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sabato 31 dicembre 2011

Fabrizio Viola arriva al Monte (dopo il rifiuto di Morelli): auguroni!

   Allora è fatta: il 12 gennaio prossimo, il Consiglio di amministrazione della Banca Mps (o Mp e basta?) esaminerà la proposta di nominare il banchiere Fabrizio Viola nuovo Direttore generale (al posto di Antonio Vigni), nell'attesa di renderlo, in seguito, Amministratore delegato della Banca stessa. Figura innovativa, per la Banca in oggetto, quella dell'Ad. La Banca fisicamente non l'ha mai nominato: così il Presidente ha le mani più libere...
Viola si presenta con le credenziali giuste: bocconiano nell'Italia dei bocconiani al potere, segnalato come vicino assai a Bankitalia (semicommissariamento di fatto?), in arrivo - dopo una importante esperienza pregressa alla Banca popolare di Milano -  dalla Banca popolare dell'Emilia, quindi abituato a trattare con i "rossi" (le virgolette, forse, non bastano più).
Arrivando adesso, Viola ha poi un altro innegabile vantaggio personale: anche con il massimo dell'impegno, perfino con uno sforzo sovrumano, difficilmente riuscirà a fare peggio di chi l'ha preceduto in questi anni al timone della nave Mps.

  Un passerotto impertinente ha sussurrato all'eretico che fra i primi interpellati (forse il primo in assoluto) ci sia stato l'ex montepaschino Marco Morelli, il quale avrebbe preferito NON fare ritorno a Siena, neanche come potenziale salvatore della Patria: forse sapendo che non c'è poi molto da salvare, e che le patate bollenti è meglio lasciarle ad altri?
  Dopo l'intervista di fine anno alla Nazione di Franchino il Ceccuzzi, l'unico a cadere quindi sarebbe uno che stava già come d'autunno, sugli alberi, le foglie, vale a dire appunto il castelnuovino Antonio Vigni, fedelissimo mussariano. Secondo Il Sole 24 ore di oggi, il buon Vigni verrebbe dirottato dalla Banca alla Fondazione Mps, ovviamente non per fare il secondo usciere: alla faccia della discontinuità indicata dal Sindaco DISKONTINUATOR; una discontinuità che non si può - e deve - certo intendere nel senso di togliere uno dalla Banca, per metterlo in Fondazione, subito o dopo una pausa di riflessione.

  Tra Vigni e Mussari Giuseppe, c'è stata - in questi quasi 6 anni mussariani in Banca -  la stessa dialettica che ci poteva essere fra Stalin e Togliatti nella Mosca degli anni Trenta: e lasciamo ai lettori l'arduo compito di realizzare chi fosse il georgiano, e chi l'italiano...

venerdì 30 dicembre 2011

Domani niente petardi: una proposta ereticale per Franchino il DISKONTINUATOR

  Per la legge dei grandi numeri, è risaputo che chiunque, prima o poi, ne fa una giusta. Onore quindi a Franchino il Ceccuzzi che pare abbia proibito la petardata di domani in Piazza e zone limitrofe. Non da ora, era divenuta in effetti un'indecenza il fatto che - andando a festeggiare mezzanotte nel Campo - uno dovesse mettere a rischio i timpani, o rischiasse di venire infradiciato dallo spumante del gonzo di turno. E bene sappiamo come gli italiani tendenzialmente diano il meglio nei momenti di difficoltà o di emergenza, ed il peggio nei momenti di festa e di allegria (più o meno sincera), specie quando i fatti avvengono lontano da casina loro.
Ciò detto, quindi, bene, bravo, bis (anzi bisse, per un contradaiolo come lui) a Franchino il Ceccuzzi: come al solito, è arrivato un po' sulla scia (Torino, Venezia, Bari ed altri), ma l'importante è esserci.

Per il 31, per questo 31, però, sarebbe stato interessante andare oltre, da parte del primo cittadino: visto che lui è ormai il campione del Centro Italia del giochino dello scaricabarile, poteva spingersi più avanti. Siccome la colpa dello sfascio di Siena è solo degli altri e lui è, semmai, il discontinuatore (Franchino, il DISKONTINUATOR?), avrebbe potuto pretendere un contrappasso pubblico: magari a base di petardi...
Quale modo migliore, più plastico e drastico, di fare vedere a tutto il popolino che lui con l'Università non c'entra, del Monte (Banca e Fondazione) non ha mai saputo niente, sull'ospedale invece figuriamoci?
Ve lo immaginate? Una gabbia in Piazza del Campo; dentro, un gruppetto di castisti di peso (Mancini, Mussari, il paonazzo del Nicchio, poi il Tosi, per dire); fuori, il popolino a tirare petardi di ogni dimensione all'interno della gabbia. Magari anche a schiumare, con il peggiore degli spumanti da iperdiscount, magari comprato per un paio di veglioni fa. Loro, a subire, impotenti. Esposti al pubblico ludibrio.
 Da un piccolo palco a debita distanza, Franchino il Diskontinuator guarda, compiaciuto. Uno del popolino - bava alla bocca, 50mila euro sputtanati in azioni del Monte in poco tempo - gli chiede se può tirare un raudo, fatto venire apposta da Fuorigrotta, verso Mussari: e il Diskontinuator, dopo una studiata pausa, annuisce, con il pollice verso bene in vista.
 Che spettacolo, che autentica dimostrazione di discontinuità, ad uso e costume del popolino. Non ci sarebbe stato veglione capace di tenere il passo, ed in più sarebbe stato aggratisse, in pieno stile panem et circenses (panem et petardum, nel caso).  Peccato: magari, l'anno prossimo...

martedì 27 dicembre 2011

Le donne dell'Oca, Acetello, l'Assessore: riflessioni a margine...

   Nei giorni scorsi, la dirigenza dell'Oca ha sentenziato: espulse trenta donne dalla Contrada. Quelle, in pratica, che si erano rivolte ad un avvocato per la vexata quaestio del diritto di voto femminile.
L'eretico l'aveva già scritto, in passato: lungi da lui volere entrare nel merito della questione, che - nel bene o nel male - compete solamente alla Contrada stessa, la cui autonomia decisionale deve essere ribadita. Certamente assumendosene le responsabilità. Se una Contrada decide che i suoi maschietti non possono portare la cravatta (ovvero devono indossarla), è problema interno, sia chiaro.
Resta però un fatto: il diritto di voto è stato accordato, quindi le cose hanno preso il loro corso, no?

  L'accanimento postumo verso chi ha sollevato il caso, però, pare francamente eccessivo, e per più motivi.
In primo luogo, proprio per ciò che ho appena scritto: il voto alle donne è stato accordato, con tutto ciò che ne consegue.
 In secondo luogo, la sospensione sine die è davvero cosa gravissima (ben peggio del voto negato!): sarebbe interessante conoscere i precedenti in materia, per esempio. La pena pare davvero spropositata (ammesso e non concesso che ci dovesse essere una pena...)
In terzo luogo, è un boomerang mediatico: non bisogna essere laureati honoris causa in Scienze delle comunicazioni per sapere che questo porterà ad un'ulteriore pubblicizzazione della notizia, ben oltre le mura. Non credo che i membri della Sedia direttiva della Contrada volessero questo: salvo sorprese ovviamente.

  Veniamo alla questione Acetello (dicasi Antonio Degortes), che risulta essere Provicario nonchè Responsabile delle pubbliche relazioni della Contrada. E qui già si pone un'altra questione: come si fa ad appellarsi ad un concetto di "tradizione" (le donne ed il voto), nel momento in cui appunto si riveste una carica che fino a pochi anni fa non è mai esistita, in nessuna Contrada? Dimostrando ipso facto che le Contrade sono in perenne evoluzione. Da quanto tempo esiste un sedicente Responsabile delle pubbliche relazioni? A lume di naso, non da secoli: non risulta che il Bando di Violante lo prevedesse...
  Quando, ormai molto tempo fa, fa ho svolto il mio modesto ruolo di Cancelliere (nella Selva), mi pare di ricordare che nessuna Contrada avesse una carica simile: si faceva fra Cancellieri, un pochino alla buona. Parlo di meno di vent'anni fa, comunque. Questo solo per ribadire che la "tradizione" è un qualcosa cui ci si appiglia quando più fa comodo, per legittimare tutto ed il contrario di tutto.
"La sospensione è a tempo indeterminato, magari tra un anno, due o tre, potrà esserci un'assemblea che deciderà di riammettere queste contradaiole...", chiosa il Degortes sul Corriere di Siena di oggi (pagina 7, Elena Casi). Che magnanimo, l' Acetello: in un'Italia in cui neanche gli ergastolani muoiono in galera,. forse anche le reprobe potranno rientrare in Contrada, un giorno. Forse, magari: aspettiamo l'amnistia non esclusa dal Ministro Paola Severino (avvocatone caltagironiano, ma questo è un altro discorso)?
Giusto anche il richiamo alla deficienza di solidarietà femminile richiamato dalle reprobe ocaiole: il Prefetto è donna, ma anche qualche Assessore, no?
Quella che fa l'Assessore alla Cultura, tra l'altro, è stata Priore del Val di Montone, quindi dovrebbe essere particolarmente reattiva e sensibile sul tema, no?
 Sul "Se non ora, quando", meglio stendere il consueto pietoso velo: si protesta sempre contro le cose lontane, mai su quelle casalinghe. E sempre, immancabilmente, a costo zero.

Ps Non c'entra niente, ma l'eretico voleva chiudere ringraziando la moritura Provincia di Siena che ci lascia un cadeau natalizio: l'aumento del 3% sulla Rc auto. Grazie, oh Bezzini: un aumento di cui si sentiva davvero il bisogno. Magari per compensare i mancati introiti fondaroli: venuti a mancare perchè Mancini seguiva le direttive di Comune e appunto Provincia...Benvenuti a Sienaland!!

lunedì 26 dicembre 2011

Giorgio Bocca: "Il Pd è come il Psi di Craxi"

 
  Alla fine della scorsa estate, in piena bufera su Penati (poi nascosta sotto il tappeto dal Partito), Giorgio Bocca fu intervistato da Silvia Truzzi de Il Fatto. Con la determinazione, peraltro amaramente rassegnata, dei suoi 91 anni, a 4 mesi dalla sua morte, rilasciò dichiarazioni da fare tremare i polsi ai vertici del Pd nazionale (il quale si vide bene dal replicare, a quanto l'eretico ricorda).
"In quanto a onestà la sinistra è la stessa cosa della destra. Bersani non dovrebbe fare un passo indietro, MA BUTTARSI A MARE...certo che si dicono (i dirigenti del Pd, Ndr) diversi. Lo fanno perchè agli occhi della pubblica opinione non vogliono apparire uguali agli altri.Uguali ai ladri". "Il Pd è come il Psi di Craxi".
Questo non veniva scritto da un editorialista bilioso della pattuglia berlusconiana, ma dall'editorialista di punta (subito dietro Eugenio Scalfari) del gruppo Espresso-Repubblica. Appartenente all'ingegner De Benedetti tessera numero 1 del neonato Pd, si ricorderà.
Nel ricordare Giorgio Bocca, il moralista Giorgio Bocca, non si può che ritornare a quella intervista, e ad una domanda (e risposta) che molto colpì l'eretico, lo scorso agosto.
Domanda: "Bersani, all'alba della vicenda Penati, minacciò querele a destra e a manca".
Risposta di Bocca: "è vero, infatti mi sono ben guardato dallo scrivere articoli sull'argomento. LE QUERELE VOLANO E I GIORNALI NEMMENO TI SOSTENGONO (figuriamoci quando arrivano all'eretico, che non ha neanche un giornale dietro, pensai allora, Ndr). Un tempo mi sarei lanciato nella discussione, stavolta non l'ho fatto ANCHE CON UN SENSO DI PAURA...la classe politica rivendica il diritto di fare paura alla stampa".
E così uno dei maggiori giornalisti italiani degli ultimi decenni, un ex capo partigiano come rivendicava con grande orgoglio, uno che aveva scritto di mafia e camorra, arrivato agli sgoccioli della sua lunga vita, si dichiarava terrorizzato di scrivere delle tangenti (secondo l'accusa) al Pd bersanian-penatiano.
Ci si rende conto della portata delle parole di Bocca, o si continua a fare finta di niente?
Si continua - venendo alla realtà senese -  a non fare dimettere gli inquisiti dei Consigli comunali, a non parlare MAI di questione morale, a NON ammettere mai niente di niente?
Bocca ebbe modo di visitare Siena, e di scriverne, negli anni Sessanta. Scritti da rileggere, con calma.
Chissà cosa ne avrebbe potuto scrivere, oggi...

domenica 25 dicembre 2011

Natale: ma si festeggia il Sole o il bambinello?

  Gli uomini che fanno la Storia - si sa - non sanno che Storia fanno: frase sempre di grande pregnanza, da ricordare almeno un paio di volte al giorno.
Ciò premesso, si potrebbe aggiungere che le persone che festeggiano, molto spesso non sanno che Festa festeggiano (in un paese di ignoranza religiosa diffusissima come l'Italia, poi...).
 Nessuno potrebbe essere accusato di anticlericalismo (più o meno facile) nel momento in cui dice che la Festa che oggi stiamo vivendo trae le sue origini ufficiali in un contesto del tutto pagano e paganeggiante. Quando i cristiani venivano massacrati, tra l'altro.
 Non è certo uno scoop ereticale: l'Imperatore Aureliano (270-275), quello delle celebri mura, la istituì nel 274 d.C., quindi una quarantina d'anni prima che il Cristianesimo fosse accettato tra i culti imperiali con il celebre Editto di Costantino. E fu una scelta saggia, da parte dell'Imperatore-soldato, perchè proprio quel culto del "Sole invitto" (Dies natalis solis invicti) ebbe lo scopo precipuo di rendere coeso e compatto l'Impero in un momento di fortissime spinte centrifughe e di "barbari" alle porte. Questo perchè si trattava di un culto diffuso in quasi tutto l'orbe romano della fine del terzo secolo, ed in più aveva lo straordinario vantaggio di innestarsi, senza soluzione di continuità, sulla tradizione degli anteriori Saturnali, radicatissimi a Roma. Senza dimenticare che anche Febo Apollo e lo stesso Giove erano identificati con il Sole. Da notare che l'astuto Aureliano si autoproclamò da subito Pontifex Solis invicti, abbinando la carica religiosa e quella politico-militare. Non solo: così facendo, creò il presupposto per la legittimazione divina dell'assolutismo in quanto tale (Luigi XIV si faceva chiamare il "Re Sole" non a caso, no?). Senza Costantino prima e Teodosio dopo, saremmo sempre a festeggiare il Sole invitto, verosimilmente: o qualche succedaneo...
Stimolante la lamentazione di Papa Leone I, 80 anni dopo che il Cristianesimo era divenuto la religione ufficiale dell'Impero, Teodosio imperante:
"Siamo angosciati e ci addoloriamo molto per questo fatto che viene ripetuto per mentalità pagana (il rivolgersi al Sole in modo deferente, Ndr). I CRISTIANI DEVONO ASTENERSI DA OGNI APPARENZA DI OSSEQUIO A QUESTO CULTO DEGLI DEI".
Dal suo punto di vista, niente da dire: cosa d'altro poteva dire, un Pontefice?
Molti secoli dopo Leone I, però, altri Pontefici niente hanno detto o dicono nei confronti dei fedeli cristiani (leggasi cattolici) che continuano ad idolatrare il Sole, magari per vederci conferme della santità del posto (Fatima per prima, nel 1917; Medjugorje per seconda, e questo lo posso confermare per esperienza autoptica). Masse sterminate di fedeli e pellegrini cattolici si genuflettono al Sole, pregano rivolti esplicitamente a lui rivolti, rischiano le cateratte per prolungare il contatto visivo con lui il più possibile: come la mettiamo, rispetto alle sacrosante parole di Leone I? Secolo che vai, rapporto con il Sole che trovi, nel cattolicesimo?
Pare davvero che il relativismo sia il pericolo più grave per questa Chiesa ratzingeriana: anche il rapporto con il Sole lo dimostra...

sabato 24 dicembre 2011

L'EROTICO attacca l'eretico: un duello titanico...

  Non è per fare sempre il malizioso, ma all'eretico pare proprio che ci sia il dottor Ghezzi dietro le risposte polemiche di ieri ed oggi all'articolo sull'Asl 7, in particolare sulla sua (del dottor Ghezzi) carriera al neutrino. Fece di meglio la sua Direttrice, dottoressa Laura Benedetto, che lo scorso luglio si premurò di rispondere e di firmarsi con tanto di nome e cognome, guadagnandosi imperitura stima ereticale (e le ha anche portato bene per il matrimonio, felicemente formalizzato dopo poco, tra l'altro proprio a Siena...). La Benedetto non ricorse all'anonimato o a pseudonimi.

  Al dottor Ghezzi o a chi per lui, vorrei premettere anche che l'ironia (e l'autoironia) sarebbe importante; ma soprattutto il problema è che uno può anche esserne del tutto privo, ma dovrebbe almeno essere in grado di riconoscerla negli altri: quando ho scritto che portavo avanti il blog per soldi, per denaro, mi sembrava fosse chiaro l'intento ironico, senza nemmeno bisogno di spiegare il perchè.
Nella biliosa risposta dell'EROTICO (chiunque sia), viceversa, pare che il discorso economico sia ben prevalente su tutto e tutti, senza alcuna ironia:
"assumi le informazioni e TI FAI MANTENERE...DA GENTE CHE NE HA COMBINATE più "di Carlo in Francia"...lo fai per soldi, anche perchè, caro Eretico, MAI TI SONO SERVITI QUANTO ADESSO...250.000,00 euro sò tanti...".
All'EROTICO, vorrei rispondere che il farmi mantenere, in effetti, è sempre stato il mio sogno: purtroppo, ahimè, mai raggiunto!! Magari in futuro, ma per ora...
Questa gentaccia che ne avrebbe combinate di cotte e di crude, magari mi passa le informazioni, ma non mi dà soldi proprio per niente (nemmeno a mia insaputa, purtroppo...).
Capisco infine che il godimento per la mia condanna accomuni l'EROTICO ai casti della Curia di Siena (pronti alla riscossione, come Cristo ha insegnato loro) e a tanti altri gentiluomini del Pd, del Comune, della Provincia e di quella Banca che era di Siena. Non avevo nessun dubbio al proposito (vedremo peraltro l'appello a Firenze, ma questo è un altro discorso).

  Nel concludere formulando gli auguri all'EROTICO, vorrei ricordargli anche un altro elemento, per lui, di sicura goduria, su cui riflettere davanti al presepio (erotico?), sgranocchiando del buon torrone (occhio ai ponti), nell'attesa del bambinello: fra tutte le persone che hanno fatto del Bene in città in questi anni, l'unico a subire l'onta di una condanna (almeno per ora) è stato proprio l'eretico. Gli era forse sfuggito, questo piccolo particolare? Non ecceda nei festeggiamenti, mi raccomando...

venerdì 23 dicembre 2011

Asl 7, scoop del venerdì: l'irresistibile ascesa del dottor Andrea Ghezzi

   Eccoci all'ultimo appuntamento annuale con il venerdì sanitario (che dopo la pausa natalizia comunque riprenderà, per la gioia di molti...).
  Oggi ci occupiamo del dottor Andrea Ghezzi: la sua carriera è talmente al neutrino, da necessitare di (almeno) due puntate, ma già in questa che è la prima ci sono chicche davvero memorabili.
Bisogna partire dal maggio 2009, allorquando l'allora Direttore generale Massimo Scura - con la delibera 812 - bandisce un concorso attinente all'Unità operativa semplice per la gestione della segreteria di direzione e comunicazione interna; attraverso la delibera 2045, si viene a conoscenza dell'esito concorsuale: prima arriva la dottoressa Nicoletta Minutella, secondo il dottor Giovanni Scartoni, terzo il nostro dottor Andrea Ghezzi. L'eretico l'ha presa un pochino alla lontana, ma prego i lettori di tenere bene a mente questo concorso di due anni e mezzo or sono (unico affrontato dal Ghezzi da allora in avanti, peraltro), perchè alla fine dell'articolo se ne riparlerà, e non a caso.
 La prima tappa al neutrino del Ghezzi è del gennaio 2010 (delibera 23, 19 gennaio 2010): il nostro diventa Responsabile dell'ufficio Affari generali della Asl 7. Siamo solo all'inizio.
Seconda tappa, in un crescendo inarrestabile (pregasi notare le date): appena il tempo di sistemare l'ufficio affidatogli a fine gennaio, che a marzo il potente dottor Baldi (nota 19124 del 16 marzo 2010) sente un gran bisogno di un dirigente amministrativo che lo "supporti per la definizione organizzativa della direzione amministrativa". Non viene indetto un concorso, bensì una selezione pubblica. A presiedere il pool di esperti che devono valutare a chi affidare il posto? Giusto il dottor Baldi (delibera 423, 16 giugno 2010). D'altro canto, quando c'è da "collaborare nelle attività tese a garantire la legalità e la regolarità formale degli atti e dei provvedimenti aziendali", bisogna pur scegliere i migliori sulla piazza, no? Il 1 luglio 2010, dunque, il Ghezzi ottiene l'incarico, con durata triennale (fino al 30 giugno 2013). Da notare che questa nuova Direzione amministratrice è composta da un solo elemento: il Ghezzi, appunto...ma che non si parli di selezione ad personam, eh!

 Il bello-brutto sta per arrivare (per la puntata odierna): eccoci alla terza tappa. Vi ricordate la dottoressa Minutella, vincitrice del concorso del maggio 2009 con cui l'eretico ha aperto il pezzo? Orbene, in modo del tutto legittimo, la Minutella chiede ed ottiene il trasferimento alla Estav sud est con decorrenza 1 dicembre 2010: tutto perfettamente legittimo e fisiologico, burocraticamente parlando; quella graduatoria cui si fa riferimento (quella del concorso del 2009), però, può essere utilizzata solo per il turnover del posto bandito. Ma quel posto è morto (delibera 114)!
 Ecco dunque che la "burocrazia creativa" del dottor Baldi si mette in azione: il posto non c'è più? Uscito dalla porta, lo si fa rientrare dalla finestra...Con nota n.81577 del 29 novembre (perfetta simultaneità con l'uscita di scena della Minutella!) "le funzioni dell'Unità operativa soppressa sono riassorbite dalla U.O. Direzione amministrativa". I legami fra le due unità operative sembrano labili assai, ma tant'è.  La finezza dell'Unità operativa morta, ma resuscitata in tempo reale, in quanto riassorbita, è davvero da applausi.
Resta l'ultimo problemino: secondo, a quel benedetto concorso del 2009, era arrivato il dottor Giovanni Scartoni, non il pur valente Ghezzi. Ecco che al nuovo posto appena creato, giustamente si presenta lo Scartoni: e chi altro? Il Destino cinico e baro, però, vuole che lo Scartoni ci resti un solo giorno (il 3 dicembre 2010). Un solo giorno!! Era un venerdì, per la cronaca. Quel tipo di lavoro, si vede non gli piace, e non tarda ad accorgersene: appena messosi a sedere, chiede subito il trasferimento all'Asl di Arezzo. Il lunedì 6 dicembre - con un'efficienza nipponica - viene immantinente trasferito dove aveva legittimamente fatto richiesta.
A questo punto, per la gioia di tutti e soprattutto del dottor Baldi, ecco che - andati via la Minutella e lo Scartoni, morto e resuscitato il posto - nessuno può fermare il dottor Ghezzi (delibera 758, ovviamente del 6 dicembre stesso).

  Per concludere, giova quindi ricordare che l'Asl 7, sotto la illuminata direzione della dottoressa Benedetto in Rossi (allora ancora non sposata), in nemmeno una settimana lavorativa concede numero 2 nulla osta a trasferimenti, e dispone numero due nuove assunzioni: e TUTTI ATTI RIFERIBILI AL MEDESIMO POSTO DI LAVORO (con Ghezzi divenuto alla fine Dirigente amministrativo a tempo indeterminato).
Che nessuno osi dire che l'Asl 7 di benedettiana memoria non abbia brillato per efficienza e celerità...

mercoledì 21 dicembre 2011

Mussari Giuseppe sbeffeggiato dal Fatto: un oltraggio a cui la città deve reagire!

  In tempi non sospetti, l'eretico l'aveva scritto che i nemici di Siena non si limitavano alla Brambilla (nel frattempo, decaduta dalla carica). Anche alcuni giornalisti forestieri (non molti, in effetti, ma sempre di più) stanno iniziando ad alzare i toni, e ciò è francamente intollerabile: che il Sindaco Franchino intervenga, prima che sia troppo tardi. Siamo arrivati financo all'oltraggio vero e proprio: un giornalista che si permette di affondare senza mezzi termini l'operato del Presidente Mussari Giuseppe in questo declinante 2011. Questo è davvero troppo. Che poi questo attacco venga da un quotidiano (Il Fatto quotidiano) che ha beneficiato di pubblicità montepaschina, questo non può che amareggiare ulteriormente.

  Pagina 2 del quotidiano di Padellaro e Travaglio di oggi: fra le "facce da flop" del 2011 nel campo dell'economia e della finanza, si osa inserire quella di Mussari (tra l'altro - e questa è aggravante da non poco - ritratto in una foto che non rende giustizia al suo fascino di cinquantenne). Questo è il testo integrale:
"Impegnato nel doppio ruolo di presidente del Monte dei Paschi ed anche dell'Abi, la Confindustria delle banche, è stato TRAVOLTO DAGLI AVVENIMENTI. L'Abi ha subìto l'offensiva dei concorrenti francesi e tedeschi che hanno imposto regole penalizzanti agli istituti italiani. E il Monte dei Paschi, nonostante l'aumento di capitale varato in estate, potrebbe essere costretto a fare il bis tra pochi mesi. E adesso c'è il rischio concreto che dopo oltre cinque secoli Siena perda il controllo della sua banca".
Questo dicono di Lui, dunque.
La città deve reagire: compatta, forte, solidale, con una sola voce. L'azione legale dell'avvocato Pisillo - pur meritoria ed efficace - da sola ormai evidentemente non è più sufficiente: bisogna trovare anche altro, da affiancare all'azione di tutela legale del Presidente gestita appunto dall'avvocato lupaiolo. Pensiamoci su, ma è chiaro che così non si può assolutamente andare avanti: non è tollerabile che uno come Briatore in televisione si metta a dire che il Monte è stato distrutto, non è decoroso che un giornalista si metta ad oltraggiare per scritto la figura di Mussari Giuseppe.
Ora, davvero, basta: chi di Siena scrive male, deve fare la fine del maiale!

martedì 20 dicembre 2011

Campagna dell'eretico: adotta il Vescovo di Siena!

 
  L'altro giorno il cardinal Angelo Bagnasco, parlando a nome della Conferenza episcopale italiana di cui è Presidente, ha lanciato il sofferto grido d'allarme, per cercare (con successo, come sempre) di evitare di pagare l'Ici: i Vescovi italiani guadagnano circa 1300 euro al mese. La cifra, in effetti, sembra degna della scuola pubblica (che paga i docenti di religione scelti dai Vescovi, tra l'altro...), quindi bassina assai: non è che ci sarà qualche diaria accessoria? Che ne so, un tot aggiuntivo a Messa Solenne, un contributino dalla benedizione delle case, un buono presenza ad ogni cerimonia pubblica...

  L'eretico, comunque, è rimasto profondamente toccato dalle parole del Presidente della Cei. Altra cosa brutta (per lui), il Vescovo di Siena non ha potuto neanche mettere ancora le mani sul tesoro ereticale (si deciderà - come più volte scritto - il 17 gennaio 2012 a Firenze). Poi c'è la crisi, la crisi, la crisi...
 La Campagna ereticale, insomma, ha il seguente scopo: cercare di stimolare la fantasia e la creatività dei lettori, ed escogitare il modo (i modi) per aiutare il successore apostolico, Sua Eccellenza Antonio Buoncristiani.
In questo lieto periodo natalizio, dunque, i lettori sono invitati a scrivere la loro: ognuno cerchi, da par suo, di trovare un modo per aiutare il povero Buoncristiani. Chi privandosi di qualcosa di superfluo ma utile, chi invece di qualcosa di attinente alla sfera spirituale,, chi magari offrendo piccoli momenti di compagnia (pare si senta anche molto solo, in questa città notoriamente infida, il Buoncristiani): insomma, dateci sotto, nei prossimi giorni. Fare del bene, fa sentire tutti più buoni: a Natale poi...
 Non ci saranno sicuramente le invasioni di commenti tipo Foloso sanese (su cui si ritornerà, come anticipato), ma questa città deve dimostrarsi ancora capace di esprimere, in modo concreto e tangibile, la propria solidarietà ai bisognosi.
Adottate il Vescovo, dunque!!

Ps Nel "bilocale arioso" con vista Duomo in cui alloggia da dieci anni con l'amatissima sorella (ovviamente gratis), ora che è arrivato il freddo birbone prenatalizio, ci pensate quanto costerà riscaldare il tutto? Più ci si pensa, più ci rende conto di come davvero non si possa non aiutare Sua Eccellenza Antonio Buoncristiani da Sellano...

Le Scotte? Un malato non immaginario...(I)

    Sempre preso dall'Asl e dai suoi bilanci (su cui ovviamente si tornerà), l'eretico sente di avere colpevolmente trascurato il problema dell'ospedale di Siena in quanto tale. Che situazione stanno vivendo, dunque, le Scotte, il luogo dove tutti noi - per un motivo o per l'altro - ogni tanto rimbalziamo (qualcuno purtroppo spesso)?

 Lo stato di salute non è proprio ideale. Siamo di fronte ad un malato non molto immaginario: colpa dei tagli, ma non solo. Fra gli operatori, è opinione diffusa e generalizzata che l'ospedale senese abbia da tempo avviato una fase di vera e propria "campostaggizzazione", o, se si preferisce, una "nottolizzazione". Per chi non l'avesse ancora compreso, il fatto è che tutto lascia intendere proprio questo, che l'idea di fondo - gestita dalla Casta di Siena, ovviamente, in tandem con pezzi grossi che stanno a Firenze - sarebbe quella di depotenziare scientemente il polo ospedaliero locale, in favore di quello fiorentino, rendendo ipso facto la struttura senese un qualcosa di medio-bassa importanza strategica, appunto più simile all'ospedale della Val d'Elsa o a quello della Val di Chiana.
Un esempio? L'andare per esempio a diminuire drasticamente il numero di posti letto a disposizione; bisogna che i cittadini-pazienti sappiano bene non solo ciò che già ben sanno (cioè che è ovviamente molto più difficile trovare un posto letto libero, alle Scotte di oggi, rispetto a prima), ma anche ciò che i più ignorano, se non del mestiere: meno posti letto, sta a significare anche che i giovani specializzandi (il cui numero è legato a quello dei posti letto presenti) sono una specie in via di estinzione, alle Scotte. Innescando dunque un circolo vizioso che si avvita in modo nefasto su se stesso: meno posti letto, meno servizi per i pazienti; meno posti letto, estrema penalizzazione degli specializzandi, ergo fuga dei cervelli (di quelli non ancora fuggiti). Per un giovane medico senese, sarà di certo sempre più difficile crescere professionalmente a Siena, ammesso e non concesso che lo voglia fare.
E questo solo stando sulle generali (ma i posti letto e gli specializzandi sono solo un problema generale?), perchè pare che da gennaio 2012 si profili all'orizzonte uno scenario addirittura grottesco che investe ancora più direttamente il rapporto fra paziente e medico ospedaliero.
L'eretico ne parlerà nei prossimi giorni, a Dio piacendo: sperando di non rovinare il Santo Natale a nessuno...

domenica 18 dicembre 2011

Prima Amanda di Acampa...

 
  Forse solo i più attenti lettori di cronaca giudiziaria si sono accorti di ciò che tutti i quotidiani hanno riportato venerdì scorso, vale a dire del fatto che sono state depositate le motivazioni della sentenza di assoluzione per il caso dell'omicidio della povera Meredith Kercher, omicidio avvenuto il 1 novembre 2007 (una sentenza indubbiamente molto discutibile, peraltro: ma non è questo il punto in oggetto).
Il caso è stato di interesse internazionale (coinvolgimento - sin troppo esplicito - degli Usa; coinvolgimento più soft e meno tranciante da parte inglese), e si tratta di un omicidio, per giunta di una giovanissima donna. Nessuno può ragionevolmente sostenere che si sia trattato di un processo facile, insomma.
Eppure, in 73 giorni (leggasi 73 giorni!), quindi in meno dei tre mesi stabiliti dalla Legge, le motivazioni sono arrivate: 142 pagine in cui si spiega il perchè dell'assoluzione dei due incriminati (Sollecito e la Knox).

 Per quanto concerne la sentenza assolutoria nei confronti di monsignor Acampa Giuseppe, essa data lo scorso 19 luglio: ad occhio e croce, all'eretico sembrano trascorsi più dei tre mesi...
E ricordiamoci che il fatto delittuoso senese (l'incendio) è avvenuto il 2 aprile 2006, quindi giusto un anno e mezzo prima del clamoroso omicidio della studentessa britannica: così, tanto per comparare i due fatti, non per altro.
Il Giudice estensore del Tribunale di Perugia, Massimo Zanetti, sarà dunque meno oberato di lavoro del Giudice Monica Gaggelli del Tribunale di Siena?
 Eppure, risulta che anche a Perugia lavoro per i magistrati ce ne sia, per certi aspetti più che a Siena: spaccio di droga (eroina in particolare), infiltrazioni della criminalità organizzata più tutto il resto.
L'incendio in Curia, quello, in effetti, gli manca...

Ps Il caso di Amanda Knox è stato - come detto - di portata internazionale, con robuste ripercussioni d'oltre Oceano (Atlantico); ma siamo sicuri che quello acampiano non abbia avuto legami, invece che con l'oltre-Oceano, con l'oltre-Tevere? 

sabato 17 dicembre 2011

Il Monte, Flavio Briatore ed i manifesti censurati...

 
   Da un paio di giorni, i "buoni" dell'Osservatorio civico sul Monte dei Paschi hanno fatto affiggere (a loro spese, si capisce) degli interessanti manifesti sullo stato delle cose. Iniziativa seria e lodevole, degna perciò della immediata CENSURA da parte della stampa cittadina, come si sa finanziata direttamente (Corriere di Siena) o indirettamente (La Nazione, basti guardare la prima pagina nazionale di oggi stesso) dalla Banca a presidenza Mussari Giuseppe.
Va detto a chiare lettere quindi che questi manifesti ci sono, nei peraltro pochissimi spazi che il paonazzo del Nicchio, durante il suo pessimo doppio mandato, ha lasciato disponibili per la pubblica affissione: modalità vetusta, ma pur sempre efficace, quando hai la Tv blindata e la stampa semiblindata (per il Monte, del tutto blindata). Doppiamente pericolosa - l'affissione pubblica - perchè raggiunge anche (se non soprattutto) un tipo di pubblico spesso anziano, che magari non fruisce di Internet e quindi della libera informazione. Leggete, gente, leggete!!

 Ciò detto, l'eretico spera che sia proprio l'Osservatorio a promuovere un pomeriggio di mobilitazione con focus Monte dei paschi, magari quell'11 gennaio che un lettore ha proposto a commento del mio articolo sulla "rivoluzione bianconera" della scorsa settimana: proprio per la sua genesi interpartitica (dalla Lega ai comunisti) e di massima apertura verso l'esterno (cosa che spaventa i papaveri mussariani al sommo grado), l'Osservatorio deve essere il grimaldello per fare emergere il caso Monte.
 Un caso che mediaticamente è del tutto esploso a livello nazionale, sulla stampa specializzata e non solo ("il Monte dei paschi è una banca distrutta", ha detto - e da che pulpito...- Flavio Briatore a Piazzapulita di Formigli giovedì scorso), mentre ancora incontra sacche di profonda (e non sempre interessata) ignoranza proprio laddove sarebbe necessaria la massima conoscenza del fenomeno.

 Per cercare di salvare finanziariamente l'Italia, sono andati al governo gli ottimati delle università e delle banche (Intesa, non certo Mps...); per salvare quel che resta del Monte, scendano in campo i "buoni", anche se non necessariamente ottimati: ce n'è un gran bisogno...

Ps Dopo la sua frase in televisione (che può avere effetti devastanti sull'immagine dell'istituto di credito, e magari fa financo calare le vendite delle felpe), l'eretico si aspetta che i poderosi uffici legali del Monte (o, nel caso, il sempre all'uopo dinamico avvocato Pisillo) si attivino quanto prima per querelare il gaudente cuneese: non se ne può più di chi attacca la nostra banca, basta! Briatore novello Brambilla?

venerdì 16 dicembre 2011

Lo strano bilancio dell'Asl 7 (II)

 
    Venerdì scorso eravamo rimasti alla proroga in favore della società KPMG per il bilancio dell'Asl 7 concernente il 2010: dopo una tattica dilatoria continuata per mesi, alla fine, con l'acqua alla gola, il tutto era stato di nuovo affidato alle capienti mani della KPMG (affidamento in proroga, dunque, nonostante una gara d'appalto di segno opposto, come ampiamente documentato).
Va detto che già dal novembre 2010 si scriveva che il disavanzo sarebbe arrivato dai 10,5 milioni dell'anno precedente, a circa 2 milioni, con un'azione risanatrice davvero imponente, in pieno stile austerity montiana. La Regione Tosacana porta traccia di questo (vedasi delibera della Giunta Regione Toscana numero 1310 del 28 dicembre 2010).
Il 26 luglio 2011 - con la Direttrice Benedetto ormai in uscita dal Senese - il bilancio consuntivo del 2010 viene finalmente approvato, il tutto formalizzato dalla delibera 377: il disavanzo è stato in effetti portato addirittura sotto i 2 milioni di euro (1,9 milioni). Chapeau, dunque!

 Curiosamente però viene fuori che il documento con cui si motiva il ritardo nella certificazione del bilancio (documento datato 29 aprile 2011) viene pubblicato solo DOPO la pubblicazione del bilancio stesso, e non PRIMA come sembrerebbe più logico! Per la precisione, il 4 agosto 2011 viene pubblicata la delibera del 29 aprile: perchè questo strano ritardo di più di tre mesi? C'è qualcuno che per caso ne sappia qualcosa?
Giova ricordare che sono gli ultimi giorni di permanenza della futura moglie del Presidente Enrico Rossi nel Senese, prima di approdare trionfalmente alla Camera di Commercio di Firenze. Ecco che in questa delicata fase di passaggio fra poteri (Benedetto-interim affidato a Morello) si colloca la defenestrazione dell'esperto Marcello Toppi (Dirigente amministrativo Responsabile in carica da circa due anni), e il medesimo incarico viene assegnato, con decorrenza 1 agosto 2011 (delibera 366), a quel dottor Grazioso - ex dipendente della KPMG! - di cui abbiamo scritto una settimana or sono. Nessuna prova selettiva di alcun genere viene esperita, nè tantomeno il bando viene pubblicizzato su Internet o altrove (nonostante in questi casi sia la stessa Giunta regionale a disporre in questo senso, vedasi la delibera 510 del 15 giugno 2009, per esempio). Tra l'altro, l'ottimo Grazioso non sarebbe dovuto andare a lavare i vetri per strada, se non promosso sul campo per chiara fama: il suo contratto pregresso scadeva a novembre 2011.
 Non sarebbe stato il caso di lasciare decidere il suo destino lavorativo a chi fosse venuto dopo, carissima dottoressa Benedetto?
La Benedetto quindi premia il dottor Tommaso Grazioso per il suo "impegno, nonchè per gli ottimi risultati conseguiti fino al momento attuale", nominandolo MASSIMO RESPONSABILE DELLA GESTIONE ECONOMICA E FINANZIARIA dell'Asl 7. Per non farsi mancare niente, l'incarico precedente (che, come detto, scadeva al Grazioso nel novembre 2011) viene prorogato d'emblée fino al 30 novembre 2014 (tre anni pieni).
    Per chi non l'avesse ancora capito, l'eretico torna a ripetere ciò che aveva scritto venerdì scorso: avevamo "in casa" il genio, il Mozart dei bilanci, e nessuno lo sapeva. Un bravo natalizio alla dottoressa Benedetto in Rossi per la sua straordinaria capacità di scovare giovani talenti, dunque: in alto i calici!!

Ps Ieri Franchino il Ceccuzzi NON si è presentato a chiudere l'imperdibile conferenza delle Scotte sulle prospettive sanitarie del Senese e non solo. Troppo impegnato in altro, ha delegato il dottor Fulvio Bruni, più di casa, evidentemente. C'erano tante carriere al neutrino, in quel consesso.
 A proposito, a breve si riparlerà - visto l'imminente anniversario - della fantastica infornata benedettina del 31 dicembre 2010...

mercoledì 14 dicembre 2011

Siena, il Titanic e il Capitan Franchino...

 
  Stefano Bisi ci esorta a guardare le stelle e a ritrovare coesione e fiducia in vista del futuro (un sempiterno X agosto?); l'eretico invece piuttosto che a ciò che c'è sopra di noi, invita a pensare a cosa c'è sotto: questione di punti di vista, ovviamente. Tutti rispettabilissimi.

 Il Sindaco Franco Ceccuzzi - eletto sette mesi or sono, con un 54% trionfale - è alle prese con quello che i più lucidi avevano visto da tempo, e che anche i meno lucidi non possono più ignorare, adesso: l'inabissamento inesorabile del Sistema Siena, a 360°. In questo Natale 2011, davvero niente si salva. Diciamo che gli esperti navali hanno ormai appurato che il mitico Titanic poteva mantenersi a galla con fino a 4 compartimenti allagati in successione, ma non se se ne fosse aggiunto un quinto, come poi in effetti accadde quella maledetta notte fra il 14 ed il 15 aprile 1912.
Quattro allagamenti, dunque, per il Titanic; per Franchino i quattro "allagamenti" potrebbero essere l'Università (in generale, non potendo continuare a fare finta di niente sulle esplicite coperture politiche al Tosi); la Banca (rapporto fiduciario ed amicale con Mussari); la Fondazione (idem come sopra alla Banca, alla fine l'ha dovuto dire financo Gabriellone che lui seguiva gli indirizzi del Comune); il caso Chiti, ormai deflagrato in toto (vedasi Nazione di oggi: vediamo come continueranno le rivelazioni...).
 Il quinto "allagamento" quale sarà? L'eretico vede bene la Sanità, ma indubbiamente ci potrebbero essere altri fronti potenziali.
Non a caso, oggi il Sindaco è dato per parlante (salvo assenze dell'ultima ora) ad una conferenza non molto pubblicizzata (per pudore o che?) che si svolge nell'Aula Magna del Policlinico Santa Maria alle Scotte proprio mentre stiamo scrivendo: "Il Sistema Sanitario nell'area senese: uno sguardo di prospettiva". Presenti molte carriere al neutrino di cui questo blog si è già occupato (dottor Becattini, dottor Cardelli et alii), nonchè la dottoressa Simona Dei - Direttore sanitario AUSL 5 di Pisa - , che alcuni spifferi danno come candidata al dopo Morello.
 Dalle 13,15 alle 14, 00, zitti tutti: sale in cattedra Franchino, concludendo il dibattito, come ai cineforum di un tempo andato. Per l'occasione, finalmente Franchino è stato nominato "Dottore" sul campo, forse per meriti evidenti nella gestione della cosa pubblica senese.

 Il primo ufficiale del Titanic, tale William Murdoch, appena si rese conto dell'imminente impatto con l'iceberg, ordinò di mettere le macchine "indietro tutta", ma la velocità (22,5 nodi) era eccessiva, la direzione non si potè invertire, e l'impatto con il fatal iceberg non fu più evitabile: ormai era troppo tardi.
Almeno il primo ufficiale Murdoch, di fronte alla Storia, si può dire che ci abbia provato; Ceccuzzi, invece, neanche questo...

Ps Sulle scialuppe di salvataggio, furono giustamente caricati prima le donne ed i bambini, come da nota tradizione marittima. Poi pare si sia seguito un criterio classista. Qui come funziona? Così, tanto per saperlo...  

martedì 13 dicembre 2011

Quando il Borgogni si dava al calcio: il caso Valdarbia

 
    Questa che l'eretico racconta oggi è una tipica storia di provincia, condita però da qualche elemento di grandeur che va ben al di là dell'Arbia e dell'Ombrone.
A giugno 2009, due piccole società calcistiche del sud del Senese - il Monteroni ed il Buonconvento - si uniscono, si fondono: nasce la Valdarbia calcio. Per razionalizzare i costi e per diventare più forti di pria, ovviamente. Sulla carta, un'idea corretta, giusta, direi intelligente. I dirigenti - come da sito - sostenevano la necessità di "ottimizzare i costi sostenuti fino alla passata stagione da entrambe le squadre (Monteroni e Buonconvento, Ndr) e per rispondere in modo più organico alle necessità dei giovani sportivi che vivono nel territorio".
Tanto di cappello, dunque. Intenti sacrosanti, quasi da Governo Monti ante litteram...

  I soliti malpensanti, però, iniziarono subito a storcere il naso, perchè il peso specifico del dominus di Buonconvento Lorenzo Borgogni (allora all'apogeo della carriera in Finmeccanica) sembrava davvero spropositato. Erano i tempi - per capirsi -  dello "swinging Buonconvento": di lì a poco, il piccolo comune della Val d'Arbia sarebbe diventato frequentato come non mai dai tempi di Arrigo VII di personalità influenti e potenti. A fine estate 2009, D'Alema in visita di cortesia, poi Matteoli (in ottemperanza alla rigida par condicio borgogniana) e via dicendo: Buonconvento Caput mundi, dunque.
E lo sport nazionale non poteva e non doveva restare indietro, bisognava salire, salire, salire (fino alla vecchia Promozione). Iniziarono ad arrivare - a mo' di alieni -  giocatori che avevano un legame con il territorio piuttosto opinabile (alcuni casualmente venivano da quella Valle del Giovenco dell'ex Presidente del Siena Lombardi Stronati, oggi alle prese con qualche vago problemino con la Magistratura), e i giovani del posto faticavano sempre più a trovare spazio in squadra, visti i fenomeni provenienti da fuori.
Ma non era stato tutto fatto per "rispondere in modo più organico alle necessità dei giovani sportivi che vivono sul territorio"? Qui, in effetti, c'è qualcosa che stenta e non poco a tornare...
C'è di più: con una curiosa simultaneità con il coinvolgimento del Borgogni nelle sue problematiche giudiziarie, la montagna di denari destinati alla squadra della Valdarbia si assottiglia, fino a diventare - da montagna che era - collina (neanche troppo dolce), in seguito pare addirittura pianura, ma di quelle proprio senza gibbosità alcuna.
Pare adesso che i giocatori più quotati se ne stiano andando, così come qualche dirigente.
Fine dei sogni da grandeur calcistico-berlusconiana per il Borgogni Lorenzo?

Ps E che ora nessuno dica più che il Borgogni usava il campo da calcio di Buonconvento solo per atterrare con l'elicottero Finmeccanica...

lunedì 12 dicembre 2011

Premio Foloso sanese al Castellani!!

  
  Ebbene sì, l'aitante, giovane pallavolista del Cus Filippo Castellani è il Premio Foloso sanese 2011. Ha letteralmente sbaragliato gli avversari, uno dopo l'altro, dopo essere partito in sordina. Nè l'esperienza del Guideri (pur ottimo secondo), nè l'avvenenza di Fatima, nè lo charme del banchiere che sta salvando l'Italia hanno potuto alcunchè.
 Questa la classifica finale delle prime posizioni:
Filippo Castellani, Foloso sanese 2011;
Luca Guideri;
Fatima (mi scuso, ma ignoro colpevolmente il cognome: attendiamo precisazioni...);
Mussari Giuseppe;
Antonio Degortes (Acetello) e Mauro Rosati (clamorosamente pari anche quanto a numero di voti!); Alessandro Cannamela;
Gabriello Mancini;
Acampa Giuseppe;
Simone Bezzini.
A seguire, tutti gli altri (tantissimi, magari con un pugno di voti).
Indietrissimo, a sorpresa, Franchino il Ceccuzzi, che tira poco anche a livello di Foloso sanese: sarà un bel segno, o tutto il contrario?

  Rileggendo i commenti, devo dire che alcuni sono stati davvero ben azzeccati: la strenna natalizia che l'eretico regalerà ai suoi affezionati lettori sarà il "recupero" e la ripubblicazione dei migliori voti, per farsi un Natale più allegro (regalo gratis, in pieno stile austerity...).

 Noi - l'eretico ed i lettori - abbiamo ovviamente scherzato, sia chiaro (perchè avrà vinto questo Castellani? Boh, altro mistero senese...).
Adesso che siamo davvero vicini alla fine dell'anno, aspettiamo le Guide (serie, non cialtronesche come la nostra) dei senesi che contano, fuori dall'ironia e dallo scherzo.
Per quelle Guide, però, ci rimettiamo ai giornalisti seri e preparati, capaci di calibrare bene i toni e soprattutto di fare previsioni azzeccate sull'anno successivo.
Noi, comunque, ci siamo divertiti. E non s'è nemmeno finito, a dirla tutta...

Franchino e lo scudo fiscale, un'assenza ingiustificata...

 
   Anche se non se n'è accorto praticamente nessuno, bisogna sempre tenere presente che Franchino il Ceccuzzi è stato per ben due volte (!) parlamentare della Repubblica italiana (sempre eletto in liste iperbloccate grazie a questa fetida legge elettorale, peraltro).

  Uno dei tanti buchi neri del suo iter parlamentare (oltre a quello dello strettissimo legame con Paolone del Mese, il mastelliano che era diventato il suo faro politico, e di cui tanto ho scritto ne Le mani sulla città), è quello del 29 settembre 2009.  Solo Il  Fatto  scrisse i nomi - uno per uno - dei deputati che avrebbero dovuto votare sulla pregiudiziale di incostituzionalità sullo scudo fiscale, ed invece NON SI PRESENTARONO a votare la benemerita proposta dell'Italia dei valori (Di Pietro). Se tutti i piddini si fossero presentati, il Governo Berlusconi sarebbe andato sotto alla Camera, tanto per dire, e forse l'esperienza del Silvio nazionale si sarebbe conclusa con 2 anni d'anticipo (!!).
Fra i non presenti, Franchino era in buonissima compagnia, intendiamoci: D'Alema (ti pareva?), Bersani (ti pareva?), Calearo prima di passare dall'altra parte (grande fiuto di Veltroni a sceglierlo...), addirittura Rosaria Bindi (ufficialmente in missione, sicuramente per conto di Dio), nonchè Franceschini. In   tutto 59 deputati piddini mancarono all'appello, tra cui il misconosciuto Franchino (in ordine alfabetico, decimo fra i deficienti, nel senso etimologico latino, si capisce...).
I deputati mancanti tirarono fuori di tutto: missioni appunto, febbri tropicali et alia.

 A   questo punto, a più di due anni di distanza, mentre veleggia in poppa da Sindaco amatissimo della sua città, perchè Franchino non ci racconta il perchè di quell'assenza? Meglio: perchè non lo racconta a quelli che l'hanno votato per mandarlo in Parlamento, nel 2006 e nel 2008?

domenica 11 dicembre 2011

A Mosca la Rivoluzione bianca; a Siena quella bianconera?

 
    Dal 1991 i moscoviti ed i russi in generale non vedevano niente di simile (ed allora cadde l'Impero sovietico, così per dire...); la manifestazione di ieri a Piazza Bolotnaja entra di diritto nella storia della Russia post sovietica, comunque vada a finire. La stampa non la poteva chiamare certo Rivoluzione rossa, nè arancione (per non confonderla con quella ucraina del 2004-2005), ed ecco che allora si è ripiegato sul bianco. Questa sollevazione popolare moscovita (e non solo moscovita) nasce all'insegna dell'eterogeneità dei suoi componenti (si va da elementi ipernazionalisti dell'estrema destra, a nostalgici del Sistema sovietico, con i liberaldemocratici al centro), eterogeneità capace però di saldarsi contro l'arroganza e la corruzione del Potere putiniano, capace di barare spudoratamente alle elezioni di domenica scorsa, come ammesso dallo stesso Gorbaciov, non sempre duro con Putin, ma oggi schierato su posizioni decisamente anti-Premier (e futuro Presidente, salvo sorprese che sarebbero clamorose...).
Questa non è una protesta paragonabile a quella della Primavera araba: in Piazza Bolotnaja (con la Piazza Rossa chiusa!), sono scese persone non disperate, non con salari da fame, non tenute nell'ignoranza. In piazza Bolotnaja, è scesa in larga parte quella che è la classe media partorita - pur fra ruberie colossali - negli anni Novanta sotto Eltsin, sopravvissuta alla grande crisi del 1998 con la perdita di valore del rublo: una classe di neo-kulaki (non contadini, però) che ha accumulato un discreto benessere, che ha studiato e fatto studiare i propri figli, che ha viaggiato, cosa prima al limite dell'impossibile. E la Russia di oggi ha tassi di crescita che noi ce li sogniamo, e finchè il prezzo del greggio resterà così alto, le cose continueranno ad andare benone.
Perchè allora sono scesi in Piazza, stando così le cose?
Lo spiega magistralmente lo scittore Boris Akunin (Repubblica di oggi, pagina 3): "Pane e vodka non bastano più La gente finalmente si è svegliata", è il titolo. Sentite questo passaggio:
"Qui non sono scese in piazza persone che soffrono e che vivono male. Qui è tutta gente che sta bene, ha studiato e gode tutti i fondamentali del cosiddetto benessere. Ma sente che manca una cosa: la dignità. E la vuole".
Già, la dignità. I manifestanti sono schifati dall'arroganza e dalla corruzione del potere putiniano: vanno in piazza, rischiano di grosso, molti di loro (tra i quali il blogger Alexsey Navalnjy) sono stati picchiati ed incarcerati. Eppure, ci vanno, in piazza.

  Veniamo ad altre piazze, dunque. L'eretico crede che questo sarebbe il momento di chiamare la gente in Piazza (Salimbeni?); l'Osservatorio sul Monte potrebbe forse essere lo strumento giusto, vista l'eterogeneità dei suoi componenti (dalla Lega Nord alla sinistra-sinistra, passando per i grillini e le liste civiche, più i soliti cani sciolti). Possibile che la gente vada a protestare, rischiando davvero forte, a Mosca, e non ci vada a Siena dove non rischia (fisicamente) niente, visto che le truppe ceccuzziane sono più propense ad AVERE, PIUTTOSTO CHE A DARE (le mani nel muso, per capirsi...)?
 Benissimo i manifesti, davvero; benissimo i banchini informativi, senza dubbio; però adesso sarebbe il momento di andare oltre!
Se 100mila moscoviti fanno impressione a casa loro, 200-300 persone a Siena bastano ed avanzano, viste le dimensioni delle due città, neanche sovrapponibili.

  La Casta chiede coesione (silenzio), cioè cerca spudoratamente di guadagnare tempo, pare almeno fino al 15 gennaio: non ci starebbe bene una bella manifestazione prima di questa data?
A Mosca la Rivoluzione bianca; a Siena, una rivoluzioncina bianconera?

sabato 10 dicembre 2011

Pubblicità ereticale: il Meetlifecafè in Pantaneto

  Se siete dalle parti di Pantaneto e avete voglia di bere qualcosa, fermatevi al "Meetlifecafè", al 90 della Via. Per capirsi, all'ex Australian pub.
Siamo nella via multietnica per eccellenza della città, con i suoi pregi ed i suoi difetti. Ma questo locale, piccolo e accogliente, sa attirare giovani (soprattutto stranieri o studenti, vista la location), ma anche, insospettabilmente, persone attempate assai: sintomo che ha un suo appeal rassicurante che altri locali in zona non possono evidentemente vantare.
  Questo pomeriggio, per esempio, l'eretico vi ha visto la disgraziata partita della Robur contro il Genoa (con tanto di solenne "invocazione" alla Madonna Immacolata dopo la sciagurata traversa di Destro, sull'uno a zero per i genoani...), e non ha potuto non notare che c'erano ben due tavolini occupati da arzille settantenni che si bevevano il loro tè. Ovviamente in mezzo a tanti giovani, sia ben chiaro: presenza nettamente maggioritaria, tante volte si pensasse di entrare in un mezzo nosocomio...
Dalle 10 alle 11, Happy breakfast: cappuccino e pasta a un euro e mezzo; dalle 18,00 alle 19,00, happy hour a tre euro e mezzo. Verso le ventidue si chiude bottega.
Si possono leggere quotidiani (Repubblica e Nazione) e riviste, più qualche libro, di vario genere. La radio che fa da colonna sonora - almeno questo pomeriggio - è Radiomontecarlo, il che già è una certa garanzia.
Ma soprattutto, a differenza di altri pub e simili, è un luogo in cui se uno vuole chiaccherare, non deve urlare nella tromba d'Eustachio del vicino; e se uno vuole stare per i fattacci suoi, perchè magari ha i suoi pensieri (non diciamola tutta...), lo può fare. Vi sembra poco?

Ceccuzzi: fine della luna di miele, inizio di quella di fiele...

 
     Sono trascorsi quasi sette mesi dall'elezione di Franchino Ceccuzzi a Sindaco di Siena. In politologia, si sa che questo è il periodo classico della cosiddetta luna di miele fra il neoeletto e gli elettori: capace di contagiare anche qualcuno che non ha votato il "nuovo" potente.
Dato che da parte di questo blog la luna di miele NON è mai iniziata (basta andare a rivedere qualche pezzo dello scorso maggio, per gli increduli o smemorati), ora si constata con grande favore che è finita anche per altri che, in qualche modo, avevano ingenuamente creduto alle sirene della discontinuità ceccuzziana (ossimoro politologico che ha abbagliato non pochi...).
 
Esemplare in questo senso il caso dell'Italia dei valori, che ha commesso il grande errore di schierarsi con la coalizione ceccuzziana, nella scorsa primavera. Perdendo un'occasione forse irripetibile di presentarsi in modo alternativo rispetto alla Casta. Ora l'Idv senese pare rinsavita: è dei giorni scorsi un documento durissimo, nel quale Franchino e la sua azione vengono accusati di "stato di sonnolenza", su questioni fondamentali dell'annunciato programma (di solito, il Ceccuzzi la narcolessia la provoca agli altri, ma lasciamo perdere...).
 "Nessuna delle grandi questioni poste dall'Idv e poi inserita nel programma elettorale sembra al momento avviata". Il riferimento è al Santa Maria della Scala, al regolamento urbanistico, allo Statuto della Fondazione, alla pubblicizzazione del servizio idrico, al pluralismo dell'informazione (in cui siamo a livelli da Russia putiniana, con l'informazione veicolata solo dalla Rete, per esplicita volontà della Casta e di Ceccuzzi stesso). Meglio tardi che mai, e speriamo che un così duro colpo alla credibilità del Sindaco possa avere un seguito in futuro (le occasioni non dovrebbero certo mancare, neanche a breve).

 Per l'occasione, l'eretico è andato a mettere mano nel suo fascicolo personale su Franchino: era un po' che non lo faceva, e sbagliava di brutto, perchè è sempre esercizio salutare confrontare le posizioni di ieri (quando uno non è Sindaco), con quelle dell'oggi.
2 agosto 2009, domenica: siamo nel periodo delle nomine della Deputazione amministratrice della Fondazione volute dall'allora Sindaco Maurizio Cenni; sul difficile momento, prende posizione critica l'allora segretario comunale e deputatino Pd Franco Ceccuzzi. "Siena si aspettava di più dalla tua autonomia", è il titolo di pagina 3 del Corrsiena. Ceccuzzi si schiera con la Meloni - segretaria provinciale del Pd, allora meno latitante di oggi - contro certe scelte del Cenni, su cui non merita neanche ritornare per mancanza di tempo.
Due passaggi sono imperdibili. Nel primo, il deputatino futuro Sindaco si lascia andare:
"Sfido invece a RINTRACCIARE INTERFERENZE DEL PD su aspetti gestionali del Comune".
Notoriamente a guida di un monocolore del Partito sardo d'Azione...

 Ma il confronto con l'attualità (leggasi caso Panti, nominato in Fondazione, e poi dimessosi dopo una settimana per guai giudiziari) diventa dirompente con il secondo, straordinario passaggio:
"Sono costretto a prendere atto, con dolore, che queste nomine, complessivamente, non soddisfano la città perchè non si sente sufficientemente rappresentata. Perchè Siena è più lunga, più larga, più alta e più profonda di così (da notare il linguaggio criptato del deputatino, Ndr). Anche sui requisiti di onorabilità, richiesti dallo Statuto della Fondazione, SI POTEVA OPERARE CON MAGGIORE ATTENZIONE...".
  Parole sante, Franchino, parole sante. E da che pulpito, poi...

Ps Nei giorni scorsi, la Lega Nord ha chiesto le dimissioni del Sindaco. Sbagliato. Visto che Siena tanto è ormai persa (quanto ad eccellenze, si capisce), è invece bene goderselo tutto Franchino, visto che è stato eletto. Apprezzare gli sprazzi di  sano divertimento che comunque ci offre, e che magari un altro Sindaco non sarebbe in grado di offrirci. E poi: diamogli almeno il tempo ed il modo di vedere se supera il paonazzo del Nicchio come peggiore Sindaco dal secondo dopoguerra...

venerdì 9 dicembre 2011

Caso Borgogni: il Venerdì di Repubblica parla dell'eretico...

 
  L'eretico è "lieto" di avvertire i suoi tantissimi lettori che proprio da un suo recente articolo prende spunto il Venerdì di Repubblica di oggi (pagina 42, per la precisione), in cui il giornalista Riccardo Bianchi ripercorre la vicenda della CENSURA TELEVISIVA Rai concernente il servizio sul Borgogni Lorenzo di Finmeccanica. Quello in cui di fronte all'Italia si squadernava l'omertà similcorleonese di Buonconvento, la città della maestra più ricca d'Italia (capace di scudare più di 5 milioni e mezzo di euro!), vale a dire la moglie del Borgogni stesso, nonchè madre dell'Assessore alla Cultura del paese e via dicendo.
Gente che si trovava di fronte a improvvisi ed inderogabili impegni non appena gli veniva chiesto dell'uomo Finmeccanica, rincorse in bicicletta (in bicicletta!) per esigere la non messa in onda di una mezza intervista al salumaio davanti al Municipio ed altre amenità. Un servizio di una tristezza immensa, ma anche capace di mostrare l'altra faccia della Toscana, della Siena felix: quella appunto della paura, del conformismo, della conseguente omertà.
No, no, dalla Rai deve continuare a filtrare l'altra immagine: l'oasi cipressata vicino a San Quirico, i dolci colli senesi, le stupende crete. E il vino bòno, la cucina tradizionale e poi - dulcis in fundo - il Palio: si rilancia il turismo, no?
 Se poi la collettività perde pezzi importanti (Università, Banca e Fondazione Mps, ospedale, l'Opera del Duomo...), l'importante è che non si sappia troppo in giro.
 Chi viene, deve avere il picio ed il Brunello garantito (do you remember Brunellopoli?): per il resto, si vedrà. Così siamo tutti più contenti.
A Buonconvento e a Siena.

Scoop ereticale: l'Asl 7 ed il bilancio sempre più sospetto...

  L'eretico immagina che chi non lavora all'interno dell'Asl 7, magari non legga sempre tutti i pezzi del venerdì sulla Sanità senese e toscana. Questa volta invito tutti a leggere e con la massima attenzione, per rendersi conto di come in questo territorio venga gestita la cosa pubblica (e la sanità mi pare un argomento abbastanza delicato, no? ERa anzi il vanto della sinistra riformista...).
  Oggi entriamo nel vivo del problema del bilancio dell'Asl 7 (fino ad ora solo lambito), parlando di un personaggio solo sfiorato in passato dagli articoli ereticali. Personaggio chiave, a livello di bilancio.
Lui è tale Tommaso Grazioso: classe 1978, è del tutto sconosciuto ai più, ma ben nota da chi può tutto all'interno dell'Asl, essendo persona che ha molto a che fare con il bilancio. Vediamo di saperne di più, dunque.

  Il Grazioso, attraverso una selezione pubblica, il 21 luglio 2009 entra all'Asl 7 con contratto biennale "da destinare alla U.O. Gestioni Economiche e Finanziarie" dell'Asl 7 (delibera numero 465). Qual è il primo problema, non da poco? Il giovanotto (allora trentunenne, beato lui)  viene da 4 anni di "esperienza professionale come revisore presso la KPMG Spa". Vale a dire che lui era un dipendente della società privata chiamata a controllare e verificare i bilanci dell'Asl 7. Roba da tardo berlusconismo: si assume colui che prima, da privato, controllava la regolarità (o meno...) dei bilanci. D'altra parte "la sua attività di revisore presso KPMG Spa è garanzia di conoscenza profonda del nostro (dell'Asl 7, Ndr) sistema contabile ed offre il punto di vista qualificato dell'altra parte del tavolo", chiosano all'Asl 7. L'unico problema è che i tavoli dovrebbero essere ben distinti e separati, fra controllori e controllati. Dovrebbero, appunto...

 Procedamus. Passa un annetto di tranquillità, allorquando l'Asl 7 (16 novembre 2010, delibera 743) decide "per la copertura a tempo indeterminato di 1 posto di Dirigente Amministrativo esperto in materia contabile", richiedendo ad ESTAV Sud est di attivarsi per il concorsone all'uopo; il 7 aprile 2011, però, contrordine compagni: con la delibera numero 177, si decide di revocare la precedente idea del concorsone. Da quello, si passa - chissà perchè? - ad una "procedura selettiva che abbia come presupposto l'individuazione di specifici ed opportuni requisiti di partecipazione". In realtà, NON si addivenirà neanche ad una "procedura selettiva" come appena scritto, bensì si procederà, nel luglio 2011, alla NOMINA DIRETTA del dottor Grazioso, il quale diventerà il Direttore dell'Unità Complessa Gestioni Economiche e Finanziarie". Senza concorsone, senza procedura selettiva.
 Come tappa intermedia, nel maggio 2011 il Grazioso diventa Responsabile delle politiche di bilancio, con una chicca da notte degli Oscar: nominato a maggio, il suo incarico HA VALORE RETROATTIVO di ben cinque mesi, scattando dal 1 gennaio 2011. Tra l'altro, non risulta alcuna relazione sull'operato del Grazioso prima di affidargli cotanto incarico, come viene fatto di prassi in casi come questi. Grazioso (classe 1978, giova ripeterlo) viene chiamato per chiara fama: una sorta di Mozart del bilancio...
 L'ottima dottoressa Benedetto in Rossi avrebbe niente da dire a proposito di questa stranezza?  

  La questione si allarga ulteriormente (ma non bastava questo?). Prego i lettori di porre la massima attenzione su ciò che si sta per scrivere: un ultimo sforzo, ne vale proprio la pena!
L'Asl 7, in contemporanea con l'ascesa inarrestabile del Grazioso (carriera al neutrino, tanto per cambiare), ha da avviare la procedura negoziale concorsuale per l'affidamento del SERVIZIO DI REVISIONE CONTABILE DEL BILANCIO 2010; tra gennaio e febbraio 2010 si parte con l'invio delle lettere di invito alle ditte, e, di rimando, con le loro offerte. Partecipa legittimamente anche la KPMG (la ditta dalle cui fila proviene il Grazioso, quindi), ma la spunta la Price Waterhouse Cooper (PWC), con l'offerta di 25.185 euro per il servizio. L'Asl 7 non è convinta di questa vittoria: chiede i "relativi giustificativi", e alla fine - per farla breve - a revisionare il bilancio che scotta sarà ancora la KPMG!!
Attenzione: anche alla ASl di Arezzo e, clamorosamente, alla AOUS (alle Scotte, per capirsi) viene fatta la gara, la stessa gara; anche ad Arezzo ed all'ospedale di Siena vince la PWC: l'unica differenza è che gli aretini e l'ospedale di Siena accettano l'evidenza della Gara d'appalto, mentre l'Asl 7 proprio no, ad onta dell'evidenza.
Domandina finale: ma perchè bisognava in tutti i modi che fosse la KPMG a certificare il bilancio 2010 dell'Asl 7? Un altro dei misteri senesi...

giovedì 8 dicembre 2011

Premio Frajese: i problemi di Minoli ed il capolavoro della Casta

 
  Negli ultimi tempi, professionalmente parlando non ne va bene mezza a Stefano Bisi, l'ideologo del Sistema Siena. Al netto dei problemini del Sistema stesso (poca roba, ovviamente, per lui), c'è il fatto che è oggettivamente sfortunato: del totoministri e della candidatura dell'avvocato (mussariano doc) Fabio Pisillo a Capitano della Lupa, abbiamo già detto e scritto in abbondanza; poi ha provato a lanciare il suo amico per eccellenza Mussari Giuseppe in Finmeccanica (il Corriere di Siena unico giornale dell'orbe terracqueo a presentarlo come papabile post-Guarguaglini), senza successo alcuno.

  Adesso c'è il Premio Frajese, ed uno dei principali premiati è il valido giornalista Giovanni Minoli: neanche una settimana prima della cerimonia prevista per domani 9 dicembre alle ore 18 al Santa Maria della scala, ecco che anche il Minoli (ex craxiano di ferro) scivola su una buccia di banana per via di una fiction: era responsabile editoriale della soap opera Agrodolce (la versione sicula del partenopeo Un posto al sole), malamente naufragata fra sperperi inenarrabili e maestranze (centinaia di persone) lasciate a casa, senza più stipendio. In più, il sospetto di avere progettato di girare materiale nel Castello di Trabia del principe Calvello, location di incontri mafiosi (non televisivi). Lui ovviamente si dice dispiaciuto per le maestranze (beh, almeno quello), contestualizza e minimizza le sue responsabilità: insomma, il solito refrain del caso.
Ad ogni buon conto, a questo giro il Bisi almeno ha scelto giornalisti e non politici travestiti da giornalisti, come Veltroni e Gianni Letta (2007 e 2008): di questo gli deve essere dato atto.
Nella quarta di copertina del mio Le mani sulla città (un libro ben profetico, direi, visto come si sono evolute tante situazioni a Siena e nel Senese, ma questo è un altro discorso...), ci sono due foto: in alto, Mussari premia Veltroni, in basso Mussari premia Gianni Letta. Fra il 2007 (Antonveneta un mese prima, toh) ed il 2008, c'era da agganciare Siena il più possibile a Roma (auspice Francesco Gaetano Caltagirone, ovviamente): il premio a Veltroni, addirittura, arriva due mesi dopo lo scellerato matrimonio buongovernativo Casini-Caltagirone officiato dal paonazzo del Nicchio (Mussari presente, poi sobrio rinfreschino alla tenuta di Bagnaia...). In quel momento, Veltroni era ancora Sindaco della città dei Papi.
Con quell'uno due Veltroni-Letta Gianni (operazione di qua e di là, in perfetto stile caltagironiano), Mussari ha consegnato, definitivamente ed in modo plastico, la Banca (la terza d'Italia!) a Roma: Siena vedeva allontanare il suo bene più prezioso, e tanti beoti si spellavano le mani alle freddure di Veltroni (e di Mussari) sul basket o all'humor andreottiano di Letta (che almeno non parlò di basket, pare di ricordare).
La Casta c'era tutta, senza defezione alcuna, in quelle occasioni, a mostrarsi al popolino, forte dei suoi successi d'argilla: e la gente - ben dietro, dopo sette otto file di castisti - era contenta, felice, gratificata. La Festa non era (ancora) finita, ma i segnali c'erano già tutti.  
Quando un così clamoroso trasferimento di capitale (Banca Mps) viene fatto assolutamente alla luce del sole e raccattando financo applausi a destra e manca, non c'è che da fare i complimenti: non certo a chi applaudiva, ma a chi orchestrava sì. Dal punto di vista dei Bisi e dei Mussari, un lavoro di fino, ai limiti della perfezione...

Ps Giovanni Minoli (Il Fatto quotidiano, 3 dicembre, pagina 7, intervista di David Perluigi):
"In Sicilia è ben difficile non avere a che fare con posti dove non sia passato qualcuno che non abbia avuto problemi con la giustizia": nella Siena attuale, caro premiato, non è così diverso...

La Chiesa è Immacolata: nel senso fiscale, però...

  
  Già il fatto che oggi sia un giorno festivo, è ipso facto una sconfitta per la laicità dello Stato; già il fatto che durante l'estate 2011 si sia parlato di abolire il 1 maggio o il 2 giugno, ma non l'8 dicembre, è una sconfitta per lo Stato laico; con un'aggiunta, che sembra irrilevante ma non lo è assolutamente: l'8 dicembre è la dimostrazione che lo Stato italiano NON è uno Stato cristiano, ma solo un'appendice (spesso servile) del Vaticano (il dogma dell'Immacolata è una peculiarità TUTTA E SOLA CATTOLICA, nel frastagliato mondo del cristianesimo). Dove sono tutti i tromboni che hanno sbrodolato sui 150 anni dell'Unità d'Italia? Lo sanno che Pio IX istituì il dogma che oggi blocca l'Italia per cercare di difendere fino alla fine il potere temporale? Da secoli si dibatteva sulla questione, con scontri acerrimi fra domenicani, francescani et alii. Poi arriva il 1854, e guarda caso proprio in quel momento si formalizza il dogma (e guarda caso 4 anni dopo arriva Bernardette a Lourdes, e guarda caso dopo solo 4 anni il Vaticano approva, con una tepestività clamorosa: e la Madonna come si sarebbe qualificata alla pastorella? "Immacolata", guarda caso: prima Madonna a presentarsi con questo appellativo nella plurisecolare storia delle apparizioni mariane...).

  Non è un bell'8 dicembre, però, per la Chiesa, perchè mai come per questa Immacolata l'opinione pubblica è stata così compatta - di fronte alle lacrime, non madonnare, imposte da Monti - nel chiedere, nel pretendere che sia anche la Chiesa a fare un piccolo sforzo, mettendo mano al portafoglio. Ha già perso la possibilità di fare una bella figura proponendosi lei stessa: avrebbe perso qualche danaro, ma avrebbe guadagnato consensi e simpatie (non dall'eretico, ma da altri sì di certo). Invece niente: a sfacciata dimostrazione che chi è abituato dal servilismo della politica a sentirsi protetto, è certo della sua impunità.
Secondo l'Anci (l'associazione dei Comuni, non degli atei impenitenti), il mancato introito della tassazione degli immobili ecclesiastici (non adibiti al culto, ma a tutt'altro!) arriverebbe a toccare un minimo di 600 milioni di euro, fino forse a quota 800milioni con le revisioni catastali montiane. Secondo gli esperti, ci sarebbero almeno 30mila edifici da tassare, ma intoccabili.
 Siamo arrivati al paradosso - possibile solo nell'Italietta vaticana -  che un Primo Ministro annunci lodevolmente di amputarsi il proprio stipendio di Premier, ma non osi fare pagare neanche le briciole al Vaticano...
Il Segretario di Stato Tarcisio Bertone è un salesiano, ma deve avere appreso molto bene la discrezione gesuitica: prima di tutto - quando si è con le spalle al muro - guadagnare tempo, tanto poi la tempesta finisce, rientra negli argini.
L'Ici per il Vaticano? "Un problema da studiare e da approfondire; però la Chiesa fa la sua parte, soprattutto a favore delle fasce più deboli della popolazione".
Quello che fa la Chiesa per i poveri (moltissimo, forse meno di quanto potrebbe se impegnasse tutte quante le sue potenzialità), però, è già direttamente finanziato sempre dai cittadini, attraverso il tremontiano meccanismo dell'8 per mille (da cui la Chiesa cattolica guadagna sempre, come ormai è ampiamente documentato, grazie ad un cervellotico meccanismo pro domo sua: anche se il contribuente non la indica come beneficiaria). E i soldi alle scuole private (cattoliche), da dove arrivano, dall'Empireo? E i docenti di religione delle pubbliche, scelti dai Vescovi e pagati dai cittadini? Finiamola qui, per piacere...

 Per chi ci crede, la Madonna è stata concepita senza peccato originale, quindi è Immacolata; la sua Chiesa, però, un pochino maculata sembra essere...

Ps Gira una voce incontrollabile, in città: l'Arcivescovo Antonio Buoncristiani starebbe seriamente pensando ad un clamoroso gesto di filantropia cattolica in vista dell'imminente Natale di crisi. Pagare le tasse, beh, quello è prematuro: si attendono le direttive della Cei, al riguardo. Pare invece che il successore apostolico sia disposto, visto il momento sacrificale, ad andare ad una cena fuori e a pagare il conto! La voce - pur riferita da molte fonti -  non ha trovato per il momento alcuna autorevole conferma...

mercoledì 7 dicembre 2011

Pubblicità ereticale: "Storia della corsa", un libro da regalare!

  Per iniziare, l'eretico non poteva che scegliere di pubblicizzare un libro, no? Senza dire da quale libreria recarsi, in rigorosa ed implacabile par condicio natalizia...

  Avendo appena finito di leggerlo, non posso che RACCOMANDARE VIVAMENTE la lettura del magnifico "Storia della corsa- sfide e traguardi nei secoli" (Odoya 2011), del saggista norvegese Thor Gotaas, con introduzione del bravo giornalista Leonardo Coen.
Per lanciarlo, l'editore scrive che si tratta del "regalo perfetto per il velocista, il maratoneta o chi pratica jogging", ma in realtà questo libro nell'immediatezza colpisce ed attrae senza dubbio di più un runner, ma dovrebbe essere letto anche (per molti aspetti, soprattutto) da chi un corridore non è. Chi non inizia a correre dopo avere letto le 443 pagine del libro (costo 20 euro pari pari, ben spesi), può avere solo l'alibi dell'inabilità o di un grave trauma infantile legato alla corsa: non ci sono altre vie d'uscita plausibili. Neanche l'età avanzata, purchè il tutto sia fatto con sana moderazione.
In queste pagine, c'è tutto: la Storia della corsa in senso diacronico (dall'antica Grecia ad oggi), un approccio antropologico, il taglio medico applicato alla corsa et alia. Si parla dei velocisti e dei fondisti, con prevalenza di questi ultimi, con le loro storie affascinanti e mai banali: Bikila scalzo a Roma 1960 per la maratona più affascinante di sempre; Emil Zatopek (la locomotiva umana capace di trionfare nei 5000, nei 10mila e nella maratona) con la sua frase da annali: "Non ho abbastanza talento per correre e sorridere insieme", campeggiante nella quarta di copertina.
 E chi conosce la figura di Vladimir Kuts (1927-1975)? Nato in un villaggio miserabile dell'Ucraina, sopravvissuto al cannibalismo cagionato dalla carestia indotta da Stalin in Ucraina (Holodomor), sopravvissuto ai nazisti (che lo portarono, quattordicenne, in un campo di lavoro forzato), capace secondo fonti testimoniali di essere bastonato a sangue per 25 volte senza emettere un singolo grido, soldato - fuggito dalla prigionia - contro i nazisti, diventò un emblema dello sport sovietico, una sorta di Stakanov dell'atletica (che definire "leggera" sarebbe forse riduttivo, di fronte al suo esempio...), capace di sottoporsi ad allenamenti disumani per normotipi, con ripetute massacranti e gambe appesantite dal piombo. Fino ad arrivare, dal nulla sovietico, a vincere l'oro agli Europei del 1954 (nell'interregno fra Stalin e Kruscev) nei 5000 metri, battendo proprio la locomotiva umana Zatopek.
 "Partiva con un ritmo suicida e spesso correva la prima parte molto più velocemente della seconda: alla fine era chiaramente esausto, ma sempre forte abbastanza da mantenersi alla testa della corsa...Cosa poteva essere mai una gara in confronto ai lavori forzati dei tedeschi e alla tortura?", si chiede legittimamente l'autore.

 Per convincere anche i più pigri e riluttanti a mettersi a correre, infine, ci sono varie pagine, per esempio quelle che descrivono l'effetto delle endorfine sprigionate dalla corsa prolungata. Queste sostanze biochimiche capaci di alleviare il dolore e di influenzare tutta una serie di stimoli fondamentali (fame, sete nonchè sonno), sono sostanze che il corpo del runner inizia a produrre dopo circa venti minuti di corsa continuata; sono quelle che - a dosi massicce - possono provocare la cosiddetta "estasi del corridore". Noi ci accontentiamo dello stato di forte benessere cagionato dalla corsa, senza pretendere estasi, che ci rimandano ad altri campi d'indagine.
Buona lettura, dunque: e - sperabilmente - buona corsa (specie dopo i bagordi natalizi)!! 

Banca Mps: tutto pronto per l'operazione Caltagirone...

  
  Dopo la clamorosa condanna a 3 anni e sei mesi per la questione Unipol dell'estate indimenticabile 2005, Francesco Gaetano Caltagirone si era autosospeso dalla vicepresidenza di Banca Mps, per ragioni di opportunità che ognuno può valutare come salutari. Ma la Banca una volta senese non può proprio fare a meno del Calta, considerato l'imprenditore più dotato di liquidità in questa Italia 2011 (ma anche negli anni scorsi, era sempre lui il più liquido, quindi non molto è cambiato...).
  Alla prossima assemblea del 1 febbraio 2012, dunque, l'appena uscito Caltagirone verosimilmente rientrerà in pompa magna alla vicepresidenza della Banca. Così avremo un Presidente alle prese con la rogna Galaxopoly, un vicepresidente fresco di condannona (per gli standard italiani, vi sembrano pochi i tre anni e mezzo?). A questo punto, bisogna cambiare il povero direttore generale Antonio Vigni, che non risulta avere pendenze con la giustizia: l'eretico sommessamente propone un criminale di guerra catto-croato, così all'Opus Dei ed in Vaticano sarebbero contenti e rassicurati, e si potrebbe finalmente sbarcare nei Balcani, dove già ci sono Intesa e soprattutto Unicredit.Copn una joint venture ben pensata, ci si può raccattare anche qualche cestista locale in erba, visto che lì è pieno di talenti, e si fa felice anche Ferdinando Minucci, alle prese con una squadra di ultratrentenni...
Basta divagazioni, torniamo al 1 febbraio prossimo venturo.
"...l'Assemblea sarà chiamata...a deliberare in ordine ALLA REVOCA O ALLA PIENA INTEGRAZIONE del consigliere Cav. Lav. Francesco Gaetano Caltagirone, a seguito della sospensione dichiarata dal Consiglio in data 10 novembre 2011" (la condanna di cui sopra è datata 31 ottobre, per la cronaca).
L'operazione "Reintegro Caltagirone", dunque, è pienamente in atto: indovinate come si schiererà Mussari Giuseppe, fra "revoca" e "piena integrazione". Si accettano scommesse...
Noi la seguiremo con l'attenzione che merita, questa assemblea: come credo faranno gli aderenti al sempre più agguerrito Osservatorio sul Monte (quello dei "buoni", per capirsi), riunitosi ieri sera a San Miniato (l'eretico era presente, e ritornerà su vari aspetti trattati nella lunga - anche troppo! - serata, con interventi di indubbio interesse).

  Per intanto, godiamoci il ritorno di Caltariccone (come definito da Dagospia) sulla scena montepaschina. Ma qualcuno ha mai pensato che se ne fosse andato?

martedì 6 dicembre 2011

Novità del blog: arriva la pubblicità ereticale!!

 
  Rinfrancato dal grande aumento di contatti degli ultimi tempi e visto l'imminente Santo Natale, l'eretico ha deciso di intraprendere, all'interno del suo blog, anche la via della pubblicità. Intendiamoci: sarà una pubblicità un pochino diversa (anzi parecchio) da quella che si trova su Internet di solito. Fedele alla sua linea iconoclasta, l'eretico NON mostrerà niente di ciò che pubblicizza, fidando solo e solamente nella forza (o nella debolezza, se del caso) delle parole, dello scritto.
 Altra particolarità: questo blog NON ha un'agenzia pubblicitaria di riferimento, o cose simili. Ciò significa, in estrema sintesi, che l'eretico pubblicizzerà QUELLO CHE GLI PARE E PIACE, COME GLI PARE E PIACE, QUANDO GLI PARE E PIACE, a sua insindacabile scelta.
Magari qualche pubblicizzato potrebbe anche non gradire ( me ne scuso in anticipo, ma allora vuol dire che Siena è diventata davvero il mondo al contrario, se ci si inquieta per questo...).
Altra considerazione: essendo il tutto ad insindacabile scelta dello scrivente, chi ha letto il blog in questo suo primo anno di vita avrà già capito che qui NON si troveranno le pubblicità di Babbo Monte, di Mamma Cooppe o della zia Antica Querciolaia, tanto per non fare nomi, come di consueto. Per quel tipo di pubblicità, bastano e avanzano la stampa locale e Casta Channel (Canale tre).
In compenso, l'eretico spera di contribuire a fare conoscere di più, a qualche migliaio di lettori, il lavoro di persone e famiglie che vanno avanti da sole, senza comodi ombrelli protettivi (chi ha orecchie per intendere, intenda), e senza tanta retorica stucchevole.
 Visto poi che la pubblicità la fa chi scrive, non si esclude la pura e semplice simpatia ereticale per il pubblicizzato: chi è che - a parità di servizio e costo - non va dall'esercente che gli sta più simpatico?
Se qualcuno ha qualcosa da suggerire, l'eretico assicura la lettura di ciò che gli verrà scritto, ma non di più. Sennò che gusto c'è?
Chi sarà il primo beneficiato (o disgraziato, chi lo sa)? A breve i lettori lo sapranno...

Raffaele Ascheri

Caso Panti: Acampa sapeva da 5 anni (come da intercettazione)!

  Uno dei tanti motivi per cui il silenzio del Sindaco Ceccuzzi risulta politicamente indifendibile, riguarda il fatto che è davvero il caso di dire che il primo cittadino NON POTEVA NON SAPERE della vicenda dell'avvocato Panti, da lui (Ceccuzzi) nominato in Fondazione giusto una settimana fa.
Uno che a Ceccuzzi è profondamente legato è monsignor Acampa (quando tirava un'aria diversa, l'Acampa andava anche a folleggiare alla Festa dell'Unità, proprio con il futuro Sindaco), il quale in un'intercettazione del 15 ottobre 2006 legata all'indagine sull'incendio in Curia del precedente 2 aprile ne fa esplicita menzione. Che si parli di questa vicenda e dell'avvocato Panti, nessun dubbio, come si vedrà a brevissimo.

  La telefonata intercorre fra Acampa Giuseppe e Mario Marzucchi della Misericordia, quello candidato con il Cenni nel 2006 (voleva fare il vicesindaco, ma non si era reso conto che in quella carica è incardinato usque ad mortem l'altro Marzucchi nostrale, Mauro, ora montezemoliano).
Teniamo presente che siamo alle 8 e 45 di mattina, quindi Acampa deve avere da poco esaurite le lodi mattutine. Si deduce che il prete sia in macchina, perchè dice di dovere abbassare la radio (sicuramente Radio Maria...) per capire meglio il suo interlocutore.
Parlando d'altro, il misericordioso Marzucchi ad un certo punto la butta là:
"Che io siccome...siccome lui ora per questa settimana chiappa na...dovrebbe chiappà una sberla grossa".
A questo punto, l'Acampa si incuriosisce: "Chi? Perchè?".
Marzucchi: "Il Panti, il Panti".
Acampa: "E per cosa?".
Marzucchi: "Per una circonvenzione di incapaci"
Acampa: "Ah".
Marzucchi: "Insieme ad altri che so tutti della Mongolfiera".
Acampa: "Ma, ma quella storia famosa?".
Marzucchi: "Sì, sì è andata avanti eh".
Acampa: "Ah, quindi c'è stata la denuncia?".
Marzucchi: "Eh, non...io penso...o è stata fatta ieri o ieri l'altro o la prossima settimana".
Acampa: "Che...che".
Marzucchi: "...dal professor Traverso".
Acampa: "Quella famosa area" (di Isola d'Arbia, dove si pensava sarebbe sorto il nuovo stadio, Ndr).
Marzucchi: "Sì di quel ragazzo che è venuto a chiedermi aiuto".
Acampa: "Uh, uh".
Marzucchi: "Perchè c'è lui, c'è il Bossini, c'è il...quell'altro, insomma...".
Quell'altro è Claudio Marignani, ora plenipotenziario verdiniano del Pdl senese, allora legato alla Mongolfiera, l'associazione che si riconosceva nella figura dell'ex Sindaco Pierluigi Piccini.

 Cinque anni fa, dunque, il Provveditore della Misericordia candidato nella lista Cenni informava Acampa della questione, ed Acampa non cadeva certo dalle nuvole dell'Empireo ("ma quella storia famosa").
Franco Ceccuzzi, in questi 5 anni, non ha invece mai saputo niente...

Ps Visto che l'Acampa è così ben informato sugli accadimenti giudiziari senesi, oltre ad intendersi di cose sacre, perchè non mette su un blog tutto suo? Secondo l'eretico, sarebbe un successone!

lunedì 5 dicembre 2011

Franchino ci prende per il sederino: il caso Panti...

  In primis, pieno onore al merito della redazione del blog Fratello illuminato, che stamattina ha pubblicato la "lettera" concernente i guai giudiziari del noto avvocato senese Duccio Panti, dando sicuramente un bel colpo rispetto a ciò che è avvenuto poco dopo. Vale a dire le incredibili dimissioni dello stesso Panti, ufficialmente per "motivi professionali"(?).
Vale forse la pena ricordare che il Panti era stato nominato da Franchino il Ceccuzzi giusto una settimana or sono nella Deputazione della Fondazione Mps. Da Franchino il Ceccuzzi, si ripete: chiaro a tutti il concetto? Pare che il Panti avesse presentato un'autocertificazione, ma questo è argomento da approfondire.

  Anche a Siena, dunque, esiste un caso Brancher: ricordate il Ministro voluto a tutti i costi da Silvio Berlusconi due anni fa? Fece in tempo a firmare davanti a Napolitano, a farsi fare le foto di rito, poi fu travolto dalla slavina giudiziaria (per chi non l'avesse capito, FORSE Berlusconi l'aveva fatto Ministro proprio per garantirgli una maggiore copertura...).
Beh, siccome a Siena - come scritto centinaia di volte - c'è il Pd più berlusconiano d'Italia, un caso Brancher in salsa senese ci stava proprio bene, no?
 Adesso Franchino il Ceccuzzi a chi darà la colpa? Forse a nefaste congiunzioni astrali.
Il problema - è evidente - non è il Panti, è proprio Franchino: colui che fa le Carte etiche, e poi si dimentica di leggerle. L'eretico dice cosa succederebbe in una città normale, come Siena purtroppo non è: il Sindaco farebbe una conferenza stampa (invitando tutti gli operatori dell'informazione, non solo la servitù) e spiegherebbe il perchè ed il percome del suo clamoroso errore (o in un senso, o nell'altro), in modo chiaro ed inequivocabile. Qualcuno ad un certo punto magari si alzerebbe e gli chiederebbe le dimissioni: lui, non dandole, dovrebbe però motivare il suo restare sulla poltrona nonostante i casi Chiti e Panti (per tacere d'altro). Ovviamente, non succederà niente di tutto ciò: al massimo arriverà un comunicatino triste in cui si dirà che il Sindaco prende atto delle decisioni dell'avvocato Panti. Lo ringrazierà anche per il lavoro svolto nelle due o tre ore che il Panti avrà dedicato alla Fondazione?
Franchino, smetti di prenderci per il sederino...

Lucio Magri: l'impossibilità di morire come si vuole...

   Nei giorni scorsi è morto Lucio Magri, comunista ereticale. Ai giovani il suo nome non dice niente, probabilmente anche ai quarantenni. Chi è oltre o ha studiato qualcosa, invece, se lo ricorda, e bene. Qualche considerazione la merita di certo lui, qualche riflessione naturaliter la pone la modalità della sua morte.

 Lucio Magri, dunque. Di provenienza cattolica, a 26 anni, nel 1958, incontra Giorgio Amendola ed aderisce al Partito comunista italiano (quindi due anni dopo i fatti d'Ungheria); nel 1969 è tra i fondatori dell'esperienza de Il manifesto, e viene conseguentemente radiato dal partito. In seguito fonda uno degli esempi classici del "frazionismo" di sinistra, il PDUP (Partito d'unità proletaria), partito che poi confluirà nel Pci. Non aderendo ai Ds, qui si conclude l'esperienza partitica di Lucio Magri, non certo quella politica e di intellettuale. Come testimonia il suo libro - ora ristampato dal Saggiatore - Il sarto di Ulm Una possibile storia del Pci, uscito in prima edizione nel 2009. Un testamento ideale, potremmo azzardare.
Anima inquieta della sinistra, ruppe meritoriamente con il Partito dopo la vergogna dei carri armati brezneviani di Praga, ma va pur detto che Lenin e Mao Tse Tung sono stati suoi punti di riferimento positivi, in parte salvifici, e non c'è bisogno qui che si descrivano le stragi compiute dai due predetti.
Una cosa va detta, però: anche chi non può essere d'accordo con le sbornie ideologiche di Lucio Magri, non può parimenti non riconoscergli una dose di autentico idealismo, nella sua pratica politica quotidiana. Rompere con il Pci nel 1969, non era cosa nè facile, nè indolore; ma soprattutto, la sua storia degli ultimi vent'anni cosa ci dice? Sfruttando la sua intelligenza ed il suo passato (anche il suo charme, perchè no?), non avrebbe avuto problemi ad attaccarsi a qualche carro della "sinistra" vincente anche quando perde (quella delle Fondazioni ben foraggiate, per esempio, sempre pronte ad organizzare qualche bella conferenza nei posti giusti). Poteva farsi esibire come intellettuale scomodo da chi non è nè intellettuale, nè scomodo, ma sa sempre trovare i finanziamenti giusti e piazzare i suoi uomini nei gangli del Potere. Non l'ha fatto: tanto di cappello a Lucio Magri...

Sulla scelta del suicidio assistito, che dire? Ai tanti scandalizzati, l'eretico dice che dovrebbero scandalizzarsi soprattutto per il fatto che in Italia non si può fare ciò che Magri aveva deciso in piena coscienza di fare, e dagli extracomunitari svizzeri sì (ah, Calvino, non Italo...); ciò detto, aggiungo questo, prendendo spunto da un tale Giacomo Leopardi (Dialogo di Plotino e Porfirio). Il suicidio va evitato nell'ottica del danno che provoca ai familiari ed alle persone più care. Oltre ad avere 79 anni, Magri era rimasto da un paio d'anni senza l'amatissima Mara, suo filtro con l'esterno (secondo Simonetta Fiori che cita una di lui amica "Lucio non sapeva usare il bancomat nè il cellulare"). La persona davvero più cara, non c'era più. Figli, non risultano. Gli amici e compagni di sempre, scafati per capire. Quindi...
Racconta sempre Simonetta Fiori su Repubblica della cameriera sudamericana (residuo terzomondista?) che prepara con cura il Martini agli ospiti in attesa della notizia dalla Svizzera, "con la scorza di limone". La Fiori non lo scrive, ma mi immagino anche la musica, la buona musica di chi si è formato in quegli anni, magari di Bob Dylan, come al funerale di Alberto Moravia, una ventina d'anni or sono. Gli amici si abbracciano, parlano del defunto e non solo, magari le lacrime sono inframezzate da qualche bel sorriso, di cui non c'è da vergognarsi affatto.
Tutt'altra cosa rispetto ad una Chiesa con un prete che biascica sempre la stessa litania, magari senza avere mai trascorso mezz'ora con il defunto.  Tutta un'altra cosa...

Ps Sicuramente l'eretico si è fatto prendere la mano, nel finale: massimo rispetto per i tanti preti che celebrano funerali degni di tale nome (non tutti lo fanno, ma molti sì). Ma perchè in Svizzera si può disporre della propria vita (quindi della morte), e in Italia no?

domenica 4 dicembre 2011

Gabriellone Mancini ha finalmente scoperto la Casta di Siena...

 
  Deve essere un periodo pieno di scoperte, per Gabriello Mancini: pare che finalmente abbia financo capito  perchè la sua bellissima cittadina viene sempre appellata dalle guide "città turrita", mentre lui sale verso la Cattedrale per fare il sagrestano come ogni domenica mattina (ognuno ha l'hobby che merita...). Perchè è piena di torri medievali, nel suo centro storico...
 Adesso, solo adesso, e solo di fronte ad un pubblico di vecchi bacchettoni democristiani, ha scoperto addirittura che esiste la Casta di Siena: che il Sindaco ed il Presidente della Provincia sono complementari e che parlano in due con una sola voce (e in due non hanno lavorato cinque minuti se non per il medesimo partito), che la Banca è in crisi non solo per la negativa congiuntura italiana (però non ci aggiorna sul suo grado di effettiva conoscenza dell'affare - si fa per dire - Antonveneta nel 2007), che insomma la politica senese è un meccanismo di Potere giusto giusto simile a quello che lo scrivente descrisse - ormai 4 anni fa - nel suo La Casta di Siena. Grazie, oh Gabriellone: il primo della Casta che ammetta esplicitamente di farne parte, in tutto e per tutto.
Parola certo abusata, casta (non tanto da impedire a D'Alema di raccattare un'ennesima gaffe etimologica, ma lasciamo stare), nel dibattito politologico, ma che in campo senese vuole dire - al netto degli sprechi e delle ruberie - essenzialmente questo: si procede solo per cooptazione, si va avanti solo in modo conformistico, chiunque abbia un minimo di autonomia di pensiero è ipso facto pericoloso. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: perfino, da ieri, di quelli di Gabriello Mancini.
La sua versione dei fatti è sacrosanta, ma non è altro che un penoso tentativo di scaricare il barilotto della responsabilità, senza ammettere alcunchè delle proprie colpe. Se non esistesse quella Casta che ieri sembra avere scoperto, lui potrebbe andare non solo alla Messa domenicale, ma anche al rosario ogni santo pomeriggio, nel fantastico Duomo a 100 metri da casa sua. Tempo libero per gli esercizi mistici ne avrebbe a iosa... 

  Anni fa, andai a presentare il mio libro proprio a casina sua, in una piccola ma graziosa libreria, gestita da un compagno d'infanzia di Gabriellone (il quale mi raccontò episodi spassosissimi della sua adolescenza, a cena). Spazio piccolo, poca ma selezionata gente ad ascoltare, con molto interesse. Con grande cautela, dissi quello che avevo sempre sostenuto: Gabriellone non ha il curriculum vitae per fare il Presidente di una Fondazione, gli manca l'esperienza settoriale, la conoscenza delle lingue, l'apertura mentale e così dicendo. Gli stavo distruggendo un mito.
Una signora, indispettita, alzò la mano, impaziente di parlare:
"Che c'entra il curriculum, Mancini è una bravissima persona e qui a San Gimignano ha sempre fatto del bene a tutta la collettività!", mi disse, piuttosto spazientita. "Se ha fatto così bene qui, perchè dovrebbe sbagliare a Siena?". Infine mi deliziò con una stoccatina finale: "Lei è giovane, cosa vuole saperne della preparazione di Mancini?". Le feci notare che bastava sapere leggere il suo Curriculum, per potere dare un parere. Le feci notare la questione dell'Antonveneta, con il suo tardivo commento.  Le feci notare che la Fondazione manciniana - tra le altre cose -  aveva spesso la tendenza a finanziare cose che al Vaticano stavano molto molto a cuore, e che Mancini usava la Fondazione anche per fare gran belle figure con ambienti vaticani (che poi lo hanno infatti omaggiato con una delle solite riconoscenze di cui non ricordo il nome...). Al solo sentire che Gabriellone potesse usare la Fondazione non solo per lo sviluppo del territorio e per il Bene comune, la signora - se ricordo bene - si alzò dalla saletta, e se ne andò scandalizzata per l'impertinenza del forestiero che era venuto a "infangare" il De Gaulle delle torri. Tra gli altri, sguardi tra l'imbarazzato ed il divertito. Negli ultimi minuti del dibattito, la figura totemica del Mancini non venne più tirata fuori da alcuno...
 Caso raro, Gabriellone è stato quindi soprattutto profeta in patria (circa 40 anni consigliere comunale!); è da blasfemi osare invece dire che a Siena, in Fondazione, ha fatto un pochinino meno bene? Arrivano le guardie svizzere con le loro alabarde, in sua difesa?

Ps Martedì sera - alle 21,15, al centro La meridiana a San Miniato - c'è un'Assemblea pubblica dell'Osservatorio sul Monte dei paschi. Gabriellone - pur divenuto fresco anticasta...- non ci sarà; invito invece i lettori a presenziare all'evento, anche in vista delle prossime decisioni che il meritorio Osservatorio potrà prendere.

Scoopone dell'eretico: ecco chi firma il Bilancio 2011 dell'Asl...

  L'eretico - con due colpevoli giorni di ritardo! - riprende il suo appuntamento sanitario.
Andando a spulciare nel verbale della Giunta regionale della Toscana dello scorso 9 novembre, ci si può divertire non poco: sempre con assoluto rispetto dell'istituzione, sia chiaro a tutti, a partire dall'esimio Presidente Enrico Rossi, da molte teste pensanti dell'intellighentsia sinistrorsa pronosticato come futuribile leader nazionale (anche in funzione anti-Renzi, ovviamente). L'essere stato di recente sposato da Franchino il Ceccuzzi non può che fare ulteriormente pendere la bilancia a suo favore...
La Regione Toscana - si sa - è paladina della assoluta trasparenza amministrativa: da quando c'è il Rossi, poi, glasnost assoluta. Però dicano i lettori se l'articolo 123 (che si trova a pagina 56 del verbale della suddetta seduta) potrebbe essere capito da un cittadino normodotato:
"Modifiche all'articolo 39 della l.r. 40/2005
1. Alla lettera c) del comma 9 bis dell'articolo 39 della l.r. 40/2005 la parola "quattro" è sostituita dalla seguente: "dieci"."
Più chiaro di così: hai voglia di parlare di partecipazione, magari se certe cose si scrivessero in modo più chiaro, invece che artatamente oscuro...
A pagina 13, ecco la spiegazione dell'arcano:
"L'articolo 123 modifica la lettera c) del comma 9-bis dell'articolo 39 della l.r. 40/2005 "Cause di decadenza e revoca del direttore generale", estendendo da quattro a dieci mesi il periodo in cui l'azienda sanitaria può essere gestita da un commissario".
Si dà il caso che - fino a prova contraria - l'unico commissario subentrato ad un direttore generale di Asl in terra di Toscana, sia il dottor Paolo Marchese Morello, subentrato alla dottoressa Benedetto in Rossi a fine settembre 2011.
Questa norma, dunque, fuori dal burocratichese d'ordinanza, sta a significare che il Morello (dato in questi giorni in Cina per motivi di lavoro) spoggetterà agevolmente i 4  mesi fra poco in scadenza, e arriverà a quota dieci, con un'aggiunta di sei mesi. Cambiamento di regola in corso d'opera, con un certo qual retrogusto di norma ad hoc...
Il Bilancio del 2011, dunque, se lo firmerà lui, sgravando da ogni impegno e potenziale bega futura la dottoressa Laura Benedetto in Rossi, adesso tutta presa dall'importante ruolo ricoperto nella Camera di commercio fiorentina.
Ma non si poteva almeno dirlo in modo un pochino meno contorto?

venerdì 2 dicembre 2011

Simone Bezzini, il replicante che fa tenerezza...

   Dal giugno del 2009 saldamente alla guida della Provincia più rossa d'Italia, Simone Bezzini - valdelsano, classe 1969 - dovrebbe essere un Presidente felice: chi corre a Sindaco a Siena, almeno un pochina di paura quantomeno di andare al ballottaggio ce l'ha (quindi giù merende e rinfreschi, per non dire altro). Il candidato del Pd nel Senese, invece, va tranquillo e liscio come l'olio, vista la qualità ed il radicamento della concorrenza. Andateci voi a fare un comizio a Trequanda, se non siete del Pd...

 All'eretico, poi, il Bezzini starebbe anche simpatico: è un suo coetaneo, si vede che lui nella politica del Pd crede davvero (è uno dei pochissimi), gli occhiali spessi e le contorsioni continue del collo mentre parla ispirano tenerezza sincera.
La sua carriere è simillima a quella del Sindaco: mai un giorno di lavoro, che non fosse per il
partito...a 21 anni, in Consiglio comunale a Colle, per nove anni filati, a farsi la gavetta (agevole, peraltro). Nel 1995, segretario dei Ds colligiani; nel 2004 - Fabio Ceccherini regnante per la seconda volta - viene eletto in Consiglio provinciale. Nel settembre 2006, diventa segretario dei Ds della Provincia di Siena. Nel giugno 2009, come appena ricordato, Presidente della Provincia. Questo il suo cursus honorum completo, al netto di qualche altro incarichino ( sempre di partito, ovviamente).
 Ora, però, mi chiedo: ma perchè fare un intervento fotocopia di quello del suo magister Franco il Ceccuzzi sul crollo del Monte? Perchè non cercare di differenziarsi almeno un pochino, una volta nella vita? Ci si lamenta della presunta antipolitica, ma vi pare normale che il secondo nominante più importante - per quanto attiene al Monte - non sappia discostarsi di un millimetro da ciò che ha detto il giorno prima il primo nominante?
"I cittadini non vogliono meno politica, ma una "buona politica". La strada che voglio percorrere, insieme a voi, vuole andare nella direzione della concretezza, mettendo al centro i vostri problemi", scriveva rivolto ai suoi elettori nel giugno del 2009. La "buona politica" bezziniana sarebbe fare il replicante del "buon politico" Ceccuzzi? Mah...
"Ma non basta. Vogliamo puntare di più sulla trasparenza e sul merito", osò dichiarare. Cinghialopoli e tutta una serie di altre cosette hanno seppellito di risate questo proposito di trasparenza, come questo blog ha plurime volte dimostrato. Bezzini, però, non ha mai fatto mezza dichiarazione sulla questione morale in seno alla Provincia (come Ceccuzzi sul Comune...).
Non si preoccupi il replicante ceccuzziano Bezzini: vuoi vedere che - se le Province non verranno eliminate - al prossimo giro si ripresenta e rivince? Questo ovviamente in virtù della meritocrazia di cui sopra...

Ps L'eretico ha ritrovato, vicino ad un vecchio appunto, una frase molto stimolante, di cui non sa attribuire la paternità: "Se la montagna viene a te e non sei Maometto, scappa, perchè è una frana!". Qualcuno può aiutare lo scrivente a dare un nome al padre di questa meravigliosa frase? Non sarà mica del Bezzini?