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giovedì 31 maggio 2012

Roburropoli, chi pagherà per questo?



   Da "vecchio" tifoso della Robur (nonchè portiere - ormai in seconda - della gloriosa squadra dei Fedelissimi, fresca vincitrice del Torneo Eccellenza Aics), questo articolo mi costa non poco scriverlo.
L'eretico è però convinto che quando si scrive, quando si fa informazione, si debba cercare di mettere da parte la propria passione sportiva (anche se non ci si riesce mai in toto), arrivando quindi anche a dire cose scomode, senza scorciatoie vittimistiche o facili capri espiatori.

  Quattro sono i temi su cui credo sia cogente intervenire, al 31 maggio: il collaboratore di giustizia Filippo Carobbio, ex giocatore del Siena; i presunti colpevoli (Antonio Conte e Massimo Mezzaroma); il ruolo della Banca (si indovini quale); il ruolo delle istituzioni.
Carobbio, dunque. Classe 1979, cresciuto nell'Atalanta, dal luglio 2010 a Siena (poi allo Spezia). Frase di rito, ma di fondamentale importanza: sarà la Magistratura a giudicare la veridicità delle sue affermazioni, a trovare gli eventuali riscontri. Dargli del "manigoldo" come qualche "giornalista" locale ha fatto, pare davvero precipitoso.
 Se Carobbio ha mentito, merita le pene dell'Inferno in terra; se ha detto il vero, le merita qualcun altro. L'eretico vorrebbe fare riflettere, però, su di un fatto del tutto sottaciuto dalla stampa senese. Molti dicono che il giocatore avrebbe parlato per alleggerire la sua posizione: nessun dubbio al proposito; se fosse stato spinto da un'esigenza insopprimibile di sgravarsi la coscienza, NON avrebbe aspettato di essere dentro alla vicenda fino al collo (fu arrestato il 19 dicembre 2011).
 Questo, però, toglie automaticamente credibilità al personaggio? Chi lo dice o lo scrive, o NON mastica niente di questo genere di cose, o è in palese malafede. Per svariati motivi, ma per uno su tutti: se, per uscire dai pelaghi in cui è entrato, il Carobbio sparacchiasse a caso accuse false (e su quali personaggi!), sarebbe un masochista, ed i suoi avvocati dei benemeriti dementi. Carobbio, per chi non ci avesse pensato, accusando qualcuno (Conte e Mezzaroma, per esempio) sapendolo essere innocente, andrebbe incontro ad un'accusa gravissima, per il Codice Penale italiano: la calunnia. Articolo 368, per la precisione. Minimo, due anni di galera, fino a 6 (!).
 Come se uno avesse un paio di unghie incarnite (problema classico dei calciatori), e decidesse, per risolvere il fastidioso inghippo, di tagliarsi il piede. Per non parlare del fatto che Carobbio, con le sue dichiarazioni, sa di avere terra bruciata intorno, nell'omertoso mondo pallonaro: magari poco male come calciatore (non è certo Maradona, e i trenta sono superati), ma anche verosimilmente come allenatore, manager, dirigente e via dicendo.

 I presunti colpevoli. Su Antonio Conte, da tempo gravava un'antipatia epidermica da parte dello scrivente (uno che si presenta in panchina con l'acquasanta e le immagini di padre Pio, come può stare simpatico?); di fronte alla buriana, credo abbia dato il peggio di sè: memorabile la sua polemica con la Procura di Cremona, rea di non essersi mossa seguendo la tempistica da lui preferita. Voleva il lodo Antonio Conte, forse? Che si goda le sue vacanze, se ci riesce.
Massimo Mezzaroma. Qui siamo di fronte - se non erro - ad un caso che costituirebbe un precedente assoluto: un Presidente che cerca di convincere i suoi a giocare per perdere! Talmente inverosimile che, paradossalmente, fa risultare più credibile (purtroppo) Carobbio: uno che a tavolino inventa una serie di cazzate, le inventa con il dono della verosimiglianza. Che un Presidente scommetta sulla sconfitta della sua squadra, non è certo verosimile. Questo non significa che non sia vero...
Vedranno dunque i Magistrati. Certo che se si deve giudicare dalla reazione dei due (rabbiosa senza contenuti per Conte, affidata freddamente agli avvocati per Mezzaroma), non c'è da dormire sonni troppo tranquilli.

Terzo, la Banca Mps. Non risulta esistere nessuna squadra di serie A così dipendente da una Banca, quale che essa sia. Come ricostruito da Milano Finanza e ieri riportato dalla Nazione, l'83,8% del capitale della Robur è di questo Progetto Siena (che controlla il 100% della società). Ma questo Progetto Siena è ipso facto in mano alla Banca, a causa del mutuo decennale concesso nel gennaio 2010, all'arrivo della famiglia di costruttori romani (Francesco Gaetano Caltagirone era vicepresidente e principale azionista privato della Banca, gioverà ricordare). Tutto fa pensare che per Profumo e Viola la nave Robur possa andare a fondo, e senza troppi rimpianti: non hanno da fare finta di esserne tifosi, nè hanno da mantenere la pax sociale attraverso i circenses (e ieri si era a 0,19...). Meglio, semmai, buttarsi sulla Mens sana basket (casuale la presenza di entrambi lunedì sera, con tanto di abbraccione al banchiere etico Mussari Giuseppe?). Se il Siena calcio affonda, per l'attuale management montepaschino c'è da sfregarsi le mani. Sono cinici, ma la colpa NON è loro, bensì di chi li ha preceduti, sia ben chiaro. Mussari ha avuto un fiuto infallibile nel trovare i partner più affidabili: da Lombardi Stronati - venuto a Siena per pura passione per la Robur, sic -, ai Mezzaroma. I quali, a prescindere dall'esito dell'inchiesta, consegnano alla città una società in pieno disarmo (come affermato addirittura dal segretario Osti sul Corrsiena di oggi), in enormi ambasce finanziarie.
Se uno vi porta in casa un suo amico che vi rovina il salotto, voi a caldo ve la prendete con il rovinatore, no? Subito dopo, però, uno si arrabbia anche con chi l'ha portato in casa...

  Gran finale, le istituzioni.Quello della Provincia, pare non si sia neanche accorto del botto, tutto preso dalle energie rinnovabili che gli garbano un monte, da quando ha capito di cosa si tratti; dalla Fondazione, Gabriellone Mancini se ne sta tutto defilato, preoccupato di come uscire di scena il più alla zitta possibile: poi ormai è tempo di sagre, di banchetti, di comunioni, cresime. Non di solo calcio vive Gabriellone (che, almeno, ha il merito di non avere mai fatto finta di essere tifoso del Siena calcio).
E Franchino il Ceccuzzi? Ora farà fare un comunicato a qualcuno dei suoi, in cui dice che se arriva il Commissario, il Siena verrà penalizzato a prescindere? L'eretico se lo ricorda, quando alla presentazione dell'annata, in Piazza Jacopo della Quercia, il neosindaco gozzovigliava giocando a biliardino, in attesa della kermesse. Quando c'era da fare agevole passerella, non mancava mai; ora che si rischia qualcosa, zitto e muto (ma presente al Palasport mensanino, ieri...). L'uomo è fatto così, ormai iniziano a capirlo anche coloro che l'hanno votato.

  Morale della favola? Tra l'inchiesta e la situazione debitoria, il futuro non è certo roseo, anzi. Torneranno i tempi delle partite con il Ponsacco e con il Casale Monferrato? I rischi ci sono, e forti.
L'eretico si permette di chiedere almeno una cosa: alla prossima presentazione di fine estate del Siena (che sia in A, B o altro ancora), delle persone che hanno portato allo sfacelo questa città, si potrebbe fare a meno? Almeno quello, lo si potrebbe pretendere?

mercoledì 30 maggio 2012

Sanità senesota, un'altra carriera al neutrino: il dottor Alberto Saragosa...

 
  
   La domanda è: ma il Gran moralizzatore Enrico Rossi, secondo voi, dorme sonni tranquilli, visto ciò che sta succedendo alla Sanità toscanota? Come rimarcato più e più volte da queste colonne, forse se non raggiunge l'"agevol sonno", una minima porzione di responsabilità ce la potrebbe avere anche chi gli dorme accanto (se dormono in letti separati, l'eretico chiede subito scusa agli interessati!). Oggi, infatti, si va a tirare fuori un'altra carriera al neutrino, la quale carriera senza l'avallo della dottoressa Laura Benedetto in Rossi (e non solo di lei, ovviamente) NON si sarebbe potuta certo verificare.
Andiamo ai fatti: purtroppo per qualcuno, drammaticamente documentati.

  Il dottor Alberto Saragosa era un dirigente veterinario dell'Asl 9 di Grosseto (lui era di stanza a Massa Marittima); per la precisione, Responsabile dell'Unità funzionale zonale per la sicurezza alimentare e la tutela sanitaria del patrimonio zootecnico. Il dottor Saragosa, ad un certo punto, decide di fare domanda di mobilità: vuole passare dal Grossetano al Senese. Perfetto. Del tutto casualmente, il cugino del Saragosa è Daniele Baldi, Direttore amministrativo, in quel momento, dell'Asl senesota.
Il trasferimento sarebbe stato regolare (Delibera 696, 28 ottobre 2010), ma il dottor Saragosa è talmente bravo, capace e preparato, che accade un qualcosa che pare NON AVERE PRECEDENTI, forse in Italia, di certo in Toscana. Non solo il Saragosa viene trasferito, ma viene, dopo soli 6 mesi, PROMOSSO, SENZA RICORRERE AD ALCUNA PROCEDURA CONCORSUALE. Diventando Direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'Asl 7!
 Carta purtroppo canta: Delibera numero 286 del 1 giugno del 2011, durante il "regno" della signora Rossi (dottoressa Laura Benedetto, appunto). L'incarico - si legge a pagina 2 della delibera - decorre dal 1 giugno 2011, per la durata di sei mesi; "con il parere favorevole del Direttore amministrativo", si legge. Ed il Direttore amministrativo è - come detto in precedenza - il cugino del dottor Saragosa.
Dopo i sei mesi, l'incarico al Saragosa viene rinnovato (dal Commissario dottor Morello, subentrato alla dimissionaria Benedetto).

  E veniamo, per concludere, all'oggi (anzi, al domani, per essere precisi...). La seconda proroga proSaragosa SCADE DOMANI, 31 maggio 2012: che cosa ha intenzione di fare l'Asl senesota? Continuità o discontinuità, nei confronti della nomina sopradescritta con dovizia di particolari? Il nuovo Direttore amministrativo, tra l'altro, è un capace avvocato: che si fa, avvocato Volpini?
Con un'aggiunta, gustosissima: ad oggi, a dirigere questo benedetto (?) Dipartimento di Prevenzione ci sono due responsabili nominati in modo un pochino "allegro", nel recente passato. Del dottor Saragosa, si è appena documentato l'iter; poi ci sarebbe anche la dottoressa Daniela Cardelli (per il settore tecnico), nominata dalla Benedetto un giorno prima che la Benedetto stessa se ne andasse da Siena.
Come se ne esce? Ognuno si deve (dovrebbe) assumere le sue responsabilità.
 L'importante, poi, è non fare i pesci in barile, quando viene fuori il tracollo come a Massa...   

martedì 29 maggio 2012

Mussari Giuseppe: un'intercettazione stimolante...


    Fine maggio scoppiettante, per il banchiere etico Mussari Giuseppe, in questa città che si arrovella per i suoi tanti problemi (ora ci mancava anche la Robur: giovedì l'eretico ne scriverà).
 Ieri Mussari è tornato finalmente a tifare per la sua squadra del cuore (la Mens sana) nell'agevole partita con i sassaresi allenati dal grande Meo Sacchetti; il Cittadino lo ha immortalato in un saluto a tutto ghigno con Muhammar Profumo, che l'aveva difeso - giusto 24 ore prima - dagli schermi di Raitre (intervistato da Lucia Annunziata). Non a caso - come questo blog aveva ampiamente previsto -, Profumo è venuto a Siena (fra le altre cose) per garantire la copertura sistematica del recente passato mussariano (Antonveneta e Tremonti Bond in primis). Tutto, proprio tutto, secondo il canovaccio prefissato.

  Ma la notizia (o, meglio, l'indiscrezione) del giorno è senz'altro un'altra, about Mussari: la Repubblica di oggi (pagina 10) lo dà come possibile Presidente dello Ior, dopo la non improvvisa defenestrazione di Ettore Gotti Tedeschi, pur intimissimo del Papa, nonchè suo collaboratore nella stesura dell'illeggibile enciclica "Caritas in veritate".
 Chi ha letto con attenzione la mia biografia su Mussari Giuseppe, di certo ricorderà che quando il probo (pare senza ironia) Ettore Gotti Tedeschi fu raggiunto da un avvisetto di garanzia in seguito al sequestro di 23 milioncini di euro ioristi, nel settembre del 2010, l'unico - insieme a Papa Ratzinger! - a platealizzare la sua solidarietà a Gotti Tedeschi fu proprio l'allora neonominato Presidente dell'Abi ( Mussari Giuseppe- Una biografia (non autorizzata), pagina 22).
 Mussari Presidente dello Ior sarebbe davvero il coronamento di un'azione sempre tesa - sin dai tempi della Presidenza della Fondazione Mps - a rincorrere, con genuflessioni di ogni sorta, il Vaticano. Partito da fan della kefiah, da una decina d'anni a questa parte Mussari predilige la tiara...
 Tenendo sempre ben presente, però, che allo Ior la strada sembra davvero molto, molto in salita, mentre all'Abi la riconferma - pur non più assolutamente scontata - sembra più fattibile, per una sorta di tendenza autopunitiva ed autoflagellatrice del gotha delle Banche italiote.

   A questo punto, pensando al gran lavorìo mussariano per guadagnare la conferma abista, all'eretico è venuta in mente una intercettazione stimolante assai (una di quelle per cui lo scrivente si trova sotto Processo: iniziato oggi, ma subito aggiornato. Si daranno notizie quanto prima...).
 Chiacchierata fra Massimo Varazzani (allora Amministratore Delegato Cassa Depositi e prestiti) e Anna Molinotti, Presidente del famoso fondo Galaxy (quello della Namblard e di Galaxopoly, per capirsi).
Il tutto avviene il 23 marzo del 2010, alle 15, 05. Dopo avere discusso di tutt'altro, iniziano a disquisire di Mussari (ancora non Presidente dell'Abi, ancora non avvisato di garanzia per Galaxopoly, ovviamente Presidente Banca Mps).

Molinotti: "Lo vedo malissimo...lo vedo con una luna così storta...".
Varazzani: "anche lui è messo malissimo...lo cacciano da lì e LO MANDANO ALL'ABI, capito (siamo a più di tre mesi dalla nomina, Ndr)? è tutta una roba, è tutta una sistemazione del potere bancario finanziario CHE TUTTO PASSA PER DEGLI ASSI...va bè, lasciamo perdere".

  Sì, appunto: forse - per il sempre invocato Bene comune, si capisce - è davvero meglio lasciare perdere...

lunedì 28 maggio 2012

Consiglio comunale senesota: il mistero della lettera segreta...

  
   Solo il fiuto da tartufo (per i documenti, non per i tartufi) del Consigliere di opposizione Marco Falorni ha permesso ai cittadini ed ai Consiglieri della città del Palio di conoscere l'esistenza di una lettera della Fondazione Mps che era stata TENUTA NASCOSTA al Consiglio Comunale. Tanto prima della votazione del Bilancio preventivo (17 gennaio 2012, votato anche dai reprobi monaciani), quanto prima della votazione numero uno ( e relativa trombatura) del Bilancio preventivo (27 aprile 2012). Si tratta di cosa grave, anzi gravissima: i Consiglieri NON avevano, NON hanno avuto una completa e corretta informazione dello stato delle cose.
 Franchino il Ceccuzzi - cui la lettera è indirizzata - ha alcunchè da dire, al proposito? Di certo no, dato che ormai conosciamo la sua proverbiale ritrosia alle domande non servili (l'eretico vorrebbe sottolinare di nuovo la figura barbina raccattata da Ceccuzzi di fronte al microfono di Vittorio Romano di Raidue, venerdì scorso). Allora proviamo con il più loquace Mauro Marzucchi, vicesindaco e Gran visìr del Bilancio comunale senesota: perchè questa lettera è stata tenuta nascosta anche ai Consiglieri, tanto di maggioranza quanto di opposizione?

  La lettera è datata 21 dicembre 2011; la Deputazione Amministratrice della Fondazione Mps la indirizza al Sindaco Franco Ceccuzzi. Si parla dei famosi dindini che l'ente presieduto da Gabriellone Mancini deve erogare al Comune (per i famosi Boc, e non solo). La volontà di sganciare c'è, da parte della Fondazione. Ma "subordinatamente all'AVVENUTA VERIFICA della loro compatibilità con gli accordi in corso di definizione con i nostri Creditori finanziari". Con il famoso pool di Banche con cui neanche al 21 maggio (data della seconda trombatura del Consuntivo) è stato definitivamente trovato l'accordo!
Procedamus. Questa lettera è stata nascosta ai Consiglieri: fatto di gravità inaudita. Ci sono precedenti simili in passato? Si spera davvero di no: ma se anche ci fossero, nulla - o ben poco -  toglierebbero alla gravità del fatto. Chiunque capisce che quelli passati erano tempi di vacche grasse, di Fondazione-Bancomat: quello attuale, certo che no. Non credo sia il caso di attaccarsi, eventualmente, al passato. Potrebbe rivelarsi un boomerang.
E ancora: i Consiglieri niente sapevano; i Revisori dei Conti del Comune? Loro, almeno loro, erano a conoscenza di questa lettera misteriosa? La domanda pare plausibile: non fosse altro che per il fatto che i suddetti Revisori questa lettera MAI la citano, nella loro relazione.
Attendiamo - come sempre fiduciosi - risposte da chi è stato chiamato in causa (Ceccuzzi, Marzucchi, Revisori dei conti). Non pare proprio il momento adatto - se mai ce n'è stato uno - per continuare a tacere costantemente di fronte alle domande più spinose...

Ps Ieri megaestrazione delle Contrade. Si ribadisce ciò che si era già accennato: questo blog pinta, deciso più che mai, a favore del Commissario ad acta; per le questioni paliesche, però, noi vogliamo ancora Franchino il Ceccuzzi. Il Commissario faccia un bel gesto di magnanimità.
Franchino il Ceccuzzi - il contradaiolo prestato al Bene comune -  Sindaco ad honorem per la gestione paliesca, 8 giorni all'anno. L'eretico chiede aiuto ai lettori per sostenerlo in questa dura (ma ci auguriamo vittoriosa) battaglia!!

domenica 27 maggio 2012

27 maggio 1942: un attentato che cambiò la Seconda Guerra Mondiale

   
    Sono trascorsi 70 anni giusto oggi da un attentato che cambiò, per certi aspetti, il corso della Seconda Guerra Mondiale. Non tanto per il risultato immediato in sè, quanto per il significato psicologico che ebbe nei confronti dei resistenti antinazisti in tutta l'Europa, i quali capirono che perfino attentare alla vita di un altissimo gerarca nazista si poteva.
Praga, 27 maggio 1942: il Protettore di Boemia e Moravia - fattosi monarca assoluto delle zone a lui "regalate" da Hitler -, Reinhard Heydrich, è nella sua macchina. Con lui, solo l'autista, senza scorta (nonostante il Fuhrer stesso gliela avesse consigliata, pare). Improvvisamente, un commando di partigiani (cechi e slovacchi) attacca l'auto. Viene lanciata una granata contro il numero due delle SS; il quale, pur colpito, ha la forza di uscire dall'abitacolo e di sparare ai suoi attentatori, prima di perdere i sensi. Il "boia di Praga" morirà alle 4,30 del 4 giugno, all'ospedale praghese che l'aveva accolto.
I partigiani antinazisti (Adolf Opalka, Josef Valcik, Jan Kubis, Josef Gabcik), riparatisi nella Chiesa di Cirillo e Metodio nella città di Kafka, pur di non consegnarsi alle SS che avevano assediato l'edificio, preferirono uccidersi, in una sorta di finale di partita wagneriano, anticipatorio di quello hitleriano di tre anni dopo.
Himmler - di comune accordo con il Fuhrer -  lanciò una repressione di una violenza inaudita: in particolare, fu raso al suolo - con ferocia ed efficienza tipicamente nazista - il villaggio di Lidice, alcuni giorni dopo. Tutti i maschi superiori ai 16 anni furono passati per le armi, senza eccezioni.

   Quello che va detto, è che questo attentato arriva in una fase di potere nazista ascendente, anzi nel momento (primavera-estate del 1942) di massima espansione europea del Terzo Reich! E quello ad Hedrich, è un attentato che colpisce un pezzo grossissimo del nazismo: colui, fra le altre cose, che aveva presenziato (nel gennaio dello stesso anno) alla purtroppo celebre riunione del Wannsee (presso Berlino), in cui si organizzò e si pianificò fin nei minimi dettagli la Shoah. Coerentemente, Himmler in suo "onore" accelerò la costruzione dei primi tre campi di sterminio nazisti: Treblinka, Sobibor e Belzec (Auschwitz inizialmente era un campo di lavoro, solo in seguito divenne ciò che conosciamo).
 Reinhard Heydrich è la personificazione del Male fatto uomo, nella sua straordinaria complessità umana.
 Unico fra i massimi gerarchi nazisti ad avere davvero il physique du role del nazista archetipico (alto, biondissimo, occhi glaciali, ottimo atleta, soprattutto abile come schermidore e pugile), era al contempo sotteraneamente accusato, da altri gerarchi, di vantare origini ebraiche: cosa che lui, ovviamente, negò sempre, in modo perentorio. Un uomo che aveva l'aspetto del nazista per eccellenza fra i nazisti, ma inseguito da quest'ombra, che verosimilmente lo teneva sotto ricatto.

 Ma soprattutto, la breve vita del numero due delle SS (morto a 38 anni), dimostra inequivocabilmente una cosa: la Cultura NON affranca, NON emancipa, NON libera insomma dalla crudeltà più feroce. Heydrich - ebreo o meno che fosse - nacque in una famiglia di alto livello culturale: musicista e compositore il padre, cantante d'opera la madre. Lui stesso era un valido suonatore di violino, pare davvero alquanto dotato.
 Divenuto burocrate efferato, dalle spartiture musicali passò ad altri tipi di spartiture.
 Dietro la vicenda di Heydrich, c'è tutta la storia della Germania: uno dei luoghi a più alta concentrazione di Cultura in Europa e nel mondo, pronta, nel 1933, a consegnarsi nelle mani di Adolf Hitler...

sabato 26 maggio 2012

Raidue sul Sistema Siena: una trasmissione istruttiva...


    L'eretico, a malincuore, non aveva potuto avvertire le sue truppe, perchè il giornalista della trasmissione di Raidue "Ultima parola" (venerdì, ore 23,40) gli aveva espressamente chiesto di non farlo: anche perchè, essendo un programma in diretta, il problema della scaletta è sempre presente.
"Se salta il servizio su Siena, credimi: non è censura, è solo un problema di scaletta!".
Non essendoci stato un nuovo terremoto (meno male!), nè un nuovo attentato (meno male!), il servizio su Siena è andato in onda: purtroppo, a notte fonda. Per l'esattezza, alle una precise! Meglio tardi, che mai.  Il pezzo sul Sistema Siena è già disponibile sul sito della trasmissione di Raidue condotta, in studio, da Gianluigi Paragone.
Il servizio di Vittorio Romano (5 minuti, quindi come durata paragonabile a quello di Sortino per Piazzapulita) è davvero stimolante: non tanto per la presenza ereticale (visto che ci si è limitati a dire e spiegare quello che in loco tutti sanno, anche se duole ammetterlo...), quanto perchè si è vista - proprio come a Piazzapulita e Report - la refrattarietà di Franchino il Ceccuzzi rispetto al giornalismo nazionale. Alla domanda (sacrosanta) di Romano, che gli chiedeva un giudizio sull'operato di Mussari Giuseppe come Presidente di Banca Mps, Franchino ha fatto un'altra, ennesima figura mediaticamente devastante. Gli veniva chiesta una cosa del passato prossimo, e lui rispondeva sul futuro. Di fatto, NON rispondeva. Solo la tarda ora, l'ha (momentaneamente) salvato dall'ennesima nemesi televisiva. Perchè il punto è sempre quello: basta una domandina piazzata bene (figuriamoci come sarebbero tre o quattro), e la discontinuità ceccuzziana si dimostra la farsa, l'offesa all'altrui intelligenza che è.
Il servizio, poi, si conclude con un'altra non risposta: quella di Mussari Giuseppe, lui direttamente in fuga dal microfono del giornalista di Raidue. Ogni commento sarebbe superfluo, e quindi ci asteniamo dal farlo. Almeno Lui non predica discontinuità...
A questo giro, nessun Colonnino a cui vittimisticamente aggrapparsi, cari castisti, cercando di deviare la questione centrale; nessun "frullato diffamatorio", direi: solo l'amarissima realtà della depredazione, del saccheggio della città. Dove sono finiti i miliardi di Antonveneta, insomma?

Ps La città è cosparsa di manifesti ceccuzziani, inneggianti al crucifige contro i reprobi monaciani:
"Chi ama Siena non si rivende e non volta le spalle alla città".
Sacrosanto: chi ama davvero la città, si limita, appunto, a rovinarla...

venerdì 25 maggio 2012

I 150 anni del Liceo Classico: un bel libro ed una festa per celebrarli...



      Domani pomeriggio, alle 17,30, si aprirà la kermesse per i 150 anni di vita del Liceo Classico di Siena; dopo l'aspetto storico-culturale (presentazione del libro di cui si sta per parlare), i presenti si abbandoneranno ad un prevedibile gaudeamus igitur (senza necessariamente essere in giovine età, anzi...), con tanto di musica et alia. Come tre anni or sono. Il tutto organizzato dal Comitato Il liceone - guidato dal determinato e puntiglioso Alessandro Bellini -, che ha organizzato l'evento (gli eventi).
L'eretico, da ex liceale, sarà presente, come era stato un insider tre anni or sono. Ognuno rivedrà tante facce che hanno forgiato la quotidianità scolastica del suo passato, prossimo o remoto che esso sia. Alcune sarà piacevole rivederle, di altre personalmente si farebbe parecchio, parecchio volentieri a meno. Lasciamo perdere, che è meglio.

 A margine della manifestazione, è uscito un pregevole libro, che verrà dato ai partecipanti:
 "Il liceo classico di Siena - Dal Granducato allo Stato liberale", a cura di Giacomo Zanibelli, con testi di Vincenzo Coli, Patrizia Turrini e dello scova-documenti panterino Alessandro Leoncini (Nuova Immagine editore, pagg. 112, 12 euro per chi lo volesse acquistare senza essere presente alla kermesse).
Un libro di storia sulle complesse vicende di una scuola, dalla Legge Casati (fatta propria dalla Toscana nel 1859), fino alla parte semiterminale dell'Ottocento. La lotta per eliminare la presenza dei pur dotti scolopi e per laicizzare l'istruzione, questo è il filo rosso che mette insieme tutti gli eventi descritti dagli autori.
 Leggendo in modo del tutto rapsodico (avendo ricevuto il libro solo da un giorno), fra gli altri un episodio mi ha colpito, in quanto davvero esemplare della suddetta querelle: quello della defenestrazione (leggasi trasferimento) del primo Preside dell'istituto, il patriota laicissimo Giuseppe Vollo. I clericali e gli scolopi volevano disfarsene, il Prefetto e la fazione laical-risorgimentale invece lo difendevano a spada tratta. Classe 1820, veneziano, reduce dai moti veneziani del 1848, biografo di Daniele Manin "ultimo doge di Venezia, uno dei primi cittadini d'Italia", i clericali presero a pretesto un evento curioso, per scacciarlo da Siena e dalla presidenza del Regio liceo.
 Racconta infatti Patrizia Turrini che il Vollo sarebbe andato a controllare personalmente, con l'ausilio di un medico e di tale professor Pantanelli, in casa del professor Ninci (che era anche sacerdote) "per assicurarsi che fosse reale l'indisposizione", per la quale il Ninci marcava visita al lavoro da un po' di tempo.
 Un Vollo - veneziano come lui - precursore del Ministro Brunetta e delle sue visite fiscali? Questi veneziani devono essere proprio malfidati...pare infatti che il sacerdote stesse davvero male, tra l'altro. Gli scolopi ed i clericali tutti se la presero di brutto, e dopo tre mesi il patriota Vollo fu allontanato, destinazione Salerno.

  La parte più godibile del libro è però senz'altro l'introduzione, vergata dall'ex liceale Vincenzo Coli, senz'altro la penna più brillante e salace della città (dopo quella ereticale, si capisce...).
Meriterebbe davvero citazioni su citazioni, Vincenzino: il quale, in tre sole pagine, condensa lo spirito della scuola da cui uscì ormai svariati anni or sono. Solo un microappunto: per Coli, l'orgoglio dell'appartenenza al Liceone NON è da ascrivere assolutamente a "sfoggio di snobismo piccolo borghese, tendenza a produrre circoli chiusi, a vagheggiare caste fuori dal tempo". Per Vincenzino, queste accuse sono sbagliate, fuorvianti, eccessive. L'eretico ritiene che invece, purtroppo, qualcosina di vero (almeno qualcosina), nelle suddette accuse, ci possa essere: anzi, ci sia proprio. Inutile, pernicioso negarlo. Un pochino di sano snobismo da Liceone ce lo portiamo dietro tutti: perchè, appunto, disconoscerlo?
Dopodichè, se nessuno (a parte Mussari Giuseppe, ma a Catanzaro) dei castisti della Siena di oggi ha frequentato da giovane il Piccolomini, forse una ragione ci sarà, no? E qui il dibattito ci potrebbe portare pericolosamente lontano...

Eccellente, invece, questo passaggio dell'introduzione di Vincenzino:
 "Tra queste mura, che sull'innocenza di ginnasiali proiettarono ombre ostili ma con gli anni acquisirono una complice familiarità, nessuno, o quasi, si è sottratto al rigore dell'apprendimento". Memorabile, infine, la descrizione - a tratti pervasa da sulfureo contenimento paragesuitico... - dei primi innamoramenti:
 "Classi assemblate per via burocratica...per reazione chimica espellevano i nessi di casualità che le avevano generate e si compattavano, facevano gruppo, squadra, materia viva e palpitante, crogiuolo ardente di sentimenti, di amicizie, di turbamenti sessuali. Macchine desideranti difficili da tenere a basso regime, sinfonie di ormoni restìe alle mezze tonalità. Entrati bambini al Piccolomini, ne uscimmo giovani, uomini e donne". Chapeau, Vincenzino.

Ps Quando scrivevo della classe dirigente della città, del tutto aliena dal Piccolomini, avevo omesso il nome di uno, almeno uno, che invece dal Piccolomini ha preso davvero il volo per una carriera luminosa, a livello cittadino (e che ora promette di esserlo sempre più): il principe del foro senese, l'avvocato Fabio Pisillo. "Uno dei più importanti avvocati toscani", lo definì qualche mese fa un noto editorialista senese. Richapeau, dunque.

giovedì 24 maggio 2012

Sanità: a proposito di Bilanci (e di Franchino, di Albertone, di Enrico Rossi)...

 

     Il titolo di questo articolo sarebbe dovuto essere: "Tra i due litiganti (Franchino ed Alberto Monaci), il terzo NON gode". Intendendo per terzo il Gran moralizzatore Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana. Poi l'eretico ha deciso di sterzare sul Bilancio dell'Asl 7 (a breve si capirà perchè), visti i clamorosi sviluppi dell'inchiesta sulla Sanità massese (tre arresti ieri, e non è finita...).

  Consentitemi prima, però, di scrivere qualche bagatella sui tre sopracitati, perchè il momento lo merita davvero. Nel discorso letto in Consiglio comunale del 21, Franchino il Ceccuzzi si è improvvisamente accorto che la Sanità senese è "sotto scatto di poteri forti" (intendeva la famiglia Monaci, fino a prova del contrario): si fa gentilmente notare che questo blog da un anno pieno ne parla, ne scrive, lo documenta, conia neologismi ad hoc ("carriere al neutrino", fra gli altri). Franchino, però, non aveva mai proferito verbo. Chissà perchè. Dicasi mai (così come sulla Fondazione Mps, sulla Banca et alia: si è accorto di tutto negli ultimi due, tre mesi...). Non ci stancheremo mai di ripetere, che credergli vuol dire dimostrare un'ingenuità sesquipedale, nonchè accettare di farsi prendere per il sederino. Nel frattempo, è autorevolissamente intervenuto a suo favore (toh) il sempiterno Massimo D'Alema: il cui appoggio, ormai, fa automaticamente perdere consensi in tutta Italia (vedremo a Siena).
Meravigliosa l'intervista di ieri a Repubblica di Alberto Monaci: un capolavoro di raffinatissima (senza scherzi) intelligenza veterodemocristica, superiore di tre spanne a quella di tutti gli altri competitors in campo. Scritto da chi dipinge la moglie di Alberto Monaci, Anna Gioia, come "la fisioterapista più potente d'Italia": altra espressione che vedo ora usare da molti, mentre prima l'eretico la usava in splendida solitudine...
Da raffinata volpe della politica, le parole monaciane vanno lette in luce, ed in controluce. In luce, fa il pesce in barile, fingendo di non avere alcun ruolo nell'ammutinamento dei suoi (sic); in controluce, manda un messaggio chiarissimo a chi di dovere (più Rossi che Ceccuzzi, in questo caso): se voi mi sbattete fuori dal Pd (è Presidente del Consiglio regionale, grazie all'accordo con Rossi del 2008), fate pure. Ma allora vale l'argomento che il marito è sempre dietro alle scelte ed alle azioni della moglie, o che comunque NON può NON sapere cosa fa la moglie. E se domani emergesse qualcosina sul conto dell'operato della dottoressa Laura Benedetto in Rossi, fino al luglio scorso Direttore Generale dell'Asl 7? Allora si butta fuori dal Pd anche il Presidente della Regione Rossi (unito in matrimonio con la Benedetto grazie a Franchino officiante,. tra l'altro...).
Alberto Monaci (Repubblica di ieri, intervista di Simona Poli):
 "E qualcuno pensa che io comandi su di lei (sulla fisioterapista e Consigliere comunale Anna Gioia, votante contro Ceccuzzi, Ndr)? Mia moglie si comanda parecchio da sola. Le persone hanno anche la loro personalità, mica perchè sono familiari...".
Parole, frasi, concetti che un giorno - chissà mai - lo stesso Enrico Rossi potrebbe essere costretto a spendere, per giustificare l'operato della moglie, in altro contesto...
E veniamo al conquibus.
Più e più volte, dalle colonne di questo blog, si è battuto su certe anomalie della gestione della dottoressa Benedetto. Adesso, alle tante pregresse, se ne aggiunge un'altra: che, a titolo prudenziale, poniamo come semplice domanda. In attesa ovviamente di una risposta, che saremmo lietissimi di pubblicare con il più alto risalto.
Il dottor Roberto Todeschini è il referente regionale della autorevole società di certificazione dei Bilanci Kpmg.
Questo blog chiede al dottor Todeschini se lui abbia apposto la sua autorevole firma in calce alla certificazione del Bilancio 2010 della Asl 7, attestando ipso facto il rispetto del codice societario di comportamento della società stessa, laddove esso sostiene che "va salvaguardata l'indipendenza e l'obiettività, evitando conflitti di interesse o intimidazioni". Questa benedetta firma del dottor Todeschini, c'è o no?
Ricordando, poi, che la ditta incaricata di certificare lo scottante Bilancio 2011 NON è più la Kpmg, bensì la Bdo Italia. Così, giusto per aggiungere un elemento di conoscenza per i lettori.

 Ladies and gentlemen, occhio a questi Bilanci: la gente (e si parla di ex Direttori Generali o amministrativi) inizia a finire in galera, in quelle celle piccole, strette, insieme a quegli extracomunitari...

Ps In settimana prossima, tanto per battere il ferro fin tanto che è caldo, ridagli con le "carriere al neutrino"!

mercoledì 23 maggio 2012

Giovanni Falcone, vent'anni dopo

     Nello stesso giorno in cui, nel 1498, Girolamo Savonarola fu bruciato, il Giudice Giovanni Falcone, nel 1992, veniva fatto saltare in aria con 500 kg. di tritolo. Erano le 17,56, per la precisione: morirono lui, la moglie Francesca Morvillo (anche lei magistrato), gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani. Dopo 5 sentenze, sappiamo tutto dei sicari e del mandante di Cosa nostra, il boss Totò Riina, capo dell'ala stragista dei "viddani" corleonesi, la mafia vincente che si oppose a suon di piombo a quella, poi definita perdente, dei Calderone, Bontade, Inzerillo e di don Masino Buscetta. Sui pezzi dello Stato, ancora nessuna certezza, ed ipotesi che definire inquietanti è dire davvero poco.
 E l'attentato precedente a Falcone (fallito) all'Addaura, con la telefonata istituzionale, quasi in tempo reale, di Giulio Andreotti? E l'agenda rossa di Paolo Borsellino, sparita nel nulla dopo la sua morte? Ed il covo di Totò Riina, in cui i carabinieri entrarono solo DOPO che era stato accuratamente ripulito dai mafiosi, financo ridipinto? Smettiamola qua, per autentica carità di Patria...
L'attentato era nell'aria: lo si respirava, lo si sentiva. Non solo perchè si era in un momento di passaggio di poteri (Tangentopoli era appena iniziata, a febbraio, e non solo), ma anche perchè c'erano segnali precisi, inequivocabili, in loco: fra tutti, direi l'omicidio di Salvo Lima in marzo. Il luogotenente andreottiano, il massimo referente politico della Dc andreottiana sull'isola, venne freddato per strada, platealmente: affinchè tutti vedessero, affinchè tutti coloro che si erano sempre rapportati alla mafia con un certo appeasement, capissero. E tremassero.
Dopo un ex "amico" come Salvo Lima (sconfessato post mortem in modo umanamente inqualificabile da Giulio Andreotti, con un comportamento che forse solo Giuliano Amato con Craxi latitante ha saputo eguagliare), era il momento di colpire un nemico autentico, colui che aveva fatto istituire il primo Maxiprocesso della Storia, e che era stato la colonna portante del pool antimafia palermitano. Un siciliano atipico, si disse: non facendo certo un complimento ai siciliani. I quali invece scesero in piazza, come mai non era successo prima, nè per Dalla Chiesa, nè per altri magistrati come Rocco Chinnici, nè per altri uomini dello Stato: gente, quella scesa in piazza, che magari aveva pagato il pizzo fino al giorno prima (e che, forse, avrà continuato a pagarlo), per le strade a manifestare il suo orrore ed il proprio sdegno. Insieme a tanta gente che al pizzo si era sempre opposta. La complessità siciliana - Leonardo Sciascia, meglio di tutti, ce l'ha insegnato - è intrisa anche di questi comportamenti polimorfici.

  Prendendo spunto dell'abusato ma efficace aforisma brechtiano, l'Italia non solo HA ASSOLUTO BISOGNO DI EROI come Giovanni Falcone, ma purtroppo, per una parte cospicua del paese, neanche il loro esempio serve ad affrancare dalla corruzione e dal malaffare, mafioso in senso corleonese del termine o meno. L'attualità di questi mesi ce lo insegna, cotidie.
 Non sono certo morti invano, Falcone e quelli come lui; ma non sono riusciti NEANCHE LORO a cambiare la forma mentis di una parte copiosa di italiani.
 Neanche il loro sangue, la loro apocalisse è stata sufficiente a fare voltare davvero pagina all'Italia. Anche perchè non si può mai voltare davvero pagina, se prima quella pagina non la si è sfogliata, tutta: senza depistaggi, omissioni, ambiguità di sorta.

Ps Come negli States per quel giorno del novembre 1963 in cui fu ucciso John F. Kennedy, molti italiani si ricordano esattamente dove erano, con chi erano, cosa facevano in quel pomeriggio di maggio, infestato dal tritolo mafioso (e non solo) del cosiddetto "attentatuni".
 Chi non se lo ricorda, provi a pensarci: il sacrificio di Giovanni Falcone lo merita...

martedì 22 maggio 2012

Censura colligiana: Brogioni resta a casa, Acampa suona il pianoforte...


     Ad un certo punto, ieri, nello psicodramma che si consumava nel Consiglio comunale senesota, ha fatto la sua improvvisa, mirabile apparizione anche l'enologo Paolo Brogioni, Sindaco di Colle di Val d'Elsa dal 2004. Come gli altri Sindaci ed amministratori vari della Provincia, è venuto a fare sentire la sua concreta e fattiva vicinanza al povero Franchino il Ceccuzzi. Dimostrando quello che è arrivato ad essere il Pd locale (locale?): o partito di brave persone con altissimo tasso di ingenuità (quasi da ricovero, direi), ovvero partito da gettone-presenza. Nel contratto con il Pd senesota, evidentemente, ci deve essere scritto anche "obbligo di presenza quando si rischia di andare sotto, soprattutto nel capoluogo".

   Ma torniamo al buon Brogioni. Venerdì scorso si è tenuta la presentazione del libro ereticale su Mussari Giuseppe a Colle. Grazie al suddetto enologo, nessuno spazio istituzionale (comunale) è stato concesso, e gli amici dell'associazione Il telaio hanno fatto ricorso al locale Il bastione di Sapìa. A scorno dei castisti colligiani, le brutte previsioni si sono tramutate in un bel sole da fine pomeriggio di una "radiosa giornata di maggio". A presentare il tutto, con la sua barba di stampo sudamericano, Livio Cimarosti, animatore dell'Associazione, che organizza - fra le altre cose - corsi di lingua italiana per stranieri completamente gratuiti, nella sua stanza ( ovviamente il Brogioni ha visto bene di aumentare l'affitto e di tagliare i fondi all'associazione: ben gli sta!).
Dopo l'introduzione di Alessandro Vigni (fratello della benemerita Laura, fiera oppositrice ceccuzziana), ci sono stati stimolanti interventi del numeroso pubblico presente (fra i tanti, anche il grillino senese Michele Pinassi, oltre a qualche esponente sellato colligiano).
C'è stata la preoccupazione, forte, del dipendente montepaschino tanto angosciato, quanto orgoglioso del suo ruolo (la Banca era stata anch'essa invitata, ma ha visto bene di marcare assenza); si è palesato il collaboratore del blog Marco Fattorini, per la prima volta dal vivo, con il suo orgoglio di senese documentato e inca...volato (cose che spesso purtroppo non vanno di pari passo); c'è stato poi l'intervento del professor Mario Papini, che ha colto molto bene il "senesismo" imposto dalla locale Casta in questi ultimi anni al dibattito pubblico, con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti quanti. L'incontro stava a quel punto scivolando via senza particolari scossoni, quando l'eretico, alle spalle, è stato raggiunto dalla signora Silvana Alfano, che si è impossessata del microfono: la quale signora, con grande pathos, ha detto varie cose assolutamente condivisibili, urlando la sua rabbia di cittadina che si vede costantemente scavalcata da un Potere che finge di aprirsi, mentre in realtà le decisioni pesanti le prende nelle segrete (ma neanche troppo...) stanze. Una vis polemica che avrà fatto fischiare le orecchie a qualcuno, a Colle. Assolutamente condivisa dai presenti, invece.
In definitiva, l'enologo colligiano ha perso un'ottima occasione per fare bella figura, e con poco. Se avesse dato un localino, sarebbe passato benone - almeno per questo - di fronte alla platea colligiana. Che pensava mai che si sarebbe detto? Che si sarebbero progettati attentati dinamitardi contro il tanto cemento che sta abbellendo sempre di più Colle (sic)? Era stato avvertito dal Bisi della pericolosità sociale dell'eretico? Aveva ricevuto una telefonata dalla mammina angosciata, di cui ancora non si riesce a conoscere il nome? Tanta paura, per poco.
 E senza capire una cosa fondamentale: che non è più tempo di censure grossolane, non siamo più a tre, quattro anni fa. La censura dà sempre noia, ma quando un Sistema si sta sgretolando, rischia di diventare anche un formidabile boomerang. Ma questo, il buon Brogioni, forse, non lo sa...

Ps Pare che durante la presentazione della biografia del suo avvocato preferito, monsignor Acampa, Vescovo di fatto di Colle, stesse suonando il pianoforte nella sua reggia davanti alla Cattedrale colligiana. Chissà quale sarà il suo autore preferito.
 Che cuore sensibile si cela, dietro l'aria di manager efficiente...   

lunedì 21 maggio 2012

L'ultimo Consiglio di Franchino...



      "La corazzata Potemkin" - il pallosissimo film idolatrato dalla sinistra anni settanta e sbeffeggiato da Fantozzi -, al confronto, era un film d'azione, di quelli che non danno tregua.
 Il Consiglio comunale, dopo una seduta estenuante ed interminabile, ha finalmente visto la sua conclusione, con il fatidico voto sul Bilancio consuntivo (e due): 17 voti contro ( con tutti gli 8 transfughi), 15 a favore. Gabriele Corradi si è astenuto (e avrebbe fatto parecchio meglio a votare contro, come ha fatto invece Enzo De Risi).
Essendo l'ultimo giorno di scuola (e per parecchi - se Dio vuole - l'ultimo giorno di Consiglio per sempre), praticamente tutti hanno voluto parlare: tutti volevano fare sentire la loro vocina, prima di andare a casa. Ora, voi dovete capire che ascoltare due volte in uno stesso pomeriggio il sellato Pasquale D'Onofrio - il più legnoso in assoluto fra gli oratori, il che è tutto dire -  è una tortura che si può augurare solo ai peggiori fra i nemici: prolisso, verboso, incapace di catturare l'attenzione dell'uditorio... Il piddino Mario Ronchi (alias Tegolino), rispetto a lui, sembra un redivivo Cicerone: più ritmo, più concretezza, più movimento.

  La grande novità di oggi (sia mattina che pomeriggio-sera) è stata la partecipazione: gente comune, e tanti piddini. Fatti affluire copiosamente da tutte le satrapìe del regno: dal Sindaco di Colle Brogioni (fresco di censura nei confronti dello scrivente: complimentoni di nuovo!), al ciclista di Castelnuovo Berardenga Luca Bonechi, fino addirittura all'evergreen Simonetti di Abbadia San Salvatore, uomo forte del Pd sull'Amiata.  Più tutta la CeccuzziJugend guidata dall'onnipresente Filippo Castellani, più ancora i miracolati da Cda, quasi a smentire - con la loro stessa presenza - i tanto sbandierati propositi ceccuzziani di rinnovamento e di meritocrazia. Momenti di tensione ci sono stati: per esempio in mattinata, dopo la fine del durissimo discorso ceccuzziano sul "tradimento" monaciano (lavoro per gli avvocati? L'eretico è stato querelato per moltissimo di meno...). Il Presidente del Consiglio comunale, il monaciano Alessandro Piccini, incautamente, ha parlato di "sceneggiata organizzata", a proposito del rumoreggiare della variegata folla sopra descritta. Il dissenso (anche se quello, in effetti, era parecchio border line) va rispettato. Diciamo che fra quelli che urlavano il "crucifige" verso i monaciani e che li insultavano con veemenza, c'erano quelli che avevano sincera amarezza in corpo, e quelli che avevano altrettanto sincera paura di perdere qualche bel gettone in qualche partecipata. Diciamola tutta.

 Ha detto bene il giovane Consigliere pidiellino Corsi, verso la fine dell'estenuante serata: da ora in avanti, ogni mezza inefficienza del Comune, sarà colpa del Commissario e dei 2,6 milioni di euro non riscossi, secondo il vittimismo ceccuzziano. Procuriamo di non cadere in questo penoso tranello: pregasi rileggere gli articoli ereticali della settimana scorsa, nel caso. I servizi sociali sono già stati duramente tagliati, come ha ricordato Laura Vigni.

 Siena dunque volta pagina: prima con il Commissario ad acta (basta non venga la Pantalone, eh!), poi con chi si vedrà.
 Entrambi, di certo, non potranno - neanche impegnandosi allo spasimo - fare peggio di Franchino il Ceccuzzi: colui che aveva smesso di studiare all'Università (Giurisprudenza e Scienze politiche!) per fare il politico di professione. Senza riuscire a diventare un granchè nemmeno in quello...

Franchino il Ceccuzzi si dimette: ce ne faremo una ragione...

     All'eretico, piace ricordarlo così: Cena della Prova generale della Torre, anno Domini 2008 (luglio), tutto fazzolettato. David Allegranti del Corriere della sera fiorentino gli si avvicina e, sommessamente, gli chiede se aveva un commento da fare sul libro La Casta di Siena, uscito 7 mesi prima e letto da alcune migliaia di persone. Il torraiolo Franchino, sdegnato per cotanta domandona, lo fulminò con lo sguardo, dicendogli che lui NON l'aveva letto! Bastava rispondere con una smozzicata frasina in politichese, in stile forlanian-mastelliano, per sgonfiare il tutto: invece neanche quella... In quella frase pronunciata al cospetto del giovane giornalista fiorentino - prodromica di tante penose figure di fronte ai media nazionali, da Piazza Pulita a Report, per citare solo quelle più note - c'è tutta l'arroganza che ha portato Ceccuzzi a finire rovinosamente la sua carriera di Sindaco e - si vorrebbe sperare, se il Pd vuole recuperare consensi e credibilità - la sua carriera politica tout court (dopo due mandati parlamentari su cui, da queste colonne, si sono sollevati tanti dubbi, che lui NON ha mai voluto dissipare: si ricordano le recenti dieci domande, rimaste senza alcuna risposta?).  La sua arroganza l'ha riversata su tutti coloro che ha avuto vicini, se non totalmente proni al suo volere. Ha gestito in modo pessimo financo la sua uscita di scena: doveva dimettersi già il 27 aprile scorso, punto e basta. Oggi, invece, doveva avere il coraggio di affrontare, da Sindaco in carica, il voto sfavorevole al Bilancio consuntivo, e subito dopo dimettersi: le dimissioni nottetempo sono dimissioni da pavido.
 I monaciani sono "assetati di potere", come scrive Ceccuzzi, o chi per lui? Certo, ed in questo blog si è scritto molto, su alcuni di loro (sul Bazzini, no: ma che si può scrivere, del mite monaciano?). L'ottimo Luca Guideri, un anno fa, apriva la lista della galleria degli Impresentabili del Pd (a parere ereticale, ovviamente): però la sua - del Guideri -  messe di voti Franchino se la godeva, no? Allora i monaciani non erano "assetati di potere" da espellere?
 Gli altri, per Franchino, hanno solo sete di potere; lui ed i suoi, invece, hanno fame di Bene comune. E Ruby rubacuori è la nipote di Mubarak...

    A questo punto, si pone il problema di cosa far fare a Franchino, quaranticinquenne nel pieno delle forze e del vigore, tanto fisico quanto intellettuale. Sarà interessante anche vedere cosa farà, fra gli altri, il sellato Cannamela, Assessore a 7 -8 cose, massimo esponente della Ceccuzzijugend forgiata giusto un anno fa. Un'altra incognita senesota, e non delle minori.
E Siena Capitale della Cultura 2019, per cui tanto si era speso? Il Commissario lascerà tutti gli straordinari progetti nel cassetto, si paventa da più parti.  Ed il prossimo scudettone della Montepaschi Mens sana, come si fa a festeggiarlo degnamente senza Franchino, all'uopo sciarpato di bianco-verde, che applaude, tutto giulivo, dopo avere capito che la partita decisiva è finita?
 Ma soprattutto: sarà possibile organizzare un Palio decente, senza la autorevole ed espertissima mano di Franchino? Il Consigliere ed ocaiolo Marco Falorni da tempo ci rassicura, portandoci gli esempi storici dei precedenti Palii gestiti dall'autorità commissariale. Ma come si fa a dormire sonni tranquilli, senza Franchino? E se il Commissario arriva e scambia il Leocorno con il Montoncino? E se chiama il Nicchione la "conchiglia" o la Selvina il "rinoceronte"?
Proposta ereticale, dunque: benissimo che venga il Commissario ad acta, per le cazzatine tipo il Monte, l'Università, il decoro urbano, la fiscalità et alia.
  Negli otto giorni palieschi, però, per piacere, ridateci Franchino: il contradaiolo rionale prestato alla politica ed al Bene comune...

Ps A rigor di promessa su blog, c'è qualcuno dei lettori (non ne faremo il nome per questioni di privacy) che a questo giro, caduto Franchino, dovrebbe tatuarsi qualcosa in fronte, o ricordo male?

domenica 20 maggio 2012

Franchino il Ceccuzzi: "Io sindaco? è ridicolo"...

    Domani - salvo alluvioni o terremoti -, l'anno ceccuzziano volgerà al termine.
 Nonostante il suo consueto e frenetico attivismo da prima Repubblica, nonostante gli incontri carbonari e non, nonostante i notabili del Pd riuniti stamattina al Ruffolo (antipasto di domani?), Franchino il Ceccuzzi NON ce l'ha fatta, a quanto è dato sapere.
 Come già scritto (mai abbastanza, però), è rimasto intrappolato nei suoi stessi giochini da mastelliano doc: senza sapere che in Consiglio ci sono quelli che erano scudocrociati quando lui ancora osava fare il saluto a pugno chiuso. Ha assaporato il potere, in Parlamento, accanto al democristianissimo e mastelliano salernitano Paolo Del Mese, rischia seriamente di finire di gustarselo, il suddetto potere, a cagione dei post-democristiani di stretta ordinanza monaciana. Sarebbe una nemesi che lui si meriterebbe in tutto e per tutto, dall'inizio alla fine.
 Vedremo ovviamente domani (verosimilmente nel pomeriggio), cosa andrà a succedere. Anche qui giova ripetere che se, per un qualsiasi clamoroso motivo, Franchino la sfangasse domani, dovrebbe avere comunque la dignità politica di alzare le braccia ed arrendersi. Lo doveva già fare il 27 aprile, peraltro. Vuol dire che, a fare discontinuità (magari un pochino più seria...), sarà qualcun altro. Magari non appartenente al Partito che ha portato allo sfacelo i gioielli di questa città: perchè altrimenti bisognerebbe certificare che gli elettori senesi non di un Commissario ad acta hanno bisogno, ma di un laureato in neuropsichiatria. A meno che il Pd non faccia davvero pulizia al proprio interno: il che pare francamente del tutto improbabile.

Ma torniamo all'oggi, anzi allo ieri. Anzi a ieri l'altro.
E questo serva a chi - come Gabriele Corradi - sostiene che ci si può fidare del fatto che Ceccuzzi, una volta battuto sul Bilancio consuntivo, gestisca lui l'ordinaria amministrazione, per poi dimettersi dopo 6 mesi, pur di evitare la fase commissariale.
 Non c'è assolutamente da fidarsi delle promesse ceccuzziane: la storia recente di questa città lo dimostra.
 Disse che si sarebbe dimesso da Segretario comunale nel 2009, se il Pd avesse candidato alle Provinciali qualcun altro oltre al fido Bezzini (meglio noto come "quello della Provincia"). I candidati, alle inevitabili Primarie, non furono due, bensì addirittura tre: e Ceccuzzi NON si dimise affatto, prendendo letteralmente per i fondelli tutti coloro che gli avevano creduto. Storia già raccontata tante volte dall'eretico (anche qui, mai abbastanza...).
Quella che l'eretico racconta stasera, invece, è una chicchina nuova, che qualcuno ha voluto fornire allo scrivente per corroborare la fama ceccuzziana di scarsa rispondenza con quanto proclamato apertis verbis.
Venerdì 12 dicembre 2003: il politburo diessino si riunisce al Garden (al Garden...) per la sedicente convenzione provinciale dei Ds. Il politburo conferma Fabio Ceccherini alla Presidenza della Provincia (elezioni nella primavera del 2004), e l'allora Segretario provinciale Franchino il Ceccuzzi - a rileggere i resoconti di stampa - fa i complimenti al Cenni per il lavoro svolto nel suo primo biennio ("dopo un riconoscimento al lavoro svolto...dal Sindaco Maurizio Cenni": e poi vuole fare il diskontinuator, il poverino...).
La Nazione, il giorno dopo (13 dicembre 2003), chiude il pezzo sull'imperdibile convention castista del Garden con queste testuali parole:
"Ceccuzzi ha definito RIDICOLE le voci che volevano una sua candidatura al ruolo di primo cittadino".
Ancora più eloquente il titolo, con frase ceccuzziana, che non commentiamo per carità di patria:
 "Io sindaco? è ridicolo".

Ps Cosa dire sull'attentato brindisino, che non sia già stato detto o scritto? Che non sia di facciata? Meglio, credo, il silenzio, in attesa di saperne di più. Quando ci sarà qualche ulteriore punto fermo oltre alla tragedia in sè, senz'altro ne riparleremo. Terra tibi levis sit, Melissa.

sabato 19 maggio 2012

Sentenza Acampa: non va bene neanche il teste oculare!

 
   
   Oggi è il compleanno di Franco Nardi: classe 1955, il professore ed ex archivista della Curia festeggia un giorno amaro, amarissimo. Un anno fa, di questi tempi, si era alle udienze conclusive del Processo. Si dibatteva, si argomentava, si accusava, ci si difendeva.
 Peccato che un Giudice - l'immarcescibile dottor Cavoto, peraltro già pensionato! - avesse al tempo già messo nero su bianco (nella motivazione di condanna civile dello scrivente, si ricorderà) che Acampa Giuseppe era stato ASSOLTO con formula piena dall'accusa di incendio doloso e calunnia (contro appunto il professor Nardi). Un Giudice civile sapeva (scriveva) dell'assoluzione (nel penale) di Acampa, prima ancora che finissero le udienze: chi glielo aveva detto? Ma questa è un'altra storia: che qualcuno, però, prima o poi, sarà chiamato a spiegare, nelle sedi dovute. Il tempo è galantuomo (salute permettendo): sul caso di Emanuela Orlandi si inizia a vedere qualche spiraglio di luce dopo una ventina d'anni...

   Eccoci ad un punto cruciale della Sentenza del Giudice Monica Gaggelli: la demolizione del teste oculare che aveva visto entrare Acampa in Curia la mattina dell'incendio, in un orario in cui il prete-manager (più manager che prete) non aveva mai detto di essere entrato.
Come in tutte le 47 pagine delle motivazioni gaggelliane, tutto ciò che dicono i salariati di Acampa (compresi ovviamente gli avvocati Enrico De Martino e Mussari Giuseppe, spero lautamente pagati) va preso per oro colato, mentre tutti coloro che non arrivano a fine mese grazie al lavoro in Curia o che non sono amici di Acampa, sono mossi da malanimo, o comunque inattendibili. Per non dire mezzi scemi, come il povero don Enrico Furiesi. L'anziano sacerdote brucaiolo, infatti, viene trattato - come stiamo per vedere - come un anziano un po' rintontito (nel 2006), incapace di distinguere pere da mele alla vista.
Pagina 23 delle motivazioni:
 "Richiesto, NON CERTO CON TEMPISMO (se un investigatore fa le cose in modo precostituito, il tempismo non manca mai, Ndr), il 29 gennaio 2007, se sapeva niente in merito all'incendio della Curia avvenuto dieci mesi prima, Don Furiesi si era ricordato di avere visto don Acampa entrare in Curia, MA NON QUANDO ERA STATO SCOPERTO L'INCENDIO, bensì in un orario coincidente anche con la propria presenza in Piazza del Duomo".
Ciò che dice l'anziano prete viene scientemente demolito, passo dopo passo: si parte dal mettere in dubbio la cosa in sè ( si scrive di "avvistamento" di Acampa, poi attenuando con la precisazione "ci sia passato il termine"...), con il fatto che don Furiesi non aveva inizialmente specificato l'orario esatto in cui aveva visto il Marcinkus della piaggia entrare in Curia, se alle 8 ovvero alle 8,45 (in ogni caso, la sua testimonianza avrebbe inchiodato comunque l'Acampa, che dice di non avere messo piede in Curia fino alle 11!).
Utilizzando acriticamente il materiale prodotto dalla difesa nell'udienza del 21 maggio (nota 45, pagina 24), il Giudice Gaggelli di fatto conclude che:
 "Ciò premesso, sufficiente certezza neppure può ritenersi conseguita IN MERITO AL FATTO CHE QUESTO AVVISTAMENTO CI SIA STATO REALMENTE, OVVERO CHE LO STESSO ATTINGA DIRETTAMENTE ALL' IMPUTATO - con il quale oltretutto il sacerdote dichiara di non essere in rapporti significativi - ed in quello specifico giorno".

 Merita una chiosatura finale l'inciso gaggelliano "con il quale (Acampa) il sacerdote (Furiesi) dichiara di non essere in rapporti significativi". Visto che la difesa NON è riuscita - nonostante il lodevole impegno -  a dimostrare in nessun modo che il povero Furiesi non ci vedeva bene all'epoca dei fatti ( in quello stesso periodo, gli rinnovarono la patente senza nessun problema!), la Gaggelli allora scrive - anzi, sentenzia - che Furiesi magari ha visto qualcuno, ma quel qualcuno NON era l'Acampa Giuseppe.
A maggiore ragione, può essersi sbagliato perchè non era con lui in "rapporti significativi". A chi invece c'è in "rapporti significativi" sotto molteplici punti di vista tipo don Andrea Bechi, invece, il Giudice Gaggelli ha creduto: come fosse il Verbo incarnato...

venerdì 18 maggio 2012

Il Comune taglia sui disabili: shame on you, castisti!

 "La priorità per il Partito democratico è e rimane l'assistenza alla persona. La prossima amministrazione comunale dovrà continuare a mettere al centro della propria azione tutti quei cittadini, dai minori fino agli anziani, che vivono in condizioni socio-economiche disagiate, che non riescono a provvedere alle proprie esigenze e che hanno difficoltà ad inserirsi nella vita sociale attiva e nel mercato del lavoro" (dal programma elettorale di Franchino il Ceccuzzi, recapitato nelle case dei cittadini senesi giusto un anno fa).
Andiamo alle nude cifre, che finalmente, nell'anno del Signore 2012, mostrano la loro amara mistificazione:
 "è così che ha operato il Comune di Siena in questi dieci anni (del dominio cenniano, Ndr), INVESTENDO NEL SOCIALE OLTRE 123,7 MILIONI DI EURO - fino al 17% del bilancio dell'ente - a sostegno dei minori, delle famiglie, degli anziani e delle famiglie con disabilità (si noti soprattutto quest'ultimo passaggio, Ndr)...".
L'inganno, adesso, è sotto gli occhi di tutti: questi dindini che il paonazzo del Nicchio e il "discontinuo" Marzucchi sempre sbandieravano ai quattro venti per pavoneggiarsi, erano soldi in grande parte della Fondazione Mps. Chiuso il rubinetto della Fondazione Mps (grazie al doppio aumento di capitale pro-Antonveneta, quindi i cittadini sanno bene chi ringraziare...), fine della tanto decantata "assistenza alla persona", supposta priorità del Pd senesota. Va ricordato che quando questa mistificazione veniva propalata in pompa magna, erano pochissimi quelli che provavano a contrastarla: i Consiglieri delle Liste civiche dello scorso mandato (l'unico sopravvissuto è Marco Falorni) con le loro puntualizzazioni, e poco, pochissimo più.
  Dopo il Cenni, è arrivato Franchino. Non sarebbe cambiato niente, se non fosse appunto che è finito il burro. Così dal 1 luglio prossimo, per il Pd senesota (che ha allegramente scialacquato i danari della Fondazione) la priorità per le persone andrà a quel paese: grazie all'impegno concreto di qualcuno (come Agostino d'Ercole), si cercherà di salvare il salvabile, ma la frittata è fatta, ormai. L'Assessore Anna Ferretti (uno dei pochi elementi della Giunta Ceccuzzi da cui l'eretico comprerebbe una macchina usata, e che, almeno, questo mondo lo conosce) può arrabattarsi quanto vuole, ma ormai i bovi di colonniniana memoria sono scappati, e non ritornano più.
 Solo per questo Franchino il Ceccuzzi dovrebbe andare a casa. Solo per questi tagli ai disabili (figuriamoci per tutto il resto...)!
Parliamo di persone in carne ed ossa, e di persone purtroppo disabili. C'entrano anche i tagli del Governo? Certo, ma proprio per questo la Fondazione potrebbe e dovrebbe - oggi più di ieri, oggi più che mai prima - svolgere un ruolo salvifico   di supporto al welfare senese.
Un caro amico dell'eretico si chiama Alberto. Segue le vicende della sua Contrada con una passione quasi disarmante. Con la sua carrozzina - ora iperaccessoriata! - è sempre presente, in Contrada ed anche dietro al cavallo, soprattutto la mattina, quando si respira di più.
Il Comune, fino ad oggi, gli ha garantito 4 ore alla settimana (non 40) di assistenza: una persona andava a casa sua e lo portava a fare un giro in centro e a salutare un po' di persone. Dal 1 luglio prossimo, fine delle giratine: il Comune ha detto stop. Tanto c'ha il babbo ed il fratello (la mamma purtroppo non c'è più), e qualche selvaiolo, tra cui il comune amico avvocato Stefano Marini. Si arrangerà così, se vuole uscire: altrimenti che stia in casa, zitto e buono.
Sta a Porta Salaria, Alberto. Quando il Comune del Cenni-Marzucchi (garante politico Ceccuzzi) organizzava la beneamata Città aromatica spendendo e spandendo, la musica dell'imperdibile happening castistico gli entrava in casa. Adesso la Città aromatica non si fa più; neanche Alberto - fosse per il Comune - uscirebbe più da casa. 
Tanto, senza gli eventi organizzati dalla Casta, che ragione c'è per uscire?

giovedì 17 maggio 2012

Le strade lastricate del vice Sindaco Marzucchi...

 
   "Abbiamo chiuso la stagione dei Boc e rientreremo quasi completamente dall'indebitamento nel mandato amministrativo se la Fondazione seguirà questo percorso insieme a noi", rassicurava il vice Sindaco Mauro Marzucchi il 18 aprile scorso, quando già la maggioranza era in ambasce. Non gli è andata bene: il rientro dall'indebitamento, molto probabilmente, lo farà - se ci riuscirà - qualcun altro. Comunque aspettiamo lunedì prossimo, prima di sentenziare.
 Ciò su cui, invece, ci si può già ora incavolare, sono alcune frasi e comportamenti dei ceccuzziani per esorcizzare il sempre più vicino commissariamento del Comune: si è già detto dell'orrore per il Palio gestito da un Commissario, e domani l'eretico fornirà un altro (forse il più scandaloso) esempio di subdola disinformazione terroristica sull'eventuale commissariamento.
Per oggi, basti riportare, per intero, il prosieguo del ragionamento di Mauro Marzucchi. Sempre con un'aggiunta, più volte (ma mai abbastanza) rimarcata: il buon Marzucchi è l'ossimoro antropologico della discontinuità propagandata da Franchino il Ceccuzzi. Solo i beoti possono credere alla favola della discontinuità, quando si crea vice Sindaco uno che nel Cenni-1 (2001-2006) era Assessore al Bilancio e al Patrimonio (allora esisteva...), per poi diventare, nel Cenni-2 (2006-2011), vice Sindaco (come oggi!), nonchè avente delega ai Lavori pubblici. Formidabile, la discontinuità ceccuzziana! Chapeau.

  Torniamo al ragionamento marzucchiano di un mese or sono:
"Un indebitamento che nel passato è comunque servito a costruire opere pubbliche, fare manutenzioni straordinarie alla città, lastricare strade, mettere a norma scuole, sostenere il welfare, le istituzioni culturali e tanto altro. Un lavoro che sarebbe stato impossibile senza le risorse aggiuntive della Fondazione".
Parole che si commentano da sole, purtroppo.
 Con il fiume di denaro fresco che la Fondazione Mps ha riversato su Siena negli ultimi anni, si sarebbe potuto (oltre a abbassare drasticamente il peso fiscale sui cittadini) costruire un ponte sopraelevato da Porta Camollia a Porta Romana, per avvicinare il nord ed il sud della città storica (con verde ai lati e pista ciclabile, così il Bonechi di Castelnuovo Berardenga ci perdeva la testa...); si sarebbe potuto fare un impianto per portare l'acqua GRATIS in ogni casa, dirottando il corso della Merse, a guisa di comunismo cinese; e le strade sarebbero dovute essere lastricate sì, ma d'oro, invece che piene di buche e buchette (però si può dire male solo della Siena-Firenze, perchè il Comune non c'entra niente).
Se c'è una cosa che è mancata vergognosamente, poi, è proprio la manutenzione ordinaria: un simbolo di questo degrado, fra i tanti, tantissimi esempi? La statua dell'Indipendenza italiana in San Prospero alta, presente? Nemmeno i 150 anni dall'Unità, sono stati sufficienti a pulirla per bene (c'è stato un piccolo intervento solo per circa metà statua, il resto niente!): a pulirla, non a fare chissà cosa. Non ad alzarla, ingrandirla o chissà che. A pulirla. Forse andrà meglio per i 200 anni dall'Unità d'Italia...
Vogliamo parlare di altre cose, tipo le lapidi (anche dantesche, solo per restare al dato culturale)? Le guide si vergognano a portarci i turisti: quanto tempo e denaro ci vuole per pulirne una? Ognuno avrà i suoi esempi di incuria del patrimonio davanti agli occhi.

  Smettiamola, per carità di patria. Almeno, però, si vorrebbe stare nell'incuria, ma non essere anche presi letteralmente per i fondelli. Lecito, almeno questo?  E poi: potrà mai, un Commissario ad acta, fare peggio dei castisti?

mercoledì 16 maggio 2012

Il Monte è al COCOLINEA; speriamo almeno per Mussari...

    La stampa montepaschinizzata continua ad esaltare le sorti magnifiche e progressive della Banca più antica del mondo. Si enfatizza la trimestrale presentata ieri (più 54,5 milioni di euro, ma meno 61% rispetto alla trimestrale dell'anno scorso: c'è da essere contenti?); si sottolinea poi che è diminuito il costo del personale (meno 3,2%, per complessivi 531 milioni: solo l'inizio?).
Ma la notizia del momento, per la Banca adesso gestita dalla diarchia Viola-Profumo, è il probabile arrivo dei Coco bonds (c'è ancora da sistemare la faccenduola dei Tremonti Bonds, ma stendiamo un velo pietoso...).
Pur di evitare un terzo aumento di capitale post Antonveneta (con la Fondazione che calerebbe a picco), Muhammar Profumo pare pronto a varare l'operazione in questione: questi Contingent convertible bonds - novità assoluta del panorama finanziario italiota - sono obbligazioni che si convertono automaticamente in azioni nel caso di eventi "luttuosi", particolarmente nefasti, per una Banca. Una extrema ratio, dunque (non a caso assente sugli house organ locali). Il problema è, in soldoni, che la Banca li deve vendere sul mercato a valori alti (intorno al 14, forse 15%), altrimenti perdono ogni appetibilità, financo potenziale.
Per la Fondazione Mps, poi, ci sarebbe un danno indiretto: se la Banca va a pagare interessi così alti per i Coco bonds, va da sè che ci sono (sarebbero) ancora meno dindini per il dividendo, quindi per alimentare le esangui casse del forziere gestito dal ragioniere di San Gimignano.
 Non parliamo, poi, dell'eventualità che il malefico spread resti così alto, diciamo sul 450: il tasso da pagare per i Coco bond da parte della Banca, allora, potrebbe salire ulteriormente, fino a toccare magari quota 17%, o giù di lì.
Per il Presidente Profumo, quindi, una strada decisamente in salita, come era ampiamente prevedibile. Rosaria Bindi glielo aveva detto di certo, e lui è troppo navigato per non saperlo.

  La notizia del giorno, però, è un'altra, e coincide con una campagna che questo blog vuole intraprendere, senza frapporre indugi.
 Oggi è il giorno in cui potrebbe decidersi la rielezione mussariana in seno all'Abi (da ratificare poi il prossimo 11 luglio). I 5 saggi (tra cui Bazoli di Intesa e Ghizzoni di Unicredit) devono decidere se affidare al banchiere etico Mussari Giuseppe le chiavi abiste per un altro mandato.
Siccome almeno un pochino di vantiamo di conoscerlo, noi lo diciamo a chiare lettere: QUESTO BLOG TIFA PER MUSSARI PRESIDENTE DELL'ABI!
 E ci danno davvero fastidio quelli (come Vittorio Malagutti sul Fatto di oggi, pagina 7: "I guai del Monte rischiano di rovinare la festa a Mussari") che gli gufano apertamente contro, accampando "dubbi sull'opportunità della riconferma" nati fra Intesa e le piccole banche cooperative.
Dubbi, incertezze, opinabilità? Questi banchieri ricalcitranti devono essere proprio rosi dall'invidia: gli rode che Lui sia più giovane, più bello, più affascinante, che sia su Facebook, che sappia andare a cavallo, che la sua squadra di baloncesto vinca scudetti a grappoli: e chi più ne ha, più ne metta!
Secondo l'eretico, gli rode perfino il fatto, a questi banchieri, che - a nemmeno 50 anni - ci sia già una biografia scritta su di Lui: gli altri, infatti, non ce l'hanno neanche di striscio. Tiè!

martedì 15 maggio 2012

Il calcolo (fatale?) di Franchino il Ceccuzzi...


   Oggi ci sarebbe dovuto essere il Consiglio comunale senese; ieri, invece, tutto è stato rimandato al prossimo lunedì, 21 maggio 2012: il giorno del redde rationem per Franchino il Ceccuzzi, il diskontinuator (secondo lui) della politica senesota. Il quale, dopo avere tirato una meritata boccata d'ossigeno con questo differimento, stamattina ha avuto la ferale notizia: l'accordo fra la Fondazione Mps e le 12 banche creditrici slitta, da oggi, all'8 giugno, quindi NON ci può essere alcuna garanzia di certezza per quanto concerne l'erogazione dei celebri 6 milioni fondaroli. I monaciani non possono ritenersi soddisfatti, dunque. Salvo colpi di scena clamorosi, dunque, il prossimo 21 maggio Franchino terminerà - ad un anno esatto dall'insediamento - la carriera di Sindaco della sua amatissima città.

  E pensare che se non si fosse impuntato sulla data del 21maggio ed il Consiglio si fosse tenuto oggi, forse (più che forse?) Franchino l'avrebbe sfangata! Uno dei sei reprobi margheritin-monaciani (benedetti a Roma da Fioroni, maledetti dall'asse Bersani-D'Alema-Bindi), infatti, la notte scorsa ha avuto un serio problema di salute, ed oggi (nonchè per almeno uno o due giorni) è ricoverato alle Scotte (ove, trattandosi di feudo monaciano, si troverà da Dio...).
Trattasi del tartuchino Luca Guideri, appunto uno dei 6 reprobi monaciani: la sua assenza, chissà, sarebbe potuta essere determinante, se quest'oggi si fosse votato, stante il suo certo voto contro il Bilancio 2011. Da 6, le truppe monaciane si sarebbero assottigliate a 5. Sempre con il rebus Meacci (il cenniano continuerà a votare contro?).
Pare dunque che, per il povero Guideri, si sia trattato di un grosso calcolo, di quelli da levare subito, al più presto possibile.
 La domanda delle cento pistole è: questo calcolo, avrà fatto male più al Consigliere Guideri o a Franchino il Ceccuzzi? Ai posteri l'ardua sentenza, come diceva il Manzoni: a proposito di uno - più importante del Ceccuzzi - morto proprio di maggio. Se Dio vuole, invece, Franchino (a parte qualche calo di zuccheri) gode di ottima salute.
Avendo verosimilmente più tempo a disposizione dal 21 in poi, adesso potrà comunque prendersi ancora più cura del suo benessere...

Ps Peccato davvero anche per Rosaria Bindi from Sinalunga, vista in Comune ieri mattina. Ma perchè il Pd nazionale non candida lei, alle prossime Comunali senesi?

lunedì 14 maggio 2012

Colle Val d'Elsa: il Sindaco censura l'eretico...

   

   Il Sindaco (al secondo mandato) di Colle Val d'Elsa Paolo Brogioni (classe 1966) ama il buon vino (essendo enologo, ci mancherebbe anche altro) e gli piace assai cimentarsi nel podismo: due elementi che gli fanno onore, dal punto di vista ereticale. Anche l'essere un piddino convinto, in effetti, non gli si può imputare in quanto tale: se magari fosse guidato da ben altri leader (a Roma come a Firenze come a Siena), forse lo voterebbe anche l'eretico (forse...).

  Il problema vero (almeno uno dei) è che il Brogioni NON riesce a tollerare le voci fuori dal coro. Non ci riesce proprio. Preferirebbe bere un Tavernello, piuttosto che dare spazio a chi non ha tessere piddin-coopiste...
 Mi è arrivata notizia, piuttosto fresca, che avrebbe fatto multare (MULTARE!) gli esponenti del Comitato contro il locale impianto a biomasse (bocciato perfino dalla Provincia di Siena, il che vuol dire che era davvero impresentabile, come progetto); perchè questa multa?  Perchè gli aderenti avevano esposto un loro manifesto fuori dal consentito, in Piazza Arnolfo. Le regole sono regole, pare si sia inalberato l'inflessibile enologo prestato alla politica. E quelli del Comitato - reprobi e canaglie patentate -  le hanno platealmente infrante. Andavano puniti.
 E bravo Brogioni: dura, sed Lex...

 Veniamo al caso personale, dunque. Partiamo dal lontano 2008: l'eretico aveva pubblicato da poco La Casta di Siena, e il Consigliere d'opposizione Leonardo Fiore l'aveva invitato a presentare il libro. Una ingenua impiegata comunale aveva dato l'ok per uno spazio comunale, senza forse rendersi conto della gravità della cosa; accortosi dell'inghippo, l'enologo intervenne con subitanea efficienza: contrordine compagni, niente spazio!
 Per la cronaca, l'incontro si tenne all'Hotel Arnolfo (affittato di tasca dal Consigliere comunale, ovviamente).

  Veniamo all'oggi. Si poteva immaginare che lo sfascio del Sistema Siena avrebbe indotto l'enologo a più miti consigli. Invece no: quando c'è da NON dare i locali comunali, siamo al punto di prima. Dal 2008 non è cambiato proprio niente di niente. E pensare che tutto ciò accade nella seconda patria del grande (lui sì) eretico cinquecentesco Aonio Paleario (ma il buon Brogioni conosce la storia di questo straordinario personaggio, annientato dalla Chiesa negli anni di Giordano Bruno?).
Con l'aggravante (dal punto di vista della censura) che il libro in questione (la biografia non autorizzata su Mussari) NON ha niente a che vedere con Colle o con la Giunta colligiana (a differenza della Casta, che aveva un Capitolo sulla Moschea).
La presentazione comunque si farà lo stesso: organizzata dall'Associazione colligiana Il telaio, si terrà venerdì 18 maggio alle 18,00 al Bastione di Sapìa, a Colle alta. Vicino alla residenza arcivescovile, degnamente occupata, da qualche tempo, dal nuovo episcopo colligiano Acampa Giuseppe.

  Secondo l'eretico, il buon Brogioni ha perso un'occasione di (piccola) redenzione, rispetto al suo passato di feroce censore.
In più, sia consentito ricordare un fatto (accaduto dopo quel 2008), sul quale mi piacerebbe che l'enologo prestato alla politica rispondesse (a suo agio, ovviamente).
Caro Sindaco Brogioni, come si concilia la NON CONCESSIONE di spazi comunali per la semplice presentazione di un libro, con la SUA PRESENZA FISICA all'inaugurazione di un locale (privatissimo!), nella fattispecie il mitico Milleluci (sempre a Colle alta)?
 Caro Sindaco, non faccia il Bisi colligiano, non si trinceri dietro alle questioni giudiziarie dell'autore: all'inaugurazione del locale Milleluci, cui lei prestò la sua presenza ISTITUZIONALE (mancava giusto la fascia tricolore...), la guest star era Vittorio Sgarbi. Il quale, quanto a pendenze con la Giustizia italiana, è messo parecchio peggio dello scrivente...

Ps Un consiglio, da podista a podista, al Sindaco Brogioni: non cerchi di minimizzare la sua augusta presenza all'inaugurazione del Milleluci, magari dicendo che era lì per caso, o come semplicissimo cittadino. Fortunatamente il tutto è stato ripreso (e riproposto plurime volte, as usual) da una nota televisione locale.  

domenica 13 maggio 2012

Recanati-Siena: uno stimolante viaggio in macchina...

 
    Prima di buttarsi in una settimana molto, molto intensa per questo blog (parecchia ciccia al fuoco, parecchia), l'eretico vuole raccontare del suo viaggio di ritorno da Recanati alla città del Palio.
Non c'è niente di straordinario o di eclatante da scrivere su questo viaggio, se non qualche curiosa chicca. C'è poi la voglia di scrivere sic et simpliciter di qualcosa che NON sia minimamente attinente alla politica senesota nelle sue varie diramazioni: una salutare sosta, ogni tanto, fa bene. Avvertenza, quindi, per Franchino e castisti di riporto: impiegate il vostro preziosissimo tempo a preparare al meglio il Bilancio consuntivo, non disperdetelo, il tempo, in questo divertissement on the road. Al Bisi e agli altri che hanno Kant e Gogol sul comodino, dico: leggete loro, non sprecate i vostri neuroni in questi scritti bagatellari. Sarebbe un peccato, uno scempio.

   L'eretico è partito quasi in fuga, da Recanati, sabato mattina: dopo circa un'ora sarebbe partito il tappone appenninico del Giro d'Italia, e le strade erano quasi tutte bloccate.
Una cosa che colpisce nel viaggiare in queste zone umbro-marchigiane della Val di Chienti (che non è il Chianti pronunciato da un barese...) è la straordinaria curiosità dei nomi dei borghi, delle frazioni. Cito a casaccio: Franca (?), Caccamo (ricordate il personaggio di Teo Teocoli di una ventina d'anni fa?), Pale (come la roccaforte serbo-bosniaca durante la guerra civile degli anni novanta!); poi la par condicio politica: Caldarola ( come Peppino,ex direttore dalemiano dell'Unità), nonchè, nei pressi di Macerata, Villette Verdini, chiara allusione alla passione cementificatrice del Denis forzaitaliota. Last but not least, la minuscola BARRI: plurale di bar secondo Gabriello Lorenzini, in arte Colonnino. Non ne cito altre per non eccedere. Forse sbagliando, mi verrebbe da affermare che posti dai nomi curiosi ci sono da tutte le parti, ma che sull'Appennino umbro-marchigiano ce n'è una percentuale maggiore...

  Il paesaggio, a me, ricorda in larga parte quello delle zone interne della ex Jugoslavia, la Bosnia in particolare: anche perchè, quando uno arriva verso Colfiorito, ci sono le famose bancarelle con le celebri patate rosse locali, versione italiana delle bancarelle bosniache sempre pronte ad offrire formaggi ed altri prodotti del posto. Dal produttore al consumatore, altro che filiera corta. Chissà se fanno gli scontrini, i venditori di patate di Colfiorito, chissà.
Spoggettato Colfiorito, dopo qualche chilometro la strada presenta una deviazione che si inerpica verso Sellano: la patria del nostro grande Arcivescovo Antonio Buoncristiani, colui che ha risvegliato il sentimento evangelico nelle terre senesi, ormai in preda alla secolarizzazione. La tentazione di mettere la freccia a destra e di ritornare in quei luoghi, è stata forte, ma con grande self control ha prevalso l'ordine che mi ero autoimposto di non fare soverchie deviazioni.

  La strada è tutta curve, con qualche tornante mica male; che fare quando si trova il solito camion davanti, che procede a bassa velocità? Si supera, non si supera? La tentazione c'è, indubbiamente; poi prevale, però, la prudenza: meglio arrivare qualche minuto dopo, che andare a sfracellarsi in pieno contro un'altra macchina, no? Eh no: proprio ora che qualche conferma e qualche soddisfazione, dopo tanti anni di duro lavoro, uno inizia a vederla, sarebbe proprio una beffa...

Ps Colonna sonora durante il viaggio, consigliata a tutti, nella sua multiformità: l'ultimo Cd di Bruce Springsteen (Wrecking ball, STRAORDINARIO), gli Eurythmics e - udite udite - il Cd di Umberto Ceccherini, con canzoni senesi: canzoni in genere belle (a parte un paio), voce straordinaria del panterino Umberto. Una, in particolare, secondo l'eretico è meravigliosa. Ne riparleremo a tempo dovuto...

sabato 12 maggio 2012

Franchino (il Ceccuzzi) e il camerierino (di Recanati)...

      Franchino il Ceccuzzi le fa di cotte e di crude per cercare di rinviare il Consiglio comunale che - salvo infarti dell'ultima ora - lo vedrà soccombente (e costretto a guadagnare "solo" 1.500 euro al mese, poverino...). Fino a lunedì pomeriggio, quindi, a causa dei suoi patetici tentativi di restare appiccicato ad una poltrona che non gli appartiene più dal 27 aprile, NON si saprà se il Consiglio del 15 maggio ci sarà, o meno. L'eretico l'ha già detto e scritto: il Sindaco, ormai, ha perso anche la dignitas che un primo cittadino dovrebbe avere.
Azzardo una considerazione (certo non sospetta di agiografia): FORSE il paonazzo del Nicchio (ripeto FORSE), in un contesto paragonabile a questo, si sarebbe dimesso. Ma ormai quella è storia passata. Non si tratta che aspettare lunedì pomeriggio, dunque.

 Cerchiamo adesso di spiegare il curioso titolo che i lettori hanno appena letto.
Ieri sera ultima serata recanatese per l'eretico (fino al prossimo giro leopardiano, si capisce).
 Dopo una corroborante passeggiata verso il colle dell'Infinito, decido di andare a consumare l'ultima cena (non in senso evangelico, spero...) nel ristorante più vicino al palazzo della famiglia Leopardi (ancora abitato dai lontani discendenti, che campano sulle visite dei turisti alla casa: beati loro, questi fanno meno di Franchino!).
L'osteria di Via Leopardi: bel posto, con spazio per la musica all'interno ed una bella e grande sala con ottima musica d'atmosfera.
 Si parte alla grande: il camerierino sembra rapido ed efficiente (anche perchè all'inizio non c'è quasi nessuno), e mi porta un ottimo piatto con maialino e carciofi, con aggiunta di crema di piselli. Una prelibatezza, con una carne che si scioglie letteralmente in bocca. Chi ben comincia, è a metà dell'opera? Non sempre, non sempre...
Poi, piano piano, arriva più gente e le cose si complicano: il camerierino va in su e in giù senza posa e requie; gli chiedo un dolcino, per finire in bellezza. Dopo una ventina di minuti (!), ancora niente. Inefficienza paurosa. Richiamo l'attenzione, lui fa finta di capire e mi rassicura: ancora niente, però. Sento anche che altri avventori si lamentano. Due operai del Giro d'Italia (oggi tappone a Recanati!), addirittura, si alzano e si levano da tre passi, senza avere addentato altro che il pane d'ordinanza. Si sono davvero rotti. Sbracciandomi in modo plateale, ririchiamo l'attenzione del camerierino; il quale arriva e, in modo disarmante, mi fa :
"Ah, aveva chiesto il dolce? Pensavo volesse solo il conto".
Ma allora prende per il sederino, il camerierino? Passa ancora qualche minuto (ci mancherebbe altro), ed il dolce finalmente arriva.
Morale: il camerierino ha aspettato almeno mezz'ora per fare l'unica cosa che doveva fare, subito: PORTARE IL DOLCE. Punto e basta. Senza tergiversare. Qualche punto di contatto con la situazione di qualcun altro?

 Franchino  (che ieri ha pranzato all'Enoteca I Terzi: quando guadagnerà 1500 euro bisognerà che cambi abitudini) ha un modus operandi molto simile a quello del camerierino recanatese: sempre in movimento, incontra quello e quell'altro, si copre di ridicolo con questa boiata della discontinuità, fa finta di non avere mai saputo niente di quello che gli succedeva intorno, però NON PORTA IL DOLCE. Non fa l'unica cosa che dovrebbe, insomma.
Dopo il dolce, a regola, si porta il conto: quello, Franchino - insieme agli altri castisti -  l'ha già preparato da tempo...

Ps Il camerierino, invece, non è stato capace neanche a portare quello: me l'ha portato il suo collega!

venerdì 11 maggio 2012

Antonventopoli: il dado è tratto!

  Pur preso dalla temperie leopardiana più che da quella ceccuzziana, l'eretico viene raggiunto - grazie al Santo - dalla notizia del passaggio di Enzo De Risi al Gruppo misto. Un Consiglio comunale sempre più a rischio per Franchino, dunque. Vedremo martedì, vedremo.

  Ciò premesso, non sia tuzioristico (vai con il vocabolario...) rivolgere un plauso ereticale ai Pm senesi che stanno lavorando sull'affaire Antonveneta (Antonventopoli?) e non solo.
Visto che da due su tre sono stato indagato e portato a Processo, visto che sono stato più volte interrogato ed intercettato, credo di avere, purtroppo, le credenziali a posto per fare loro i migliori auguri di buon lavoro, visto che di materiale ne hanno in abbonanza .
C'è l'esperto e pacato Nicola Marini (che Mussari l'ha incrociato al Processo Acampa, ma da avvocato...), c'è il giovane ma già scafato Aldo Natalini, c'è infine Antonino Nastasi: forgiatosi a Messina (città non troppo differente da Siena: lì infatti la mafia raramente ammazza), di ispirazione mazziniana (il che vuol dire che conosce bene Giuseppe Mazzini, a differenza dei castisti), ha il pregio di essere estraneo rispetto a quella che era la Swinging Siena (caratterialmente, e perchè è arrivato alla fine della festa...).

  Questi tre Pm stanno acquisendo il materiale che, forse, potrà fare luce sul buco nero che ha inghiottito, risucchiato qualche miliardo di euro. Chissà se ce la faranno, e con quale tempistica.
Questo blog - in modo sincero e non di maniera - tifa per loro tre. Facciamo in modo che la Procura di Siena non si senta sola. Almeno in questo, distinguiamoci da altre città, di altre latitudini...

Ps Informazione di servizio: la famigerata tassa di soggiorno c'è anche a Recanati (1 euro e 50 al dì)! Non è dato però sapere se ci sia, in loco, una pasionaria antitassa del calibro della senese Sonia Pallai... 

giovedì 10 maggio 2012

Panorama, Recanati ed il groviglio omertoso...

 
    Una mezz'oretta fa, l'eretico è entrato in un'edicola recanatese e - oltre ai soliti quotidiani - ha acquistato una copia di Panorama, appena arrivato. Meraviglioso lo scenario appena fuori dall'edicola, la quale è equidistante fra la grande statua in onore di Leopardi (eretta nel 1898, primo centenario della nascita) e la locale filiale del Monte dei Paschi (fuori dalla quale non c'era Finanza, almeno a quanto visto...).
Giacomo Leopardi guarda dall'alto, ieratico, chiunque passi o sosti nella bella piazza in questione, ergendosi su tutti per la somma grandezza del suo intelletto e del suo impareggiabile genio (a dimostrazione che una grande testa può albergare in un corpo gracilissimo, come Andreotti ci aggiorna da 70 anni); in una vicina panchina, poi, l'eretico si è messo a leggere il lungo pezzo su Siena curato da Ignazio Ingrao. Lo consiglio, vivamente. Anche perchè è la prima volta che si accenna alla biografia non autorizzata su Mussari Giuseppe. Con un'aggiunta, sulla quale non ritorno da tempo: Ignazio Ingrao è quel giornalista - esperto di cose vaticane, in particolar modo - che nel maggio del 2009 venne a Sena ad incontrare me (ed altri). Il pezzo sul caso-Curia ed Acampa (Mussari avvocato) era già scritto,addirittura in due versioni: una "dura", l'altra soft, per non indispettire chi di dovere, pur informando. Quell'articolo NON uscì mai: ora che sono crollati gli argini, qualcuno potrebbe dire, finalmente, chi lo fece bloccare? Uno dei tanti misteri del groviglio omertoso senese.

  Ora Franchino il Ceccuzi e quello della Provincia trasmettono agli atti la solita inconcludente litania sulla fiducia nella Magistratura (potessero mettere una bomba negli uffici del Pm Nastasi...), ma - come scritto  fino alla nausea in questo blog - hanno aspettato che le cose precipitassero per via giudiaria, prima di affrontarle politicamente. Perchè Franchino il Ceccuzzi NON risponde alle domande che l'eretico gli ha rivolto, e che migliaia di persone hanno letto? Cosa ha da non potere dire? Non parla con Mondani, non parla con Sortino, non risponde al blog! In Inghilterra, basterbbe questo per farsi giudicare UNFIT per amministrare la cosa pubblica. In Inghilterra, appunto: eppure la Magna Charta non è così lontana, nel tempo, dal periodo dei Nove, tanto impudicamente sbandierato dai castisti. Solo che nella "perfida Albione" un qualche lascito di quel documento c'è, mentre a Siena dello spirito dei Nove non c'è neanche na vaga ricordanza. Franchino sa tutto, ma non dice niente: che si porti i suoi segreti nella tomba (politica)...

Ps Nel post di ieri, l'eretico scrive del "professor Colonna", ovviamente riferendosi a Colonnino,spesso risoprannominato appunto "professor Colonna". Mi viene detto che in città un professor Colonna esiste davvero, senza nessuna attinenza con il noto personaggio tartucato. Mi scuso per l'evidente caso di omonimia, assolutamente involontario proprio in quanto inconsapevole.

mercoledì 9 maggio 2012

La Finanza al Monte...

  Mattinata intensa per la Guardia di Finanza, che si sta dando da fare - su mandato della Procura di Siena - per reperire materiale sull'affaire Antonveneta (perquisizioni in Piazza Salimbeni, in uffici in tutta Italia, in case private).
 Come auspicato plurime volte dalle colonne di questo blog, è un qualcosa su cui prima o poi non si poteva non intervenire! Il lancio dell'Ansa, il primo, è delle 10.17 (l'eretico ha saputo SOLO ALLORA del fatto, a scanso di giramenti di coglioni futuri e accuse per fughe di notizie...). Un lancio dell'Adn, fresco fresco, informa che i finanzieri si sarebbero spostati in Fondazione Mps (tanto la strada da percorrere è poca).
Quello che in pochissimi avevamo detto e - nel caso ereticale - scritto su Antonveneta, finalmente si sta inverando: vedremo come andrà a finire, diamo tempo al tempo.

  Oltre ai 50-60 che già c'erano (compreso l'eretico, ovviamente), la città avrà dunque nuovi pezzi grossi del Sistema Siena indagati, in questo caso fra gli alti papaveri montepaschini dell'era Mussari.
La "città pulita" penosamente sbandierata da Franchino il Ceccuzzi, ormai, la vedono solo lui e gli altri castisti da riporto. Dopo Report, preparatevi: stanno arrivando altre randellate mediatiche sulla Casta: non sulla città in quanto tale, bensì su chi ha detenuto e detiene il potere politico-bancario della città. Sarà bene, ancora una volta, essere chiari: sperando che anche i duri di comprendonio possano capire (per quelli in malafede, purtroppo, non c'è medicina alcuna).
 Quando Parma, nei mesi scorsi, era tutti i giorni sulle pagine dei giornali per gli scandali della sua Giunta (alla fine crollata), i parmigiani per bene non solo NON gridavano al complotto mediatico, ma anzi incalzavano il Consiglio comunale a levare le tende, andando a rompere gli zibidei con le famose pentole, divenute il simbolo della Parma che si ribellava alla corruzione.
 All'eretico, tra l'altro, piacerebbe che invece di parlare tanto del professor Colonna (su cui si tornerà, peraltro), si dessero risposta su casi come quello dell'operazione Alexandria, su cui mi pare nessuno abbia aperto bocca.
 Oppure - fra le tante altre cose - su quella mail "salva Ricucci" di cui scrivo da pagina 57 del libercolo su Mussari Giuseppe: perchè l'allora Provveditore della Fondazione Parlangeli si adoperava per fare salvare dalla Banca il patrimonio immobiliare del "furbetto del quartierino", nel gennaio 2007 (Gabriellone Mancini d'accordo: mail canta)? Il libro è uscito da due mesi, ma nessuno ha detto niente, nessuno ha proferito verbo: nè Mussari (il ricevente), nè Parlangeli (lo scrivente), nè appunto Mancini. Spostiamo il focus del dibattito sul professor Colonna, che è meglio per tutti, vai...

Ps Ora, pur in ritardo, l'eretico parte davvero alla volta di Recanati.
 Speriamo che nei prossimi quattro giorni la Procura non arresti nessuno...

martedì 8 maggio 2012

Il Consiglio del 15: una chiacchierata ereticale con Gabriele Corradi


  
    Mentre Franchino il Ceccuzzi minaccia querele nei confronti di Report (occhio: l'avvocato Pisillo scalda i muscoli...), non capendo di sommare così autogoal ad autogoal, non bisogna dimenticare che siamo sempre più vicini al prossimo Consiglio comunale. Quello - per capirsi -  in cui si deciderà se Franchino sarà ancora Sindaco, o se "tornerà" a lavorare (anche se nessuno ha capito esattamente quale sarebbe la sua professione...).
La notizia, intanto, è che il 15 maggio il Consiglio comunale ci sarà (salvo rinvii dell'ultima ora).
In secondo luogo, pare che la Fondazione Mps cerchi di fare l'impossibile per sistemare le cose con le banche creditrici (12) entro questo fine settimana, in modo tale, lunedì, da riuscire a sbloccare la clausola di salvaguardia che blocca, per ora, i dindini che servono al Consiglio comunale (quelli su cui si sono impuntati i margheritini). Franchino, quindi, il 15 potrebbe mettere i suoi dissidenti con le spalle al muro: i soldi della Fondazione ci sono, che fate allora adesso?
 Nel frattempo, i suddetti dissidenti monaciani hanno organizzato un incontro pubblico (domani a Palazzo Patrizi, in Via di città, dalle 16,30) per spiegare le loro ragioni, a chi le voglia ascoltare. Incontro stimolante assai, in effetti, cui l'eretico andrebbe magno cum gaudio, se non avesse già le valigie pronte per Recanati (ove purtroppo starà ben poco, visto che c'è il Consiglio del 15 et alia...).

   Ciò detto, stamattina lo scrivente ha fatto una chiacchierata con colui che potrebbe diventare l'ago della bilancia del 15, vale a dire Gabriele Corradi, da poco ritornata da Montreal, nuova patria calcistica del figlio Bernardo.
Su alcune cose, l'eretico non è certo d'accordo con Gabriele Corradi: sorseggiando un caffè macchiato, lui dice che l'ipotesi del Commissario ad acta va evitata, per quanto politicamente possibile. Come la pensi l'eretico, è invece ben noto ai lettori.
Due cose importanti, però, Corradi le ha dette con grande nettezza: se sarà decisivo (in caso di parità numerica, magari dopo un rientro all'ovile diessino del cenniano Meacci), il suo voto favorevole al Bilancio lui NON lo darà; punto due, dopo questo mandato (che potrebbe finire a brevissimo), lui abbandonerà la politica: su questo, il tono è stato iperperentorio.
L'opzione migliore, per Corradi, sarebbe che i monaciani votassero a favore del Bilancio - rinserrando le fila  della maggioranza -, per poi proporre una mozione di sfiducia contra personam nei confronti di Franchino, da fare votare a tutte le forze di opposizione insieme.
Ovviamente, lo scrivente gli ha detto che il Sindaco sarebbe da barbiconizzare al più presto, a scanso di equivoci. Battere il ferro finchè è caldo.
 In ogni caso, anche Corradi è d'accordo sul fatto che se Franchino spoggettasse in qualunque modo il Bilancio (tirando a campare come un andreottiano d'antan), dovrebbe impegnarsi pubblicamente per andare avanti gestendo solo l'ordinaria amministrazione (senza tante fole da novesco), per arrivare poi ad elezioni nella primavera 2013.
 Ognuno - come è giusto che sia - ha esposto le sue idee, senza la pretesa di convincere a tutti i costi l'altro. Tutto molto pacatamente, nonchè abbinato ad una bella canzone, in sottofondo, di Anna Oxa.
Una nota stonata dell'incontro? Siamo stati una mezz'ora abbondante al Barchè (pubblicità gratuita), e non s'è fatta vedere quella meravigliosa creatura di Fatima, nota frequentatrice del bar senese, da quello che risulta. Non si può avere tutto dalla vita...

Ps Due informazioni bloggeristiche, una buona ed una no.
 Quella negativa è che al Santo - su segnalazione di chissà chi - è stato imposto di smettere di mostrare frammenti di Report (ma si può andare sul sito della Gabanelli, quindi...): siamo nell'era della pirateria totale, ma su certe cosine il diritto d'autore è inflessibile; quella positiva è che - complici ovviamente le discussioni e le polemiche sul servizio di Paolo Mondani - questo blog ieri è semiimpazzito, andando a registrare il record assoluto di contatti (forse anche di improperi): 7.423!

lunedì 7 maggio 2012

Una mamma angosciata, il Bisi e l'eretico...

   L'unico problema è che ci sarebbe da parlare di cose serie (domani lo si farà, a Dio piacendo): le elezioni amministrative italiote, quelle in Grecia, in Francia ed in Serbia. Però come si fa a trascurare l'ennesima perla del bisiano Corriere di Siena? L'occasione è troppo ghiotta, l'eretico non ce la fa a soprassedere: anche perchè credo che a molti la suddetta perla (confinata nella rubrica delle lettere, a pagina 2 di oggi) sia sfuggita, mentre invece è imperdibile.
Ecco il testo di una angosciata mammina (forse calva?):
"Sono la mamma di un ragazzo che frequenta la scuola media. Ho saputo che il prossimo anno mio figlio potrebbe avere, TRA I SUOI PROFESSORI, UN INSEGNANTE CONDANNATO più volte per avere offeso alcuni cittadini. Mi rivolgo a codesto giornale per sapere se un condannato può insegnare oppure DEVE ESSERE SOSPESO.
A chi mi posso rivolgere per saperne di più? Voi che mi consigliate? Ringrazio per la risposta che mi darete".
Risposta del Bisi (al Bisi stesso?): "Giriamo la domanda all'Ufficio provinciale scolastico, all'ex Provveditore agli studi".

  Il tutto, as usual, nello stile allusivo, cifrato, implicito (avrei anche un quarto aggettivo...) usato dal protagonista assoluto della puntata reportiana. Presupponendo che il docente che toglie il sonno alla mammina sia proprio lo scrivente, corre l'obbligo di precisare che l'eretico (per ora) NON ha nessuna condanna penale sul groppone, punto uno; che le condanne penali che magari arriveranno, NON comportano le cosiddette sanzioni accessorie che possono allontanare dalla Pubblica amministrazione, punto due. Punto tre, se il sempre più nipponico Bisi vuole continuare, faccia pure, ma mi pare si rischi lo sconfinamento del ridicolo: prima mi fa passare per il potenziale mandante di un attentato dinamitardo contro una filiale Mps a Roma (la Procura, però, non gli crede); poi come quello che aizza le folle contro i suoi pupilli (Mussari, Franchino il Ceccuzzi, non so se anche quello della Provincia); oggi dà spazio - diciamo così - ad una mamma angosciata per l'equilibrio mentale del pargoletto, se alle prese con il docente-aizzatore.
In attesa comunque che l'Ufficio provinciale dia l'atteso responso, che fare? Proprio ora che l'eretico sta per tornare in servizio (si fa per dire: il prossimo 1 settembre, Bisi permettendo), questo macigno non ci voleva proprio. Inizio a preoccuparmi del mio futuro: litterae non dant panem, con i libri qualcosa si guadagna, certo, ma più di tanto non si può campare.
Avendo ripreso a giocare a tennis da poco, potrei coronare il mio antico sogno di fare il maestro. Ma poi, violento come sono, dopo un paio di errori dell'ipotetico alunno potrei arrivare a tirargli la racchetta in testa, quindi non si può fare.
Un'altra professione che mi tirava da ragazzo era il macellaio, ma iniziare l'apprendistato da over 40 mi pare anacronistico (senza contare poi che sbuzzerei qualche collega entro il mese di prova, vista l'indole).
Un gran bel grattacapo, insomma.

 Magari, potrei chiedere di essere trasferito alle elementari (scuola primaria, per la precisione): forse se stessi di più in mezzo a grembiuli e grembiulini, il Bisi (pardon, la mammina angosciata) avrebbe meno da eccepire...