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martedì 7 agosto 2012

Il caso Schwazer (e Bolt)

     All'eretico sarebbe piaciuto scrivere d'altro, a proposito di questi due giorni di gare d'Atletica leggera (per esempio, della straordinaria performance dei 100 metri maschili, vinta da Usain Bolt con il record olimpico: forse il dato più rilevante è stato che il quarto classificato, con 9 secondi e 80 centesimi, non è arrivato - incredibile dictu - neanche al bronzo!).
Come si fa però a non scrivere qualcosa a proposito del doping del marciatore italiano (altoatesino, lui credo dica sudtirolese) Alex Schwazer? L'unico atleta in probabile zona medaglia (nella 50 km. di marcia, dopo avere rinunciato alla 20 km.) della pessima squadra azzurra di Atletica, dunque, fuori per doping. La notizia ha ovviamente destato scalpore, se non incredulità.
A 24 ore di distanza, vediamo di ragionarci a mente parzialmente fredda.

  L'altoatesino merita di essere più che condannato, per quello che ha fatto: nessun dubbio al proposito. Chiunque si batta per uno sport almeno vagamente pulito, lo deve censurare, e con forza.
In più, ex post i dubbi sul passato non possono non venire: chi non avrà pensato, in queste ore, a quello strano ritiro ai Mondiali berlinesi del 2009, ufficialmente per una banana galeotta?
Di sicuro, poi, il fatto di avere iniziato ad essere sponsorizzato - si presume lautamente - gli può avere fatto pensare che le scorciatoie possono anche essere spacciate per retta via. Specie in uno sport dove gli allenamenti e le gare devastano le capacità resistenziali anche dei fisici più allenati.

     Ciò detto, si deve però aggiungere anche che il comportamento del giovane -  a parte il fatto di volere coprire chi lo ha aiutato e forse spinto al doping -, è stato da apprezzare: piena assunzione di responsabilità, totale condanna del suo stesso operato, senza penose contorsioni. Chi gli è stato più vicino - penso in particolare al tecnico Michele Didoni, campione del mondo nel 1995 - ha usato parole di una durezza assoluta, implacabile, contro il suo pupillo, arrivando poi egli stesso all'autocritica per non essersi accorto di niente in questi mesi di durissima preparazione.
"Eh grazie, l'hanno preso con le mani nella marmellata, che doveva fare o dire?", sostengono in molti. In modo corretto, certo; ma lo spettacolo quotidiano che abbiamo davanti in Italia (a partire dalla politica e dall'establishment finanziario) è quello di gente che, se trovata con le mani sulla marmellata, dà la colpa alla marmellata...
Restando allo sport, che è meglio: se fosse accaduto in uno sport di squadra, magari con imponente mole di tifosi al seguito, magari con schiere di "giornalisti" al soldo della società, magari con un merchandising di milioni di euro sul groppone più diritti televisivi, cosa sarebbe venuto fuori, in queste 24 ore?
Come minimo, che si trattava di un complotto internazionale a poche ore dalla gara più importante della stagione (doping ad orologeria?); il reprobo non avrebbe ammesso mai e poi mai l'errore; i collaboratori più vicini si sarebbero compattati come un sol uomo in una difesa ad oltranza dell'atleta (difendendo lui, si difende se stessi: sempre bene tenerlo presente). Di fronte a chi avesse detto mezza parola di condanna, si sarebbe risposto vomitandogli addosso suoi errori nel passato, e via discorrendo.
 Da questa storiaccia, l'Atletica (non la Fidal, che non s'era accorta di niente; non Petrucci, che farebbe bene a non pontificare) esce bene, perchè dimostra che i furbetti ci sono anche a casa sua - e chi ne dubitava? -, ma che al contempo ci sono buone possibilità di stanarli e di punirli come meritano.
Ed i colpevoli - incredibile a dirsi - non si prendono tre o quattro avvocati di grido per cercare di levarsi la marmellata dalle mani. Tantomeno ringhiano di volersi levare i sassolini dalle scarpe, una volta finito tutto. Se non sbaglio, anche un celebre calciatore fu ripreso in video mentre effettuava strane trasfusioni, anni fa: in seguito, è diventato Capitano della Nazionale campione del mondo...

Ps Usain Bolt, dopo la straordinaria vittoria di domenica, ha fatto le tre di notte con tre piacenti atlete svedesi della squadra di pallamano. Due bionde ed una bruna. Davvero un tipo socievole, il giamaicano...  

8 commenti:

  1. Secondo me sta imparando a giocare a pallamano e voleva una consulenza...

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  2. Be', non capisco il "caso Bolt": mi sembra che si tratti di quattro adulti consenzienti, qualsiasi cosa abbiano fatto o meno (affari loro).
    Comunque, per chi non lo sapesse, la Giamaica pare che sia per le donne cio' che la Tailandia e' per i maschietti, cosi' mi e' stato detto da chi ci e' stata.
    De gustibus....
    In quanto a Schwazer, caso molto piu' serio, concordo con quanto hai scritto.
    Se si fosse trattato di silvio berlusconi sarebbe saltato fuori ghedini a dire: chi ha somministrato la sostanza a silvio A SUA INSAPUTA? Oppure: la colpa e' della marmellata cosi' invitante.
    Mi dispiace che Schwazer abbia fatto un errore del genere. Il suo allenatore e' stato verbalmente durissimo con lui, reazione comprensibile A CALDO. Ma spero che si calmi in seguito.
    Tu cosa pensi della reazione dell'allenatore di Schwazer?

    Lucrezia

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    1. Carissima,
      sull'allenatore di Scwhazer, ritengo che sia la sacrosanta reazione di uno che si sente tradito, a livello personale e lavorativo: non credo di sbagliare, se ti dico che lo ritengo sincero e credibile, quindi più che legittimato a dire certe cose. Se ho sbagliato, è un attore da Oscar.
      Quanto a Bolt, d'accordissimo con te: infatti non c'è nessun caso Bolt, almeno per quanto mi riguarda! Solo invidia...

      L'eretico

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    2. :-)))))
      Sto ridendo per la tua "invidia".
      Mi fai venire un po' di curiosita' su questo Bolt (non ne ricordo nemmeno la faccia, lo ammetto).
      Confesso che il mio disinteresse per le Olimpiadi e' stato vinto dalle varie gare di corsa, corsa ad ostacoli, salto in alto ed anche ginnastica artistica e beach volley (soprattutto le competizioni femminili, che mi danno la grandissima soddisfazione di immaginare le facce dei White Supremacists vedendo tante splendide atlete afro-americane raggiungere il podio).
      Per quanto riguarda Schwazer spero che impari da questo enorme errore e poi sia in grado di andare avanti nella sua vita in maniera pulita.
      Cosa che non mi pare avvenga nel calcio...
      Ed ora corro a cercare foto del "prodigio" giamaicano! :-))))

      Lucrezia

      PS: Cortesissimo Eretico,
      dimenticavo di dirti che la presunta "praticaccia" di Bolt e' piu' comune di quanto si creda e molto facile da ottenere, se propro si vuole, soprattutto in Paesi dove la mentalita' a riguardo e' molto meno ipocrita della nostra.
      Anni fa, quando avevo appena 17-18 anni, nella nostra localita' turistica c'era in vacanza un pilota Alitalia precursore di Bolt, in quel caso con una Norvegese ed una Danese. A detta delle loro figlie (!!!) condividevano un letto a tre piazze (California King, presumo) in perfetta armonia. Inutile dire che tutti i maschi diciottenni - o su di li'- italiani ascoltavano le rivelazioni con occhi sognanti... :-)))
      Del genere: "Tu con chi vai in vacanza?".
      :-))))

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  3. Nello sport vincere una volta è facile, rivincere è difficile. Alex Schwazer ha sbagliato, ma segunedolo da tifoso negli anni ho capito che si tratta di un ragazzo con seri problemi di depressione. Forse lo stare al fianco di una "vincente" come la Kostner ha fatto diventare il risultato ancora più un'ossessione. Tutto normale in un mondo in cui si cerca di santificare uno come Moggi dicendo che il fine giustifica i mezzi sempre e comunque. in tutti gli sport ci sono persone che in nome del risultato sportivo sono disposte a fare di tutto: debiti su debiti, stipendi assurdi, doping, etc.

    L'unica cosa certa è che Alex Schwazer, se non viene aiutato dalla famiglia, potrebbe rischiare di fare la fine di Pantani.

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    1. Quel che dici rende la questione ancora piu' triste.
      Spero che il ragazzo ce la faccia a superare questa fase.

      Lucrezia

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  4. Il salto successivo ad essere atleta vincente circondato da manager è il diventare uomini normali nella vita quotidiana.
    Possono essere infiniti i motivi hanno indotto l'atleta a doparsi: paura di se, paura di perdere sponsor e visibilità, paura di sapere che presto la carriera sportiva si sarebbe chiusa comunque..... i motivi contano poco.
    Alex Schwazer però ha avuto il merito di metterci la faccia e di dire pubblicamente ha fatto una bischerata senza dare la colpa a nessuno se non a se stesso.
    Ha tutta la mia solidarietà umana e spero esca presto da questo vortice lo tormenta.

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  5. Ciao Eretico,

    a mio modesto avviso l'allenatore ha una enorme responsabilità sia morale che tecnica.

    L'allenatore individuale di un atleta professionistico , come è Alex Schwazer, vuole farci credere che non si è accorto di niente? Ma per favore.... .

    Se avesse svolto il suo compito fino in fondo avrebbe dovuto segnalare immediatamente lo stato di crisi dell'atleta alla FIDAL, chiedere un supporto anche di natura psicologica e , in caso negativo, non far partecipare l'atleta all'Olimpiadi.

    Troppo facile avere parole dure....DOPO.

    P.s.
    Credo che i lettori del blog meritino di leggere un Tuo ricordo di un grande senese che ci ha lasciato : Osvaldo Bonelli

    ciao
    Jacopo Sordi

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