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domenica 30 settembre 2012

Un film da gustare: "Reality"

   Se volete capire una certa Italia di oggi, se volete vedere i nefasti effetti della telecrazia berlusconiana ma non solo, molti spunti - alcuni stimolantissimi -  vi possono arrivare dalla visione dei 115 minuti dell'ultimo, magnifico, film di Matteo Garrone (Gran prix speciale al Festival di Cannes, in maggio).
 "Reality" - titolo icastico, senza fronzoli - è una pellicola che, se l'avesse potuta gustare Orazio, avrebbe forse concluso che il film castigat ridendo mores: a tratti ironico, in certi momenti irresistibilmente comico, in definitiva però attraversato in continuazione, dall'inizio alla fine, da una struggente amarezza di fondo. Amarezza davvero incoercibile, ahimè.
 Davvero ci siamo ridotti così, noi italiani? La Patria di Dante e Leopardi, di Boccaccio e Manzoni è realmente quella che Matteo Garrone (autore anche del soggetto e della sceneggiatura) mette impietosamente in scena?
Chiaro è che la vicenda del pescivendolo Luciano (interpretato in modo convincente dall'ergastolano - a Volterra - Aniello Arena) e della moglie Maria (una intensa interpretazione di Loredana Simioli: bellezza, non patinata, tipicamente partenopea) è una vicenda in re ipsa eccessiva, esagerata, iperbolica. Volutamente tale. Ma resta il fatto che non c'è dubbio alcuno che tanti italiani sono (quasi) come Luciano, e che per un vastissimo strato della popolazione italiana il modello televisivo-antropologico proposto dal Grande Fratello è quello culturalmente dominante. Bisogna avere l'onestà di raccontarcela, questa amara storia. Per molti italiani (milioni) di oggi, i fequentatori del GF sono modelli da imitare. Per alcuni, sono I modelli in quanto tali.
 Il problema - pare essere il monito del film - non è tanto il GF, quanto CHI E COME (con quali strumenti culturali di base) lo guarda, ci si approccia. Nessuna demonizzazione, verso chi lo segua con intelligente ed ironico distacco critico e raziocinante; amarezza profonda, invece, per chi innalza, grazie al GF, personaggi che in altri tempi sarebbero stati presi a calci nel sedere, invece che essere osannati da folle in delirio...

  Torniamo al film. Memorabile la sequenza iniziale del matrimonio iperkitsch: dall'alto, zoomata sull'ingresso della orripilante villa in cui due sposi, giunti in loco per mezzo di una sorta di carrozza a metà tra i pupi siciliani ed il falso Luigi XVI -  si promettono eterno amore. Guest star, acclamatissimo, un "reduce" - arrivante, lui, in elicottero! - del Grande Fratello. Il quale sprigiona una moderata dose di ottimismo insicero e scontatissimo, con un peraltro azzeccato (ed incomprensibile ai più, comunque plaudenti) refrain: "Dont' give up, don't give up".
 Con rimandi contenutistici da Visconti ("Bellissima", con la maestosa Anna Magnani, ovviamente), con momenti onirici in puro stile felliniano (il finale, in particolare, sospeso fra realtà e fantasia), il tutto condito da autocitazione attoriali (il simpatico Ciro Petrone - qui barista - aveva un ruolo importante in Gomorra), Matteo Garrone sceglie di fare un film diverso dai suoi precedenti, eccezion fatta per l'ambientazione partenopea.
 Dimostrando autentico talento: un talento un po' differente da quello presente nei partecipanti al suddetto reality...
  E a cavallo tra cinema e letteratura, la storia del pescivendolo Luciano, che vende la pescheria familiare per imbarcarsi nell'avventuroso mondo del reality, a chi ci fa legittimamente pensare?

Ps Il film, da venerdì, è in programmazione, a Siena, al Cinema Pendola (20,15; 22,30). Lunedì riposo.   

venerdì 28 settembre 2012

L'incredibile, ostinata sfortuna del Presidente Enrico Rossi

 

   L'articolo sulla morente Società della Salute senesota, con i conseguenti commenti cui rimando, ha fatto conoscere all'eretico varie cosette (e figure stimolanti come questa Bastreghi, che pare essere sì di Sinalunga, ma non bindiana: mi immagino che polemiche a brutto muso ci farà, con Rosaria...).
Per finire sull'argomento, una curiosità: sul sito istituzionale, Franchino il Ceccuzzi campeggia ancora come Presidente. Va bene che i dirigenti "salutisti" sono oberati di lavoro, ma toglierlo, proprio no? Sono sciocchezzuole, bagatelle di nessun conto: che sia figura tanto temuta, da impedirne financo la cancellazione dal sito?

 Ma è chiaro che oggi è il caso Enrico Rossi a dominare, incontrastato. A parere ereticale, ormai lo si può dire: il Rossi è una persona dannatamente sfortunata, una sorta di anti-Gastone. Uno che se va a cercare i funghi nel bosco, magari invece che in qualche porcino si imbatte in un residuato bellico della seconda guerra mondiale e si fa pure male.
 Restiamo solo sul sanitario, che è notoriamente il suo cavallo di battaglia (glissando su uscite tipo quelle su Siena ancora Provincia!).
Uno poteva sperare che il megabuco dell'Asl massese si riducesse, con il tempo, per attenuare l'impatto politicamente devastante: invece pare proprio che tenda a dilatarsi ulteriormente...; sulla Asl senesota, sta indagando (come su quella massese, peraltro) la Magistratura: anche lì, con tutte le donne che un uomo affascinante come lui (?) poteva avere, non va a sposarsi proprio colei che aveva piazzato in bella evidenza tutti i protagonisti del suddetto buco? Ditemi voi se non è sfortuna, ditemelo! E di quella davvero impenitente, incarognita, ostinata. Birbissima davvero.

   Dopo questi problemi che stanno facendo emergere il lato oscuro della Sanità toscanota (da questo blog denunciati puntualmente), ecco che ieri gli vanno ad arrestare il fiore all'occhiello della chirurgia, quel professor Paolo Macchiarini che il Rossi aveva esibito come fanno i Presidenti dei club calcistici quando portano ai tifosi un fuoriclasse di razza. Peccato che il Gip l'abbia definito (il Macchiarini) "avido", e che, intercettazioni alla mano, fosse uno che cercava di spennare i malati terminali.
 Davanti a tutto questo scangeo, cosa dice Rossi? "Fiducia nella magistratura" (che originalone...); per poi, in modo inquietante, arrivare a dichiarare:
"Mi auguro che possa riprendere quanto prima la sua attività professionale preziosa, e per certi versi indispensabile, per molti pazienti della Toscana e dell'Italia".
Ridagli, con la sfortuna! Mercoledì sera, da Lilli Gruber, il nostro aveva rivestito ancora una volta i panni del Gran moralizzatore, con frasi che hanno fatto rimanere il boccone sullo stomaco all'eretico:
"Abbiamo sbagliato a non tenere alta la bandiera della questione morale...nella politica di oggi c'è un diffuso degrado morale...puntare al rinnovamento morale, non basta il rinnovamento generazionale!".
Il tutto condito da imperdibili richiami a gente come La Pira (verosimilmente in subbuglio nel sepolcro), davanti allo sbigottito ed indifendibile Formigoni.
Sceso dal pulpito (lapiriano?) del Gran moralizzatore, dopo poche ore gli arrestano il suo chirurgo di razza, che aveva fatto ricoprire d'oro, pur di farlo andare a Careggi.
 L'eretico, a questo punto, se lo vede per strada, cambia marciapiede: tegole in arrivo...

Ps Attenzione, attenzione: la Nazione si è svegliata dal lungo sonno, ed ha lodevolmente iniziato a scrivere delle consulenze esterne dell'Asl senese (400mila euro, roba da ragazzi rispetto ad altro, ma non sottilizziamo). Meglio tardi che mai. Non vorremmo magari che fosse un monito per il successore della moglie di Enrico Rossi alla guida della struttura, il dottor Pestelli; il quale, pur timidamente, qualche mezzo passetto in avanti sulla via della moralizzazione lo sta facendo. Aspettiamo con ansia le prossime puntate, dunque. Ad majora!  

giovedì 27 settembre 2012

Il caso Sallusti: non facciamone un martire, please!

  L'eretico non può esimersi dal dire la sua sul caso Sallusti: rimandati a brevissimo Sanità senesota (domani) e nuove perline ereticali.
 Doppia premessa sul caso: Sallusti - sia ben chiaro - NON DEVE ASSOLUTAMENTE ANDARE IN GALERA! Per vari motivi, soprattutto uno che direi comparativo: in un Paese in cui si può rubare, corrompere, ammazzare (per strada, per esempio) senza varcare la fatidica soglia, è inconcepibile che per un omesso controllo (perchè di questo trattasi, non essendo lui l'articolista del pezzo incriminato, ma il ciellino Renato Farina) uno frequenti le patrie galere.
Due: pur non pensandola certo come lui, sebbene si debba ammettere che è un fazioso a senso quasi unico, a me Sallusti sta simpatico. Ha fatto la sua gavetta, ha uno stile da polemista mica male, ed è stato colui che ha saputo mettere alle corde Massimo D'Alema più di ogni altro, almeno in televisione (il birbone Santo potrebbe recuperare il tutto, parmi Ballarò di un paio di anni or sono).

  Il caso Sallusti, però, per intanto mette a nudo il corporativismo dei giornalisti (tesserati) italiani: tutta sincera e soprattutto meritata, la solidarietà bipartisan?
 Nel pezzo dell'anonimo Dreyfus (il ciellino Renato Farina, appunto), intanto, c'è un MACROSCOPICO ERRORE SOSTANZIALE, per quanto concerne l'operato del Giudice accusato da Farina, il quale NON obbligò certo la ragazzina tredicenne ad abortire. Si può dire che il ciellino antiabortista ha scritto una solenne boiata, e che il povero Sallusti l'ha in re ipsa avallata?
Non solo si può, si deve. Tra l'altro, sia La Stampa di Torino che l'Ansa il 17 febbraio del 2007 l'avevano puntualizzato, mentre il ciellino scrive il suo corsivo al vetriolo contro il Giudice il 18 febbraio. Chapeau (e tralasciamo i penosi precedenti di Farina, che non a caso ha scritto l'articolo nel quotidiano - Libero - in cui scrive Antonio Socci...).

  In sintesi, Farina-Sallusti hanno scritto una cosa DEL TUTTO INESATTA sul Giudice tutelare Cocilovo (che poi avrebbe fatto bene a rimettere la querela, ma questa è un'altra storia).
 Non sembri però paradossale affermare che il buon Alessandro Sallusti è un giornalista ed un cittadino fortunato: non solo ha un importante quotidiano alle spalle, con tutti gli annessi ed i connessi, ma per lui si sono mossi il Presidente Napolitano e il Ministro Severino, fra gli altri.
 Cosa che non accade certo per i "soldati semplici" dell'informazione e del giornalismo d'inchiesta (notoriamente inesistenti a Siena), i quali non vedono mobilitati, per loro, neanche un Consigliere delle ex circoscrizioni, quando ricevono avvertimenti in pieno stile mafioso. E non per avere scritto solenni inesattezze mossi da furore catto-ciellino, bensì per avere provato a raccontare il Potere della Camorra, della 'Ndrangheta, di Cosa Nostra o della Sacra Corona Unita. Per loro, state tranquilli che il plaudente ai carri armati sovietici non muoverà mezzo dito, né alzerà mai mezza cornetta. Non parliamo dell'avvocato Severino, che è meglio (magari, molto volentieri, in un prossimo futuro...). Questi giornalisti di frontiera, non altri, sono gli autentici eroi dell'informazione italiana.

   Per concludere, visto che il blog è mio e lo gestisco io, mi venga concessa un'ultima considerazione: Sallusti viene condannato (penalmente) per avere fatto scrivere una solenne castroneria sull'operato di un Giudice; l'eretico è stato condannato (civilmente) da un Giudice, il mitico Cavoto, che a sua volta ha scritto nella sentenza una solenne castroneria.
 A parte la questione giuridico-legale (cui provvede il superavvocato Luigi De Mossi), vorrei sommessamente ricordare che di fronte a questo obbrobrio cavotiano NESSUN GIORNALISTA SENESE (NON PARLIAMO DI NAPOLITANO) ha mosso un dito, né scritto mezza riga di solidarietà.
Tantissima gente, in tantissimi modi, mi dimostrò vicinanza e solidarietà; nessuno che avesse il tesserino era fra loro. Non c'è forse da meditare?

Ps  Cito l'ottimo Massimo Fini (Il Fatto, 25 settembre, pagina 22):
"Un tempo, quando le persone avevano più a cuore il loro onore che i loro quattrini, si querelava "con ampia facoltà di prova". Se il giornalista dimostrava di avere scritto il vero era a posto. La "facoltà di prova" dovrebbe essere resa obbligatoria in ogni procedimento penale per diffamazione".
Parole sante! Al povero eretico, spesso in Tribunale non hanno ammesso neanche i testi citati dalla difesa. Mi toccherà pubblicare tutto sul blog, per difendermi meglio. Magari i Giudici lo leggono...

mercoledì 26 settembre 2012

Mercoledì scolastico: non ci sarà più religione (ed un cero bruciato...)?

  
   Quest'oggi il "mercoledì della mammina angosciata" sarà dedicato in parte ad una questione seria, seguita da una seconda diciamo ludico-memorialistica.
 L'altro giorno il Ministro Francesco Profumo, forse eccitato dall'essere presente ad una festa dei vendoliani, ha rilasciato una dichiarazione assolutamente condivisibile, e non solo dall'eretico, ma anche da autorevolissime voci in campo cattolico (Vittorio Messori, per esempio, su tutte):
"Credo che l'insegnamento della religione nelle scuole, così come concepito oggi, non abbia molto senso. Probabilmente quell'ora di lezione andrebbe adattata, potrebbe diventare un corso di storia delle religioni o di etica".
 Dal punto di vista ereticale, parole sante, caro Ministro.
E sia ben chiaro che l'eretico NON VORREBBE ASSOLUTAMENTE GIOVANI IGNORANTI DELLA RELIGIONE CATTOLICA, tutt'altro. Il problema che si constata infatti è la diffusissima e scandalosa ignoranza dei ragazzini (magari freschi di prima comunione!) quanto alla religione che pretendono di professare, ma della quale ignorano financo i fondamentali.
Non so quanti esempi potrei fare; mi limito a quello fatto all'uopo stamattina in una classe di I media composta da 26 alunni, tutti frequentanti l'ora di religione, dal primo all'ultimo.
 "Chi sono i genitori della Madonna?": nessuno ha saputo rispondere. Buio totale.
 "In che giorno della settimana santa c'è la Via Crucis?": dopo che uno aveva miscelato la Via Crucis con il Corpus Domini, ecco che un altro (uno solo su 26) prende la parola e dice: "Due o tre giorni prima della Pasqua!". Mi fermo per carità di Patria, più che mai.
Questo basti per fare capire appunto che l'ora come è intesa oggi, dopo la craxiana revisione concordataria del 1984, NON HA FUNZIONATO, e che il tutto va ripensato. Proprio per insegnare meglio e di più la religione cattolica (insieme alle altre, fondamentali per capire il mondo d'oggi), non certo per annullarne la conoscenza, come in re ipsa accade invece oggi.
 Altrimenti tocca all'eretico dare pillole di conoscenza religiosa ai giovani milites Christi: siamo proprio al paradosso, no? Eppure, così è, credetemi.
E i 25mila docenti assunti in pianta stabile dallo Stato (con lo scandaloso beneplacito vescovile stabilito dal Concordato)?
Sarò lucidamente tranciante: sono stati scelti dai Vescovi? Sì. Allora se ne facciano carico loro, una buona volta.

 Eccoci infine al gustoso aneddoto promesso lo scorso mercoledì, rinfrescato allo scrivente da una ex compagna di classe, ora svizzera ma assidua ed attenta lettrice del blog. Lo racconto perchè è la prova che ogni docente ha fatto, da studente, qualcosa che, se fatta oggi dai suoi alunni, porterebbe ad una grave ed implacabile punizione.
Gita scolastica di II Liceo Classico (quarto anno), se non sbaglio; andando a Recanati (ah, Recanati!), la classe passa dalla vicina Loreto. Ove lo scrivente preleva (verosimilmente senza pagarlo: tutto prescritto, Deo gratias) un autoctono cero di discrete dimensioni.
 Tornati a scuola, dopo qualche giorno, lo scrivente decide di portare a compimento l'insana idea: ACCENDERE IL CERO DURANTE LA LEZIONE!
La prima accensione avviene durante l'ora del professore di Lettere Antonio Vannini (attuale Preside del Liceo Scientifico, nisi fallor), ed il tutto si conclude con una risata generale senza ulteriori conseguenze.
Non ancora pago della birbata, durante la lezione di Latino o Greco con l'eccellente professor Moreno Lifodi (senza ironia, anzi con viva ammirazione), il futuro eretico riaccende repente questo cero loretano, mentre stazionava, come sempre, in fondo alla classe. Improvvisamente, la classe è di nuovo percorsa da uno strano, inconsueto odore, nonchè da un incomprensibile fumo.
 Il professor Lifodi, accortosi dell'inghippo, giustamente perde le staffe; chiama il Preside Bianciardi, che prende l'indifendibile autore della stupida marachella e lo catechizza a dovere, in presidenza. Dimostrandosi forse sin troppo buono: ci voleva decisamente una sospensione, vista la stupidità del gesto (facile dirlo adesso, eh...).
Non si dice che da giovani si è tutti un po' incendiari, e poi, intorno ai 40, si diventa pompieri?
Il problema, forse, è se si diventa incendiari intorno ai 35 anni: ma questa è tutta un'altra storia, che i più attenti lettori avranno di certo in mente...     

Ps Ah, il montepaschino compagno di furbata (ma sicuramente non responsabile quanto me, sia chiaro) è Roberto Rossi, oggi importante comunicatore della galassia Mps.
 Prima che le strade della vita andassero a divergere drasticamente, ci siamo divertiti anche così. Ognuno - si sa - fa quel che può...

martedì 25 settembre 2012

Iniziativa ereticale: una cena per Franchino il Ceccuzzi


    Aiutiamolo, Franchino il Ceccuzzi. Il momento che passa non è dei migliori: se non si vota a novembre, la sua candidatura è a grandissimo rischio, da parte del Pd nazionale (tutti i big piovuti a Siena lo hanno lanciato, ma il tempo gioca decisamente contro di lui); il partito, è lacerato come non era mai accaduto sin dai tempi della cena alla Mandragola di San Gimignano in cui, nell'ormai lontanissimo 2007, nacque il Pd senesota (ed in cui il padrone di casa Gabriellone Mancini pare abbia mangiato un animale intero, ma saranno voci di paese...).
 Noi, invece, Franchino lo dobbiamo, lo vogliamo aiutare: per vari motivi, ma soprattutto perchè solo battendolo nell'agone elettorale la sua parabola politica, fatta di Mussari e Del Mese conditi da utilissimi yesmen, potrà dirsi definitivamente chiusa, quantomeno a livello locale.
 Dio solo sa quanto non abbiamo bisogno di un novello Piccini (senza neanche le qualità dell'ex maestro) che brancola, extra oppure intra moenia, alla ricerca di vendette. Con i Monaci ed il buristo Guideri al posto dei Mussari.

   Per fare qualcosa dunque di concreto e fattivo, questo blog si offre di organizzare (sul serio) un evento indimenticabile: OFFRIRE UNA CENA A FRANCHINO.
Il momento è drammatico anche per questo: sono finite tutte le sagre contradaiole (ne avrà padellata almeno una?), con l'Aquila che - come ogni anno - chiude la stagione con il suo giro ed il suo braciere. Da più di venti giorni, poi, è finita la festicciola in Fortezza (avranno finito i "volenterosi salsicciai" di smontare? Fate sapere, non ci sono più capitato...). Dove va adesso Franchino a cenare?
 Senza alcuna ironia, dunque, all'eretico pare il momento di organizzare un Big event all'altezza del personaggio. Chi vuole farsi avanti (meglio se un ristoratore professionista, ma si accettano anche altri volenterosi, nel caso) è dunque il benvenuto. Tra l'altro, il ristoratore otterrebbe un'ottima (?) pubblicità gratuita, visti i tempi grami da non buttare assolutamente.
E se la caverebbe con poco, tutto sommato: quattro coperti, buon vino ma senza ostriche e champagne (non siamo mica come i burini alla Fiorito, noi).
Quattro coperti, giusto quelli: uno per l'eretico, gli altri tre per Franchino, per il sempre presente Mugnaioli (esperto enologo), l'ultimo per il simpatico e iucundus Filippo Castellani.
  Sarebbe bello venisse anche il Vescovo a benedire la cena, ma il rischio di vedere sparire il cibo dalla tavola sarebbe troppo alto. 


Ps Come sempre in questi casi castisti, sarebbe financo un'occasione per fare del bene ai bisognosi: la mancia, la diamo alle popolazioni terremotate dell'Emilia e del Mantovano. Chissà contenti...

lunedì 24 settembre 2012

L'insostenibile arroganza di Arrogance


     Sia ben chiaro: questo non è certo uno scoop, neanche uno scoopino.
 Che il banchiere milanese Alessandro Profumo, detto Arrogance, fosse arrogante, non è una scoperta degli ultimi tempi, tantomeno dei penultimi. Diciamo che è una spiacevole conferma: la permanenza senese - in vista dei futuri traguardi politici - non lo ha certo cambiato.

  Intervistona di Marco Panara su Repubblica Affari e finanza di oggi, lancita in primissima pagina: il Monte "profumato" si presenta all'Italia. Intervista quasi in ginocchio, da parte di Repubblica: le inserzioni pubblicitarie a go-go, evidentemente, pesano, in momenti di crisi a maggior ragione. Assoluta continuità con l'epopea mussariana (non a caso il Genio della comunicazione David Rossi è sempre al suo posto).
Il senso di fondo dell'intervista è che il peggio è passato, e che la banca tornerà a "performare" (wow: questa espressione Mussari Giuseppe forse non la conosce nemmeno...) quanto prima. A proposito, non per insistere: Mussari, neanche citato, nell'intervista; problemi giudiziari di Profumo, neanche accennati, nell'intervista; aiuti di Stato (al vaglio degli organismi europei, tra l'altro), per niente approfonditi, nell'intervista. E non continuiamo per amor di Patria.
La perla di saggezza "profumata" direi essere questa.
Parlando della città, osa dire:
"ha capito che il senso del lavoro che stiamo facendo è RECUPERARE LA PIENA AUTONOMIA DELLA BANCA DAL PUBBLICO".
Sì, con il rapporto privilegiato con Franchino il Ceccuzzi e con i miliardi di aiuto di Stato. Possibile che i banchieri pensino tutti di avere a che fare con lettori mentecatti?

  In più, as usual, Arrogance parla da Presidente della banca e della Fondazione insieme, per non farsi mancare niente:
"Avere il 100% del proprio patrimonio investito in un solo asset mettre a rischio, come abbiamo visto, gli interessi della comunità. è un rischio che la Fondazione ha deciso, con il tempo, di attenuare".
Queste cose sulla Fondazione - tutte condivisibili - NON le può dire il Presidente della banca, bensì le deve pronunciare apertis verbis quello della Fondazione (il quale Gabriellone Mancini a latere dice, pensando al prossimo luglio, che "scado e non posso essere rinnovato": nel senso che è solo un problema di impossibilità statutaria? Autocritica, mai?).
Questi - e non altri! - sono i casi in cui la politica - non si riesce proprio a scriverla con la maiuscola - dovrebbe intervenire, e rimettere i paletti sugli sconfinamenti "contro natura" di Arrogance. Invece ci sarà la gara a chi sta più zitto (sperando di essere smentito, ovviamente).

Il buon Panara ci delizia poi, a fine pagina, con un reportage - lo dice Repubblica, che di questo trattasi - su Siena. Già dal titolo si capisce tutto:
"Comune, banca, fondazione il risveglio di Siena senza i milioni del "bancomat"".
Accenti lirici, tardocarducciani nell'incipit del pezzo:
"Siena ha un'acustica eccezionale. Se sotto il campanile di Santa Maria Assunta un ragazzo sussurra: "Ieri, quando ti ho baciato...", cinquanta metri più in là davanti alla facciata di Giovanni Pisano si sente come al cinema". Boh.
Ma dove è stato a mangiare (e a bere) questo Panara, prima di scrivere questo reportage?

Ps Ieri Rosaria Bindi from Sinalunga ha sciolto la riserva che toglieva il sonno a noi suoi supporters: NON si candiderà alle Primarie piddine, appoggiando (ma con riserva, eh) il meno famoso dei Bersani. Peccato, peccatissimo: sarebbe stato un duello fra titani della politica.
 Profumo adesso per chi andrà a votare, alle Primarie? 

venerdì 21 settembre 2012

I ladroni laziali e le cavallette senesote

   Prendiamola con filosofia epicurea, dai: questi della Regione Lazio hanno speso allegramente assai lontano da casina nostra, quindi sono ca..i loro; in secondo luogo, se da una parte ci indignano e ci fanno cascare le braccia, dall'altra ci fanno anche divertire: le penose contorsioni della Polverini, che non s'era mai accorta di niente (basterebbe questo, per esigere le dimissioni immediate); quelli che hanno approfittato meno, e che cercano di salvarsi, all'insegna del "io meno peggio degli altri" (tale Romolo Del Balzo: si è fatto assumere la moglie e la nipote, in più ha raccattato un finanziamento diretto di 3 mila euro, tutta roba ammessa da lui); infine, volete mettere un personaggino come Franco Fiorito da Anagni? Neanche nei migliori film di Albertone, c'erano personaggi così: da film, subito!! Non mi dilungo, ma un passaggio merita di essere consegnato ai posteri, e va fatto leggere e diffuso il più possibile, ad imperitura memoria.
Domanda (Loredana Di Cesare e Valeria Pacelli, il Fatto, 15 settembre):
 "Quindi, gli italiani hanno pagato la vacanza anche alla sua compagna?"
 Risposta:
 "Avevo appena concluso la campagna elettorale per le regionali, ero depresso. Ho prenotato due settimane in due Resort fra i più belli della Costa Smeralda, Pitrizza e Romazzino. La prima settimana ero solo, poi mi ha raggiunto la mia compagna. Si, è vero, ho pagato con i soldi del gruppo. Ma poi ho versato nel conto del partito ciò che avevo speso".
Grande, grandissimo, il Federale di Anagni (copyright, suo). Ai soldi scialacquati, ormai non si sta più dietro; la vera domanda delle domande - che nessun giornalista oserà fargli - è questa:
"Caro dottor (?) Fiorito, cosa ha fatto una intera settimana da solo in un Resort di gran lusso in Costa Smeralda?".
 Ad occhio e croce, per il fitness non è andato...

  Questi pidiellini laziali (sulle cui spese pazze guarda caso il Pd del Lazio non aveva mai detto mezza cosa: complimenti per l'opposizione!), quindi, vanno guardati come meritano. Loro, però, la gogna mediatica la stanno vivendo, e siamo solo all'inizio. Ad oggi, di indagati c'è solo il Federale di Anagni, bene ricordarlo.
In fin dei conti, però, questi personaggi da basso Impero, hanno - secondo la Procura - rubato (per ora, solo Fiorito), di certo hanno speso allegramente, con l'aggravante del cattivo, del pessimo gusto.

  I nostri eroi castisti, invece? Gli avvisi di garanzia, sono più numerosi, per ora, di quelli dei ladroni laziali (risparmiamo l'elenco, perchè l'abbiamo fatto tante volte); ma soprattutto: Roma ed il Lazio - dopo questo uragano - saranno più o meno come prima. Il cittadino medio non subirà - fino a prova contraria - scossoni particolari, nella sua quotidianità, al netto dello schifo provato; lo stesso dicasi per il cittadino medio del Senese?
 Le cavallette della Casta senesota, loro sì che hanno lasciato una collettività in ginocchio, facendo sparire non una manciata di milioncini (noccioline, rispetto a Siena) come gli avventati e volgari boy-scout laziali, bensì MILIARDI DI EURO. Mettete insieme il deficit del Comune, della Fondazione Mps, della Asl (stendiamo un velo pietoso sul Monte, ove appunto si sono volatilizzati miliardi di euroni), e shackerate con cura. Poi se ne riparla, con calma.
Anche a Siena, nessuno si era accorto di niente: come Scajola per la casa al Colosseo, come oggi la Polverini, come Vasco Errani (Presidente della Regione Emilia) con il fratello, come Bersani (non Samuele) con Penati che era il suo braccio destro et alii.
Titolo cubitale del Fatto del 16 settembre:
"Regione Lazio pronta Casta: pure l'ufficio con la doccia".
All'eretico fa tornare subito in mente una vecchia - ma non vecchissima - storia senesota, castista: ma non faccio nomi o allusioni, altrimenti c'è subito l'anonimo che scrive che lo faccio per motivi personali. Chi ha memoria, capirà; chi non ce l'ha - come si dice a scuola - chieda al compagno di banco...

Ps Ieri il barbiere di fiducia dell'eretico (nonchè del Vescovo!) ha riferito allo stesso che 48 ore prima un solerte piddino gli era entrato in bottega, all'improvviso, a pietire la firma per accelerare le elezioni. Ogni commento pare francamente pleonastico.

giovedì 20 settembre 2012

Questo fine settimana tutti a Bagnaia!!


     Invece di fare gli scontati e di andare al mare (se regge il tempo), piuttosto che fare i coatti andando a trascorrere il sabato o la domenica in un centro commerciale, al posto del fare i gazzillori in qualche sagra paesana, l'eretico si raccomanda: sabato o domenica, TUTTI A BAGNAIA!!
 Una volta tanto, mi sento di fare pubblicità alla struttura ideata e gestita dalla sciura Monti Riffeser, autentica domina di Bagnaia.
Una struttura - si ricorderà - tenuta in vita grazie ai soldi del Monte dei paschi, quindi con soldi che magari potevano essere spesi meglio. Più Bagnaia perdeva quattrini, più Mussari Giuseppe vergava dindini:
2001:400.488 euro;
2002:1.434.836 euro;
2003: 2.434.599 euro;
2004: 2.274.888 euro;
2005: 3.698.232 euro;
2006: 2.298.186 euro;
2007:2.786.200 euro;
2008: 3.253.091 euro
 (fonte "Mussari Giuseppe Una biografia non autorizzata", pagina 172, ove si possono trovare anche i deludenti risultati di Bagnaia in quegli anni di grasse vacche montepaschine).
 Visto che Mps, tramite Capital service, ha dato questo ed altro alla Bagnaia, nel fulgore del decennio mussariano, credo sia giusto che oggi i cittadini della amata Siena (e di Monteroni d'Arbia, Sovicille e Murlo, i tre Comuni toccati dalla tenuta riffeseriana) almeno se la godano un pochino, semel in anno. I prezzi della struttura non sono proprio alla portata di tutti, ma quando la sciura - come facevano i gran signori di una volta, cui lei si richiama, sprizzando classe e sobrietà da ogni ruga - apre le porte al popolino sozzo, questa diventa un'occasione francamente imperdibile.

Per esempio questo fine settimana, per esempio domenica: c'è il Premio numero 10 (sponsor? Banca Monte dei paschi, toh: che sponsorizza anche il Premio 4 ed il 6);  poi il Premio numero 12, il Grand prix La Nazione (ritoh...).
 Con la benedizione del grande mossiere paliesco Natale Chiaudani, giubilato a tempo di record, quello che andava in Piazza pensando appunto di essere a Bagnaia, e di passare dalle terme al verrocchio, giusto un saltino nello spogliatoio:
"In sintesi quello di Bagnaia è un concorso ippico di grande charme e un appuntamento da non perdere".
Se lo dice il Chiaudani, che c'è lo charme, nulla quaestio.

   L'eretico ha notato infine che, in occasione dell'imperdibile kermesse che si sta pubblicizzando, ci sarà anche un sedicente concorso a premi, riservato al pubblico (leggasi al popolino sozzo).
 Primo premio - udite udite! - un motorino 50 cc. di cilindrata (non si è rovinata, la sciura).
 Solo per avere l'adrenalina della possibile vittoria, bisognerebbe esserci.
 Tutti a Bagnaia, dunque!

Ps Oggi il giornale di quella di Bagnaia (La Nazione, cronaca di Siena) spara in prima pagina la ignobile figura del Pd, con lo stand alla Festa di Reggio Emilia adornato di bandierine paliesche. All'interno, articolo di Laura Valdesi. La quale, però, si è del tutto dimenticata di scrivere che lo scoop è del blogger il Santo. Giusto per dire, eh. Complimentoni davvero per la correttezza dimostrata nei confronti di chi ha tirato fuori la notizia. Mi raccomando, andiamo avanti così.

mercoledì 19 settembre 2012

L'eretico a scuola (II): i "genitori elicottero"


    La prima settimana di scuola se n'è alfine andata (e dal Provveditorato nessuna lagnanza di "mammine angosciate" è arrivata, per ora); nessun problema, nessun danno collaterale particolare, se si eccettua la gola un po' usurata, non essendo più la stessa abituata a richiamare all'ordine la ciurma. Come forse i lettori sapranno, la categoria dei docenti è considerata una delle più a rischio per tutta una serie di turbe nevrotico-comportamentali: a questo giro, però, l'eretico non ha intenzione di parlare del corpo docente, bensì di un'altra fondamentalissima componente di quel "patto educativo" così tanto evocato, e così raramente applicato.
 Vale a dire quella dei genitori; lo faccio adesso, a metà settembre, non certo a caso. I ricevimenti dei genitori ancora non sono iniziati, quindi si potrà agevolmente capire come la mia riflessione non possa non essere generale, del tutto affrancata e svincolata dalla contingenza (visto anche il sabbatico da cui sono reduce). Momento giusto, favorevole, quantomai propizio, dunque, per portare avanti una riflessione che ovviamente investe la quindicina d'anni d'esperienza pregressa, tra immondi diplomifici, precariato extra-moenia e immissione in ruolo.

   La categoria genitoriale sulla quale mi preme soffermarmi è quella che uno psicologo canadese (Michael Ungar) ha descritto in "Too safe for their own good" (Troppo protetti per il loro bene), ovverosia quella del cosiddetto "genitore elicottero": assiduamente, continuamente, inesorabilmente presente, fino all'ossessione, nella vita - soprattutto scolastica - del povero figlio (di norma - pleonastico sottolinearlo - figlio unico).
 Su cosa spinga certi genitori, non pochi purtroppo, ad essere tali, ognuno può avere la sua risposta, certo diversa da caso a caso, da famiglia a famiglia. Sarebbe presuntuoso e comunque sbagliato cercare di approfondire il perchè di questo modus operandi. Certo è che i docenti - in questo caso all'unisono, come accade solo quando c'è da eliminare un Collegio od un Consiglio - conoscono benissimo i danni che tale atteggiamento iperprotettivo causa negli alunni figli di "genitori elicottero".
Andiamo sul concreto, sul logistico, senza nessuna pretesa se non quella della sana esperienza: due esempi mi sembrano quelli più da sottolineare.
 I genitori NON dovrebbero - se non in casi eccezionali - fare i compiti dei figli (il che vuol dire neanche aiutarli, mentre magari loro sono a gozzovigliare su Facebook o pensano ad altro); in secondo luogo, i genitori NON dovrebbero, come invece spesso fanno gli elicotteristi, eccepire su ogni virgola segnata in un tema, su ogni errore rimarcato in un compito, cercando (spesso goffamente) di mettere implicita pressione sul docente: mettiamo anche che, a furia di rompere (perchè di questo trattasi), riescano ad ottenere un comportamento più morbido da parte di certi docenti (succede, succede): questo va forse nell'interesse del pargoletto?
Questi genitori elicotterati, sono poi gli stessi che fanno danno nello sport: guai se l'allenatore gli toglie il figlioletto dal campo, vuol dire che è in malafede; se i compagni non gli passano il pallone, non è mai il generato ad essere uno scarpone, sono gli altri che ce l'hanno con lui.

 Tornando allo specifico scolastico: un brutto voto, nessuno lo vorrebbe assegnato al proprio figlio; ma spesso è un fattore di crescita superiore financo al fascistissimo olio di ricino, date retta. E certe bocciature alle medie, evitano figuracce (nonchè bocciature posteriori) al biennio delle superiori, che - statistiche alla mano - è il periodo più a rischio per le bocciature, nella scuola italiana.
 Quando si andava a scuola noi, non ci hanno detto tutti gli educatori, a partire dai genitori, che un dente - se proprio si deve levare - va tolto il prima possibile? E poi dicevano che eravamo i figli del '68...

Ps Forse siamo stati troppo seriosi, magari addirittura eccessivi (tanto a questo giro voglio vedere chi querela); mercoledì prossimo, si scriverà anche di altro: roba più divertente e gratificante.
 Una ex compagna di Liceo dell'eretico - assidua lettrice del blog dalle lande svizzere - ha rinfrescato un gustosissimo ricordo scolastico, che ebbe come protagonista l'eretico e come coprotagonista un suo ex compagno, ora pezzo grosso del Monte (!!). A mercoledì, dunque. E buona scuola a tutti!

martedì 18 settembre 2012

Società della salute: tutti a casa?


    Torniamo a scrivere di Sanità senesota, con una domanda di quelle un pochino impertinenti: alzi la mano chi abbia compreso fino in fondo cosa è la fantomatica Società della salute! A che cosa diavolo serve, dal punto di vista del cittadino comune e del paziente medio?
 In tempi di spending review, pare che verrà fatta fuori a breve. Ma ci voleva la scure del Governo nazionale, per farlo (se verrà fatto)? I servizi sociali, quelli sono già di pertinenza dell'Asl e del Comune (quelli sopravvissuti alla rapacità castista, si intende). Boh, davvero non si capisce, e tocca stare a sentire i soliti maldicenti che dicono che questa Società è una sorta di carrozzone per amministratori locali da sistemare. In rigida lottizzazione precrisi tra monaciani e ceccuzziani, tra l'altro. Sotto l'egida della first lady toscanota, alias dottoressa Benedetto, fino ad un anno fa a capo dell'Asl 7.
Subito sotto il Direttore Lucilla Romani, nel gotha della suddetta Società troviamo tale Vanessa Bastrenghi, assistente sociale fortemente sponsorizzata proprio dall'ex Direttore generale dottoressa Benedetto in Rossi. Incidenter tantum, la suddetta Bastrenghi fa parte, dal 2008, della segreteria politica del Pd di Sinalunga (di cui domina è Rosaria Bindi, si presume). Mi sia concessa la battutina maschilista: la Bastrenghi, almeno, in foto pare decisamente meglio dell'omofoba chianina....

   I pezzi forti, però, sono altri: per esempio Susanna Pioli (carriera aslina di quelle al neutrino, cui un maligno lettore accennò nei commenti dell'articolo dell'11 novembre 2011, e sulla quale magari si tornerà), incidentalmente vicesindaco di Castel del Piano (indovinate il partito), perchè noi siamo sempre per la politica fuori dalla Sanità; per esempio Lorenzo Brenci, ex Segretario comunale dei diesse, ex Consigliere comunale sotto il Cenni prima ed il Ceccuzzi poi (sul quale Lorenzo l'eretico, in modo del tutto fazioso, soprassederà, stante il sodalizio contradaiol-liceale-calcistico...).

 C'è infine il pezzo grosso grosso: Fiorenza Anatrini, sempre più assomigliante al Ministro Fornero. Della quale Fiorenza Anatrini, l'eretico aveva perduto le tracce: pensavo fosse andata a difendere i diritti delle donne oppresse lungo lo Zambesi, giù nell'Africa meridionale; villaggio per villaggio, tenda per tenda; ovvero a parlare del welfare senesota in qualche convegno ad hoc nel nord Europa (ovviamente andando ad insegnare ai nordici, non ad imparare da loro). Invece niente: era (è) lì, proprio lì, alla Società della salute, e guai a chi la tocca!
Anche lei, quasi nessun rapporto con la politica: prima la Figc (segretaria provinciale dal 1980 al 1982, regionale dall'82 all'84), in seguito nella segreteria nazionale (perdinci!) dal 1985 al 1987. Poi Consigliere provinciale, Consigliere comunale sotto il barbuto Piccini, dipoi Presidente del Campansi. Non è finita qui: Assessore provinciale al welfare e pari opportunità (ti pareva) nel primo mandato Ceccherini; last but not least, dal 2009 membro della Deputazione generale della Fondazione Mps, in rappresentanza del volontariato (ti pareva).
 A parte al dopolavoro ferroviario ed alla bocciofila della Tuberosa, dunque, ha avuto o ha incarichi ovunque, da più di trent'anni a questa parte.
 Poteva mancare qualcosa nella salute? Come dice sempre l'eretico citando un immortale adagio popolare, la salute prima di tutto. Nel caso dell'Anatrini, dopo parecchio altro...

lunedì 17 settembre 2012

I volenterosi salsicciai del Pd

 
   "Ogni festa ha la sua magia, perchè è anche un'esperienza collettiva di comunità fatta dai volontari e dai visitatori. La voglia di stare insieme, LA FATICA DISINTERESSATA ed il tempo sottratto al proprio tempo libero per portare avanti un progetto comune" (fare vincere Franchino il Ceccuzzi al prossimo giro, Ndr).
Con queste alate ed indimenticabili parole, sfrondate da ogni retorica d'occasione, il "giovane" (dal punto di vista anagrafico) Niccolò Guicciardini (Segretario provinciale del Pd senesota) commenta l'inizio della Festa provinciale del partito in Fortezza.
Dopo avere dissestato la città, fanno una festa che ha come slogan: "VIVA, la nostra Siena".
Sperando vivamente che Siena non sia più cosa loro, l'eretico vuole stamattina portare avanti una sommessa riflessione sui volontari che hanno prestato gratuito servizio alla suddetta festa, dal 10 agosto al 2 settembre.
 Nei giorni scorsi, sulla stampa è apparsa una lenzuolata di loro nomi, con un comunicato in cui si ribadiva la nobiltà del loro impegno, dopo le polemiche sollevate nei giorni precedenti.
Credo che su questa questione si debba essere molto chiari, una volta per tutte: chi presta il suo servizio alla festa del Pd, non è certo da demonizzare, ma neanche da santificare, come qualcuno ha incautamente fatto il mese scorso. In più, va detto che - a differenza delle tante sagre paesane e degli eventi di Contrada (purtroppo con eccezioni, soprattutto nell'ultimo caso) - chi presta servizio ad una festa in Fortezza IN ALCUNI CASI lo fa per consolidare la sua posizione nel Pd, per tenersi più stretta la sua poltroncina di amministratore in vista della successiva tornata elettorale, magari per scalare ulteriori gradini montepaschini et alia.
 Adesso arriveranno subito le precisazioni: "No, caro eretico, io l'ho fatto perchè ci credo, senza alcun tornaconto personale, né per me, né per la mia famiglia, fino al terzo grado di parentela, chiaro?".
In effetti, ci saranno anche costoro (maggioritari o minoritari?), anzi ci sono stati sicuramente, e benissimo vengano le loro precisazioni, che accoglieremo.
 Allora la domanda è: cosa può spingere uno che non abbia da sistemare se stesso o un famiglio ad andare a grigliare la rosticciana allo stand democratico? Cosa spinge i "volenterosi salsicciai" piddini (sempre meno numerosi, peraltro) a fare quello che fanno?
Sgombrato dunque il campo dall'interesse personale, lo fanno per un ideale. Ma il Pd (come gli altri partiti italioti di oggi), quali ideali porterebbe avanti? All'eretico la cosa sfugge.

  Restano allora le motivazioni più terrigne, forse le migliori.
 Molti forse lo fanno per consolidata abitudine, e va benissimo così; qualche giovane avrà fatto servizio perchè c'era una ragazza che gli garbicchiava, quindi è assolto in toto, sperando nel successo; qualcun altro perchè, dopo avere cucinato, giustamente ci si può abbuffare sulla griglia senza pagare (ci mancherebbe anche altro).
 Chi dunque, fra i volenterosi salsicciai piddini, c'è andato perchè tiene famiglia, è giustificato (purchè ammetta che queste sono prassi poco nobili: almeno questo!); chi c'è andato per motivi ludico-relazionali-sentimentali, è giustificatissimo; chi c'è andato perchè è 30 anni che ci va, lo guardiamo con il rispetto dovuto all'età ed all'esperienza; chi è andato per la buona politica portata avanti dal Pd in terra di Siena, invece...(autocensura, nella migliore tradizione del "giornalismo" senesota).

Ps A ieri sera 16 settembre (14 giorni dalla chiusura!), la Fortezza medicea annoverava ancora una decina di strutture (non saprei proprio come qualificarle), nonchè la tensostruttura che ha ospitato gli interventi più seguiti (Profumo, Franchino), il tutto condito da materiale vario lasciato in svariate parti della Fortezza stessa.
 Finite le grigliate, ci sarebbe da portare via la roba, cari volontari. Si lascia tutto com'è per l'anno prossimo?

sabato 15 settembre 2012

Antonio Socci: un ben meritato premio...


   Mentre l'eretico scrive questo pezzo, Antonio Socci viene premiato a Staggia senese dal locale circolo di integralisti cattolici, insieme al professor De Mattei che, da par suo, vuole convincerci che Darwin è obsoleto.
 Premio Viva Maria, dunque, per Antonio Socci, ciellino da sempre: per chi conosce un po' la storia delle insorgenze antifrancesi di fine settecento, non c'è bisogno di specificare. Un circolo, quello di Staggia, che inneggia esplicitamente ai moti del Viva Maria, che stravede per Pio IX (quindi si presume siano contrari al XX settembre, no?), il cui animatore dice Messa dando le spalle ai fedeli, in pieno stile preconciliare.
 Ci possiamo consolare, comunque: rispetto agli integralisti islamici (a parte degli integralisti islamici), questi nostrani non sono violenti, né hanno dotazione di armi: gaudeamus igitur!

   Visto che l'articolo sul Cardinal Martini "scomunicato" da Antonio Socci dalle colonne di Libero ha avuto una certa diffusione nonchè molti commenti, in contemporanea alla consegna di cotanto premio forse merita ricordare qualcosa, a proposito del Nostro. Più di un lettore, in settimana, mi ha consigliato di leggere i suoi libri, ed io gli ho risposto di averlo già fatto. E di nutrire profondissima ed inestinguibile disistima di lui, proprio in virtù della attenta lettura di quelli.
Si prenda quello forse più letto, escluso quello dedicato al dramma della figlia: "Mistero Medjugorje" (Piemme, 2005). Libro tutto agiografico rispetto alle false apparizioni medjugorjane (tali secondo la Chiesa, almeno fino ad ora), ma non è questo che importi in questa sede.
Per fare vedere ai lettori (soprattutto ai critici) del blog la qualità sopraffina, quasi aristotelica, delle argomentazioni socciane pro-Medjugorje, vorrei tornare - dopo molti anni - alla mitiche pagine 157-157 del suddetto libro.
 Pagina nella quale il riccioluto giornalista senese arriva a sostenere, senza tema di sprofondare nel ridicolo, che la città di Spalato (Split) NON fu bombardata, durante la guerra civile nella ex Jugoslavia, perchè il suo Vescovo di allora era uno dei pochissimi alti prelati ad essere filo-Medjugorje, mentre Mostar, regnandovi un Vescovo decisissimo nel non credere ai bugiardelli erzegovinesi, era stata bombardata, e con inusitata violenza (parecchio anche dagli stessi cattolici, ma questo Socci fa finta di non saperlo; o, forse, non lo sa davvero...).
Leggere per credere:
"Spalato è stata incredibilmente risparmiata. E un particolare che ha turbato e ha fatto molto riflettere è il "contrasto sorprendente", come lo chiama padre Laurentin, con la sorte di Mostar, sede del vescovo titolare di Medjugorje che si è opposto strenuamente alle apparizioni. In molti hanno infatti notato che - contrariamente a Spalato - questa città è stata devastata dalla guerra e soprattutto è stato distrutto l'arcivescovado e "una biblioteca di 30mila libri e gli archivi, tra cui le inchieste su Medjugorje"" (op. cit., pagina 158).
 Siamo ancora alla concezione omerica, politeistica, dell'interventismo divino nelle cose umane: gli dei sono schierati con l'uno o con l'altro dei contendenti. Chi con Ettore, chi con Achille...

Ps A coloro i quali avranno il buon cuore di commentare questo pezzo, vorrei sommessamente suggerire di eccepire su queste affermazioni del premiato a Staggia, non su altro. Molte grazie, in anticipo. 

giovedì 13 settembre 2012

Rita (Petti): dimmi che non è vero, ti prego!


    Il Pd senesota ormai è inattaccabile, sul fronte dei numeri e delle cifre: inattaccabile, perchè neppure l'evidenza numerica è sufficiente a fare chiedere scusa ai cittadini. C'è un deficit mostruoso (in una città che, con i soldarelli della Fondazione, avrebbe dovuto lastricare d'oro le strade, e dare parcheggi gratis per i residenti), tutto targato Pd e galassie afferenti, e loro lo rivendicano come un successo! Sono appunto inattaccabili, nel senso etimologico: come si fa ad attaccare chi mistifica in questo modo? L'eretico, su questo piano, si arrende.

   Ma non di soli numeri vive la politica.  C'è anche dell'altro, da un certo punto di vista più importante ancora: la dignità delle persone. A brevissimo, i lettori capiranno in che senso.
Faccio una premessa: Laura Vigni - vittima del tutto inconsapevole degli strali pettiani - non sa niente a proosito di questo articolo; scelta ereticale: conoscendola, credo che, pur amareggiatissima della situazione, mi avrebbe pregato, forse scongiurato di lasciare l'articolo nel cassetto.

   A fine agosto, appena arrivata la comunicazione dei fondi regionali (400mila euro) grazie ai quali il Sms non è stato ancora (del tutto) chiuso, il Pd ha organizzato in Piazza Salimbeni un happening per festeggiare. Invece di vergognarsi, sono andati in piazza a rivendicare i soldini del soccorso rosso regionale. Come si sa, dopo i 40 anni ognuno ha la faccia che si merita. Non è però questo, ciò che interessa a questo giro (anche perchè del Sms molto ci siamo occupati, e non è detto che smetteremo, anzi).
 Ecco entrare in scena Rita Petti: artista di buon livello (suo perfino un Palio), appassionata docente di Storia dell'arte, Consigliere comunale piddina (di fede ceccuzziana), da qualche tempo Responsabile del settore cultura del Pd locale.
 Avvicinatasi ad una persona presente all'happening, il discorso ad un certo punto cade su Laura Vigni, candidata a Sindaco (contro Ceccuzzi) alle ultime comunali, per una lista di sinistra. Spina nel fianco del Pd, capace di erodere voti a sinistra.
Rita Petti avrebbe detto, a proposito della Vigni, che "è troppo facile usare il proprio handicap mettendolo nella foto della campagna elettorale, sapendo che parecchi voteranno per lei per pietà".

   Cara Rita, da conoscente e collega, stento davvero a credere che tu abbia anche solo pensato una cosa simile, figuriamoci che tu l'abbia detta. Non a caso, eri una delle pochissime figure del Pd senesota che questo blog non aveva mai attaccato prima, stante la stima che ho (avevo?) nei tuoi confronti.
 Ti chiedo sic et simpliciter di smentire questa frase, che - lo spero - non ti appartiene di certo. Niente di più, niente di meno. Dimmi, scrivimi che non l'hai mai pronunciata, in quel pomeriggio di fine estate (magari anche altre volte?). Pronto a chiederti sinceramente scusa per il "disturbo mediatico", ed a cospargermi il capo di cenere.
Credo che tutti saremmo lieti di chiudere immediatamente questa pagina; la quale pagina, però, merita almeno un chiarimento da parte tua.
Alla fine della fiera, la frase è stata detta o no?
A partire dallo scrivente, chi non ha peccato, scagli la prima pietra.
Ma assumersi la responsabilità di ciò che si è detto o scritto (se lo si è detto o scritto), è cosa altrettanto ineludibile.
Aspetto tue... 

mercoledì 12 settembre 2012

L'eretico torna a scuola...


     Preparata la sua valigetta da professorino, immessosi alle 7,56 nel budello maledetto di Pescaia, arrivato in perfetto orario sul luogo di lavoro, l'eretico stamattina ha fatto il suo rientro alla scuola media (si dovrebbe dire secondaria inferiore) statale Cecco Angiolieri.
 Nessuno ancora sa chi sia la ormai mitica "mammina angosciata" che scrisse (?) al Corriere di Siena, e le cui lagnanze furono reattivamentye trasmesse - con lodevole spirito civico - da Stefano Bisi al competente ufficio del Provveditorato (quale?), ma ad ogni buon conto lo scrivente stamattina ha preso regolarmente servizio, timbrando il cartellino d'ordinanza (ebbene sì, anche i docenti lo timbrano, almeno alla Cecco Angiolieri!).
 Il Commissario Laudanna ha iniziato a svelare l'inghippo del maxibuco del Comune senesota (tra i 17 ed i 18 milioni, complimentoni in modo particolare al paonazzo del Nicchio e al filiforme dell'Istrice, sempre bene sulla breccia); arrivano notizie, che definire succulenti è poco, concernenti il Pd locale (domani per esempio ci sarà una new entry ereticale, con il botto); il primo giorno di scuola, però, è il primo giorno di scuola!
 Tra l'altro, l'eretico ha deciso che ogni mercoledì (salvo arresti eccellenti et similia) sul blog comparirà una nuova, nuovissima rubrica dedicata alle multiformi riflessioni di chi scrive sul "magico" mondo scolastico: avevo pensato di scriverci un libro, ripiegherò sul blog. Titolo (provvisorio, come l'orario):
"Il mercoledì della mammina angosciata: riflessioni sulla scuola".

  Potrà sembrare strano, financo paradossale che l'abbia fatto un blogger, ma stamattina alle mie due classi (una I ed una II, tutte composte di assoluti sconosciuti) ho parlato a lungo di Internet, sottolineando le straordinarie possibilità del mezzo (la più grande scoperta nel campo della conoscenza dai tempi gutemberghiani, senza dubbio), ma anche le criticità, i problemi, i rischi dello stesso. Questi sono ragazzini della generazione dei "nativi digitali", cui non dobbiamo certo insegnare ad usare tecnicamente Internet (quasi sempre lo fanno molto meglio di noi!), quanto a sapersi orientare nel mare magnissimum dell'informazione internettiana: selezionare (mai stato così difficile dagli albori dell'umanità) il flusso delle informazioni, approcciarsi criticamente alle stesse, sapere valutare una fonte e la sua attendibilità. Roba che prima valeva quasi esclusivamente per gli storici o per i giornalisti,  oggi vale per il navigatore comune.
 Quanto alla stampa cartacea, essa è scomparsa, dalle case dei ragazzi: su una cinquantina di alunni, non più di 5 o 6 hanno sostenuto di trovare un quotidiano a casa, portato dai genitori. Comunque la si pensi, non è un bel segno, e rende ancora più cogente ed impellente il lavoro sopra descritto.
I più fortunati, dal punto di vista dell'informazione sul mondo, sono coloro che hanno genitori che - meritevoli di beatificazione subitanea - almeno una volta al dì hanno la pazienza di spiegare e di commentare i fatti che la televisione (non più la carta stampata) o appunto Internet portano in casa: chi di noi si avventurerebbe a provare a spiegare al figlioletto la situazione della politica italiota, per esempio? Forse più facile ripiegare sulla devastante guerra civile siriana.
 Le immagini, purtroppo, parlano da sole...

Ps All'intervallo, mi si presenta davanti un alunno con un ciaccino grande come una racchetta da tennis. Solo con metà di quello, si sforava di certo il limite giornaliero raccomandato dei 5 grammi di sale. Se il Ministro Balduzzi lo sapesse...

martedì 11 settembre 2012

Poggibonsi: il Sindaco Coccheri si inguaia di brutto...


    Il caso del Sindaco di Poggibonsi Lucia Coccheri è di quelli da manuale: i piddini locali (e non solo), più parlano, più tendono naturaliter ad inguaiarsi, e magari di brutto. "Sempre ti pentirai d'avere parlato, mai d'avere taciuto", è la mai abbastanza apprezzata massima guicciardiniana.
Il motivo è molto semplice: essere circondati da servi che si fanno chiamare giornalisti, incapaci di porre domanda alcuna, espone alla mancanza di abilità dialettica. La Golda Meir dell'Elsa già non sarebbe proprio un fenomeno di comunicazione, ma senza alcun allenamento peggiora ulteriormente.

   La storia del capanno abusivo all'interno della sua proprietà ormai è venuta fuori; l'eretico avrebbe potuto dare la notizia più di un mese fa, ma ha avuto rispetto del gravissimo lutto che ha colpito il primo cittadino poggibonsese (la morte prematura del fratello).
Veniamo alla questione capanno, dunque.
 Che sia abusivo il capanno, nessun dubbio; ma sentite un po' il "capolavoro" dialettico della Coccheri, nel suo intervento al Consiglio comunale del 30 luglio scorso. La sua tesi è che all'atto di acquistare (7 ottobre 1996), il capanno c'era già da tempo immemorabile, da 40 anni circa, e lei non si era mai accorta di alcunchè.  Pare però che nel contratto d'acquisto la amministratrice poggibonsese (legatissima a don Fabio Ceccherini, anche se lei ha la sfacciataggine di negarlo) NON abbia indicato l'esistenza del suddetto capanno.
 Quindi il capanno nel 1996 c'era, ma la Coccheri non se n'era accorta. Chapeau. Forse, visto che si chiama Lucia ed è nata il 13 dicembre, era in quel periodo ipovedente (la vista l'avrà riacquistata in seguito, evidentemente). O era ipovedente, o era in palese malafede, rispetto a questo capanno: tertium non datur, a rigor di logica. Anche in riva all'Elsa.
A voler pensare male, poi, non si finirebbe più, visto che la Coccheri proviene, professionalmente parlando, dall'Ufficio delle imposte, ed il marito, Francesco Cimini, era Ispettore di quegli uffici.

  Last but not least: perchè - come sottolinea Massimo Grisanti, che ha il merito di avere fatto emergere il caso, dopo una segnalazione anonima pervenutagli e opportunamente verificata - questo benedetto capanno ha le lamiere non arrugginite, quindi relativamente nuove, o comunque posteriori al 1996? Ah, già: una volta riacquistata la vista, la Coccheri sarà intervenuta.

  In conclusione, all'eretico del capanno interessa il giusto: siamo in una terra in cui sono scomparsi miliardi di euro (grazie ai compagni politici della Coccheri), cosa volete che sia l'avere un capanno abusivo nella terra di proprietà?
Piuttosto vorremmo sapere dalla Coccheri altre cose (visto che del capanno ha parlato, ma solo dopo che qualcun altro ha fatto emergere il caso, non certo prima...).
 Fra le altre, perchè il Sindaco ha confermato il plurindagato nonchè rinviato a giudizio Adriano Bartoli come Dirigente del settore dei Lavori pubblici di Poggibonsi? Si rende conto la Coccheri della gravità di questo stato di cose? Ha consapevolezza della sfacciataggine politico-amministrativa della riconferma del Bartoli?  Il Pd intende intervenire, o continua ad avallare questo indecente stato di cose (domanda retorica)?
Dalle colonne di questo blog, non chiediamo neanche, al Sindaco, le sue dimissioni, per una questione di decenza politica: trattandosi appunto di decenza politica, ci pare superfluo farlo, nel caso poggibonsese...

Ps La Poggibonsi coccheriana - come già ricordato in altra occasione - è città unica al mondo: si costruiscono Palazzetti dello sport a due passi dai cimiteri (contra legem). Si pensa forse alla salute dei morti? 

lunedì 10 settembre 2012

L'eretico a Galatina...

  
   Oltre alle bellezze ed al fascino del Salento in quanto tale, ci sono almeno altri due elementi specifici per raggiungere Galatina, in fondo al tacco d'Italia. Non c'è il mare, certo, ma c'è altro.
 In primis, Galatina è la patria del Tarantismo, fenomeno di grande rilevanza antropologica, capace di farci capire, come pochi altri, il legame continuistico fra paganesimo e cristianità. Non a caso essendoci San Paolo di mezzo...
 In secondo luogo, macinare chilometri fino a sud di Lecce vale la pena per gustare la Basilica di Santa Caterina (d'Alessandria, però), uno degli edifici sacri più belli del Salento e non solo. Con i meravigliosi affreschi di cui è dotata, questa Basilica è in splendida controtendenza rispetto al Barocco ovunque imperante, in loco: a Galatina, come nel resto del Salento. Una perla romanica, in un mare di Barocco, inevitabilmente stucchevole, a lungo andare (compresa la Cattedrale, chiamata la "Chiesa madre" dagli autoctoni, nella Piazza principale della cittadina).
 
 Arrivato per appuntarsi materiale per il suo romanzo, l'eretico ha avuto una curiosa esperienza nella mattinata di lunedì: andato nella locale Posta per pagare una bolletta, preso il suo bigliettino d'ordinanza, si è messo ad aspettare. Il tempo passava, ma le cose andavano assai a rilento. Alzatomi, sono andato all'ingresso, proprio alla confluenza fra il caldo sciroccato e l'inizio dell'area dell'aria condizionata. Mi sono trovato accanto, con una certa sorpresa, ad un signore sulla settantina che in pratica offriva spudoratamente agli astanti bigliettini per le varie operazioni postali da espletare, in modo da fare loro bypassare almeno parte dell'attesa. Furbizia salentina...

 Furbizia salentina che fa il tutt'uno con gesti di ordinaria generosità altrove (compresa Siena) sconosciuti. L'eretico entra in un bar, si prende una buona granita al limone (che costa meno che altrove), e gli viene servita gratuitamente dell'acqua, addirittura minerale. Ancora assetato, sono andato a chiedere ancora acqua, premettendo di volere pagare, al secondo giro: acqua sì, soldi di nuovo no. Piccole cose, ma indubbiamente significative.

 Il clou della giornata, però, è stata la cena, consumata in un minuscolo ristorante a conduzione familiare, nel pieno centro della località. Tutto ottimo ed abbondante, anzi con l'obbligo di frenare il marito-cuoco, che altrimenti avrebbe piacevolmente infierito, portando chissà quanto altro ancora. Melanzane, fiori di zucca, pomodori saporitissimi (brutti a vedersi, fantastici a mangiarsi), salsicce ben grigliate, formaggio, morbidissimo, di mucca e capra insieme: un autentico ben di Dio, dunque, innaffiato da ottimo vino e da un irresistibile liquore al caffè, prodotto con maestria dai proprietari.
Accanto al tavolino ereticale, alcune bottiglie da esposizione: due delle quali - ebbene sì - recanti la nota immagine bellicosa di Benito Mussolini! Una, addirittura, con il titolo "Quelli che non si arresero" (Graziani, Muti, Pavolini).
 Chissà che avrebbe detto Massimo D'Alema, se ci fosse venuto a mangiare...

Ps Galatina è gemellata con Sarajevo (Novi grad, in particolare): cosa che le fa sommo onore.

domenica 9 settembre 2012

Chi ha odiato il Cardinale Martini

 
  La morte, i funerali (senza il Pontefice) e le relative polemiche legate alla figura del Cardinal Martini hanno fatto emergere - sfacciata come forse mai negli ultimi anni - l'esistenza di una frattura, di uno iato profondo e incolmabile fra (almeno) due idee di Chiesa cattolica: da una parte, l'alleanza fra i cattolici di Comunione e liberazione (con tutto il business della Compagnia delle opere ed il legame strettissimo con una certa imprenditoria) ed il cattolicesimo più chiuso, dogmatico e retrivo, verrebbe da dire preconciliare, da una parte; dall'altra, il cattolicesimo più aperto e dialogante, che si pone su di una linea di continuità con l'esperienza del Concilio vaticano II, e si dimostra incommensurabilmente più aperto ai cambiamenti dell'oggi e, in generale, ai diritti civili dei singoli (omosessualità e morale sessuale in generale, fine-vita et alia).
 Ci si può girare intorno quanto si vuole, ma questo iato c'è, ed il Pontefice ha esplicitamente accordato il suo favore al tandem Cl più ala dogmatico-tradizionalista (e pensare che Ratzinger, ai tempi del Concilio, era schierato sul fronte progressista della cattolicità, anche se questa è una delle cose del suo passato che è meglio provvedere a sbianchettare...).

   Fra i vari commenti alla scomparsa del grande uomo di Chiesa, quello più clamorosamente livoroso e gonfio di acredine - non a caso - è stato quello del giornalista ciellino Antonio Socci, il quale, su Libero del 2 settembre, ha vergato un articolo di una durezza inusitata, tale da sorprendere anche molti cattolici di provata fede. Neanche i recenti, tristissimi eventi legati alla salute della figlia, evidentemente, hanno addolcito la sua penna rancorosa nei confronti di tutti coloro che - a maggior ragione dall'interno della Chiesa - si levano contro l'oscurantismo vaticano.
Non polemizzavo con Socci da anni (dopo la questione su Medjugorje, uno dei suoi cavalli di battaglia), da quando cioè è accaduto il suo dramma familiare; questo articolo su Martini, però, non può non essere citato e sommariamente commentato.
"Ha sempre cercato l'applauso del mondo, ha sempre carezzato il potere (quello della mentalità dominante)", scrive il riccioluto Socci. Il giornalista, amico di Formigoni ed ideologo di Comunione e liberazione (Comunione e fatturazione, copyright Dagospia), dà del carrierista ad uno che, quando poteva aspirare al papato, si ritirò dalla scena. Aveva il Parkinson, si dirà; del suo Parkinson, guarda caso, in quella primavera del 2005 molto si disse e si scrisse (con una certa mancanza di tatto, mentre per Giovanni Paolo II l'evidenza era stata negata, fino al risibile, per anni); ma dei problemi di salute di Ratzinger - dei quali incautamente parlò il fratello stesso, poi subito silenziato dal Vaticano... - nessuno fece cenno. Ratzinger doveva essere Papa: il tandem sopradetto era favorevole, dunque che si procedesse.

   Per tornare su Socci, in conclusione: non stupisce il livore contro il Cardinale a cadavere ancora caldo (livore che, da uomo timorato di Dio e sempre con la citazione evangelica in canna, comunque un pochino inquieta), meraviglia invece di più - pur con tutta la profonda disistima che lo scrivente ha sempre avuto nei suoi confronti - che ancora Socci non si renda conto che senza quella libertà di parola e di pensiero per cui Martini si è sempre battuto, neanche Socci potrebbe liberamente farsi paladino di "battaglie" come quella su Medjugorje (non accettata dalla Chiesa, va sempre ricordato: almeno per ora).
Ma forse, il pretendere che Socci lo capisca, è davvero chiedere troppo... 

sabato 8 settembre 2012

Gli anticeccuzziani dell'ultima mezz'ora

    Franchino il Ceccuzzi le sta facendo bigie, per cercare di andare al voto il prima possibile, allontanando lo spettro di una candidatura piddina a lui alternativa: un'estate da prezzemolino, presente a destra e a manca per fare vedere che lui le coccole non le fa mancare proprio a nessuno.
 Quello che però l'eretico vuole sottolineare oggi è piuttosto un altro aspetto della bagarre politica senesota di questi ultimi giorni, vale a dire la sempre maggiore emersione degli anticeccuzziani. A questo proposito, lo scrivente ci tiene a sottolineare che chiunque attacchi, in modo ponderato, Franchino, ha il benvenuto ereticale; detto questo, sia altresì chiara un'altra cosina, a scanso di equivoci: chi è divenuto anticeccuzziano da pochi giorni, sarebbe bene facesse una sana anticamera spurgante, prima di parlare da altari posticci e raffazzonati.
 Va bene che siamo un Paese in cui diventa Presidente della Repubblica un esaltatore dei carri armati sovietici a Budapest, ma in quel caso, appunto, sono passati svariati decenni: diamo un pochino di tempo al tempo, no? Questi, invece, partono lancia in resta come se niente fosse: come niente fosse stato, anzi.
 Ai monaciani ed ai cenniani di ogni risma, dunque, si raccomanda almeno un minimo senso della decenza cronologica, se possibile.
Prima di salire sul pulpito, bisogna mangiare tanto pane e sugna (citazione da cinefili di razza, vediamo chi la indovina...).
 Si dice, poi, che il gruppo dirigente ceccuzziano (vale a dire Franco Ceccuzzi) non abbia fatto autentica autocritica per i madornali errori commessi, ed è sacrosanto sottolinearlo. Si vorrebbe anche sapere qualcosa a proposito dell'autocritica degli anticeccuzziani dell'ultima mezz'ora, visto che ci siamo...

 Giungono alle orecchie ereticali voci di candidature, da parte del milieu anticeccuzziano, di chiarissima impronta veterodemocristiana, nella implicita speranza di rinnovare ma senza rivoluzioni; di discontinuità soft, per rassicurare. Un brodino caldo, insomma. Ma siamo proprio sicuri che l'elettorato senese, nelle prime elezioni post commissariali e post Fondazione Mps, voglia questa sbobba riscaldata? All'eretico pare piuttosto che la gente si aspetti un candidato tanto autorevole, quanto di effettiva rottura: di fronte alle macerie, economiche e morali (e giudiziarie) , di Siena, non è tempo di Termidori...
 Invece della solita sbobba centrista, invece di proporre persone certo perbene, ma inevitabilmente portate al compromesso veterodemocristico, invece del brodino, insomma, non sarebbe meglio, che so, una pennetta al vodka?  

giovedì 6 settembre 2012

La città ideale di Mussari Giuseppe


     Mps è una banca ormai statalizzata (Profumo dixit), nubi giudiziarie sempre più fosche si addensano sugli ultimi due Presidenti della stessa, però nessun istituto come quello (ex) senese riesce ad entrare nell'immaginario collettivo degli italiani. In Salento, per esempio, è una festa: provate voi, ad andare laggiù e parlare di Mps (ad ogni buon conto, l'eretico a breve pubblicherà una sua Trilogia salentina, ma con poco materiale montepaschino, per non tediare i lettori).

  Qual è l'arma per eccellenza per forgiare le coscienze? Come un certo Goebbels ci ha insegnato, il cinema! Ed è proprio a Venezia, ove si sta celebrando la celebre Mostra cult per tutti noi cinefili di ogni latitudine, che Mps ha vissuto, sabato scorso, un'altra giornata trionfale, con la presentazione dell'atteso film di Luigi Lo Cascio La città ideale. Premessa: proprio in quanto cinefilo, l'eretico mai commenterà - neanche sotto tortura - una pellicola non vista. Siamo tutti in attesa di vederla, non appena arriverà nelle sale (a Siena, ottime ed abbondanti, come ben si sa...).
Quel che è certo - come si vede dalla reazione della stampa embedded di domenica scorsa - è che lo sponsor Mps, con i suoi 400mila euroni, vuole lanciare l'idea di una pellicola esplicitamente esaltante la città, con il protagonista che abbandona Palermo (dove il problema, notoriamente, è il traffico...), per ritirarsi, preso da ubbie ecologiste, nella città del Palio. La città ideale, appunto. Momento giusto, per fare uscire questa pellicola, giudicata dai critici interessante e pretenziosa al tempo stesso.
 L'eretico ha trovato irresistibile che l'avvocato Fabio Pisillo (longa manus mussariana sul territorio senese e non solo) sia stato visto uscire, apparentemente contrariato assai, dalla sala ove veniva proiettato il film, che pare dare un'immagine non così idilliaca della città, almeno dal versante del funzionamento della Giustizia.
  Stamattina, poi, Mussari Giuseppe (in qualità di Presidente Abi, non di verosimile rinviato a giudizio) avrebbe dovuto presenziare ad un incontro organizzato a Venezia proprio dall'Abi, dall'Anica e dalla Biennale, incentrato sul rapporto tra banche e cinema, ma NON si è presentato, mandando un suo sottoposto abista.
 "Banche e cinema 2012: strategie, sinergie e percorsi innovativi", il pomposo ed evanescente titolone. Come detto, Mussari non si è fatto vedere.
 Troppi impegni, mondani e non, per Lui: è il problema di chi ha talento da vendere e qualità da offrire, uno viene reclamato da una parte, poi dall'altra, infine dall'altra ancora. Non si può essere sempre da tutte le parti. E un povero Cristo non può godere del dono della bilocazione come padre Pio (considerazione già fatta, ma da ripetere!).
 In effetti, a pensarci bene, cosa mai avrebbe potuto o dovuto dire, su questo film? La città ideale, Lui, l'ha già trovata:: indovinate voi quale potrebbe essere...

domenica 2 settembre 2012

Franchino a sorpresa: "Pronto a rifare il Sindaco!"


     Ieri sera si è tenuta l'attesa intervista del duo Bisi-Strambi all'ex Sindaco Franco Ceccuzzi, nell'ambito della morente Festa del Pd in Fortezza: pubblico delle grandi occasioni, stavolta senza contestazioni (almeno per la prima ora ed un quarto, visto che poi l'eretico ha abbandonato, per sfinimento, il campo). Franchino è apparso in grande forma, davanti al pubblico amico (ma proprio tutto amico?) e a due giornalisti certo non aggressivi, anche se ieri entrambi capaci di qualche guizzo: uno Stefano Bisi impeccabile in giacca e cravatta, uno Strambi più casual, con tanto di immancabile orologio arancione al polso (very very trendy).

   Entrato in Fortezza pochi passi dietro al compagno-panificatore Antonio Sclavi in perfetto orario, l'eretico si è dunque sorbito 75 minuti di narrazione ceccuzziana degli ultimi mesi, con tanto di scontata, scontatissima disponibilità alla ricandidatura (toh, pensa che sorpresa...). Con in più la disponibilità alle Primarie, di ogni tipo e genere (sarebbe la primissima volta, per Franchino). Più interessanti due o tre altri punti, conosciuti quasi solo dagli addetti ai lavori, fino ad ora.
Il primo concerne la solenne dichiarazione ceccuzziana che lui, nella scorsa campagna elettorale, non sapeva alcunchè delle condizioni pietose della Fondazione Mps. Pensava, in buona fede, si potesse restare al 51%, in realtà si era già - tramite maligno derivato - al 37%. Franchino poteva non sapere? Ognuno ragioni con la propria testolina. Ben escogitata, comunque, la frase ad effetto a mo' di chiosatura del ragionamento su banca e Fondazione:
"Se per salvare la banca abbiamo perso per qualche mese il Comune di Siena, abbiamo fatto bene!".
Due speranze in un solo periodo (ipotetico, condito da subordinata finale, tanto per fare il professorino), ma la frase può funzionare.

  La parte più ghiotta ed inedita, però, è stata quella concernente il Complottone di cui è rimasto vittima lo scorso maggio-giugno l'ottimo Franchino. Per la prima volta con cotanta chiarezza, ha confermato quello che l'eretico aveva scritto in tempo reale: Ceccuzzi è rimasto vittima dei suoi stessi giochini politici. Certe alleanze gli hanno permesso di arrivare in alto (e senza primarie!), poi lo hanno fatto cadere.
Il Complottone sarebbe dunque stato ordito da Alberto Monaci (convitato di pietra, ieri sera) e famigli, più il complottardo per antonomasia della politica senesota, il barbuto Pierluigi Piccini. Complici interessati, ovviamente, i pidiellini, Tucci in testa. Adesso i complottardi non vogliono le elezioni autunnali, perchè giocano allo sfascio, cinicamente: più si va avanti, più la crisi morderà.
Questo è lo schema che, dal 1 settembre in avanti, si sentirà ripetere all'unisono dal Pd ceccuzziano (che - bene sottolinearlo - non è tutto il Pd, al netto della componente complottarda).

 Buona la domanda di Stefano Bisi su Del Mese, cui però Franchino ha risposto del tutto elusivamente: "Non ho nulla da nascondere". Sarà, però quando ne scriveva l'eretico non sembrava proprio. E soprattutto, fra le altre cose, perchè non ha chiarito per quale motivo meritocratico (sic) ha piazzato gli uomini del politico mastelliano rapace (come lo descrive il Gup di Salerno) nelle partecipate Mps? E della cena salernitana, con Mussari, di fine agosto 2006? E dei finanziamenti Mps al pastificio in odore di fallimento (Amato)? Zitto e mosca.
 "Non ho nulla da nascondere": però se non la tirava fuori lo stesso Del Mese davanti ai magistrati, di quella cena, con tutti gli annessi e connessi, nessuno avrebbe mai saputo niente...


Ps Ultimo scampolo d'estate per l'eretico, atteso da una trasferta salentina (domenica-mercoledì), in cerca di materiale per il prossimo libro (ma D'Alema non c'entra niente, sia chiaro).
 Pubblicherò i commenti, magari un pochino in ritardo: che nessuno si offenda, eh! Se mi viene voglia fra un sopralluogo e l'altro, scriverò anche dal tacco d'Italia. Magari essendo idruntino... 

sabato 1 settembre 2012

Sanità senesota: si rientra (Grazioso no...)

    Ritorniamo a parlare di Sanità senesota, sempre tenendo ben presente una cosa che è bene non dimenticare mai, neanche d'estate: i castisti sono riusciti a devastare anche quella (potevano forse esimersi dal?).

   Il Gran Moralizzatore Enrico Rossi, quanto a ferie, pare abbia fatto poco, sempre in tournée tra una Festa piddina e l'altra (compresa Siena), con in più l'incubo della spending review: l'eretico si ricorda giusto una sua foto, dal Corriere della sera fiorentino, sul lungomare di Marciana marina. In compenso, di cose da colpo di sole ne ha dette svariate (vedasi sulle Provincie, per esempio).
 In quella foto sul lungomare, era al fianco della first lady, la dottoressa Laura Benedetto, colei che avrebbe lasciato l'Asl senesota per problemi personali, la scorsa estate. La cosa appunto stimolante sarebbe sapere cosa si dicano i due, sul lungomare: parleranno del dissesto della Asl 7 che era appunto dalla consorte diretta? Saranno angustiati, per ciò che sta emergendo? Avranno fatto ferie serene? Ah, essere una zanzara, di passaggio sul lungomare di Marciana marina nella calura agostana...

 Chi quanto a ferie, invece, è messo benissimo, è il Mozart dei bilanci, dottor Grazioso (creatura della Benedetto in Rossi), che la nouvelle vague aslina (Pestelli-Volpini) ha fatto lodevolmente accomodare a casina sua, dopo quello che è venuto fuori negli ultimi tempi. In vacanza a tempo indeterminato, pare.

  Guardate un po' questo riassuntino (ad uso e consumo della Corte dei conti e della Magistratura) dei Bilanci della Asl 7 nell'ultimo triennio:

1) Anno 2009: segno meno per 10milioni e 843mila euro;

2) Anno 2010 ( Bilancio firmato dal tandem Grazioso-Benedetto): segno meno per 1milione e 962mila euro;

3) Anno 2011: si ritorna sul profondo rosso, con un meno da 10milioni e 500mila circa.

  A questo punto, la domanda, d'obbligo, è la seguente: o il tandem Benedetto (in Rossi)-Grazioso è letteralmente straordinario nell'eliminare deficit, e meriterebbe di continuare a lavorare insieme, per il Bene comune; ovvero quel Bilancio 2010 cela qualcosa.
 Su cui - prima che la Magistratura concluda il suo lavoro, appena avviato - qualcuno dovrebbe dare delle spiegazioni. Chiare, dettagliate, inequivoche.
 Perfino qualcuno che fa le ferie a Marciana marina, ridente località elbana.

L'eretico Sindaco (per la Nazione)...

 
   Oggi finalmente l'eretico deve segnalare uno scoopone della Nazione, caporedatta in loco da Tommaso Strambi. Fra i vari candidati papabili (nel senso di bruciabili, ovviamente), lo Strambi indica reattivamente anche chi scrive, inserendolo come candidato a Sindaco del Movimento 5 stelle. Uno scoop, ovviamente: tra l'altro, all'insaputa dell'interessato. Ma questo è poco più di un dettaglio, per un professionista come il caporedattore della Nazione Siena.

   Lo scoop non è finito: la candidatura ci sarebbe (per lo Strambi), però viene automaticamente stoppata per i guai giudiziari ereticali. Forse lo Strambi non sa che le 2 condanne (una è il ringollone del tandem Acampa-Buoncristiani del gennaio scorso a Firenze in Corte d'Appello, l'altra è quella dell'Anselmi), oltre ad essere ferme al I grado di giudizio, SONO SOLO CIVILI, NON CERTO PENALI (ma con la sua nota onestà intellettuale il giornalista non lo scrive: complimentoni!). Ci sono poi i rinvii a giudizio (che sono penali, quindi): ma quelli - e per tutt'altre cose - riguardano anche Alessandro Profumo, per esempio.  E a breve, con tutta probabilità, anche il grande amico della proprietaria della Nazione, quel Mussari Giuseppe che non pare avere nessuna intenzione di dimettersi dall'Abi, se rinviato a giudizio (vedremo il 19 ottobre). E fermiamoci qui, per non tediare con altri esempi.

   Per aiutare lo Strambi, aduso a scrivere dell'eretico solo per le sue magagne giudiziarie, voglio comunque venire incontro al caporedattore della Nazione, dandogli altro su cui scrivere la prossima volta. C'è roba grossotta, soprattutto in comparazione con chi ha fatto sparire qualche miliardo di euro dalla città negli ultimi anni.
 Più volte, per esempio, sono stato ammonito ed anche espulso, negli svariati tornei calcistici cui ho partecipato in quasi 30 anni di carriera (e se qualcuno avesse provato a corrompermi, qualche goal in più me lo sarei fatto fare: purtroppo nessuno "zingaro" mi ha mai proposto alcunchè!).
 Una volta, una ventina d'anni or sono, provai a fare il furbo, non pagando il canone della Rai: al primo bollettino minaccioso (con tanto di soprattassa inclusa), però, cedetti vigliaccamente alla Urar, temendo il pignoramento.
Neopatentato, poi, e nottetempo, dopo una serata allegra, lasciai la mia 127 in Via del Porrione, in totale divieto di sosta: un parcheggio criminale. La mattina dopo, ripresomi, andai verso la vettura, ma quella non c'era più. Multa grossa, e rimozione forzata. Sembra poco?
Last but not least, la cosa forse più grave: una volta, durante la gara, provai financo a tagliare, in modo furfantesco, il tracciato del Cross dei rioni. Fui però sgamato dopo pochi attimi: ero stato talmente bravo, che mi ero ritrovato troppo davanti agli altri, anche al primo.
Quanto materiale, per un giornalista-indagatore-segugio come Tommaso Strambi...

Ps Stasera tutti ad ascoltare Franchino il Ceccuzzi in Fortezza (intervistato da Stefano Bisi e dallo stesso Strambi). Quelli sì, che sono i Sindaci giusti per fare ripartire la città!