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domenica 26 agosto 2012

I fascisti e Grillo (e Bersani, e Ceccuzzi)...

  L'eretico aveva voglia di scrivere d'altro, in tutta franchezza: la domenica piace spaziare su altri lidi; le parole del meno famoso dei Bersani alla Festa dell'Unità di Reggio Emilia, però, sono talmente sconfortanti da meritare un commento articolato. Che ahimè non si potrà non estendere al caso senesota, visto che domani è il Profumo-day ed il 1 settembre Franchino il Ceccuzzi chiuderà la kermesse piddina della Fortezza.

  Partiamo da Bersani, segnatamente dal suo intervento sul linguaggio - indubbiamente forte e non politicamente corretto - usato soprattutto dai grillini contro la nomenklatura del Pd. Tutto abbronzato (compresa la testa lucida: si consiglia il cappello, in questi casi), Bersani ha tirato fuori il termine "fascista" per apostrofare i grillini e, in senso più ampio, i dipietristi (oppure i dissidenti in quanto tali?). Perchè non si creassero equivoci, ha voluto dare una patina di serietà storica a ciò che ha detto sul palco, con il suo incondibile accento da bagnino felliniano ("qualcuno bisognerebbe si andasse a leggere qualche libro di storia...si pensi al 1919").
 In primo luogo, applicando il termine in questione ai grillini, Bersani ha ovviamente forzato la realtà storica (di questo pare sia consapevole perfino lui): non solo ovviamente i grillini non esistevano durante il periodo incriminato, ma non esisteva neanche il mezzo, contro cui Bersani sembra inviperito, cioè il web. Né risulta, soprattutto, che i grillini siano finanziati dai gruppi di potere economico e finanziario, come accadeva ai fascisti nel "Biennio rosso" cui inopinatamente si rifa Bersani. Ed ancora: sono forse gruppi violenti, i grillini? Dispongono di armi (proprie ed improprie), come i fascisti del 1919 (e soprattutto del 1922)? Questo al netto di tutte le infinite differenze di idee, su cui non vale neanche la pena approfondire, tanto vasta è la differenza.
Rifilando ai dissenzienti in quanto tali il termine di fascisti, forzando oltre ogni misura la comparazione storica (in generale, cosa affascinante: ma non da lasciare in mano ad un Bersani qualsiasi...), va da sè che il termine lo si svuoti, lo si faccia evaporare di senso. Tutti fascisti, dunque nessuno fascista davvero.
Che poi questo attacco, questa lezioncina sul pericolo delle parole, arrivi da chi dedica (o solo pensa di) dedicare l'evento che sta inaugurando a Palmiro Togliatti, questo diventa semplicemente inaccettabile. Vogliamo forse scrivere qualcosa sugli anni togliattiani in cui il Migliore era, con Dimitrov, uno dei più stretti collaboratori di Josif Vissarionovic Dzugasvili (Stalin)? Vogliamo riandare a cosa disse - e senza più essere a Mosca, tra l'altro - quando i carri armati sovietici invasero Budapest (insieme al compagno Giorgio Napolitano, anch'egli plaudente il massacro)? Calma, calma prima di dare del "fascista" a qualcuno: soprattutto, direi, quando non lo è...

  Veniamo alla realtà senesota. Anche qui, la parola "sinistra" è di fatto sequestrata dal Pd o dai suoi subalterni che si fanno fare le photo-opportunity con Vendola Nichi. Forse è venuto il momento di chiederci (a dirla tutta, l'abbiamo già fatto decine di volte): SU QUALI BASI, A QUALE TITOLO IL PD SI PRESENTA COME PARTITO DI SINISTRA, seppure con la ipocritissima e furbesca aggiunta di "riformista"? Parliamo della città, non sdirazziamo: censurare sistematicamente le idee e le informazioni, è prerogativa della sinistra? Avere come principale finanziatore del Partito stesso un banchiere (peraltro debitamente inquisito), è prerogativa della sinistra? Chiamare a sdottorare alla propria Festa un banchiere - lui già rinviato a giudizio! - che si è buscato 40 milioni di euroni di buonuscita dalla sua precedente attività, è prerogativa della sinistra? In buona sostanza, rovinare le ricchezze di una città, è cosa di destra o di sinistra? L'eretico crede che sia essenzialmente questione di persone. Comunque, a brevissimo, ce lo spiegherà Franchino il Ceccuzzi: il prossimo 1 settembre, quando si esibirà in Fortezza. L'eretico lo ascolterà con piacere. Gli raccomando di calibrare bene le affermazioni: attenzione massima a non dire cose che possano essere sputtanate da frasi pronunciate in precedenza, nei lunghi anni (la Lunga Marcia?) in cui studiava da Sindaco...

 Nel frattempo, ritornando alle parole di Bersani:
 "Vengano a dirle qui (a Reggio Emilia, alla Festa nazionale del Pd, Ndr), certe cose che sono sul web, vengano".
Secondo Bersani, dunque, le critiche bisogna farle dal vivo, faccia a faccia, fuori dal web. Senza saperlo e senza rendersene conto, sta pubblicizzando la più folta presenza possibile da Profumo (domani) e da Franchino (sabato).
 Il Pd ha proprio il segretario che si merita (con il quale ovviamente tutta la Casta senesota è stata ed è schierata sin dall'inizio). Diamo retta al meno famoso dei Bersani: tutti in Fortezza, dunque!

9 commenti:

  1. Forse qualcuno l'ha ridetto, ma il Ceccuzzi è di sinistra come l'Acampa è cristiano...

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  2. Manifesto per la soppressione dei partiti politici-

    Mi sorprendo (poco a dire il vero) dell’onestà e della coerenza intellettuale che (immodestamente) mi contraddistingue quando vado a rileggere i miei vecchi scritti. Trovo, con piacere quasi fisico, che non scrivo mai a caso. Spero che l’Eretico se ne sia accorto. E mi compiaccio scoprendo che esiste un “Manifesto per la soppressione dei partiti politici”, vergato tra la fine degli anni ’30 e l’inizio dei ’40, da una certa Simone Weil - e dato alle stampe solo negli anni ’50 - di cui sono venuta a conoscenza solo pochi giorni fa. Ne ho una copia tra le mani in questo momento:
    “un partito politico è una macchina per fabbricare passione collettiva”
    “un partito politico è un’organizzazione costruita in modo da esercitare una pressione collettiva sul pensiero di ognuno degli esseri umani che ne fanno parte”
    “il fine primo e , in ultima analisi, l’unico fine di qualunque partito politico è la sua propria crescita, e questo senza alcun limite”
    E ancora, secondo la Weil, se tutti gli uomini seguissero la ragione e liberassero la mente dalle passioni - ed ecco che ritorma il leit motiv piddino della politicaperpassione, che a me m’è già venuto parecchio a noia - non conseguirebbero che la verità e il bene collettivo giacché tutti gli uomini sono orientati al bene, solo le passioni aberranti conducono al male. Infatti, continua Weil analizzando il contratto sociale di J.J. Rousseau “Rousseau partiva da due certezze. Una, che la ragione discerne e sceglie la giustizia e l’utilità innocente, e che qualunque crimine ha per movente la passione. L’altra che la ragione è identica in tutti gli uomini”. Contro l’esercizio della servilità e contro il crimine di abdicazione dello spirito, André Breton, che aveva compreso la portata del manifesto della Weil, e che ne predicava la massima diffusione per operare un disinganno collettivo , chiosava così :” (…) più la disciplina è forte all’interno di un partito, più le idee che lo guidano tendono a stereotiparsi, a sclerotizzarsi”. E Ancora Breton : “Nell’attesa, possiamo quantomeno sperare che le prossime consultazioni elettorali riportino in vigore un sistema di scrutinio che non sfavorisca più sistematicamente il candidato che si ponga come responsabile di fronte ai propri elettori, A VANTAGGIO DI CHI NON DEVE FARE I CONTI CON ALTRI CHE IL PROPRIO PARTITO, a maggior ragione quando quest’ultimo sia un partito i cui dirigenti in carica si limitano a ESEGUIRE ORDINI RICEVUTI DA MOLTO LONTANO”.
    Sono contenta e mi compiaccio per avere avuto un’intuizione che poi è stata suffragata da Simone Weil, André Breton, Jean Jaques Rousseau. E l’Eretico perdonerà le mie derive egoico-narcisistiche.


    Cordialmente
    BK

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  3. Stasera e il primo tutti in fortezza, a rammentargli chi sono i responsabili del disastro mps, universitá, ospedale e sms, con Franchino in prima linea nella lista dei registi du questi drammi, lui che ha sempre obbedito alle direttive di baffino e rosaria, alla faccia della sinistra e di chi ha lottato davvero per quelle idee. . .chissà che non venga anche don cerino, che col griviglio armonioso è un tuttuno (se poi c'è anche lo scribacchino di regime si fa bingo). Ah, per chi c'ha creduto, RIVOTATELI EH!

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    1. L'eretico nota con piacere che nella stampa embedded di stamattina non c'è traccia alcuna della conferenza di Profumo, mentre di solito il richiamino c'è sempre. Preferiscono non pubblicizzare troppo, evidentemente. Buon segno, inutile dire perchè.
      Sarà interessante poi vedere quale tipo di "scorta" si porterà dietro Arrogance: quella di Franchino, la conosciamo bene, sin dalla scorsa campagna elettorale. Quella di Profumo ci è ignota: stasera l'arcano finalmente sarà svelato. Chi sono i "volenterosi salsicciai" ansiosi di difendere uno, di sinistra a bestia, con 40 milioni di euro di liquidazione sul groppone?

      Ps Beatrix perdonata, molto volentieri.

      L'eretico

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  4. bisogna rispondere a Bersani con la più semplice delle frasi che il movimento 5 stelle cita sul web (questo misterioso e obbrobriante mezzo di comunicazione sconosciuto ai politici): " Ci vediamo in parlamento, sarà un piacere!"

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  5. Caro Eretico,

    L'appello a definire qualcuno fascista è un modo generico per offendere qualcuno. Diventa in questo modo "parte del male assoluto" (come disse fini in israele) e quindi pari dei nazisti, di cui hitler è l'icona.

    il richiamo storico pero' al 1919 ed al 1922 però non è del tutto aderente. il fascismo nasce dalla fusione fra i socialisti-interventisti mussoliniani, la massoneria anticlericale (e più tardi la chiesa in funzione anticomunista) ed i nazionalisti dannuninziani.
    il fascismo è la risposta al biennio rosso, alla crisi post prima guerra mondiale ed alla umiliazione della opinione pubblica rispetto alla "vittoria mutialata"

    il tuo appunto sul 22 pero' non è corretto. la marcia su roma fu fatta con 3 pistole e 5 fucili. il re (che aveva fatto affiggere i cartelloni dello stato di assedio) avrebbe potuto fare un bava baccaris-bis e spazzarli via in un attimo ... altro che armi pesanti !!

    il fascismo è stato quindi un po' di tutto ed il suo opposto.

    è stato però principalmente risposta generazionale dei giovani contro uno stato sclerotizzato (richiamare un ottantentenne giolitti al govero fu proprio l'esempio di questa incapacità), uno stato che aveva fatto eccessivamente marcia indietro sul sociale e che non avrebbe potuto affrontare la crisi del '29

    forse alla fine tante differenze fra l'italia che vide il primo mussolini (diciamo fino al delitto matteotti) e quella di oggi forse non ci sono

    F.to
    L'Anonimo

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    1. Caro Anonimo,
      ho letto con attenzione il tuo intervento.
      Scrivi che il mio "appunto sul 22 però non è corretto", e che "la marcia su roma fu fatta con 3 pistole e 5 fucili".
      Quanto al fatto che il Re avrebbe potuto spazzare via manu militari il tutto, non c'è dubbio (ed il primo a saperlo era Mussolini...).
      Sul discorso delle armi, la questione è molto, molto più complessa di quanto tu scriva, però.
      Posto che - come appena detto - i fascisti non avrebbero mai retto all'impatto con l'Esercito, va detto che alcune caserme - anche dalle nostre parti - erano state "visitate" prima della Marcia, e che le camicie nere non avevano solo bastoni, pugnali e fucili da caccia, ma anche, sebbene in quantità effettivamente ridotta, moschetti '91. Ed erano, a stare bassi, almeno 14mila. Non era una buffonata come qualcuno la vorrebbe descrivere, insomma.
      Quanto meglio armati erano i bolscevichi che 5 anni prima avevano preso il potere in Russia?
      Comunque ne riparleremo a tempo debito, visto il succulento anniversario...

      L'eretico

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  6. Grillo ha risposto molto bene a Bersani, tirando fuori non un insulto generico ed antistorico, ma conclamati rapporti del Pd con la massoneria (il caso Siena basterebbe ed avanzerebbe!!). Che Bersani sia invece un fallito non direi, perchè credo che neanche lui potesse pensare, fino a pochissimi anni fa, di diventare leader (?) del principale partito italiano...

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  7. Travaglio ha giustamente sottolineato come Bersani si sia fatto la frusta per il suo stesso sederino piddino: ha dimostrato di essere rimasto alle categorie novecentesche. Senza parlare del fatto che sostiene Monti insieme a colui che era il delfino di Giorgio Almirante, tra l'altro. E lasciamo stare la P2, che è meglio.
    Tanto varrebbe - citando appunto Travaglio - dare del "babilonese" o del "cartaginese" all'avversario di turno.

    L'eretico

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