Cerca nel blog

martedì 23 luglio 2013

Il blog cambia pelle (ma continua a rompere le palle)...


  Dopo più di due anni e mezzo di gloriosa (?) attività, dopo più di 900 (!) articoli su tutto lo scibile senesota e non solo, questo blog dal 25 luglio (data storicamente stimolante, per chi sappia di Storia...) cambierà pelle. Senza assolutamente smettere di rompere le palline, anzi...
Un restyling grafico, è davvero necessario, e quindi ci sarà, sperando sia di gradimento ai lettori (anche se sono i contenuti che contano, questo sia ben chiaro a tutti); ci sarà un collegamento con i social network (Twitter, Facebook, Google plus); nonché un form (il mio tecnico mi dice si chiami così...) di ricerca per le parole chiave. Se all'inizio ci saranno dei problemi tecnici (tennici?), mi scuserete, cercando di capire la novità del momento.

  Nella scelta dei link indicati, oltre ai blog diciamo affini (a partire dal Santo, quando tornerà dalle vacanze), ho indicato perfino Elio Fanali, nonostante sia quasi sempre in disaccordo con ciò che scrive, in nome della voltairiana tolleranza delle idee altrui (quello del Bisi, non l'ho indicato: dopo l'ultima uscita su David Rossi, mi sono davvero stancato di fare lo sportivone. Faccio come fa lui...); inserito anche Sunto del buon Sergio Profeti (pur non essendo Sunto un blog in senso stretto), visto che da qualche tempo non si occupa solo di Palio. Se Il Gavinone (fermo da circa due mesi) riprenderà il lavoro, lo inserirò volentieri in seguito.

  Last but not least, dopo avere lavorato dal novembre del 2010 del tutto a gratisse, a questo punto l'eretico apre alla pubblicità (ci dovrebbe pensare Google, boh) e soprattutto alle piccole, micro-donazioni: il famoso crowdfunding che Obama lanciò nel 2008. Chi vorrà, non avrà difficoltà a versare un micro-obolo a favore della libera informazione ereticale (vista la gente strapagata in città per non fare una benemerita..., mi è sembrato più che giusto così).

  Argomenti, ce ne sono anche troppi: l'ex banca senese (lo dice anche Viola, che ormai sia ex: noi lo scrivevamo da un po'), con qualche vicenda (forse anche più di qualche) ancora da chiarire e da puntualizzare; la politica senesota, con - fra le altre cose - una carrellata dei principali esponenti della nouvelle vague valentiniana; la Sanità, pozzo senza fine del malaffare locale (meno male sono onesti in Abruzzo...), con tante altre carriere al neutrino e lo scandalo della nefrologia ancora da approfondire; maggiore spazio alla Provincia, soprattutto (ma non solo) la Val d'Elsa, terra di cattiva politica senza alcuna forma di autentica opposizione (peggio che a Siena, il che è tutto dire). Infine, tra le altre cosette (tipo il "mercoledì putiniano", dalla settimana prossima, ovvero la ripresa della rubrica estiva sulle "vacanze senesi", con altri pezzi stimolanti), i due restanti pallini ereticali: Minucci Ferdinando (che ora ha il coraggio di piangere miseria: attivi una paypal anche lui, no?) ed il grande, ineguagliabile monsignor Acampa Giuseppe (cui dedicheremo un "agosto acampiano", direttamente rivolto al Vaticano...).
 Senza dimenticare che, passata l'estate e finite le salsicciate in Fortezza (anche di quelle ci occuperemo, tranquilli), finalmente, con l'autunno, arriva la ciccia per i palati più fini: i Processi, i primi, alla Casta senese. Questo blog cercherà di seguirli al meglio delle proprie possibilità. Contateci.   

Ps Oltre a tutto questo (e a tanto, tanto altro), in piena continuità con l'oggi, continueremo a pungolare senza pietà il Torquemada postdemocristico PPF; fino a che, non fosse altro che per sfinimento psicofisico, non sarà costretto a rivelare nomi e cognomi degli "orgiastici" e dei "pervertiti"...

lunedì 22 luglio 2013

Siena: hanno comandato i "pervertiti"?

 

 
   Durante l'Assemblea degli azionisti Mps, la scorsa settimana, ha preso la parola, as usual, Pier Paolo Fiorenzani, in qualità di piccolo azionista. Democristiano dai tempi di Sturzo o giù di lì, dopo avere attraversato tutto l'arcipelago di sigle post-democristiche, dopo essere stato in Consiglio provinciale e comunale (Consigliere ed Assessore nella Giunta Cenni, peggior Sindaco dal dopoguerra), il buon PPF si è lasciato andare ad una affermazione di gravità inaudita, opportunamente messa in evidenza dagli Illuminati nel loro penultimo pezzo.
Premesso che il Torquemada postdemocristico, Mussari imperante, non ce lo ricordavamo affatto così critico verso la Casta senesota; ripremesso che, sia in pubblico che in privato, PPF ha sempre criticato i libri dello scrivente, giudicandoli in vari, coloriti modi, azzardiamo oggi questa interpretazione psicologica.
 I post democristi si dividono in due grandi categorie: i tessitori ed i malati di protagonismo (Andreotti, come sempre, stava nel mezzo). C'è - per fare un esempio - il tessitore De Mita, e c'era l'onnipresente e logorroico presenzialista Francesco Cossiga. A Siena, abbiamo il tessitore per eccellenza (Alberto Monaci), e poi questi alla Fiorenzani (ed alla Gabriellone) che pur di attirare l'attenzione o di tagliare un nastro (con rinfrescone annesso) le farebbero nere.

 Veniamo al fatto: cosa ha detto PPF, in un luogo che più pubblico non si potrebbe? Sentiamolo, ne vale la pena:
"Non vi dimenticate che in questi ultimi anni GLI ORGIASTICI ed i PERVERTITI hanno gestito la città".

 Il problema che si pone, a questo punto, caro PPF, è semplicemente il seguente: chi sono questi "orgiastici", chi sono questi "pervertiti"? Non si può lanciare il sasso e ritirare la mano: a maggior ragione dopo avere condiviso con questi signori ("che hanno gestito la città") successi elettorali (con relative bicchierate), cene o pranzi (fino a prova contraria), campagne elettorali et alia. PPF era candidato alle Comunali del 2011, indovinate per quale partito: era consapevole di essere un candidato, di peso e di esperienza, di un partito pieno, a suo dire, di "orgiastici" e di "pervertiti"? Ed ancora: dato che PPF non fa nomi ma parla chiaramente di esponenti, direttamente od indirettamente, legati al Pd, il partito non ha niente da dire, a tal proposito? Si fa finta di niente, come ai buoni vecchi tempi?
 Do un consiglio al Pd senesota: dite qualcosa su PPF, perché in questi casi è sempre meglio circoscrivere il danno fin quando è possibile farlo. Poi non c'è spazio per i lamenti post eventum. Guardate a cosa siamo ridotti: mi tocca dare consigli al Pd...
 Paolo Guzzanti, anni fa, coniò il neologismo "mignottocrazia", indovinate riferito a chi. Dopo le dichiarazioni di PPF dell'altro giorno, si può dunque parlare della Siena castista come "ORGIACRAZIA"?
 Sia ben felice, PPF: non passerà alla storia municipalistica per le quattro fontanelle che ha fatto mettere (a spese dei cittadini, peraltro); sarà piuttosto eternato per questa sua frase. Che questo blog promette di fare di tutto per diffondere Urbi et orbi, da oggi in avanti. Grande PPF: hai detto tu, pubblicamente, ciò che noi ci eravamo sempre astenuti dallo scrivere. Grazie, di cuore.

  Non solo si è svegliato piuttosto tardi dal letargo, il nostro PPF: l'ha fatta proprio grossa, una volta repente ridestatosi.
  Vediamo a questo giro il Torquemada post democristico come se la cava. Fino a che non vorrà chiarire meglio le sue accuse (generiche quanto infamanti), noi da queste colonne lo incalzeremo, fino alla nausea. Presumendo che la sua attività di polemista (sic) mai gli sia valsa alcuna querela, noi che ne siamo pieni gli consigliamo di andarci piano. Nisi caste, tamen caute. Tanti auguroni, PPF...

Ps Visto che è stato lui a fare entrare questi termini nell'agone politico senesota (sfido a dimostrare il contrario), e che è così ben informato al riguardo, ci può chiarire questo, PPF: si riferiva solo alla banca ed alla politica, o si poteva arrivare anche ad altri ambiti?

sabato 20 luglio 2013

Te la do io la Russia (ed anche il 4%)

 
     Questi 10 giorni di assenza ereticale sono andati come dovevano andare, a Sienina: la Maginot del 4% è andata a farsi benedire (ci torneremo, ma una domanda sorge spontanea: perché quelli che per anni sono stati a difesa del 51% della Fondazione perinde ac cadaver, sono quasi tutti gli stessi che hanno voluto affrancarsi dal 4%?); un collega (in pensione) ha preso per il naso il Sindaco Rodolfo Valentini (e molto bene ha fatto il Sindaco a buttare acqua sul fuoco, visto che, lancia in resta, c'erano quelli del Partito dell'Amore senesota pronti a gettare benzina sul fuoco sull'evento, agitando lo spettro del solito "clima velenoso" e baggianate simili); poi, a sciupare il compleanno di Mussàri Giuseppe (oggi chi glieli avrà fatti gli auguri, fra i servi che, ogni anno il 20 luglio, si prodigavano in tal senso?), arriva la nuova inchiesta per - secondo la Procura - avere evaso qualche milioncino di euro: tegola che riguarda anche altri 10 montepaschini di peso, compreso fra gli altri il professor Fabrizi.
 Questa mi sembra la sintesi dei giorni di eretical assenza. Se mi è sfuggito qualcosa di importante, i lettori me lo faranno notare, come sempre.

   Quanto alla Russia, ci sono talmente tante cose da dire, che confesso di non sapere da dove iniziare. Visto che la scuolina è chiusa, diciamo che quest'estate il mercoledì raccoglieremo riflessioni ereticali sulla Russia putiniana (visto il blogger Navalny?).
 Certo è che, in attesa dei mercoledì putiniani, una cosa va subito detta, prima di analizzare i meccanismi del potere dell'ex spia sovietica e le sue ripercussioni sulla magmatica società russa: i turisti-visitatori non sono ben accetti.
 In nessun luogo ove l'eretico si sia mai trovato da visitatore, tale e tanto è stato (con, ovviamente, le dovute eccezioni) il disprezzo verso lo straniero.
 Già il cirillico, in quanto tale, è una straordinaria barriera cultural-linguistica (nella Metro, staliniana, di Mosca, NON c'è mezza parola in inglese; a San Pietroburgo, almeno, sì...), accompagnato dalla prevista inabilità generalizzata allo spoken english.
 Il fatto è che il moscovita o il pietroburghese medio danno l'impressione - se va bene - di sopportarti: provate ad entrare in un supermercato, per credere (a proposito: in tutte le casse si vendono le sigarette, a prezzo molto più basso che da noi, e nei locali pubblici gli spazi per il fumo ci sono, eccome). I custodi di musei o siti di rilevanza culturale sono spesso inflessibili, e dotati di una rudezza di modi che sfocia spesso nella arroganza, rectius tracotanza.
 Che dire dei controlli agli aeroporti? La sicurezza avanti a tutto, ma che un volo composto in larga parte di italiani attempati venga perquisito come se fosse, invece del San Pietroburgo-Verona, il San Pietroburgo-Grozny, onestamente ce ne passa...
 Per l'ottuso burocrate con la forma mentis ferma alla III Internazionale, il pensionato con lo zainetto colmo di balalaike o di matrioske (spesso made in China, sic) è equiparabile al baldo giovane con barba caucasica da guerrigliero binladeniano, evidentemente.
 Il povero eretico, fatti 46 minuti di bolscevica fila per entrare nel cupissimo mausoleo di Lenin sulla Piazza rossa, per essersi attardato mezzo secondo in più del consentito a scrutare la mummia con il pizzo, è stato redarguito a marziali gesti nonché a mali parole (ovviamente mai sapremo con esattezza quali) da un militare di picchetto. Ma si può (e soprattutto: si deve)?
  Dalle dispute teoriche fra ortodossia ed eterodossia marxista-leninista, si è passati al derby Coca cola-Pepsi. Prima a Leningrado Vladimir Ulianovich arringava la folla bolscevica, oggi c'è l'empolese Luciano Spalletti che fa la formazione dello Zenit degli oligarchi di Gazprom.   Ed intanto, Vladimir Putin gode. Cercheremo di capire come...

Ps Il nipote del Premio Frajese Gianni Letta, cooptato da Giorgio Napolitano alla Presidenza del Consiglio, ha ieri solennemente detto, nell'aula senatoriale, durante lo scottante caso Ablyazov:
"Non scambiate la mia educazione per debolezza, non mi sottovalutate".
Vladimir Putin, una cosa così non l'avrebbe mai detta. Non ne avrebbe avuto alcun bisogno.

giovedì 11 luglio 2013

La tegamata senese, e quella moscovita...


  A questo giro, l'eretico abbandona la città in un momento importante, per quanto ormai non più decisivo: domani Consiglio comunale sulla Fondazione, il 18 l'Assemblea della banca Mps. Lo schema-Profumo è sempre più chiaro: banca iperridimensionata su base interregionale (e Renzi tutto contento), con vendita del resto a chi vuole Arrogance. Prendi, e porta a casa. La Cras, intanto, mette casa in Piazza del Campo: proprio lì, dov'era il Monte dei pascoli.
 Il tutto condito dal baratro della Robur calcio, nonché dall'attesa per gli esiti dell'inchiesta della Procura della Repubblica su Minucci Ferdinando. E continuano le polemiche sulla vicenda di David Rossi (consiglio il pezzo del Superavvocato sul Cittadino, al proposito).
Ci sarà domani la rottura fra i monaciani (albertiani) e Valentini, o la cosa sarà solo rimandata? Massima tensione politica assicurata, comunque. Avevamo detto e scritto - in questo caso, in buonissima compagnia - che la strada di Bruno Rodolfo Valentini era in salita (Giuggiolo's style), e se ne vedono immantinente gli effetti.

   Lo scrivente, da par suo, abbandona la città del Buon Governo (l'affresco lorenzettiano) alla volta della Russia putiniana, approdando a Mosca: da una città corrotta fino alle interiora, ad una più corrotta ancora (e parecchio più violenta!). Da un'oligarchia corrotta ed incapace, ad una corrottissima ma, almeno, capace di creare ex novo una classe media (mentre qui la classe media è proprio quella che più soffre e soffrirà le demenziali scelte del Pd locale: ovviamente dopo averlo rivotato, si capisce).
Anche lì, a Mosca, un'informazione drogata, schiava del Potere: proprio nei giorni in cui l'eretico sarà "russo", dovrebbe arrivare la sentenza (che sarà di certo di condanna) per l'avvocato-blogger Alexsey Navalnyj (eretico più De Mossi insieme?), per il quale la Pubblica accusa non si è vergognata di chiedere 6 anni di galera (e non a Santo Spirito...). Di fronte all'avvocato-blogger, si trova un Giudice famoso per aumentare, di solito, le richieste di pena formulate dall'accusa: si prevedono 7 anni, se non peggio. L'accusa è quella di avere lucrato su una certa quantità di legname. Non commentiamo oltre, per adesso.

   Di questa esperienza russa, ovviamente nel blog si scriverà, o in presa diretta o al momento del rientro (il 22 luglio).
L'eretico sarà anche a San Pietroburgo, la vecchia Leningrado per gli omini degli orti. Solo i più attenti conoscitori della storia russa, però, sanno perché, per un certo periodo (e per un motivo molto serio), si sia chiamata anche San Pietroburgo. Chi vuole fare bella figura, scriva pure...
 Dopo il rientro, dunque, ci sarà molto, moltissimo da scrivere: sulla Russia e su Sienina.
A questo proposito, c'è robina da sorseggiare con grande piacere. Come si fa con la vodka, per capirsi...

Ps I pezzi sulla Russia (ironici e seri, impegnativi e distensivi ad un tempo) sono ancora in cerca di titolo. Per ora, il più gettonato (in attesa di consigli) è "Te la do io la Russia!"...

mercoledì 10 luglio 2013

Non ci resta che l'ospedale...

  
   L'unico tema che ci dà ancora qualche (residuale) forma di gratificazione ormai è la Sanità senesota: l'Asl 7 e le vecchie Scotte. Nel senso che per tutto il resto (Mps, politica, ruberie varie, impresentabile umanità...) più che si scrive e si documenta, più che cambia poco o punto, salvo qualche lodevole eccezione.

 Sulla Sanità, invece, qualcosa si muove: è partita l'inchiesta sul rosso-shocking dell'Asl 7 (da tempo patrocinata, in modo documentale, dal blog), la vicenda dello scandalo della Nefrologia, dopo i due pezzi ereticali, approderà a breve in Consiglio regionale ( ne riparleremo con ulteriori novità), e via dicendo.   
 Visto che dopo le vacanze ereticali (dal 12 al 22 luglio) il blog apporterà dei cambiamenti - grafici e in parte di sostanza -, diciamo subito che sulla Sanità non solo non si lascia, ma in qualche modo si raddoppia: alla parte della denuncia (con alcune superchicche in arrivo!), vorremmo aggiungere le note liete, positive che provengono dal comparto sanitario.
 In modo, come e più che nel passato, di essere di pungolo, di stimolo per i vertici aziendali: che dovrebbero comprendere come il chiudersi a riccio non serva a nessuno, agli utenti-pazienti come, in buona sostanza, a loro stessi. Lo capiranno?

 A partire proprio da questo pezzo, per esempio, uno stretto collaboratore ereticale scriverà sulla sua difficile esperienza di medico impegnato in politica che diventa, all'improvviso, paziente, e non per una banale influenzina di stagione. Pernottando per più notti, suo malgrado, all'hotel Le Scotte...

 I problemi su cui ci soffermeremo, oltre alle "carriere al neutrino" ed a ciò che già conoscete, saranno soprattutto i seguenti:

1) l'accoglienza dei pazienti (pallino del Direttore Tosi, fra l'altro);

2)la congruità degli spazi ospedalieri, a partire da quelli per i degenti, ma non solo;

3) i servizi per gli utenti (a partire dai bagni);

4) la mobilità interna (nefrologia c'entra sempre, no?);

5)le aggregazioni, più o meno funzionali, dei vari reparti;

6) la dislocazione del personale infermieristico, in rapporto agli effettivi volumi di lavoro svolto, nell'intento di cercare di scrostare le rendite di posizione, non più tollerabili in tempi di spending review;

7) gran finale, omnicomprensivo: la trasparenza delle scelte dirigenziali. Oggi più che mai, le scelte di politica sanitaria devono abbandonare la logica delle segrete stanze, dei conciliaboli fra pochi sodali.

 Parleremo, scriveremo dunque di questi aspetti, reparto per reparto: ed ogni lettore - meglio se non in modo anonimo, comunque in maniera documentata - potrà diventare, se lo vorrà, una sorta di trip advisor delle Scotte.
Si fa per gli alberghi più o meno di lusso, per le zone più o meno esotiche: non si può fare per un ospedale?

lunedì 8 luglio 2013

Siena-San Galgano: viaggio di sola andata (I)

 
   Orfano di Colonnino, l'eretico stamattina a Porta San Marco ha comunque trovato due degni sostituti di Gabriello Lorenzini: il professor Antonio Batelli (fedele compagno di podistici allenamenti ereticali e di viaggi vari), e la new entry Carlo Regina, alias Bastardo senza gloria. Con i due non loschi figuri, siamo partiti, in lieve ritardo, alle 8,25 alla volta di San Galgano. C'è così tanto materiale da esaminare, che si è deciso di spezzare in due il racconto: oggi scriveremo del percorso Porta San Marco-Colonna di Montarrenti (anticipo subito: dalle 8,25 alle 13,10, con un paio di soste).

  Arrivati di gran lena alla Colonna (by Giuggiolo), ecco che i nostri eroi (sic) hanno dovuto intraprendere la via verso Costafabbri, rischiando di venire falciati dalle macchine in corsa del traffico mattutino; proveniente presumibilmente da San Gimignano ed in uscita a Siena ovest - incredibile a dirsi, esattamente quando attraversamo noi - si è repente palesato Gabriellone Mancini, ovviamente con autista (lui, mai guidato in vita sua: fra un mese come farà?).
 Giusto il tempo di riprendersi dallo shock manciniano, ed ecco che, poco sotto Costafabbri (prima autentica pettata del tour, peraltro) l'occhio di lince dell'eretico nota, in fase discendente, Luisa Stasi in Mussàri, con Smart d'ordinanza.
Arriviamo a Pian delle fornaci, passiamo davanti ai vecchi lavatoi (anno 1928, ancora in buono stato, per quanto non utilizzati), e via per Costalpino, ove Bsg scova un orinatoio impossibile da vedere guidando o andando in moto, in quanto coperto dalla vegetazione: stranamente, però, nessuno dei tre - pur essendo in età da controllo prostatico - ne fruisce.
 Primo signum galganiano: poco prima della strada dell'Agazzara, troviamo un Palazzo San Galgano, non meglio precisato ma di certo di recente ristrutturato. Ecco che, a questo punto, Bsg, profondo conoscitore della zona, suggerisce di bypassare la strada provinciale, e di immettersi in una strada - mezza asfaltata e mezza bianca - che dall'Agazzara mena, tra olmi e acacie, alle Volte alte. Ottima scelta, per l'eretico inedita.
A metà strada, c'è una piccola radura evidentemente utilizzata dalle coppiette clandestine; qualche residente-moralista, incavolato di brutto, ha piantato una sorta di macabra croce anticoppiette, con su vergato un cartello che così recita, errore compreso:
"Siete dei sudici vi faccesse nodo".
A cui si aggiunge un altro moralista-residente (o solo moralista?), con un sempre più icastico:
"Fatelo a casa vostra stronzi".
Ma se a casa uno ha la moglie, o una il marito?
 Dal profano, al sacro: prima di arrivare alle Volte alte, si giunge all'eremo della "Vita eterna", degli oblati benedettini vallombrosiani. Piuttosto attivo, pare. Con tanto di scultura cristologica, davanti alla facciata, strana assai: un Cristo quasi in posizione fetale!

 Si riprende la marcia, con il sole che inizia a battere sempre più implacabile.
Eccoci arrivati ad uno dei punti più duri, per la calura e per la monotonia del percorso: il tratto tra le Volte alte e Pian dei mori; tratto che ha almeno il vantaggio di essere quello che prelude alla prima, agognatissima, sosta, quella del Rospaglio, all'altezza del bivio per Ampugnano.
Pian dei mori, con i suoi capannoni per metà inutilizzati (toh: costruiamone altri sette o otto, mi raccomando...), ce la lasciamo finalmente alle spalle, ed approdiamo - già sudatissimi e puzzolenti - al barrino del Rospaglio. Non un caffè da letterati o da dotti accademici, va detto, ma con una cameriera molto efficiente ed un bagno almeno decente. Due ore nette, per arrivare in loco.

  Dopo avere ben bevuto, l'eterogeneo tris riparte alla volta di Rosia; sosta con foto all'altezza di Malignano, davanti alla cappella di Agostino Fantastici (1831), lasciata purtroppo alle erbacce. Non siamo ormai lontani dalla "metropoli" Rosia, unico autentico centro abitato che attraverseremo in giornata.
Il circolo Arci è ancora chiuso, dunque si prosegue senza indugi, incamminandosi verso la strada vecchia del mare, per Follonica.
"Oh, qui c'era una fontanella, so' sicuro!", esclama Bsg, giunto alla fine di Rosia.
C'era, forse, se il sole non gli ha dato alla testa (insieme al frizzantino del Rospaglio...): adesso però non c'è più, porca miseria!
Poco dopo il Muzik (sempre attivo?), il tris scende in un anfratto che conduce ad un curatissimo orto (ma senza "omino del", in quel momento), affacciato sulla Rosia, il fiumiciattolo del luogo. Ove l'eretico compie l'errore madornale del viaggio: preso da fluviale ardore, entra con le sue Nike ben dentro il fiume. Le gallocce (il termine non esiste, sul Devoto-Oli, ma lo usiamo lo stesso) che interesseranno da quel momento gli stressati piedi ereticali dipenderanno, almeno in parte, da questa sesquipedale cazzata.

 Arrivati, non stremati ma certo stanchi, al ponte della Pia, fatti involontariamente fuggire due stranieri che si erano appartati sullo stesso, decidiamo di entrare in un meraviglioso sentiero del Cai, che ci permette di abbandonare per un po' l'asfalto e di penetrare la boscaglia. Ottima scelta. Altri 40 minuti di forestale passeggiata, ed eccoci rispuntare sulla Sp 73, un chilometro circa sotto la Colonna di Montarrenti.
 Arrivati davanti alla quale, i tre eroi si fotografano a vicenda, con adolescenzial foga; Bsg pregusta la diffusione delle immagini via Facebook.
Sono le 13,10 in punto; il sole batte, implacabile e leopardianamente indifferente, sulle nostre testoline (almeno lo scrivente ha il cappellino d'ordinanza).
La trasferta ha già fatto faticare molto, sudare copiosamente, e le gallocce incombono: se non fossimo masochisti, ci potremmo fermare a Montarrenti. Qualcuno verrebbe a prenderci. Non perderemmo l'onore.
 Optiamo invece per il masochismo allo stato puro: che Montebello sia (alla prossima puntata, dunque)...

Ps  Domani, martedì 9 luglio, a Palazzo Patrizi alle 21, un incontro, a cura dell'Osservatorio civico, sul futuro della banca e della Fondazione Mps ("troncato il cordone ombelicale con il territorio?" Vai tranquillo, vai tranquillo...).
 I buoi ormai sono scappati da tempo, ma parlarne non fa mai male, in vista delle prossime scadenze.

sabato 6 luglio 2013

Le mail di David Rossi: dove sono i blog?

  Più emerge materiale sul suicidio di David Rossi, più è assolutamente evidente che abbinare la sua morte prematura all'attività di questo (e di altri) blog è stata pura disinformazione: dopo avere affrontato le novità, di ciò parleremo.

 Per intanto, cosa si evince dall'analisi delle mail (pubblicate dal Fatto, da parte di Davide Vecchi, ieri ed oggi stesso)? Ciò che era del tutto prevedibile: Rossi era sotto massima pressione, dopo la perquisizione del 19 febbraio (il suicidio è del 6 marzo). Non certo per vecchi articoli di questo blog, quanto per la paura, il terrore di essere arrestato.
Punto due: Rossi chiede aiuto a Fabrizio Viola (niente risulta su Profumo, dunque); il quale Viola, in quel momento in vacanza a Dubai con i figli (forse per festeggiare il momento felice della banca...), resta freddo (glaciale?), a fronte delle pressanti richieste di aiuto di Rossi, e della sua esplicitata volontà di suicidarsi.
 Umanamente si può discutere fino a dopodomani del comportamento di Viola (e - credetemi - si entrerebbe in un ginepraio inestricabile), ma resta il fatto che ciò che gli suggerisce l'Amministratore delegato di banca Mps in seconda battuta è difficilmente contestabile:
"Ho riflettuto. Essendo la cosa molto delicata credo che la cosa migliore sia che tu alzi il telefono e chiami uno dei Pm per chiedere un appuntamento urgente. Qualsiasi altra soluzione potrebbe essere male interpretata".
A rigore di etica comportamentale (non risultando Fabrizio Viola amico di Rossi, ma solo legato da vincoli professionali), risposta sacrosanta. A maggior ragione in una città in cui l'omertà vince quasi sempre.

  Dalla Nazione (Tommaso Strambi) di oggi, veniamo poi ad apprendere altre due assolute novità, giornalisticamente parlando, di cui volentieri diamo atto al caporedattore:
1) esiste un'idea, da parte della famiglia Rossi, di agire per via civilistica contro Mps (per mobbing), nonché all'Inail. Il che naturaliter rafforza l'idea del mancato feeling tra Rossi ed i vertici della banca, fino a prova del contrario;
2) l'ex dirigenza Mps aveva erogato un finanziamento ("circa 650mila euro di SCOPERTO") a David Rossi, per la trasformazione in casa di un rudere; quando fosse divenuto edificabile "si sarebbe trasformato in un mutuo di circa 800mila euro". Non c'è da commentare oltre.
Conclusione delle novità di queste ore, la Procura (Pm Natalini), nel mentre procede a passi veloci per l'archiviazione quanto all'istigazione al suicidio, ha aperto un nuovo fascicolo, ancora in divenire, sempre sulla triste vicenda del suicidio. Staremo a vedere.

 Quanto invece alle non novità, mentre ormai è evidente a chiunque l'inesistente legame fra i blog e la morte di Rossi (né il Fatto, né tantomeno La Nazione - emendandosi dall'atteggiamento del marzo scorso - ne fanno in alcun modo cenno), ecco che Stefano Bisi torna decisamente all'attacco (senza metterci la firma, ma poco cambia).
 In un articolo fatto con il copia-incolla del pezzo del Fatto di ieri (lui, che accusava lo scrivente di avere scritto un libro solo basandomi sui pezzi di giornale...), ad un certo punto ripropone in pieno la tesi fatta propria, a caldo, anche dai media nazionali.
L'eretico, visto che qui si scrive di morti e si istituiscono arbitrari nessi di causa-effetto, ha dato mandato al Superavvocato Luigi De Mossi di procedere con le opportune verifiche legali: quando è troppo, è troppo.
Sentiamolo, il Corriere di Siena (pagina 12 di oggi):

"David Rossi era rimasto colpito nel corso dei mesi precedenti anche da molte illazioni che uscirono sul suo conto in vari siti internet anonimi o di blogger vari. Una situazione che aveva manifestato anche a familiari e persone a lui vicine, articoli che lo attaccavano per il suo ruolo di manager delle comunicazioni della banca, spesso anche con vere e proprie illazioni o diffamazioni".

  Non potendo più fare l'ideologo del "groviglio armonioso", Stefano Bisi ha dunque cambiato professione: adesso sentenzia lui, in prima persona, cosa sia una diffamazione. Il Codice penale (articolo 595), applicato direttamente dal Corriere di Siena. Anche questo, dovevamo vedere...

Ps Ripropongo volentieri un passaggio, alato come sempre, del Presidente della Provincia, tale Simone Bezzini (venerdì 8 marzo, a poche ore dal suicidio di Rossi):
"Mi auguro anche che questa vicenda faccia riflettere seriamente sul clima di odio che è stato coltivato in questa città, anche attraverso il vergognoso utilizzo dell'anonimato".
Avrà riflettuto per benino, Quello della Provincia, in questi mesi?  Gli saranno stati sufficienti?
In ogni caso, qualcuno acquisti una copia del Fatto e gliela legga, per piacere.

giovedì 4 luglio 2013

Palio e violenza (e San Galgano che aspetta...)



   Palio all'Oca, dunque (quanto a San Galgano, diremo nel Post scriptum): i commenti sono tanto scontati, quanto dunque inutili.
 Il problema più dibattuto, però, è quello legato all'immediato dopocorsa, all'aggressione subìta dal fantino della Lupa Andrea Mari, appena caduto a terra (cosa che ha verosimilmente causato la frattura del bacino).
 Un'aggressione del tutto estranea a qualunque codice non scritto che nel Palio, proprio in quanto tale, dovrebbe immaterialmente esistere. Non si sta parlando del fronteggiamento fra Istrice e Lupa, pochi secondi dopo: si sta parlando dei colpi inferti ad un uomo a terra, senza sensi. Cosa che anche il codice della prassi militare condanna (pur con tutte le sue clamorose eccezioni, su cui qui si tace).
 Per non parlare del Codice penale, sul quale è bene essere chiari, vista la confusione che alcuni divulgatori fanno: l'articolo 582 del Codice penale, secondo comma, parla di necessità di querela di parte (che il Mari pare intenzionato a non fare) per un danno ("malattia") "non superiore ai 20 giorni (non 25, come scritto sul Corrsiena di oggi, Ndr), nel caso non ci siano aggravanti. Che in questo caso, invece, paiono proprio esserci (ma ovviamente sarà la Magistratura inquirente a decidere). L'articolo 585 del Codice penale, infatti, prevede come circostanza aggravante (insieme ad altre che in questo caso assolutamente non sussistono neanche alla lontana), un fatto violento compiuto "da più persone riunite".
 Azione dunque espressamente vietata dalla Legge, nonché esecrabile dal punto di vista della tradizione paliesca. Nonché infine inqualificabile dal punto di vista prettamente umano: chi tocca (non per aiutarlo) un uomo a terra, è fuori dalla cultura del rispetto bellico, figuriamoci da quello paliesco. E lo diciamo essendo fermamente convinti che una dose di violenza - controllata e implicitamente normata - ci possa (debba?) essere, in ambito paliesco. Proprio chi ha più a cuore questo principio, deve sentirsi offeso per l'aggressione al Mari.

  Altro capitolo, strettamente interconnesso a quello appena trattato: la violenza paliesca si deve mostrare, sui mezzi di informazione? Giusto continuare con la censura stile Nord Corea, oppure non venire meno ai doveri dell'informazione? Corretto censurare una cazzottata a fine Palio, in un Paese in cui abbiamo visto - in nome del diritto di cronaca - corpi maciullati, dopo le troppe stragi che hanno insanguinato l'Italia? E soprattutto: che senso ha la censura su questi fatti che avvengono davanti agli occhi di migliaia di persone in tempo reale, nell'era di Youtube (che infatti ha subito caricato un video, peraltro malgirato, in cui la dinamica dei fatti fra Istrice e Lupa è però piuttosto chiara)?

Ps  Capitolo San Galgano, anche per alleggerire il pezzo sulla violenza nel Palio.
 Ieri mattina, in un summit estemporaneo in un noto barre senese, l'eretico ha incontrato Colonnino: non c'è stato neanche bisogno della telefonata. Il quale ha dovuto ammainare bandiera bianca: a causa dei problemi di salute, non ce la fa proprio a buttarsi, pedibus calcantibus, verso San Galgano. Per espiare la sua colpa, ha annunciato che non farà mai più previsioni sul Palio, sui cavalli e sulle Contrade, vita natural durante.
 Ed il "mistero" sulla scelta dell'Oca, dunque, resta intatto. Lo sveleremo, forse, a suo tempo (era una scelta pro-Oca, aveva invece un valore apotropaico anti-Fontebranda, od altro ancora? Chi lo sa, chi lo sa...).
L'ottimo Colonnino, dunque, annuncia il clamoroso forfait, ma l'eretico rilancia: lunedì 8 luglio, alle 8,15 in punto, partenza, alla volta di San Galgano, da Porta San Marco (ritorno con mezzi a locomotore, mi sia consentito). Mancando lo spadino di Colonnino, non ci sarà neanche lo scudo.
Che non si dica che uno è un parolaio...  

martedì 2 luglio 2013

Verso il Palio (e San Galgano?)...


  Stasera, dunque, è Palio.
 Il primo di Rodolfo Bruno Valentini (quanti ne farà?), il primo dopo l'emersione dello scandalo Mps (ancora molto da decifrare), a sentire l'Assessore paliesco Paolino Mazzini il primo della crisi economica (fino all'anno scorso evidentemente tutto ok).
 Pare che il compagno Enrico Rossi, il salvatore della Sanità toscanota, e Matteino Renzi marcheranno visita, dopo i trionfali annunci di una loro venuta, data per certa: ce ne faremo una ragione, anche se resta il concretissimo rischio che possano presentarsi ad agosto.

  Nottata agitata, quella fra il 1 ed il 2: all'altezza dei Quattro cantoni, di ritorno dalla cena panterata, i vertici di banca Mps (quello della Fondazione, a quell'ora, è già a letto da tempo, dopo avere recitato la preghierina della buonanotte) sono stati presi a male parole da alcuni tifosi della Robur calcio, inca..volati per il mancato apporto della banca alla società calcistica.
 Bisogna riscrivere, per l'ennesima volta, che la violenza va condannata? Riscriviamolo pure, ed a chiare lettere. Resta però il fatto che in qualunque altra città (senza commentare: considerazione neutrale e fattuale) tali persone dovrebbero girare con una buona dozzina di guardie del corpo alle costole, h.24.  Sarebbe meglio e più comprensibile che fossero gli esodati a dirgliene 4 (o anche 5 o 6 o 7)? Sì, certo, e magari lo faranno. Intanto ha iniziato qualcun altro.

  Stamattina, poi, un signore vestito di bianco, con un curioso copricapo e con un marcatissimo accento umbro, stava parlando, di fronte ad un folto pubblico, davanti alla cappella di Piazza. A differenza del suo collega, ed umbro anch'egli, Betori di Firenze, ha fatto la solita omelia fritta e rifritta, parlando di "bene comune", di "riscoperta delle tradizioni" e via leggendo (senza alzare un nanosecondo lo sguardo verso gli astanti). Chi si aspettava un'intemerata sui vizi dei senesi (cocaina e donnine sono solo a Firenze?), è dunque rimasto deluso, delusissimo. A bocca asciutta. Sui temi etici, sui comportamenti personali, il nostro pastore (sic) è sempre silente. Zitto e mosca. Curioso, eh?
 Va beh, fermiamoci qui: che Palio sia, dunque.
         
  A questo proposito, dopo un briefing on the road con Colonnino, l'eretico ha deciso di associarsi alla proposta del politologo di Castelvecchio (menzionata anche dalla Nazione): in caso di vittoria dell'Oca, andremo pedibus calcantibus (a piedi) da Piazza del Campo a San Galgano. Lui con la spada, io con lo scudo ("non scudocrociato, eh", chiosa Colonnino: "sennò ci prendono per monaciani"!).
 Il tutto, entro la settimana. Partenza, di primo mattino; arrivo, non si sa...