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mercoledì 16 febbraio 2011

Ciao Guaspa!!

  L'eretico oggi avrebbe avuto tanto, ma davvero tanto da scrivere: ma quando accade quello che è accaduto ieri, tutto passa in secondo piano. Anche in terzo o quarto...
"Percossa e attònita la terra al nunzio sta": lo scrive il Manzoni, quando gli arriva la notizia della morte di Napoleone Bonaparte (1821). Lorenzo Guasparri non era certo assimilabile a Napoleone, in nessun modo: ma il senso di sgomento alla notizia della sua morte, al "nunzio" che il Guaspa non c'è più, credo sia paragonabile a quello sopra citato. Sconcerto, sgomento, incazzatura.
Quando l'ho saputo, stavo andando a giocare in uno di quei campini di campagna (Brenna, in questo caso), in cui qualche volta - per la nostra Selva - anche lui, pur cestista di formazione, si sbucciava le ginocchia, magari per uno scapoli-ammogliati di infimo rango. Di solito - a quello che ricordo - era Caldana, vicino Sovicille, il campo prescelto: spesso il giorno dell'estrazione di maggio, con una malsana canicola a fare da contorno. Campo duro, terra arsa dal sole, ciuffi di erba mal tagliata a rendere le cose anche peggiori. Chi ce lo faceva fare, di essere lì, invece che altrove? Salvo esempi di masochismi (sempre possibili), credo solo il piacere di stare insieme, al netto di tutto quanto il resto.
Il Guaspa era un gran tifoso di calcio (inutile specificare la squadra!), ed un giocatore di basket, di sponda virtussina: personaggio dotato di una sua poliedrica asimmetria, dunque. Pessimo calciatore, validissimo cestista. Gli ho sempre invidiato l'altezza, e l'ampiezza del deltoide e del trapezio: pur sbilanciato dal tronco in su, aveva un grande fisico, il Guaspa. Come è possibile che una febbriciattola l'abbia portato via, maledizione? Non c'è solo impotenza, di fronte a questa domanda: c'è rabbia, rabies vera, incarognita.
Davvero "l'unica scusa che ha Dio, è quella di non esistere", come chiosava Stendhal.
Il Guaspa lo osservavo spesso, quando frequentavo la Contrada: era uno che salutava tutti. Un sorriso, spesso una pacca sulla altrui spalla, il piacere del contatto amicale, corpo a corpo: voleva mostrare il suo slancio vitale così, a più gente possibile. Selvaioli, non selvaioli.
La scorsa primavera, mi chiamò per invitarmi al rinfresco del suo matrimonio, al Granaio di Monteaperti: "mi raccomando, vieni! Voglio che ci siano tutti i selvaioli della nostra generazione!". Ovviamente, c'erano tutti i quarantenni, ma anche persone di altre età: l'invito era sicuramente tarato per eccesso, non per difetto. Fui contento della sua felicità, e di quella della compagna, da quel momento moglie, oltre che madre.
Non l'ho conosciuto abbastanza da poterlo definire compiutamente generoso, ma una cosa la posso dire con certezza: era uno che un gesto d'affetto lo cercava con tutti. Se ci capitava - anni fa, ormai - di stare ad osservare passare dieci persone, eravamo agli antipodi: di quelle dieci persone, io ne criticavo almeno sette o otto; lui le salutava tutte, con immancabile slancio entusiastico. Aveva un atteggiamento positivo verso gli altri: forse era solo questo, nè più, nè meno. Non abbastanza, forse, per definirlo generoso; più che sufficiente, però, per cercare di fare in modo che ogni singola pacca sulla spalla da lui ricevuta, si possa tramutare - d'oggi in avanti - in un corroborante ricordo.
E una raccomandazione, finale, a tutti noi: che la vitale positività del Guaspa - e la sua prematura morte -, ci affranchino dal lamentarci dei nostri piccoli problemi, quando ne abbiamo. Giusto per rispettare il senso delle proporzioni.
Senza enfasi, senza retorica, senza melassa: ci mancherai, davvero.
La terra ti sia lieve, Guaspa...

6 commenti:

  1. RAFFA...CHE DIRE!
    IO L'HO AVUTO COME COMPAGNO DI BANCO ALLE ELEMENTARI PER TRE ANNI!
    UNA PERSONA CHE RAPPRESENTAVA LA POSITIVITA'...SEMPRE SORRIDENTE E DISPONIBILE ALLA BATTUTTA E ALLA PRESA IN GIRO RECIPROCA.
    UN GRANDE PERSONAGGIO CHE HA PERSO LA NOSTRA SIENA...QUELLA SIENA CHE PIACEVA TANTO A ME E CHE IL PROCESSO DI NDUJAMENTO ATTUALE L'HA TRASFORMATA IN UNA REALTA' PRIVA DI QUALSIASI IDENTITA' DI CITTA' PERBENE E DI PROVINCIALISMO ONESTO FATTO DI GENTE ONESTA!

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  2. sono ancora sbigottito. ogni parola oltre a quelle scritte da te, raffaele, è superflua. faccio mie solo le ultime: ci mancherai, davvero.
    antonio

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  3. Dalle quasi infinite combinazioni di geni e cromosomi si producono volti che, a distanza di secoli, si assomigliano. Io ragiono per tratti, per immagini, per fisionomie. La Selva mi ha accolta con calore, all'inizio: un amico biondo, forte e sorridente mi ci aveva condotta per mano. Un giorno sfolgorante di sole, in un tripudio di fazzoletti verdearancio, al garrire delle belle bandiere dei tre colori del Rinoceronte, un bel ragazzo, alto, biondo, mi ha rivolto un amichevole saluto: eccoli qua - ho pensato - i cromosomi di Siena, della Siena di cui mi sono innamorata: il profilo contegnoso di un alfiere di Simone Martini, la grazia di un armigero delle Crocefissioni di Duccio, lo sguardo beffardo che indovino nei versi di Cecco Angiolieri. Non ho conosciuto il Guaspa se non per un breve tratto, nei sogni della Siena dei miei sogni. Ma lo ringrazio di quel sorrio amico.

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  4. La Città ai Cittadini17 febbraio 2011 alle ore 16:41

    ....Un senese da ricordare.

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  5. che crudele è la vita, tanto per dire a malapena ci conoscevamo di vista, eppure se ci incontravamo, pur non conoscendomi personalmente, era sempre il primo a salutarmi con quel bel sorriso

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  6. scrivo a diversi mesi di distanza da questo terribile evento solo per dire che tipo di persona c'abbia lasciato; a malapena ci conoscevamo, anche se siamo coetanei, eppure se ci incontravamo, che fosse per strada o al supermercato, lui era il primo a salutarmi con quel suo immancabile sorriso....e adesso perchè tutto questo?

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