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lunedì 31 dicembre 2012

Megamulta alla Mens sana basket: e via con la censura...

 
   Eccoci dunque alla notizia (una delle) che la società Mens sana basket (cioè Ferdinando Minucci) NON voleva che fosse conosciuta, per ovvi motivi (di qui, la ferrea censura): a fine 2010, a seguito di accertamenti, la Gdf si accorge che il pagamento della società per il giocatore Benjamin Eze (nigeriano di nascita, poi italianizzato) NON è regolare. Ferdinando Minucci concilia, e quindi paga una supermulta di ben 250mila euroni, senza colpo ferire. Eze è italiano, ma pare proprio che non lo fosse per il fisco.
 Da ricordare che il pivottone italo-nigeriano ha giocato alla corte di Minucci dal 2004 al 2010, vincendo 4 scudetti con la maglia mensanina; dopodichè è andato a Mosca, poi a Milano, tornando infine, trentunenne, proprio da Ferdinando Minucci (lo scorso 20 ottobre si è operato al menisco).
Questo, in estrema sintesi, il brillante curriculum vitae del centro, arrivato in Italia transitando da Reggio Calabria (curiosità: ove si svolge il Processo giornalisticamente denominato Baskettopoli). La società senese, quella che buttava nella fornace del basket più soldi di tutte le società italiane, dunque in almeno un caso non ha avuto un comportamento corretto dal punto di vista fiscale. Meno male che era un modello societario da additare Urbi et orbi...

 La domanda è quella di ieri: i nuovi vertici della banca Mps sono a conoscenza di questo precedente della società da loro sponsorizzata (con denaro pubblico, peraltro)? Se lo sono e niente fanno, non ci pare un comportamento adamantino (poi non ci si lamenti se qualcuno tira in ballo la banca, che pare avere già qualche timido problemino); se viceversa non ne sapevano niente, siamo contenti di averli aggiornati su un importante snodo, illuminante per capire il modus operandi minucciano: e questo a prescindere dall'esito dell'inchiesta portata avanti dalla Procura di Siena (Pm Antonino Nastasi). Si tratta di cosa già acclarata (e perciò censurata).
 Questi 250mila euro,infine, come sono stati contabilizzati, nel Bilancio mensanino? In quale voce rientrano? Non sarebbe interessante saperlo?
 Forse ce lo dirà il Presidente Minucci, nella conferenza stampa incentrata sull'inchiesta che lo riguarda. Conferenza stampa che però non risulta ancora essere stata fissata. Sarà questione di giorni, si immagina...

Ps A proposito della causa persa da Minucci contro il giornalista che aveva osato criticarlo sulla gestione della società, che dire? Sarebbe stimolante che il vincitore cercasse di vedere riconosciuti i danni subiti dal comportamento minucciano: credo potrebbero venire fuori altri elementi utili a conoscere ulteriormente (ed a fare conoscere) meglio questa straordinaria figura di uomo, Mangia d'oro nel non troppo lontano 2004.

domenica 30 dicembre 2012

Minucci e la Gdf: c'è un precedente (più una causa persa) (I)


   Non c'è domenica o festa che tenga, in questo scoppiettante fine 2012: l'eretico sforna pezzi su pezzi (anticipando, però, che dal 2 al 6 gennaio il blog si concederà un meritato riposo).

 Questo dicembre 2012 ha portato all'avvio di una inchiesta (penale, dopo quella sportiva) nei confronti del dottor Ferdinando Minucci, dominus assoluto - e non da oggi - della Mps basket.
Lui stesso, nella conferenza stampa di fine anno davanti ai giornalisti amici, ha detto qualcosina, guardandosi però bene dall'entrare nel merito, visto che gli era stato appena perquisito il villone (una conferenza stampa ad hoc avrà il decoro di farla ad anno nuovo, oppure zitto e mosca?); gli è però sfuggito che, in passato, la Guardia di finanza aveva già attenzionato la società mensanina: la stampa minucciana a prescindere, però, NON aveva mai pubblicato niente. Nessuno deve mai sapere niente del dark side della società. Qui si entra in un altro campo minato, quantomai sgradevole: quasi tutti i "giornalisti" che di Minucci scrivono a Siena, hanno rapporti, diretti o indiretti, con la società. Conflitto di interesse? Beh, lo vedrebbe anche un cieco dalla nascita.
 Il caso di specie concerne l'attività della società senese, in particolare il modus operandi nel momento di pagare gli stipendi ai giocatori (domani diremo a quale giocatore in particolare, nonchè l'entità della supermulta mensanina).
 Ora, il problema da porre è questo: una banca che tira avanti con i denari dei cittadini-contribuenti, può permettersi di pagare in modo non corretto un suo giocatore? Domanda retorica, direi.
Allora cerchiamo di essere più chiari: se un Presidente ha commesso un illecito così marchiano (e l'ha commesso!), non c'è nessuno che gli possa dire che, per il bene appunto della società stessa, sarebbe bene farsi da parte? Visto che il Presidente Mps ha anch'egli i suoi problemini con il fisco (caso Brontos, come si sa), magari potrebbe essere il buon Fabrizio Viola ad occuparsi del caso. Perchè no?

 A proposito infine del dottor Ferdinando Minucci, una chicchina finale: in attesa di marzo, quando vedremo se in Tribunale dovranno sfilare, come testi, gli arbitri ed il superdesignatore Colucci per dire la loro, c'è da scrivere di un'altra notizia giudiziaria concernente Minucci.
Un famoso giornalista di basket, e non solo, aveva conosciuto il "privilegio" di una causa intentatagli dal dominus mensanino.
Il Giudice Alessandra Verzillo del Tribunale di Siena ha dato torto (e parecchio di brutto!) al dottor Minucci, in data 14 novembre 2012; Minucci, come sempre, si sentiva diffamato perchè un giornalista aveva semplicemente esercitato il suo sacrosanto dovere di critica (come i suoi scherani non osano fare).
 Morale della "favola", Minucci ha torto, e deve sobbarcarsi le spese processuali (22.500 euro solo per gli avvocati del giornalista uscito vincitore).
 Curiosità di fine anno: il conto, lo salda di certo il dottor Ferdinando Minucci. Con i soldi di chi? 

Pasquale (D'Onofrio) e la documentazione monca...

 
 
  Quando l'eretico ed il dottor Pasquale D'Onofrio (candidato per Sel alle primarie del 20 gennaio, forse unico competitor di Franchino il Ceccuzzi) si sono nuovamente incontrati - su richiesta del medico -, all'inizio il simpatico Pasquale ha buttato là una frase molto opportuna:
"Me l'aveva detto mia moglie di non candidarmi, che era meglio...".
Pur non conoscendo l'eretico la moglie del dottor D'Onofrio, verrebbe da dire:
 "Parole sante, signora: parole sante!".

   Sempre al Conca d'oro, sempre sorseggiando un Campari, il legnoso Pasquale ha sciorinato davanti allo scrivente una grande mole di documenti, per persuaderlo della assoluta limpidezza della procedura che l'ha portato a diventare Primario dell'Unità complessa di Anestesia. Il dottor D'Onofrio - come era giusto che fosse - ha giocato le sue carte; ed aggiungo che NON è certo D'Onofrio il responsabile della disfatta senesota (anche se ha sempre difeso, in Consiglio comunale, l'indifendibile Franchino il Ceccuzzi, con uno zelo che lo rende poco credibile come suo antagonista alle primarie); a livello ospedaliero, poi, ci sono casi più clamorosi ed eclatanti dei suoi (per esempio, la nomina del dottor Centini a Direttore amministrativo delle Scotte, come appena documentato nel mio libro "Sua Sanità"); ad adiuvandum, aggiungo  che da lui (Pasquale) una macchina usata tutto sommato la comprerei, cosa che non farei, in modo assoluto, da altri.
Pasquale mi dice di essere inquieto perchè questa cosa su di lui esce proprio quando lui si candida alla guida della città. Mi sento di rassicurarlo in pieno, e gliel'ho già detto: questo materiale non è arrivato adesso, era - insieme a molto altro - in mio possesso da circa tre mesi. Come il resto, era messo da una parte; nel caso del D'Onofrio (non sapendo 3 mesi fa niente del suo futuro politico, e non essendo più Consigliere per decadenza del Consiglio), non aveva più particolare interesse giornalistico. Tutto qui: niente di più, niente di meno. Materiale sulla Sanità, ce n'è così tanto, che il problema è la selezione...
 Ma nel momento in cui lui non solo si candida, ma fa una battaglia di "verità e trasparenza", chiunque sia assennato capisce che il tutto diventa giornalisticamente appetibile. Ed i cittadini-votanti è giusto che sappiano, oppure no?

 Resta quindi un fatto (il fatto): sarebbe bene (sarebbe) che chi è aggredibile su qualcosa, ci pensasse bene, prima di candidarsi. Detto, scritto da uno che, forse, qualche voto in più del buon Pasquale l'avrebbe potuto anche prendere: ma che ha preferito NON candidarsi, ANCHE (e non solo) per i suoi ben noti problemi con la Giustizia (tutti nati dall'attività bloggeristica e di scrittore, bene chiarire a scanso di fraintendimenti).

 Veniamo finalmente al dunque: tutto il materiale del D'Onofrio non cancella la necessità che ci sarebbe stata, dopo la morte del professor Pede (precedente Primario anestesista) di effettuare una NUOVA SELEZIONE, per garantire a tutti la par condicio, la pari condizione di accesso alla selezione stessa. Se da Aosta o da Catanzaro qualcuno avesse voluto provare a ricoprire quel ruolo, come avrebbe fatto, senza ciò che abbiamo appena detto? La selezione era stata fatta, ma 2 anni prima: una volta rifatta, magari dopo sarebbe stato scelto dal Direttore generale proprio il buon Pasquale. Ma andava fatta, e tutta la documentazione portata dal D'Onofrio non fa che confermare quanto scritto.
Quello che assomiglia pesantemente ad un illecito, porta la firma del Direttore generale, dottor Paolo Morello Marchese, allora tale (Deliberazione numero 160 del 18 aprile 2011). Il dottor D'Onofrio NON è l'autore, è il BENEFICIARIO di suddetta documentazione.
Sul perchè l'allora Dg abbia fatto questa "forzatura", bisognerebbe chiedere a lui: captatio benevolentiae verso un sindacalista (Cgil) di lungo corso, in procinto di entrare in Consiglio comunale? In seguito il buon Pasquale sarà durissimo, contro colui che gli aveva firmato la Deliberazione: onestà intellettuale di chi non guarda in faccia nessuno, o longa manus ceccuzziana, nel momento in cui le frizioni fra la componente monaciana (sponsor di Morello) e quella ceccuzziana si palesavano?
Questa, comunque, è politica, per quanto purtroppo intrecciatissima alla Sanità (con nocumento di entrambe, ed a noi dispiace soprattutto per la seconda, dando ormai per irredimile la prima).

  Concludiamo con un passaggio della Deliberazione (pagina 2), in cui si espone un punto di fondamentale e dirimente importanza, per quanto concerne la procedura seguita:
"Sentito in merito il parere favorevole del Dirigente dell'Unità Operativa Complessa Affari Legali".
 Questo documento (l'unico che avrebbe ribaltato la sua posizione), il buon Pasquale D'Onofrio NON l'ha prodotto, purtroppo; tra l'altro, viene financo da chiedersi: esisterà?
    

venerdì 28 dicembre 2012

Provincia: da Grosseto al default...


    La morale (poco natalizia) è la seguente: ci siamo salvati dalle grinfie grossetane (per esclusivo merito della fine anticipata del mandato Monti, non per altro), ma ci si avvia, nell'indifferenza generale, verso un placido e sereno default.  Chissà andando con i butteri come sarebbe andata: peggio è francamente difficile immaginare. A livello mediatico, bisognava caricare tutto sulla contrapposizione Siena-Grosseto e sulla (passata) grandeur senese: più galvanizzante, rispetto alle nude cifre del fallimento. Con cui adesso, però, bisogna pur fare i conti.
 Al Bilancio 2013 della Provincia mancano 17 milioni di euro, spicciolo più, spicciolo meno; ciò detto, si potrebbe già finire il pezzo, e buonasera ai suonatori.

 Invece proseguiamo: il salario accessorio ai dipendenti provinciali (dopo i comunali) è garantito per un paio di mesetti, poi si vedrà. Quello che salì sull'Apecar per difendere l'onore di Siena (il Presidente Simone Bezzini), però, non dice niente, anche perchè il suggeritore, in questo momento, ha altro cui pensare.
Molte sono le Amministrazioni provinciali in stato di estrema difficoltà, ma nessuna (dicasi nessuna) aveva un bancomat pronto cassa come la Fondazione Mps: messa in default dagli stessi castisti che hanno messo in ginocchio la Provincia, peraltro. Il cerchio tende naturaliter a stringersi.

 Il simbolo più eclatante, perchè visibile ad occhi ignudi, del fallimento è senz'altro quello della nuova sede di Viale Sardegna: finiti i dindini, non terminato, però, il capolavoro dell'architettura. All'appello, mancano circa 2,5 milioni di euro.
 In questo caso, NON è come in altri casi di cementificazione piddina (vedasi la Fabbrichina a Colle di Val d'Elsa), in cui sono i costruttori ad avere seri problemi (leggasi a fallire). In questo caso, è l'Amministrazione ad avere finito il burro, e non di poco.
L'eretico avrebbe sotto mano sette-otto articoli in cui, negli anni, si enfatizzava la necessità, assoluta ed imprescindibile, di costruire questa nuova, faraonica sede. L'idea di risparmiare sugli affitti, certo era corretta: ma come al solito, quando c'è il cemento di mezzo, è come per Silvione quando ci sono belle donnine, durante le consuete cene eleganti. L'autocontrollo tende a saltare. Solo che poi Silvione i dindini (montepaschini) per pagare, li trova sempre, mentre ora la Provincia un ragionier Spinelli, un contabile di fiducia, non lo trova proprio.

    E se quello dell'Apecar si prendesse il suo vice e tutta la Giunta e si mettesse a completarla lui, l'opera?  Sarebbe davvero un lavoro socialmente utile, no? Magari fruttifero per il futuro.
 A pensare alto e ad arringare la folletta dall'Apecar, vuol dire ci si metterà qualcun altro, la prossima volta. A patto che ci sia sempre l'Apecar...

giovedì 27 dicembre 2012

La questione giovanile nella politica senesota


   L'ultima, imbarazzante e penosa, vicenda della studentessa di Giurisprudenza Sofia Barneschi candidata CONTRA LEGEM ad entrare in Parlamento, pone una questione di fondo: i giovani senesi e la politica.
 Non infieriamo sulla bella Sofia, che anzi invitiamo ad intervenire sul blog per dire la sua: sarebbe un'opportunità per farsi conoscere, per fare vedere almeno come scrive, invece che restare per sempre "quella che si candidò al Parlamento a 23 anni". Non è certo lei che ha dichiarato che "Antonveneta è la sorella gemella di Mps": a quel giro, lei aveva circa 18 anni.

  Non starò adesso a dire che tutti i processi storici più importanti hanno visto i giovani in prima fila (un esempio? Il Risorgimento: di cui, passata la festa, resta l'ignoranza semiassoluta); restiamo all'oggi: in Ungheria, ci sono gli studenti a difendere quel che resta della democrazia magiara, sempre più percorsa da inquietanti fremiti di nostalgie hortyane (il che vuol dire nostalgie naziste tout court). Ci sono loro, insieme a qualche intellettuale non codardo, a difendere gli ideali della democrazia, non altri.
Un esempio italiano, per non fare gli esterofili? Francesca De Benedetti, la giornalista 29enne di Bologna che - spaccando il Pd - sta portando avanti una sacrosanta battaglia per il referendum contro il finanziamento pubblico alle scuole d'infanzia private (cattoliche). Natascia Ronchetti sul Venerdì di questa settimana ne fa un sintetico ma pregnante ritratto. La De Benedetti ha raccolto, insieme ai suoi sostenitori (tra cui molti piddini non baciapile), la bellezza di 13.500 firme, a supporto della sua iniziativa. Si è messa contro l'Arcidiocesi (meriterebbe un bacio solo per questo...) ed anche la nomenklatura piddina.
 Per non parlare dei tanti giovani che nel profondo Sud si danno da fare, rischiando la pellaccia, per cercare di estirpare il marcio che alligna intorno a loro.

Smettiamola qui. A Siena, archiviata la gaffe barneschiana, chi sono i giovani impegnati in politica? Il Segretario provinciale del Pd Niccolò Guicciardini? Fa sincera tenerezza, l'eretico non se la sente neanche di attaccarlo: il rischio è che si metta a piangere e chiami la maestra...
Parliamo dei sellati? Di quelli che dopo una photo-opportunity con Vendola si fanno chiamare vendoliani (epiteto sul quale peraltro si potrebbe discutere a lungo: da incorniciare a priori?)? Il boccoluto Cannamela mi starebbe anche simpatico. Per farci una partitina a calcio, però. Fanno rimpiangere perfino il legnoso Pasquale (D'Onofrio), del quale - come promesso - il 29 ci occuperemo.
 Nel centrodestra, poi, c'è forse qualcuno? Speriamo nei grillini, che ne sappiano tirare fuori qualcuno di valido: non sarà facile, proprio per niente.

  I loro nonni non hanno saputo vigilare; i loro genitori lo stesso, ed in molti casi hanno contribuito, direttamente ed in modo personale, alla distruzione della città; possibile che non ci sia un qualche giovane decente, ad impersonare la voglia di effettiva discontinuità di una comunità? Giovane, perchè no giovanissimo: magari non minorenne...

mercoledì 26 dicembre 2012

Tema: Un viaggio indimenticabile

 
  Per fare una salutare pausa dall'overdose di politica senesota, nonchè per festeggiare degnamente il protomartire, l'eretico inaugura un esperimento bloggeristico in piena regola: passa, per una volta, dall'altra parte della cattedra, scrivendo un temino; poi i lettori daranno - se lo vorranno - il loro voto, purchè opportunamente motivato (facciamo una tara sul 30% di biliosi che ovviamente taglieranno le gambe sul nascere all'esperimento...).
Chiamatelo - se volete - esercizio di scrittura (su argomento realmente vissuto), per l'eretico; per chi legge, sarà invece esercizio di critica.


 UN VIAGGIO INDIMENTICABILE

   Esattamente 2 anni or sono, per Santo Stefano, arrivavo a NYC; sarei dovuto arrivare, per meglio dire. Andiamo con ordine: il Natale 2010 fu quello delle grandi nevicate in tutta Europa e nella east coast degli States.
 Dopo che il mio volo del 24 dicembre (Fiumicino-Londra; Londra-JFK) era stato annullato a causa del maltempo, il primo volo utile risultò essere quello della prima mattina del 26 dicembre.
Finalmente si parte! Non oltrepassavo l'Atlantico da diversi anni, per la precisione dal 1990, perso in viaggi concentrati soprattutto dall'altra parte del mondo; non mi ero ben informato su ciò che NON si può più portare: ecco che già al servizio dogana il mio bagaglio a mano fu mutilato di alcuni flaconi di prodotti per i capelli, che mi erano stati dati affinchè poi li consegnassi a mia figlia, una volta arrivato a New York City. A parte il posticipo di ben due giorni (!), il viaggio cominciava davvero sotto brutti auspici, ma chi è causa del suo male, pianga se stesso...

 Salito sull'aereo (tratta Roma-Londra, come detto), mi godo finalmente il viaggio fino ad Heathrow, il meraviglioso hub londinese, ove passeggiando aspetto il mio turno per la seconda parte del viaggio. Fra le varie cose, interessantissima la Sala di preghiera per tutte le religioni: si entra, non c'è alcun simbolo religioso, si medita e si prega, ognuno il suo Dio. Unica prescrizione, togliersi le scarpe all'ingresso. Inimmaginabile da noi, purtroppo.  Il terrore della bomba condiziona la vita dell'aeroporto: la raccomandazione più frequente, all'altoparlante, è quella di NON lasciare per nessun motivo il proprio bagaglio incustodito. E non certo per paura che qualcuno ve lo rubi...

 Arriva il momento della partenza, da Heathrow al JF Kennedy di New York; mi metto a sedere nel posto assegnatomi al check in: non solo vicino al finestrino, ma anche e soprattutto con la possibilità di allungare le gambe. Il massimo, no? Dopo pochi attimi, si presenta un giovanotto americano che mi dice che la madre, anziana ed obesa, sarebbe contenta di sedere dove sono io, per ovvi motivi. Non essendo un missionario, resto perplesso, poi vedo arrivare l'anziana e non riesco ad impuntarmi: lascio il posto, e vado in quello del giovanotto (o della mamma?). Posto pessimo: ala destra del terzetto centrale. Gambe non allungabili, finestrino neanche se ne parla. I due posti alla mia sinistra sono ancora vuoti.
 Mi siedo, mi sistemo, inizio ad "acclimatarmi" al viaggio, quando, all'improvviso (non poteva che essere all'improvviso, in effetti), si avvicina alla mia zona una ragazza di straordinaria bellezza:
"Vuoi vedere che si siede proprio vicino a me. Vuoi vedere che il Fato ha voluto premiare il mio bel gesto di due minuti fa?", mi dico. Detto fatto!
Non c'è bisogno di enfatizzare: è un mirabile incrocio fra la Zeudy Araya di 20 anni fa e l'attuale Beyonce.
 Un primo particolare, pur nel marasma psicologico del momento, mi inquieta: non ha alcun bagaglio. Una donna, bella o brutta che sia, non può viaggiare senza un piccolo bagaglio. Dopo alcuni attimi (quanti secondi? Non lo potrei dire, visto lo stato gravemente confusionale), ecco spiegato l'arcano: arriva il suo uomo, un energumeno alto un paio di metri con i bicipiti ovviamente all'aria, in modo vagamente intimidatorio.
 L'unico rapporto fra me e la levigata bellezza seduta accanto a me, sarà un involontario calcio che lei mi assesterà, cercando di spostarsi per meglio appoggiarsi al suo body guard. Senza neanche chiedere scusa, peraltro...
 Voliamo sopra New York, quando il Capitano prende la parola:
"Le condizioni atmosferiche sono tali da non consentire l'atteraggio a NYC, e neanche a Washington o Boston. Atterreremo a Montreal. Ci scusiamo per l'inconveniente".
 Mi giro verso la coppietta, cercando un loro sguardo simpatetico: trovo solo gli occhi del coloured, e ritorno nel mio bugigattolo. Come non fatto.
 Ebbene sì, si atterra a Montreal: città francofona ed anglofona insieme. La British airways ci tratta da signori: trasferimento in pullman ed alloggio in un gran bell'albergo nel cuore della città. Fuori si viaggia sul -15. Le comunicazioni sulla ripartenza avvengono con metodi curiosi: bigliettini infilati sotto la porta della camera, con continui aggiornamenti sull'ora.
 La mattina seguente, esco verso le 7,30: paesaggio inquietante, solo ghiaccio, neve ed un'unica presenza umana, ovviamente sconosciuta. Siamo a -19. Mi rendo conto di avere fatto una solenne sciocchezza ad uscire: cammino per alcuni minuti rischiando di cadere ad ogni mezzo passo, giusto il tempo di scorgere il monumento a Queen Victoria, poi ritorno all'hotel; la partenza è per il primo pomeriggio, come da bigliettino.
Si ritorna in pullman: fra i personaggi più curiosi, una famiglia di ebrei ortodossi, con tre o quattro figli al seguito, i quali sembrano più che altro divertiti (più sfibrata appare la madre, mentre il padre continua ad ingurgitare junk food ogni volta che lo guardo). Sfilano anche i due belloni: lui ha un cappello che sembra Denzel Washington quando esce di galera in Hurricane. Non c'è stata relazione in aereo, figuriamoci sul pullman.
 Da Montreal a New York c'è un'oretta di viaggio; verso l'ora di cena, si arriva. E qui inizia un'altra avventura; che, magari, racconterò in futuro...

martedì 25 dicembre 2012

Natale senesota, la politica impazzisce: la scelta su Sofia...


    Il bambinello è finalmente arrivato (ma senza il bue e l'asinello, Ratzinger imperante); nonostante ciò, l'eretico - per ora - NON si ferma, anzi: non potendo lavorare a scuolina come si faceva nella Cuba castrista (pre-visita del Pontefice polacco) il giorno di Natale, resta il blog, e tra l'altro la politica senesota di carne al fuoco ne getta di continuo, senza requie.

 Bene ha scritto l'arguto David Allegranti sul Corriere fiiorentino: c'è un gran gusto a seguire il "gran romanzo politico senese". Se una banda di bricconi non avesse scientemente provveduto a mettere in ginocchio una città, ci sarebbe solo da ridere; invece c'è da ridere e da piangere insieme, come ne "La vita è bella" di Roberto Benigni. Lì si riesce a strappare un sorriso perfino sulla Shoah, figuriamoci qui...
 Il povero Valentini, il Sindaco tentenna, sta incontrando la "strenua resistenza a consentire una libera partecipazione alle primarie", e narra, su Facebook, di episodi da peggiore politica partenopea (dei tempi di Lauro, per capirsi). Ha ragione da vendere, ma quando l'eretico lo scriveva (ed altri lo dicevano) non sembrava così indignato e scandalizzato: folgorato sulla via della possibile "boccata", si accorge improvvisamente che il Pd locale NON è democratico. Chi lo conosce, gli regali qualche libercolo ereticale: così, giusto per non fare la figura dello sprovveduto. E poi, ancora una volta (mai abbastanza): alle primarie, DEVE VINCERE Franchino il Ceccuzzi, è chiaro?

  Ma la guest star natalizia non è Bruno Valentini, è di certo la giovanissima (23enne) Sofia Barneschi: esempio vivente dell'impazzimento della politica senesota. Spuntata fuori, all'improvviso, come candidata (sponsorizzata dal Sindaco chiusino Scaramelli, renziano della prima ora) per il Parlamento, nelle ultime ore erano uscite dichiarazioni entusiastiche della bella studentessa di Giurisprudenza:
"Mi hanno scelta credo per l'entusiasmo, l'energia e, soprattutto, perchè rappresento il modo nuovo di fare politica".
E giù foto, con tanto di sigarettina sulla destra (non politicamente corretto, cara Sofia: negli States ti avrebbero lapidata seduta stante, costringendoti a chiedere perdono!); volto giovanissimo, degno di uno schieramento berlusconiano, tanta voglia di fare.
 Nel pomeriggio di ieri, poi, su Siena free arriva la notizia che la Barneschi NON parteciperà alle primarie. In senso strettamente politico, è stata trombata prima ancora della votazione, dopo essere stata annunciata in pompa magna come grande novità della politica locale.
 Forse (giusto forse) il problema  sarà stato questo: pare che 23 anni siano troppo pochi, e che ce ne vogliano 25.

   Verso le venti di ieri, l'eretico trova un amico (piddino), il quale gli si fa incontro, dalle parti dei Quattro cantoni, dicendo:
"Hai visto a che livelli di cialtroneria siamo arrivati? Candidano gente NON candidabile!".
 Mi faccio spiegare il perchè della sua irritazione (di cui non capivo la genesi), e prendo atto.
  Continuiamo così, a farci del male, potrebbe dire un grande regista...

Ps Frase natalizia, su cui riflettere, dopo essersi ingozzati senza ritegno alcuno:
 "Nei paesi ricchi il consumo consiste in persone che spendono soldi che non hanno, per comprare beni che non vogliono, per impressionare persone che non ci amano" (by J. Spangenberg).

domenica 23 dicembre 2012

Clamoroso: il Vescovo Buoncristiani concede la grazia all'eretico


    Incredibile dictu, forse mosso dal beau geste papale verso l'ex maggiordomo Paolo Gabriele, l'Arcivescovo di Siena-Colle e Montalcino, Antonio Buoncristiani, ha dato la grazia all'eretico, che pure tante volte lo aveva attaccato con asprezza.
 Voci curiose, strani rumors erano in giro da tempo; lo scrivente, infatti, sperando nella lieta novella, aveva praticamente smesso di scrivere sul successore apostolico di Siena.
 Ieri, nel primo pomeriggio, è accaduto l'impensabile: convocato da solo (senza neanche il Superavvocato Luigi De Mossi) in Curia, entrato in uno stanzone con meravigliosa vista su di un lato della Cattedrale, sono stato fatto sedere. Per qualche, interminabile, minuto, sono rimasto assiso sulla bella panca, in attesa di ciò che mi era stato solo sussurrato nei giorni scorsi. Finalmente, è arrivato Sua Santità (scusate, Sua Eccellenza) Antonio Buoncristiani, il quale si è seduto alla mia destra, e mi ha detto, più o meno, queste parole:
"Caro figliolo, il tempo della guerra è finito, ormai. Per il Bene comune della nostra città dobbiamo piuttosto collaborare, non scontrarci.La situazione - ha detto, alzando un po' gli occhi verso l'alto - è oltremodo difficile, quasi drammatica, in Italia ma soprattutto in questa martoriata città. Ognuno nei rispettivi campi, vediamo di dare il nostro contributo al Bene comune...".
 Poi è entrato in scena un noto notaro in Siena, il quale mi ha fatto firmare una pergamena che avrei dovuto leggere con attenzione, e che invece ho firmato senza guardare bene cosa ci fosse scritto; il tutto è stato poco dopo sigillato con la ceralacca.
Emozionato come quando il suo predecessore Ismaele Castellano mi aveva cresimato in San Giovanni, ho osato dire:
"Eccellenza, ma allora è tutto a posto? Il 4 aprile 2013, per esempio, non c'è da andare al Tribunale di Forlì per quella lenzuolata di querele che Lei ben sa? Anche quelle senesi, tutto a posto? Tutto finito?".
"Caro figliolo, la Chiesa sa essere magnanima, quando vuole; addirittura - in casi estremi - a prescindere dal pentimento del reo! Spero che da oggi vorrai guardare con rinnovata benevolenza il Pastore della tua comunità. Ricordati: io, noi non abbiamo mai smesso di pregare per te".
 "Grazie, grazie: in effetti, l'ho sempre descritta male, come un insaziabile mangiatore ed altro: Le chiedo scusa; quanto a monsignor Acampa, certo ho esagerato: qualcuno ai soldi ed agli immobili della Curia deve pur pensare, e lui di economia e finanza davvero sa. Anche quelle cose "personali" che ho scritto...: brutta roba, davvero. "Ultronea", come dicono i suoi avvocati. Una domanda, Eccellenza: l'idromassaggio, per esempio, ormai ho detto e scritto che ce l'ha; come posso rimediare, Eccellenza? Non vorrei perdere la faccia davanti ai miei lettori, mi capisca...".
"Puoi dire, caro figliolo, che deve curarsi una rara forma di artrite giovanile, cagionata dalle lunghe permanenze in luoghi freddi ed umidi come le Chiese ed altri siti di preghiera.
Buon Natale, figliolo caro!".

Ps Confuso dalle giravolte della politica senesota, forse sto perdendo il senso della realtà: a Natale, ogni scherzo vale... 

sabato 22 dicembre 2012

Il fattore P: Pasquale, Paonazzo, Polifemo...


   Una volta, ai "bei" tempi della Guerra fredda (fortunatamente mai diventata calda, almeno dalle nostre parti), c'era il fattore K: nella Siena prenatalizia 2012, molto più modestamente, ci dobbiamo accontentare del fattore P.
P, come Pasquale D'Onofrio, l'anestesista sellato, competitor di Franchino e di chi sarà alle primarie del centrosinistra (spostate al 20 gennaio);
P, come Paonazzo del Nicchio, alias Maurizio Cenni, che lascia il Pd (ciò significa che ancora ne faceva parte, anche se nessuno se n'era accorto);
P, come Polifemo, alias Mauro Marzucchi.

 Partiamo giusto da quest'ultimo: sul quale non è che l'eretico abbia poi molto da scrivere, visto che sembra semisparito dalla scena, dopo avere perduto, nei giorni scorsi, il poprtavoce Di Prisco e il Consigliere Marzocchi. Ne parlo, solo per una curiosità, che sottopongo al vaglio dei lettori: stamattina l' eretico l'ha incontrato in Via delle campane, alle 12,21. Sono ripassato dallo stesso posto dopo un'ora circa, ed era ESATTAMENTE, SFACCIATAMENTE allo stesso posto, con il cellulare - si immagina rovente - attaccato all'orecchio.
Fra un'oretta devo ripassare dallo stesso luogo; se ce lo ritrovo, cosa devo pensare?

 Maurizio Cenni, da par suo, non sta invece per niente fermo: abbandonato il Pd, pare naturaliter veleggiare verso il rassemblement che candida il dottor Eugenio Neri. Essendogli amico (di Eugenio), gli consiglio, con natalizio calore, questo: di tenerlo (il Cenni) ben lontano. O comunque, il più lontano possibile. Di certo, i voti (pochissimi) che può ancora muovere, sono decisamente inferiori ai voti (tanti) che può fare perdere con la sua sola presenza, anche lontana.
 Se in loco ci fossero menti raffinatissime (rischio eluso, tranquilli), si potrebbe quasi pensare che l'ex Sindaco castista (anch'egli filoAntonveneta, tanto per dire) giocasse a favorire Franchino il Ceccuzzi, in vista di queste primarie, in cui la scadenza per il reperimento delle firme è stato prorogato (pro-Valentini) al 2 gennaio 2013.

  Pasquale D'Onofrio, per concludere. Dopo avere scritto che ne avrei parlato, il simpatico (senza ironie) anestesista delle Scotte mi ha cercato. Ben volentieri, ci siamo presi un Campari al Conca d'oro, a fine mattinata.
Quale sarebbe il problema, insomma? In estrema sintesi, questo: l'eretico ha in mano documentazione sull'iter che lo ha portato al primariato ( documentazione non pro-Pasquale, per capirsi); il dottor D'Onofrio, da par suo, dice di potere provare senza alcun dubbio la regolarità, assoluta e cristallina, del percorso che lo ha portato a diventare, 3 anni or sono, Primario anestesista. Ci siamo dati appuntamento a fra qualche giorno, quando il simpaticamente legnoso Pasquale porterà le carte pro domo sua. Dopodichè, staremo a vedere.
 Il motto della sua campagna insiste sul "sorprendere Siena": vediamo se intanto, nei prossimi giorni, inizia a sorprendere l'eretico...

venerdì 21 dicembre 2012

"Sua sanità"- Un libro non proprio natalizio...

 
 Appena prima dell'arrivo del bambinello, è finalmente uscito anche il libercolo sulla Sanità senese e toscana. Alla fine, la scelta è stata quella della personalizzazione sul compagno Enrico (Rossi), visto anche l'incalzare della cronaca giudiziaria (con le disavventure del compagno Enrico e di Ferdinando Minucci, ormai, NON esistono praticamente più intoccabili, in Toscana): "Sua sanità", dunque, il titolo della fatica.

  Come scritto nell'Introduzione, in questo libercolo ci sono quasi tutti gli articoli sulla Sanità toscana scritti in questo blog tra il giugno 2011 e il dicembre 2012, in questo viaggio di un anno e mezzo che mi ha fatto conoscere i meandri della politica sanitaria toscanota, con tutte le sue squallide nefandezze, ora venute drammaticamente al pettine (sulla pellaccia dei cittadini: demagogia? Boh, fate vobis).
 Oltre a questi articoli, c'è una Introduzione piuttosto stimolante, nonchè svariati pezzi del tutto inediti: sul 118 senese (in fase di semismantellamento); sull'ideologo della Sanità toscana, il dottor Antonio Panti; sul dominus del 118 senese, dottor Roberto Monaco; sul clamoroso (non andiamo oltre) caso dell'attuale Direttore amministrativo delle Scotte, il rampante dottor Giacomo Centini; sull'Assessore regionale alla Sanità (ex Asl 10), Luigi Marroni; sul caso Livorno; sul buco di Massa, e, last but not least, sul compagno Enrico Rossi: 5 Capitoli, nuovi di zecca, per fare conoscere meglio colui che ancora ambisce a diventare Ministro della Sanità nel futuro Governo Bersani. Robespierre con gli altri caduti in disgrazie giudiziarie (anche del Pd, vedasi Penati), Candido di voltairiana memoria se è lui ad avere problemi di stampo giudiziario (quanto alle giustamente richieste dimissioni, figuriamoci!).

  Il quadro che ne viene fuori è francamente triste, ma non tale da sorprendere chi legga questo blog con una certa continuità.
Un consiglio ai lettori, del tutto masochistico (dal mio punto di vista): NON lo leggete prima che arrivi il bambinello. Potrebbe contribuire a rovinarvi le feste. Vista la situazione attuale, e in considerazione di ciò che si annuncia a livello di tagli...

Ps Rispondo qui ad uno dei primi acquirenti del libercolo, che mi ha contattato nel precedente pezzo: in effetti mancano gli articoli del dicembre 2011. Sento il tecnico che mi ha aiutato, ma non so se si potrà rimediare, a questo punto. Se del caso, mi impegno a ripubblicarli, a breve, con la dovuta evidenza, scusandomi con i lettori!
 Quanto al luglio 2011, quello proprio manca: ma quei pezzi,  sono davvero SPARITI DALLA MEMORIA DEL BLOG. Misteri senesi...

giovedì 20 dicembre 2012

Valentini rinuncia: formidabile assist per tutti gli altri!

 
    Come si potrà immaginare, l'eretico oggi avrebbe voluto presentare la sua ultima fatica, l'inchiesta sulla Sanità toscanota di cui è dominus Enrico Rossi. La giornata politica locale, però, è stata particolarmente scoppiettante, dunque di Sanità si scriverà domani.
 Con oggi, finalmente il rebus intorno alla candidatura seriamente alternativa a Franchino il Ceccuzzi si è sciolto: il Sindaco di Monteriggioni Valentini NON si candiderà. Aveva ragionevolmente chiesto una ventina di giorni (rispetto a Franchino che è in campagna elettorale permanente almeno da maggio, al ritmo di 3 cene elettorali a settimana...), invece niente. Il Pd senesota, si sa, con le regole è chiaro ed inflessibile: non dice niente a chi fa sparire miliardi da una banca, ma se uno chiede qualche giorno in più per le firme, no, quello proprio no. Il povero Valentini, in effetti, chiedeva più o meno, in giorni, quanto è costata Antonveneta, in miliardi (tot miliardi, quot giorni): niente da fare, game over. Sarà per la prossima volta.

 A questo punto, con il filiforme dell'Istrice (l'ex vicesindaco Marzucchi) che non riesce a perdere chili ma perde pezzi importanti della sua compagine (Di Prisco e Marzocchi, ex Consigliere), alle primarie farlocche per ora si è iscritto solo il grande Pasquale D'Onofrio, il sellato anestesista che quando era in Consiglio comunale si alzava a parlare e pensava di essere all'agorà ateniese. Se gli altri bloggers non mi bruciano sul tempo, molto volentieri sabato l'eretico racconterà la sua curiosa vicenda ospedaliera, che indubbiamente a me sembra degna di nota.

  Con oggi, comunque, tutti i competitors del Pd possono tirare un respirone di sollievo: il Valentini non si candida, Franchino vince facile le primarie di gennaio, ergo loro si troveranno un candidato a dir poco logoro e con fette consistenti di partito pronte ad impallinarlo senza pietà.
 Signori, Enrico (Tucci), Laura (Vigni), Eugenio (Neri), con estensione ai due nuovi (Movimento 5 stelle e Lega) che verranno: SE NON VINCE UNO DI VOI A QUESTO GIRO, con questo candidato contro e con l'aria che tira in città, ABBANDONATE LA POLITICA, DATEVI AD ALTRO! Una professione ce l'avete tutti, non vi resta che tornare da dove siete venuti...
Fino a qualche tempo fa, pensavo che senza l'intervento della Procura (non necessariamente di Siena, o non solo di) alla fine avrebbe vinto di nuovo Franchino, adesso non c'è neanche bisogno di quella (purchè si smetta di farsi del male, magari). Basta ci sia Franchino candidato: magari insieme a quella mirabolante compagnia di giro guidata, nell'ombra, dall'avvocato di Ceccuzzi, Mussari, Minucci e via dicendo: Fabio Pisillo. Ne vedremo davvero delle belle: sono partiti fiancati...

Ps Nel frattempo, altra grande furbata ceccuzziana: in quota Renzi (sic), si porta alle primarie per il Parlamento Robertino Bozzi, Sindaco di Castelnuovo Berardenga. Neanche la condanna della Corte dei conti e l'avviso di garanzia della Procura di Siena sono serviti. Viva la nuova politica! 

mercoledì 19 dicembre 2012

Mercoledì scolastico: selezione, o settimana enigmistica?

 
 Credetemi: dopo la buriana dell'ultimo articolo, che ha visto scendere in campo brave colleghe inferocite con il povero eretico per la polemica sulle "allegre comari" dei Consigli di classe, non si vorrebbe anche questo mercoledì (l'ultimo prima della meritata pausa per la festa del bambinello) essere gravi e polemici. Ma come si fa?

  La prima parte del concorsone (il primo dopo quello del 1999, fatto dallo scrivente) se n'è andata, con la Toscana tra l'altro a fare la parte del leone nella percentuale dei promossi (44,4% di promossi, più del 10% in più rispetto alla media nazionale!). L'idea di una prima scrematura di fondo era giusta, nonchè del tutto obbligata: la questione non è se fosse giusto farla o meno, ma verte sul COME farla.
Come messo in evidenza da quasi tutti i commentatori (e dal giornalista Michele Smargiassi di Repubblica, infiltrato alla prova, e promosso con 46 su 50), era materiale da Settimana enigmistica, piuttosto che da altro: logica, allo stato più o meno puro. Componente fondamentale della vita, figuriamoci dell'insegnamento: ma certo essere validati SOLO ED ESCLUSIVAMENTE sulla base di quella, non può non essere vissuta come cosa iperpenalizzante.
 Cito volentieri Smargiassi, in un passaggio che mi ha evidentemente colpito, per ovvi motivi di immedesimazione:
"Ma se finissero scremati anche eccellenti prof di storia un po' arrugginiti sulle equazioni con le incognite?".
Come dargli torto? Tra l'altro, a lume di naso i più penalizzati saranno stati di certo i docenti delle materie umanistiche, dotati di una forma mentis certo ben diversa da quelli di matematica: e non c'è certo bisogno di spiegare a nessuno il perchè.

 Siccome dunque selezionare si doveva, e di brutto, non sarebbe stato meglio ritornare alla buona, cara, vecchia formula del nozionismo duro e puro? Almeno l'impegno di studio sarebbe stato, in parte, valutato e, nel caso, premiato.
 Per andare ad insegnare Storia, mi sta bene eventualmente di essere bocciato se non mi ricordo la Guerra dei tre Enrichi (si può insegnare anche senza ricordarsela, ma è parecchio, parecchio meglio farlo!); non mi sarebbe stato certo bene essere trombato per avere preferito, in passato, altre letture alla Settimana enigmistica...

Ps Segno (clamoroso) dei tempi: a fare la prima prova (passata) del suddetto concorsone scolastico, c'era anche un vecchio amico dell'eretico, compagno di cappuccini. Il quale lavora (con posto fisso) al Monte dei paschi...

martedì 18 dicembre 2012

Minucci: le dimissioni che NON arriveranno


  Ferdinando Minucci, Presidente della Mens sana basket, dunque sotto la lente di osservazione della Procura di Siena (in particolare, del Pm Nastasi, colui che ha in mano Galaxopoly e Antonveneta, tra le altre cosette): un qualcosa di letteralmente inimmaginabile, sino a qualche tempo or sono.
Durante la Swinging Siena di mussariana memoria, il mondo era proprio diverso: oggi, invece, accade anche questo.
 Minucci si trova nella morsa, compresso tra due Giustizie: quella sportiva (da cui continua a sostenere di essere uscito pulito, mentre è stato sic et simpliciter prescritto, e le intercettazioni restano) e quella penale, per un'ipotesi di reato di natura fiscale, ma particolarmente inquietante (fondi neri, in sostanza). L'operazione della Procura di Siena e della Guardia di finanza è stata denominata Time out, ovvero - per i non cestofili - minuto di sospensione.
Cosa è accaduto, in queste 24 ore?
In primis, il dottor Minucci ha subito attivato l'avvocato Fabio Pisillo (per i distratti: quello di Ceccuzzi, quello di Mussari e di svariati altri benefattori della città), per garantire che in società sono tutti sereni (ti pareva...); la conferenza stampa - già programmata - non è stata annullata, ma Minucci non ha detto alcunchè sulla cosa, quasi avvalendosi della facoltà di non rispondere (neanche professando alcuna forma di innocenza, peraltro):
"Se si vinceva l'Eurolega ero più contento, ma così è la vita", ha detto.
Per poi aggiungere:
 "affrontiamo quello che capita...siamo a disposizione per chiarire...presi alla sprovvista".

 A proposito di stampa, piace segnalare - a fronte della codardia omertosa del resto - l'ottimo comportamento giornalistico della Nazione: foto-titolo sull'operazione, lungo articolo con particolari inediti (tipo quello della perquisizione in casa Minucci, ed altro ancora), e comunque nessuna volontà di nascondere il fatto nei ritagli dello sport o fra gli annunci mortuari. Quando ci vuole, ci vuole: il caporedattore Tommaso Strambi ha svolto un buon lavoro (ah, crampino al ditino...).

 L'eretico - unica voce dissonante rispetto ai corifei, quando tutto andava bene o benissimo - non andrà, in questa momento, oltre, nonostante le paccate di materiale agiografico pro-Minucci (non pro-Mens sana: pro-Minucci!) messe da parte, negli anni. Che ci sarebbe una voglia matta di pubblicare, peraltro.
Chi scrive, dice solo una cosa: un Presidente che è attenzionato da entrambe le Giustizie, in una realtà normale si dimetterebbe dopo 20 minuti, per potersi difendere meglio. Lo si dice dei politici, perchè non di un Presidente di una società (che, per ora, gode di denaro montepaschino, cioè ormai di denaro PUBBLICO).
 Il problema è che Minucci, negli anni, ha fatto scientemente terra bruciata: come Luigi XIV, la società Mens sana basket è lui. Dopo di lui, il diluvio. Gli altri non contano un... cavolino. Chi è che osa dirgli qualcosa?
 Dico di più, per concludere: se se ne andasse (ma non lo farà), farebbe un bel gesto, in primis per la società che dice tanto di amare.
 Anche perchè non è detto che i fondi neri (se provati dalla Magistratura) siano l'ultima, grande ombra sul suo operato...

Ps Chi vuole divertirsi ed ha tempo, vada a rileggersi i commenti (alcuni) agli articoli ereticali del 23 ottobre, del 12 novembre e del 23 novembre 2012, tutti concernenti Minucci. Molti, peraltro, sembrano davvero vergati dalla stessa manina. Buon divertimento!

lunedì 17 dicembre 2012

Lo scempio di Colle: la Fabbrichina non fabbrica più...


    Agli amici colligiani, dico questo: portate i vostri figli o nipoti a vedere cosa NON si dovrebbe fare, nel cuore di una realtà come Colle. Poi, date loro una carezza - come diceva l'idolo di Bersani - e dite loro:
 "In questi posti, noi siamo fatti così: siamo sanguigni, ci si arrabbia, però poi il voto si mette sempre da quella parte...". Sarebbe un modo onesto di affrontare la triste vicenda.

 Fiore all'occhiello (sic) della politica urbanistica dell'enologo prestato alla politica, il Sindaco Paolo Brogioni, il progetto di ristrutturazione dell'ex area industriale (del cristallo) della Fabbrichina, fra Colle bassa ed alta, è un esempio concreto e visibile del fallimento brogioniano (ma quello che il Pd metterà dopo, rivincerà con il 60% dei voti, tranquilli).
 L'operazione era un classico del riformismo cementizio del Pd locale (e non solo): si fa fare un progetto ad un archistar di grande fama mondiale (Jean Nouvel), usato a guisa di foglia di fico per coprire tutto il resto; si raccattano un po' di fondi UE (il famoso PIUSS, Piano integrato urbano di sviluppo sostenibile), poi si dà il tutto in mano ad una società (New Colle) controllata al 51% da Colle promozione (società mista, più pubblica che privata), ed il restante 49% a babbo Monte (ancora non costretto a pietire soldi dallo Stato); i lavori, infine, si affidano alla Cooperativa Montemaggio, spesso presente in loco. Mescolate il tutto, e verrà fuori quello che c'è da più di un mese: una enorme voragine, un mastodontico cantiere nel cuore della città. Fermo, però: quando l'ho visto (una settimana fa), c'erano ancora tre o quattro macchinari di spostamento terra, lasciati alla pioggia ed al fango. Uno stupendo biglietto da visita, davvero.

 Oggi, su un sito embedded (Qui Valdelsa.it), esce una minima (e quasi offensiva) autocritica da parte dei gestori del capolavoro:
"Facciamo autocritica per non avere mantenuto nel tempo una comunicazione costante e aggiornata sullo stato dei lavori...su questo fronte CERCHEREMO DI RECUPERARE entro le prossime settimane ponendo al primo posto, come sempre, l'interesse generale della città (ti pareva, Ndr)".
Solo un problemino di comunicazione, dunque: come sempre quando non si hanno argomenti convincenti. Buffo, divertente all'ennesima potenza che oggi il Sindaco Brogioni dica o faccia dire di volere recuperare sul fronte della comunicazione: per quello che riguarda la mia esperienza personale, sono andato due volte a parlare e a presentare i miei libri a Colle, ed in entrambi i casi lui ha fatto di tutto per impedirlo. Ora si vede che si è convertito alle esigenze della comunicazione.
Miracoli della Fabbrichina.

 Una comunicazione, comunque, gliela fornisco io, volentieri ed anche gratis: la Fabbrichina è lo scempio di Colle (della sua amministrazione, ovviamente); ma credo di potere dire che l'eretico, sapientemente guidato, è riuscito a trovare financo di peggio, dal punto di vista della sicurezza: case (abitate) praticamente in riva all'Elsa.
 Andate in via della ferriera, non lontano dalla Fabbrichina che verrà (forse). Da manuale: di dove NON costruire. Mai.

Ps "L'intervento rappresenta un esempio significativo di interazione fra pubblico e privato, con l'unione di forze e sinergie per un unico obiettivo" ( riferito alla Fabbrichina di Nouvel). Chi le ha pronunciate, queste parole alate?
 Uno che, fra poco (circa 30 minuti), inizia a sdottorare di Mps, dopo avere definito con toni entusiastici l'acquisto plurimiliardario di Antonveneta nel novembre 2007.
Ha fatto del bene anche a Colle, Franchino il Ceccuzzi...

venerdì 14 dicembre 2012

Eugenio Neri nuovo candidato a Sindaco


   Dal primo pomeriggio di oggi, è in corsa un nuovo candidato per la non invidiabile (masochistica?) poltrona di primo cittadino di Siena: il cardiochirurgo Eugenio Neri, figlio dell'indimenticato architetto Achille (tra l'altro anch'egli candidato nell'ormai giurassico 1993), nicchiaiolo.
 Neri è appoggiato da addirittura sei liste, di fatto essendo il candidato del centrodestra pidiellino e dell'area monaciana e cenniana (ma quanti sono i cenniani? Boh...).
 Arriveranno valanghe di mail su ( leggasi:contro) coloro che appoggiano il buon Eugenio: dobbiamo dire, con onestà intellettuale, meritate. In alcuni casi, meritatissime. La domanda da farsi è: c'è da fidarsi di chi appoggiava Franchino il Ceccuzzi fino alla primavera 2012, vale a dire fino all'altroieri? Va da sé che oltre a questi, ci sono oppositori di lunghissima data, da sempre anticastisti (Marco Falorni ed altri), ma indubbiamente ci sono anche gli altri. Vedremo: le campagne elettorali servono anche a questo, a chiarire certi nodi.

 Resta il fatto che il candidato - lasciatemelo dire - è davvero un buon candidato: non solo perchè del tutto immune da contaminazioni partitiche pregresse, ma perchè è persona per la quale il passato parla, a chiare lettere, a favore. Non sono molti, in questa città, a non avere niente da farsi perdonare, negli anni della Swinging Siena mussariana.
Non solo l'amico Eugenio è un cardiochirurgo di assoluto valore (piuttosto che uno che non è riuscito a laurearsi neanche tentando in due facoltà diverse...), ma è un medico che non ha anteposto la carriera alla decenza ed alla rettitudine, come molti illustri colleghi di cui tacciamo il nome per non andare fuori strada.
 Se il caos dei tristemente famosi "tubi scambiati" alle Scotte saltò fuori, il merito fu tutto, e solo, di Eugenio, che sfidò l'omertà vincente (di più, trionfante) ed andò a denunciare il fatto alla Procura della Repubblica. Non subì attentati, ma un qualcosa di simile sì: se vorrà, lo racconterà lui.
 Ne La Casta di Siena (pagina 133), più di 5 anni fa, lo additai come esempio di civismo da premiare:
"Viste tante cosette spiacevoli accadute a Siena e dintorni negli ultimi tempi, vista l'omertà che alberga in molti settori della società senese e della Provincia, visto il senso di protezione omertosa che ogni corporazione alimenta a più non posso per tutelare se stessa ed i suoi accoliti, non sarebbe un bel messaggio se il Sindaco premiasse, in qualunque forma, quel medico CHE POTEVA STARSENE ZITTO E BUONO COME FANNO TANTI A SIENA, ED INVECE HA PARLATO, HA DENUNCIATO?".
Ovviamente il Sindaco di allora, Maurizio Cenni, si guardò bene dal premiarlo, in alcun modo: erano altri, ben altri, quelli da omaggiare.
 Cinque anni dopo, il non premiato Eugenio Neri si presenta ai suoi concittadini, chiedendone il voto. Di certo, non lo fa per motivi carrieristici, come molti medici prestati alla politica.
Altri - anche nella sua coalizione - hanno un passato da cui emendarsi; lui, invece, ha un passato di cui andare fiero ed orgoglioso. Non è cosa da poco: a maggior ragione, in questi tempi di questa città.

Ps Alla chiusura dei giochi, manca dunque la Lega, e il Movimento 5 stelle di Beppe Grillo. In campo, a riscaldare i motori, ci sono dunque Franchino il Ceccuzzi, Enrico Tucci (adesso anche con Pietraserena) e Laura Vigni, oltre appunto a Eugenio Neri.
 Non è più tempo per panfortai, a questo giro: la corsa al successore di Franchino è appena iniziata...

giovedì 13 dicembre 2012

L'editore Denis Verdini ed un mistero senesota...

 
    Ancora una volta, l'eretico aveva visto giusto: tanti giramenti di palline, ma anche qualche grassa soddisfazione...
 Prendiamo Le mani sulla città (primavera 2009): la metà abbondante dei raccontati nel volume ha problemi giudiziari, mentre allora nessuno (o quasi) ne aveva. Dato che ormai il compagno Enrico Rossi ha sdoganato la "forca" (rallegrandosi sfacciatamente che il suo accusatore Giannetti sia in galera), almeno un piccolo saltino di gioia lo fa anche lo scrivente: in tre giorni, due nuove tegole giudiziarie (le ennesime) per il grande Denis Verdini, plenipotenziario berlusconiano in Toscana e gran garante dell'accordo Pdl-Pd fino alle ultime elezioni comunali.
Stamattina, si dà notizia di una fantastica plusvalenza di 18 milioncini per un palazzo romano (plusvalenza che ha fatto indagare Verdini dalla Procura di Roma, Pm Erminio Amelio); ma indubbiamente è la notizia di 3 giorni or sono, a fare più rumore: la Procura di Firenze accusa Denis Verdini di truffa per la questione dei rimborsi (fraudolenti, secondo i Pm Giuseppina Mione e Luca Turco) fatti avere ai suoi giornali, tra i quali Il Cittadino di Siena (quando era cartaceo, per capirsi). Robetta, circa 24 milioni di euro. L'eretico prende nota ed archivia, nel fascicolo - sempre più gonfio e quasi tracimante - concernente l'ex macellaio che batteva cassa al Monte, telefonando personalmente a Mussari Giuseppe. Come ogni normale, piccolo correntista, no?

 Nella primavera del 2009, l'eretico scriveva (a pagina 30 de Le mani sulla città) dello strano cambiamento di direttore e di linea editoriale che ci fu a poche settimane dal voto amministrativo del 2006, quando Maurizio Cenni arrancava e sembrava che la sua riconferma (quantomeno al primo turno) fosse a serio rischio. Ancora non c'era stata Antonveneta, o Galaxopoly o altre schifezze simili. Il Cittadino - i più attenti lo ricorderanno - faceva un giornalismo tutt'altro che ereticale, ma almeno dava un pochino di spazio ai cani sciolti che venivano sistematicamente silenziati dal Corriere di Siena e dalla Nazione. Fra le altre cose, aveva indetto una proficua campagna contro la costruzione dello stadio ad Isola d'Arbia (oggi avremmo un moncherino di stadio, verosimilmente, grazie al Paonazzo del Nicchio ed al Filiforme dell'Istrice).
Mi cito, dunque:
  "Quando la vittoria alle Comunali - o, comunque, il ballottaggio - pareva davvero possibile (per le Liste civiche egemonizzate da Pierluigi Piccini, Ndr), ecco che qualcosa accade: per il Cittadino Denis Verdini decide, improvvisamente, un avvicendamento di Direzione. Terminate le elezioni, dopo poco tempo il giornale chiude. Il tutto è avvolto da un fitto mistero. Gran parte del personale del quotidiano viene assorbita dalla redazione fiorentina de Il Giornale (ora chiusa anch'essa, Ndr) di Paolo Berlusconi".
Questo improvviso interessamento verdiniano, con incorporata giravolta editoriale, per le sorti del Cittadino, come si spiega (specie alla luce dell'inchiesta fiorentina)? E perchè l'avvicendamento alla Direzione (Bastiani al posto di Fondelli) porta subito ad una linea di sostanziale appeasement con il Pd, a poco dalle cruciali elezioni?
La storia giudiziaria sta dimostrando che il grande Denis sia stato un pochinino legato (il massimo della continenza espressiva possibile in Natura) a certi flussi di denaro; su Siena, invece, siamo convinti che abbia agito nel pieno interesse della collettività senese, per il Bene supremo della città che lui ama profondamente: il Cenni ed il Ceccuzzi (ancora non discontinuatore) gli stavano troppo simpatici. Vederci altro, parrebbe davvero ultroneo...

Ps A proposito di (ex) pidiellini, ma sempre schierati CONTRO Verdini (autentica Linea Maginot della decenza politica), il dottor Enrico Tucci è sempre più vicino all'alleanza con Pietraserena di Romolo Semplici. Le cose iniziano a delinearsi: ci sarà ancora un botto, a breve?

mercoledì 12 dicembre 2012

Mercoledì scolastico: le allegre comari del Consiglio di classe


   Per chi non lo sapesse, il Consiglio di classe è quell'agorà in cui si ritrovano i docenti di una qualunque classe per discutere dell'andamento della scolaresca, della programmazione, delle uscite didattiche e di quant'altro (le famose varie ed eventuali). Di solito ha cadenza mensile, ma non è detto. Presieduto da un coordinatore, c'è anche un segretario verbalizzante. Alle medie, non è prevista rappresentanza degli alunni, mentre un Consiglio sì e l'altro no c'è, alla fine, la presenza dei genitori eletti come rappresentanti di classe ad inizio anno.

 Pur con tutti i limiti, il Consiglio di classe è un qualcosa di utile, se non essenziale. L'eretico si permette di dare un consiglio-monito ai colleghi, ritenendo che la sua esperienza pluridecennale sia tale, da aspirare ad essere rappresentativa delle esperienze anche di molti altri (non di tutti, ci mancherebbe): durante l'ora (o quant'è) di Consiglio, evitiamo di addentrarci analiticamente nelle situazioni familiari dei ragazzi.
 "Ah, è bene sappiate che l'alunno x ha i genitori che si stanno separando proprio ora...oh, ricordatevi che l'alunna y c'ha il babbo che se n'è andato con un'altra...".
 In certi momenti, taluni Consigli tendono a diventare una sorta di consesso di allegre comari, e questa non è cosa né buona, né giusta (tra l'altro, credo di potere dire neanche troppo gradita dai genitori stessi, peraltro ignari che la loro vita privata, in qualche occasione, venga squadernata in tale sede). Abbiamo l'onestà di dircelo, di ammetterlo fino in fondo.

  A modesto parere ereticale, solo due sono i casi da approfondire con attenzione, in tale sede: se qualche familiare ha seri, gravi problemi di salute (purtroppo i casi ci sono, e sono tristissimi); ovvero se i problemi di salute li ha avuti, o li ha, l'alunno stesso, ed allora si deve dedicare tutto il tempo necessario per saperne il più possibile, come è sacrosanto che sia.
Che i due genitori si stiano separando, certo che può avere una ricaduta sui ragazzi: ma non è alla portata del Consiglio sapere quale, ed il rischio è che si faccia più confusione che altro, oltre ovviamente a consumare tempo prezioso. E poi: è più giusto tutelare un ragazzo che ha i genitori divisi, rispetto ad uno che ce li ha uniti, ma - chi lo sa? - in stato di tensione continua e costante? Le violenze domestiche non sono quasi tutte intrafamiliari, tra l'altro?
Parliamo dunque, all'interno del Consiglio di classe, del comportamento, del rendimento, della socializzazione: lasciamo il resto a chi di dovere, no?
Ci lamentiamo sempre di essere docenti ed assistenti sociali allo stesso tempo, e con pienissima ragione: anche consulenti familiari, sarebbe bene non diventare...

Ps Chiaramente, se il nuovo Governo alzerà lo stipendio (sic!), siamo tutti pronti, prontissimi a prendere una nuova specializzazionme: docenti di alunni con genitori separati. 200-300 euro in più al mese, e ci si specializza tutti!

lunedì 10 dicembre 2012

Laura Vigni Sindaco?

 
   Laura Vigni si è presentata (ripresentata, per meglio dire), a Palazzo Patrizi, candidata a Sindaco di Siena. Dopo Franchino il Ceccuzzi (che ha iniziato la sua Lunga marcia dai Pispini giusto stamattina: se qualcuno ha notizie, ce lo dica), Enrico Tucci che è stato il primo del centrodestra ad uscire dal limbo, in attesa degli altri candidati, Laura Vigni esce allo scoperto e offre la sua candidatura alla sua città.
Con lei, il suo circolo, la neonata associazione cultural-politica "Siena si muove" guidata da Marco Pierini, più Rifondazione comunista; non formalmente, per ora, anche l'Idv locale. Ma soprattutto, direi, tanta gente: senz'altro in larga prevalenza di sinistra, ma anche tanti schifati dal Pd (partito ormai apertamente doroteo) e dalla politica locale in quanto tale, pronti a dare fiducia ad una persona che viene dal Pci, che ha un fratello, Alessandro, che ha ricoperto vari ruoli nella Siena degli anni Novanta (l'Assessore della Ztl, per esempio), e la migliore amica (Antonella Buscalferri) in Fondazione Mps. Laura non rinnega questo passato, né questa amicizia che data dalla IV ginnasio: ma si professa "ecumenica", guardando anche a chi di sinistra non è mai stato, fiera - come ha detto - dei tanti cattolici che la votarono un anno e mezzo or sono.
 A questo giro, le si prospetta una possibilità davvero storica, che lei, da storica, non potrà non cogliere: diventare il primo Sindaco donna della città. Le sue parole d'ordine sono la competenza, l'onestà e la lotta ai conflitti di interesse. Tutti dicono o diranno di volere cambiare (lo dice perfino Franchino): bisogna vedere però che faccia si ha, per poterlo dire. E che passato.
 La Siena di Laura Vigni, per quello di cui più mi occupo, me la immagino così: una città in cui c'è libera circolazione di idee, pur nella eventuale contrapposizione, senza censure sfacciate e preventive; una città in cui uno pubblica un libro, e magari gli danno una sala al Santa Maria per presentarlo, anche se non è amico personale di chi gestisce la struttura; una città in cui se c'è da parlare in pubblico di un determinato argomento, si chiamano le persone più aggiornate ed informate su quel dato argomento. Cose semplici, che nelle città normali si danno per scontate: a Siena, però, non è stato così. E questo per parlare dell'organizzazione e della progettualità culturale: per tutto il resto, diremo a suo tempo.

 Una donna intelligente, determinata, appassionata e colta Sindaco a Siena? Forse non ce la meritiamo nemmeno, in fin dei conti. Vedremo.
Questo blog, certo, da un'eventuale vittoria di Laura Vigni uscirebbe fortemente ridimensionato, e dovrebbe financo ripensare la sua stessa intima ragion d'essere: finchè vincono i "cattivi", è una autentica manna dal cielo. Ma se davvero vincesse Laura? Quasi quasi, voto Franchino...

La pornografia di Schicchi e quella della Casta...


   Stamattina l'eretico ha imboccato la famosa strada fiume che da Fontebecci porterebbe - il condizionale è d'obbligo - verso l'ospedale, ove infatti era diretto. Quella strada che, con consueto servilismo papalino senesota, è stata intitolata a Giovanni Paolo II. Con la testolina in tutt'altre cose affaccendata, l'eretico si è ritrovato in un micidiale ingorgo, che gli ha ovviamente fatto posticipare l'appuntamento, come - presumo - a tutti gli altri imbottigliati.
Ho solo dopo un po' realizzato: "porca miseria, non c'avevo pensato: è franata la strada, ci sarà una deviazione!". Detto fatto. Tra un'imprecazione e l'altra, appena addolcita dalla celestiale musica di Bob Dylan, mi sono ricordato che questa via taumaturgica era stata una delle ultime realizzazioni della giunta Cenni: mi è sovvenuta la foto della stampa castista, in cui mi pare di ricordare Mauro Marzucchi in fascia tricolore, e - nisi fallor - don Gaetano Rutilo benedicente (il Vescovo, non essendo evidentemente previsto un subitaneo ed abbondante rinfresco, si era astenuto dal presenziare). Non ricordo chi ci fosse, oltre ai due citati.
 Procedendo a passo d'uomo (lento), mi sono messo a sfogliare il giornale, e vi ho trovato la tristissima notizia della morte di Riccardo Schicchi, avvenuta ieri, a soli 60 anni, a cagione di un diabete mellito che l'aveva tra l'altro reso quasi cieco, negli ultimi tempi. Triste finale, per un uomo che ne aveva davvero viste delle belle, il morire cieco.
Improvvisamente, mi è sorto un collegamento, una strana sinapsi tra i due eventi: il crollo della strada quasi nuova, e la morte del fondatore della pornografia hard di marca italiana. Mi sono chiesto, come altri prima di me: ma è stato più pornografico il buon Riccardo Schicchi con la sua Cicciolina e la sua Moana, oppure sono stati (sono) più oscenamente pornografici quegli amministratori che si mettono la fascia tricolore per inaugurare una strada che crolla dopo un paio d'anni, e poi non chiedono nemmeno scusa, non dicono alcunchè, anzi te li ritrovi che ti pietiscono il voto? Osceno per osceno, meglio Schicchi (cioè Ilona, Moana, Eva e le altre) o i tromboni che - nella migliore delle ipotesi - non si sono mai accorti che da questa città (non solo dalla banca) sparivano milioni, pardon miliardi, di euro?
Le domande, convengo, sono retoriche: non abbisognano di alcuna risposta.

 Concludendo su Schicchi, due considerazioni: era stato un militante dell'unico partito che - pur con tutti i difetti - non è mai entrato in nessuno scandalo, quello radicale. Gli si può dire tutto, non certo di essere stato un ladro. Con i tempi che corrono...
 In secondo luogo, per gli attuali quarantenni italiani è stato, durante la loro preadolescenza ed adolescenza, a suo modo un educatore: lo faceva per denaro, certo, ma una sua funzione pedagogica l'ha avuta (per carità di Patria, ci asterremo dal dire esattamente quale...).

  Sempre immerso nell'ingorgo, sempre tra un'imprecazione e l'altra, mi sono fatto una domanda, a bruciapelo: "chi sono stati i tre o quattro personaggi pubblici che più mi hanno influenzato verso i quindici anni?". Domanda - credetemi - stimolante assai, e che invito tutti a porsi, socraticamente.
Risposta ereticale? Ammesso interessi, eccola: Giacomo Leopardi, il Foscolo dei Sepolcri, Harald Toni Schumacher (il grande portiere tedesco) e, last but not least, Riccardo Schicchi, inteso in senso lato, con il suo mondo di leggiadre fanciulle.
Abbiano i lettori rispetto di lui (e, magari, della sincerità ereticale...).  

domenica 9 dicembre 2012

Report: la questione morale di Mps

 
  E ora, che si fa? Come la sfanghiamo, a questo giro? Parliamoci chiaro: i 15 minuti (scarsi) dell'aggiornamento di Report andato in onda dalle 22,15 di domenica su Raitre, sono un atto d'accusa implacabile contro il management della banca, passato ed anche presente.
 Stavolta la stampa embedded non può tirare fuori - per pura disperazione, peraltro - Palio, cavalli stramazzati al suolo e attacco generico alla città: il "frullato diffamatorio" (sic) potrebbe essere nelle cifre Mps (debiti), se sono sbagliati; potrebbe risiedere nell'informazione sulle obbligazioni Casaforte (da questo blog denunciate a chiarissime lettere già da tempo), se Paolo Mondani - l'autore dei servizi di Report - si è inventato tutto, trovando testi fasulli. La faccia, la dirigenza Mps, una bella causa: vediamo poi come va a finire. Siamo proprio curiosi, all'ennesima potenza.
25 miliardi in Btp, con un rendimento ridicolo? E che sarà mai, no? Una storia italiana (italiota, anzi senesota). I rendimenti delle obbligazioni Casaforte ben diversi da quelli prospettati ai clienti stessi? E che sarà mai, una storia italiana (italiota, anzi senesota), no?

 Report ne ha parlato per 14 minuti, a qualche milione di italiani; noi ne parliamo da anni, per qualche migliaio di senesi (e non): il problema cruciale del Mps (di quel che ne resta) è la QUESTIONE MORALE. Ne scrivo dal 2007, mi sarei anche stufato.
 Se esistesse trasparenza, non verrebbero fuori i casi Casaforte. Ovviamente non so chi fosse il dipendente che descriveva le pressioni subite dai superiori per cercare di ingozzare di obbligazioni Casaforte i suoi clienti: ma ho parlato anche io con persone - dipendenti Mps - che mi hanno raccontato la stessa, identica storia. Persone, dipendenti in carne ed ossa, spinti quotidianamente a fare obtorto collo cose che si vergognano di fare: perchè - fuori dal caso di specie -  non tutti, in questa città, godono nel prendere in giro il prossimo e nel rifilare una mezza fregatura agli altri.
 Un tessuto sano, impossibile peraltro da quantificare, ancora esiste, ancora sopravvive, nonostante il mussarismo eletto a sistema di vita da parte di molti, anzi di moltissimi.
 Da questo bisogna ripartire, al più presto: ma sapendo che fine a quando non ci sarà un minimo di giustizia (che non passa solo dalla Procura della Repubblica), un genuino rinnovamento, una autentica palingenesi, in questa città devastata, non potranno mai esserci. Di più: non dovranno esserci.

Ps Questo pomeriggio (ore 18, Palazzo Patrizi in Via di città) Laura Vigni presenta la sua candidatura a Sindaco (e l'eretico ci sarà); dopo la segnalazione dell'anonimo di ieri (tra i commenti al pezzo sul Bozzi), siamo in attesa di sapere se la candidatura di Piero Ricci sia confermata, o se si sia trattato di un classico tentativo per "bruciare" un potenziale candidato. A tutti coloro che correranno per fare il Sindaco (a parte ad uno, che ci sembra francamente irredimibile), fra le altre cose, si chiederà da parte dell'eretico una cosa, preliminare rispetto a tutte quante le altre: di battersi, con tutte le loro forze ed i loro mezzi, per fare emergere la verità sugli ultimi anni di potere senesota. Vediamo che viene fuori...

venerdì 7 dicembre 2012

Il Sindaco Bozzi: va a rottamare, gli si rottama la scuola...


   L'amichevole, spassionato consiglio che l'eretico gli aveva rivolto nell'ultimo pezzo a lui dedicato (lasciare la politica, ritornare una persona di non potere), il Sindaco di Castelnuovo Berardenga Roberto Bozzi ovviamente non l'ha seguito.
 Non solo non ha lasciato alcunchè, ha anzi raddoppiato: non più solo Sindaco, financo promotore di spicco della candidatura renziana in Provincia, insieme a quello con la sciarpetta trendy amico di Franchino. Quanto al suo - del Bozzi - inedito ruolo di renziano dell'ultima ora, c'è addirittura chi (Stefanino Bisi, et alii) lo addita come potenziale candidato rottamatore in contrapposizione a Franchino il Ceccuzzi per le pseudoprimarie senesote, se ci saranno. Il bluff sarebbe davvero totale, bene dirlo subito: nessuno si aspetta un candidato piddino con il coltello fra i denti contro Ceccuzzi, ma almeno sarebbe decoroso avere un competitore, per esempio, non condannato dalla Corte dei conti ed indagato dalla Procura della Repubblica di Siena. Uno - per capirsi - messo peggio dello stesso Franchino (per ora...). A Castelnuovo c'è un ottimo ristorante, secondo il parere ereticale (sperando in un maxisconto per la prossima ingozzata in loco): si chiama "Quei due". Se le primarie Pd per il Comune di Siena saranno tra QUEI DUE (Franchino e il Bozzi), meglio darsi alla buona tavola, e i due euro lasciarli di mancia.
Scommettete che in queste pseudoprimarie senesote contro il Ceccuzzi, il Bozzi si spenderebbe parecchio meno di quanto si impegnò nel 2009 (in una competizione seria, per il Comune di Castelnuovo) con il competitor Porcellotti? Le telefonate con il cellulare comunale, magari, le eviterebbe, a questo giro; come magari eviterebbe di usare l'auto di rappresentanza del Comune (senza bene chiarire il chilometraggio), con picchi notevoli proprio nei momenti più caldi delle primarie stesse, come fatto appunto nel 2009 a Castelnuovo.

 Voleva rottamare la classe dirigente (sic), ma proprio in contemporanea è venuta fuori questa storiaccia della scuola elementare che pare messa - a rigor di foto - parecchio male. Una cosa triste, che imporrebbe un'autocritica che i piddini senesoti purtroppo non riescono proprio a tirare fuori dal loro bagaglio comportamentale. Neanche di fronte alla più nuda e cruda evidenza dei fatti. Castelnuovo Berardenga, il Comune della villona dell'Antonvenetista Antonio Vigni, del relais della Marcegaglia, del buen retiro di tanti ricconi stranieri e non (nonchè del matrimonio iperglamour dell'interista Sneijder), si trova con una scuola elementare - inaugurata un anno or sono! - che fa acqua, letteralmente, da più parti. Che tristezza, appunto. Costruita con i dindini comunali e con quelli della Fondazione Mps, all'inaugurazione il Sindaco ebbe a dire, dopo avere elogiato come sempre la sostenibilità ambientale e l'elevata efficienza energetica (dalle foto, c'è più muffa che in un basso di Fuorigrotta):
"è una grande soddisfazione per noi essere riusciti a realizzare una struttura più sicura e CONFORTEVOLE per i nostri bambini, nella quale potranno vivere al meglio il percorso di crescita che li porterà ad essere cittadini di domani" (ed a votare Pd, in quanto buoni cittadini, si lascia immaginare...).

   Un appello, accorato e sentito, agli amici di un tempo, ai costoniani dei bei tempi andati, alcuni dei quali accaniti lettori del blog: ragazzi, liberiamo Roberto dal demone del potere. Chiamiamo don Gaetano Rutilo e facciamogli fare un esorcismo:
 "Demone del Pd, esci dal corpo del Bozzista, ridaccelo come era prima!".

giovedì 6 dicembre 2012

Profumo, Mps: poi non lamentiamoci...


    Primo sant'Ansano per il Presidente Mps Alessandro Profumo, con tanto di incontro con gli onorandi Priori (alcuni, parecchio poco onorandi, ma soprassediamo) e secondo passo legittimante a livello di senesità, dopo quello paliesco davanti ad un giubilante Franco Masoni, folgorato da cotanta presenza.
L'eretico ha visionato un paio di volte l'intervista (se la vogliamo chiamare così...) di Viola Carignani al Presidente Mps, su Siena news: a parte il fatto che di profilo il Presidente viene decisamente peggio che inquadrato frontalmente, Profumo ha rimasticato qualche frase da Sant'Ansano ("la banca non svolgerà più il ruolo del passato, ma sarà comunque un attore fondamentale", le Contrade sono belle, buone e senza macchia, eccetera eccetera); il Priore del Bruco Pacciani - anch'egli su Siena news - prende la palla al balzo e dice che la lettura di Profumo è "nuova, provocatoria, stimolante". Noi non abbiamo capito perchè, e se il Priore del Bruco ce lo vuole spiegare, siamo ben lieti di accogliere la sua spiegazione.
 In questa "intervista", comunque, non si sente niente sull'informazione locale, mentre l'ottimo Stefano Bisi(anche lui presente all'incontro), il giorno dopo, sull'house organ Mps da lui gestito, scrive che Profumo è amareggiato perchè in città la banca spesso viene trattata male dall'informazione (non certo dalla carta stampata).

 Che delusione, che delusione: non solo Profumo sta raccogliendo una bocciatura dopo l'altra a livello di credibilità del titolo (Standard and poor's è solo l'ultimo tassello del fallimento, non parliamo dei problemi per i 3,9 miliardi pietiti allo Stato, tanto a livello italiano che europeo), ma ha anche la sfacciataggine di riversare sui 4 gatti che fanno informazione libera in loco la colpa (o almeno parte della) del suo fallimento. Giochino vecchio come il mondo, si dirà. Giusto, ma si può dire che da uno che di banca capirebbe, ci si poteva aspettare di meglio? Delusione totale, dunque, anche da questo fronte.

  Parliamo per noi, e solo per gli ultimi tempi: abbiamo scritto dei prodotti Casaforte. Mi pare che sia stato detto poco, pochissimo, da parte di chi avrebbe dovuto dire.
 Abbiamo denunciato l'incredibile sparizione degli scatoloni di un Dirigente licenziato in tronco, chiedendo che qualcuno facesse almeno un po' di chiarezza: silenzio totale, come se la cosa non fosse accaduta (e denunciata alla Polizia).
 Mps non solo non fa chiarezza, ma accusa chi fa informazione: complimentoni, continuate così. Continui così, dottor Profumo.
Se poi qualcuno - non molto senese, peraltro - fa un servizio cattivello sul Monte, però, non mettiamoci a piangere come sempre, a parlare e scrivere di "Monte sotto assedio" ed altre corbellerie: se uno facesse chiarezza su certe cose, taluni servizi si troverebbero le armi spuntate. Questo atteggiamento di conformistico silenzio e di sistematica copertura, è quello che solletica e stuzzica di più i giornalisti extra moenia.
 Come dar loro torto? Di solito, il giornalista tende ad andare dove c'è la notizia. A Siena, tende ad andare dove c'è il rinfresco...

mercoledì 5 dicembre 2012

Il mercoledì scolastico: libri, libri, libri...

 
  Ieri pomeriggio ho accompagnato i ragazzi di una mia classe (non tutti, 13) ad un evento che mi permetto di pubblicizzare: la disfida fra classi - organizzata dalla libreria Becarelli -, incentrata su un libro, scelto dalla libreria stessa. Domande sul testo, e non solo.
 Non c'è alcun bisogno di dire che Gabriella - la proprietaria - organizza il tutto ANCHE per pubblicizzare la sua attività e per vendere qualche libro ai ragazzi impegnati, appunto, nella disfida; resta il fatto che, per quanto visto, l'evento è ormai oliato, e funziona bene: c'è una conduttrice che sa rapportarsi ai ragazzi, c'è una giuria composta da tre "giovanotte" autoironiche reclutate dal temibilissimo gruppo di lettura becarelliano, ci sono, soprattutto, i ragazzi: alcuni dei quali - come sempre capita - fuori dal contesto della classe riescono a mostrare insospettabili qualità, del tutto impensabili durante l'orario scolastico in quanto tale. Bene così, a maggior ragione se la classe in questione ha anche vinto, in piena zona Cesarini.

  Ad ulteriore ragione, se pensiamo ai dati che la stampa continua a sfornare: su Repubblica di ieri, Conchita De Gregorio titolava "Più libri, meno cellulari la ricetta per salvare il futuro dei nostri ragazzi" (rapporto dell'organizzazione Save the children).  Si cita la categoria dei cosiddetti "disconnessi culturali": ragazzi che, per esempio, non leggono niente di cartaceo. Il rapporto parla di un 39,5% di ragazzi che non hanno letto alcun libro nel corso dell'anno 2011 (quotidiani non in rosa, neanche se ne parla, immagino).
 Quello che ritengo dovremmo fare, è proprio il cercare - senza alcun misoneismo, insensato scrivendo da un blog - di fare recuperare, o meglio acquisire, un rapporto con il libro: nel senso concreto, fisico, tattile. Financo olfattivo. Da soli, i docenti non bastano di certo; ci vogliono i genitori e, magari, iniziative come quella della Becarelli, usata come grimaldello per creare un rapporto fra i ragazzi ed il libro nella sua fisicità.
Cara Gabriella, a questo punto, dopo questa sviolinata, pretendo di conoscere le domande del certamen in anticipo, al prossimo giro...

Ps A proposito di libri, ringrazio il Preside del Liceo Classico Raffaele Bonavitacola per il gradito omaggio ricevuto in settimana: la pubblicazione sui 150 anni del Liceone. La leggerò con piacere, almeno rapsodicamente, quanto prima.
A parte qualche nome che mi sta un pochino sullo stomaco (ma viva il pluralismo!), ci sono Alfredo Franchi e Moreno Lifodi: sinonimo di eccellenza garantita (e non mi devono neanche più interrogare, quindi sono complimenti sinceri...).

martedì 4 dicembre 2012

Il compagno Enrico Rossi nella bufera...


   L'eretico si era solennemente ripromesso di non scrivere più alcunchè sulla Sanità toscanota fino all'uscita del suo libercolo (visti gli accadimenti, uscita posticipata di una decina di giorni): ma come si fa a non scrivere niente, adesso che finalmente il cerchio sul compagno (e Gran moralizzatore) Enrico Rossi inizia a stringersi?
Rielaborando il materiale, mi sono accorto che il primo pezzo in cui lo tiravo in ballo per il buco (quello di Siena, meno eclatante di quello di Massa, ma ben più indifendibile, vista la presenza della moglie in qualità di Direttore generale...) risale al 23 agosto 2011!
I nodi stanno venendo dunque al pettine, in particolar modo su Massa (segnalo le stimolanti intercettazioni pubblicate oggi dal Corriere della sera fiorentino, davvero imperdibili). Massa si lega in modo eclatante a Siena, come abbiamo già detto e stiamo per ripetere.
Analizziamo però prima la reazione del compagno Rossi all'avviso di garanzia per falso ideologico: lui si professa ovviamente sereno (mai uno che ammettesse che gli girano gli zibidei, come a qualunque normotipo quando viene messo sotto indagine); ma è soprattutto il ragionamento concernente il dottor Giannetti, ad essere curioso. L'ex Direttore amministrativo di Massa Giannetti (già condannato per peculato) lo accusa, e pesantemente: di avere ben saputo tutto del clamoroso buco, in buona sostanza. Il compagno si difende, sprezzante (verso Giannetti, nonchè verso la logica): è il solito giochino, lui accusa me per difendere lui. Come in altri casi, qui il Gran moralizzatore della Sanità toscanota vuole abusare della nostra intelligenza: secondo il Giudice, Giannetti è un ladrone (ha rubato per fini personali più di un milione di euro, ma ne mancano all'appello oltre 400!); solo Rossi capisce in che cosa la grave, gravissima posizione del Giannetti verrebbe alleggerita dall'accusare (falsamente) il Rossi stesso.
Il Gran moralizzatore sarà esperto di Sanità, ma gli consigliamo di progredire in fretta nella conoscenza della Legge (la quale cosa pensiamo che gli sarà sempre più utile, nella sua carriera): se Giannetti mente spudoratamente su Rossi, va incontro alla calunnia, reato molto grave, che andrebbe a peggiorare una situazione già pesantissima per lui. Giannetti tutto sembra, fuorchè un cretino patentato: se accusasse Rossi calunniandolo, meriterebbe piuttosto l'Oscar del masochismo duro e puro.
Altro (puerile) argomento difensivo del compagno Rossi: sono stato io a denunciare tutto alla Magistratura. Sì, peccato che l'abbia fatto abbondantemente fuori tempo massimo, nell'ottobre del 2010: per dieci anni, da Assessore alla Sanità della Regione, la formidabile mente di Pontedera non s'era accorto di niente(come gli rinfaccia pesantemente anche la Commissione parlamentare d'inchiesta su Massa, peraltro). Che Oscar meriterebbe?
E poi, come già scritto in questo blog: lo sapete la dottoressa Benedetto (futura signora Rossi, allora Direttore generale dell'Asl senese) chi mandò all'Asl massese, mentre Rossi improvvisamente si accorgeva delle malefatte massesi? Il "Mozart dei bilanci", il dottor Grazioso: colui che è stato mandato via in malo modo dall'Asl senese proprio per il suo modo di "gestire" i bilanci. Toh, guarda un pochino il caso. Il Rossi denuncia, la futura moglie manda il dottor Grazioso a gestire il buco.

  A questo punto, i prossimi giorni cosa ci porteranno? Se avesse decoro istituzionale e personale, il compagno Rossi si dimetterebbe su due piedi, ma non lo farà. Assisteremo piuttosto ad una "formigonizzazione" del Gran moralizzatore, che resterà sulla poltrona fin tanto che gli sarà possibile, esattamente come l'ottimo Roberto Formigoni in Lombardia. Nel frattempo, per mancanza di denari, in molte Asl si è smesso di operare(!), garantendo solo le urgenze. Hasta la victoria, compagno Rossi!

lunedì 3 dicembre 2012

Vince il Pci, perde il Pd (non in Toscana)

 
  Il successo bersaniano (Pierluigi) di ieri si può sommariamente commentare così: ha vinto (le primarie, non le secondarie, come dice sempre lo "stratega" D'Alema) il buon, vecchio, rassicurante Pci, mentre ha perduto (definitivamente?) quel partito nato nell'ottobre del 2007 chiamato partito democratico. Il partito nato per diventare autosufficiente, per sganciarsi dalla zavorra ingombrante di Rifondazione.
Grazie alle primarie finalmente contendibili (quindi grazie a Renzi, va detto), il "rassicuratore di Bettola" ha fatto raggiungere il 30% nei sondaggi al Pd. Andiamo indietro al 1948, le elezioni più importanti del secolo scorso: il Fronte popolare (Pci togliattiano, più i socialisti nenniani) arrivarono - per chi non lo ricordasse - al 31%. Più o meno, come l'attuale Pd con il rassicuratore di Bettola leader (ad andare bene, visto che i sondaggi possono anche scendere, scontato l'effetto primarie). La Dc stravinse con il 48,5% dei voti, coagulando tutto il blocco moderato. Tutto un altro contesto, si dirà: e con piena ragione. Ma un neo-Pci (anche oggi alleato con i socialisti, anche se non se n'è accorto nessuno), la Storia italiana insegna, può arrivare al 35, 36%: non di più.
 Fare votare senza ingessature controproducenti: questo sarebbe stato stato il modo per coinvolgere davvero l'enorme bacino degli astenuti e dei delusi. In tutto il mondo, le Primarie si fanno per includere, non per escludere: non lo si dirà mai a sufficienza.Le migliaia di persone (perfino con tessera Pd, vedasi il caso di Nando Dalla Chiesa) cui è stato mutilato il diritto di voto, continueranno a votare Pd? Gongolino pure, i D'Alema e le Rosarie sinalunghesi: per ciò che sta loro a cuore in modo univoco (la salvaguardia del posto in Parlamento o, per lo stratega del Tavoliere, un ruolo da padre nobile - sic - del centrosinistra), ne hanno ben donde. Un altro lustro di potere lo potranno assaggiare.
Un'ultima considerazione, sul piano nazionale. Nessuno, o quasi, lo dice: ha vinto un segretario che, dovunque si giri, si trova un indagato, fra i fedelissimi; la fidatissima segretaria, il compagno Enrico Rossi - uno dei più bersaniani fra i bersaniani -, per non parlare di Filippo Penati e di una mezza dozzina di dalemiani. Rosaria tuonò, l'estate scorsa, contro il braccio destro di Bersani: "chi ha sbagliato deve andare via!". Oggi festeggiano insieme...
 
  Su Siena, dato in totale controtendenza rispetto all'Italia (in linea invece con la Toscana tutta): trionfo renziano, confermato in pieno. Per il Comune, solo in alcuni noti soviet del neo-Pci ha prevalso, di poco, il rassicuratore di Bettola: in Valli, a Sant'Andrea (ma di un solo voto!), nel soviet di Colonna San Marco, in quello del Petriccio e, soviet in fundo, in quello delle Taverne d'Arbia. Il dato complessivo però è senza dubbio clamorosamente pro-Renzi: 56,8, contro il 43,2%!
In un contesto normale - come bene hanno detto gli illuminati - il gruppo dirigente bersaniano dovrebbe alzare bandiera bianca (anzi, rossa...).
 Quello che, invece, dobbiamo fare noi oppositori è ogni giorno più chiaro, evidente e solare: sostenere, oggi più di ierio, con tutte le forze possibili, una candidatura ceccuzziana a Sindaco, contro ogni velleità - se ci sarà - dei renziani di turno.
 Se c'è Franchino candidato, signori, a questo giro si rischia (si rischia, eh) di vincere per davvero...

Ps Su 4600 richieste di voto in Provincia per il secondo turno di ieri, solo 4 accolte: un trionfo della democrazia. Anche la DDR era, appunto, "democratica"...