Cerca nel blog

lunedì 29 agosto 2011

Abolite l'8 dicembre, invece del 1 maggio!!

   Finalmente in Italia si è aperto un dibattito sul rapporto fra Chiesa e fisco: ci voleva la supermanovra da 45 miliardi, ma ci siamo arrivati. Meglio tardi, che mai!
 Merito dei Radicali (non certo del Pd, subito intervenuto con Rosaria Bindi a subitanea difesa dei privilegi ecclesiastici, poi con Bersani che - spinto dalla base - ha fatto una mezza apertura, che rimarrà di certo lettera morta) e dell'incazzatura della gente.

 L'eretico, modestamente, lancia la sua proposta (non sulle tasse, visto che è sin troppo scontato intuirne il pensiero): ABOLIRE L'8 DICEMBRE!!
Perchè se da qualche parte bisogna pur tagliare, è giusto partire dalle feste religiose, piuttosto che dal 25 aprile o dal 1 maggio; perchè se pensiamo di tagliare quelle religiose (almeno una, almeno una!), all'eretico pare che proprio l'8 dicembre (dirò subito la ragione) sia quella più adatta.
 L'8 dicembre non si lavora per "festeggiare" il dogma dell'Immacolata Concezione di Maria (non che la Madonna fosse immacolata - cosa stabilita da secoli -, ma che fosse nata, da Anna, senza peccato originale): massimo rispetto per il dogma cattolicissimo, ci mancherebbe altro. Meno, molto meno, per l'imposizione della festività (almeno, per il Santo patrono c'è un legame con la città e le sue tradizioni, il Natale è sempre il Natale e la Pasqua è la festa fondante il Cristianesimo stesso...). Va aggiunta un'altra cosina, poi: il contesto. Pio IX impose il dogma - nel 1854 - in chiara ed evidente funzione antirisorgimentale (la svolta antipatriottica dell'allocuzione del 1848, durante la I Guerra d'Indipendenza, era ancora fresca), come ulteriore monito antisavoiardo: stabilendo che la Madonna era nata immacolata ed incorrotta, si voleva ricordare - a mò di perentorio memento - da che parte stesse la Madre di Dio, al cospetto di coloro che avevano l'idea di abbattere lo Stato Pontificio e già si erano macchiati dell'affronto della Legge Siccardi contro i privilegi feudali degli ecclesiastici (Legge che avevano voiglia di estendere a tutto il Regno futuro). Il dogma dell'Immacolata, dunque, ha un valore intrinsecamente polemico contro le Leggi Siccardi, e di monito contro quello che si capiva sarebbe venuto (la Breccia di Porta Pia, shock non ancora del tutto metabolizzato da parte della Chiesa cattolica...). Visto che siamo nel tanto strombazzato 150esimo anniversario dell'Unità d'Italia, forse sarebbe venuto il momento di affrontare questa zona d'ombra: facile ribadire l'importanza dell'Unità, meno agevole e più imbarazzante ricordare chi era fermamente contrario alla stessa (primus inter pares, proprio quel Pio IX del suddetto dogma, pronto dopo il 1870 - e dopo un altro dogma "politico" come quello dell'infallibilità pontificia - a dichiararsi prigioniero dei Savoia ).

 Nella temperie risorgimentale, una delle imprecazioni più diffuse (ancora presente, sebbene in via di estinzione, fra i vecchi nelle campagne toscane) era il celebre "Accidenti a Pio IX!"; noi, ora, dobbiamo essere politicamente corretti: però un pensierino sull'abolizione dell'8 dicembre, si potrebbe sempre fare, no?  

2 commenti:

  1. Aboliamo anche il 2 luglio ed il 16 agosto in quanto festività inesistente,pero a sostenere le strutture ci sono sempre i soliti idioti...............

    RispondiElimina
  2. Io direi che all'interno di un anno ci sono le seguenti festività:

    1 Gennaio
    6 Gennaio
    Lunedì dell'Angelo
    25 Aprile
    1 Maggio
    2 Giugno
    15 Agosto
    1 Novembre
    8 Dicembre
    25 Dicembre
    26 Dicembre

    Di queste 11 giornate sarebbe opportuno che ciascun lavoratore potesse sceglierne 6 da fare, in base al proprio credo.
    A me ad esempio non mi importa molto del 25 Aprile, del 1 Maggio e del 2 Giugno ...

    Fra le altre cose così si garantirebbe anche maggiore continuità produttiva ...

    RispondiElimina