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mercoledì 10 aprile 2013

Il mercoledì scolastico: insegneremo la Finanza?


    Sull'esempio di molti Stati europei e non, sta nascendo anche in Italia (sempre a rimorchio, e sempre in ritardo) l'idea di cercare di insegnare anche ai ragazzini delle medie (se non anche nell'ultimo biennio delle elementari) i rudimenti della Finanza. Ne scriveva Repubblica di lunedì scorso: negli States Obama spinge in questa direzione (con la Fondazione Bizworld), la Gran Bretagna partirà nel 2014 con il primo esperimento in tal senso, la Banca centrale spagnola ha promosso un imponente progetto pilota in 411 scuole, ed altro ancora.
L'idea di fondo è ovviamente che la maggiore conoscenza possa costituire in re ipsa un baluardo, una barriera di fronte agli inganni della turbofinanza: idea forse velata da facile ottimismo, ma se nella scuola non si crede che la conoscenza possa servire a migliorare la qualità della vita dei futuri cittadini, bisognerebbe alzare bandiera bianca subito, no?

  Avendo da lunedì in testa il pezzo, stamattina ho provato a far fare un piccolo test alla seconda media in cui ho cattedra: 7 parole, 2 "facili" (anche perchè già affrontate), 3 fattibili, 2 ai limiti dell'impossibile.
 Le "facili" erano "inflazione" e Pil; le fattibili, invece, erano queste: "Borsa", Cda, "cambiale". Le impossibili, "aumento di capitale" e "core tier".
Che nessuno sapesse spiegare le impossibili, nessun problema; il fatto è che, nella patria di Sallustio Bandini, nessuno ha saputo spiegare, in un modo plausibile, la parola "cambiale"!
"Che si può cambiare se non va bene...cambio valute fra gli Stati" et alia; i più, per non rischiare, hanno optato per un sano spazio in bianco (meglio lo spazio bianco, o la boiata sesquipedale? Grande enigma scolastico...).
La migliore descrizione della Borsa, ad eretical parere, è stata questa:
"La borsa è un palazzo che nel nostro caso si trova a Milano. In questo posto si comprano e si vendono azioni finanziarie".

 Non è certo colpa dei ragazzi: la scuola appunto non ne parla, in famiglia di solito si discute (quando esiste dialogo) di tutt'altro; si può forse pretendere che un ragazzo si compri sua sponte Il Sole 24 ore,  nell'età in cui l'unica rosea consentita è ben altra?
 Ben venga dunque questa iniziativa di introdurre qualche rudimento finanziario nella programmazione; con due domande, non da poco:
1) chi la andrebbe ad insegnare, questa nuova disciplina (sto parlando - come detto - di secondaria inferiore)?
2) chi andrebbe a cedere una sua quota di orario alla new entry?
 L'eretico un'idea ben precisa ce l'avrebbe, ma è prudente che se la tenga per sè: almeno a scuolina, fatelo campare tranquillo...

10 commenti:

  1. Mi sembra un'iniziativa interessante e di sicuro molto utile, ma non ci sarebbe da insegnare anche un po' di etica ed educazione civica? Anna G

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  2. ....basterebbe ritornare ad insegnare l'educazione civica e saremmo un pezzo avanti.......

    Foloso

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  3. Essendo il prodotto del esperienza, negli anni settanta, della San Bernardino"sperimentale", penso che sarebbe già tanto che la scuola italiana, salvo alcune eccezioni, riuscisse ad insegnare le materie fondamentali.
    E poi, visto i risultati di questi scienziati del economia, forse meglio che Finanza, che si insegni Alchimia.
    Alessandro Di Piazza

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  4. Egregio prof, sono d'accordo con lei; anche se non proprio una conoscenza appro
    fondita almeno una infarinatina non ci starebbe male.Potrebbe lei stesso dedicare
    un minimo di tempo, sottraendolo ad altre materie?(come potrebbe fare un padre
    di famiglia).
    una nonna della (CECCO)

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    1. Cara nonna della Cecco,
      si cerca di fare quel che si può: quando a Storia si parla della decadenza della Spagna di Filippo II, si accenna al default di un regno; si parla di Europa a Geografia, ed ecco arrivare i Pigs e lo spread. Se però non c'è un'interazione con le famiglie, si raccatta ben poco...

      L'eretico

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  5. Mi chiedo cosa sia veramente importante insegnare ai ragazzi, oggi. Riempire loro la testa di informazioni che per lo più andranno perdute a breve, forse ha poco senso. Meglio forse puntare sulla qualità che non sulla quantità. Ho conosciuto una ragazza poco più che 20enne, fresca di laurea triennale in lettere antiche. Un giorno parlando mi è venuta la parola "antonomasia" e la ragazza mi fa "antono....che?". Ecco, queste sono le future generazioni di insegnanti che insegneranno nei licei. Neanche l'università riesce più a fornire una formazione che ai miei tempi si aveva al ginnasio. Le figure retoriche come l'antonomasia, la sinestesia, la sineddoche, la metonimia, si imparavano a IV ginnasio. Oggi si arriva alla laurea e neanche si sa di cosa stiamo parlando. Dubito che sia utile insegnare la finanza ai ragazzini delle medie inferiori. Sarebbe meglio la inseganassero perbene alla Bocconi,la finanza e l'etica insieme, visto che un noto bocconiano per non aver capito bene come funzionava il giochino è finito in galera, e speriamo ci resti a lungo e presto lo raggiungano anche i suoi sodali!

    marghe. carig.

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  6. Sottoscrivo chi dice che forse è meglio l'educazione civica... ma diciamo che anche qualche rudimento d'economia male non farebbe... ma invece di insegnarla alle Medie, dove l'Educazione Civica ai miei tempi aveva anche un libro (MAI APERTO IN 3 ANNI), perchè non renderla materia obbligatoria al biennio delle superiori?

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  7. insegnamo ai giovani tutto quanto li prepari al mestiere di adulto. e prepariamoli ad essere imprenditori, cosa in cui la scuola era almeno ai miei tempi assolutamente fallimentare

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  8. Crederei importante far capire agli alunni cosa e' eticamente pericoloso e scorretto fare nel mondo della finanza,in modo tale da educarli civicamente....poi ci penseranno l'universita e i loro professori ad approfondire gli argomenti,sempreche' in futuro ci siano studenti in grado di apprendere e professori in grado di spiegare lucidamente......
    Duccio Franzinu

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  9. Perchè non chiamare Mussàri a fare uno stage nelle scuole?

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