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giovedì 9 agosto 2012

Addio Osvaldo, il Leonardo della Selva

 
    E così, un altro personaggio selvaiolo se n'è andato, per i postumi di una brutta caduta occorsagli nei mesi scorsi (mesi trascorsi soffrendo non poco, purtroppo): Osvaldo Bonelli, classe 1930, selvaiolo e costoniano di provatissima fede. Nonchè dipendente della Sclavo e sindacalista. Nonchè volontario ospedaliero.
  Osvaldo era uno degli ultimi sopravvissuti di quella generazione per la quale il Costone - l'oratorio posto a pochi metri dai locali della Contrada, per chi non lo sa - era davvero un prolungamento, fisico e non solo, della Contrada: o, forse, viceversa?
Quando trascorrevo i pomeriggi a sbucciarmi le ginocchia ed i gomiti al Costone, era una presenza fissa, immancabile: quando il solito scarpone tirava il pallone fuori, verso le piante che costeggiano il percorso verso la chiesetta, chi andava a raccattare la sfera spesso se lo trovava davanti, intento a sistemare il verde costoniano, da uomo del fare che era. Se uno passava sopra una pianta da lui appena sistemata, ti freddava con lo sguardo, giustamente burbero.
Uomo di profonda fede cattolica, abituato a muoversi con consumata abilità fra amici di tutt'altra estrazione culturale e politica, era legatissimo a don Vittorio Bonci, del quale è stato il continuatore laico (anche nel binomio Contrada-ricreatorio, tra l'altro); nonostante qualche sfuriata, buono anche il rapporto con don Gaetano Rutilo, che di don Vittorio Bonci fu il successore costoniano; si preferisce soprassedere su ciò che Osvaldo pensava di don Giuseppe Acampa, successore di don Gaetano al Costone, per non andare fuori strada...

 Nella Selva, ha ricoperto varie cariche, tra cui quella di Priore negli anni Ottanta; celebri ed additabili a futura memoria le sue filippiche contro o pro qualcuno o qualcosa nelle interminabili Assemblee di Contrada: quando prendeva la parola, anche chi dormicchiava si destava, per ascoltarlo. Poi quasi sempre tracimava, andando un po' lungo, come si dice in gergo. Ma aveva una qualità, che in tanti (chi scrive in primis) non hanno: non portava rancore per le persone con cui polemizzava, anche con durezza. E quando polemizzava - almeno che risulti allo scrivente - lo faceva limpidamente, alla luce del sole. Cattolico tendente a Giovanni XXIII, più che ad Alessandro VI...

 Osvaldo Bonelli, poi, aveva un'altra grande qualità, nella dimensione pubblica in cui l'abbiamo conosciuto: era un creatore, un inventore di marchingegni i più vari, ad uso e consumo dei selvaioli o dei costoniani. Un Leonardo da Via Franciosa, invece che da Vinci.
Fra i vari, memorabile la prima pista dei barberi elettrica della città, che allietò più di una sagra del braciere, ancora nella vecchia Società ( pista che favorì qualche sforamento notturno, sul quale è salutare soprassedere...): un marchingegno infernale, che allungava, rallentava, dilatava fino all'estenuazione la corsa dei 17 barberi. Solo chi l'abbia vista, la può ricordare. Poteva piacere o meno, ma era una grande invenzione, nessun dubbio al proposito. Degna appunto del Leonardo da Via Franciosa.

  Anche Osvaldescu (copyright ereticale, del quale però non si ricorda la genesi!) se n'è andato, dunque.
E da sperimentatore del nuovo quale è stato, proprio a lui è toccato il compito di inaugurare il rinnovato forno per la cremazione del Laterino, secondo le sue volontà.
 Invece che all'Inferno come ci meritiamo, verrebbe quasi voglia di andare in Paradiso: per vedere che fa, lassù, la coppia Osvaldo-don Vittorio...

6 commenti:

  1. Terra levis tibi sit, Osvalde.

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  2. Mi unisco all tue parole.

    Ho avuto il privilegio di conoscere Osvaldo ed essere conquistato dalla sua straordinaria ed ingegnosa "voglia di vivere".

    Un uomo onesto e generoso, una guida che mancherà a molti

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  3. Da senese e contradaiolo ho imparato molto da Osvaldo, soprattutto il rispetto delle regole, che lui raccomandava sempre, e dire sempre cosa si pensa nelle Assemblee, intervenire e dare sempre la propria opinione, anche quando non collima con l'andazzo generale.
    Due cose che nel Palio, nelle Contrade e nella Siena di oggi purtroppo mancano.
    Segnalo, tra le varie invenzioni, la macchina per cuocere le castagne nel Vicolo delle Carrozze.
    Ciao Osvaldo.

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  4. Bellissima figura di uomo forse di altri tempi ma solo perché è sempre più difficile trovare persone leali generose e disinteressate.
    Ciao Osvaldo, riposa in pace.

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  5. è stato Priore e tante altre cose ma senza quella boria che hanno tanti dirigenti di oggi

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  6. una persona che ho sempre invidiato (in senso buono) agli amici della Selva.

    Michele Fiorini

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