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giovedì 28 febbraio 2013

La manifestazione di ieri: chi c'era, chi non c'era...

    
 
  Certo, quel 10 giugno 1940, in Piazza Venezia, quando l'italico Dux tuonò che l'ora delle scelte irrevocabili era giunta, c'era parecchia, parecchia più gente che ieri sera in Piazza Salimbeni; d'altro canto, quando l'eretico (insieme al buon Adriano Fontani) organizzò una manifestazione pubblica contro la stampa locale del tutto schiava del Sistema Siena, c'erano 4 gatti, come scrisse con grande compiacimento Stefano Bisi.

 Ieri sera, invece, c'è stato un aristotelico giusto mezzo: nessuna folla oceanica, certo, ma almeno 300 persone (cioè almeno il doppio di quanto scritto dal Corriere di Siena di stamattina, per restare sul Bisi) che hanno testimoniato la loro fiducia - nonostante tutto - in certi valori di "decenza cittadina".
Fra i 300, c'erano tutti i candidati a Sindaco non targati Pd (anche perchè l'ultimo Sindaco del partitone stava forse preparando il beauty case per andare alla Procura di Salerno, a quell'ora), quindi Enrico Tucci, Laura Vigni, il raggiante Michele Pinassi (ne ha ben donde, ma mi raccomando: piedi a terra!), Maurizio Montigiani ed Eugenio Neri; più il Sindaco di Monteriggioni (e chissà cosa in futuro) Bruno Valentini. Nonchè l'ex candidato delle Liste civiche Gabriele Corradi, nonchè qualche pretoriano monaciano (vedasi Lucio Pace). Più Enzino De Risi di Pietraserena (con Romolo Semplici). A chiudere, l'organizzatore Max Angelini e Francesco Burroni, che ha interpretato il discorso di Pericle agli ateniesi (senesi): esibizione purtroppo persa dall'eretico, sempre piacevolmente condannato a parlare con Tizio o con Caio.
Come vedete, chi abbia voglia di eccepire, ha di che divertirsi per due o tre generazioni almeno...

   Per quanto mi riguarda, l'evento era giusto, giustissimo da fare (e la censura della stampa embedded lo dimostra in pieno!), ed è anche venuto piuttosto bene.
Della quantità, già si è detto: a Livorno o a Taranto, ci sarebbero state 20mila persone, ma siamo a Sienina, no? Guardiamo il bicchiere mezzo pieno, dunque.
Quanto alla qualità, già abbiamo ricordato che tutto l'arco costituzionale dell'opposizione era presente: non importa se per rifarsi la verginità politica o per sincera adesione (o per ambo i motivi): in politica contano i fatti. I candidati c'erano, altri no.
Quanto allo svolgimento, tutto è filato via liscio, forse in modo sin troppo composto (ed anche rapido: il passo era da manifestazione lunga, non corta come quella di ieri, con tracciato da Piazza del Campo a Piazza Salimbeni).
 I due striscioni vergati dagli organizzatori recavano su scritto slogan forse generici, ma certo incontestabili, nel caso di specie se applicati alla realtà senesota:
"Riprendiamoci Siena - Orgoglio e dignità".

  Pur con la miriade di distinguo che si possono (e si devono) fare, mi sia consentito di concludere così: gli assenti, ancora una volta, hanno avuto torto.
Aggiungendo questo: chi fa informazione, deve dire, scrivere, eventualmente smascherare le contraddizioni dei politici; chi, viceversa, fa politica, deve cercare di essere accogliente ed inclusivo, altrimenti le elezioni non le vincerà mai. Ad ognuno il suo ruolo (e per questo il Potere censura il giornalismo d'inchiesta).
 Morale della favola: chi vuole organizzare un evento solo di duri e puri, dal passato intangibile ed inattaccabile contro il Sistema Siena, lo faccia pure. L'eretico ci sarà di sicuro, e - ve lo garantisco - con un entusiasmo ancora maggiore di quello, già notevole, di ieri.
Il problema è che, se si va a spaccare il capello, si rischia di essere come quei 4 gatti di cui sopra...

mercoledì 27 febbraio 2013

Crack pastificio Amato: promemoria per la Magistratura

 
    Domani verranno interrogati i due signori che hanno egemonizzato la vita politica, e non solo, dell'ultimo decennio senese, Ceccuzzi Franco (eh sì, adesso bisognerebbe chiamarlo così...) e quel Mussàri Giuseppe che raccatta ormai un avviso di garanzia alla settimana.
 Vorrei rivolgermi, con pieno intento collaborativo, alla Magistratura inquirente di Salerno: al Procuratore Franco Roberti, al Pm Vincenzo Senatore, alla Guardia di finanza - nucleo polizia tributaria - locale. A tutti coloro che stanno indagando sul crack del pastificio Amato, insomma.
 Ad adiuvandum, vorrei solo permettermi di ricordare alcuni fatti, affinchè si possa ricostruire il contesto del rapporto fra l'onorevole Del Mese e l'allora deputato, fresco di nomina, Franco Ceccuzzi.
 La documentazione, le carte, le eventuali prove, ce le avete voi, che quindi ne sapete - come è giusto che sia - molto più di me; dal canto mio, avendo vissuto (e descritto per primo) quel rapporto dalla sponda senese, vorrei aggiungere qualche elemento: deciderete voi se utile o meno.

  L'allora Presidente, in quota Udeur (Mastella), della Commissione Finanza della Camera dei deputati, è stato di gran lunga il politico extra moenia più omaggiato e riverito, nel biennio 2006-2007.
Quando arrivava a Siena, era come se arrivasse uno statista di prima grandezza, una sorta di Churchill campano. A me, questa platealizzazione aveva subito destato sospetto: sia pure che l'Udeur allora era un alleato di Prodi e del Pd (ed aveva Mastella Ministro della Giustizia, si badi bene!), però questa "corrispondenza d'amorosi sensi" tra il politico senese (e futuro Sindaco) e l'attuale carcerato Paolo Del Mese strideva.
 Sempre ad adiuvandum, mi permetto di andare a ripescare alcuni passaggi quantomeno eloquenti della stampa cittadina verso Paolo Del Mese (contenuti nel mio libro Le mani sulla città, pubblicato nel 2009). Giudicate voi, ogni commento risultando pleonastico:

 "La città e le Contrade dovranno ringraziare il Parlamento per la sensibilità dimostrata nei loro confronti e IN PARTICOLARE PAOLO DEL MESE...che ha mantenuto gli impegni presi in occasione del Palio d'agosto" (Franco Ceccuzzi, Corriere di Siena, 16 novembre 2006, pagina 3). Come saprete, il Del Mese si era concretamente attivato, da idealista quale è, per una Legge che salvaguarda il Palio di Siena: l'onorevole Franco Ceccuzzi, tra gli altri omaggi, gli fece dono anche di una bandiera della Contrada della Torre (dovete sapere che l'indagato Ceccuzzi è un noto contradaiolo di questa Contrada).
 Una giornalista locale, Gaia Tancredi, scriveva del politico campano in modo liricheggiante:

"Lui è campano, ma il Palio ha imparato a comprenderlo ed amarlo e soprattutto a comprenderne i tesori (allusione profetica?, Ndr), tanto da decidere di battersi in Parlamento per preservarlo nella sua natura originale" (19 novembre 2006), Corriere di Siena).

 A domanda della cronista, Del Mese riferiva, riferito al suo collega senese:

"Sa una cosa, Franco Ceccuzzi è davvero un bel rompiscatole. Non mi ha mollato un attimo; Ceccuzzi HA DAVVERO A CUORE I BISOGNI della vostra città, TENETEVELO CARO, perchè sulle faccende che riguardano Siena si batte come un leone" (sempre 19 novembre 2006).

 Nel gennaio del 2007 l'idillio era ancora in piena corsa, al punto che il prestigioso editorialista dello stesso quotidiano, Stefano Bisi, proponeva a caratteri cubitali "Un brindisi per Paolone!" (sic); sotto, pubblicava una imperdibile foto di Ceccuzzi e di Del Mese, insieme, accanto ad un bottiglione di una magnum di Nobile di Montepulciano, da Ceccuzzi donata allo statista di Pontecagnano Faiano.

"Ci consentirà l'onorevole (Del Mese, Ndr) di chiamarlo così. Ormai è un senese onorario.Negli ultimi tempi ha aiutato Siena per il Monte dei Paschi e per le Contrade".

 Il panegirico a mezzo stampa, infine, si concludeva con l'augurio, da parte di Franco Ceccuzzi, che Del Mese "possa ricevere altre magnum di vino altrettanto pregiato del nostro territorio, PER NUOVI ED ALTRI MERITI".
La caduta del Governo Prodi prima, la carcerazione in un secondo tempo, lo hanno un po' frenato, da questo punto di vista...

Ps Domanda delle cento pistole: Ceccuzzi Franco e Mussàri Giuseppe, domani, viaggiano insieme, alla volta della Procura di Salerno? Visto che non si sentono più (Ceccuzzi dixit), vanno con due macchine diverse?

martedì 26 febbraio 2013

Analisi del voto (e domani tutti alla manifestazione!)


  Eccoci dunque arrivati al day after delle clamorose (e sciistische) elezioni politiche del febbraio 2013.
 Oltre a Beppe Grillo (sul quale ovviamente torneremo a brevissimo), grazie all'inazione piddina l'autentico vincitore, nonostante l'emorragia di voti, è Silvio Berlusconi, ancora una volta (se Dio vuole, sarà l'ultima) salvato dal gruppo dirigente bersanian-dalemiano.
 Per Bersani (sconfitto anche nella sua Bettola!), non resterebbe che una strada, di decoro politico: le dimissioni. Un partito che non riesce a vincere davvero contro un cadavere politico come il Berlusconi di tre, quattro mesi fa, è come un calciatore che tira fuori un rigore a porta vuota. Non solo c'è l'errore, macroscopico, di avere impedito a Renzi (tramite primarie blindatissime, con un successo, quello del segretario, conquistato nelle roccaforti calabresi e campane, proprio come nelle precedenti primarie) di fare il candidato, ritagliandosi un ruolo di peso all'interno del partito (il massimo cui l'apparatcik Bersani potrebbe aspirare); c'è anche l'errore, successivo, di avere rifiutato la proposta di alleanza con Ingroia: non credo ci sarebbe stato un singolo elettore che non avrebbe votato un Pd alleato con l'ex Pm (d'altro canto, Di Pietro è un alleato "storico" del Pd: D'Alema voluit...), ed oggi quel peraltro magro bottino portato in dote da Ingroia renderebbe sic et simpliciter l'Italia governabile. Bersani, invece, con la consueta superiorità ha preteso la desistenza, senza concedere niente in cambio. Chapeau.
La ragione antropologica della clamorosa non vittoria bersaniana risiede proprio in quel mai sopito complesso di superiorità, che non si placa nemmeno dopo i peggiori scandali, Mps e non solo: gli altri (i grillini), erano fascisti, a fine agosto; in televisione, si va poco, visti i risultati; nelle piazze, poi? No, si va nei teatri, che si sta più al calduccio e le contestazioni sono più rare, perchè c'è sempre un filtro.
 Perlina finale: tutto il vecchio gruppo dirigente, cooptato nel futuro Governo guidato dallo "statista" di Bettola. D'Alema? Ottimo Ministro degli Esteri; magari Rosaria alle Pari opportunità. Ed un posticino per Waltere, non glielo vogliamo proprio trovare?

 Grillo, da par suo, andrebbe ringraziato, anche da parte di chi non lo ha votato. Come lui stesso dice, ha garantito (almeno per ora) che il malessere e la rabbia sociale sfociassero in altro, rispetto a quello che è stato: l'esaltatore dei carri armati sovietici a Budapest (Giorgio Napolitano), lo dovrebbe omaggiare. Ha dato un'alternativa, vedremo se ben riposta, ai delusi, di destra e di sinistra e di centro; ha contenuto inoltre l'astensionismo, cresciuto ma senza i toni drammatici della Sicilia.
Come ha scritto Massimo Fini, chi è che non preferirebbe il salto nel vuoto, di fronte ad un suicidio assistito come quello propostoci da chi ci ha portato fin qui?
 La sfida del Movimento è adesso quella di maggiore democrazia interna (ma nessun partito, a partire dal Pd, può permettersi di scagliare la prima pietra, sia benissimo chiaro: proprio partendo dalle primarie!), e di una posizione più chiara e netta su certi temi (ne indico due: l'euro ed i diritti civili). Vedremo; ma già quello che abbiamo visto, pare significativo assai...

Ps Ricordo ai lettori la manifestazione di domani pomeriggio (ore 18 in Piazza del Campo, poi prosecuzione verso Piazza Salimbeni; non si sa ancora se la dottoressa Dalla Riva si affaccerà a salutare i convenuti...).
Ognuno faccia come gli pare e piace, ci mancherebbe anche altro; poteva essere organizzata prima, meglio e financo con la copertura della Cnn.
Se aspettate però che l'organizzi il Pd, un evento di questo tipo, vi conviene mettervi il cappotto e muovere le chiappe. 

lunedì 25 febbraio 2013

L'Italia al voto, l'eretico al seggio (35)...

 
 
  Le prime elezioni sciistische della storia repubblicana si sono dunque concluse: nel segno dell'assoluta incertezza sul risultato finale (per il momento), motivo per il quale sull'analisi politologica è meglio soprassedere, e rimandare a domani.
 Delle prevedibili dimissioni di Franchino il Ceccuzzi, prendiamo atto: da una parte, con enorme soddisfazione, vista l'opposizione antifranchino che ha sempre contraddistinto questo blog; dall'altra, con inquietudine: il Pd è messo molto, molto meglio oggi, di ieri, a livello cittadino. Ma anche di questo riscriveremo a lungo (se poi il dissesto comunale sarà ancora più tragico di quello che sappiamo, addio Comunali...).

   Il pezzo di oggi sarà invece centrato sull'esperienza ereticale al seggio 35 (quello in cui tra l'altro vota), in qualità di semplice scrutatore, agli ordini di un Presidente di provata esperienza, Michele Commare (il quale, da persona simpatica ed intelligente quale è, non si è offeso quando gli ho fatto notare la sua sinistra somiglianza con Totò Riina); esperienza quantomai stimolante, benchè già fatta altre volte, sempre in quel seggio o in altri presenti all'interno della scuola elementare Saffi.
Fare lo scrutatore rappresenta infatti un'esperienza antropologica che io raccomando a tutti, a fortiori se uno ha un certo qual interesse per la politica.
 Il seggio in questione, il 35, comprende una zona della città piuttosto variegata: via San Marco e parte di Pian dei mantellini, poi colonna San Marco (con il nuovo agglomerato di Via Paolo Frajese), Massetana e Massetana romana, più Pescaia, nonchè Montalbuccio più Esterna Fontebranda. Centro storico e nuovissima periferia, campagna piena e zone immediatamente extra-moenia, dunque.
 I risultati delle principali forze politiche: al Senato, 249 voti al Pd, 157 a Grillo, 97 a Berlusconi e 61 a Monti; alla Camera, 247 al Pd, 178 a Grillo (in ulteriore ascesa, con il voto degli under 35), 96 a Berlusconi, 68 a Monti.
 Morale da evincere, da questo seggio: il Pd perde (straperde rispetto alle ultime politiche, quelle del 2008), ma non tracolla; il Movimento 5 stelle è nettamente la seconda forza, con il Pdl terzo e Monti, ben distanziato, quarto. Questo sia alla Camera che al Senato.

  Dicevamo dello spettacolo antropologico, soprattutto dei rappresentanti di lista (c'era anche Bernardo Giorgi, amico dell'eretico di antichissima data): primus inter pares, il tartucatissimo Luca Guideri, uno dei "congiurati" che ha fatto cadere la Giunta Ceccuzzi (almeno una, in politica, l'ha fatta giusta!), ora traghettato nella Lista Monti, per seguire il suo faro politico Alfredo Monaci. Battuta cult, sebbene difficile da capire per i non contradaioli:
 "Io lo sapete sono per Monti, però mi aspettavo che Casapound, con questo simbolo della Tartuca che si ritrova, prendesse di più...".
Da rimarcare anche il guideriano beau geste di offrire a tutti i componenti del seggio, domenica mattina, un fornito vassoio di dolci, di paste. I componenti del seggio 35 hanno tutti gradito, senza esclusione alcuna. Un perfetto gentleman da elezioni, dunque.

 Sel schierava invece un sellato atipico, non di rado infatti polemico con la gestione senesota del movimento guidato da Vendola: Pierfrancesco Tanganelli, figlio dell'indimenticabile Tambus. Degna di futura memoria una polemica, in corridoio, fra lui ed il sopracitato Guideri. Motivo? L'uno attaccava il sellato Cannamela, l'altro il montiano Alfredo Monaci: scintille da comunali...

  Il Pd, da par suo, schierava l'attempato Massimo Roncucci, versione piddina del comico Massimo Boldi. Preparatissimo sul modus operandi del seggio (Roncucci, non Boldi), il ceccuzziano è uscito visibilmente soddisfatto dallo scrutinio: l'abbandono di Franchino l'aveva già, almeno in parte, elaborato (e dell'addio era ovviamente già consapevole), e il non tracollo piddino l'aveva rassicurato non poco. Tipico esponente del piddino vecchio stampo, con un anno di Frattocchie sul groppone (magari l'avesse fatto qualcuno di oggi), è stato di gran lunga il più presente, fra i rappresentanti di lista.
Alla fine, con malcelato orgoglio da vecchio Pci, mi ha fatto vedere un foglietto:
"Vedi, fra questi scritti sul foglietto è mancato un nome solo, ma perchè era in Germania".

 Fino a che ci sarà gente così capillarmente organizzata (ed è - almeno in parte - un complimento), fino a quando arriveranno a votare i tanti "omini degli orti", belli rubizzi e con il cappello in testa anche in cabina, il Pd partirà sempre avvantaggiato, in città (come infatti è letteralmente imbattibile nella ben più rossa Provincia).
 Non c'è scandalo Mps, pastificio Amato o sfascio generalizzato che regga. Quando parte la mobilitazione guidata dagli esperti generali alla Roncucci, le divisioni degli "omini degli orti" partono lancia in resta. Mussari? Non ha più la tessera del partito, no? 

Ps Fra le (poche) schede nulle, sia alla Camera che al Senato, c'era una scheda con su scritto, invece di ladri et similia, "W la fica".
 La eretical proposta di attribuirla a Berlusconi, purtroppo, è stata implacabilmente abbuiata...

sabato 23 febbraio 2013

I cittadini in piazza contro il malaffare (finalmente)!

 
  Adesso ci sarà di certo chi dirà che si poteva aspettare la primavera ed il suo teporino (invece di dire che si è aspettato sin troppo!); oppure che chi la organizza è credibile, ma c'era chi era ancora più credibile e ganzo; ovvero si dirà che è solo una speculazione elettoralistica (nel 2006 e nel 2011, però, se ne sono viste pochine, e sarebbe stato bene vederle); inevitabilmente ci sarà chi, con la sola partecipazione, vedrà la possibilità di rifarsi una verginità, magari dopo essere stato di facilissimi costumi per anni ed anni (succede in ogni regime-changing, la Storia insegna: la libera stampa esiste anche per smascherare certi comportamenti), ed altro ancora.

 Per chi volesse semplicemente, ed in modo liberatorio, manifestare CONTRO questa indegna classe politica (con nomi e cognomi che ben conosciamo) la quale ha affossato Siena, magari con un pensierino di sana solidarietà VERSO i 4 moschettieri della Procura che stanno cercando di pulire una parte almeno del marcio senesota, venga in Piazza del Campo, il prossimo mercoledì alle ore 18: da lì, tanti o pochi, ci inerpicheremo per il Chiasso largo, per Banchi di sopra, fino a Piazza Salimbeni (tanto la Borsa è chiusa, si può parlare di società quotate, a quell'ora...).
 Mi scrive Massimiliano Angelini (che organizza a nome dell'associazione La città ai cittadini l'evento, dopo la riuscita serata sulla stampa dello scorso venerdì) che l'evento è aperto a tutti i movimenti: massimo ecumenismo possibile, come è giustissimo che sia.
 Per ora, ufficialmente hanno aderito solo Fermare il declino (il movimento di Oscar Giannino) locale, Siena c'è e Pietraserena. A livello di candidati a Sindaco, solo il buon Enrico Tucci. Mi aggiunge l'Angelini che sia Laura Vigni che Michele Pinassi, a proposito di candidati, hanno assicurato (credo a titolo personale) la loro presenza.
 Nessuno parlerà (meglio così, il silenzio talvolta è d'oro: in più nessuno ci resta male se non viene interpellato!), se non un attore che leggerà il famoso discorso sulla democrazia di quel povero Pericle, citato da Bersani durante le primarie (non si può querelare post mortem?)
 Solo striscioni, spero anche ficcanti e salaci (basta con questo buonismo imperante!).

 Saranno, saremo in tanti? Saranno, saremo in pochi? Chi lo può dire: certo è che FINALMENTE qualcuno un evento così lo organizza.
 Dal punto di vista ereticale, bisogna esserci, e fare in modo che altri ci siano.
Personalmente, oltre al resto farò soprattutto una cosa: un piccolo censimento delle associazioni e dei movimenti (di ogni genere e tipo) presenti. Sono proprio curioso di vedere chi si defilerà.

 In altre città, per un terzo di quello che è accaduto in loco ci sarebbero state barricate di stampo tardottocentesco (e senza alcun Bava-Beccaris all'orizzonte).
 Questo evento, proposto dall'amico Angelini, non sarà forse un Eurostar, ricordando piuttosto un Siena-Empoli vecchia maniera. Ma se perdiamo anche questo treno, meritiamo di farci ridere dietro dal resto d'Italia. Fate vobis...

Ps Domani la rubrica culturale La domenica del villaggio NON andrà in onda; l'eretico è impegnato in un seggio cittadino a fare il suo dovere di scrutatore (con rappresentanti di lista letteralmente SPETTACOLARI, di cui si scriverà a tempo debito). Domenica prossima, la rubrica ritornerà regolarmente in onda, a Dio piacendo.

venerdì 22 febbraio 2013

Franchino il Ceccuzzi, un deputato con le mani in pasta...

 
  Oggi l'eretico voleva dedicare il suo articolo alle imminenti elezioni politiche (le prime sciistiche della Repubblica!), ma ovviamente la notizia del giorno è l'avviso di garanzia salernitano a Franchino il Ceccuzzi (ci sarebbe anche Mussàri Giuseppe, ma ormai non fa più neanche notizia, poverino...).

  Andai a Salerno nell'agosto del 2008, ed il reportage del viaggio è nel mio Le mani sulla città (uscito nell'aprile del 2009!): lo ius primae noctis, ancora una volta, è ereticale. Ottimo è stato comunque il lavoro di continuo aggiornamento, sulla vicenda, svolto dal Gavinone, dal Cittadino on line e soprattutto dagli illuminati, sempre pronti ad informare i cittadini senesi degli sviluppi dell'inchiesta della Procura di Salerno.

 Franchino, dunque, è indagato per "concorso in bancarotta per dissipazione" (non del Monte, del pastificio Amato); la cena in qualche modo incriminata risale al 2006, Ceccuzzi era deputato, e c'era anche Mussàri Giuseppe, insieme al Sindaco dalemiano (toh) De Luca. Come molti sapranno, qualche fedelissimo dell'onorevole Del Mese fu piazzato in posti strategici del Sistema Siena, compreso quel principe del foro (tale Simone Labonia) che fece recapitare una lettera durissima all'eretico, reo di avere scritto in modo critico dell'integerrimo statista di Pontecagnano Faiano Del Mese Paolo (ora carcerato, incidenter tantum).
La difesa di Franchino il Ceccuzzi assume toni quasi surreali, direi vagamente felliniani:

 "Voglio sottolineare, con fermezza, di non avere mai ricoperto cariche o svolto ruoli all'interno del pastificio Amato".

 Come si fa a non sorridere? Francamente - come direbbe il suo faro, Massimo D'Alema - non si sa cosa opporre, a cotanto ragionamento: magari, Franchino avesse "svolto ruoli", nel pastificio Amato. Avrebbe così potuto assaporare il gusto del lavoro (e l'incazzatura di quando lo perdi, come accaduto agli operai che al pastificio Amato lavoravano).

  A questo punto, si aprono, all'interno della politica senesota, tre scenari (Franchino ha detto che lui deve raccogliere le idee):

1) candidatura Ceccuzzi va avanti, perinde ac cadaver (per me, era l'ipotesi più probabile, certo adesso è a rischio): per il Pd, meglio perdere Sienina, che avere un possibile parlatore a giro. Specie se il Pd non tracolla nel fine settimana, in loco. Tra l'altro, non è stata forse affidata una certa banca (che era della città) ad un indagato (poi rinviato a giudizio)? Franchino avanti tutta, nonostante tutto: la migliore delle ipotesi (per chi pensi alle Comunali, ovviamente);

2) salta Franchino, e - primarie alla mano - si candida Pasqualito D'Onofrio (secondo classificato, su due concorrenti...), così da trasformare la corsa a Sindaco in un agone tra camici bianchi. Tanto importanti e dirimenti le primarie, no? Allora vai con Pasqualito!
Ipotesi di fantapolitica, direi: ma spassosissima, allo stesso tempo.

3) salta Franchino, ed il Pd candida (senza primarie, ovviamente) un suo uomo (o donna), apparentemente fuori dal "groviglio armonioso".
 Ipotesi, purtroppo, tanto probabile, quanto pericolosa, per il futuro della città: il Pd rischierebbe davvero di continuare a vincere.

Indi per cui, un suggerimento, di cuore, ai lettori: l'eretico NON ce la fa, i polpastrelli non assecondano i neuroni, in questo caso. Chi abbia stomaco forte e pelo sullo stomaco, però, domenica o lunedì faccia una cosa: voti Pd (sic). Il mancato tracollo del partitone in città, è l'unico modo per continuare almeno a sperare in Franchino candidato.
 Per il bene supremo della città, si può fare, no?

giovedì 21 febbraio 2013

Sanità senesota: parte l'operazione "Salvate la moglie del compagno Rossi"



   La situazione si fa vieppiù incandescente: pare sempre più evidente e scoperto che la ragion di Stato (anzi, di Regione) stia contagiando sempre più gente. L'ordine di scuderia è: bisogna salvare la moglie del compagno Rossi Enrico, punto e basta. Costi quel che costi.
 L'eretico, a questo punto, propone che qualcuno ci metta la faccia, e lo dica con chiarezza: il clamoroso buco dell'Asl senesota NON è colpa della dottoressa Benedetto in Rossi (Direttore generale fino al settembre 2011), ed anche se lo fosse, per una inedita ragion di Regione, la cosa deve morire qui. Il capro espiatorio c'è già (il Mozartr dei bilanci aslini, il dottor Grazioso); la dottoressa Benedetto da un anno e mezzo se n'è ita da Siena; terzo, il compagno Enrico ed i suoi famigli NON SI POSSONO TOCCARE. Almeno la smetteremmo di ascoltare cose che - dispiace molto dirlo - offendono l'intelligenza (normotipica, niente di più) dell'eretico e, si pensa, dei suoi tantissimi lettori. Ci vuole dunque qualcosa: Re Giorgio (Napolitano: copyright Marco Travaglio), è già intervenuto in altri campi (buon ultimo, per silenziare l'affaire Mps, o almeno provare), non gli si può chiedere di metter bocca anche su una questione di esclusiva pertinenza regional-familiare; Benedetto XVI un Motu proprio pare lo stia preparando, ma sembra eccessivo chiedergli di intercedere pro Rossi e Benedetto. Il Ministro Grilli, da par suo, ha già vagonate di problemi con la sua (ex, peraltro) moglie, e non sembra gentile scomodarlo per cercare di parare i problemi di quelle degli altri.
La delicatissima questione, dunque, in attesa delle decisioni della Magistratura (in questo caso se ne occupa il Pm Nicola Marini, l'altro moschettiere della Procura di Siena), è destinata a vivere dei contorsionismi dei fedelissimi del compagno Rossi. Primus inter pares, l'Assessore alla Sanità Luigi Marroni.
Il quale, poverino, cerca di scalare un grattacielo di 50 piani con le mani piene di olio: impresa ardua assai, come si può immaginare.
 In una esilarante intervista a Repubblica Firenze dello scorso 27 gennaio, per esempio, inanella una quantità di cose, come dire, opinabili.
Politicamente, attacca a testa bassa l'opposizione Pdl in Consiglio regionale, che invece (una volta tanto!) sta facendo ben meritoria opera di dura opposizione, su questo buco come su quello di Massa: forse Marroni preferiva i bei tempi andati dell'inciucione Pd-Pdl oggi sotto gli occhi di tutti? Procedamus: spiega, l'Assessore, la questione del concorso (saltato), con incarico al Mozart dei bilanci, dando la colpa a Tremonti che "bloccò i concorsi pubblici". Cosa già smontata plurime volte in questo blog, documentazione inossidabile alla mano (vedasi la settimana scorsa, senza andare tanto lontano); il crescendo continua con una topica clamorosa: secondo l'Assessore regionale "Grazioso (il Mozart dei bilanci, Ndr) fu incaricato della funzione, tra l'altro era l'unico a possedere i requisiti necessari". Cosa curiosa alquanto, e per svariati motivi: non ultimo, la mancata effettuazione del concorso di cui sopra! Solo l'Assessore Marroni può sostenere che un tale sia l'unico ad avere i titoli, nel momento in cui il concorso NON SI FA! Chapeau.

  Gran finale (sintetizziamo): alla domanda sul disperato tentativo marroniano di fare risalire il pasticciaccio brutto del dottor Grazioso a giugno 2012 (scagionando così la moglie del Presidente Rossi, via dall'Asl da quasi un anno), Marroni, serafico, risponde:
"Perchè alla Asl di Siena la Regione avrebbe dovuto assegnare ancora 24 milioni per l'esercizio 2011". Paro paro: i bilanci sembravano così in ordine (sic), che i successori della moglie del Rossi rinunciavano ai soldini regionali.
Fortunatamente, anche se siamo a Siena, i numeri qualcosa valgono sempre.
Sul totale delle assegnazioni regionali, l'Asl senesota, tra il 2008 ed il 2011, ha sempre oscillato fra un minimo di 7,04% (2010), ed un massimo di 7,13% (2011). Le Asl toscane - per chi non lo sapesse -  sono 12.
Se davvero l'Asl 7 avesse dovuto avere quei famosi 24 milioncini, improvvisamente si sarebbe arrivati - calcoli alla mano - al 7,54% della quota regionale, con una ben curiosa megaimpennata.
C'è di più, molto di più: la Regione, guidata dal marito della dottoressa Benedetto, ha stanziato lo scorso anno tre volte fondi extra-bilancio per la Sanità toscanota (soldi che sarebbero potuti andare altrove):
63 milioni, maggio 2012;
50 milioni, luglio 2012;
12 milioni, settembre 2012.
Il tutto per coprire le perdite (deficit) del 2011.
Queste perdite d'esercizio, dove sarebbero state, in quali Asl? Solo nella voragine massese, o magari anche altrove?
 Di certo, NON a Siena, visto che in loco ci si permetteva di non incassare 24 milioni.
Come credibilità, siamo ai livelli di Ruby nipotina di Mubarak.

 Se poi - come detto sopra -  bisogna salvare la moglie del compagno Enrico Rossi in tutti i modi, ci può andare anche bene, ma abbiate almeno pietà e rispetto della nostra, normotipica, intelligenza...   

mercoledì 20 febbraio 2013

Il mercoledì scolastico: i ragazzi e la crisi

 
   Nei giorni scorsi, in occasione del consueto compito in classe, fra i tre titoli proposti, ce n'era uno sulla crisi economica e sulle sue ricadute, a livello concreto, sulle famiglie degli studenti. Chi non ha voluto cimentarsi su Dante (il XV, dunque Brunetto Latini) o sul Seicento a livello storico, quindi, si è buttato, con più o meno entusiasmo, sul tema slegato dalla programmazione scolastica (in realtà, ovviamente se n'era parlato ad abundantiam in classe, soprattutto in Geografia).

 Correggendo gli elaborati, vengono fuori cosette interessanti: per esempio, che la maggior parte degli studenti sostiene che della crisi sente sì parlare in continuazione, ma che la stessa NON gli ha cambiato molto la vita.
 Mettiamo che chi ha difficoltà, abbia scelto di non scriverne; poniamo che si sia voluto edulcorare il tutto; aggiungiamo che, in città, la ricchezza familiare pregressa di molti (certo non di tutti) possa fare, ancora per un po', da scudo protettivo; per poi aggiungere, infine, che molti tirano la cinghia, tagliando molto, ma cercando di preservare i figli: resta il fatto che questi preadolescenti vivono la crisi come un qualcosa che non li tocca più di tanto. Curioso, no?

  C'è comunque chi scrive delle lamentele familiari per il costo della benzina, esortando al contempo ad usare i mezzi pubblici e financo i piedi il più possibile (sacrosanto!); c'è chi dice che la sua famiglia viaggia di meno (ma viaggia sempre); c'è chi spara a zero sull'Imu come neanche Berlusconi, e via dicendo.

 Mi permetto di citare un brano dell'elaborato di un'alunna (certo non delle peggiori, anzi), che può dare qualche consiglio a chi abbia vissuto al di sopra delle possibilità, ed oggi deve imparare a ricalibrare il proprio modus operandi. Semplicissimo  (non certo banale) buon senso da formichina, ci mancherebbe: ma quanti - e per quanto tempo - hanno vissuto da cicale, all'ombra di un Sistema che oggi non esiste più? Quanti hanno quotidianamente vilipeso la fatica ed il merito?
Ascoltiamola, dunque:

 "In tutta la mia vita, i miei genitori mi hanno sempre insegnato a non spendere cifre iperboliche per delle sciocchezze. Certe volte ho dei ripensamenti perchè vedo alcune mie amiche che, anche senza meritarselo, tutti i venerdì vanno a fare le spese mentre io sono a casa a studiare per il giorno dopo (tre ore con lo scrivente, il sabato, Ndr)".

Mi piace, in conclusione, sottolineare soprattutto un passaggio: "ANCHE SENZA MERITARSELO". Di fronte a tanti buffoni che parlano di impegno e di meritocrazia, forse un raggio di luce ci potrebbe anche essere...

lunedì 18 febbraio 2013

Profumo: una lettera contraddittoria (ed una domandina)


   Ieri l'eretical lettura del Sole 24 h è iniziata con l'analisi della lettera aperta del Presidente Alessandro Profumo sul Monte ("Ecco perchè chiediamo più rispetto"). In primis, tanti auguri al Presidente per il compleanno, che ricorreva appunto ieri.

  Sul merito, qualcosina però ci sarebbe da eccepire (forse anche più di qualcosina, a dirla tutta). La sgradevole sensazione è che si voglia ribaltare l'attenzione dai problemi del Monte con la solita storia del cattivo giornalismo: che di certo esiste (a Siena, potrebbero farci seminari universitari per un decennio...), ma in un contesto come questo sembra l'ultimo a dovere chiedere scusa. Semmai, la stampa nazionale dovrebbe scusarsi per il silenzio-assenso rispetto all'affaire Antonveneta ed a tutte le altre porcate oggi al vaglio dei tre moschettieri (Grosso, Nastasi e Natalini) della Procura.

 Entriamo dunque in medias res. Profumo entra nella delicatissima questione dei Monti bond, ed anche dei Btp mussarian-tremontiani fatti ingozzare alla banca esclusivamente per agevolare l'ascesa all'Abi di Mussàri Giuseppe (captatio benevolentiae verso Giulio Tremonti).
 Con il massimo rispetto, l'eretico si permette di fare rilevare una contraddizione piuttosto clamorosa tra quanto affermato pubblicamente dal Presidente Mps nell'agosto scorso, in mezzo ai costolecci piddini in Fortezza, e quanto invece pubblicato ieri dal quotidiano confindustriale (un altro che si è svegliato dopo il 22 gennaio). In quel caso, alla festa piddina, disse che ben peggio dell'affaire Antonveneta, era stato il fatto di comprare troppi Btp, Mussari regnante. Non c'era quindi alcunchè di patriottico, nel comprare quelle miliardate di titoli, ad agosto scorso.
Ieri, invece, la pista mussarian-patriottica sembrava essere quella prevalente.
 Mi permetto di citarla, verbum de verbo:

"Verrebbe qui da fare notare, a chi parla a sproposito di peso che ricade sulle spalle dei contribuenti, che lo Stato viene chiamato oggi ad intervenire dove, paradossalmente, è nato il problema: la credibilità dell'Italia è calata ed ha svalutato i Btp in possesso della banca, adesso il Governo si fa carico del sostegno per colmare il gap creato dalla perdita di valore "mark to market" dei suoi titoli".

 Intesa ed Unicredit, meno gonfi di Btp, sono dunque banche meno patriottiche di Mps?
 Ad agosto, secondo Profumo, Mussàri era stato avventato (più che a comprare l'Antonveneta!!), nell'impanciare questi "maledetti" Btp; a febbraio, bisogna rivalutarlo per avere quasi salvato il Sistema Italia?
 Noi crediamo al fatto che la banca oggi sia diversa (nel senso di migliore) rispetto a prima: anche perchè provare a farla essere peggiore sarebbe cosa più che ardua...

 Quello che c'era prima, non si è mai degnato di rispondere a nessuna domanda, e si è visto che fine ha fatto; proviamo dunque con il nuovo e trasparente (condoniamo anche il rinvio a giudizio per la storiaccia Brontos) dottor Alessandro Profumo: su quali basi è stato nominato Presidente dell'Abi Mussàri Giuseppe (con il beneplacito di Profumo stesso), tanto nel 2010, quanto nel 2012?


Ps Ad essere proprio pignoli, osiamo aggiungere ciò che abbiamo già scritto: fino ad ottobre 2012, nessuna notizia di Alexandria, ai piani alti Mps? Su questo blog, letto anche da qualche suo dipendente, se n'era scritto da marzo 2012.
 Pur preso da centomila impegni tesi a salvare il salvabile, gli dedichi qualche minuto a settimana, a questo blogghino. Tutta salute, mi creda.

domenica 17 febbraio 2013

La domenica del villaggio: Ratzinger, le gonne delle hostess e Giordano Bruno...


   Si conclude la settimana iniziata con il clamoroso abbandono ratzingeriano. Tantissimo, inevitabilmente, si è scritto e si scriverà, ed altrettanto naturaliter qualcosa è rimasto del tutto nell'ombra, fra le sconfitte, plurime, di Benedetto XVI.
 Chi ricorda, per esempio, la vigorosa battaglia (culturale e religiosa ad un tempo) per ristabilire la centralità della domenica, giorno di festa e di preghiera? All'inizio del pontificato, diciamo fino al 2006, il sine dominico non possumus era stato uno dei baluardi della pastorale ratzingeriana. Ricordo nitidamente molti ingressi di Chiese tappezzati di manifesti che spingevano in tal senso. Era davvero uno dei capisaldi dell'agenda del Pontefice tedesco.
Poi, gradatamente, il realismo deve avere preso il sopravvento: la secolarizzazione, il consumismo hanno vinto ancora. L'eretico non  è dispiaciuto della (ennesima) sconfitta ratzingeriana, ma non può neanche gioire per la vittoria (l'ennesima) del consumismo.

  Se Roma piange, neanche Costantinopoli se la passa bene, almeno da certi punti di vista.
 La Turchia, il baluardo dell'Islam laico e tollerante, la Nazione di Ataturk, sta vivendo una pericolosissima regressione culturale. Si dice che Erdogan sia una figura di politico fautore di un Islam pragmatico, tradizionalista ma capace di stare al passo con i tempi; dal punto di vista economico, tanto di cappello per i progressi degli ultimi anni (avrà sempre voglia, la Turchia, di entrare a fare parte dell'Europa, o preferisce crogiolarsi piuttosto nel "neoottomanesimo" oggi in voga?), ma dal punto di vista dei diritti civili? Alberto Negri, sul Sole 24 ore del 20 gennaio, scrive un bell'articolo sulla censura imposta da Erdogan contro intellettuali scomodi e serie tv giudicate al limite della blasfemia.
Scrive Alberto Negri:
 "Le opere del marchese de Sade, per esempio,sono ancora bollate come licenziose e con esse altre come Uomini e topi di John Steinbeck, ritenuto diseducativo".
Negri aggiunge che risultano in carcere almeno 49 giornalisti, non a caso quasi tutti curdi.
Non è tutto: Erdogan se l'è presa con una serie tv dedicata al sultano Solimano il Magnifico, colpevole a suo dire di avere dato risalto agli aspetti più scabrosi della quotidianità dell'harem.
Non ha dunque sorpreso nessuno la sconcertante decisione del Primo ministro turco di fare abbassare le gonne delle hostess della Turkish airlines, decisione presa nei giorni scorsi.

 Oggi è il 17 febbraio; 413 anni or sono, dunque, in queste ore veniva "abbruciato", in Campo dei fiori, Giordano Bruno. Inutile dire da parte di chi. Se guardiamo al 1600, quanta strada è stata percorsa! Se guardiamo a quanto c'è ancora da fare contro OGNI TENDENZA FONDAMENTALISTA, bisognerebbe essere dei rocciatori esperti...

Ps Rivisto, ieri in tv, "American gangster" di R. Scott, con Denzel Washington e Russel Crowe. Chi l'avesse perso, lo recuperi al più presto: è uno dei migliori gangster movie degli ultimi anni. E le didascalie finali sono assolutamente stimolanti: una storia (vera), con un finale ai limiti dell'incredibile.

venerdì 15 febbraio 2013

Mussàri insultato, Minucci in trionfo: qualcosa non torna...


    Che strana terra, che è quella senese. Stamattina, qualche monetina e parecchi insulti per il plurinquisito Mussàri Giuseppe, all'arrivo in Procura, donde è uscito a metà pomeriggio, dopo avere parlato con i Pm Grosso, Nastasi e Natalini, i tre moschettieri che danno la caccia al fiume di denaro sparito con l'affaire Antonveneta, con tuttio gli annessi ed i connessi. Quanto alle monetine, il paragone con Craxi è quello più scontato e prevedibile: ne riparleremo, sperando di averne tempo.

 Dopo la "mattinata delle monetine", stasera la Mps Mens sana gioca una importante partita con il Vitoria: sarà una bel match, a lume di naso, ma non è il dato tecnico quello che ci interessa, in questa sede.
Ci preme piuttosto sottolineare che l'orgoglio della città di Siena - a sentire i corifei castisti - sarebbe stato, almeno in parte, salvato dalla bella vittoria di domenica in Coppa Italia, da parte della squadra del bravo Banchi. Una squadra che continua ad avere - nonostante le buffe dimissioni da Presidente - come dominus assoluto quel Minucci Ferdinando che è sotto inchiesta da parte di quella stessa Procura che indaga su Mussàri, addirittura da parte dello stesso Pm (Nastasi). L'accusa parla di pagamenti in nero ai giocatori. Minucci si difende dicendo, in buona sostanza, che lo fanno tutti. Chapeau. Già detto questo, si potrebbe chiudere il discorso, ma osiamo chiedere ai lettori: ci si accanisce (con piena ragione) su Mussàri, e si osanna chi ha iniziato a vincere giusto sotto il regno di Mussàri.
 Se lo vedeste fare a qualche altra collettività, come la giudichereste, la suddetta collettività? Possibile che non si capisca che applaudire Minucci equivale ad applaudire Mussàri?

 Viene giusto fuori, ad adiuvandum l'eretical polemica, una notizia, riportata solo dal grande Enrico Campana sul suo sito seguitissimo (Pallarancione), dal Fatto quotidiano (con ripresa da parte del Cittadino il 30 gennaio) e da Panorama, con il bravo Gianluca Ferraris. I giornalisti d'assalto di Sienina, invece, si sono lasciati sfuggire anche questo clamoroso scoop. Che strano...

 Agli inizi del 2012, il buon Minucci Ferdinando ha ceduto il marchio Mens sana (comunicandolo a chi?) ad una neonata società gestita da tale Stefano Sammarini; la società, sita in Rimini, si chiama Brand management Srl, ed ha svariate particolarità: pur neonata, pur con un capitale da paese della fascia subsahariana (10mila euro!), con un contratto depositato davanti ad un notaio di Radda in Chianti (!?), ottiene, auspice Minucci Ferdinando, la licenza di uso del marchio della gloriosissima Mens sana basket. Nonchè - udite udite - un finanziamento di 8 milioni di euroni, sull'unghia, in un periodo in cui la banca purtroppo non eroga credito neanche a mettersi in ginocchio. Il tutto viene ratificato il 26 marzo 2012: guarda un po' il Fato, qualche giorno prima che Mussàri Giuseppe abbandonasse la banca (costretto all'abbandono dal grande discontinuatore Franchino il Ceccuzzi, ovviamente...).
Questo Sammarini (descritto come collaboratore di lunga data del Minucci), quindi, ha raccattato il jolly della vita: buon per lui! Ci auguriamo, per il bene della prosciugata banca, che possa e sappia restituire i soldi del finanziamento avuti, pronta cassa, da Mps gestione finalmussariana. Tutta gente al di sopra di ogni sospetto, questa di cui si parla: ma se la Brand management Srl NON restituisce i denari, che succede?
 In gergo giornalistico, la chiamano "operazione mezzanotte": prima che finisca il giorno, si raccatta quel che si può, poi si vedrà.  

Ps Altra chicchina minucciana: il marchio Mens sana risultava registrato (prima della meravigliosa pensata in oggetto), nel 2009, a Bologna. Rimini, Radda, Bologna: ma a Siena, non si registra mai niente?

giovedì 14 febbraio 2013

L'eretico a Perugia, Baldassari altrove...

  
  Ancora in piena evoluzione (chi ne avrebbe mai dubitato?) la maxinchiesta della Procura di Siena (Pm Grosso, Nastasi e Natalini, in rigoroso ordine alfabetico): la notizia del giorno è l'arresto di Gianluca Baldassari, l'ex Capo dell'Area finanza del Monte. Questo blog - primo in assoluto - ne aveva scritto il 15 marzo 2012. Negli ultimi giorni, quell'articolo è ritornato fra i top five più letti del blog. Chissà perchè...

  L'eretico ieri, da par suo, era a Perugia a presentare il suo libercolo mussariano. Insieme a lui, alla Feltrinelli, c'era il professor Bruno Amoroso, economista della scuola di Federico Caffè. Lo scrivente ha parlato di ciò che potete immaginare: non certo novità, per chi frequenti il blog (magari cosette stimolanti per i tanti presenti, voglio sperare); dopo una mezz'oretta ereticale, il moderatore - Maurizio Fratta - ha dato la parola ad Amoroso, che ha svolto un ragionamento estremamente complesso sul rapporto fra economia-finanza e politica negli ultimi 15-20 anni.
L'eretico, prendendo diligentemente gli appunti, si è segnato un paio di spunti davvero notevoli, a margine della proposta di Amoroso di abbandonare l'idea della dogmatica intangibilità dell'euro, su cui bisognerebbe tornare con un pezzo ad hoc.

  Primo punto: l'economia e la politica di oggi (più ancora di quanto accadesse ieri) sono come iceberg. Nel senso che il cittadino comune, anche discretamente informato, a malapena può conoscere un terzo, un quarto di ciò che accade nelle segrete stanze. Balsamo, per le orecchie ereticali. Il caso Mussari mi pare lo dimostri in pieno, come ho cercato di fare capire anche ieri a Perugia. Solo così si può tirare fuori roba tipo i cosiddetti titoli "al neutrone": titoli che - proprio come la famigerata bomba - ammazzano gli esseri umani, ma lasciano intatte le case e le ville (su cui possono mettere impunemente mano le banche, vedasi Spagna e States).

  Punto secondo: il rapporto fra politica ed economia-finanza. Perchè la politica - ci dice il professor Amoroso - NON si è accorta di niente, di fronte al marciume esploso nelle ultime settimane (Mps, ma non solo: si pensi a Finmeccanica, e non da ieri), ed esploso non certo grazie alla denuncia della classe politica?  Perchè la politica ha avuto palate di denaro, addirittura maggiore di quanto ne avesse ricevuto prima di un quindicennio or sono, proprio per TACERE, PER STARE IN SILENZIO davanti alle più efferate porcate. Con ciò, la politica è in modo permanente SOTTO RICATTO, avendo ottenuto tutto quel ben di Dio, tra l'altro senza alcun merito specifico. Amoroso concorda in questo con Giuliano Ferrara, che acutamente scrive da tempo che ormai, in Italia, a certi livelli si può fare politica solo se (ed in quanto) ricattabili: per entrare, appunto, in un grande, variegato club dei ricattati.
In tutta onestà intellettuale - guardando l'Italia e non solo - chi si sentirebbe di dargli torto?

Ps Venerdì sera (ore 21, Palazzo Patrizi), stimolante appuntamento sull'informazione A SIENA e SU SIENA, con giornalisti foresti e bloggers municipalistici. L'eretico - continuando il suo "Mussàri tour" - ci sarà.
 A proposito: venerdì è il giorno del secondo interrogatorio mussariano. A questo giro, parlerà?  

mercoledì 13 febbraio 2013

Il mercoledì scolastico: il ruolo del Preside


   Lo so, lo so: l'inchiesta su Mps continua ad espandersi a macchia d'olio (adesso si aggiunge il filone Acetello, di cui scriveremo), e bisognerebbe scrivere un paio di pezzi al giorno per aggiornare i lettori.
Le buone abitudini, però, bisogna cercare di mantenerle, almeno fin quando possibile; giusto quindi ritornare al "mercoledì scolastico", questa settimana.

 Lo facciamo parlando della figura apicale che ogni scuola (ormai, raggruppamento di scuole) si trova ad avere: il Dirigente scolastico, il vecchio Preside di una volta.
Fra i tanti aspetti su cui ci si potrebbe soffermare, ne vorrei rimarcare uno in particolare, del tutto generale: la tendenza è quella, per loro, di diventare sempre più manager, e sempre meno vicino al ruolo che, fino a qualche anno fa, rivestivano all'interrno degli edifici scolastici. Credo invece che sarebbe bene che i Presidi del nuovo (non più nuovissimo) millennio, tornassero a svolgere un ruolo quantomeno non troppo dissimile da quello svolto in passato, ritornando ad essere più presenti in classe, per esempio.

 Parto dall'esperienza concreta di stamattina; una classe con svariati ragazzi pieni di insufficienze e problematiche varie, ha visto la visita del Preside. Circa un quarto d'ora di discorso incentrato sui diritti e sui doveri dei futuri cittadini, oggi dodicenni. Nonchè sull'importanza del percorso scolastico sul loro futuro lavorativo. Proprio oggi, leggendo l'imperdibile intervista rilasciata da Antonio Degortes su Repubblica Firenze, il tema del tipo di scuola frequentata è ritornato di straordinaria, perdurante attualità...
Torniamo però al momento della visita.
 Come ai vecchi tempi, durante la presenza presidenziale, non è volata una mosca, perfino la tosse è passata, gli starnuti evidentemente sono stati abortiti sul nascere; come ai vecchi tempi, gli sguardi dei ragazzi erano come semipietrificati, al suo cospetto, ed anche i più spavaldi avevano riposto la loro abituale guasconeria; come ai vecchi tempi, l'eco di quei 15 minuti si farà sentire - almeno lo speriamo! - nel prosieguo dell'anno (siamo ormai al secondo quadrimestre), magari anche degli anni a venire.

  C'è bisogno di questi interventi, nelle aule scolastiche: non dico come l'aria, ma quasi.
La figura istituzionale si riprenda il suo ruolo nel contatto face to face con i ragazzi: sarà un balsamo (agrodolce) per loro, e non solo per loro.

lunedì 11 febbraio 2013

Ratzinger, Acampa e Mussari: il cerchio si chiude...


    E così, Benedetto XVI si dimette: lascerà la Chiesa, con teutonica precisione, alle ore 20 del prossimo 28 febbraio.
 Prima di seguire la pista su cui desideriamo porre l'attenzione, non si possono non scrivere alcune cose (le prime, fra le tantissime, che vengono in mente) sul Papa uscente.
Partiamo dalla fine, da oggi: il gesto è in re ipsa rivoluzionario (non coraggioso, si badi bene: rivoluzionario). La Storia lo dimostra.
 Il Pontefice si ritira da sconfitto, su questo nessun dubbio: ha fallito in tutto, e con il tempo vedremo di affrontare almeno una parte dei temi. Non ha saputo affrontare con piglio realmente risoluto (soprattutto in Italia) lo scandalo della pedofilia; non ha saputo rendere più trasparente la burocrazia vaticana (mission impossible, forse); ha rinnegato - non a parole, ma nei fatti - lo spirito del Concilio Vaticano II, soprattutto per quanto concerne i temi legati ai diritti civili; ha aperto ai tradizionalisti scontentando tutti, compresa una parte degli stessi anticonciliaristi (!); ha scelto un Segretario di Stato palesemente inadatto al ruolo come Tarcisio Bertone, che gestirà adesso il nuovo Conclave da camerlengo. Visto l'eretical interesse in materia, infine, NON ha saputo sciogliere il nodo, complesso e scandaloso al tempo stesso, delle false apparizioni di Medjugorje: ha messo su una Commissione ad hoc, la quale non è stata capace di arrivare a niente, nonostante l'evidenza dei fatti. Satis est.

 Veniamo a noi: Ratzinger e Siena. Due elementi concorrono a rendere inquietante il suo rapporto con la città: Acampa Giuseppe e lo IOR.
 Nessuno - si badi bene - è così sciocco o provinciale da pensare che Benedetto XVI si sia dimesso per le questioni senesote; eppure alzi la mano chi può negare che uno dei motivi possa essere ANCHE questo. Le condizioni di salute (malattia o meno) erano più che precarie da tempo (dal momento dell'elezione del 2005, a dirla tutta), e Giovanni Paolo II era messo decisamente peggio di lui; il Papa tedesco non sembrava sul punto di dimettersi: pensare che si era messo, nelle ultime settimane, financo a twittare! Cosa curiosa, per uno in procinto di dimettersi, no? Meno di un mese dopo l'inizio dello scandalo Mps, ecco le dimissioni. Niente di più, niente di meno.

  Quanto al primo elemento (Acampa Giuseppe), da tempo si sa che i massimi organismi vaticani sanno benissimo della situazione senese, con denunce veementi (e molto ben documentate) che sono arrivate fin sui tavoli più pregiati del Vaticano. Recapitate da uomini di Chiesa e da laici.
 Il minimo del minimo che si possa imputare a Ratzinger, è una evidente culpa in vigilando, sulla scandalosa permanenza a Siena del duo Buoncristiani-Acampa.

  Veniamo al secondo elemento, Mps-Vaticano: come scritto nel mio libro su Mussari, da tempo la banca ex senese è diventata un "ibrido tra una banca rossa e lo IOR" (pagine 50-52).
Quanto allo IOR, basti scrivere questo: il legame tra IOR e "spezzoni" di Mps è ormai acclarato (vedasi i conti correnti), e la Procura di Roma ci sta lavorando alacremente. Ettore Gotti Tedeschi era il plenipotenziario di banca Santander in Italia, al momento dell'affaire Antonveneta (novembre 2007); nel 2009 diviene Presidente dello IOR, restando in carica fino allo scorso anno.
 Non solo (per quanto basterebbe la metà di quello appena scritto, per farsi venire i brividi): qualcuno si ricorda di quando, circa 6 mesi fa, si faceva autorevolmente il nome di Mussari Giuseppe come di un papabile per la presidenza dello IOR (ancora oggi vacante)? I maggiori quotidiani nazionali ne scrivevano, restringendo il campo a non più di tre nomi. Uno era Lui.
Per unire i due tasselli, giova - una volta di più - ricordare chi era l'avvocato di Acampa Giuseppe, al momento del processo per l'incendio e per la calunnia: Mussari Giuseppe.
 Il cerchio - oggi più che mai - sembra chiudersi. E forse un pochina di verità si potrà iniziare a sapere, sui rapporti fra Vaticano, Curia senesota e ex dirigenza di Mps.
Ricordando altresì che, a reggere le sorti della Fondazione Mps (con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti), c'è un certo ragioniere di San Gimignano, che tutte le domeniche fa la comunione...

Il Papa, Franchino ed il caso Grazioso


    Al netto della neve, che mattinata: le dimissioni di Benedetto XVI (di cui ovviamente si riparlerà ad abundantiam, e a breve); l'ipotesi del Pd nazionale (ventilate da Repubblica Firenze) di dimissionare dalla corsa a Sindaco Franchino il Ceccuzzi (se ne riparlerà dopo le Politiche, ma una moral suasion proFranchino a Bersani dobbiamo tutti iniziare a farla: NESSUNO TOCCHI FRANCHINO!), per non parlare dello scandalo Mps che - nonostante il silenziatore che molti invocano - sta facendo emergere ancora più melma di quanta ci si aspettasse (leggere pezzo di Bonini - Repubblica, pag.12 - sui fogli da 500 targati Mps a San Marino, per esempio).

 Ciò detto a guisa di premessa, oggi siamo costretti a tornare sul "caso-Grazioso", visto che lo scandalo Asl 7 ha ingranato sulla stampa regionale, ma ancora stenta, e parecchio, su quella locale (a parte qualche fiammata di Cecilia Marzotti).
Anche perchè abbiamo letto che stasera il Governatore della Toscana, Rossi Enrico, verrebbe a sostenere Franchino stasera a Siena (o ci ripenserà, visto il provvidenziale maltempo?); l'eretico, di certo, NON ci sarà, ma se qualcuno vorrà, potrà chiedere all'indagato Rossi il perchè della simpatia e della stima della sua gentile consorte (ex Direttore generale Asl 7) nei confronti dell'ex Mozart dei bilanci aslini. Alla luce di un buco di bilancio che si sta paventando sempre più clamoroso...
Giusto per dare qualche elemento ai distratti che volessero fare domande: dopo un annetto in cui il giovane esperto di conti, il dottor Grazioso appunto, aveva stazionato alle attività dell'UO Gestioni economiche e finanziarie (diretta ad interim dall'esperto Dirigente amministrativo Marcello Toppi), sotto la dottoressa Laura Benedetto (allora compagna del Rossi Enrico, nonchè Direttore generale dell'Asl senese), nell'autunno 2010, c'è stata una accelerazione pro-Grazioso sospetta assai. Il 16 novembre 2010 si chiede ad Estav sud est di attivare le procedure concorsuali per "la copertura di 1 posto di Dirigente amministrativo esperto in materia contabile da assegnare alla UO Gestioni economiche e finanziarie" (Delibera numero 743). Si farà un bel concorso, dunque, per questo incarico così delicato (a maggior ragione lo si capisce oggi, quanto fosse delicato...).
Burocrazia creativa? Il concorso che si doveva fare, ad un certo punto letteralmente SCOMPARE: con la Delibera numero 177 del 7 aprile 2011, su proposta del dottor Ghezzi, si revoca la Delibera numero 743, quella per il concorso. Perchè? Boh, misteri dell'Asl senese sotto l'alta direzione della fidanzata del compagno Enrico (ancora non indagato, allora, per il maxibuco di Massa).
La Direzione attribuisce un primo incarico di responsabilità al dottor Grazioso (con effetto retroattivo!) dal 1 gennaio fino al 30 novembre 2011, all'Ufficio dirigenziale addetto alle politiche di bilancio, all'interno dell'UO Gestioni economiche e finanziarie.
Ma la ciliegina proGrazioso deve ancora arrivare: come già scritto illo tempore, al Mozart dei bilanci viene affidata (con decorrenza 1 agosto 2011, sino a tutto il 30 novembre 2014!) la "responsabilità della UO Gestioni Economiche e Finanziarie..., considerando conclusa da tale data la responsabilità affidata ad interim al Dirigente Rag. Marcello Toppi".

Chiedetelo, dunque, al Governatore Rossi Enrico: come mai la sua futura moglie (allora fidanzata), giusto pochi giorni prima di lasciare (per amore, si capisce) il prestigioso incarico di Direttore generale, promuove sul campo il dottor Grazioso, ora al centro dello scandalo, nonchè licenziato di brutto dall'attuale Direttore generale Pestelli? Si tratta di un'azzardata ipotesi giornalistica, il dire che, attorno al dottor Grazioso, ci fosse una sorta ci "CERCHIO MAGICO" composto appunto dalla dottoressa Benedetto, dal dottor Baldi, dal dottor Ghezzi, dal dottor Picciolini e dal dottor Franchi?
Saprebbe infine spiegare (qualcuno della coppia Rossi-Benedetto) perchè l'allora Direttore definì Grazioso con parole di sperticato elogio, per motivarne l'ascesa da lei stessa voluta? Pentita di avere lodato il suo (del Grazioso) "impegno, nonchè gli OTTIMI RISULTATI conseguiti fino al momento attuale"?
 

domenica 10 febbraio 2013

La domenica del villaggio: Mantova, Lincoln e Giacomo

 

   Se andate a Mantova, non perdetevi la "rotonda" di San Lorenzo, in Piazza erbe. Certo, il Palazzo ducale; certo, Palazzo Te; certo, i portici, per non parlare di ciò che rende Mantova una sorta di apparente Venezia, vista dall'esterno del Palazzo ducale. E senza tralasciare l'ottima cucina locale (l'eretico si è astenuto dal mangiare l'asino, nonostante la curiosità...).
 Il fascino millenario (!) di San Lorenzo, però, è unico: lì si respira il Medioevo, e non la sua parte semiterminale, come siamo abituati a fare a Siena; può ricordare Santo Stefano a Bologna, ed anche altre chiese "rotonde" sparse per il mondo (dalla nostra Montesiepi accanto a San Galgano, alla Holy sepulchre di Northampton, fino in qualche modo allo stesso Santo Sepolcro di Gerusalemme).
 Il custode mi dice che, fino ad un paio di anni or sono, si celebravano anche messe ortodosse, oltre a quelle cattoliche: forse per cercare di sanare un dissidio ( quello appunto fra cattolici ed ortodossi) che dura e permane da quasi mille anni, giusto l'età della splendida "rotonda" mantovana?

 "Lincoln", l'ultima fatica di Steven Spielberg, è un grande film senz'anima. Come accade qualche volta ai maestri allorquando si cimentano in biografie di grandi personaggi (di recente, anche Clint Eastwood con Nelson Mandela, per esempio), sono film da fare vedere ai giovani, e da vedere comunque, anche per la sontuosa interpretazione di Daniel Day Lewis: ma quando se ne esce, manca quel quid che li insaporisca al punto giusto. Mancano di sale o, per restare a Mantova, di mostarda...
Stranissima, poi, la scelta spielberghiana di eliminare quasi del tutto le scene di battaglia (a parte l'ottimo incipit), in favore di dialoghi su dialoghi. Eppure la guerra civile statunitense, con ragione, è stata da molti storici considerata una sorta di prova generale della I guerra mondiale (per l'uso su larga scala delle mitragliatrici, e non solo): perchè non mostrarla, da parte di un regista grande anche nell'arte della guerra?
Ciò detto, mi permetto di segnalare, in uscita a fine mese, un film che promette benissimo: "Educazione siberiana" di Salvatores (vedasi copertina del Venerdì di Repubblica). Tratto dal romanzo d'esordio di Lilin, per l'eretico un film da non perdere, di quelli da andare a vedere a scatola chiusa.

 Chiusa domenical-leopardiana, questa volta non dedicata all'arte della seduzione (ma torneremo su Giacomo e le donne, a breve); tra l'altro, suggerisco di andare a leggere i commenti sulla frase leopardiana di domenica scorsa, pungenti assai (e brava Beatrix Kiddo a trovare la vicinanza - incredibile dictu! - fra il grande recanatese ed il misconosciuto cantautore Marco Ferradini, sul modo di porsi con le donne).
 "La cosa più durevolmente e veramente piacevole è la varietà delle cose, non per altro se non perchè nessuna cosa è durevolmente e veramente piacevole" (Zibaldone, 10 maggio 1821).

venerdì 8 febbraio 2013

Continua il "Mussàri tour": Mantova, Perugia, radio Radicale...

 
  Come si può agevolmente immaginare anche senza essere astrofisici, il personaggio Mussàri Giuseppe oggi interessa più che mai: dopo anni di clamorose omissioni giornalistiche, ormai è sulla bocca di tutti. Gli ex amici lo rinnegano sfacciatamente (ultimi due, Profumo Alessandro e Giulietto Tremonti, e qui siamo a livelli ceccuzziani...); la Procura di Siena lo vorrebbe interrogare, ma lui si avvale della facoltà di non rispondere (perchè questo è, in senso tecnico, ciò che ha fatto l'altro giorno: poi magari parlerà, ma per ora si è avvalso).
 Il "Mussàri tour" ereticale, comunque, procede spedito assai: da questo pomeriggio, dovrebbe essere in rete l'intervista rilasciata ieri a radio Radicale, che è stata mandata in onda nel primo pomeriggio.
Domani pomeriggio (ore 18, libreria Di Pellegrini), l'eretico sarà a Mantova, a ripresentare la biografia mussariana, alla luce degli ultimi eventi: c'ero stato alcuni mesi fa, in piena situazione emergenziale post terremoto, che aveva lambito anche il mantovano. Verranno anche, a questo giro, i due mantovani eccellenti, Colaninno e la Marcegaglia?

Mercoledì pomeriggio, poi, sempre alle ore 18, stimolante appuntamento alla Feltrinelli di Perugia, in pieno centro storico, vicino all'hotel Brufani, da dove di fatto partì la Marcia su Roma poco più di 90 anni or sono...
 Evento organizzato e fortemente voluto da Maurizio Fratta, sarà un incontro importante, perchè pare che anche in terra d'Umbria ci sia grande attenzione mediatica sul caso Mussàri. Ed anche lì, quanto a libertà di informazione e di giornalismo d'inchiesta...

Sulla scorta delle esperienze pregresse (per esempio, la stessa Mantova), una delle domande più gettonate che viene tirata fuori dai foresti (a fortiori adesso!), è questa:

"Ma voi, a Siena, non vi eravate accorti proprio di niente? Non vi eravate accorti che vi stavano prosciugando la banca davanti agli occhi?".

 L'eretico, davanti a cotal interrogativo, allarga leggermente le braccia, e risponde che la grande parte dei senesi, in effetti, non s'era accorta di alcunchè, quantomeno fino a pochissimo tempo or sono.
"Sapete come funzionava, no? Per noi, il cielo doveva essere sempre più blu...".

Ps Si è fatto vivo, dalla magione dei Cappuccini, Robertino Barzanti, dicendo che non è intenzionato di avvalersi della facoltà di non rispondere, rispetto alla eretical lettera. A breve, mi risponderà. Sarà precipuo compito ereticale, quindi, di divulgare il contenuto delle affermazioni barzantiane. Restiamo, dunque, in trepidante attesa.

giovedì 7 febbraio 2013

Crolla tutto: da dove ripartire...


    Di ritorno dalla positiva ripresentazione del libro mussariano alla libreria Mondadori, l'eretico se ne tornava lemme lemme verso casa, imprecando contro una tosse birbona che dura da troppo tempo. Il pezzo di oggi era già scritto, mentalmente: un bell'attacco ad personam contro un castista da novanta. Poi, all'improvviso, mi sono ricordato del bravo Tonino Polistena di Siena Tv che, durante l'intervista di circa un mese or sono, mi esortava, nel momento della disgrazia, a scrivere ogni tanto di cose positive, rispolverando l'idea del blog di destinare uno spazio all'angolo della speranza.
 Mi è venuta allora in mente una recente serata nella Selvina, organizzata dall'infaticabile Duccino Mocenni e da Cinzia Ceccarelli, dedicata ai donatori di sangue della Contrada (anche con qualche esterno), serata inoltre legata alla memoria del grande selvaiolo Lorenzo Guasparri: sì, bene, ma cosa c'entra? Beh, c'entra, c'entra eccome.

  Perchè per una palingenesi morale della collettività, ognuno deve fare qualcosa; e bisogna partire dal basso, non dall'alto (da cui niente mi aspetto, tra l'altro). Pensiamo alla Contrada, per esempio.
 Riscoprire una sana sobrietà (non montiana!), ripartire ab ovo, dai fondamentali, troppo spesso dispersi e vilipesi: perchè non rimettersi in moto da ciò che di bene è rimasto, appunto nelle Contrade? Sobrietà, per evitare gli scempi morali degli ultimi anni (di quando poi veniva Mussàri Giuseppe, a Palio vinto, a fare il simpaticone e a battere il 5 ai dirigenti vittoriosi); diminuzione dei costi (e qui la crisi ci pensa da sola); chiarezza dei ruoli: i dirigenti tornino a lavorare nell'esclusivo interesse della collettività contradaiola, senza usare l'arma della carica come ignobile ascensore sociale; riscoperta, infine, dell'elemento solidaristico: la donazione del sangue, per esempio, ma anche tanto altro che si potrebbe fare, ma invece NON si fa (si accettano suggerimenti all'uopo).
 La crisi economico-sociale generale e la fine del welfare clientelare targato Mps rende tutto ciò ancora più attuale, per non dire cogente. Ce ne rendiamo conto, o no?

  Ultima cosa. Se c'era una cosa che rendeva degna di essere vissuta la Contrada, era il rapporto intergenerazionale, l'asse vecchi-giovani. Perchè non riprenderlo?
 I giovani non sanno quasi niente della loro città, spesso anche della loro Contrada (e parlo dei frequentanti, figuriamoci gli altri): perchè non organizzare delle serate in cui - invece di dare la parola ai fantini, che già sono troppo bolsamente loquaci -, ci siano dei vecchi personaggi rionali, a raccontare com'era la loro Siena (tutt'altro che priva di difetti, sia ben chiaro: occhio alla laudatio temporis acti, sempre in agguato).
 Loro, sarebbero certo felicissimi di farlo, riguadagnando un protagonismo quasi del tutto perduto, ormai; i giovani, dovrebbero essere lietissimi di ascoltare, e di imparare. Se invece non gliene dovesse importare niente di niente, starebbe a quelli della nostra generazione, di insegnare loro ad ascoltare. Come scrivevo sopra, vediamo, tutti insieme, di ripartire dalle basi.

Ps Ah, dimenticavo: l'eretico è per l'abolizione, senza se e senza ma, della figura di guardiafantino in quanto tale. Se casca, c'è la Misericordia; se non casca, che bisogno c'è di essere scortato? Da paria sociale, a modello di vita: ripartiamo dalle basi, anche qui. E alla svelta... 

mercoledì 6 febbraio 2013

Qualche chicchina per capire Mussarilandia (Parlangeli e Mancini)...


    Come due mercoledì or sono, l'eretico si trova costretto a rimandare il "mercoledì scolastico". Reduce dagli scrutini, come si fa a non aggiornare la situazione? Ogni giorno ne accadono di cotte e di crude (pista massonica sempre più evidente - vedasi Il Fatto di oggi -; il nuovo, dal punto di vista giornalistico, scenario del riciclaggio a San Marino, in aggiunta alla pista vaticana che promette rivelazioni esplosive; l'interrogatorio di Antonio Vigni: cosa volete di più dalla vita?).
 Noi, umili provinciali, ormai ci arrendiamo di fronte ai migliori "cani da fiuto" nazionali, in fatto di giornalismo informativo: inutile cercare di andargli dietro, ubi maiores, minores cessant (anche se qualche soddisfazione ce la siamo levata, in effetti...).

 Non ci resta, in attesa di ciò che sarà, che ritirare fuori qualche chicchina giudiziaria (e paragiudiziaria) relativamente recente, ma ormai superata, travolta dagli eventi: comunque utillima per comprendere cosa sia stata la Swinging Siena mussariana.
 Due chicchine, per capire meglio Mussarilandia e sorridere (forse) al tempo stesso.
Dalle carte di Galaxopoly, per esempio, uno stimolante Sms dell'allora Provveditore della Fondazione Mps Parlangeli Marco (anch'egli inattesa dell'udienza sul rinvio a giudizio, il prossimo 13 marzo); indirizzato all'avvocato (anche lei indagata) Luisa Torchia, consulente fortemente voluta da Mussari per i suoi legami con la famiglia dell'allora Presidentissimo Mps (la nota avvocato è di origine catanzarese). Il giorno è il 3 gennaio 2010, alle 19,33:

"Sabato 20 febbraio festeggerò il mio 50entesimo compleanno. Avrei piacere che gli amici e le persone che stimo e che per me sono importanti fossero con me   Hotel Garden di Siena a partire dalle ore 20. Serata di musica, informale e in amicizia. Aspetto sua conferma. Un caro saluto Marco Parlangeli".

 Assolutamente niente di penalmente rilevante: costume, solo costume. Ma Mussari - bene ricordarlo - è arrivato ad essere tale anche grazie alle frequentazioni tipo questa (non al Garden, magari). Domanda delle cento pistole: oltre - si presume - al nuovo innominabile del Pd, chi c'era, a quel lieto evento parlangeliano? Qualcuno, fra i musici e le maestranze, si ricorda magari qualcosa? Fate fare uno scoopino anche all'eretico, ormai travolto dagli eventi nazionali...


  A sentire lui, anche a questo giro non sarebbe indagato (?): se la sfanga anche stavolta, è da record. L'eretico si riferisce a Gabriellone Mancini, conducator della Fondazione (di quel che ne resta)Mps.
Oggi si parla (non per lui, eh!) di conti allo IOR, di soldi sporchi a San Marino, di roba da thriller finanziario, insomma. Ci manca solo il morto, poi gli ingredienti ci sono davvero tutti.
Gabriellone, invece, ci garba e ci è sempre garbato perchè è rimasto il ruspante ed abitudinario cittadino di San Gimignano che è sempre stato, a differenza di altri. Non si è montato troppo il capo, lui.
 Se vuole usare la captatio benevolentiae verso un potente, lui va sul sicuro: vino bòno, e telefonatina (registrata) di guarnizione. Come in quel Natale 2009, quando allietò le vacanze natalizie della sopracitata, potentissima, avvocato Torchia Luisa da Catanzaro. Regalando, a spese della Fondazione, pregiato Brunello di Montalcino (non poteva mica mandare un cartone di Gaiosello, che diamine...).
 In questa telefonata agli atti dell'inchiesta Galaxopoly, Mancini potrebbe essere definito gentile (magari anche con altra aggettivazione); la domanda è: se è stato così gentile e premuroso con l'avvocato Torchia Luisa, quando parlava e parla con i suoi punti di riferimento etico-bancari (tipo Giuseppe Guzzetti), che tono usa? E soprattutto: sta in piedi, eretto, o si sdraia direttamente a terra?
  Con gente di questa tempra e di cotal vigore, qualcuno si può forse stupire che Mussàri abbia spadroneggiato, a Siena, nel decennio scorso?

martedì 5 febbraio 2013

Lettera aperta a Roberto Barzanti

  Caro Robertino,

 ti scrivo questa lettera, non proprio privatissima, perchè credo che sia giusto così fare, visto il tuo ruolo più che pubblico (tre volte parlamentare europeo, tra l'altro: 1984, 1989, 1994).
 Come sai, "perdo" un po' del mio prezioso tempo con te, perchè sei l'unico con cui almeno valga la pena confrontarsi, fra coloro che stanno dalla parte del Potere senesota, pur con tutti i distinguo possibili e le sfumature ammissibili. Mi ci vedi a scrivere una lettera - che so - a Gilberto Madioni o ad altri suoi consimili?
 Sappi inoltre che ti ho sempre considerato, mutatis mutandis, come il giovane Dante (mi scuso per la scelta, certo troppo elevata) si rapportava verso Brunetto Latini: grande ammirazione per la sua cultura e per la sua alta capacità di erudizione. Insieme a Farinata degli Uberti, Dante si rivolge dando del "voi" solo a Brunetto, in tutto l'Inferno.
 Nello stesso tempo, però, il Poeta non esita, in coscienza, a piazzarlo all'Inferno (Canto XV), in particolare fra i sodomiti. Ovviamente, io mai oserei mandarti all'Inferno, carissimo Roberto, e giammai fra i sodomiti! Non posso però esimermi dal rimarcare che il tuo comportamento, in questi anni in cui abbiamo vissuto l'incubazione di Antonventopoli, è stato lacunoso e deficitario assai.

   Di certo non avevi certi dettagli ed informazioni che avevo io, ma in compenso avevi molto altro, compresa la frequentazione con molti castisti: possibile che lo tsunami montepaschino ti colga quasi alla sprovvista?
Stiamo solo agli ultimi tempi: nel 2006, definisti "guida mite" quella di Maurizio Cenni, di gran lunga il peggior Sindaco dal dopoguerra. Eppure c'era già stato il primo mandato, non si poteva non sapere che amministratore fosse. Nel 2011, ti sei forse opposto a Franchino il Ceccuzzi?
Su Mussari Giuseppe (non sulla finanza cattiva, sui derivati, sui massimi sistemi: su Mussari Giuseppe, in carne e rughe) io non ricordo una tua mezza presa di posizione pubblica. Intuisco che la tua disistima fosse alta da tempo: perchè non palesarlo? Su Antonveneta, mai detto niente?
Un'ultima cosa, del tutto personale: perchè non hai mai recensito uno dei miei libri sul Sistema Siena? Mi piacerebbe che rispondessi, davvero.

  Fra le mie carte, ho ritrovato questa chicchina: Stefano Bisi, durante l'estate 2011, con un'abilissima manovra diversiva delle sue, aveva lanciato con entusiasmo l'idea di denominare le nuove vie della città con i nomi dei cavalli da Palio. Tu intervenisti subito, sul suo blog, con inusitata veemenza:
"Sarebbe un'autentica bestialità", tuonasti.
 D'accordissimo con te: ma non potevi incazzarti (e metterti a scrivere) anche su altre, ben più cogenti, emergenze cittadine?
 Finiamola qui, perchè continuare fa male a tutti: credimi, anche a me.

  Gli attacchi (anonimi) che ti sono arrivati su questo blog ti hanno ferito, e lo capisco; alcune espressioni, stai tranquillo, non le pubblicherò più, perchè in effetti sono a rischio querela, e comunque eccessive.
 Però ti dico: almeno in parte, non ti sembra di dovere quantomeno impostare un'autocritica, pubblicamente?
 Julien Benda, nel 1927, scrisse il suo celebre Tradimento dei chierici, polemizzando con l'intellettuale che abdicava al suo ruolo critico di fronte al Potere.
 Un testo sempre di grande attualità, ne converrai.
Tu che ne pensi?

Un abbraccio

lunedì 4 febbraio 2013

Antonventopoli: entra in scena lo IOR...


   Quel birbantello di Paolo Mondani l'ha fatta (rifatta) grossa, non pago di Report dello scorso 6 maggio: dopo i primi spifferi, ecco che sul Corriere della sera di oggi si inizia a delineare il quadro dei rapporti fra Mussari Giuseppe e lo IOR. Come scrisse qualcuno, "frullato diffamatorio" anche a questo giro?

  Certo è che nel giorno in cui Mussari Giuseppe si presenta per parlare in Procura ma non parla (gli mancava un difensore, sostiene Lui:a suo dire, l'avvocato Padovani); nella giornata in cui si assiste a quella che è già la scena cult di Antonventopoli (l'arrivo, trafelato, in Smart della coppia più vincente della Siena passata, appunto Mussari Giuseppe più il penalista, Fabio Pisillo, che voleva fare il Capitano della Lupa), ecco che, proprio in questa intensa giornata, l'ombra lunga dello IOR allunga i suoi tentacoli sulla già di per se stessa torbidissima vicenda.

 Allora, per dirla tutta, su queste colonne, non eravamo tanto di fuori quando scrivevamo che il Processo contro Acampa Giuseppe NON era un normale e semplice processo come gli altri, ma dietro ci poteva essere molto, molto, molto altro (nonchè, guarda caso, un avvocato come Mussari, in contemporanea Presidente del terzo gruppo bancario italiano e dell'Abi).
 Allora forse si spiega come il grido di dolore del cittadino semplice professor Franco Nardi sia rimasto del tutto inascoltato, a partirte dal Presidente Giorgio Napolitano, cui pure aveva indirizzato una drammatica lettera.
Sempre più strano, quel dannato Processo: perizie difensive che si contraddicono spudoratamente (ma vengono prese per oro colato dal Giudice Gaggelli); testi difensivi TUTTI PAGATI DALLA CURIA (do you remember il Processo Ruby?); le motivazioni della clamorosa assoluzione che arrivano in incredibile ritardo (dunque CONTRA LEGEM); non ultimo, ciò che Franca Selvatici ha scritto sabato scorso su Repubblica: il fascicolo con le carte necessarie ad istruire il secondo grado a Firenze FERMO, IMMOBILE nella cancelleria del Tribunale senese. Neanche partito alla volta di Firenze.
 Questo Processo d'Appello contro Acampa, evidentemente, NON DEVE NEANCHE INCOMINCIARE (e la prescrizione è dietro l'angolo: settembre 2013).

 Escluso a priori, per ovvi motivi amicali (sia con Mussari che con Acampa), Franchino il Ceccuzzi, sarebbe bene che i candidati a Sindaco si facessero sentire, magari organizzando qualcosa: questa vicenda è talmente maleodorante, che chi si fa avanti, alla fine, ci guadagna probabilmente anche un bel pacco di voti. E, soprattutto, dimostra di avere una dignità.
 Perchè vicende come questa - date retta - accadono e sono accadute SOLO a Siena, negli ultimi anni. Purtroppo.

Ps Giovedì alle 17,30, alla libreria Mondadori in Via Montanini, l'eretico ripresenta il libro su Mussari Giuseppe, alla luce degli ultimi accadimenti. Robetta di cui discutere, mi pare ce ne sia, no?

domenica 3 febbraio 2013

La domenica del villaggio: da Machiavelli a Tarantino, con finale leopardiano...


   L'eretico - ci vuol poco a capirlo - è un desanctisiano convinto: non concepisce la cultura e l'impegno letterario senza il connesso valore civile. Una volta alla settimana, però, il balsamo del totale disimpegno dalle questioni politico-affaristiche è davvero tale...

 Quest'anno ricorre il cinquecentesimo anniversario della pubblicazione de Il Principe: sarà dunque un anno all'insegna del Machiavelli, e la sua Firenze si sta preparando all'uopo.
Un intervento di Jéremié Barthas sul Sole 24 h. del 20 gennaio, tra l'altro, suggerisce una nuova lettura del creatore della politica moderna: Machiavelli non solo come esperto politologo e dell'arte della guerra, ma anche come economista. Proprio quel campo del sapere che molti avevano presentato come lacunoso, potrebbe invece riservarci novità. Lo studioso collega infatti la nota polemica di ser Nicolò contro le truppe mercenarie (uno dei punti più cogenti del suo capolavoro) ANCHE ad una importante considerazione sulla sostenibilità dei costi delle stesse, e sulla necessità del sotteso sfruttamento delle popolazioni oppresse dai fiorentini per recuperare il danaro.
"Si è detto spesso che l'economia sarebbe assente dal suo pensiero ma non si è prestata attenzione alle radici profonde della sua critica delle élite e del sistema dei mercenari, quali invece ci appaiono dai ricchissimi archivi fiorentini di quegli anni. Proponendo di armare il popolo, è tutto il sistema del debito pubblico che Machiavelli si riprometteva tacitamente di far saltare".
Con un'ultima, sacrosanta considerazione: i mercenari - per ovvie ragioni - la guerra NON cercano mai di farla durare il meno possibile; gli eserciti di popolo, invece, assolutamente sì.


  In attesa di gustarmi lo spielberghiano "Lincoln", ho visto, alcuni giorni or sono, l'ultimo lavoro di Q. Tarantino. "Django Unchained" è un gran film (per chi ama Tarantino) per metà circa dell'opera: i grandi spazi innevati del Sud, la sequenza, parodistica e demistificante, del goffo attacco degli incappucciati del Ku Klux Klan, la novità di un personaggio come il coprotagonista dr. King Schultz (un sorprendente Christoph Waltz, premiato con il Golden Globe come miglior attore non protagonista). Nel corso della prima parte, tutto fila che è un tarantiniano piacere; nel secondo tempo, invece, la sceneggiatura si sfilaccia un po' (forse parecchio), ed il buon Quentin si trova costretto ad alzare il livello dello splatter e del grand guignol, fino al parossismo. Senza più trovare quella eleganza, a tratti genialità, che di solito (ed anche in questo film, come detto), lo contraddistingue.
Il legame con il Django di Sergio Corbucci (1966), poi, vale per quel che deve valere: quasi un moto dell'animo, un segno di tarantiniana gratitudine verso uno dei suoi inconsapevoli maestri.
C'è anche un cameo di Franco Nero, il Django corbucciano: perchè non dargli più spazio, magari nella difettosa seconda parte del film?

 Concludiamo con una citazione leopardiana, che ci restituisce un Giacomo (allora 23enne) capace di cogliere nel segno, da par suo, sul delicato tema della seduzione: evitiamo facili sarcasmi legati alla sua tristissima condizione, e concentriamoci su ciò che scrive. Ancora una volta, se lo merita.

 " Non c'è miglior modo di fare colpo e fortuna con una giovane superba e sprezzante, che disprezzandola. Or chi crederebbe che l'amor proprio (giacchè dal solo amor proprio deriva l'amore altrui) potesse produrre questo effetto, che quando egli è punto, si provasse inclinazione per chi lo punge? Chi non crederebbe al contrario che una donna altera e innamorata di se stessa, dovesse vincersi, interessarsi, allettarsi con gli ossequi, cogli omaggi ec.? Eppure così è. Non solo l'ossequio e l'omaggio ti farà sempre più disprezzar da costei...(ma) conviene che tu segua imperturbabile a mostrarle noncuranza fino alla fine" (1 agosto 1821, Zibaldone).
Il Giacomo che mai e poi mai ti saresti aspettato...  

sabato 2 febbraio 2013

Buco Asl: i "graziosi" nodi vengono al pettine

 
  Qui ormai è uno scangeo quotidiano, bisogna scrivere anche il sabato, di solito dedicato al meritato riposo. Allontanandoci dall'affaire Antonveneta (ma prima segnaliamo di NON PERDERSI per niente al mondo il Corriere della sera di domani...), ci immergiamo di nuovo nella scandalosa vicenda dell'Asl 7 e del suo buco di almeno 10 milioni.
 Oggi la Repubblica Firenze (nella pagina seguente a quella dedicata all'assoluzione ereticale) fa uno scoop, intervistando, con Simona Poli, Tommaso Grazioso (definito in tempi non sospetti su questo blog il "Mozart dei bilanci").
 L'eretico ha iniziato a scrivere nel settembre 2011 di questo scandalo, e gli fa piacere assai che oggi invece ci sia la fila per parlarne (basterebbe, magari, citare: ma lasciamo stare).
 Il 9 dicembre 2011, per esempio, scrivevamo per la prima volta di questo giovane esperto di revisione (ex KPMG...). Il titolo, forse, può dire qualcosa, in retrospettiva:
"Scoop ereticale: l'Asl 7 ed il bilancio sempre più sospetto" (9 dicembre 2011).
Dono di antiveggenza? Non esageriamo.

Veniamo all'oggi. Nel pieno della bufera (Grazioso è accusato dal Direttore generale dell'Asl Pestelli di essere colpevole di trucchi contabili), per la prima volta esce allo scoperto. L'eretico si permette di sottolineare due passaggi della sua intervista.
Il primo è fattuale:

Domanda: "Grazioso, chi si è accorto che il bilancio è stato manomesso?"
Risposta: "Io. Era il 13 giugno (2012, Ndr), ho subito avvertito il direttore".

Tutto opinabilissimo, per almeno tre circostanze: in Procura, era stato inviato un esposto già a fine ottobre 2011, e questo taglia la testa al toro; a maggio 2012, poi, alcune figure interne alla ragionieria dell'Asl 7 avevano segnalato anomalie allo stesso Direttore Pestelli; terzo, l'emersione di ben "diciotto "schede contabili", agli atti dell'inchiesta sui bilanci in rosso della Asl di Siena, compilate il primo giugno scorso e redatte "a esercizio finanziario" del 2011. Diciotto "schede contabili" retrodatate al 31 dicembre 2011" (Corriere fiorentino, 31 gennaio, Simone Innocenti). Quarto - sia consentito - la forte campagna sul tema portata avanti da questo blog.
La tesi di Grazioso, dunque, pare estremamente discutibile.

 Il Grazioso ci "piace" di più, per motivi che si potranno capire, allorquando l'ex responsabile dei bilanci aslini si lancia in un messaggio sibillino, ma neanche troppo, all'insegna del mors tua, vita mea.

"In questa storia ci sono rimasto in mezzo, saranno altri a dovere spiegare cosa sia successo".
 Chi ha orecchie per intendere, intenda: il messaggio pare chiaro assai. A scanso di equivoci, in settimana prossima sul Grazioso e su chi l'ha innalzato a "Mozart dei bilanci" torneremo, magno cum gaudio.

 La bella favola delle dimissioni della Direttore generale, dottoressa Laura Benedetto (estate 2011), per amore del Governatore (ed ex Assessore alla Sanità) Rossi Enrico, con il passar del tempo, assomiglia sempre più ad altro. Ognuno si immagini a cosa.

Ps Un saluto agli amici della Corte dei Conti, che sappiamo essere nostri fedeli lettori: se tutti facessero come a Siena, niente ferie per un paio di anni... 

venerdì 1 febbraio 2013

Mussàri Giuseppe sconfitto in Tribunale: l'eretico assolto!


     La notizia è già in rete, come è giusto che sia: l'eretico non può dunque fare lo scoop su se stesso...
 Stamattina il Giudice Bagnai del Tribunale di Siena ha assolto lo scrivente ("perchè il fatto NON sussiste"), accusato di violazione del segreto istruttorio (per il materiale su Ampugnano pubblicato nel blog PRIMA che uscisse il libro sull'ex Presidente Mps).
 Siccome viviamo notoriamente nel mondo alla rovescia, stamattina in Tribunale non c'era appunto Mussari Giuseppe, ma l'eretico; e tutto ciò, grazie proprio a Lui: nell'ottobre 2011 - quando era ancora potente ed osannato - vide bene di fare preparare all'avvocato Fabio Pisillo un esposto contro l'eretico. L'intento era chiaro, palese, scoperto: voleva cercare di bloccare la futura uscita della biografia non autorizzata su di Lui. Lo stesso Pm Natalini - presente in aula stamattina per sostenere l'accusa - lo ha fatto intendere, parlando di "esposto cautelativo" da parte dell'ex Presidente Mps.

 Alle 10,35 è iniziata l'arringa del Superavvocato Luigi De Mossi; il quale si è presentato subito con la novità del giorno: il cambio dell'accento. Mussari è così divenuto improvvisamente "Mussàri" (come pare venga chiamato sistematicamente da radio radicale, della quale il legale è appassionato ascoltatore). Il Superavvocato ha avuto buon gioco nel dimostrare - a partire dall'interrogatorio dell'unica teste, la giornalista di Repubblica Franca Selvatici - che questa presunta violazione sic et simpliciter NON c'era.
Il materiale pubblicato era non solo conoscibile, ma anche verosimilmente conosciuto da Mussàri: l'avvocato De Martino - legale molto vicino a Mussari - ne aveva chiesto copia in Tribunale il 9 agosto 2010, circa un mese prima che l'eretico ne scrivesse per la primissima volta. Risparmio ai lettori i vari tecnicismi di un processo giuridicamente complesso assai; il Superavvocato arriva dunque alla conclusione, alle 11,05.
 Il Giudice si ritira per decidere. Passano tre quarti d'ora circa, e suona la campanella: ma non è quella dell'inizio delle lezioni...
Arriva dunque la sentenza: il Giudice Francesco Bagnai assolve l'eretico. 

  L'esposto mussariano, dunque, aveva ESCLUSIVAMENTE un fine, una ragione, uno scopo: cercare di mettere i bastoni fra le ruote a chi aveva materiale giornalisticamente scottante su di Lui. Punto e basta.
 Come detto, ridetto e scritto tante volte, ad altre latitudini sparano, qui mettono in azione gli avvocati e le carte da bollo. C'è da rallegrarsene, dunque. Solo fino ad un certo punto, però...