull'eretico che sulle "vittime" ereticali. E l'eretico è stato al gioco, rispettoso di chi l'aveva invitato. Per chi non ha di meglio da fare, si può comunque guardare...

giovedì 10 gennaio 2013

Il nuovo bancomat senesota: la Regione del compagno Enrico


    Ricordate quando Gabriellone Mancini andava in giro, tra un Ave Maria e l'altra, dicendo che la Fondazione non doveva essere il bancomat della collettività senese? Bene, adesso quel bancomat si è seccato, come si sa: grazie proprio a Gabriellone e a tutti i suoi sodali castisti.
Una collettività impoverita, dunque, ha bisogno come l'aria di nuova linfa, per cementare il consenso: ecco che arriva la Regione! Non è una novità, certo; ma ci sono 2 elementi, collegati e convergenti, che la legittimano in questo nuovo ruolo di bancomat senesota: uno, appunto, il fatto che il bancomat tradizionale e plurisecolare si è seccato, all'improvviso; in secondo luogo, c'è un altro elemento di non poco conto, in realtà di fondamentale importanza (ovviamente sottaciuto dalla stampa embedded): nel tourbillon politico di questo inverno piddino, l'asse politico fra Franchino il Ceccuzzi ed il compagno Enrico (Rossi) si rafforza vieppiù (con Rossi che non può fare a meno neanche di Alberto Monaci, peraltro).
A prima vista, sembrerebbe più Franchino ad avere bisogno del Richelieu di Pontedera (come lo chiamano i birbanti illuminati), perchè, certo, se lo abbandonano anche in Regione diventa impossibile continuare a fare il discontinuatore; ma il fatto è che anche il compagno Enrico ha bisogno, come l'aria, dei castisi senesoti: i problemi di bilancio all'Asl senese (sommati a quelli per Massa e non solo) gli tolgono il sonno, anche perchè il Pdl, in Consiglio regionale, si fa sempre più combattivo.  Rossi quindi non si può permettere di avere un Franchino tiepido, o peggio: non a caso, l'ex Sindaco, quando parla di Sanità, affonda sempre sull'ala monaciana (ovviamente), ma si guarda bene dall'attaccare il modus operandi della moglie del Presidente Rossi, fino ad un anno e mezzo or sono a capo dell'Asl senese (portata al milionario maxibuco di cui tanto si è scritto in questo blog, e nel libro sul maritino). Non a caso Franchino non la nomina MAI, non a caso...

 Va quindi in scena questa pantomima del "Patto per lo sviluppo delle terre di Siena", portato avanti da colro che lo sviluppo l'hanno ferito quasi a morte. Verrebbe da ridere, se non ci fosse gente in cassa integrazione o che non riesce a ottenere credito dal Monte.
 Con la chicca, all'interno di questo centinaio di milioni che il compagno Rossi offre sul piatto (soldi dei contribuenti, giova specificare), delle buche tappate sulla mulattiera Siena-Firenze, a breve (la prossima estate).
Qui siamo al parossismo della presa in giro. Se ci sono le buche (e ci sono, Cristo se ci sono!), queste buche chi le ha provocate? Le nutrie come a Sinalunga? Forse i lavoratori delle ditte cui le amministrazioni hanno appaltato, negli anni, i lavori. E dalle parti di Firenze e di Siena a quale colore partitico appartengono gli amministratori? Al partito sardo d'Azione, forse?

 In modo molto keynesiano, dunque, prima il Pd fa le buche, poi paga (con i soldi dei contribuenti) per farle coprire: ecco il New deal in salsa toscanota...

Ps  Come era sciupato, nelle foto, il compagno Enrico, ieri. Quello della Provincia (Bezzini) sembrava un omone in pieno vigore, al suo cospetto. Il marito dell'ex Direttore dell'Asl appare pallido, smagrito, sciupato.
 Eppure Il Sole 24 ore ha appena pubblicato un sondaggio (ripreso da tutta la stampa embedded) dal quale si evince che lui è il Presidente regionale più gradito d'Italia. A parte la evidente pochezza degli altri, domandina per i palati fini: Il Sole 24 ore, ha mai raccattato pubblicità - diretta o indiretta - dalla Regione Toscana? Vediamo se qualcuno sa rispondere a questa domandina.

mercoledì 9 gennaio 2013

Mercoledì scolastico: il pericolo Facebook

 
  Dopo le ferie natalizie, come promesso ritorna l'appuntamento con il mercoledì scolastico ereticale.
Oggi parliamo di un argomento diventato di grande attualità, e che merita di essere approfondito e discusso, al di là dello sconcerto provocato dai recenti, devastanti, casi di cronaca (suicidi di adolescenti).
Cosa ci possa essere dietro un suicidio, non è mai dato sapere con interezza, e la mente umana - Manzoni docet - è notoriamente un "guazzabuglio".
Certo è che bisogna cercare di spiegare ai ragazzi, ai preadolescenti come agli adolescenti, che loro hanno in mano - come nessuna generazione della umana istoria prima - una autentica, potenziale bomba: Facebook.
Figuriamoci se lo scrivente è un misoneista: non esisterebbe il blog, tra le altre cose; non avrebbe pubblicato la sua ultima fatica in modo digitale, piuttosto che sul cartaceo come nei casi precedenti.

  Resta un fatto, ineludibile: la prima generazione di "nativi digitali" (espressione abusatissima, ma in effetti pregnante) ha naturaliter fatto nascere la prima generazione di cyberbulli della stirpe umana. E noi docenti siamo spesso (quasi sempre) incapaci di rapportarci a questo problema: lo conosciamo poco (salvo eccezioni), magari non ci attrae neanche un po' (caso dell'eretico). Va comunque conosciuto, invece: come un docente deve conoscere la droga senza essere un drogato (!), così dovrebbe conoscere i meccanismi potenzialmente devastanti di Facebook, senza diventarne a sua volta un dipendente (per aiutare i ragazzi a non diventarlo, semmai).
 I giovani NON si rendono conto che - quando scrivono su Fb - scrivono ad un pubblico potenzialmente infinito, perchè hanno solo in minima parte contezza delle potenzialità di un social network mal usato.
In pratica, quando i loro genitori (genitori, nonni, bisnonni e giù scendendo nell'albero genealogico) soffrivano di atti di bullismo tradizionale, il tutto si risolveva in un confronto face to face, al massimo allargato all'intera classe. Solo i casi più tristi e penosi approdavano ad una dimensione concernente l'intero istituto scolastico.
 Con Fb tutto ciò è ampliato a dismisura, dilatato in modo non comparabile con alcunchè di simile. E tutto questo sulla pelle dei ragazzi stessi.
Come si sa (ammesso dallo stesso Zuckerberg, tra l'altro), almeno il 10% dei profili è del tutto falso, e già questo non consola affatto; mi si dice che sotto i 14 anni Fb sarebbe inibito, ma il condizionale è appunto antidoto alla risata: tantissimi sono gli under 14 facebookizzati.

 La domanda delle domande, quella che cerca di sintetizzare il problema, è la seguente: a fronte di tutti questi rischi (spesso anche di natura legale) e di tutto ciò che abbiamo appena enucleato, qualcuno potrebbe ragionevolmente dire quali sarebbero i vantaggi educativo-pedagogici di Fb?
 Immagino una risposta possibile:
"Assolutamente nessuno, però i ragazzi ci si divertono, si sentono, comunicano!".
Che bello, quando per sentirsi bastava un telefono (fisso), e nessun altro ascoltava cosa ci si diceva; e per telefonare alle ragazzine, c'era da superare un ostacolo, un macigno talvolta devastante ed insuperabile: la risposta telefonica del padre dell'agognata...

Ps Domenica l'eretico inizia una rubrica che ambirebbe ad avere una sua minima dignità culturale (ogni domenica, appunto): argomenti storici, letterari, cinema, televisione et alia; siccome in questo caso la creatività langue di molto, si accettano consigli su come denominarla.
 Grazie in anticipo a chi mi vorrà suggerire qualcosa di utile.

martedì 8 gennaio 2013

Mps: finalmente qualche sindacalista a modo...

 
  Come sempre sostenuto su questo blog, anche nel sindacato esistono forze non solo sane, ma decisamente combattive: dovrebbe essere una banale ovvietà, ma sappiamo che non è così.
 Questa è la città in cui la Cgil (la Cgil!) camussata cercava - fisicamente - di impedire ai lavoratori Mps di entrare in Piazza Salimbeni, meno di un anno fa: do you remember, Segretario Guggiari? Questa è la città in cui la Cgil NON aveva organizzato neanche mezzo comizio, in occasione del più grande sciopero dal dopoguerra: do you remember, Segretario Guggiari? Questi sono più adatti alle settimane bianche che alle settimane rosse (citazione stimolante: quanti sapranno della storica settimana rossa, dalle parti della Lizza?).

  Meno male che lontani da Siena, perfino nella Cgil bancari qualcosa si muove: non a parole, a fatti.
 La Cgil di Viterbo, per esempio, ha mandato una veemente lettera di protesta, invitando il Direttore dell'Area centro e Sardegna "a fare cessare immediatamente le inopportune pressioni affinchè vengano contrattualizzate le vendite di polizze in assenza di clienti - quindi senza la forma degli ipotetici sottoscrittori -, motivandole con la possibilità di successivo storno, in caso di mancato consenso degli stessi". Di più, il comunicato sindacale invita ad "evitare l'invio di mail ogni 45 minuti per "sollecitare" la vendita di questi prodotti". Qui gatta ci cova, ad occhio e croce.
 Dulcis in fundo, i cigiellini di Viterbo - evidentemente parecchio più battaglieri di quelli nostrani, almeno di quelli dei piani alti della Lizza - minacciano di andare addirittura da quella birbona di Milena Gabanelli, a Report.  Per fare chiarezza sulle suddette pratiche. Per denunciarle, queste pratiche: mettendoci la faccia, senza neanche ricorrere all'anonimato. Lo faranno? Vedremo.

   Non conosco questi sindacalisti laziali, ma ho fondato motivo di pensare che loro a banchettare con il gotha montepaschino non verranno mai invitati, in occasione del Palio di luglio o di mezz'agosto.
 A differenza di quello che è successo alla Segretaria nazionale Susanna Camusso: di fronte alle telecamere, berrettino (rosso) da working class; lontano dalle telecamere, brindisino allegro con gli affossatori della banca. Così si fa!

Ps A proposito: i famosi cartoni (con documenti) trafugati al Dirigente Mps appena licenziato? Forse all'eretico è sfuggito qualcosa, ma mi pare che la dirigenza non abbia detto niente, come ampiamente previsto.
 Ai licenziandi, esternalizzandi e quant'altro, consiglio vivamente di iniziare a portare via la roba dall'ufficio: in anticipo, tanto per capirsi...

lunedì 7 gennaio 2013

Un suggerimento al Valentini

 
  Alea iacta est, il dado è tratto: Bruno Valentini NON sarà della "partita" (chiamamola così, visto che si sa già chi sarà il vincitore...) delle primarie del prossimo 20 gennaio. Come era prevedibile, e come in questo blog era stato profetizzato. Per l'ultima volta: meglio così, davvero. Il Pd senesota non è riformabile dall'interno, proprio come non era riformabile l'URSS gorbacioviana. Il Pd deve essere sconfitto alle Comunali, in modo tale che non ci siano recriminazioni di sorta.
 Franchino ed i suoi della Ceccuzzijugend hanno fatto di tutto per creare ostacoli, ed alla fine ce l'hanno fatta, con il colpino di scena dell'offerta finale, fatta per non fare vedere anche ai ciechi di essere antidemocratici, rerstando con il cerino in mano.
Il 20 gennaio, dunque, si confronteranno Pasquale D'Onofrio (Sel), l'anestesista più conosciuto di Siena grazie ai servigi di questo blog (l'ho già detto anche faccia a faccia a lui, quindi prego i suoi fans di non fare ancora gli offesi), e Franchino il Ceccuzzi, il noto statista che, a livello nazionale, viste le frequentazioni salernitane, potrebbe ambire ad un ruolo di spicco nel rassemblement di statisti meridionali denominato Grande Sud (sic).

    Veniamo a Bruno Valentini. Parole durissime, mai sentite da maggio scorso (diaspora dei monaciani e del cenniano del Consiglio comunale); forse, anzi, più dure ed aspre ancora. "Emergenza democratica", ha detto Valentini a proposito del Pd ceccuzziano, per esempio.
  Ieri, tornando in aereo, l'eretico aveva alla sua destra un ragazzotto, sulla venticinquina: il quale, per tutta la durata del viaggio, ha chiuso gli occhi e li ha mantenuti tali, e si è assentato da ciò che gli capitava intorno. Non si è mai alzato per sgranchirsi le gambe, non è mai andato al bagno, non ha preso niente da bere, non ha parlato con il suo amico: un ectoplasma fatto passeggero, dunque.
I più rapidi di comprendonio avranno già capito: cosa ha fatto, detto, scritto Bruno Valentini dal 2007 ad oggi, a parte qualche cautela, prudentissima, verso le cose più schifose? Ed essendo - aggravante da non poco! - Sindaco del principale Comune contermino di Siena, non di Cetona, con tutto il rispetto per i cetonesi, che abitano in un luogo meraviglioso.
 A questo punto, il Sindaco di Monteriggioni pare volere guidare una crociata moralizzatrice dall'interno, gorbacioviana appunto: non capendo che - come detto - ciò non è possibile, a meno che non succeda quanto segue.
 Vale a dire che il Valentini INIZI FINALMENTE A FARE NOMI E COGNOMI (non solo Ceccuzzi), parlando di fatti, sciorinando date, illuminando passaggi et alia.
 Dia retta ad un oppositore non certo dell'ultima mezz'ora: o fa così, o la sua credibilità resta alta. Ma solo rispetto a quella di Franchino: il che, francamente, non è una grande soddisfazione...

Ps Sabato sera Franchino il Ceccuzzi dato presente in cena elettorale (zona Coroncina): a proposito di Grande Sud, appunto... 

mercoledì 2 gennaio 2013

L'ennesima farsa di Minucci

 
  Pur partente, l'eretico non può esimersi dal commentare l'ennesima sceneggiata castista ad opera del dottor Minucci Ferdinando: le dimissioni dalla carica di Presidente della Mens sana basket, restando però tutto quanto il resto, da General manager in giù. L'unica cosa seria sarebbe stata quella di dimettersi DA TUTTE LE CARICHE RICOPERTE, punto e basta. Questo è solo un patetico modo di fare ammuina, tra l'altro consegnando la presidenza a persona di strettissima fiducia personale (il notaio Cesare Lazzeroni). Il quale - non ce ne voglia il Lazzeroni - entrerà nella vasta categoria umana dei Presidenti (o cariche affini) eterodiretti: Lazzeroni sta a Minucci come Alfano sta a Silvione, o come Bezzini (Quello della Provincia) sta a Franchino il Ceccuzzi.
Per l'ennesima volta, l'ex Presidente pensa di essere il più furbo e scaltro di tutti: per anni ci è riuscito (quasi) completamente, adesso invece, come tutti gli uomini di Potere assolutistico, non riesce proprio a capire che il giochino gli si è rotto in mano. Peggio per lui (forse) e per la società (di certo).
 Sì, perchè ancora una volta, Minucci ha guardato solo, solamente e soltanto per sé, NON per la società e per la squadra (non parliamo dello sponsor, che evidentemente non ha voce in capitolo, ovvero è contento che il suo marchio si faccia onore "giocando" contro quello che ormai è il suo avversario principale: la Gdf...).
 In fin dei conti, bene così (mi dispiace solo per alcuni amici sinceramente affezionati alle sorti della squadra): come è giusto che Franchino il Ceccuzzi cada per mano degli elettori, così è giusto che Minucci cada sul campo, sul parquet.Si porterà dietro la società e la squadra? Sì, ma a lui interessa solo avere ancora in mano le plance del comando, per cercare di gestire al meglio la perigliosissima situazione. Ed in modo tale, quando le cose precipiteranno ancora, di potere dire (dopo avere evocato complotti vari) che "hanno voluto fare fallire anche l'orgoglio della città, l'unica cosa di buono che restava a Siena".
Preparatevi, gentili lettori: queste frasi, le risentirete, ovviamente amplificate ad arte dagli scherani che non scrivevano mai quanto costasse un giocatore nuovo, di quelli magari che arrivavano, puntualmente come la Befana, verso gennaio. Ah già: risiamo a gennaio!
 A chi arriverà, vediamo se qualcuna di queste grandi firme cestistiche chiederà qualcosa sul contratto del neomensanino...

Ps L'eretico - come preannunciato - si leva dagli zibidei, tornando il 7; il blog verrà aggiornato parecchio poco, quindi inutile mandare le solite paccate di commenti. Rischiano di restare non pubblicati parecchio più del solito.
 In contumacia (sic), lo scrivente verrà giudicato dopodomani (Giudice Bagnai) per "concorso in violazione del segreto istruttorio", grazie alla solerzia del tandem Mussari Pisillo (quello della lista 53100, per capirsi: il nuovo che avanza).
L'eretico è "orgoglioso" di essere il primo ad essere giudicato per il suo operare: in questi anni, in questa città, in mezzo a questa gente. Pur da lontano, su questo ovviamente aggiornerò il blog. E tranquilli: in caso di condanna, l'eretico torna lo stesso (anche perchè, purtroppo, i soldi all'estero non ce l'ha)...

martedì 1 gennaio 2013

Come eravamo: 1 gennaio 2012

 
   Questo 2012 ormai alle spalle è stato l'anno della Rivelazione: l'anno in cui anche (perfino) i più distratti non hanno più potuto fare a meno di vedere. L'anno dell'arrivo dell'Ad Fabrizio Viola (gennaio) e di Alessandro Profumo (aprile) al posto del Grande affondatore della plurisecolare banca (Mussari Giuseppe); l'anno nel quale non solo banca e Fondazione (in cui Gabriellone Mancini ha resistito, con democristiano attaccamento alla poltrona perinde ac cadaver) sono miseramente affondate: l'Università ha proseguito nella sua agonia divenuta ormai endemica, l'ospedale e l'Asl hanno dato segnali che definire preoccupanti sarebbe riduttivo (leggasi soprattutto alla voce Bilancio), il Santa Maria della Scala ha di fatto chiuso i battenti; poi è arrivato il Commissariamento del Comune, a giugno, seguito dall'arrivo del Commissario prefettizio Enrico Laudanna, curatore fallimentare della Siena postmussarizzata.La Provincia si è salvata per altrui "meriti" dalla cancellazione, ma naviga in pessime acque, anch'essa travolta dalla fine del bancomat Fondazione.

  Un anno fa, il 1 gennaio scorso: Franchino il Ceccuzzi era ancora il votatissimo (54%) Sindaco piddino, e si godeva il suo primo (ed unico) Capodanno fasciato di tricolore; Mussari Giuseppe era ancora al suo posto di President montepaschino (dopo pochi giorni, sarebbe uscito con la mitica frase secondo cui il banchiere NON era il suo mestiere: ottimo viatico per la riconferma all'Abi, in questa Italia dove certi favori si ricompensano sempre); extra-moenia, la città si godeva gli ultimi giorni di buona stampa, spesso vezzeggiata dal danaro montepaschino: di lì a breve, sarebbe arrivato Aldo Cazzullo per il Corriere della sera a demolirne l'idea di grandeur, aprendo gli spazi alla televisione: prima La7 con l'irriverente Sciortino di Piazza pulita, primo campanello d'allarme di quello che covava in pentola. Ai primi di maggio, il ciclone Report si abbattè sulla città (con il rinsillino del dicembre scorso a completare l'operazione), in anticipo di un paio di giorni sull'inizio dell'inchiesta Antonveneta, che promette grandi cose per questo 2013. Siena diventa la città dal cui forziere possono sparire miliardi di euro come noccioline, e la stampa locale continua ad incensare coloro che li hanno fatto sparire, o chi li ha coperti politicamente. Non stupisce quindi che si arrivi, in una realtà malata come questa, allo sfacciato disegno di colui che da parlamentare ha benedetto l'operazione incriminata, il quale si presenta come il nuovo (anzi il discontinuo) che avanza.

  A completare il quadro, la pessima storia della condanna del Siena calcio per la questione scommesse (e - diciamola tutta - poteva andare peggio!), con una società indebitata fino al collo ed una dirigenza che guarda sempre con un occhio a Siena e l'altro a Roma; nonchè, proprio sotto Natale, l'operazione Time out, che proietta il basket di osservanza minucciana sotto la lente d'ingrandimento della Procura della Repubblica e della Guardia di Finanza (dopo le gravissime ombre della Giustizia sportiva, tutt'altro che chiarite, come dai corifei minucciani penosamente sostenuto).

  L'anno della Rivelazione, dunque: il 2013, a questo punto, potrà servire per chiarire meglio certi dettagli, ma il quadro è chiaro, delineato.
 Vediamo se qualcuno dei predatori senesoti inizierà a pagare: con quello che non è già all'estero, ovviamente...