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domenica 14 ottobre 2012

Hitler a Firenze: e anche le Contrade (I)


   Torno a parlare della visita di Hitler a Firenze del maggio 1938, perchè proprio a Firenze è visitabile una interessantissima mostra dedicata a quella "giornata particolare" (quella del film di Ettore Scola è una di quelle romane, mentre la citazione del film è il titolo del primissimo libro ereticale, pubblicato nel 2003).
La mostra - inaugurata il 25 settembre scorso, ed in programmazione fino al 31 ottobre - si trova nei locali dell'Archivio storico del Comune di Firenze, in Via dell'Oriuolo 35, a due passi dal Duomo e da San Giovanni. L'ingresso è del tutto libero (per altre informazioni, archstor@comune.fi.it).

   Quel 9 maggio 1938 fu l'ultimo giorno di permanenza hitleriana in Italia, e l'unico giorno fiorentino (prima tanta Roma ed un passaggio, rapido, a Napoli, per ammirare la potenza navale fascista).
Sempre triste, diciamo pure squallido, vedere una città intera che si imbelletta (goffamente) per omaggiare supinamente chiunque; tanto più penosa, la cosa, allorquando ciò avviene per un personaggio del calibro del Fuhrer.
A parziale scusante, va detto che il III Reich - se escludiamo la questione antisemitica, peraltro non ancora pogromica - fino a quel momento si era comportato, in politica estera, non troppo diversamente da altri Stati più o meno democratici, ed era reduce dal freschissimo trionfo dell'Anschluss (annessione) austriaca del marzo. Hitler era dunque un vincente, all'interno della Germania e fuori, ed ancora non aveva scatenato guerre (anche se tutto lasciava prevedere che l'avrebbe fatto - come accadde in effetti un anno e 4 mesi dopo -, oltre al fatto che la sua Luftwaffe si stava dando molto da fare in terra di Spagna).
L'unica istituzione che, davanti alla Storia, esca davvero bene da questa "giornata particolare" fiorentina è - incredibile dictu - la Chiesa (quella fiorentina, si badi): nella prossima puntata, vedremo di puntualizzare il perchè.
  Tutte le altre componenti, purtroppo, non possono dire altrettanto, compresi i fiorentini comuni, definiti da Eugenio Montale "miti carnefici", con splendido ossimoro tratto da "La primavera hitleriana", dedicata proprio alla giornata fiorentina.
"...la sagra dei miti carnefici che ancora ignorano il sangue", che di lì a poco sarebbe sgorgato, per il disegno nazista, assecondato dall'italico Duce (ovviamente anch'egli presente in loco).
 Hitler arrivò in treno - si legge visitando la mostra - da Roma alle 10, e ripartì da Firenze, verso Monaco di Baviera, a mezzanotte e dieci minuti, dopo il gran finale della serata di gala organizzata in suo onore al teatro Comunale (il "Simon Boccanegra", per la precisione: inizio alle 22 precise,"abito scuro" raccomandato caldamente).

  In precedenza, grande manifestazione dei giochi popolari e tradizionali toscani, a Boboli: figuranti dell'appena rinato (grazie a Pavolini) calcio in costume fiorentino, quelli della Giostra del Saracino da Arezzo, quelli del Gioco del Ponte di pisana provenienza, nonchè la comparsa al completo di ognuna delle 17 Contrade senesi.
 L'episodio non è del tutto chiaro in ogni suo passaggio, ma pare davvero che uno dei due alfieri torraioli, Enrico Rocchigiani, si sia rifiutato di effettuare la sbandierata (rectius: l'alzata) davanti al Fuhrer. Unico fra tutti i figuranti senesi.
 Il tutto è provato: oltre alla vox populi di Salicotto, il Seggio torraiolo, riunito il 16 maggio, deplorò il comportamento del Rocchigiani, sospendendolo a tempo indeterminato dalle attività contradaiole.   
Non fu solo la Chiesa fiorentina, dunque, a salvarsi l'anima, in quella tristissima giornata benedetta da uno splendido sole quasi estivo...

4 commenti:

  1. segnalo all'eretico:
    http://www.iltesorodisiena.net/2011/01/ranuccio-bianchi-bandinelli-un-senese.html
    la foto Di Ranuccio Bianchi Bandinelli (massimo storico dell'arte dell'epoca non che senese) in orbace incaricato come cicerone d'eccezione (mi risulta parlasse un perfetto tedesco), che poi diventera' il conte rosso.

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  2. Forte questo Rocchigiani, uno con le palle, di quelli che oggigiorno non esistono (quasi) più. Triste pensare che le conseguenze purtroppo dopo un cinquantennio ed oltre non siano cambiate, anzi...

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  3. Il rocchigiani avrebbe sbandierato a stalin... le palle le aveva ma erano rosse...

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