Cerca nel blog

venerdì 30 novembre 2012

L'eretico per Matteo Renzi


  A 48 ore dal voto finale, l'eretico fa endorsment, schierando il blog pro Matteo Renzi: come scritto domenica scorsa, su Siena è stato ALTAMENTE DELUDENTE, e non gliela perdoniamo per niente; come pensato mercoledì sera durante il confronto all'americana, mi fa incazzare quando non usa le armi in suo possesso per screditare Bersani (la metà dei collaboratori indagati o rinviati a giudizio, soldoni da Riva presi, a titolo personale, e non restituiti); come letto in questi giorni e non solo, la Corte dei conti ne critica duramente l'operato come Sindaco di Firenze, e si potrebbe continuare.

  Tante, dunque, sono le cose che non mi piacciono punto di Renzi. Due cose, però, mi spingono a dichiarare la mia totale preferenza per lui, per domenica (oltre all'endorsment dell'augusto pater, pubblicato sul Cittadino): chi c'è dall'altra parte (a partire da Bersani in persona, più tutta la nomenklatura); e che cosa stanno tirando fuori, spinti dal terrore del nuovo, gli alti papaveri del Pd. Un esposto contro Renzi per una pubblicità scorretta? Giusto, forse.
 Ma certo ci vuole una faccia come il..sederino, per arrivare a questo. Il partito di Penati, Frisullo, Mussari e via dicendo, che mobilità i suoi garanti per indire una conferenza stampa per una paginata di pubblicità (forse) non in regola?
E poi questa clima da "caccia alla giustificazione", davvero insopportabile. Non contenti di avere iperburocratizzato al massimo la contesa con le preregistrazioni; non paghi di avere cambiato l'età minima per votare (da 16, a 18 anni; ma da 98 a 96, invece, non risulta sia stata abbassata: chissà perchè...), adesso siamo alla penosa pantomima delle giustificazioni, come a scuola. Il professor Sartori, già da tempo, ha bollato come buffoneschi questi espedienti, e come dargli torto? Ma dove si vede che uno debba giustificarsi per votare al secondo turno, dopo avere saltato il primo? Per giunta in un partito in cui le regole valgono, ma con qualcuno sempre un po' meno (non sto a rifare i soliti nomi, cui ne potrei aggiungere svariati altri). Se uno è plurindagato, il Pd prima di allontanarlo in modo causidico squaderna ogni mezza possibilità (per poi magari non farne di niente); se uno domenica scorsa era semplicemente per i fattacci suoi e poi gli è venuta voglia di votare al ballottaggio, deve portare documentazione fotografica testimoniante la motivazione della sua lontananza? Che pena.

  E poi, solo per fare un caso umano, anzi due: il compagno Enrico Rossi e Rosaria Bindi. Il primo - se per caso dovesse vincere Renzi - potrebbe davvero finire la sua carriera politica: l'uno due Renzi-malasanità toscanota, potrebbe travolgerlo come l'Ombrone in piena. Dopo avere fatto l'operaista per tutta la vita, magari andrebbe a fare l'operaio sul serio.
Quanto a Rosaria, lì si toccherebbe l'apice di uno psicodramma personale: che farebbe "Rosi-cona" (copyright Dagospia) in caso - per lei, davvero sciagurato - di vittoria renziana? In Parlamento, non dovrebbe proprio rimetterci piede, al Governo meno che mai. Le rimarrebbe giusto la sua Sinalunga. Immaginiamo lunghe passeggiate, lungo gli argini insicuri del Foenna, con il breviario in una mano e la foto di Prodi nel paesello, a rimembrare i bei tempi di quando era Ministro o Presidente del Pd. E occhio alle tante, temibilissime nutrie locali... 

giovedì 29 novembre 2012

Siena-Taranto, Mps-Ilva: storie parallele

  
   Taranto agonizza, Siena boccheggia. Più la Magistratura fa luce sul verminaio dell'Ilva tarantina, più emergono i punti in comune con il verminaio senesota: già l'eretico ne aveva avuto sentore e l'aveva accennato (nel luglio scorso), adesso il tutto assume contorni davvero sinistri.
 A Taranto, la famiglia Riva aveva saputo creare un autentico Sistema Taranto, un oliatissimo groviglio armonioso che aveva come Dominus incontrastato questo Girolamo Archinà, ex responsabile delle relazioni istituzionali dell'Ilva (ora carcerato). Con il suo cellulare, questo signore teneva contatti con tutta la Taranto che contava (compreso il buon Niki Vendola): politici, sindacalisti, financo giornalisti (sicuramente iscritti all'Ordine...).
Parla con il sindaco di Sel Ippazio Stèfano, che lo consulta per sapere come muoversi sull'Ilva (la politica in ginocchio da Archinà); parla con il direttore di Taranto sera, Michele Mascellaro, esprimendogli "apprezzamento per la campagna di stampa" pro-Ilva (dall'ordinanza del Gip Patrizia Todisco); Mascellaro "attesta dunque con le sue stesse parole, di concepire la sua professione come attività al servizio degli interessi di Archinà - e quindi dell'Ilva", prosegue il magistrato.
Ah, dimenticavo: poteva forse mancare la Chiesa, in questo verminaio tarantino?  Il bravo Giuliano Foschini - su Repubblica di oggi - ricorda il Cataldus d'argento, imperdibile riconoscimento annuale che la Curia di Taranto, giusto un anno or sono, assegnò al suddetto Archinà, che aveva staccato un assegno da 365mila euro per la ristrutturazione di una chiesa, magari annerita dai fumi dell'Ilva. Scrive Foschini che, di fronte ad un gruppo di contestatori del premio, monsignor Benigno Papa abbia esclamato:
"Quello che non dovrebbe accadere è cavalcare la giusta tematica della salvaguardia dell'ambiente per motivazioni strumentali. Caso contrario dovrei pensare che ci sia un inquinamento spirituale che è peggiore dell'inquinamento ambientale".

  Girolamo Archinà, quindi, aveva lo scopo di "tenere tutto sotto coperta", a Taranto. A Siena, non è forse accaduta - per anni, proprio come a Taranto - la stessa, identica cosa?
Non si è usata (e si continua a farlo, pur con meno dindini) la leva pubblicitaria per tacitare la stampa, locale (non ce n'era grande bisogno) e soprattutto nazionale? Attraverso la Fondazione, quante chiese, oratori, bocciofile sono state risistemati? Archinà, poi, finanziava allegramente tutto l'arco costituzionale (più Berlusconi, che Bersani, ma senza farsi mancare niente): Ilva bipartisan, proprio come il Monte mussarizzato, pronto a finanziare anche i Verdini della situazione.
E quando il patron Riva si mette a sganciare qualche milioncino di euro entrando  nella cordata per l'italianità dell'Alitalia (sapendo bene di perderci), pur di ingraziarsi il Premier Berlusconi, non ricorda qualcuno che gonfiava Mps di titoli di Stato come captatio benevolentiae verso Tremonti, in vista di un posto da Ministro? La differenza, se c'è, è a sfavore di Mussari: almeno Riva ci metteva soldi suoi (per quanto, secondo la Magistratura, poco meritati), Lui, invece, usava i forzieri bancari del Monte (per carità di Patria, non commenteremo la richiesta di mezzo miliardo aggiuntivo al Governo da parte della banca ex senese, né il declassamento del Comune di Siena a quasi spazzatura...).
 A Taranto però si muore di tumore molto più che a Siena, dirà qualcuno; giusto, perchè la classe dirigente di un secolo fa ha impedito che la città divenisse una città industrializzata, puntando su altro.
 Se avessero avuto possibilità di scelta i castisti, statene tranquilli: avrebbero salutato in pompa magna un industriale che impiantasse, subito fuori qualche Porta, una bella fabbrichetta. Meglio se di uranio arricchito, magari - perchè no - con un tocchettino di amianto. Dopodichè ci avrebbero detto che l'amianto fa respirare meglio...

Ps Appena uscito il libro-confessione di Cesare Geronzi (Confiteor, Feltrinelli). L'eretico non l'ha ancora letto, ma Alberto Statera ne ha pubblicato alcuni stralci su Repubblica di martedì.
 Godibile quello sulla massoneria italiota:si parla di "legami e solidarietà trasversali", e quando il giornalista Mucchetti chiede a Geronzi se stia proprio facendo riferimento alla massoneria, lui risponde: "Conta davvero molto di più di quanto non si immagini".
Non per dire, ma un po' - vivendo a Siena - lo sospettavamo...  

mercoledì 28 novembre 2012

Il mercoledì scolastico: compiti a casa? Sì, grazie!

 
   Come spesso accade, dalle nazioni straniere più attente alla scuola, tendiamo a prendere le cose peggiori, ovvero a fraintendere certe novità su cui invece si può discutere, ma con onestà intellettuale. Partendo appunto dalla proposta come è, non come ci sembra che sia.
Ne sia ennesimo esempio la proposta francese, del neopresidente Hollande, sui compiti a casa. Il Governo italiota cerca di inserirsi su questa nouvelle vague hollandiana, ma in modo o disinformato, o in malafede: delle due, non si sa quale sia peggio.
Per cominciare, Hollande ha riproposto la centralità della scuola pubblica (in cui NON esiste neanche per incubo l'ora di catechismo di Stato, come in Italia); per quanto concerne il discorso dei compiti, la sua proposta - che si staglia in un contesto del tutto diverso, anche quanto a retribuzioni per i docenti! - è quella di fare fare, almeno fino ai primi due anni delle nostre medie, i compiti pomeridiani all'interno della struttura scolastica, di pomeriggio (la scuola finirebbe alle 15,30 invece che un'ora dopo, per poi dare spazio ai compiti, non più "a casa", ma "a scuola"). Si tratta del solito principio egualitaristico dal sapore post rivoluzionario: opinabile per certi aspetti, ma degnissimo di discussione. Giampiero Martinotti il 17 ottobre scorso, dalle colonne di Repubblica, ci ricorda poi che formalmente in Francia i compiti a casa sarebbero aboliti sin dal 1956, quando ancora c'era De Gaulle e l'Algeria era un territorio d'oltre mare...

  Quanto a noi, viviamo appunto in un altro mondo, scolasticamente parlando. L'idea di eliminare i compiti a casa (che non è quella francese, come visto), fatta propria nei mesi scorsi anche dal nostro Governo, è pura scempiaggine: demagogia, e neanche sana.
Se c'è un ambito nel quale l'alunno può crescere meritocraticamente, quello è l'ambito del lavoro casalingo. C'è il problema dell'assistenza genitoriale, certo, che è alla base dell'idea di riforma scolastica francese (la posizione del blog è chiara, si controlli il pezzo sui "genitori elicottero"): chi ha genitori più liberi e preparati, è certo avvantaggiato rispetto a chi non ce li ha; ci sono ragazzi - pochi, per fortuna - che non hanno neppure Internet in casa, a fronte di altri che hanno stanze multimediali ed enciclopedie di ogni genere e sorta, oltre che genitori sin troppo presenti nel lavoro pomeridiano.
  Il pensare, però, che i ragazzi partano, che possano partire tutti alla pari è un'illusione, forse pia, ma certo tale.
 Il ragazzo che fa scempio dei congiuntivi a scuola, lo fa perchè quei "dasse" e quegli "stasse" li respira a casina sua. Che abbia Internet, o meno...

martedì 27 novembre 2012

Enrico Tucci rompe gli indugi e si candida a Sindaco


  Reduce da una bella lezioncina sulla guerra dei tre Enrichi che insanguinò la Francia di fine XVI secolo, l'eretico è ben contento di annunciare che qualcosa, dalla parte opposta del cielo ceccuzziano, si muove, finalmente! E c'è di mezzo un Enrico anche a questo giro: ma non contro altri due che portino lo stesso nome...

 Il dottor Enrico Tucci, primario di radioterapia all'ospedale di Grosseto, giovedì mattina lancerà il suo guanto di sfida al Sistema Siena.
 Enrico Tucci ha tre meriti, sui quali l'eretico vuole fare riflettere:
1) quando era pidiellino (nessuno è perfetto), è stato uno dei pochi a battagliare politicamente contro il bancarottiere Verdini Denis: il Tucci - da Pdl a Pdl - ci polemizzava, Mussari Giuseppe gonfiava il portafogli dei suoi (di Denis) amici. E questo quando Denis Verdini - ancora oggi potente - era potentissimo, e non solo a livello toscano;

2)sempre quando era pidiellino, è stato il più deciso oppositore di Franchino il Ceccuzzi, con decisi interventi (registrati) in Consiglio comunale: altri si sono opposti perchè non potevano più non farlo, lui no;

3)uscito dal Pdl, oggi si presenta a candidato Sindaco. Da autentico sparigliatore del centro-destra, dopo la sua uscita di giovedì gli altri non potranno (e non dovranno) più giocare a nascondino: non solo ci mette la faccia, ma obbliga - o comunque induce - anche gli altri a metterci la loro. Vi sembra poco?

 Essendo uomo di buone letture nonchè di maturità classica, è un sessantenne cui l'eretico, in una ipotetica versione dell'Iliade in salsa senese, assegnerebbe volentieri la parte di Priamo, con la sua folta barba ben curata. Figli non ne ha un centinaio come il re di Ilio, ma un paio. Mi dice di possedere anche un gatto (Figaro), ed un cane (Romeo), che lascia evidentemente senza Giulietta...

  Credo che gli elettori moderati dovrebbero sin da ora ringraziarlo, per questo, anche se uno non lo voterà. L'eretico lo ha incontrato ieri pomeriggio, e il Tucci gli si è presentato con lo spirito giusto:
"A me questa melina sulle candidature fa venire il voltastomaco! Sai che faccio? Giovedì mattina voglio presentare la mia candidatura, poi si vedrà. Se il centrodestra vuole fare le primarie, sono pronto...".
 A parte uno sparuto gruppo di amici (di cui dovrà dire i nomi al più presto!), buoni sono i legami con Pietraserena, pur non essendo lui (almeno fino ad oggi) il candidato dell'associazione civica guidata da Romolo Semplici. Aderisce, il Tucci, all'Associazione "fermare il declino" di Oscar Giannino, e si professa un ex destrorso approdato, con la maturità, al sano liberalismo.

 L'eretico probabilmente non lo voterà, ma di certo questo blog seguirà con grande interesse l'iter della candidatura di Enrico Tucci.
 Siena è malata, come sappiamo; un bravo medico - con un po' di esperienza politica pregressa -  non può che fare comodo, come e più del solito. E Siena, soprattutto, non ha bisogno di "medici" che - prima di improvvisarsi tali - abbiano cagionato la malattia...

lunedì 26 novembre 2012

Trionfo renziano, botto ceccuzziano. E se nel Pd...


   La politica senesota è sempre più appassionante (diciamolo, tanto per non tirarsi un colpo in testa...); come reagisce Franchino il Ceccuzzi al tracollo bersaniano in città (50% Renzi, 36 Bersani!)? Con il silenzio sul fatto del giorno, ed al contempo esaltando il risultato sul benessere di Siena nella consueta inchiesta di fine anno: "Siena è ancora uno dei territori dove si vive meglio", dichiara, sardonico. Senza aggiungere: NONOSTANTE IL GRUPPO DIRIGENTE DEL PD. Senza aggiungere: per quanto tempo ancora? Sono talmente abituati ai proclami trionfalistici, che credo davvero non si rendano conto fino in fondo della portata di quello che dicono, e di come le cose dette vengano recepite: capita spesso, agli uomini di potere. Perchè stupirsi, dunque?
Comunque adesso basta critiche a Franchino, per Dio! Dobbiamo anzi - come già accennato in passato, ed oggi ribadito più che mai - sostenerne la candidatura: stringendoci a coorte, con tutte le forze possibili ed immaginabili.Ognuno faccia la sua parte pro-Ceccuzzi, please.
Pensateci un pochino: cosa dimostra il voto di ieri? Ovviamente il desiderio di abbattere la nomenklatura piddina pregressa, senza se e senza ma (e senza falsi discontinuatori). Renzi non ci entusiasma per nulla, e dopo il sabato sera in casa Minucci ancor di meno; ma guardiamo chi è il suo competitor nazionale: uno che dovrebbe andare ad accendere un cero a Giovanni XXIII per essere riuscito a diventare Ministro della Repubblica; uno cui nessuno ha il coraggio di dire che lui ha la stoffa di leader carismatico come Bezzini ha la stoffa per fare il Presidente della Provincia.
L'eretico prova a rovesciare la prospettiva: è piuttosto curioso che ieri, in tutta Italia, tante persone abbiano fatto la fila e pagato due euro per votare il braccio destro del plurinquisito Filippo Penati da Sesto San Giovanni...

   Veniamo a noi: dopo l'esito del primo turno in loco, il rischio che un outsider piddino (il Sindaco di Monteriggioni Valentini sembra il più accreditato, in tal senso) si faccia avanti per le primarie locali è esistente. Dal punto di vista ereticale, sarebbe una iattura assoluta, senza scherzi: rischierebbe davvero di spazzare via Franchino alle primarie, e di fare in modo che il Pd potesse presentare un candidato decente alle Comunali di primavera. Il Pd senesota allora sì che potrebbe sbandierare un suo rinnovamento (in salsa renziana, quindi un po' sì, un po' no), e presentarsi in modo credibile alle elezioni.
Avrà il coraggio (questo sì, renziano) il Sindaco Valentini di presentarsi alle primarie volute dal Ceccuzzi, pro domo sua, in tutt'altro contesto? Questo è un bell'interrogativo, davvero. Non si dovrà aspettare troppo, per saperne di più.


Ps Per intanto, domani verso l'ora della desina, l'eretico si occuperà anche degli oppositori di Franchino, e darà una chicchina politica ai suoi appassionati lettori...

domenica 25 novembre 2012

Bluff Renzi: attacca il manovratore, non i manovrati senesotii


    Il cosiddetto "Patto di Provenzano" fra Matteo Renzi e Franchino il Ceccuzzi ha resistito, ed è più in auge che mai. Questo è il dato politico che si evince dalla stimolante serata di ieri al Palaestra. Renzi bravo come al solito: efficace comunicatore (ve lo immaginate Franchino un'ora e cinque da solo su un palco, con i fari su di lui?); brillante in quanto anche autoironico, ormai temprato dal contatto con le folle (ieri almeno 2500 persone), non solo fiorentine. Da notare: neanche mezza bandiera del Pd. Ma quando si arriva alla ciccia, al perchè della sua chiusura senese (meglio, a questo punto: senesota), è notte fonda.
Diciamola tutta, e subito: poteva essere un discorso scritto a 4 mani con Ceccuzzi (dato presente da Tinelli della Nazione, in un pezzo, asciutto e ben centrato, sul giornale di oggi). I non senesi osannanti Renzi, non possono essersene accorti; chi mastica di politica senesota, invece, sì. Sarà stata la nomina dell'avvocato Alberto Bianchi (tesoriere della fondazione renziana Big bang) a Presidente del collegio sindacale del Consorzio operativo Mps, magari condito da altro ancora: fatto sta che chi si aspettava un Renzi all'attacco della Casta senesota, è rimasto totalmente deluso.
Ecco dunque che il rottamatore di D'Alema e di Rosaria Bindi from Sinalunga, colui che usa la parola "coraggio" ad ogni piè sospinto, di fronte a Franchino diventa piccino piccino: dopo avere snocciolato tutta la più stantìa retorica su Siena (alla Veltroni nel febbraio 2008, sempre al Palasport), con il Buon governo alle spalle, passando da Santa Caterina all'antisemita San Bernardino, dalla Mens sana (meno male che si è astenuto su Minucci...) al Palio (con stoccata alla Brambilla: eroe!), si arriva finalmente al dunque.
 Si tuona contro la politica che gestisce le scalate bancarie, e si dà una lettura (corretta, fino al 2001) del crack Mps in ottica dalemiana: dopo avere ricordato la pessima privatizzazione Telecom di appunto dalemiana memoria (1999), strappa l'ennesimo applauso citando lo scellerato acquisto di banca 121. "Ci siamo, ci siamo", pensa l'eretico. "Se non ora, quando?".
Mai, purtroppo. Renzi attacca D'Alema (il manovratore), ma si ferma a banca 121, e soprattutto non attacca, mai, i manovrati senesoti.  Antonveneta? Neanche citata! Mussari Giuseppe? Neanche nominato! Gabriello Mancini? Chi era costui? Ceccuzzi? Idem, semmai le stoccate sono per Alberto Monaci (non che non le meriti, sia chiaro).
Implicitamente, con il suo silenzio sulla persona, Renzi avalla così la favola bella del Ceccuzzi discontinuatore. Non a caso, è bene ricordare che a capo del Comitato senesota pro-Renzi c'è un suo (di Franchino) pretoriano, tale Vigni.
 Un'occasione persa, dunque. Ancora ieri, Camilla Conti sul Fatto enfatizzava - come altri - la presenza senese di Renzi ("Renzi all'assalto di Siena la rossa", pagina 6).
 Un attacco con le pistoline a fulminanti, quello renziano, invece che con le Panzerdivisionen come sarebbe stato necessario attendersi da un rottamatore. Il quale, su Siena, non merita assolutamente questo epiteto. Peccato, davvero.

Ps Dopo che un anonimo l'aveva scritto sul post di mercoledì (quello sulla scuola), ieri tornando a casina, proprio nel post Renzi, tre o quattro persone mi hanno fermato per chiedermi se davvero ero stato malmenato, nei giorni scorsi.
 Torno a ripetere di no, nel modo più assoluto. Non facciamo nascere altre leggende metropolitane, se possibile: c'è già quella del discontinuatore. Almeno la modica quantità, please...

venerdì 23 novembre 2012

Ferdinando Minucci: una ben strana partita...

 
  Come promesso, stasera l'eretico torna ad occuparsi di Ferdinando Minucci (e non sarà l'ultima volta, sia chiaro). L'ultimo post - molto cliccato - ha avuto più di 50 commenti, sia a sfavore che a favore (molti - non certo tutti - di quelli a sfavore mostrano un comprensibile livore antiereticale, e non mi stupirei se fossero vergati dalle sante mani dello stesso Dominus della Mens sana...). Resta il fatto - non ci si stancherà mai di dirlo, in nessuna sede - che in qualunque altra realtà o piazza d'Europa (non parliamo degli States), di fronte a cotante accuse, uno dovrebbe dare delle spiegazioni: a Siena questo non accade, come purtroppo vediamo. Non ci stupiamo per Minucci, mentre riteniamo che il main sponsor qualche cosa potrebbe e dovrebbe fare.

  Oggi ci occupiamo di una strana, stranissima partita del lontano giugno 2008. L'eretico se ne è già occupato nell'aprile del 2009, quando uscì Le mani sulla città. Rileggendo oggi quel capitolo, alla luce delle intercettazioni, la cosa si fa vieppiù interessante.
 Due parole di contesto: la Mps Mens sana, nel giugno 2008, è reduce dall'amara sconfitta con il Maccabi in semifinale di Eurolega di un mese prima (partita già vinta, poi buttata al vento); lo scudetto, invece, in quell'inizio di estate del 2008, non può essere perso, dalla fortissima compagine minucciana (nettamente la più costosa del campionato, bilancio alla mano).
Si gioca su 7 gare: chi arriva a quota 4 vittorie, vince lo scudetto. Siena è sul tre a zero (!), ed ha la partita successiva a quella in oggetto in casa (partita in cui infatti travolgerà i capitolini, aggiudicandosi il campionato).
 Uno scoop clamoroso di Marco Damilano (sull'Espresso del 17 giugno) dimostra che il grande appassionato Walter Veltroni (sì, proprio lui) ha un appuntamento con Minucci (sì, proprio lui) ed il Presidente di Roma, il costruttore Claudio Toti, alle 15 del giorno stesso della partita. Per lo sport anglosassone, già questo basterebbe a fare saltare il banco: perchè i due pezzi grossi delle due squadre si incontrano segretamente (5 ore prima della partita!)? Nessuno dei tre ha mai chiarito (tantomeno smentito) l'incontro.
La partita.  L'invincibile armata targata Mps, asfaltatrice di squadre lungo tutta la penisola (compresa Roma), improvvisamente, repente si inceppa. La stanchezza, non ha ragione d'essere: entrambe le squadre hanno lo stesso minutaggio alle spalle.
 Roma, di fronte al suo pubblico, vince nettamente (74-60). Il basket, più del calcio, permette di oggettivizzare lo svolgimento di una partita: Mps, non aveva mai (dicasi mai) segnato così poco lungo tutto il corso del campionato; ancora: nelle pochissime gare perse, mai il divario era stato così ampio (meno 14, appunto); ancora: mai la Mens sana (leggasi Minucci) aveva imposto ai suoi giocatori il silenzio stampa dopo la partita (Stonerook dice di non poter parlare, Nazione dell'11 giugno, pagina 13).
Perfino la embedded stampa senese scrive cose mai lette, sul conto del team allenato da Pianigiani: "gli errori da sotto, le palle sgusciate di mano, le 12 già perse durante l'intervallo. Alla fine sono state 20, quota superata solo 3 volte nella stagione" (12 giugno, Giuseppe Nigro, La Nazione).
Oltre al clamoroso incontro Minucci-Toti-Veltroni (che senza L'Espresso mai nessuno avrebbe conosciuto...), c'è da aggiungere altro. Il costruttore Claudio Toti, allora, deteneva circa il 30% della immobiliare Mps, Sansedoni Spa; non solo: era uno dei due principali sponsor per il progetto (abortito) dei Mondiali 2014. Indovinate chi era l'altro main sponsor (come sempre, con i soldi di babbo Monte)? La Mens sana minucciana, così magari ci sarebbe stata la motivazione cogente per costruire quel benedetto Palasport nuovo all'Arbia (sic), tanto voluto da Ferdinando Minucci.

 Giusta obiezione: ma come, non era Toti colui che scorrettamente entrava a brutto muso nello spogliatoio arbitrale dopo Gara 2 (44 tiri liberi pro Siena!)? Sì, certo: era proprio lui. Questo, però, non fa altro che rafforzare l'idea che un Toti straincazzato, pronto alla giornalata (nonchè socio dell'immobiliare Mps, nonchè, in compagnia di Minucci, grande sponsor del progetto Mondiali 2014), abbia potuto pretendere di vincere almeno una partita, per salvare la faccia di fronte al proprio, esigente, pubblico. Lo scudetto, tanto, era già di fatto senese.
Lo pensavo - visto il contesto - tre anni fa, e l'ho scritto e pubblicato allora; l'essere venuto in seguito a conoscenza di quelle intercettazioni che potete vedere negli altri articoli, a mio modo di parere rafforza il tutto, ed in modo più che convincente. Visto che poi nello sport sarebbe il dirigente a dovere dimostrare la sua innocenza (a fronte ovviamente di circostanziati indizi), il silenzio minucciano (e di Toti, sia chiaro) non aiuta, ancora una volta, proprio per nulla.

 Ps Ai minucciani a priori, infine, vorrei ricordare che il loro idolo NON è stato assolutamente assolto, in riferimento ai fatti del giugno 2008, dalla Giustizia sportiva: c'è stata solo una "berlusconiana (o andreottiana)" PRESCRIZIONE. Se magari si capisce di basket e non di Legge, si vada a vedere cosa significa questa parola, prima di scrivere sciocchezzuole.
 Sempre ai minucciani a priori, quando cercano di depistare furbescamente, dicendo che in questo blog si va a senso unico contro la Mens sana (semmai contro Minucci, e mi pare in modo molto, molto documentato): vadano a leggersi il pezzo del 31 maggio 2012 ("Roburropoli, chi pagherà per questo", con tanto di 35 commenti a margine). Si parla dei problemi societari - leggasi debiti - del Siena calcio, nonchè dello scandalo delle scommesse (per il quale la Robur sta pagando, mettendo a rischio la sua permanenza nella massima serie).
Prima di scrivere e di insultare (o di cercare goffamente di depistare), pregasi essere muniti di documentazione. Sull'argomento trattato dal blog, invece che su altro,  magari sul passato di chi scrive.
 Oppure - passato per passato - vogliamo parlare di quando Ferdinando Minucci lavorava al Monte?

giovedì 22 novembre 2012

Il compagno Enrico (Rossi) fa l'analisi del sangue (politico)


  Ormai siamo al count down per le Primarie piddine (anche se verosimilmente ci sarà il secondo turno). L'eretico come di consueto seguirà con morbosa attenziosa politologica, senza andare però a votare: prima di dare due euro al partito delle banche, preferisco ingoiarli, anche senza acqua. In più, ci vorrà molto più del quarto d'ora previsto da Renzi, per votare, specie se uno non si sarà registrato prima. Il certificato della prima comunione, poi, proprio non lo trovo più: pare ci voglia anche quello, fra la varia documentazione, per potere votare...

   Ciò detto, la simpatia ereticale va alla Puppato: non è una efficace comunicatrice, come si è visto nel confronto su Sky; ma è davvero l'unica che non abbia scheletri (o Rutelli) nell'armadio.
 In attesa dell'arrivo del Giano bifronte Renzi (tuonante contro la Casta senese distruttrice del Monte, ma filoceccuzziano: vedremo sabato sera...), dunque, sono sembrate all'orecchio ereticale degne di (triste) nota le recentissime parole del compagno Enrico Rossi da Pontedera, tese a mettere in dubbio che Renzi possa usare la parola "sinistra", di cui lui (Rossi), Bersani, D'Alema e Rosaria Bindi (Penati e Frisullo?) sono evidentemente gli unici depositari.
 Ascoltiamolo, il compagno Enrico:
"Colpisce che Renzi usi spesso la parola "sinistra" e con una certa disinvoltura, considerato il pulpito da cui proviene...io che di sinistra sono sempre stato (e che diamine, Ndr) ne prendo atto con soddisfazione, per questa parola "sinistra" che richiama ideali di giustizia sociale, dopo essere stata data tante volte per morta o caduta in disuso, viene ripresa e usata nel dibattito politico. Ai neofiti do il benvenuto con l'auspicio che non sia solo scelta di marketing" (da Facebook, ripreso da Repubblica Firenze di oggi, pezzo di Massimo Vanni).
 Chi frequenta le pagine di questo blog, forse resterà interdetto, di fronte a queste parole. Non si ritireranno fuori le solite storie sulla Sanità (a breve - come detto - uscirà un libercolo ereticale stimolante, in tal senso); resta solo da chiedere una cosa, al Montesquieu di Pontedera, come lo chiamano gli illuminati.
Che la sinistrorsità di Renzi sia opinabile, lo accettiamo senza problema alcuno (ma i quattrini degli evasori italioti in Svizzera lui li tasserebbe, Bersani no: il compagno Rossi?); ma il compagno Enrico, per piacere, ce la può dire una cosa di sinistra, una fra le tante, da lui fatta nella Toscana felix da quando ne è diventato Presidente?

Ps Il 21 dicembre a Gori (Georgia), città natale di Stalin, rimettono in piedi una statua in onore del più illustre fra i goriani (?). Parte un aereo speciale della Regione Toscana, per l'occasione?

mercoledì 21 novembre 2012

Il mercoledì scolastico: il catechismo di Stato...


   In vista dello sciopero di sabato (che l'eretico farà, pur non andando a Roma: troppi impegni, compresa la serata renziana al Palaminucci!), a margine delle polemiche seguite allo sputtanamento mediatico da parte di Report del Miur (rimando per la questione agli illuminati, esperti del suddetto scempio), vorrei questa settimana scrivere di un qualcosa che forse sfugge a molti, anche a molti insiders del mondo della scuola.

  Non solo i "colleghi" di Religione sono vistati dal Vescovo (cosa indecente, e solo italiota in tutto il mondo occidentale); non solo i "colleghi" di Religione risultano godere di quegli scatti che a noi sono negati (e per i quali sabato si sciopera, appunto): c'è - come se non bastasse - di più.
Durante una delle solite supplenze, l'eretico si è fatto prestare da un solerte ragazzo il suo libro di educazione religiosa: la solita infarinatura sugli Ebrei e su Mosè, qualche cosina sugli Egizi, due cosette di passaggio su Lutero, e poi vai con il catechismo. Catechismo cattolico, si intende.
 Il testo in questione è "Chi cercate", di tale Stefano Palazzi, Capitello editore, 6,90 euro (almeno costa quanto vale).
 Qualche perla, còlta rapsodicamente, dedicata a chi dice che "non si fa catechismo a scuola, è tutta un'altra cosa, ci mancherebbe altro" (e giù stipendio più alto...).
 "La risurrezione di Gesù NON è un simbolo o un mito, ma un FATTO STORICAMENTE CREDIBILE per una serie di motivi. La verità della risurrezione di Gesù poggia sulla testimonianza degli Apostoli resa con il sangue: nessuno è disposto a morire per una falsità" (pagina 97).
Siccome gli Apostoli sono morti per testimoniare la loro Fede, quello che hanno detto è "storicamente credibile": ci si rende conto dell'aberrazione di ciò che viene scritto? Tutto ciò che è testimoniato con il sangue, è autentico in re ipsa? Da fare venire i brividi, a pensare a qualche esempio della Storia (quella studiata sul serio).
 La Sindone? Atteggiamento problematico, sulla spinosissima vicenda? Manco per niente! Eccola, la problematicità che si insegna nella scuola italiana a proposito della Sindone:
"Elaborando una statistica (?), incrociando tutti i dati, si è concluso che su 200 miliardi di crocifissi UNO SOLO può avere le stesse caratteristiche dell'uomo della Sindone e, conseguentemente, è altissima la probabilità che l'uomo della Sindone sia Gesù di Nazareth"(sulla Sindone, ben 4 pagine, da 77 a 81).
 Ma questo Palazzi, non lo querela mai nessuno?

martedì 20 novembre 2012

Scoopone ereticale: sparizione di documenti da Mps


  Gli scheletri nell'armadio (gli scatoloni, per meglio dire) della passata gestione Mps continuano a tormentare l'attuale diarchia montepaschina. Se Profumo e Viola vogliono dare un senso di discontinuità (non ceccuzziana), se vogliono davvero mettersi alle spalle la stagione mussariana con i suoi "misteri", devono fare chiarezza, ed al più presto possibile: con un'indagine interna, e con una presa di posizione pubblica. Il consueto atteggiamento "prudente" della dirigenza Mps non ha davvero più senso alcuno, e rischia di diventare controproducente, invece che vantaggioso.
 Ciò che si sta per raccontare è di una gravità inaudita, ed è tanto più inaccettabile oggi, visto che Mps è una banca che non ha chiuso i battenti solo grazie agli interventi dello Stato, quindi dei contribuenti italiani.
La cosa è già stata denunciata alla Polizia, che ha attivato le indagini; vediamo se una volta tanto la banca saprà gestire, in modo almeno decente, l'ennesimo caso giudiziario che la riguarda.

  Un paio di venerdì or sono, uno di quei dirigenti mandati a casa dalla dottoressa Dalla Riva avverte un suo collega (ex) dell'Ufficio esteri Mps (sito in Banchi di sopra) perchè voleva - visto il licenziamento in tronco - che gli venissero portati giù, nell'androne del palazzo in cui lavorava, una trentina di scatoloni (non un paio, una trentina!) in cui erano contenute tante cose: da quelle prettamente personali, a quelle di lavoro, comprese quelle riferibili alla permanenza londinese del dirigente. Ci sono anche carte scottanti, di certo documentazione che potrebbe fare comodo a molti inquirenti.
"Passo tra mezz'ora, con mio figlio, così prendiamo tutto e ce ne andiamo, grazie!", dice l'ingenuo ex dirigente.
Arrivato in loco dopo una trentina di minuti ed entrato nell'androne posto nel cuore di Banchi di sopra, però, l'amara sorpresa: NON c'è alcuna traccia dei 30 scatoloni, che avevano un peso totale stimabile in circa 150 chili, magari di più. Il vento non se li deve essere portati via, a rigore di logica.
L'ex montepaschino, inquieto, chiama il suo ex collega, per chiedere lumi.
"Boh, li avranno portati via quelli della differenziata, che ne so io...", dice la persona che li avrebbe (il condizionale pare d'obbligo) portati giù solo alcuni minuti prima.
Sempre a lamentarci della raccolta differenziata un pochino ritardataria, in questo caso invece il servizio avrebbe dimostrato una efficienza mostruosa.
 L'ex montepaschino, che dopo essere stato licenziato in tronco non vorrebbe anche farsi prendere in giro, chiama subito la Polizia e denuncia il tutto. Per la Legge, si starà a vedere. Per il resto, invece?

 Era dal 2 aprile 2006 (domenica dell'incendio in Curia, per il quale si è in attesa che inizi il Processo d'Appello a Firenze) che a Siena non si verificava una simile distruzione-sparizione-volatilizzazione di documenti. In quel caso, qualcuno diede fuoco, come risaputo; in questo, c'è una sparizione tout court. La Curia si rinchiuse nel più omertoso silenzio, poi ha coperto come ha potuto (secondo il Pm Marini, in almeno un caso mentendo in Aula) chi era stato accusato; vedremo come si comporterà la dirigenza Mps. La curiosità, in effetti, è tanta.
  Anche perchè, magari, si potrebbe pensare anche a questo fatto: il dirigente trombato potrebbe avere fotografato o fotocopiato la parte più rilevante di quel materiale che era negli scatoloni.
Non è più il Mps di Mussari Giuseppe: quando c'era Lui, i dirigenti ben informati, quelli non si licenziavano mai, anzi...


Ps Ieri ho scritto che verso il dieci dicembre uscirà il volume sulla Sanità senesota; il racconto sul Mps uscirà invece un mesetto dopo, o giù di lì. Certo che la realtà, all'interno della banca più fashion d'Europa, tende davvero a superare la più fervida immaginazione...

lunedì 19 novembre 2012

Sanità senesota: Società della salute, un addio senza rimpianti...


   Perfino il Prefetto (per essere pignoli, il viceprefetto dottor Cattarin) si è mosso per saperne di più in vista dell'imminente scioglimento della Società della salute senesota (2 ottobre l'ultimo sollecito in tal senso); in realtà, c'era già stata una circolare (numero 41/2012), datata 11 luglio 2012, in cui si ricordava che entro il 31 dicembre 2012 dovrebbero essero soppressi i cosiddetti "consorzi di funzioni". Nella circolare, si ricordava altresì che:
"La Corte dei Conti, in relazione al termine entro il quale i Comuni devono procedere alla soppressione dei suddetti consorzi, ha chiarito che il predetto adempimento, a decorrere dal 2011 e per tutti gli anni a seguire, va effettuato al primo rinnovo del consiglio di amministrazione del consorzio intertessato".
La missiva di luglio esortava, nel finale, a chiarire al meglio i tempi:
"Pertanto, nel consueto e fattivo spirito collaborativo, vogliano le SS.LL., CON OGNI CONSENTITA URGENZA, comunicare quanto richiesto, per i successivi provvedimenti".
Da luglio ad ottobre, evidentemente nessuna risposta, altrimenti non ci sarebbe stato bisogno del sollecito di inizio ottobre.
Il problema, in effetti, non sembra di facilissima soluzione, anche perchè ci sono da piazzare o da ricollocare altrove alcuni pezzi grossotti o comunque medi del Pd locale.
L'amico Lorenzo Brenci, che fine farà?
La già citata dottoressa Bastreghi, a sua volta?
Ma soprattutto, chiave di tutto: la paladina della buona sanità senesota Fiorenza Anatrini, dove andrà mai a finire? Sarà possibile trovare un incarico all'altezza delle sue capacità e potenzialità? Facile a dirsi, difficilissimo a farsi, con i tempi che corrono. Vedremo, seguiremo gli sviluppi.

 Per intanto, i lettori più attenti avranno notato una certa qual rarefazione sull'aspetto sanitario del blog.
L'eretico infatti sta lavorando - come già anticipato -  ad una pubblicazione on line sulla Sanità senesota, con la ripresa del materiale pubblicato dall'estate 2011 ad oggi (davvero tanta roba!), e con svariate chicchine che stanno uscendo proprio in questi giorni, o che sono uscite nei giorni immediatamente trascorsi.
Qualche esempio per i più ghiotti, in rigido ordine sparso?
Qualche altra "carriera al neutrino" (il professor Franchi, fra gli altri); uno strano appalto ad una ditta che viene proprio dalle parti della dottoressa Laura Benedetto (in Enrico Rossi), una delle protagoniste in assoluto della pubblicazione, insieme al più illustre maritino; il Centro medico della Val d'Elsa, per dirne un'altra. Per farla breve, tanta altra robina sull'Asl più virtuosa d'Italia (sic) e sul Policlino più trendy e più ascensionale dell'Italia centrale.
 A chi chiede il giorno d'uscita del libercolo, possiamo dire intorno al 10 dicembre, giorno più, giorno meno.
 Con l'augurio, sincero, che lo leggano non solo i tantissimi medici, infermieri ed amministrativi che seguono questo blog, ma anche tanti cittadini comuni: perchè se la salute è la cosa più importante (e di certo lo è!), allora è necessario che i cittadini-pazienti siano informati davvero al meglio, senza accontentarsi dei comunicati stampa.
 Trovando solo qualche sparuta piazzata ogni tanto, sulla Sanità, da parte della stampa embedded, purtroppo non resta che affidarsi ai diffamatori... 

domenica 18 novembre 2012

Sinalunga: attenzione alle alluvioni ed alle nutrie!


    L'eretico ha fatto un sopralluogo domenicale a Sinalunga: ad oggi, tutto pare rimesso a posto, nella zona ove tra domenica e lunedì scorso il Foenna - come nel 2006 - ha esondato. Resta un fatto: l'alluvione del 2006 è servita a poco o niente, visto che la dinamica si è ripetuta pari pari 6 anni dopo. A Sinalunga scorre un torrente di nome Foenna, non il Danubio o il Volga. Eppure...

   Basta una semplice passeggiata intorno alla zona, per capire che lì intorno - zona stadio, per capirsi - si è costruito troppo, e male, molto male.  Siccome il cemento è l'unico ideale del Pd (oltre alle banche), bisogna costruire ancora: in piena zona a rischio, c'è un megacapannone in fase di costruzione. Verrà fuori uno di quegli imperdibili "edifici direzionali" (leggasi uffici) che fanno brutta mostra di sé in giro per l'Italia. L'eretico voleva vedere le concessioni e la tempistica di realizzazione, ma ciò che per legge dovrebbe essere ben visibile, in realtà non lo è affatto, in quanto il cantiere è transennato, ed è impossibile leggere ciò che è scritto sui cartelli.

  Nella cittadina in cui ìmpera Rosaria Bindi, quando arrivò l'alluvione del 2006, la Bindi - siccome eravamo in campagna elettorale per il Prodi bis - portò addirittura lo stesso futuro Premier a visitare i luoghi: pura passerella di potere, in tipico stile bindiano. A questo giro, con tutti i casini delle Primarie ed il Renzi che la vuole rottamare in caso di vittoria, Rosaria ha ben altro cui pensare, rispetto a queste cosette. Non a caso, nessuno si è visto (e pensare che accanto allo stadio c'è anche un circolo del Pd).
 Ma la singolarità assoluta di Sinalunga è che c'è sempre un formidabile capro espiatorio, per questi episodi. Il cemento? No, altrimenti il Sindaco Maurizio Botarelli (tale dal 2009) si darebbe la vanga sui piedi. La cattiva manutenzione degli argini? No all'ennesima potenza, per lo stesso motivo di cui sopra.
La colpa dell'acqua alta a Sinalunga è sempre e solo delle nutrie, bestiacce a metà strada tra toponi e castori, capaci di distruggere sistematicamente ogni argine preventivamente preparato contro la furia della Foenna.
Il Devoto-Oli ce le presenta così:
"Roditore dei Miocastoridi, detto anche coipo, castorino e castoro delle paludi, originario dell'America meridionale e introdotto in molti paesi come animale da pelliccia, simile al castoro da cui differisce per la coda che ricorda quella del topo".
Camminando sul luogo dell'esondazione della scorsa settimana, l'eretico aveva paura: passo dopo passo, pensava all'incontro con una nutria che, repente, gli si poteva manifestare innanzi. Come si affronta, una nutria? Boh. Il cartello stradale "Pericolo di nutrie", però, l'eretico non l'ha visto...

Ps In piena zona alluvionale, come detto c'è lo stadio. Per incredibile coincidenza della sorte, che partita c'era, alle 14,30 di oggi? Sinalunghese contro Rignanese.
Rignano è il paese di cui è originario Matteo Renzi...

venerdì 16 novembre 2012

La Toscana annega, il Rossi chiama l'esercito...

 
   Nella drammaticità del momento, forse a qualcuno è sfuggita la frase del Presidente della Regione Toscana, quell'Enrico Rossi di cui di solito ci siamo occupati (e ci rioccuperemo a breve) per le questione legate alle gestione della Sanità.
Massa ed il Grossetano in ginocchio, come purtroppo visto. Cosa fa il Rossi? Chiama l'esercito, lui. Questo significa abdicare definitivamente all'idea dell'efficienza toscana, vuol dire alzare bandiera bianca senza neanche combattere.
 Ben venga l'esercito, ovviamente: un esercito ormai sempre più facente funzione di settori dell'amministrazione evidentemente incapaci di intervenire. Lo ripetiamo: ben venga l'esercito, se può - e di certo può - alleviare le problematiche delle popolazioni colpite.Ma si ammetta la sconfitta, almeno.
 Seconda mossa del Rossi? Magari un altro ritocchino all'accisa regionale: la benzina è tornata a prezzi accettabili, è giusto rialzarne un pochino il prezzo, no?
 "Eh, che fai, non vuoi pagare un po' di più la benzina per gli sfollati di Albinia?".
Certo che mi sta bene, anzi benissimo; ma mi piacerebbe che il tutto venisse accompagnato da una sana dose di autocritica! 
 Non mi sta bene che il Pd regionale abbia sistematicamente cementificato il territorio, favorendo così la virulenza di questi eventi atmosferici, e poi, per cercare goffamente di cavarsi d'impaccio, chiami l'esercito e faccia pagare di più la benzina, con una sorta di solidarietà coatta che serve - speriamo - ai bisognosi, ma anche a chi ha fallito ANCHE nel campo della pianificazione e gestione del territorio, e non lo ammetterebbe neanche sotto tortura.
 Il geologo Nicola Casagli (intervistato da Repubblica il 14 novembre, da Ilaria Ciuti) ha sottolineato come PERFINO NELLA "ATTENTISSIMA" TOSCANA il territorio sia stato scientemente bistrattato, con un'ulteriore accelerazione negli ultimi anni.
"Si è costruito dentro canali, impluvi, aree di golena. NON MI ERA MAI CAPITATO NEL RESTO D'ITALIA, l'ho dovuta vedere a Mulazzo, vicino a Aulla, una casa costruita sotto l'arco di un ponte che fermava l'acqua del fiume".
Ovviamente il Presidente Rossi niente ha a che vedere con questo singolo caso limite, forse unico nel globo civilizzato. Spesso anzi l'avrete sentito sproloquiare sulla necessità di preservare i suoli agricoli, di evitare l'ipercementificazione: bla, bla, bla, un disco rotto, che continua a suonare nonostante l'evidenza dei fatti. Vogliamo fare qualche esempio di ipercementificazione sponsorizzata Pd? Francamente non saprei donde iniziare.

 La Toscana aveva due eccellenze, da sempre additate come esempio di Buon governo: la Sanità e l'ambiente. Della Sanità, scriviamo spesso (mai abbastanza, purtroppo); della devastazione del territorio, ci siamo occupati moltissimo in passato (in specie nel libro Le mani sulla città). Oggi evidentemente è arrivato il momento di tornare ad occuparsene, con ritrovata lena.
 Domenica l'eretico va a Sinalunga, a vedere un po' come stanno le cose...

Ps Così solerte nell'attivare l'esercito, così pronto a darsi una patina di ambientalista del fare, il Rossi ha qualcosa da dire sul Processo Quadra che si è appena aperto a Firenze, a proposito di "sana" cementificazione piddina? Invece dell'esercito, forse sarebbe stato meglio - prima della tragedia - allertare i carabinieri... 

giovedì 15 novembre 2012

Le comiche della Provincia


  Non bastasse lo scorno per il passaggio sotto Grosseto, abbiamo dovuto, alla fine della fiera, assistere anche a questo: agli "assassini" politici della Provincia, che organizzano (fuori tempo massimo, peraltro) una sceneggiata degna di un Mario Merola della politica, invece di ammettere gli errori e di chiudersi in un dignitoso lutto.
 E statene pure tranquilli: da domani, si dirà che la colpa della sconfitta in battaglia è tutta di chi non si è fatto vedere all'ennesima kermesse organizzata dal Pd senesota per cercare di parare il colpo politico della sconfitta (sempre partendo dal presupposto che i cittadini siano semideficienti: cosa in parte, purtroppo, condivisibile...).
C'era gente? Fate voi: circa 300 persone (credo di approssimare per eccesso). Compresi i Sindaci e gli amministratori di tutto il territorio provinciale; compresi i piddini di ferro e financo gli apostati (c'era anche, defilato, il monaciano Luca Guideri, per esempio). Se gli embedded scriveranno altro, mentiranno. Gli unici a meritare solidarietà, sono i dipendenti (qualcuno c'era, altri no): a parte i cinghialai impenitenti e qualche megadirigente galattico con il vizietto di sbirillare le altrui macchine.

  Arrivato in Piazza Duomo, l'eretico si è trovato - come gli altri 299 - davanti ad una scena memorabile e memoranda: Quello della Provincia (alias Simone Bezzini) arringante la "folla", in piedi sopra un Apecar (sì, proprio così!), con un megafono degno di altre piazze e situazioni.
Fra la gente, tre o quattro bandiere del Pd, sventolate da giovani virgulti piddini.
 Un Bezzini in versione operaista, dunque: da non crederci. Meglio ancora: sembrava Lenin nella celebre foto (da cui poi Stalin fece cancellare Trotskij) in cui arringava la folla con la sue eloquenza potente (quella di Lenin, si capisce). Le "Tesi di aprile", il Bezzini almeno quelle ce le ha risparmiate, forse perchè fuori stagione.

  Parliamoci chiaro: a tutti dispiace finire sotto Grosseto (un'ignominia dal punto di vista della Storia, come già detto); fa quasi più male, però, assistere a cotanti scempi e a prese in giro di tale portata. Non c'è solo una questione morale grossa come un palazzo (quello nuovo, proprio della Provincia, in Viale Sardegna?), nel Pd senesota; c'è anche un'altra questione dirimente: quella del ridicolo.
 Alla prima, sta pensando la Magistratura; alla seconda, chi pensa?

mercoledì 14 novembre 2012

Il mercoledì scolastico: colleghi, è ora di scioperare!


    Riunione partecipatissima, quella di ieri mattina al Liceo Galilei (Aula magna, stipata in ogni ordine di posti). Sindacati al completo: la trimurti, più lo Snals. Diciamocela tutta: l'occasione poteva essere sfruttata meglio, molto meglio. Interventi spesso in pura retorica sindacalese, a tratti insopportabile; sintassi che andrebbe sorvegliata di più, diamine: siamo docenti o politici? Possibile che uno dei 4 (non ci interessa, per virgiliana pietas, scrivere quale) dica, parlando del Governo Monti, "ci siamo sentiti presi in giro dal Governo CHE avevamo espresso una certa fiducia?", e non si corregga subito dopo?

  Nonostante la mediocrità assoluta dei sindacalisti, nonostante la scelta semidemenziale di indire lo sciopero di sabato, nonostante il ritiro della demenziale proposta delle 24 ore, il 24 novembre l'eretico sciopererà, e spera che molti colleghi seguano il suo illuminato esempio.
Il Governo ha giocato a fare il furbo, con una furbizia che merita la nostra punizione più dura: hanno tirato fuori la storia impresentabile delle 24 ore, già sapendo di non avere le spalle sufficientemente forti e larghe per poterla sostenere; ritirate le 24 ore (come sapevano benissimo che avrebbero fatto), pensano di avere pacificato la situazione, visto che non ci sarà un aggravio per quanto concerne il monte ore. Considerano il corpo docente alla stregua di una categoria che si sazia sic et simpliciter nel non lavorare di più, e poi mangia...feci senza colpo ferire.
 Dimostriamogli che non è così: vadano dal Vaticano, a fare la voce grossa, se ne hanno il coraggio!

 A proposito di Vaticano: gira voce che il Sacro Cuore del bambin Gesù abbia sguinzagliato i suoi docenti in giro per le scuole medie a pubblicizzare l'istituto, nell'ambito della campagna delle preiscrizioni. Alla Cecco Angiolieri era già tutto pronto: lo scempio è stato però fermato. Voglio sperare con tutte le forze che le altre scuole pubbliche impediscano con nettezza a questo tipo di scuole questa sfacciataggine clericale. Sarebbe bene che i sindacati facessero sentire la loro voce, in tal senso: in modo chiaro ed inequivoco.
Scioperiamo, dunque: per gli scatti che non vengono dati nonostante le promesse, e per i soldi che vengono dati, incostituzionalmente, alle scuole cattoliche (e sappiamo chi dovere ringraziare per avere iniziato a farlo).
Obama ha messo al centro della sua idea di rilancio degli States la scuola:
 "il meglio deve ancora venire", ha annunciato.
 Con Monti, in questo settore il peggio sembra passato; ma non adagiamoci troppo...

Ps Se si libera da un impegno, l'eretico quasi quasi il 24 va anche a Roma, alla manifestazione nazionale. Sarebbe stimolante scriverne poi sul blog.
 E poi: volete mettere l'occasione più unica che rara? Mandare pubblicamente e reiteratamente a quel paese Profumo (Ministro della Pubblica istruzione, ma anche Presidente Mps): due piccioni con una fava!

Franchino is back!

 
Quello che tutti sapevano, finalmente si è inverato: Franchino il Ceccuzzi è tornato (dopo non essersene mai andato), annunciando, in compagnia dell'imperscrutabile Alessandro Mugnaioli, la sua ricandidatura a Sindaco della sua città.
Niente di nuovo sotto il sole (finalmente ritornato!); l'eretico - che questo "ritorno" si auspicava con sincera trepidazione - si permette solo due rapide e sapide considerazioni.
Una, la prima, pro-Franchino: quando dice che a maggio-giugno 2012 lui NON è scappato, a mio modo di vedere dice cosa corretta. Da plurime fonti, posso dire che Franchino in effetti ha fatto di tutto (quasi di più) per restare aggrappato a quella poltrona che, una volta persa, non poteva certo essere sicuro di riconquistare. Ha fatto quasi di tutto (politicamente parlando), pur di restare aggrappato: ai reprobi sono stati fatti ponti d'oro, purchè rientrassero. Diciamocelo, ha ragione Franchino: non è stata una fuga, la sua.

  Seconda cosa, sperando di non doverla ripetere (speranza vana): la smetta l'ex Sindaco di raccontare la favoletta della discontinuità. Ai politici di professione chiediamo solo questo, ormai: che almeno non ci prendano, apertamente e sfacciatamente, per il sederino, poi tutto il resto passa, a questo tristissimo punto, in secondo o terzo piano. Dove sarebbe stata l'autocritica che lui sostiene di avere asceticamente praticato in questi mesi, l'autocritica che gli consegnerebbe la patente di discontinuatore?
 In un contesto come quello senesota, bisogna fare i nomi ed i cognomi, non bastano le critiche del tutto generiche, tali da lasciare il tempo che trovano.
 Chi ha affondato il Monte dei paschi? L'avete mai sentito il nome del plurindagato, dalla sua bocchina? Mai. Chi ha affondato la Fondazione? Chi ha cementificato, sistematicamente ed in modo criminogeno, tutto il territorio, con i risultati che vediamo ogni due giorni di pioggia? Tanto per insistere, visto che a mettersi la sciarpina al collo sono bravi tutti: visto che l'amico (suo) Ferdinando Minucci tace, lui ha niente da dire sugli arbitri in gita-premio a Siena? Comoda andare a battere le mani quando va tutto bene, eh? E così proseguendo: ma smettiamo, che l'eretico deve andare a scuolina.

 Franchino vuole una campagna elettorale svelenita: chi non lo vorrebbe? Fino a che non risponderà alle domande che più volte - compreso il blog - gli ho posto, non la può però certo pretendere, da parte ereticale. Senza dimenticare che il prossimo 15 marzo (in pienissima campagna elettorale, direi) riprenderà la causa che lui mi ha intentato. Ci sarà da divertirsi, ad occhio e croce.
Per chi ancora non lo sapesse e per chi credesse alla discontinuità di Franchino: la causa contro l'eretico porta due cognomi, saldamente appaiati l'uno all'altro.
 Ceccuzzi-Mussari; Mussari-Ceccuzzi...

lunedì 12 novembre 2012

Ferdinando Minucci: l'epifania tutte le feste porta via...

 
   Per iniziare, un po' di sana cronaca giudiziaria: l'udienza per la causa Minucci-eretico è stata aggiornata, dal Giudice Bonifacio Rossi, al prossimo 18 marzo 2013. Alle 10 di quel giorno, si saprà se la causa intentata dal Mangia d'oro del 2004 contro lo scrivente sarà riaperta, con l'acquisizione dei nuovi indizi (indizi?) a carico di Ferdinando Minucci. Questo perchè dall'ultima udienza del settembre 2011, molto materiale - e molto scottante -  è venuto fuori, e si chiede solo di poterlo valutare, visto che la causa minucciana verte proprio su quel senso di autocertificata, assoluta, adamantina lealtà sportiva che i fatti stanno, giorno dopo giorno, smentendo.
Bello, vibrante lo scontro dialettico - nell'aula delle udienze civili V. Occorsio - fra il Superavvocato Luigi De Mossi (presentatosi addirittura più elegante del solito, con tanto di impeccabile cappellino da pioggia targato New York city) e l'avvocato minucciano Carlo Saracini (questa mattina, a pelle, meno antipatico del solito), oggi non accompagnato dal collega Massimo Rossi di Milano.
Tanto per essere chiari, se il Giudice Rossi dovesse riaprire l'istruttoria, una causa per danni (220mila euro!) intentata dal dottor Minucci, potrebbe diventare uno dei più clamorosi boomerang giudiziari degli ultimi anni. Forse il più grande, in campo prettamente sportivo. Lo scontro dialettico De Mossi-Saracini, infatti, verteva sul fatto di acquisire agli atti un paio di intercettazioni pubblicate dalla Gazzetta dello sport (di cui a breve), e soprattutto di sentire come testi alcuni arbitri e dirigenti arbitrali i quali, INTERCETTAZIONI TELEFONICHE ALLA MANO, sembrano proprio essere venuti spesso a Siena, magari non sempre pagando di tasca propria, e con mogli e figli al seguito. Tutta roba che - se provata - renderebbe Luciano Moggi un idealista, quasi un patito delle regole e della lealtà sportiva...
Tutte castronerie? Speriamo che gli arbitri ed i dirigenti intercettati, in un'aula di Tribunale, ce lo possano venire a dire (ricordandosi sempre che magari qualcuno li ha visti e ci ha parlato, illo tempore). Resta un fatto, anzi due:
1) Queste benedette intercettazioni, ci sono e sono inequivocabili;
2) se sono così fuori dal mondo, perchè Minucci non ha fatto mezza conferenza stampa sull'argomento, ma soprattutto - lui, persona dalla querela così facile - non ha querelato né la Gazzetta dello sport, né chi parlava in quelle intercettazioni, dicendo cose così gravi?

 Leggiamola, dunque, una di queste intercettazioni, sulle quali l'eretico chiede semplicemente che si riapra la causa ( questa è stata pubblicata dalla Gazzetta dello sport nel luglio scorso).
Quella dell'articolo del 23 ottobre, i tanti "minuccini" intervenuti hanno provato a contestualizzarla: sì, Minucci ha telefonato all'una e mezza di notte al Presidente degli arbitri italiani, ma Toti, Presidente di Roma, era stato inqualificabile nell'entrare negli spogliatoi subito dopo la partita (come se la gravità del gesto di uno, potesse essere sminuita dalla gravità del gesto altrui).
10 gennaio 2009: si parlano Giovanni Montella - all'epoca Responsabile dei commissari arbitrali -, e Renato Baldi, commissario. Il gotha arbitrale, non chiacchiere da bar.

Montella: "Da sabato scorso fino alla Befana, c'è stato un gruppo (di arbitri, Ndr) che è stato a Siena, con le famiglie".
Baldi: "Ah, non lo so proprio questo".
Montella: "Te lo dico io, Colucci (allora Capo designatore arbitrale, Ndr) e famiglia".
Baldi: "Molto male, molto male".
Montella: "D'Este e famiglia, Capurro e famiglia".
Baldi: "Molto male"
Montella: "E altri arbitri".
Baldi: "Molto male".
Montella: "Lucio Potasso e compagnia".
Baldi: "è, ma ccà sta diventanno nà, nà congrega è Siena, però".

 Fermiamoci qui, per carità di Patria. Questi signori - arbitri della Mens sana e loro designatori - sono venuti o meno, tutti insieme, a Sienina santa e benedetta? L'epifania 2009, dove cavolino erano in vacanza? Ah, forse erano - casualmente tutti insieme - a Siena, pagando tutto di tasca loro, dal primo all'ultimo centesimo. Tutti per l'epifania, che tutte le feste porta via.

  Il dottor Ferdinando Minucci - personaggio pubblico - chiede che la sua onorabilità venga riconosciuta dal Tribunale della città che tanto gli ha dato, sentendosi offeso e diffamato per ciò che è scritto nel mio Le mani sulla città (uscito - guarda un po' il caso - proprio nella primavera del 2009). Per questo, chiede all'eretico più di 220mila euro di danni. Vedremo cosa deciderà il Giudice il prossimo 18 marzo.
 Da qui a quella data, il Mangia d'oro del 2004 non ha proprio niente di niente da dire?

 Ps L'eretico da qualche tempo si sta ritagliando articolini ed interventini vari di "giornalisti" sportivi e non solo a sperticata ed aprioristica difesa del grande Ferdinando Minucci. La buttano sull'ironia, adombrano chissà che cosa (chissà se una intercettazione simile a questa avesse riguardato il Presidente di un'altra squadra, che interventoni sdegnati, che giornalate...). Sarà uno spasso rileggerli, questi interventini, fra qualche tempo: credetemi.
 Così come, in questi ultimi tempi, l'eretico si diverte da matto con gli articoli di qualche anno addietro sul Monte dei Paschi, sull'ospedale, sulla Fondazione: il bello delle cose scritte, è che restano, nude e crude. Ad perpetuam rei memoriam. 

domenica 11 novembre 2012

Quando Franchino pintava per Obama (ed il caso Petraeus)...


   L'iniziale idea ereticale era di dedicare tutto il pezzo domenicale alla dolce rimembranza di quando Franchino il Ceccuzzi partecipò, da "osservatore" del Pd, alla prima vittoria di Barack Obama, nell'ormai giurassico 2008. Ieri, però, è deflagrata la notizia-bomba (non atomica, ma quasi) delle improvvise - agli occhi dell'opinione pubblica mondiale - dimissioni del capo della CIA, generale David Petraeus. Che si fa, allora? Si taglia purtroppo qualcosa della rimembranza about Franchino, e si scrive inevitabilmente qualcosa sul fedifrago più chiacchierato del globo (fino al prossimo, ovviamente).

   Ho impiegato alcuni minuti della piovosa domenica novembrina per rileggermi il mio Le mani sulla città, in cui - nel Capitolo dedicato a Franchino - scrivevo del suo viaggio a Denver (Colorado), in occasione dell'investitura a candidato presidenziale di Obama, a fine agosto 2008. Roba grossa: c'era perfino Uòlter Veltroni...
Franchino forse al tempo delle primarie avrà parteggiato per Hillary Clinton, che aveva dalla sua lo zoccolo duro del partito e, soprattutto, i notabili dello stesso; appena vinto Obama, veloce come un fulmine, passò immantinente sul carro del vincitore.
Dal libro prima citato (pagina 93):
"Dal blog ceccuzziano, infatti, si riportano scene edificanti, quasi da libro Cuore della politica: "tutti sono per Obama e salutano con affetto, quando ci si dichiara (a gesti?, Ndr) democratici italiani". Commovente, non c'è che dire: ve lo immaginate Franco Ceccuzzi in giro fra i delegati che urla a tutti "sono democratico anch'io, sono democratico anch'io"; che sia italiano, poi, lo si capisce dal modo di parlare inglese. Meglio, poi, molto meglio non tirare fuori che da giovane, al paesello, si era fondato un circolo intitolato a Che Guevara".
 Era proprio un bel Franchino, però: il suo potere derivava dal legame con Mussari Giuseppe e dall'apparato piddino, però volete mettere che incedere arioso, con il vento in poppa - addirittura transoceanico - aveva allora Franchino? Intanto era deputato della Repubblica, e ora gli tocca fare le primarie (per la prima volta in vita sua!) con Mauro Marzucchi e con lo storico (lo dice lui, quindi ci adeguiamo) Cannamela. Allora o poco prima, Franchino andava a cena a Pontecagnano Faiano, ed era accolto come un semidio, con tutta la tavola apparecchiata e la pasta (Amato?) scodellata alla bisogna, con tutti i pezzi grossi del salernitano; ora gli tocca girare giusto per circolini Arci o per fiere di Contrada, e fare la conta, tutti i giorni, di quelli rimasti fedeli e di quelli un po' sì, un po' no. Insomma, una vitaccia, rispetto a quel 2008. Come però detto più e più volte, questo blog non tollererebbe un'uscita di Franchino dall'agone politico senesota, sia ben chiaro.
 L'Obama torraiolo, noi lo vogliamo in campo fino alla fine. E ci dispiace che non vada più a Denver (Colorado), ma che molti, invece, lo mandino spesso - con pensieri e spesso financo con parole - altrove...

Caso Petraeus e relative dimissioni, quindi. Parlandone sul serio, è di palmare evidenza che la prolungata relazione con l'avvenente Paula Broadwell c'entri, ma che non risolva assolutamente il tutto. Oltre a ciò, c'è il rapporto conflittuale tra CIA (di cui Petraeus era direttore) e FBI: da sempre fratelli-coltelli, per chi conosce la storia degli States. C'è poi un problema di integrità psicologica per il generale: se davvero - come fatto filtrare da ambienti FBI - invece di pensare al meglio a garantire la sicurezza dell'Ambasciata statunitense a Bengasi in vista della ricorrenza dell'11 settembre, il Nostro era tutto intento a cercare di riconquistare la palestrata (anch'ella proveniente da West point, si noti), allora le cose cambiano, e parecchio. Non parliamo se verrà dimostrato che la Broadwell aveva provato ad entrare nel sistema informatico del suo ex amante, poi.

 Parlandone infine in modo più soft, che dire? Allargare le braccia, e farsi andare a commenti tanto salaci, quanto prevedibili?
 Guardando la foto di Petraeus con la moglie e quella con la Paula, che dire, se non quello che oggi avranno detto milioni (miliardi?) di persone? Cioè che sicuramente la moglie cucina parecchio meglio di Paula...

Ps Domattina l'eretico - complice il giorno libero a scuolina - accompagnerà il Superavvocato De Mossi all'udienza della causa Minucci versus eretico. Nel pomeriggio, se ne scriverà assai volentieri, e con dovizia di particolari. Il Corriere di Siena e la Nazione, invece, ne scriveranno solo in un caso: nel caso di condanna del sottoscritto.  

venerdì 9 novembre 2012

Un bel gesto per una tragedia indicibile


 Era il 19 aprile 2009, un sabato. Valentina era andata in discoteca a Monteroni d'Arbia. Stava per tornare a casa, con le amiche, prendendo la navetta che porta i clienti della discoteca da Monteroni a Siena. Arriva un amico, forse un amico delle amiche: si offre lui di portare le ragazze. All'altezza di Malamerenda, presso l'Isola d'Arbia, lo schianto: il tipico, maledetto schianto del sabato notte. Quasi illesi il guidatore e le amiche; con gravissimi traumi Valentina, sedicenne.
 Nel settembre 2012, dopo più di tre anni di calvario, la ragazza muore, lasciando gli amici ed i genitori.
 Il settimanale incubo di ogni genitore di figli adolescenti, in questo caso, non è rimasto allo stato potenziale, arrivando a materializzarsi: in concreto, sulla strada, sull'asfalto.
Larga parte del calvario, Valentina l'ha trascorso lontana da Siena, presso Imola, in un centro per ragazzi reduci da gravi o gravissimi traumi; tornata nella sua città, Valentina è morta.
 Su spinta della collega Maria Alberta Cambi - amica della famiglia - la scuola Cecco Angiolieri ha deciso, in memoria della ragazza ex alunna della scuola, di aiutare il reparto di chirurgia pediatrica delle Scotte, guidato dal professor Messina.
 Per saperne di più, e per dare un eventuale contributo, si può consultare il sito chirurgiapediatrica.unisi.it/laconchigliaonlus.
Il professor Messina si è detto onorato di tale scelta da parte dei genitori, e fa bene ad esserlo.

  Davanti a queste tragedie indicibili (questa più di altre, per la estrema dilatazione dell'evento traumatico, con tutte le false speranze inevitabilmente sottese alla situazione), la famiglia ha di solito due strade, difficilmente di più: o rinchiudersi, rintanarsi in se stessa, crogiolandosi nel suo dolore, peraltro in modo più che legittimo; ovvero cercare di aiutare, in uno slancio filantropico, altre famiglie che si trovino di fronte ad eventi simili (simili: perchè ogni tragedia è simile alle altre, ma al contempo unica).
 La famiglia di Valentina Rosati ha scelto questa seconda strada, e noi - per quel che vale -  non possiamo che rallegrarcene. Si tratta di una strada per certi aspetti più tortuosa, ma di enorme spessore umano e, direi, civile.

 La "celeste corrispondenza d'amorosi sensi" che c'è fra i genitori e la figlia Valentina, almeno, servirà a qualcosa: a rendere più celeste il cielo di qualche altra famiglia.

giovedì 8 novembre 2012

Castelnuovo Berardenga: gli strani picchi telefonici del Sindaco Bozzi


    L'eretico torna ad occuparsi, dopo molto tempo, del ridente borgo di Castelnuovo Berardenga.
In particolare, si torna a parlare del Sindaco (dal 2004) Roberto Bozzi, amico di vecchissima data dello scrivente.
 A Roberto, vorrei dare un consiglio, davvero amichevole: quello di dimettersi dalla carica che ricopre. Arriva un momento in cui i nodi - certi nodi - vengono al pettine, magari tutti quanti insieme: quello è il momento di fare sincera autocritica, e di dare concretezza al tutto ritirandosi e tornando a fare ciò che si faceva prima dell'avventura pubblica. Così uno magari avrebbe più tempo per le sue pristine passioni: se lo fai, Roberto, mi prendo l'impegno di contattare uno ad uno i "vecchi" costoniani e di organizzare un "matchino" dei nostri al Costone o - se c'è Acampa sempre a giro - altrove.

 Veniamo ai nodi, dunque. La Corte dei Conti ha condannato il Sindaco di Castelnuovo Berardenga lo scorso 6 luglio 2012 (ovviamente tutti zitti, tranne - proprio poco fa - quei birbanti degli Illuminati, che la devono smettere di bruciare l'eretico!). Poi, altro nodo, c'è una questione afferente alla macchina in uso al primo cittadino (se ne parlerà diffusamente la settimana prossima); oggi ci occupiamo dei dindini spesi (dalla collettività, peraltro) con il telefono di servizio del Sindaco nel lontano, ma non lontanissimo, 2009.

 Tempo di primarie, anche a Castelnuovo Berardenga. Primarie accettate obtorto collo da Roberto Bozzi (ma come, oggi è l'alfiere dei renziani senesi...), ma alla fine effettuate.
Il problema è che proprio in quell'anno, il suo telefono (pagato - giova ripetere - dai contribuenti) ha squillato, lui chiamante, molto più dell'anno precedente e di quello seguente. Lo stesso Sindaco ha detto in Consiglio comunale che non c'è un chiaro discrimine tra chiamate pubbliche e private, quanto a quel telefono.
Si può essere soddisfatti, di questa spiegazione?
Anno 2008: 3.058 euro annui; 2010: 4.026 euro annui; appunto 2009: 6.100 euro di spesa.
Strano, no? Sembra inoltre che in effetti qualche "bullettaio" (cittadino di Castelnuovo, per chi non fosse pratico) al tempo delle primarie sia stato chiamato da Roberto Bozzi, come peraltro testimoniato dal suddetto picco di spesa (il doppio dell'anno precedente!).
Piccole cose? Mah, dipende: in altre realtà europee - magari quelle che ingrassano i bullettai operanti nel turismo - basta copiare una parte di tesi di laurea, senza spreco di denaro pubblico, per dimettersi alla svelta, una volta presi con le mani sulla marmellata.
 Comunque, magari a uno che dicesse "poca roba, che vuoi che sia qualche migliaio di euro in più", l'eretico risponderebbe che su questa ed altre vicende del Comune di Castelnuovo sta indagando la Procura della Repubblica di Siena, con relativa pioggia di avvisi di garanzia. Più il problema di etica politica (sic): due corrono alle primarie, uno usa il telefono senza pagare, l'altro invece se lo paga di tasca sua. Vedete voi.

  Dai retta a me, Roberto: lascia tutto, rimettiti i calzoncini e la maglietta e festeggiamo tutti insieme, come ai vecchi tempi. Il pallone lo porto io, basta gonfiarlo un pochino.
Piuttosto poi che fare scapoli contro ammogliati, facciamo un "matchino" fra indagati e non indagati. Io, ovviamente, gioco in squadra con te...   

mercoledì 7 novembre 2012

L'eretico scolastico: l'insostenibile pesantezza della supplenza...

  
 Dopo avere saltato un turno, si torna al mercoledì scolastico. In attesa di riparlare della vexata quaestio delle ore non pagate in più (se ne riscriverà mercoledì prossimo, dopo una speriamo interessante assemblea sindacale fissata martedì mattina), oggi l'eretico vuole raccontare di una esperienza occarsagli stamattina. Solo per il fatto che essa rappresenta un qualcosa di assolutamente normale, nella scuola di oggi, e credo-temo che molti colleghi ci si riconosceranno.

  Una collega manca, lo scrivente va a fare due ore di fila in una terza della Cecco Angiolieri: la buona, vecchia supplenza (pagata, ma non è neanche certo).
Tutto rinfrancato dalla vittoria obamiana, l'eretico entra in questa classe: che non è la sua, ed in cui non è mai stato prima per altre supplenze. I ragazzi entrano, e si abbandonano a scene di legittima esultanza perchè vedono che, essendoci io, non c'è chi ci doveva essere, cioè la collega di matematica.  Si fa l'appello, si segna un assente, si annotano un paio di giustificazioni, si firma il registro. Dopodichè, si prova a fare un quarto d'ora, 20 minuti di lezione, parlando proprio della vittoria di Obama: sia perchè cosa meritevole di nota, sia perchè altri argomenti non ne trovo. I 20 minuti filano lisci, qualcuno prende una bella paginata di appunti (qualcuno parecchio meno, ma non sottilizziamo). A questo punto, si prova a fare il gran passo:
"Ragazzi, dopo avete altre materie, studiate e preparatevi sfruttando il tempo rimasto prima dell'intervallo. Mi raccomando, in silenzio!".
Ecco che inizia il calvario del docente disarmato: di fronte al caos continuo, nessun mezzo coercitivo (classe non tua, è una supplenza...); si inizia a girare per l'aula: spegni un fuoco, se ne crea subito un altro alle tue spalle; li minacci: ottieni non più di 47 secondi (contati!) di silenzio paratotale. Poi, di nuovo quel chiacchiericcio che fa da colonna sonora continua dell'esistenza di molte classi.
Suona la campanella: arrivano altri 4 alunni, cui l'eretico doveva fare lezione alternativa alla religione, ma che, essendo lui in quella III, si accodano. In classe, a questo punto, ci sono 31 ragazzi, non tutti della stessa classe. L'eretico inizia seriamente a rimpiangere le punizioni corporali, e neanche le più blande.
I ragazzi hanno in mano un foglio di storia dell'arte da studiare, e sono una classe che studia il francese, si badi bene: nel foglio è scritto, in un passaggio, "en plein air":
 "Sì, sì: è una cosa della Rivoluzione francese, mi pare", mi dice un ragazzone cui passo accanto.
 In fondo alla classe, con parole ritagliate in cartone, è scritto AUDE SAPERE: parole sante, parole sante. Solo un pochino anacronistiche, e non solo per la scelta della lingua...

Ps Non c'è più il professore (universitario) di Economia Franco Belli. Aveva firmato (non so se effettivamente scritto), insieme ad altri, un articoletto velenosissimo contro di me, dopo l'uscita della Casta di Siena. Chissà se in seguito avrà ammesso che quel libro aveva purtroppo visto lontano.
 Nonostante questo e nonostante le "cattive compagnie", secondo me era una persona di enorme simpatia, e mi dispiace molto che se ne sia andato.

martedì 6 novembre 2012

Obama-Romney: una sfida storica


    Mentre scriviamo questo articolo, negli Stati Uniti si sta votando per l'elezione del nuovo Presidente dell'Unione. Comunque vada, sarà una tornata storica, a breve vedremo perchè.
Per intanto, va rimarcato che l'esito è del tutto incerto (anche se il New York Times ha scritto di una vittoria certa per Obama), e non è assolutamente da escludere un sostanziale pareggio fra i due contendenti, Obama e Romney: non accade dal 1834, ma con la cervellotica ed anacronistica legge elettorale USA (vedi il fatto di votare il martedì, come se ancora si raggiungessero i seggi a piedi o a cavallo!) non lo esclude.
 Dal punto di vista meramente politologico, il contesto dovrebbe facilitare Obama ed il Partito Democratico, perchè a queste elezioni manca il guastatore di sinistra alla Ralph Nader, capace, con il suo 4 o 5% di voti, di erodere in modo significativo le possibilità di successo dei democratici. Così come manca un Ross Perot - Berlusconi ante litteram - nel campo della destra, peraltro.
 Il problema di Obama è che ha naturaliter perso l'entusiasmo dei militanti di base (giovanissimi, parte delle donne) che ne avevano decretato il successo nella appunto irripetibile cavalvata vincente del 2008. Oltre agli errori, il profilo centrista, con punte di attenzione al Welfare degne del miglior riformismo, ha pagato solo in parte; certo è che Obama - con i limiti, ma anche con le straordinarie qualità - lo conosciamo, ormai. Di Romney, invece, non sappiamo niente di cogente: da Governatore del Massachussets, aveva una caratura di centrista moderato, piuttosto liberal, addirittura: ma oggi - stretto fra gli ultrareazionari del Tea party e gli ultra cattolici legati al suo vice, il giovane Paul Ryan - chi è, politicamente parlando, Mitt Romney? "Una sfinge avvolta da un enigma", diceva Churchill della Russia; noi potremmo sottoscrivere la stessa cosa per Romney, a pensarci bene.
 Stanotte, comunque, staremo a vedere: l'importante sarebbe che non si verificassero situazioni scabrose negli swinging States (Stati in bilico) tipo la Florida: ripetere la contestatissima conta del 2000, non sarebbe certo un bel segnale per il mondo.

   Dicevamo dell'elezione storica (prescindendo che ogni elezione statunitense lo è in re ipsa): se vince Obama, sarà ovviamente il primo Presidente afroamericano rieletto all'importantissima carica (festa grande anche in Kenia, nel villaggio di Kogelo, ove sono nati il padre ed il nonno del Commander in chief statunitense, e dove lo stregone ha predetto giusto ieri una sua nuova vittoria); se viceversa fosse Romney a prevalere, avremmo di fronte uno scenario assolutamente inedito, per gli States e non solo: un mormone alla guida della prima - per ora - potenza mondiale! Per chi non fosse addentro alla questione, fino a pochi decenni or sono (anni?), i mormoni negli States, pur ovviamente liberi di professare la loro religione, erano considerati alla stregua di Scientology oggi, forse peggio fino a che sono stati poligami.
Assistiamo dunque a questo curioso paradosso: Obama rappresenta ancora uno shock per una fetta non irrisoria di americani (il razzismo ancora perdura, nel Sud e non solo), ma con il suo non esibito protestantesimo è, dal punto di vista religioso, un elemento di continuità e di stabilità; Romney, invece, è elemento di rottura totale dal punto di vista religioso, ma si presenta come un quieto anglosassone di successo (da mormone, non beve né fuma, e si alza alle 5 tutte le mattine).
 Nella lunga e dura campagna elettorale, nessuno dei due ha attaccato l'altro sulla questione religiosa, in nessun momento: una lezione che in Italia non sarebbe potuta accadere...

Ps Bruce Springsteen ha accompagnato Obama negli ultimi giorni di campagna elettorale, da una parte all'altra degli States, fino a queste ultimissime ore; Romney ha avuto la performance di Clint Eastwood alla sua Convention (quella della sedia vuota, per capirsi): chiunque vinca, nessuno chiederà una poltrona per il suo attivismo politico.
 Perchè in Italia si tende sempre a prendere solo il peggio, dagli States? 

lunedì 5 novembre 2012

Il colpevole silenzio delle piddine senesi


   Da più parti si chiedono all'eretico lumi su ciò che è in ebollizione nel pentolone della politica locale: diamo tempo al tempo, no? Aspettiamo quindi che certe situazioni si chiariscano in modo definitivo, che soprattutto i nomi dei candidati vengano più o meno ufficializzati, e poi - statene pur certissimi - se ne scriverà, magari anche troppo!

   Ci sono intanto elezioni che sono davvero ravvicinatissime, a questo punto: le tanto discusse Primarie piddine. Certo ci ritorneremo, ma a 20 giorni dal voto non si può non sottolineare una cosina, davvero sgradevole per non dire altro: a Siena NON ESISTE ALCUN COMITATO PRO LAURA PUPPATO. C'è chi sostiene Bersani, c'è chi sostiene il Renzi (Franchino il Ceccuzzi, in pratica, sostiene tutti e due...), ma nessuno che si sia preso la briga di sostenere una persona onesta, impegnata sul tema dell'ambientalismo, nonchè UNICA DONNA fra i partecipanti alle primarie del prossimo 25 novembre.
 Molte città toscane hanno il loro Comitato  di sostegno all'ex Sindaco di Montebelluna (non tutte), Siena no. Ma non era Siena che - nell'afa del luglio 2011, in Piazza Sant'Agostino, con patrocinio di tutti gli enti castisti - accoglieva trionfante il primo (se Dio vuole, anche ultimo) raduno del "Se non ora quando?". C'era un po' di tutto, quel giorno (infatti c'era anche l'eretico, per pochi, bastevoli, minuti): nomenklatura di partito (Rosaria Bindi, fischiata: mai abbastanza, purtroppo), qualche giovane spinta da buoni sentimenti, vecchie militanti avvezze a ben altre battaglie che non quelle con le zanzare del catino tartucato.
  Bene, oggi c'è una donna che compete per il Pd, che è l'unica che sembra davvero non avere ombre tra i partecipanti alla tenzone (ed infatti è da anni invisa al Pd veneto, dove invece mosse i suoi primi passi importanti Rosaria Bindi), che si porta dietro un bel bagaglio di idee, eppure niente: la stessa città che aveva accolto il movimento femminile un anno e mezzo fa, non è stata capace neanche di creare un Comitatino per Laura Puppato.
 Donna, mamma, da poco anche nonna, lavoratrice (assicuratrice), non donna d'apparato: che c'è che non va bene? Forse che non vincerà di certo? Forse che ha fatto aperture al movimento di Grillo? Forse che Marco Travaglio l'ha appoggiata? Boh...

  Le senesote anime belle dei diritti femminili (la Susanna Cenni, Fiorenza Anatrini, Simonetta Pellegini, Tommasina Materozzi, quella che diceva che il libro su Mussari era "una cazzata" et aliae), che fanno? Non battono un colpo? Tutte zitte a non fare la calza e a preparare la ridiscesa in campo di Franchino?
 Adesso la eretical madre - dopo tanti anni di appassionata militanza Udi (Unione donne italiane) - si arrabbierà di certo, però quel che ci va, ci va.
La vicenda del non Comitato senese pro-Puppato dimostra che, per molte femministe senesi, l'Udi vuol dire piuttosto altro: Unione delle ipocrite.
Ce l'avevo in canna da tempo: come facevo a non scriverlo oggi? Se non ora, quando?


Ps Prima di fare il solito post sulla misoginia ereticale, pregasi ragionare sul fatto che si è arrabbiati perchè nessuno ha aiutato, a Siena, una donna valida, che è in politica per idealismo e spirito di servizio. A differenza di tante altre...

giovedì 1 novembre 2012

Sanità senesota e Provincia: sempre più in alto...


    Prima di levarsi da tre passi per il ponte, l'eretico non può non commentare due eventi, uno sulla bocca di tutti, l'altro ovviamente trascurato colpevolmente dalla stampa embedded.
Partiamo da quest'ultimo: la situazione dell'Asl senesota. Dopo averlo rimbrottato per la sua non risposta all'ultimo articolo, l'eretico fa i suoi complimenti al dottor Pestelli, che sta facendo fuori i "tipi benedettini" che impazzavano in loco. Il dottor Picciolini, non è più vicedirettore sanitario; l'ottimo dottor Ghezzi, arriverà all'Unità semplice, subendo nei fatti una deminutio non di poco conto. Soprattutto, poi, la creatura della dottoressa Benedetto in Rossi - il dottor Grazioso, il "Mozart dei bilanci" in salsa senesota - è stato licenziato. Sì, proprio licenziato. E francamente questo non è uno di quei licenziamenti per i quali l'eretico attivi la lacrimazione...
Con un crescendo di delibere, dall'11 settembre al 18 ottobre, il rampante esperto di bilanci aslini ha fatto le valigie. Chissà perchè era un fenomeno per la Benedetto in Rossi, ed uno da rottamare di brutto per il suo successore Pestelli. Misteri aslini, non c'è che dire...
Nel frattempo, l'eretico annuncia Urbi et orbi che - verosimilmente prima del Santissimo Natale - uscirà un libercolo (digitale) sulla Sanità senesota: con i migliori pezzi raccolti da un anno e mezzo a questa parte, e con alcune - non poche - chicchine inedite. Perchè no, anche con qualche commento in calce agli articoli: rileggendoli, alcuni sono davvero esilaranti (vedi la "scenetta in casa Rossi" dell'ultimo).
Mala tempora currunt, in Sanità.

  A livello politico-amministrativo, il tracollo è servito: siamo tutti grossetani, ormai!
L'eretico era pronto da tempo, modificando in profondità financo alcune inveterate abitudini della sua quotidianità: Morellino di Scansano come vino da pasto, per esempio.
Sarebbe gradito che i veri artefici del tracollo - i piddini locali, compresa Rosaria from Sinalunga - stessero almeno zitti, opponendo un dignitoso silenzio di fronte alla disfatta, non più emendabile.
 Sia ben chiaro che Siena subisce un'onta dal punto di vista storico, ma le decisioni si prendono - al di là dei parametri, che si possono sempre aggiustare, essendo in Italia - sull'onda dell'attualità.
L'augusto padre ereticale, per esempio, amaramente constatava come il Comune grossetano si prenda concretamente cura, da anni, delle pregevoli mura cittadine, mentre i Sindaci senesoti organizzavano concerti con Laurina Pasini e chiamavano 007 a glorificare la città.
 Quanto alla Siena-Grosseto, tutti sanno quale sia la parte più vicina al completamento. C'è solo l'Anas, di mezzo? Quando però si tagliano i nastri, mi pare di ricordare che i Presidentoni della Provincia non manchino mai, no(qualche volta, anche il Vescovo, se c'è il rinfresco)?
La Storia è Storia: anche la onusta di gloria Sparta - così per dire - è oggi una città grande poco più di Poggibonsi, ed ha subìto, nel gennaio 2011, una riforma amministrativa che ne sancisce una deminutio non da poco (Piano Kallikratis), con l'accorpamento di vari Comuni. E del passato è rimasto solo il santuario di Artemide e, sull'acropoli, il tempio di Athena.
Come disse Silvio Berlusconi di fronte al cadavere maciullato di Gheddafi, sic transit gloria mundi...

Ps L'eretico si concede un ponte di assoluto lavoro creativo, lontano dalla scuolina e dal blog (che verrà aggiornato in ritardo, dunque): c'è quel racconto da scrivere (quello sul dirigente montepaschino di nome Lorenzo Alderani). In più, un Teresa Raquin da leggere per intero, colmando una grave lacuna ereticale. Da lunedì si riparte, tranquilli.